Martina

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… IO SONO I MIEI RICORDI

Gori Martina


Introduzione Anche se ho trascorso solo undici anni di vita ed è ancora tutta da scoprire e da scrivere, vorrei raccontarvi i ricordi della mia storia. I ricordi per me sono piccoli momenti di vita comune, ma grandi emozioni vissute e ogni volta che sfoglio i miei album fotografici, rispolvero vecchi giocattoli o oggetti, ritrovo la bambina che ero, ancora racchiusa e viva dentro di me, che libero nei momenti piÚ felici e gioiosi della mia vita.


Capitolo 1 VECCHI RACCONTI “La bella addormentata nel bosco", una magnifica storia per qualunque bambina che ama le principesse e il mondo delle fiabe. Io ero proprio così. Ricordo che quando ero piccolina trascorrevo intere giornate al mare con i miei genitori, ma quando era ora di fare il “riposino” non volevo mai dormire, così la mamma prendeva il mio libro preferito: faceva parte di una collana per bambini, aveva una copertina lucida con un’immagine accuratamente dettagliata. Io ascoltavo la mamma con estrema concentrazione, ma dopo la decima pagina mi ero già profondamente addormentata, proprio come la protagonista, e sognavo di vivere in un castello meraviglioso con il mio principe azzurro. In realtà questa non era l’unica fiaba che adoravo. Ricordo in particolare che, alla sola età di tre anni,


ogni sera costringevo la mamma a vedere con me il DVD di Cenerentola. “Mamma, guarda la principessa ha incontrato il principe! Svegliati mamma!!!”. Tutte le volte rimanevo incantata dal favoloso abito che indossava Cenerentola, ma soprattutto dalle sue luccicanti scarpette di cristallo. Al mio risveglio mi mettevo davanti allo specchio e con una spazzola rosa incominciavo a cantare: “I sogni son desideri di felicità …” e così iniziavano le mie giornate principesche.


CAPITOLO 2 L’ ULTIMO CIUCCIO Credo che tutti abbiano avuto nella propria infanzia un oggetto che ha segnato una vera svolta alla propria vita, a me è successo. Da piccola adoravo il ciuccio e ne ho cambiati davvero tanti. Quello viola però era il mio preferito, lo portavo con me ovunque, ma un giorno presi un’importante decisione … volevo diventare grande. Nel cuore della notte mi alzai, presi le forbici e lo tagliai. La mamma scese in cucina per vedere cosa stavo facendo, così mi chiese con tono preoccupato, ma piena di curiosità: “ Marti cosa fai? E’ ora di andare a dormire” ed io le risposi: “Mamma, ho tagliato il mio ciuccio, perché ho deciso di diventare grande, ma ora che l’ho rotto, sono tanto triste, mi sento la disperazione crescere!” Fortunatamente l’amarezza che avevo quella notte svanì, ma dentro di me, ogni volta che prendo in mano quel


piccolo oggetto, molto significativo, non mi sento triste o arrabbiata, anzi , sono felice perchÊ anche se ero piccola, ero riuscita a prendere un’ importante decisione da sola e a essere consapevole delle possibili conseguenze ‌ addormentarmi senza la coccola del ciuccio.


CAPITOLO 3 UNA PICCOLA MASTER CHEF Ogni volta che rivedo questa fotografia mi riaffiora il ricordo di tutte quelle spensierate giornate trascorse con la mamma a preparare gli strozzapreti. Proprio così, iniziavo a indossare un bel grembiule che mi aveva regalato la dada della scuola dell’infanzia, poi ci mettevamo all’opera. Nuvole di farina ovunque, perfino sulla punta del mio nasino, ma che divertimento! Per me cucinare è sempre stata una passione. Gli strozzapreti li preparavamo per il pranzo della domenica. A volte facevo finta di essere la conduttrice di un programma televisivo culinario, altre volte facevo finta di essere una persona adulta. Anche oggi mi diverto a sfornare pizze o torte salate, con l’aiuto del mio talentuoso aiutante Andrea, mio fratello. Inoltre io e la mia famiglia seguiamo un programma che si chiama Master Chef, adoriamo i quattro giudici a tal


punto che io e mio fratello ogni volta che la nonna, la mamma o il babbo cucinano, giudichiamo i loro piatti imitando il nostro giudice preferito. Io m’immedesimo nello chef stellato Bruno Barbieri, mio fratello invece si immedesima nella parte di Joe Bastianich e questo è uno dei nostri giochi preferiti.

‌ passato

‌ presente


CAPITOLO 4 UNA SORPRESA INASPETTATA Alla notizia che nella mia famiglia sarebbe arrivato un altro membro, ero elettrizzata a tal punto che tutta la sezione verde della scuola dell’infanzia ne era a conoscenza. Mi avvicinavo al “pancione” della mamma per cercare di “comunicare” con il mio futuro fratellino. L’11 ottobre alle ore 19:45 è nato! Io e la nonna siamo corse all’ospedale alla ricerca della stanza in cui si trovavano la mamma, il babbo e il fratellino che avevo scelto di chiamare Andrea. Una volta entrata lo vidi con il suo tenero e piccolo viso; era così dolce e fragile! Lo presi in braccio, ero emozionata quando l’ho accarezzato, ma ero anche piena di felicità. Lo portammo a casa per la prima volta proprio il giorno del mio compleanno e questo fu un vero regalo! Da quel giorno mi presi cura di lui: lo coccolavo, gli davo il biberon, sceglievo i vestitini e salivo perfino nel passeggino con lui. Insomma facevo finta di


essere una piccola mamma raccontandogli tutto ciò che avevo imparato alla scuola dell’infanzia e lui mi ascoltava e si guardava intorno con i suoi grandi occhioni blu. Proprio in uno di questi momenti lui disse la sua prima parola: “Dada” e come potete immaginare io ero al settimo cielo!


