Testo 8

IL LIBRO DEI POTERI Cento anni fa, tre ragazzi di 13 anni di nome Maria, Giancarlo e Iliana, sentirono il custode della Biblioteca Malatestiana parlare con un suo caro amico di un libro magico che si trovava all'interno della biblioteca. Nessuno era mai riuscito a sapere che poteri avesse quel libro, perchĂŠ la leggenda narra che solo qualcuno veramente eroico e coraggioso avrebbe potuto utilizzare i suoi poteri.

I ragazzi pensarono di essere abbastanza coraggiosi da potercela fare. L'unico problema era il fatto che il libro, dopo l'ultimo ritrovamento, era stato nascosto nella parte piĂš remota della biblioteca e solo con una mappa, anche essa nascosta, si poteva trovarlo.

Maria, Giancarlo e Iliana si ritrovarono per mettere in atto il loro piano: decisero

di andare alla biblioteca tutti i giorni con la scusa di essere dei grandi lettori per cercare la mappa.

Passarono i giorni e della mappa non ce n'era traccia, poi distrattamente Iliana fece cadere un libro di avventura e si aprì su una pagina in cui si trovava un foglio strappato di pergamena.

Avevano trovato metà della mappa; ora mancava l'altra metà, ma dove poteva essere? Guardarono se era nelle altre pagine, ma al posto al posto di trovare l'altra metà videro un biglietto.

Su di esso c'era scritto “Dove si trova l'altra metà della mappa?” dai Bangishi.

Chi erano quei Bangishi? Visto che si trovavano in una biblioteca cercarono nei vari libri che cos'erano: creature simili a elfi, molto malvagi, ma senza poteri.

Sicuramente stavano cercando il libro magico per acquisire i suoi poteri visto che non ne possedevano.

Giancarlo lesse che a loro piaceva vivere in luoghi umidi e fangosi e quale posto aveva queste caratteristiche se non la riva del fiume?

Corsero fino alla riva e a percorsero tutta da cima a fondo, ma proprio quando stavano per arrendersi scorsero un buco sotto i Ponte Vecchio.

Era molto buio, ma si fecero coraggio ed entrarono. Dentro era freddissimo e c'era un odore forte di acqua stagnante.

Fortunatamente era vuoto, in un angolo vi era un esile fuocherello che illuminava l'ambiente e permetteva di vedere i minimo necessario: incredibile!

Sopra un sedia di legno sgangherata si trovava l'altra metĂ della mappa! La presero e si accertarono che combaciasse con la loro, poi si diedero appuntamento davanti alla biblioteca.

Il giorno dopo si incontrarono, come

stabilito, davanti alla biblioteca, entrarono e cominciarono a seguire le indicazioni della mappa, ma non si erano accorti che dei Bangishi li stavano seguendo.

Dopo un'oretta sentirono uno strano rumore provenire da dietro di loro, allora ripercorsero i loro passi per qualche metro e si scontrarono con il capo dei Bangishi che, arrabbiato e irritato, scagliò un pugno nello stomaco di Giancarlo ( se fosse stato più alto avrebbe puntato alla faccia), così i ragazzi cominciarono lottare. Il combattimento non durò molto perché i Bangishi non erano noti per la loro altezza, ma dovettero ammettere che, per essere così bassi, erano molto forti.

Continuarono a cercare per un'altra oretta e si persero un paio di volte ma alla fine trovarono la sala in cui si trovava il libro.

Sulla mappa c'era un indovinello che doveva essere risolto per sapere dove si trovava

il

libro:

“Tra

gli

scritti

troverai

il

tesoro

dove

mai

tu

vedrai ” Maria capì che il libro si trovava in uno spazio segreto e forse il passaggio si trovava fra i manoscritti.

Cercarono nello scaffale dedicato a essi e trovarono una leva in avorio, la tirarono e il passaggio si aprì. Entrarono e videro che si trovavano in una stanza completamente vuota, solo al centro c'era una cupola di vetro che racchiudeva e proteggeva un codice molto antico “Il libro dei poteri”.

I ragazzi tirarono su la cupola e vennero avvolti da una luce bianchissima, quasi accecante.

Aprirono il libro e al suo interno erano scritte formule magiche con le istruzioni su come usare i poteri .

D a quel giorno furono conosciuti come “i coraggiosi”, federo del bene a tutta la città per tutto il secolo e poi scomparvero. Si dice che adesso agiscono in incognito

senza farsi vedere da nessuno, perchĂŠ hanno avuto il dono dell' immortalitĂ .