L’ELMETTO RITROVATO
I fruscii del pubblico riempirono la mia mente come un’ondata di orgoglio e di gioia ….. ma prima di arrivare a ciò,voglio raccontarvi la mia storia. Mamma mi diceva sempre di uscire con gli altri bambini, ammetto di essere una ragazza solitaria, ma non trovo divertimento nello scorrazzare fuori come fa il mio cane Ruby, preferisco leggere un libro in compagnia dei miei pensieri ed ascoltare la musica del mio cuore. Tutti pensano che io sia strana, ma non è così, è solo che per divertirmi adoro usare l’immaginazione e colorare anche le giornate più monotone come un perfetto arcobaleno dopo una giornata di pioggia. Era un pomeriggio sereno, il sole brillava di un’intensa luce che sembrava una grande coperta sul cielo azzurro candido, mamma mi convinse ad andare con lei in un mercatino di antiquariato, presi la bici e la seguii. Appena mi trovai lì ,un caos di gente era attorno a me , rumori annebbiati e colori di ogni varietà regnavano in quel luogo. Mi soffermai su una bancarella, solitamente gli oggetti di antiquariato sono vecchi, obsoleti, ma c’era qualcosa che mi attirava. Mi avvicinai. C’era un tavolino ricoperto di stoffa azzurra con sopra oggetti particolari come statuine, posate, piatti decorati di blu notte e vasi di fiori antichi, dai colori più stravaganti. Guardai subito con circospezione quella strana bancarella che tanto mi incuriosiva. Notai, in ultimo piano, un foglio stropicciato , mi avvicinai sempre più, e vidi che … Era una mappa del tesoro! Era una mappa del tesoro in piena regola, era ruvida al tatto, aveva i bordi decorati da una cornice di fumo nero. Subito decisi di acquistarla. Mi allontanai dal mercato di
antiquariato, per esaminare con più tranquillità la misteriosa mappa. Appena raggiunsi un posto sicuro , vidi che la mappa aveva qualcosa di familiare ... Mi guardai attorno e notai che tutti i simboli e le figure in essa disegnati corrispondevano a monumenti, piazze della mia città, capii subito che quella mappa parlava della mia città, Cesena. Decisi di seguire le indicazioni di quel foglio rovinato. Come prima cosa, dovevo recarmi in un cimitero. Presi la mia bici, ed una volta arrivata, mi ricordai che quel cimitero era chiamato “CIMITERO DEI CADUTI PER LA LIBERTA’”. Davanti al portone c’era scritto “ in memoria di questi eroi , è stato realizzato un museo”. Secondo la mappa dovevo arrivare fino al museo ; così ripresi la bici. Una volta arrivata, giunsi nella parte dove venivano custoditi abiti, oggetti ed elmetti ritrovati durante la guerra. C’erano tutti, tranne uno: quello del generale. Così riguardai il foglio , per vedere qual era la mia prossima tappa. Sempre in sella alla mia bici mi recai nella “casa bombardata” che, come indicato dalla mappa, si trovava dopo il ponticello verso la campagna. Quel posto lo conoscevo molto bene, mio babbo mi ci portava quand’ero piccola, a fare lunghe passeggiate . La mappa segnalava la cassetta postale, ma le indicazioni del posto esatto erano poco leggibili. Per fortuna ricordavo i lunghi discorsi di mio babbo che raccontava le storie sulla guerra mondiale, mi diceva sempre che quella casella postale misteriosa aveva qualcosa di strano e solo al tramonto del sole, quando la sua ombra era allungata verso ovest si sarebbe visto il tesoro. Da piccola non riuscivo bene a capire cosa intendesse dire con quelle parole, ma ora avevo tutti i pezzi del puzzle per ricostruire la figura. Così iniziai a scavare con mani e
ciò che avevo intorno, presi un ramo abbastanza robusto e continuai a scavare. Stavo perdendo le speranze quando … sentii uno strano rumore, come se il bastone avesse colpito qualcosa di duro dalla forma indistinta. Colpii ancora per essere certa che non fosse solo frutto della mia immaginazione. Estrassi dalla terra quell’oggetto: era un elmetto della guerra, inconfondibile il suo colore verde scuro con macchie di polvere e gocce di sangue. Anche se ero al settimo cielo, non era tutto normale, uno strano presentimento avevo dentro di me, era come se qualcuno mi stesse spiando, mi voltai di colpo e vidi un uomo dagli abiti color grigio e nero. Pensai subito alla fuga, ma qualcosa mi trattenne. Avevo già visto quel volto, ricordavo di averlo visto al mercatino dell’antiquariato, probabilmente mi aveva seguita. Improvvisamente mi disse: “ Dammi quell’elmetto, non ti appartiene. A cosa può servire un oggetto così inestimabile a una stupida ragazzina come te?” Io arrabbiata risposi : “Stupida? Io non sono affatto stupida, ho trovato questo elmetto e da brava cittadina ho intenzione di portarlo in Comune per riporlo nel museo.” “Dammi subito quell’elmetto!” ribattè lui “ piccola illusa, lo venderò e diventerò ricco ah ah ha.” “ Non pensarci neanche” dissi infine io. Allora cercò di strapparmi dalle mani l’oggetto , ma io presi la mia fedele bici ,la mappa e l’elmetto e pedalai più veloce che potevo. Una volta arrivata al mercatino l’uomo era scomparso e mamma era ancora a fare acquisti, così andai in Comune e mostrai all’Assessore dei Beni Culturali il mio ritrovamento. Esaminò a fondo la mappa e l’elmetto e arrivò alla conclusione che quella mappa era stata disegnata dal grande compagno di guerra del Generale Hellinton per custodire ciò che
restava del grande soldato. La sera stessa ci fu l’inaugurazione al museo, riposi io personalmente l’elmetto in una teca trasparente, e … i fruscii del pubblico riempirono la mia mente come un’ondata di orgoglio e di gioia, mentre sentivo un caldo manto sopra di me.