“IO SONO I MIEI RICORDI!”
MARILENA ADINOLFI
CAPITOLO 1
“STRANI PASSATEMPI” Ho un ricordo ben preciso delle marachelle, che ho cominciato troppo presto a combinare: avevo un anno e mezzo, circa. Ricordo come fosse ieri quella volta in cui sgattaiolai in cucina quando mia madre non c’era e mi accomodai davanti ad uno dei cassetti. Lo aprii piano piano e le mie mani non volevano stare al loro posto. Iniziai a prendere pentole e pentoline per poi metterle sul pavimento e farle diventare strumenti musicali; probabilmente da grande diventerò una batterista !. Mentre nuotavo nei miei pensieri e nelle mie melodie, mia madre arrivò in cucina, come al solito. Spesse volte mi scopriva mentre aprivo il cassetto. Così dovetti sopportare una noiosa e lunga ramanzina. Mentre mi rimprovera abbassai il capo e risi. Ma non è finita qui! Mi avviai nella camera dei miei genitori e mi sedetti davanti alla grande cassettiera di legno, per poi aprila. Cominciai a prendere di tutto, vestiti e oggetti: li lanciai in aria e sul pavimento. Ma siamo alle solite: mia mamma dopo avermi cercato dappertutto mi trovò qui, beata e tranquilla. La seconda ramanzina. Dopodiché’ incrociai le braccia e imbronciata mi diressi verso la mia cameretta dove mi piaceva fare un pisolino sul mio morbido tappeto verde oppure giocare con le bambole per conto mio. Forse da piccola ero un po’ pazza oppure questi strani passatempi erano “il bello della mia infanzia”.
CAPITOLO 2 “LA SUA NASCITA!”
La nascita della mia sorellina Elisa è stato il regalo più bello della mia infanzia. Quando nacque io avevo tre anni e mezzo. Ero a casa con le mie due nonne: Maria e Rosa. Mi guardavo attorno ma non vedevo nè papà, nè mamma. Guardai intensamente le nonne in attesa di una risposta: non reagirono ; allora mi sedetti sul pavimento e incominciai a piangere. ” Mamma, Papà !” pronunciavo tra i singhiozzi. “ Arriveranno e con loro porteranno una bella sorpresa!” sussurrò la nonna Rosa sorridendomi, mentre la nonna Maria mi accarezzava la testa. Rassicurata mi asciugai gli occhi con il dorso della maglietta e mi diressi in camera a giocare. Ormai erano passate più di due ore. Pranzai e ritornai di nuovo nella mia cameretta, senza fare storie. Ormai erano le tre e mezza del pomeriggio, ma nessuna traccia dei miei genitori. Il
campanello suonò, come un fulmine corsi accanto la porta dove erano le nonne. Erano tornati i miei genitori ! Mia madre aveva un
fagotto blu in braccio e mio babbo le era accanto con un borsone
anch’esso blu. Li guardai sorpresa. Mio babbo mi prese in braccio per poi guardare, sorridendo , quel fagotto blu e me. ” Cos’è quello?” domandai indicando il fagotto.” La tua sorellina!” rispose mia madre. La guardai un po’ perplessa, quasi incredula. Aprì la parte superiore del fagotto e spuntò una piccola testolina. A vederla iniziai a ridere senza motivo. Era passato ormai un mese dalla nascita di mia sorella ed ero sempre più fiera di averla al mio
fianco. Ricordo di quel giorno in cui ero seduta in una sedia accanto al passeggino dove si trovava Elisa. Io sfogliavo un libro, invece lei dormiva come un ghiro. Lasciai cadere il libro sul pavimento e mi alzai in piedi sulla sedia per poi appoggiare le mani al passeggino. La osservavo e ridevo. Allungai una mano per svegliarla e giocare con lei. All’improvviso mi sentii prendere dai fianchi, alzai la testa e vido mio babbo.” E’ ancora troppo piccola! ” mi disse guardardandomi ed io gli risposi con una boccaccia. Anche questa volta la mia missione era fallita!. Nonostante ancora oggi litighiamo per delle sciocchezze , le voglio un mondo di bene. E’ stata un regalo per la mia infanzia ma non solo, lo è ancora e continuerà ad esserlo.
