Lisa Balbo
IO SONO I MIEI RICORDI PROLOGO Quando
ho
saputo
di
dover
scrivere
questa
autobiografia per ripensare i miei ricordi, subito ho pensato che sarebbe stato un compito molto impegnativo e difficile, ma poi mi sono soffermata a ripensare alla mia vita, ho guardato nei miei ricordi, e loro sono venuti fuori quasi da soli. Per aiutarmi a ricordare, ho tirato fuori dal cassetto tutte le foto, ma mi sono accorta che di foto stampate non ne abbiamo tantissime, perchÊ con l’innovazione della tecnologia, i nostri ricordi sono tutti nella memoria della macchina fotografica o nel computer. Devo ammettere che guardare le foto in un computer piuttosto che in un album è davvero diverso, le emozioni provate non sono paragonabili.
Capitolo 1 LA MIA PRIMA CAMMINATA Era un pomeriggio d’estate, avevo poco più di un anno, ero alla festa della scuola dell’infanzia di mia sorella e nel cortile lei e i suoi compagni di classe avevano allestito uno spettacolo per i genitori, seguito da un piccolo buffet. Mi ricordo che ero vicino a mia mamma e mio babbo e
stavamo
mangiando
qualcosina
che
avevano
preparato tutti i genitori dei bambini. Ad un certo punto vidi mia sorella che correva con la sua amica Sofia, e non so il perché, ma furba come sono, ho lasciato la mano della mia mamma e mi sono messa a camminare per raggiungerla. Solo ora posso capire come si potessero essere sentiti i miei genitori quando mi hanno visto andare via, sicuramente saranno stati un po’ in ansia per la paura che io potessi cadere, ma anche felici perché era la prima volta che camminavo! Non ho un ricordo ben chiaro della mia prima camminata, ma ne sento parlare spesso, i primi passi sono sempre importanti per un genitore.
Da quel giorno di strada ne ho fatta tanta e tanta ancora ne dovrò fare. Capitolo 2 LA CADUTA DEL PRIMO DENTINO Ho sempre pensato che la fatina dovesse arrivare anche per me un giorno. Ogni volta che a mia sorella cadeva un dente, alla sera, prima di andare a letto, lo metteva sotto al cuscino e al mattino seguente, trovava dei soldi che la fatina dei dentini aveva lasciato in cambio del dentino. Un bel giorno, mentre ero al centro estivo, alla fine dell’ ultimo anno di materna, mi ero accorta che da giorni avevo un dente che mi dondolava dandomi molto fastidio e non vedevo l’ora che cadesse, anche per poter mettere finalmente qualche soldino nel salvadanaio. Ogni tanto provavo a togliermelo da sola, ma avevo tanta paura che mi facesse male, perciò aspettavo che mi cadesse da solo.
In quel giorno al centro estivo, stavo colorando un disegno ed ho sentito al’improvviso qualcosa di duro in bocca ed ho pensato subito: ”Il mio dente, finalmente!” Contentissima, sono corsa subito dalla mia dada Elisa e lei prontamente mi ha tamponato la gengiva sanguinante. Insieme, poi, abbiamo avuto la bella idea di costruire una scatolina per contenere i dentini caduti; ora quella scatola è su una mensola, ma purtroppo non ci sono tutti i miei denti. Ogni volta che la guardo mi vengono in mente questi ricordi, soprattutto quello in cui, la mattina seguente, sotto al cuscino ho trovato cinque euro… finalmente la fatina era arrivata anche per me!
Capitolo 3 LA PERSONA PIU’ IMPORTANTE PER ME
Quando guardo questa foto sorrido, ma allo stesso tempo provo un po’ di malinconia pensando a quanto tempo è già passato. Io sono quella in primo piano naturalmente,e quella alle mie spalle è mia sorella Giulia.
