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LA GRANDE EVOLUZIONE

Lucia Moschella

tozzo di pane dal cestino; si poteva bere direttamente dalle fontane e odorare più da vicino una persona anche se con essa non si fosse intrattenuto un rapporto strettamente confidenziale; si poteva, durante una riunione di lavoro, urinare all’angolo della sala. Non se la passava bene invece tutto il settore del mercato delle buone maniere: ditte e donne delle pulizie, lavanderie, produttori di detergenti per la casa e per l’igiene intima e via dicendo. Ma la civiltà aveva raggiunto l’indipendenza da certe minuzie. È solo il mercato che cambia, rassicuravano i consulenti di marketing, chiudete i centri estetici e apritevi una bella ditta di cosmetici commestibili. Bisogna ascoltare il mercato in evoluzione, diceva qualche altro.

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La generazione di consulenti di marketing che dispensava questi nuovi modelli di business, d’altra parte, fu l’ultima: fu presto chiaro che agli Attuali sarebbe seguita una generazione priva delle proprie facoltà intellettive. E quando questa nacque, il Consiglio Internazionale, ormai alla quinta generazione, fu in seria difficoltà per mancanza d’inventiva sul nome da attribuirgli, finché non trovò un documento d’archivio che al nome Attuali faceva seguire quello di Contemporanei.

La nuova ondata di nascite di Contemporanei generò l’ultima frontiera della libertà: non avendone le capacità intellettive non dovevano più andare a scuola o fare certi lavori, non avendo la patente non rimanevano imbottigliati nel traffico, non potendo fare progetti a lungo termine non venivano presi dall’ansia, non avendo doveri morali nei confronti degli altri non conoscevano l’offesa.

Poi fu una cosa dopo l’altra. Camminare inarcati, togliersi i vestiti e andare in giro con solo il proprio manto addosso, spogliare le

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