(3 anni) CAPITOLO 3
(6 anni)
“DUE MESI INSIEME”
Nel 2012 io, mia sorella e mio cugino Mattia trascorremmo due mesi insieme. Mattia aveva 5 anni e mezzo, mia sorella 4 ed io sette e mezzo. Luglio e Agosto furono due mesi intesi e divertenti. Dormimmo da mia zia, compresi i miei genitori, perché ci eravamo trasferiti da poco a Cesena, ma questa è un’altra storia. Mi svegliai e notai che mio cugino dormiva ancora. Mi voltai verso il muro nella speranza di riprendere sonno. Dopo un paio di minuti circa, sentii come un sasso pesante cadermi addosso e la mia testa sprofondò nel cuscino. ” Sveglia dormigliona!” urlò Mattia accompagnato dalla risata di Elisa. Dopodiché corsero al piano terra. Io iniziai la solita routine. Mi alzai, infilai le pantofole e mi diressi al piano terra. Dopo aver fatto colazione si fece l’ora di pranzo e ci recammo tutti a tavola parlando di cosa avremmo fatto
il pomeriggio. Insieme ci divertivamo ad andare a giocare nel parchetto dietro casa o a fare una passeggiata al mare. Dopo cena guardavamo sempre un film con tanto di popcorne e non andavamo mai a letto prima delle 11 scorazzando per il salone e facendo tanta confusione. Non scorderò mai quei due mesi, sono stati i più belli del 2012 e non esiterei a riviverli nuovamente!
CAPITOLO 4
“IN TOSCANA!” Una volta all’anno, ad Ottobre, andiamo in Toscana da mia zia di terzo grado a vendemmiare. Da quando avevo 7 anni fino ad
ora, passiamo lì tre giorni di Ottobre. Ricordo che ero a casa di mia zia. Mi svegliai alle sette del mattino grazie ai raggi del sole che illuminavano il mio volto. Mi alzai e come al solito non c’era nessuno che dormiva, allora mi recai al primo piano, e vidi tutti riuniti al tavolo. Mi sedetti e feci anch’io colazione, poi indossai la prima cosa che trovai e tutti insieme andammo a vendemmiare. Attraverammo la stessa stradina, dove c’è un grande recinto con anatre, conigli e maialini. Ogni volta ci fermiamo ad osservare mio zio Vittorio che dà loro da mangiare. A metà strada c’erano grandi cubi di paglia che avremmo scalato al ritorno. Arrivati ci procurammo guanti e secchi per raccogliere l’uva. Quando Mattia, Elisa ed io ci stancammo ci stendemmo sull’erba ad osservare il cielo mentre parlavamo. Di solito smettiamo alle sei ma alcune volte anche prima. Al ritorno ci fermammo ai cubi di paglia e ci arrampicammo come alpinisti. Gioco più divertente non esiste!. Dopo esserci stancati continuammo il percorso fino ad arrivare a destinazione. Tutte le volte prima di rientrare in casa salivamo con mio zio Vittorio nel suo trattore per fare un giro nel campo e osservare il tramonto. Dopo cena ognuno andava nelle proprie camere. I giorni successivi avremmo raccolto l’uva solo di mattina per andare a visitare la Toscana nei pomeriggi.
CAPITOLO 5
“MIRABILANDIA” Questa foto mi trasmette divertimento e tanta adrenalina. Due anni fa io e mia sorella siamo andate con mio cugino a Mirabilandia. Con lui abbiamo condiviso emozioni e divertimento: ha fatto parte e fa parte del nostro passato e del nostro presente. Ricordo che ci svegliammo alle sei di mattina e ci preparammo per una nuova avventura!. Verso le sette circa, ci incontrammo con mio cugino nel bar “la Torre”. Dopo aver fatto
colazione ci dirigemmo a Mirabilandia. Era la prima volta che
andavo ad un parco divertimento ed ero sicura che non sarebbe stata l’ultima. Pagammo i biglietti ed entrammo. Salimmo su tante giostre, fra cui: ”l’ Autosplash”.All’inizio ho pianto come una matta, ma poi quando eravamo sulla giostra ho iniziato ad urlare e a divertirmi come non mai. Erano le undici e mezza di sera ma ancora non eravamo stanchi. Non dimenticherò mai questa giornata perché’ è stata la più adrenalinica e pazzesca della mia vita!.
