Storie di migrazione 2

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STORIE DI EMIGRAZIONE FRA PASSATO E PRESENTE

PERCORSO DI APPROFONDIMENTO STORICO ANNO SCOLASTICO 2015-16



Le prime ondate migratorie  Nel XIX secolo, l’emigrazione europea si diresse verso gli Stati Uniti, che accolsero 15 milioni di persone tra il 1890 e la prima guerra mondiale.  Una prima causa fu la conclusione delle guerre napoleoniche perché molti contadini, che si trovarono disoccupati, senza casa, decisero di cercar fortuna nel Nuovo Mondo.  La prima ondata migratoria interessò soprattutto l’Europa settentrionale, dove non c’erano più terre libere da coltivare. Una legge federale Homestead Act, del 1862, concedeva appezzamenti a basso costo e bastava avere almeno 21 anni, essere capo famiglia, essere cittadino degli Stati Uniti o averne fatto richiesta.  Nel 1840 la compagnia navale Cunard inaugurò il primo servizio regolare per passeggeri, tra Liverpool e Boston. Negli 1880 la traversata durava sette giorni al costo di 20 dollari.

Un gruppo di emigranti appena sbarcati a New York.


Ellis Island Durante l’inizio del ventesimo secolo, il flusso migratorio aumentò. Per molti dei migranti l’arrivo era New York dove fu costruita una struttura ad Ellis Island per accoglierli. Qui le navi di grandi dimensioni non potevano attraccare, perciò si fermavano a Lower Bay dove sbarcavano i passeggeri di prima e seconda classe. Quelli di terza classe raggiungevano in chiatte Ellis Island. Lì venivano sottoposti ad accurate visite mediche, erano controllati in particolare gli occhi, per verificare che non avessero una malattia chiamata tracoma. Le persone che erano giudicate malate, venivano trattenute, i migranti con malattie considerate inguaribili venivano rimpatriati e spesso pur di andare a New York, si gettavano in mare per raggiungere a nuoto la costa. Molti sono morti annegati. Le persone considerate guaribili, venivano trasferite all’ospedale di Ellis Island. Per assicurarsi che le donne non fossero prostitute era necessario che qualcuno garantisse per loro, mentre altre venivano in America perché un uomo le aveva “prenotate” per sposarle assicurandosi così la possibilità di diventare cittadine americane.


La lega per la restrizione dell’Immigrazione, finalizzata a proteggere gli USA dall’Immigrazione degli europei, nacque nel 1894. Secondo la lega la razza era il principio di base che provocava l’ascesa o il declino dei popoli e delle civiltà. Ebrei e italiani erano esseri inferiori e pericolosi. Henry Cabot Lodge presentò al congresso un progetto di legge finalizzato a tener fuori dal Paese almeno gli immigrati analfabeti. Tra tutti i più colpiti sarebbero stati gli italiani Il provvedimento fu bloccato dal presidente Cleveland dicendo che il paese aveva bisogno della loro manodopera Nel 1906 fu pubblicato il libro ”La giungla”, in cui il giornalista Upton Sinclair denunciava lo sfruttamento dei lavoratori e , nel 1917 , uscì “L’immigrato e la comunità” di Grace Abbott , che denunciava soprattutto gli abusi di cui erano vittime le migranti nubili. Sofia RAZZA E CITTADINANZA

La società americana tenne a lungo un atteggiamento diffidente nei confronti degli emigrati. Gli italiani, infatti, vennero etichettati con il nome di “dagos”, per indicare individui violenti. Nonostante fossero bianchi, per gli americani rimanevano comunque persone degne di disprezzo, emarginazione e sfruttamento. Quanto fossero propensi gli americani all'odio razziale, è stato dimostrato anche a Spring Valley, nell'Illinois. I lavori più umili, come il minatore, erano infatti affidati per lo più ai bianchi di varie nazionalità come italiani, francesi, tedeschi e polacchi. Questi, nel 1894, organizzarono anche uno sciopero per l'aumento del salario, che il governo americano stroncò con l'assunzione di uomini neri. Riccardo


