La sfida

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LA SFIDA

Jack stava facendo mente locale su quello che doveva mettere nello zaino: coltellino svizzero, buste e guanti da giardinaggio. Era da settimane che era chiuso in casa per via della neve e ora che si era sciolta era già a cavallo della sua bici pronto per andare al parco. Insieme al suo migliore amico Tommy si erano creati un rifugio tutto loro, dove accumulavano tutto ciò di interessante che trovavano in giro. Tommy quel pomeriggio non era ancora arrivato, quindi Jack ne approfittò per cercare qualcosa che lo avrebbe lasciato senza fiato ed iniziò la ricerca. Partì dalla grande quercia al centro del parco, e da lì proseguì sino al ponticello, attraversò il fiume ghiacciato e giunse alle altalene; non si era mai spinto oltre, ma siccome per ora era a mani vuote proseguì e, superato


il dondolo , giunse davanti ad una casa abbandonata a lui estranea. Vista da fuori sembrava una qualsiasi vecchia casa con addosso tutti i consueti segni del tempo. Stranamente sui muri non c'erano graffiti, né scritte recenti come capita di vedere nelle case abbandonate. Qualcosa allontanava la voglia di scriverci sopra, anche i cani ci giravano alla larga, come se avvertissero che quel territorio era di qualcun' altro. Entusiasta della scoperta tornò alla “Tana” dove incontrò Tommy. Jack gli prese la mano e trascinò l'amico di fronte all'abitazione. Ci fu un lungo periodo di silenzio che dopo un po' fu interrotto da Tommy: “Hei Jack, perché mi hai portato qui, mi metti in ansia questa casa, non sarebbe meglio andare un po' più in là?”, :”Tommy non dirmi che hai paura?”, :”No non ho paura, ma qua non siamo mai venuti, credo che sia solo meglio giocare dove lo facciamo di


solito”, “No io oggi vorrei dare un'occhiata qui nei dintorni...”, Tommy era in ansia e il suo sorriso pochi attimi prima stampato sul suo viso, poco alla volta stava sparendo, mentre il suo volto si schiariva sempre più.”Tommy facciamo il giro della casa e vediamola da dietro, magari è più accogliente”. I due amici, con un passo molto lento e incerto si recarono dietro all'abitazione e fu quando si fermarono di fronte al giardino del retro che tutti e due rimasero senza parole: la veranda in legno scuro, come se un tempo fosse stata bruciata, era macchiata dalla cera delle candele rosse sciolte, e pareva sangue ci avevano gocciolato sopra. Le finestre non del tutto coperte da quelle tende polverose, rivelavano movimenti sconosciuti all'interno dell'abitato. “Ti sfido” aveva detto Jack “Bussa alla porta e chiedi da bere” Tommy si era aggiustato il berretto rosso, con mano


tremante, era salito sui gradini marci della veranda e aveva bussato. La porta si era aperta con un cigolio e Tommy era entrato. Dalla finestra Jack l'aveva visto sedersi sul divano. ”Non è più uscito” aveva detto Jack a su padre, più tardi mentre si avvicinavano all'edificio scuro” Il posto è abbandonato da anni” aveva detto il padre. ”Vedi?” Erano saliti per gli scalini e avevano spinto la porta d'ingresso aprendola. La torcia elettrica non aveva illuminato altroché ragnatele, nella stanza vuota.” Deve essere stata un'altra casa” aveva detto il padre.”Tornerà presto” avevano richiuso la porta uscendo. Nessuno dei due si era accorto del berretto rosso per terra, nell'angolo polveroso. Mano nella mano Jack e il padre erano tornati a casa; Jack era deluso per non aver ritrovato alcun indizio sull'accaduto e nessuna traccia dell'amico. Si mise a letto


anche se non riusciva a chiudere occhio ed addormentarsi e l'unica cosa a cui pensava era Tommy: non era accaduto realmente, non poteva accadere proprio lui, era tutto un sogno, presto si sarebbe svegliato! Niente di tutto ciò può accadere! Rimase lì un'oretta lì nel letto a pensare a quello che aveva combinato, aspettò che tutti si addormentassero e poi si recò nel parco. Raggiunse la casa dove la porta, rimasta aperta da prima, era spalancata e siccome il pianterreno era vuoto, decise di salire le scale, al termine delle quali si trovavano tre porte. Entrò tremante nell'unica stanza con la porta socchiusa: fu proprio in quel momento che si accorse di Tommy. Era lì, immobile. Jack tirò un sospiro di sollievo e fece per abbracciare l'amico che alle sue spalle, probabilmente non si era accorto della sua presenza; ma fu quando jack lo toccò, che sentì quanto fredde e pallida era la sua


pelle. Lo guardò negli occhi, erano vitrei e inespressivi. Erano strani. Erano privi di vita. Tommy... era morto!! Jack ora era spaventato, stupito e terrorizzato! Prese la corsa per tornare a casa per chiedere aiuto, era già a metà del corridoio quando qualcuno gli sfrecciò di fronte e si appostò dietro la porta: jack era pietrificato. Una figura cerea dal volto cavallino e le mani scheletriche gli si piazzò davanti. Jack fece in tempo a vedere solo il bagliore della lama saettargli contro. E poi fu buio


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