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LA GRANDE EVOLUZIONE
from Racconti brevi
Lucia Moschella
malformi, ma figli della modernità.
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Quella stessa modernità reagiva con i mezzi di sempre: in tutte le capitali europee i centri del potere furono presi di mira, in rimostranze che includevano cittadini normali, genitori di Recenti e talvolta Recenti stessi ancora in fasce. Non mancavano teste calde più violente nel protestare, i cosiddetti Puristi, che non volevano risposte ma solo l’isolamento di quegli “storpi”. A tutte queste richieste, nessuno scettro, nessuno scienziato e nessun legale seppe dare risposta, e poco a poco quelli che fino al giorno prima si erano definiti esperti ammutolirono.
Solo uno di loro alzò la voce più degli altri. Credo ci stiano avvelenando il DNA, disse. Credo che qualcuno si sia messo a iniettarci qualcosa. La sua teoria, che fu per qualche tempo seguita tramite piattaforme d’informazione non ufficiali, cadde presto nell’oblio insieme alle altre.
I Recenti crescevano, deludendo le aspettative degli ottimisti che sostenevano che con la crescita la testa avrebbe raggiunto le normali proporzioni. La società cominciò ad adeguarsi: le case di moda proponevano cappellini, bavaglini e caschi per la bicicletta di dimensioni ridotte, posizionandoli in espositori dal design accattivante, offrendo anche un assortimento molto ampio. Il tutto a prezzi molto agevolati, per coccolare le neomamme. La pubblicità, strizzando l’occhio al cambiamento, proclamava pubblicamente che “Recente è il Futuro”, presentando la nascita dei Recenti come un evento epocale, quasi da celebrare.
I costruttori di passeggini idearono un Cuscino per Recenti, in nulla diverso da quelli normali se non nel nome.
Così, quando i Recenti compirono dieci anni, la società già li adorava: perché erano figli, nipoti, fratelli di altri individui, per