Contrasti e discriminazioni L'arrivo di così tanti emigranti in America determinò un sovraffollamento delle città importanti e di porto come New York. Le varie etnie si raggruppavano e cercavano di combattere la loro povertà insieme ai loro coetanei. Si crearono così isole urbane, cioè una concentrazione di persone della stessa nazionalità. Fin dalla nascita di queste isole urbane si crearono conflitti fra le persone di diverse etnie. Ognuno voleva che la propria gente diventasse la più potente e forte di tutta New York. Gli irlandesi, facilitati dal sapere già la lingua inglese, furono i primi a raggiungere questo obbiettivo occupando i posti della polizia di New York e delle città vicine. Questo portò ad una vera e propria sfida tra le isole urbane. Le moderne isole urbane principali sono Little Italy, un quartiere che si sta sempre più rimpicciolendo e China Town, che al contrario è in espansione. Gli italiani furono spesso i più disprezzati, dopo la razza nera, di tutte le varie etnie, tanto disprezzati che nel 1899 lo Stato mise in discussione la loro appartenenza alla razza bianca. Ci furono spesso linciaggi, cioè conflitti i quali spesso terminavano con una o più vittime. ESPATRI DAL 1876 AL 1940 25000 20000 15000 10000 5000 0

1876/1880 1881/1890 1891/1900 1901/1910 1910/1913 1914/1920 1921/1930 1931/1940


Dal 1873 in Europa si verificò una forte crisi economia chiamata “grande depressione”. In seguito a questo, la popolazione vide un peggioramento delle proprie condizioni di vita: molti persero il lavoro e non c'era prospettiva di trovarne un altro. La conseguenza fu una crescita dell'emigrazione, in particolare verso l'America, che aumentò costantemente fino al primo decennio del 1900. Fino a questa epoca, in Italia, gli emigranti provenivano soprattutto dal nord Italia, dalla Pianura Padana e dal nord-est. All'inizio del XX secolo, i governi della Sinistra cercarono di sostenere le industrie italiane per incrementare lo sviluppo, contemporaneamente aumentarono gli investimenti stranieri e migliorò l'organizzazione delle banche. Lo sviluppo industriale si concentrò soprattutto nel nord-ovest del paese; i contadini di queste zone trovarono, così, un'alternativa all'emigrazione, andando a lavorare nelle industrie. L'emigrazione, quindi, cominciò a diminuire dal nord Italia, mentre si mantenne costante dal sud, dove lo sviluppo industriale fu limitato o assente. NORD Espatri in Italia (1876-1940)

160 140 120 100 80 60 40 20 0 Piemonte

Lombardia

Veneto

Liguria

Emilia-Romagna

GRAFICO RELATIVOAGLI ESPATRI MACROREGIONE NORD dal 1876 al 1940


GRAFICO RELATIVO AGLI ESPATRI MACROREGIONE CENTRO dal 1876 al 1940 I numeri esprimono gli espatri medi anni per 1000 abitanti. CENTRO Espatri in Italia (1876-1940)

120

100

80

60

40

20

0 Toscana

Umbria

Marche

Abruzzi

Lazio

GRAFICO RELATIVO AGLI ESPATRI MACROREGIONE SUD dal 1876 al 1940 I numeri esprimono gli espatri medi anni per 1000 abitanti.


SUD Espatri in Italia (1876-1940) 120 100 80 60 40 20 0 Campania

Basilicata

Puglia

Calabria

Sicilia

Sardegna

GRAFICO RELATIVO AGLI ESPATRI NELLE MACROREGIONI ITALIANE dal 1876 al 1940 I numeri esprimono gli espatri medi anni per 1000 abitanti. MACROREGIONI Espatri in Italia dal 1876 al 1940

450

400

350

300

250

200

150

100

50

0 NORD

CENTRO

SUD

Osservando il grafico si evince che la macroregione in cui si è verificato il maggior afflusso di popolazione emigrante dal 1879 al 1940 è il Sud L’emigrazione aumenta quando i posti di lavoro diminuiscono quindi durante una crisi oppure dopo uno sviluppo demografico ci sono più richieste di lavoro e la gente rimane disoccupata. L‘ emigrazione dipende maggiormente dallo sviluppo economico: A Nord si è sviluppata l’economia quindi ci sono più posti di lavoro e la gente non rimane disoccupata, mentre a Sud l’economia è più


arretrata, perciò la gente non ha posti di lavoro ed è costretta ad emigrare per trovarli.