CAPITOLO 6 “LA MIA COMUNIONE”
Il 21 Giugno del 2014 è stato il giorno più emozionante e bello di quelli che ho raccontato fino ad ora: la mia comunione. Quel giorno non capivo dov’ero e cosa facevo: non mi sembrava vero!. Solo grazie ai miei genitori sono stata bene e ho vissuto un giorno indimenticabile. La comunione si è svolta nel tardo pomeriggio. Alle
nove ero gia’ sveglia per andare dalla parrucchiera. Mi incamminai con mia sorella e mia mamma. Dovevo farmi fare i boccoli.
Dopo ci recammo dal fioraio per
prendere il mazzo di rose bianche. A pranzo non feci altro che parlare della comunione, ero troppo euforica!. Verso le tre arrivò l’estetista con suo figlio Simone che aveva tre anni in più di me per truccare mia mamma .Ormai era arrivata l’ora di indossare la tunica: nel nostro paese si usa, prima della comunione, fare un buffet con i propri parenti a casa della festeggiata (ma in questo caso si festeggiava dalla mia nonna Rosa).Il fotografo Enzo prima di entrare in chiesa mi scattò alcune foto. Io e i miei genitori, dopo il buffet, ci dirigemmo all’oratorio dove ci
aspettavano le catechiste. Noi bambini entrammo in chiesa con entrambi i genitori al nostro fianco. La messa andò per il meglio e, finita la cerimonia, tutti gli invitati si diressero al ristorante “Malaga” mentre io con i miei genitori ci recammo a casa perché dovevo indossare l’abito.
Quando arrivai tutti mi fecero gli auguri, mi abbracciarono e mi
sussurrarono alcune frasi gentili e tanti complimenti!”. Poi arrivò anche il fotografo che mi
scattò alcune fotografie in giardino e nel ristorante. Al secondo piano c’erano anche alcuni miei amici delle elementari che come me festeggiavano la comunione. La cena non poteva andare meglio!. Poi arrivò il taglio della torta. Per fare le foto c’era una torta finta. Il fotografo mi scattò le foto con tutti i miei parenti e poi mangiammo la torta vera; dopodiché mi consegnò tutti i regali con tanto di auguri. Alla fine i miei genitori consegnarono le bomboniere a tutti gli invitati: piccoli quadretti in vetro azzurro chiaro con l’immagine di Gesù,
Maria e Giuseppe fatti in argento. Ma non è finita qui ! Quando tutti gli invitati se ne furono andati via ci fermammo a parlare con il proprietario del locale e andammo a fare gli auguri ai miei amici al piano superiore . Ero sfinita. Ci dirigemmo a casa e mi divertii a riguardare tutti i regali parlando della fantastica serata trascorsa. Il 21 Giugno è stata la giornata più emozionante ed impegnativa di tutta la mia vita!
capitolo 7 “ODISSEA” Questa foto mi fa ricordare un episodio stupendo della mia
esperienza alle elementari. Io delle elementari non ho bei ricordi ma la recita del penultimo anno scolastico è uno dei pochi episodi che mi sono rimasti nel cuore. Lo spettacolo era sul libro che vede come protagonista Ulisse e narra il lungo viaggio da lui compiuto per ritornare in patria, a Itaca. Il mio ruolo era quello di ”Afrodite” la dea dell’amore e della bellezza. Indossavo un abito bianco con un
cuore d’oro sul petto e una fascia color oro sulla fronte. La recita
iniziava con la scena di Ulisse e sua moglie Penelope che cantavano “Controvento” : questa scena rappresentava il loro rapporto e la loro vita. Nella seconda scena entravano gli dei che si ritrovano per parlare di Ulisse e del suo comportamento, poi la recita continuva con il viaggio di Ulisse. Finiva con un balletto tratto dalla canzone “viaggiare “ poi consegnammo dei bigliettini rossi sui quali era scritta una frase dedicata ai genitori e li consegnammo a loro.
CAPITOLO 8 “9 ANNI!” Il mio nono compleanno e’ stato il compleanno piu’ bello che io abbia mai festeggiato sin da quando ero piccina. Non c’e’ un preciso motivo ma e’ stato il compleanno che mi ha colpito di piu’. L’ho
festaggiato insieme ai miei parenti.Ci siamo riuniti tutti a casa mia.Ci siamo scatenati tanto grazie a mia zia e mia mamma che hanno animato la festa con la loro allegria e le canzoni.La torta l’hanno preparata mia mamma e mia nonna la mattina prima del compleanno.Dopo il taglio della torta e le foto e’ arrivato il
momento di scartare i regali.E’ stato un comune compleanno che
per un motivo impreciso e’ stato il piu’ bello per me.Dai nove anni fino ad ora sono cambiata molto,prima ero una bambina e adesso sono una ragazza che ha una vita davanti da vivere e obbiettivi da portare a termine.
