Motta san giovanni (rc) ricostruzione, dopo terremoto del 1908 docx

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Vittorio Catalano

MOTTA SAN GIOVANNI (RC) DOPO TERREMOTO 1908 - RICOSTRUZIONE -

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A cura del C.P.R. Motta centro prima edizione 2013 -

Copvring © 2015 Vittorio Catalano Tutti I diritti riservati

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a.d. 2015 –


DOPO TERREMOTO 1908 RICOSTRUZIONE BARACCHE - CASA COMUNALE - OROLOGIO DELLA TORRE

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INTRODUZIONE In questa pubblicazione cercheremo di tracciare con l’aiuto di documenti e fatti, il percorso seguito dai cittadini e istituzioni nel lungo e faticoso lavoro di ricostruzione del paese di Motta San Giovanni, da dopo il terremoto 1908 fino primi anni ‘60

Vittorio Catalano Nato a Motta San Giovanni Risiede a Milano Già Ordinario di Lab. Elettronico Tecnologie Disegno Progettazione All’Istituto Tecnico Industriale FELTRINELLI di MILANO Inscritto all’Albo dei P.I.e Laureati Delle Provincie di Lodi e Milano Consulente: impianti elettroradiotelefonici Fotovoltaici e servo/meccanismi

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ANTI TERREMOTO (situazione ) Dall’unità d’Italia ad oggi si possono registrare due momenti significativi: prima la situazione dei lavoratori condannati dalla terra all’estrema miseria, alle molteplici umilianti angherie da parte della classe borghese e latifondista divenendo proprietari non si sa bene come. Per sfuggire alla situazione, che si era resa insostenibile per vari motivi, i contadini animati

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dall’odio e della vendetta ebbero due possibilità: la prima abbandonare tutto e andarsene lontano, cosa irrealizzabile, perché avevano moglie e figli da non poter lasciare, preferì la montagna dando vita al brigantaggio; soluzione rischiosa ma necessaria per vendicarsi dai continui maltrattamenti e soprusi  Si evita di parlare della classe politica, certamente, una parte di responsabilità le sarà attribuita. Ricordiamo il decreto di Garibaldi ‘’non si negava la terra ai contadini, si è detto che era stato redatto dai latifondisti. (quest’argomento è stato trattato nella pubblicazione ‘’strade obbligatorie’’).E’ da considerare che molti vivessero in casupole realizzate con muri a secco e senza pavimenti, nelle stalle o sopra le stalle, soffrivano quindi il freddo oltre la fame. Non tutti poterono scegliere la libertà, gran parte impotente a ribellarsi, rimasero a servire il padrone nella più completa miseria. Puntando l’obiettivo all’interno della famiglia, visto da occhi contemporanei l’ambiente si presenta distorto e assolutamente inconcepibile, ma era proprio così: contadini sottomessi ai baroni ubbidienti e ligi ai compiti loro affidati, pregavano nella speranza che l’infera e immane condizione di vita fosse modificata. Questo stato sociale, pur registrando qualche miglioria, non si esaurisce neanche con l’evento di due grandi guerre 15’- 18’ e 40’- 43’ - Per intravedere il secondo momento occorre attendere oltre un secolo, difatti negli anni ‘70 il parlamento approva alcuni Leggi in favore dei contadini/coloni. Occorre rilevare che fino agli anni ‘50 la gran massa delle donne e dei giovani difficilmente

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trovava lavoro, anche se da questo periodo, diminuiscono i coloni, braccianti e aumentano conduttori di terreni propri, ma la novità importantissima è l’aumento dei salariati fissi. Il fenomeno a livello nazionale è confortevole, in Calabria la situazione è diversa, meno positiva perché la popolazione è rimasta legata fondamentalmente alla costituzione fondiaria e all’agricoltura. Il magro introito in una famiglia era quello salariale (quando c’era) veniva percepito dal capo famiglia e quasi sempre insufficiente per il mantenimento del nucleo famigliare che non aveva e non poteva avere pretese. Non esistevano industrie, mancavano anche le preparazioni adeguate per inserirsi nei nuovi lavori che il progresso cominciava a prospettare. Le donne si dedicavano alla famiglia ai figli, a piccoli lavori nei campi e accudivano gli animali domestici. L’unico lavoro da cui ricavare dei soldi era l’allevamento del baco da seta, quando non serviva alla famiglia. Per braccianti e coloni, dopo aver terminato il lavoro nelle campagne, si prospettava un periodo in attesa che coincideva esattamente con l’inverno. I più fortunati riuscivano anche in questo periodo a trovare lavoro nella produzione di olio, nei mulini idraulici, nelle filande, o generalmente come prestatori di manodopera per i più svariati lavori. La retribuzione giornaliera consisteva in una minestra, qualche volta anche un bicchiere di vino e sporadicamente in un insignificante somma in denaro o prodotti alimentari. Un ricavo che non poteva far quadrare il bilancio famigliare tant’è che per colmare il disagio erano coinvolti i figli che in tenera età accudivano animali