Come si può notare dai grafici, durante il 2014 il flusso migratorio in Italia è stato davvero notevole. Toccando addirittura la vetta dei 26.107 stranieri immigrati nel solo mese di settembre. Difatti al 1º gennaio 2014 l'Italia era il quinto Paese dell’Unione europea per popolazione immigrata, con 5,7 milioni di immigrati e occupava il terzo posto tra i Paesi dell’Unione Europea con


maggiore popolazione straniera, ospitando 4,9 milioni di cittadini stranieri. Rispetto all’anno precedente, nel 2014 gli sbarchi di immigrati sono raddoppiati. Osservando però il secondo grafico e il confronto tra 2014 e 2015, ci si può soffermare sull’aumento di migranti in Italia anche nei mesi invernali come gennaio e febbraio. Ciò lascia all’immaginazione l’ipotesi di un possibile incremento anche nella stagione estiva, che porterebbe a cifre ben più elevate di 26.107 migranti. L'anno con il maggior flusso migratorio in Italia è stato il 2014 2011

2012

2013

2014

62.692

13.267

42.925

1.701.000

FEBBRAIO 2015 – DATI REGIONALI

Percentuale di migranti nelle varie regioni italiane

Sicilia Lazio Puglia Lombardia Calabria Campania Piemonte Emilia romagna Toscana Veneto Marche Friuli Venezia Giulia Sardegna Liguria


IMMIGRATI NEL 2016 Oggi vivono da noi circa 4 milioni di stranieri, di cui almeno mezzo milione clandestini. Su quasi 60 milioni di abitanti, si tratta del 6,7% della popolazione. Siamo in proporzione il paese al mondo che attrae più migranti. Un flusso vorticoso, ingestibile dallo Stato, orientato dalle singole comunità etniche e dai loro capi, intermediari fra il loro paese d’origine e l’Italia che rimane spesso un paese di transito. Provengono da Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina e Filippine, Siria, Libia, soprattutto da quando l’Isis ha creato il califfato. Tendono a concentrarsi al Centro-Nord, soprattutto in Lombardia, Piemonte, Veneto e Lazio. Tutti gli indicatori confermano che stante il bassissimo tasso di fecondità delle donne italiane il nostro futuro dipende dall’integrazione degli immigrati. Gli italiani del XXI secolo saranno sempre meno bianchi e cristiani

Gli immigrati vengono in Italia perchè è un Paese di passaggio per le Nazioni del sud del Mediterraneo. Sono iniziati ad arrivare dopo che, a causa della crisi petrolifera del 1973, i Paesi europei che


avevano già un certo numero di immigrati, chiusero le frontiere e quindi i migranti si fermarono in Italia. Qui, inoltre, è molto diffuso il “lavoro nero” e questo attira tutti i migranti entrati clandestinamente sul nostro territorio o coloro che, pur essendo entrati regolarmente, non sono più in regola perchè è scaduto il permesso di soggiorno. Chi emigra lo fa per migliorare le proprie condizioni di vita o per scappare da situazioni di gravi crisi politiche ma anche, ciò vale più per le donne, per diventare indipendenti economicamente. La scelta del Paese dove migrare non è determinata tanto dai motivi economici, ma dalle reti migratorie, cioè si va nel Paese in cui sono già migrati parenti o amici, affinchè forniscano un aiuto a trovare lavoro, casa. I problemi d'integrazione sono dovuti principalmente alla carenza di educazione alla multiculturalità. Eppure noi italiani siamo abituati alla diversità visti i molteplici dialetti e tradizioni culturali esistenti. Le difficoltà sono innanzitutto linguistiche, seguite dal problema dell'abitazione. In Italia sono quasi quattro milioni gli immigrati presenti, un numero destinato a crescere sempre più. Ultimamente, però, si sono registrate diverse vittime a causa di una inadeguata sicurezza dei mezzi di trasporto perchè troppo vecchi o sovraccarichi di migranti. L'ultima sciagura si è avuta pochi giorni fa a Lampedusa dove hanno perso la vita più di trecento persone e ancora si cercano i dispersi.

EMIGRANTI NEL 2016 Le idee non hanno cittadinanza. Circolano liberamente, contagiano economie e sistemi produttivi ignorandone spesso i confini. I lavoratori invece, e le imprese presso cui prestano servizio, un passaporto ce l’hanno eccome, e contribuiscono a determinare le differenze di benessere economico tra uno Stato e l’altro. La cosiddetta fuga di cervelli non interessa solo l’Italia, in particolare a partire dalla crisi economica del 2008, vede sempre più giovani e meno giovani emigrare in cerca di fortuna. Il fenomeno può essere analizzato da due diversi punti di vista: quello di chi va all’estero per studiare e quello di chi va via in cerca di impiego. Emigrano principalmente dalle regioni del Nord verso


Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, USA e verso Cina o Giappone, poiché sono paesi più ricchi che offrono maggiori possibilità di lavoro.

