Maria

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IL BOSCO INCANTATO

“Vieni a vedere, Mary!” mi urlò Sophie che era qualche metro più in là. Era una fantastica giornata di sole e io e Sophie ci trovavamo nel bosco; la luce filtrava tra le chiome degli alberi e si rifletteva su di noi. Aumentai il passo per raggiungerla. Pensai che quella fosse un'altra delle sue sciocchezze, ma non era così. Mi strofinai gli occhi per capire se fosse un'allucinazione o meno. Sopra ad un masso era appoggiato un cappello da giullare rosso e giallo, con quattro campanellini. Inoltre stava accadendo anche un'altra cosa molto strana: i campanellini si muovevano facendo un lieve tintinnio.


Sophie mi disse con aria impaurita “Alziamolo così vediamo cosa c' è sotto”. “Ok, chi lo fa?” risposi io. Mia sorella minore fece un passo indietro. Questo voleva dire che dovevo farlo io; mi feci coraggio, allungai la mano e “puff”. Guardai sul masso dove prima si trovava quello strano cappello, ma non c'era più niente. Poi udii una voce che proveniva da dietro di me; mi girai preoccupata e portai lo sguardo a terra. Lì c'era un piccolo topolino che mi gridava: “Oh, mi senti?! Che maleducata, non rispondi neanche! Sono Geronimo, vivo in questi boschi da anni e quello che volevi prendere è il mio cappello magico.” Sophie chiese incuriosita:” E che cos'ha di magico questo cappello?” Geronimo aggiunse:” E’ capace di volare velocissimo:


appena mi ci siedo sopra lui parte ad alta velocità. Però si è danneggiato, e l'unico modo per aggiustarlo è andare dalla lumaca Tina. Lei è l'unica del bosco che possiede gli incantesimi riparatori. Mi potreste aiutare a raggiungerla?”. Io e Sophie ci guardammo pensierose e poi insieme facemmo un cenno affermativo. Il topolino fece un salto di gioia, recuperò il suo cappello da giullare e ci mettemmo in viaggio. Tina abitava nella distesa al dì là del bosco. Durante il tragitto incontrammo una vecchia lepre che, vedendoci stanchi, ci disse:” In qualunque posto siate diretti io vi ci porterò in un istante”. Sophie replicò:” Siamo diretti a casa della lumaca Tina” La vecchia lepre rispose con voce tremolante:” So dove portarvi. Però per prima cosa dovete mettervi in cerchio intorno a me, ovviamente quel piccolo e tenero topolino


e il cappello lo terrete in mano. Ah, quasi dimenticavo, chiudete gli occhi!”. Una volta disposti come ci aveva indicato, dalla bocca della lepre uscirono queste parole “Teletrasporto magico trasporta, alvivace scadush”. Quando aprimmo di nuovo gli occhi, ci girava la testa; ci guardammo e Geronimo urlò:” E’ questa!” e prima che corresse via gli dissi:” Il tuo cappello!”. Il topolino rispose allegro:” Ahh,sì, quasi dimenticavo!”. Sophie aggiunse un po' dispiaciuta:” Ora noi dobbiamo tornare a casa perché si è fatto tardi e i nostri genitori potrebbero preoccuparsi. É stata una fantastica giornata”, Geronimo chiese deluso: “Di già?”; io e Sophie facemmo un cenno con il capo. ”Allora ciao, è stata una splendida giornata anche per me”.


Ci abbracciammo e ci incamminammo verso casa. Durante il percorso di ritorno, mentre parlavamo di questo magico incontro, vedemmo Geronimo volare sopra a quello strano cappello per un istante e poi non lo vedemmo mai piĂš.


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