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domestici, greggi e aiutavano anche nei lavori dei campi (aratura, semina,raccolti…) Impegnati nel sostentamento della famiglia non erano mandati a scuola per motivi sia economici che logistici. Nasce la necessità di una nuova emigrazione, in parte per soddisfare i bisogni di prima necessità, in parte per conquistare una posizione sociale dignitosa. IL TERREMOTO-LA RICOSTRUZIONE Nel secondo che vide la tremenda catastrofe del terribile terremoto e conseguente maremoto del 1908 il comune di Motta San Giovanni subì seri danni materiali un numero impressionante di senza tetto, di feriti e di morti; la stampa del tempo nazionale ed estero illustrò molto bene il fenomeno tant’è che arrivarono aiuti da molte parti del mondo. Le costruzioni fuori da ogni criterio antisismico furono quasi per il cinquanta per cento rase al suolo dalla portata e dalla violenza del sisma, ancora oggi esistono dei ruderi che testimoniano il luttuoso evento. All’indomani della sciagura i Mottesi con molta difficoltà, con l’aiuto esterno, principalmente con la presenza dei militari inviati dalle istituzioni del tempo si prodigarono a sgombrare le strade dalle macerie,a dare sepoltura alle vittime,a rifocillare i superstiti. Cercheremo di rievocare il dopo terremoto con eventi, sprazzi di vita, difficoltà nel reperire le aeree idonee alla costruzione delle baracche, la realizzazione della casa comunale di Via Garibaldi e della ricostruzione dell’antico orologio posto nella parte più alta del paese già dall’inizio della sua costruzione, con l’aiuto di pochi documenti e della memoria storica dei sopravvissuti tramandata da

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nonni a nipoti.La prima sistemazione provvisoria in attesa di una definitiva, si ebbe grazie all’operato e la solidarietà di alcuni cittadini evoluti culturalmente e con possibilità economiche che hanno fatto le prime baracche: il farmacista Raffaele Gegnacorsi in pizza Manganelli e il Sig. Paolo Sergi in piazza San Rocco. Intanto i senza tetti furono sistemati in casa di amici e parenti ed in istituti religiosi e civici. I bambini e ragazzi rimasti senza casa e senza genitori furono avviati ai collegi ove vissero e studiarono, tant’è che molti proseguirono gli studi fino al conseguimento della laurea.Nel frattempo il Comune cominciò a trovare le aree necessarie per altre baracche a Motta centro e dopo qualche anno le aree vennero individuate: rione Crozza piazza Manganelli, rione Leina, piazza San Rocco, rione San Giovanni,contrada Sant’Antonio.Si rese anche necessaria la costruzione della casa comunale, all’uopo fu bandita una gara d’appalto. Il 20 agosto 1910 il progetto fu approvato dal Genio Civile e i lavori furono assegnati all’imprenditore Catalano Carmelo, che insieme al fratello Giorgio guidarono i lavori e realizzarono il fabbricato seguendo scrupolosamente il capitolato di Appalto in tutte le sue modalità.

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(progetto

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capitolato

d’appalto

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Un anno dopo la Casa Comunale fu terminata, collaudata e consegnata, pronta ad accogliere gli uffici Comunali. – Rimase in uso fino agli anni ’60 – L‘impresa Catalano chiese il saldo e la cauzione versata prima dell’inizio lavori. Il 29 ottobre 1911 la Giunta Municipale deliberò in tal senso: (la delibera in originale)

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Tra il 1912 e 1913 l’imprenditore Carmelo Catalano progetto e costruÏ in contrada San Giorgio una