CAPITOLO 5 IL MIO PRIMO GRANDE SUCCESSO Dopo mesi di allenamento arrivò quel giorno: il saggio di ginnastica artistica. La nonna mi aveva cucito per l’occasione il vestito da Flingston: era a chiazze bianche e nere di un tessuto morbido come un peluche, mentre il nonno mi aveva regalato un bellissimo tatuaggio con uno splendido delfino azzurro glitterato che avevo applicato sulla spalla. Tutti erano lì per vedermi: genitori, nonni, zii e tante altre persone che applaudivano e sorridevano. Nel grande giorno del debutto mi sentivo come un’attrice agitata e in estasi allo stesso tempo perché impaziente che si alzi il sipario. Ero molto nervosa,


ma fortunatamente non ero sola, perché c’erano le mie amiche a confortarmi. Eravamo veramente una bella squadra. Lo spettacolo andò alla grande, eravamo state bravissime perché c’eravamo impegnate e preparate molto seriamente. La serata si concluse con un grande festeggiamento a base di deliziosi stuzzichini e musica. Questa è stata la prima esperienza dalla quale ho potuto capire che grazie all’esercizio e alla fiducia in me stessa posso sconfiggere la mia timidezza. In quell’occasione mi ero potuta esibire davanti al pubblico riuscendo al meglio nella coreografia.


CAPITOLO 6 UN AMICO DI CARTA All’età di sette anni ho ricevuto per il mio compleanno un diario. Inizialmente volevo chiedere lo scontrino per sostituirlo con un gioco, ma non era molto cortese, così decisi di incominciare a scrivere sulle sue pagine. Per me divenne un’abitudine scrivere il diario; quell’oggetto di cui mi volevo sbarazzare era diventato il mio migliore amico. Il mio diario è come il “custode” dei miei segreti e pensieri. E’ stata una spalla su cui piangere per tutte quelle volte che avevo litigato con le mie amiche lasciandomi liberare le lacrime che a volte ho versato su quei fogli. Mi ha donato tante carezze nei momenti bui della mia vita accettando le mie parole senza “correggere” i miei pensieri. Ogni volta che mettevo nero su bianco una situazione a cui dovevo rimediare, trovavo tra le sue righe la giusta soluzione. Il diario è come una fotocopia di


me, perchÊ al suo interno ci sono le dediche delle amiche piÚ care, le mie timidezze e paure, le mie emozioni, i miei sentimenti ‌ la mia vita giorno dopo giorno.


CAPITOLO 7 PROFUMO DI RICORDI Stavo cercando una copertina trasparente per il quaderno di geografia quando, annusando per qualche secondo quel delizioso, inconfondibile e avvolgente profumo della plastica della copertina, mi sono fermata a pensare. Una serie di ricordi della scuola

elementare sono riemersi nella mia mente. Ho rivissuto il magico momento in cui, quella mattina di settembre nel lontano 2010, cercando tra la folla che sorrideva e scattava foto nel cortile della scuola, ho trovato la Luci. Entrambe eravamo molto emozionate e curiose. Hanno chiamato la nostra classe: 1D. Ci ha accolto la maestra Francesca, ci ha portati in classe e una volta


seduta nel banco, mi sono guardata attorno. C’erano bambini a me sconosciuti, ma che si sono rivelati dei veri amici che mi hanno accompagnata per i miei cinque anni di elementari. Devo ammettere che all’inizio ero molto timida, ma poi ho scoperto che questa classe era piena di amici fantastici che mi hanno appoggiata sempre, aiutandomi a capire i miei sbagli per non commetterli più. Giorno dopo giorno percorrevo un sentiero sempre più lungo e con ostacoli che mi hanno portata a crescere e a riuscire nella mia impresa, quella di arrivare alla scuola media. In questo percorso ho potuto conoscere due persone favolose: le mie maestre Lia e Francesca che sono diventate per me dei grandi esempi di vita. E’ stato molto importante e costruttivo questo viaggio che purtroppo è terminato, ma tuttora custodisco il loro ricordo come una grande ricchezza personale.


CAPITOLO 8 IO E LEI … SEMPLICEMENTE NOI

Ora che sono alle medie ho tanti nuovi amici, ma una si distingue tra loro: è la mia compagna di avventure, Lucia. Io e lei siamo amiche da sempre, abbiamo vissuto insieme tanti momenti alcuni entusiasmanti e felici, altri difficili. Sono contenta di essere sua amica perché per me è come una sorella, quando ho bisogno di lei, c’è sempre. Credo che abbiamo una forte intesa, perché basta uno sguardo e ci capiamo al volo. Certo siamo molto diverse: io adoro scrivere, mentre lei leggere, io ho uno stile che definirei “classico”, mentre lei è sportiva, ma quando le racconto i


miei problemi, mi ascolta e ogni volta mi sa dare il giusto consiglio. Non è andato sempre tutto liscio, perché tra di noi ci sono stati anche battibecchi e litigi, ma il legame che ci unisce è così forte che non riusciamo a essere arrabbiate l’una con l’altra, neppure per un giorno e la mattina seguente ci siamo già buttate tutto alle spalle e ci vogliamo bene di nuovo. Per questo io l’adoro.


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