EMMA ZANNI

MOTIVI STORICO- POLITICI CHE HANNO PORTATO ALLE VARIAZIONI MIGRATORIE NEGLI ANNI

Dai 62.000 arrivi del 2011 a causa del manifestarsi della crisi economica anche nel territorio italiano i flussi migratori si sono ridotti a circa 13.000 arrivi. I successivi aumenti registrati nell' anno 2013 e soprattutto nel 2014 sono dovuti alle difficoltà politiche e sociali manifestate nei territori dei migranti, ulteriormente aumentate con l'espandersi dei fenomeni di radicalizzazione religiosa e terroristica. CENTRI GOVERNATIVI PER L'ACCOGLIENNZA DEI MIGRANTI In Italia esistono quattro tipi di CENTRI GOVERNATIVI per l'accoglienza o il trattenimento dei migranti e dei richiedenti asilo: CPSA: istituiti nel 2006 sono i centri di primo soccorso e accoglienza per i migranti intercettati in mare, qui vengono offerte le prime cure mediche e viene fatta la fotosegnalazione. Il più


importante si trova a Lampedusa. Generalmente i tempi medi di permanenza sono di 48 ore, successivamente i migranti vengono trasferiti in altri centri governativi. – CDA: sono centri di accoglienza istituiti nel 1995 grazie alla “ex legge Puglia”. Viene offerta una assistenza a gruppi che non hanno mezzi di sostentamento e che sono in attesa di identificazione. Non esistono regole precise sul tempo di permanenza, si parla solo di "tempo strettamente necessario a permettere l'adozione di provvedimenti”. – CIA: sono i centri di identificazione e di espulsione destinata a trattenimento convalidato dal giudice degli stranieri destinati all'espulsione. L'obiettivo è quello di evitare la dispersione degli immigrati sul territorio. Oggi in Italia ci sono 13 CIA. Il nostro ministero dell'interno finanzia inoltre molti progetti denominati - SPRAR creati dagli enti locali destinati all'accoglienza dei migranti. - C.A.R.A. (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) Il Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) è una struttura in cui vengono accolti i migranti appena giunti in Italia irregolarmente che intendono chiedere la protezione internazionale. I Cara sono stati istituiti a seguito della riforma del diritto di asilo, conseguente al recepimento di due direttive comunitarie (DPR 303/2004 e D.Lgs.28/1/2008 n.25). Sono gestiti dal ministero dell’Interno attraverso le prefetture, che appaltano i servizi dei centri a enti gestori privati attraverso bandi di gara. Le convenzioni variano e lo Stato versa all’ente gestore una quota al giorno al richiedente asilo. Con quella cifra devono essere garantiti l’alloggio, i pasti, l’assistenza legale e sanitaria, l’interprete e i servizi psico-sociali. Spesso nei Cara esistono altri servizi come l’insegnamento di base della lingua italiana. Essendo la permanenza nei centri variabile e non quantificabile è difficile avere un sistema che punti all’integrazione dei richiedenti


asilo nel tessuto sociale. Inoltre, l’inserimento del richiedente asilo è spesso minato dal fatto che queste strutture di prima accoglienza si trovano isolate dai centri urbani. Nel Cara i migranti rimangono per il tempo necessario affinché una delle dieci commissioni territoriali competenti per l’esame delle domande di asilo esamini la richiesta di protezione internazionale. In Italia, dal 2011, sono operative dieci commissioni territoriali e dodici sezioni. Al termine dell’iter può essere riconosciuto lo status di rifugiato, che equipara lo straniero al cittadino italiano, oppure una forma di protezione diversa: sussidiaria o per motivi umanitari. Oppure si può ricevere il diniego, al quale si può fare ricorso. Se la protezione non viene riconosciuta, al termine dell’iter il richiedente asilo diniegato lascia il Cara con l’ordine di lasciare il territorio nazionale in pochi giorni. Diventa così un migrante irregolare. I Cara non sono centri di detenzione amministrativa, sono centri aperti dai quali, durante il giorno il migrante può uscire, anche se deve fare ritorno secondo orari stabiliti dal regolamento del campo. Quindi è corretto parlare di migranti ospiti del Cara. I Cara in Italia sono: Bari Palese, Brindisi, Caltanissetta, Crotone, Foggia-Borgo Mezzanone, Gorizia, Roma Castelnuovo di Porto, Trapani Salina Grande, Mineo (CT).


I luoghi ufficiali dell'accoglienza nei C.a.r.a. sono 5747 ma spesso i centri vengono riempiti ben oltre la capienza.


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