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centrale idroelettrica (argomento trattato nella pubblicazione intestata l’illuminazione pubblica a Motta nei primi anni del ‘900). L’11 aprile del 1915 venne riunito il Consiglio Comunale così fotmato: Sindaco Focà notar Giacomo, consiglieri: Malara avv. Cesare. Amodeo Giovanni; Catanoso Antonio, Giordano Angelo, Vigilanti Fortunato, De Blasio bruno, De Paola Giuseppe, Laganà Consolato, Romeo Domenico, Azzarà Saverio, Sergi Alessandro, Genio Giuseppe, Riggio Antonio Francesco ; assenti Pugliatti avv. Francesco, Pitea Antonio, Ruffo Giovanni, Pata Giovanni e Scambia Santo. Il presidente comunica che occorre provvedere alla concessione enfiteutica dei suoli e vendita delle baracche del comune di Motta San Giovanni e propone al consiglio l’approvazione del seguente disciplinare o regolamento: 1° sono concessi in enfiteusi a norma dell’art. 35 della legge 13 luglio 1910 n° 466 i suoi espropriati per costruzione di baracche. 2° ogni concessione sarà per suolo di mq. 16 su cui sorge un vano di baracca. Essa ha luogo per canone di lire 4. 3° al concessionario del suolo è venduto il sovrastante vano di baracca per il prezzo di lire centodieci pagabili in venti anni in ragione di lire quattro l’anno che andranno per detto periodo di tempo in aggiunta del canone. 4° il canone annuo e la rata di prezzo saranno pagati in due soluzioni, una alla scadenza delle imposte di giugno e l’altra alla scadenza di ottobre.

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5° la concessione è fatta a scopo edilizio. Il concessionario, a pena di decadenza, deve edificare su detto suolo entro il termine di dieci anni. 6° il diritto di affrancazione non potrà essere esercitato dall’enfiteuta ce non decorso il periodo di 6° anni dalla data della concessione. 7° per quanto non è previsto non è previsto nel progetto disciplinare o regolamento valgono le norme che regolano il contratto d’enfiteusi. 8° tutte le spese di contratto, registrazione e copie relative alla presente concessione sono a carico dei concessionari. 9° è anche a carico del concessionario la quota d’imposta fondiaria gravante sul suolo concessogli. 10° per tutti gli effetti della concessione, i concessionari eleggono domicilio nella sede municipale del Comune. 11° alla stipulazione dei contratti si provvederà dal Sindaco con l’assistenza del Segretario Comunale. Invita perciò gli adunati a deliberare. Il Consiglio Intesa la lettura del sopra scritto disciplinare o regolamento, unanime deliberando, lo approva in tutte le sue parti e nel suo tenore. Firmato: il presidente Focà notar Giacomo Il Consigliere anziano Malara Avv. Cesare Il segretario Maisano Giuseppe Il 20 giugno 1915 il Prefetto risponde al Comune di Motta in merito all delibera dell’11 aprile 1915 e il Sindaco dà lettura nella sessione ordinaria del Consiglio Comunale del 2 aprile 1916: in merito alla concessione enfiteutica dei suoli e vendita di baracche, la R. Prefettura osserva che il prezzo delle

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baracche anziché di essere regolabile in 20 anni dovrebbe stabilirsi in un periodo di tempo minore, così pure occorrerebbe aumentare il prezzo di vendita poiché quello stabilito in lire centodieci per ogni vano di baracca è molto esiguo rispetto all’effettivo valore attuale. Pertanto invita il Consiglio a volere emettere le proprie deliberazioni. Il Consiglio Vista la propria deliberazione dell’11 aprile 1915. Ritenuto che zone in cui furono costruite le baracche nei rioni Fornace; S. Elia; Riace e Capodarmi non sono comprese nel piano regolatore o d’ampliamento dell’abitato così che i suoli stessi possono essere destinati a costruzioni private. Ritenuto che il prezzo di vendita delle baracce e le modalità del pagamento sono conformi al disciplinare adottato Dal Comune di Montebello Jonico che riportò l’approvazione della Giunta provinciale Amministrativa in datas 18 settembre 1913 n° 33134. Unanime delibera Riconfermare la propria deliberazione 11 aprile 1915 con la modifica che il termine massimo per edificare sopra i suoli da concedersi in enfiteusi è di anni 5 sotto pena di decadenza e che la concessione e vendita di baracche è limitata per soli baraccamenti dei rioni Fornaci, S. Elia. Riace e Capo Darmi le cui aree non sono comprese nel piano regolatore. Firmato : il Presidente Focà notar Giacomo Il consigliere anziano Malara Avv. Cesare Il segretario Filocamo Giovanni Il 17 febbraio 1916 il Comune deliberò l’installazione dell’impianto elettrico nei locali degli uffici Comunali di nuova costruzione.