CAPITOLO 9 “ROMA” Nel 2014 trascorsi con i miei compagni delle elementari durante l’ultimo anno due giorni a Roma.Fu un’avventura molto significativa per me perche’ non mi ero mai spostata troppo lontano senza i miei genitori, ma anche perche’ in quei due giorni misi alla
prova la mia capacità di essere autonoma e di sapermi organizzare. Partimmo alle 7 del mattino,il viaggio fu lungo, ma una volta arrivati non rimanemmo delusi. Visitammo tante stradine di Roma e alcune sue fontane importanti, come la fontana di Trevi. Si fece sera e arrivò l’ora di recarci all’hotel.Prima di entrare ci dissero i numeri delle camere e con chi l’avremmo condivisa e io ero con
Martina,Giorgia e la maestra Daniela.Dopo la cena ognuno andò
nelle proprie camere, ma non avevamo per niente voglia di dormire allora ci recammo nella stanza di fronte dove c’erano altre nostre amiche e rimanemmo lì fino a tardi a far confusione.La mattina seguente ci svegliammo presto perche’ dovevamo andare in piazza San Pietro all’udienza del papa: avevamo dei posti riservati in prima fila grazie alla sorella di una nostra insegnante che ce li aveva procurati, ma quest’opportunita’ venne sprecata perche’ alcuni
miei amici avevano perso la chiave della camera invece una mia amica la felpa.Perdemmo un’ora per trovare la chiave e la felpa, così invece di stare in prima fila rimanemmo in piedi in un angolo della piazza. Dopo aver visitato il Vaticano e aver visto il papa, visitammo il centro di Roma e comprammo alcuni souvenir.La cosa piu’ bella ed interessante,per me,fi vedere il Colosseo.Arrivammo a casa alle otto di sera e d ero ancora così elettrizzata che raccontai tutta questa bella esperienza ai miei genitori .
capitolo 10
“ThE BEST” Ho un ricordo molto particolare ovvero la conoscenza di Anna,Lisa e Lorenzo: persone speciali che mi hanno fatto capire il vero
significato della parola amicizia. Li ho conosciuti all’inizio delle scuole medie, circa sei mesi fa. Con loro posso confidarmi. Ho stretto un rapporto prima con Anna e Lisa e ora siamo grandi amiche. All’inizio dell’anno non stavamo molto insieme, ma poi, con il passare dei mesi e conversando, siamo diventate migliori amiche, soprattutto da quando sono venute a casa mia. Quel giorno ci siamo divertite anche con poco: una semplice risata può riempire il cuore di serenità e felicità. Con Lorenzo ho stretto amicizia dopo circa un mese perché all’inizio non parlavamo molto, ma poi, dopo litigate e conversazioni siamo diventati amici. Con lui posso confidarmi sapendo che ciò che gli racconto rimane tra me e lui. E’ uno dei pochi maschi con cui riesco ad esprimermi e ad essere me stessa senza fingere di essere un’altra persona. Sono davvero importanti per me e faro sì che il nostro rapporto di amicizia si rafforzi sempre di più.
CAPITOLO 11
“SEI DIvENTATA gRANDE…!” “Sei diventata grande..!” Questa è la solita frase che dicono genitori e nonni all’età di circa undici anni e che ultimamente mi sto sentendo dire molto spesso. Dalla quarta elementare fino ad ora ci sono stati molti cambiamenti in me: sia fisicamente, sia caratterialmente. All’inizio della quarta elementare sono stata io a voler iniziare una dieta che tuttora seguo e non me ne pento. Fino in quinta non osavo alzare il tono della voce con i miei genitori, invece adesso non è cosi: spesso mi autorizzo a farlo. Non sono cambiata solo fisicamente e caratterialmente, ma ho maturato nuovi gusti estetici e sono più attenta al mio aspetto: prima non mi importava cosa mi importava cosa indossavo, ora mi vesto in modo completamente diverso. Sono cambiata soprattutto caratterialmente, non solo nel tono di voce. Sono fiera di alcuni miei cambiamenti ma di altri non tanto. Ora sono abbastanza grande, ho più responsabilità e ho una vita da vivere con obbiettivi da raggiungere! FINE! Marilena Adinolfi