Mi ricordo che il giorno in cui è stata scattata la foto c’era un bel sole ed era caldo, quindi penso fosse un mese estivo, ma non ricordo bene. Anche se avevo tre anni, mi ricordo quella giornata come una delle più importanti per me: per tutta la settimana
ho
aspettavo
che
arrivasse
quella
domenica per andare in piscina, ma non una piscina normale, era una piscina gigantesca con scivoli enormi e tanti giochi d’acqua: Atlantica. Giulia ha reso questa giornata indimenticabile per me: mi ha accompagnato in tutti i giochi che potevo fare (sapendo benissimo che per lei erano noiosi) comportandosi come una vera sorella maggiore e solo adesso mi rendo conto di ciò che ha fatto per me, visto che il mio unico pensiero era divertirmi. Ancora oggi, che ho 12 anni, mia sorella ha un ruolo importante nella mia vita, mi coinvolge nelle sue attività e nelle sue amicizie, non mi sento mai esclusa e addirittura si è dimostrata un buon aiuto nei compiti. Mi ricordo anche di quando mi raccontava delle storie per farmi paura, tutte le volte diverse
(pensate
all’immaginazione
che
poteva
avere!),
perché ero appassionata di storie di paura; nella camera da letto però c’era sempre Giulia a dormire con me. Posso considerarla un’amica, una sorella, e molto di più, per questo è la persona più importante per me e penso lo sarà per tutta la mia vita.
Capitolo 4 IL MIO PRIMO GIORNO A SCUOLA
Mi ero preparata tutta l’estate per questo primo giorno di scuola: avevo comprato i quaderni più belli, le penne, lo zaino bellissimo viola e nero ed ero ansiosa di conoscere i miei nuovi compagni. Arrivò finalmente quel giorno, ed io ero tutta contenta, con il mio bel grembiulino con stampato Stella delle Winks e le mie nuove scarpette rosa.
Quasi di corsa con la mano nella mano di mia mamma, siamo entrate in classe dove ho visto tutti i miei nuovi compagni; mi sentivo contenta, ma allo steso tempo spaventata, perché le cose nuove spesso
mi
intimoriscono,
poi
dopo
poco
mi
entusiasmano e non mi fanno più nessuna paura. Appena tranquillizzata e messa a mio agio, mia mamma se ne è andata, io ho preso posto nel mio banco in attesa dei maestri. La prima ad entrare ed a presentarsi è stata la signora Rossella, una maestra che è rimasta solo quel primo anno dispiacendomi tantissimo. I giorni dopo abbiamo conosciuto altri maestri e in poco tempo siamo entrati in armonia con la classe. Piano piano col passar dei giorni ho fatto amicizia con una persona a me carissima e soprattutto simpaticissima di nome Anna. Sono stata con lei per tutte le elementari e ci starò ancora per tutte le medie. La nostra amicizia è diventata ancora più forte il giorni in cui mi invitò a casa sua: abbiamo trascorso il pomeriggio sia a fare i compiti che a giocare ed
ho scoperto che in sua compagnia mi diverto molto e posso essere me stessa. Dopo qualche anno posso dire che la scuola mi ha aiutato anche nei rapporti con gli amici.
Capitolo 5 IL MIO AMICO PELOSO
Da piccola mi piaceva ridere e scherzare con il mio amico peloso di nome “Cagnolino�. Ci giocavo sempre e alla sera lo portavo con me a letto: ero legatissima a lui. Se lo perdevo ero disperata, tanto da mettermi a piangere e cercarlo fino a quando non lo trovavo. Era un cane dal pelo corto e morbido di colore marrone chiaro e scuro, con gli occhi grandi, il naso tondo e nero.
Il corpo era molto morbido e stava in qualunque posizione lo mettessi: steso, a sedere, accovacciato … le sue dimensioni erano simili a quelle di un cane vero, infatti avevo creato per lui anche un guinzaglio da passeggio per poterlo così portare a spasso per la casa. Per questo motivo, i suoi polpastrelli erano più scuri e consumati, ma è un particolare che noto solo adesso. Le orecchie di Cagnolino erano tutte e due rivolte all’ingiù, e questo gli dava un’espressione dolce; aveva
anche
una
coda
buffissima
che
era
piccolissima, tutta paffuta e marrone chiara che mi ricordava tanto quella dei conigli. Adesso Cagnolino si trova dentro uno scatolone in garage, so benissimo in quale scatolone e a volte vado a controllare se c’è ancora.