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(la delibera originale):

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Il 26 ottobre 1916 l’Ufficio del Genio Civile per i servizi tecnici del terremoto invia al Prefetto una comunicazione che il Prefetto in data 29 ottobre fa pervenire al Comune di Motta San Giovanni. Nel testo si legge:

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restituisco la deliberazione Conciliare 2 Aprile 1916 trattante il regolamento baracche e cessioni suoli esprimendo parere favorevole circa il canone annuo di lire 0,25 per mq. stabilito per i suoli. Non così per quanto riguarda il prezzo di ciascun vano di baracca per il quale debbo insistere sul parere manifesto con la mia precedente n° 4584 del 16 giugno 1915, che cioè il prezzo di lire 110 determinato dell’amministrazione Comunale di Motta San Giovanni che ciò detto prezzo è conforme a quello stabilito e approvato per il Comune di Montebello j. giacché all’epoca in cui si diede il parere per detto Comune, marzo 1915 il valore dei materiali da costruire è in rispetto al valore attuale, assai inferiore. Premesso quanto sopra, sono del parere che il prezzo di ciascun vano di baracca non debba stabilirsi in misura inferiore a lire 250npagabili in non più di dieci anni. Firmato l’ing. Capo Il Consiglio visto che le baracche fatte costruire per i danneggiati del terremoto 1908 sono in disfacimento e in maggior parte si stanno perdendo perché logore mancando le radicali riparazioni; Considerato che allo scopo di eseguire le riparazioni antidette e quelle dei manufatti attinenti, non che delle strade non avendo il Comune mezzi propri, si riscontra la necessità delle concessioni enfiteutiche dei suoli e l’alienazione delle baracche, anche per dar modo alla povera gente di costruirsi una abitazione stabile, migliorando il paese e ovviando ai continui pericoli degli incendi che espongono le baracche. -Considerato che la concessione deve comprendere soltanto i suoli dei baraccamenti delle borgate

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Fornace, S. Elia, S. Giovanni,S, Antonio e Leina, dove non vi potrà essere adottato alcun piano regolatore. -Considerato che la concessione deve obbligare i concessionari alla costruzione dell’abitazione nel lasso di anni dieci con la facoltà di esercitare il diritto di affrancazione classe sessantenne dalla concessione stessa. - Considerato che il canone enfiteutico va commisurato il ragione di cm. 25 per mq. e che al concessionario deve pure far carico la quota d’imposta gravante sul suolo concesso. -Considerato che la concessione in vendita delle baracche ed enfiteusi del suolo deve essere regolata d’apposito disciplinare e che le spese devono andare a carico del concessionario. -Visto che il Comune di Motta S. Giovanni si adatterebbe a disciplinare dal Consiglio Comunale di Bovalino superiore approvato. -Visto il T.U. 19 agosto 1917 n° 1399 delle disposizioni emanate in conseguenza del terremoto del 28 dicembre 1908. Ad unanimità delibera Con riferimento a quanto è detto sopra resta stabilita la concessione enfiteutica dei locali di baraccamenti Fornace, S. Elia, S. Giovanni, S, Antonio e Leina non comprese nelle direttive del piano regolatore e l’alienazione per le spese di manutenzione delle rimanenti baracche, dei manufatti, degli ambienti e delle strade di accesso. Art.1° sono concessi in enfiteusi i suoli assegnati a costruzione baracche. La concessione si estende al suolo dei baraccamenti Fornace S. Elia, S. Giovanni,

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S. Antonio e Lina compresi i non cadenti nelle linee del piano regolatore. Art.2° ogni concessione sarà per suolo di mq. 32 sul quale sorgano dei vani di baracche, oltre quella giusta parte di cortile che risulterà annessa ad ogni baracca nella divisione che sarà fatta a cura del Comune luogo per il canone annuo di centesimi 25 per mq. Art.3° al concessionario del suolo, saranno venduti i soprastanti vani di baracche per il prezzo di lire 250 per ogni vano, pagabili in contanti in due annualità in aggiunta al canone. Art.4° il canone annuo e la rata di pagamento del prezzo dei vani, saranno versate in due soluzioni annue, una al 30 giugno e l’altra 30 ottobre. Art.5° la concessione è fatta a scopo edilizio. Il concessionario, a pena di decadenza, deve edificare su detto suolo entro il termine di anni dieci dalla concessione, esso è tenuto a lasciare a cortile quella parte del suolo concesso che sarà indicato nel piano di divisione dell’isolato stabilito dal Comune. Art.6° il diritto di affrancazione non potrà essere esercitato dall’enfiteuta se non decorso il periodo di 60 anni dalla data della concessione. Art.7° per quanto non è previsto nel presente disciplinare, valgono le nozioni che regolano il contratto d’enfiteuta. Art.8° tutte le spese di contratto, registrazione e copie, registri e quanto altro si riferiscono alla presente concessione sono a carico dei concessionari. Art.9° è anche a carico del concessionario la quota d’imposta gravante sul suolo concesso.

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Art.10° per tutti gli effetti della concessione, i concessionari designano il domicilio nell’Ufficio Municipale di Bovalino. Art.11° alla stipola del contratto si provvederà dal Sindaco con l’assistenza del Segretario Comunale. Firmati: il presidente Sindaco Malara il membro anziano Vigilante il segretario Filocamo Roma il 24 luglio 1919 il Ministro degli Interni divisione generale dell’amministrazione civile risponde al Prefetto di Reggio Cal. sulla nota 20 giugno 1919 in merito alla concessione richiesta dal Comune di Motta San Giovanni: Ecco il testo: MINISTERO DELL’INTERNO Direzione generale dell’amministrazione Servizio in dipendenza dei terremoti Oggetto: Motta San Giovanni sistemazione dei baraccamenti in contrada Crozza, S. Antonio e S. Giovanni. – Si restituisce il progetto dei lavori segnati a margine, per la cui esecuzione è stata concessa la somma per la quale i lavori saranno aggiudicati in seguito al ribasso d’asta, oltre le spese preventive per la redazione del progetto, direzione e sorveglianza ed imprevisti. Il Ministro Roma 26 aprile 1920 seconda rispostadel Ministero alla nota Prefettizia del 27 marzo 1920. Non essendo cambiata in niente la situazione in merito ai baraccamenti nelle contrade già menzionati il Comune di Motta riceve dalla direzione Generale

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dell’Amministrazione Civile pari la stessa comunicazione del 26 Maggio 1920 n° 10521 Div. IV il Prefetto della Provincia comunica al Sindaco di Motta che le aste indette per l’appalto dei lavori dei baraccamenti sono andate deserte per mancanza di concorrenti. Nel novembre dello stesso anno la Giunta si rinnova, il Consiglio Comunale si riunisce in Sessione straordinaria n° 3 in seduta pubblica per eleggere quattro assessori effettivi. Sono presenti 16 consiglieri e assenti 4. La maggioranza richiesta è di nove voti. Il segretario Filocamo Giovanni con l’assistenza degli scrutatori comunica il seguente risultato: Sig. Vigilante Fortunato voti 16 Sig. De Paola Giuseppe voti 16 Sig. Scambia Santo voti 16 Sig. Ruffo Giovanni voti 16 Il presidente pubblica l’esito delle votazioni e proclama gli eletti. Si passa alla votazione per la nomina di due assessori supplenti. Si ottiene il seguente risultato: Sig. Giordano Angelo voti 15, Sig Spinelli Giuseppe voti 15 il presidente pubblica l’esito della votazione e proclama gli eletti. Firmati: Malara Cesare Sindaco presidente, De Paola Consigliere Anziano, Filocamo Giovanni Segretario. Il 23 febbraio 1921 la nuova Giunta si riunisce per deliberare e definire i modi d’asta alla luce del Decreto Luogotenenziale del 1919. Sono presenti il Sindaco Malara Avv. Cav. Cesare Assessori De Paula Giuseppe, Scambia Santo, Ruffo Giovanni,Giordano Angelo, Segretario Filocamo. Il presidente riferisce