Capitolo 6 IL MIO BELLISSIMO GATTO
Mi ricordo, quel giorno, il giorno in cui i miei zii a Natale mi hanno portato …un gatto, un vero gatto! All’inizio ero un po’ perplessa e non mi sembrava vero. Titti, così l’ho chiamato, appena i miei zii l’hanno liberato dalla gabbietta subito ha iniziato a correre dappertutto ma poi, quando si era un po’ calmato, immediatamente l’ho preso in braccio.
All’inizio era un gatto molto dolce e affettuoso, ma ora che é diventato grande é molto indipendente e a volte un po’ aggressivo, ma quando vuole sa farsi apprezzare. Ha un pelo bianco
molto morbido con delle
sfumature grigie e nere, degli occhi color verde chiaro e con un po’ di marrone qua e là, ha un nasino rosa pelle, dei baffi lunghi bianchi, denti molto appuntiti, orecchie morbidissime e zampette molto pelose che sembrano pon pon. Quando non ho niente da fare gioco con lui, per me fa parte della famiglia, è come un fratello e gli voglio molto bene; sono stata molto felice di averlo!
Capitolo 7 GARA DI DANZA
Il mio più grande successo è stata la mia prima gara di danza a Roma. All’inizio, quando mi hanno detto che bisognava disputare
una
competizione
davanti
a
tante
persone, mi sono un po’ spaventata. Ma poi mi sono fatta forza e coraggio e sono andata a tutte le lezioni settimanali per potermi preparare al meglio a questa bella avventura.
Arrivato il giorno, tutta contenta, sono entrata in teatro e, assieme alle mie amiche, abbiamo provato il balletto dietro alle quinte. Alla sera, arrivato il nostro momento, siamo salite sul palco, si sono spente le luci in platea e con felicità e allegria, senza pensare ad altro, abbiamo iniziato il nostro balletto che il maestro di danza ci aveva insegnato. Mi sono divertita tanto a questa gara anche se non abbiamo vinto ‌ siamo arrivate seconde! Dopo la gara siamo usciti dal teatro e c’erano tutti i parenti che ci aspettavano con fiori, regali e tanti complimenti. Questo mi ha ripagato di tutti gli sforzi che ho dovuto
affrontare
competizione.
per
prepararmi
alla
Capitolo 8 SCUOLE MEDIE, ECCOMI! Per il gran finale, ho deciso di parlarvi del mio arrivo alle scuole medie: per me e, sicuramente anche per quello che sono ora, i miei fantastici compagni di classe. Non è stato semplice ricominciare tutto daccapo, in una classe nuova, con amici nuovi, insegnanti nuovi, materie nuove ‌ ma per fortuna sono riuscita a integrarmi senza problemi e mi sono fatta tanti amici nuovi: le miei migliori amiche sono Lucia, Martina, Anna e Nicole. Sono proprio loro che rendono speciale ogni intervallo in cui ridiamo e scherziamo insieme: sono veramente felice di averle incontrate. Prima di iniziare le scuole medie, pensavo che sarei stata sommersa da pagine e pagine da studiare e che non ce l’avrei fatta a fare tutti i compiti, avevo anche paura che i professori fossero molto severi con me e che, da quello che mi raccontava mia sorella, l’intervallo durasse poco.
Ma, se devo dirla tutta, i professori sono persone buone e gentili e insegnano materie interessanti e curiose, mi sembra di essere una ragazza molto fortunata perché sono qui e i nostri professori hanno voglia di stare con noi e di organizzare belle iniziative come la gita che faremo fra pochi giorni a Fabriano e Gubbio. A scuola faccio molte attività interessanti e mi trovo bene. Naturalmente é vero che bisogna studiare molto ed è vero che fare i compiti é noioso ed impegnativo, ma
purtroppo
noi
abbaiamo
dobbiamo portarlo a termine!
Fine
questo
lavoro
e