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che in esecuzione della comunicazione fatta dall’Ill. Sig. Prefetto della Provincia con nota 5 Maggio 1920 venivano indette le Aste per l’appalto dei lavori per la sistemazione dei baraccamenti, ma riuscivano deserte per mancanza di concorrenti. Che essendo del massimo interesse perché con la prossima primavera venissero sollecitamente iniziati i lavori, anche per affrontare il grave problema della disoccupazione, propone che vengano indette nuove aste con le norme dell’art. 3 del Decreto Luogotenenziale 8 febbraio 1919 N° 107 e cioè mediante concorso ed offerta di prezzi nel senso che ogni concorrente debba presentare per ciascuna categoria di lavoro, materiali e merci di descritti nell’elenco compreso nel capitolato ed indicare il prezzo che intenda offrire e l’unità di misura al quale detto prezzo si riferisca. La Giunta Intesa la relazione del presidente; Ritenuta l’imprescindibile necessità ed urgenza da dare corso ai lavori cui trattasi onde assolvere gli effetti della disoccupazione: Considerato che il proposto sistema d’appalto in questo momento appalesa il più opportuno e conveniente; In linea d’urgenza e con i poteri del Consiglio Delibera Autorizza il Sindaco ad indire nuoveaste per l’appalto dei lavori anzi detti con le norme dell’art. 3 del suddetto Decreto Luogotenenziale, il cui giudizio sulle offerte sarà data da apposita commissione da nominarsi dall’Amministrazione Comunale. La delibera viene inviata al prefetto per ratifica e per conoscenza al Genio Civile il (17 marzo 1921)-

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6 Maggio 1921 risposta del Genio Civile al Prefetto di Reggio Cal. girata al Sindaco di Motta San Giovanni: L’ufficio del Genio Civile preso in esame quanto deliberato riferisce che in merito, questo Ufficio dà parere favorevole purché il Comune provveda alla compilazione della perizia per la maggiore spesa che eventualmente potesse occorrere in conseguenza dei nuovi prezzi offerti in confronto della spesa di lire 21.000 già approvata da questo Ufficio con parere del 24 marzo 1920 n° 1916. L’ing. Capo 31 gennaio 1922, dal terremoto sono passati 14 anni si riunisce la Giunta. Ripropone lo sgombero delle baracche abusive provvedimento già approvato nel 1917 e riconfermato dal Consiglio Comunale del 3 gennaio 1922Delibera della Giunta Oggetto: sgombero di aree occupate abusivamente in piazza S. Rocco ein piazza Manganelli con costruzione di baracche. La Giunta così formata: Sig. Vigilante Fortunato funzione da Sindaco, Sig. Scambia Santo consigliere, Sig. Giordano Angelo consigliere ,assenti Sgg. Ruffo , De Paula benché invitati. Il presidente riferisce che con delibera del 18 novembre 1917 veniva dalla Giunta disposto lo sgombero delle aree abusivamente occupate dai cittadini in occasione del terremoto del 1908 con costruzioni di baracche temporanee nelle piazze Manganelli e S. Rocco. Che non avendo ancora i Sgg Gegnacorsi Raffaele e Sergi Paolo ottemperato al provvedimento della Giunta e dall’altra parte il Consiglio Comunale deliberato nella tornata del 3

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gennaio 1922 di procedere subito allo sgombro coattivo delle aeree pubbliche abusivamente occupate al fine anche di dare attuazione al piano regolatore, così propone che la Giunta in esecuzione delle deliberazioni sopra menzionate, deliberi di diffidare definitivamente i predetti Gegnacorsi e Sergi perche nel termine di un mese dalla notifica dell’ordinanza che sarà fatta dal Sindaco sgomberano le aree pubbliche dalle baracche costruite dal Sig. Gegnacorsi nella piazza manganelli e dal Sig. sergi Paolo nella piazza S. Rocco. Messa ai voti tale proposta risulta ad unanimità approvata.  Non si trovano documenti per attestare se queste delibere siano state eseguite si sa di certo che per la definizione finale degli alloggi, ma non per tutti, passeranno ancora dieci anni e otre fino a quando furono costruite le palazzine. Alcune baracche rimasero abitate fino ai primi anni ’60 una in piazza Manganelli adibita ad aula scolastica, una in rione Leina e una in piazza dell’attuale Municipio.

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-- OROLOGIO DELLA TORRE DOPO TERREMOTO DEL 1908 Tante cose furono trascurate nella ricostruzione del dopo terremoto, tra cui l’orologio della torre contrada Suso, parte più alta del paese. Tutti i mottesi ne sentirono la mancanza, abituati per tanti anni allo scandire delle ore da parte di un orologio cui si erano affettuosamente abituati fin da bambini, la massaia in casa, il contadino nei campi, l’ambulante nelle vie del paese e i ragazzi per andare a scuola o durante il gioco di gruppo nelle piazze. Si era già all’inizio della grande guerra ’15 – ’18 e ancora l’orologio era da sistemare. Nel comune di Pellaro si era già provveduto da tempo, i cittadini di Motta reclamarono, così che nel novembre del 1915 il Consiglio delibera : Oggetto: acquisto dell’orologio pubblico della torre 22 novembre 1915 . Sono intervenuti: sindaco Focà notar Giacomo. Consiglieri : Giordano Angelo, Malara Avv. Cesare, Vigilante Fortunato, Romeo Domenico, Scambia Santo, Laganà Consolato, Maisano Vincenzo, De Blasio Bruno, Genio Giuseppe, Azzarà Saverio, Pizzichemi Francesco, De Paola Giuseppe. – Assenti: Pitea Antonino, Lacava Antonino, Sergi Alessandro, Russo Giovanni, Amodeo Giovanni, Pugliatti Avv. Francesco, Pata Giovanni. Il Presidente riferisce che per effetto del terremoto del 28 dicembre 1908 venne distrutto l’orologio pubblico e dimostra quanto sia necessario e chi sia ripristinato tale indispensabile pubblico servizio specie nei riguardi della classe dei lavoratori. Che in conseguenza la Giunta ha disposto che sia attestato tale orologio a

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trattativa privata, data la specifica della fornitura, dalla Ditta Fratelli Terrile fu Angelo da Recco, e per il prezzo di lire 2042 somma che dovrà essere assegnata sul fondo dell’addizionale trattandosi evidentemente di spesa dipendente dal terremoto. IL CONSIGLIO Vista la relazione del Presidente; - Ritenuta la necessità dell’acquisto del pubblico orologio.Riconosciuto che il prezzo offerto di lire 2042,00 è più che conveniente avendo la stessa Ditta fornito il medesimo orologio al Comune di Pellaro per il prezzo di lire 2042,00 nel 1913 e cioè in tempi normali e non già come oggi in cui per causa della guerra il costo dell’acciaio è tanto aumentato. Unanime delibera . Di precedersi all0’acquisto dell’orologio dalla Ditta Terrile conforme a quello fornito al Comune di Pellaro e per il medesimo prezzo di lire 2042,00 a trattativa privata invocando all’Ill. Sig. Prefetto la relativa autorizzazione. Delibera altresì di fare istanza a S.E. il Ministro dell’interno perché accertato che il Comune di Motta possedeva l’orologio pubblico che ora intende ripristinare, si compiaccia mandare la succitata somma di lire 2042,00 in fondi dell’addizionale del terremoto tenuto conto che già all’uopo venne accantonata nel bilancio 1911 la somma di lire 1200,00. Firmato: presidente Focà Giacomo, membro anziano Malara Cesare, Segretario Filocamo Giovanni.

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Tra invii, richieste, restituzioni, precisazioni e reclami si arriva…

nuove

delibere,

27 dicembre 1915 il Prefetto risponde chiedendo il preventivo di spesa. 29 gennaio 1916 il Sindaco invia per la seconda volta il preventivo di spesa. - Il 10 febbraio 1916 raccomandata dal Genio Civile che chiede quale precisa collocazione avrà l’orologio. 19 febbraio 1916 il Sindaco di Motta precisa che sarà collocato nella parte superiore del paese, esattamente dove era situato prima del terremoto. 26 febbraio 1916 il Genio Civile richiede gli atti del 10 c.m. . 6 marzo 1916 l’Ispettore del Genio Civile dopo avere apposto il visto restituisce al Prefetto gli atti riguardanti l’orologio pubblico di Motta.

- 14 marzo 1916 il prefetto invia al Ministero dell’Interno quanto segue: per i provvedimenti di competenza di codesti Ministeri mi pregio trasmettere una copia della delibera datata 22 novembre 1915 con la quale il Consiglio di Motta stabilisce di acquistare dalla Ditta Terrile un orologio pubblico per l’ammontare di lire 2042,00 chiedendo l’assegnazione della somma sui fondi delle addizionali. Allego il preventivo della spesa, munito del visto ispettore superiore del Genio Civile delegato dal Ministero dei Lavori Pubblici.

- 15 aprile 1916 il Ministero dell’interno scrive al Prefetto e il Prefetto trasmette al Sindaco di Motta quanto segue: prima di provvedere alla richiesta

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assegnazione di lire 2042,00 ritiene necessario sia indicato il luogo dove verrà collocato l’orologio pubblico e, se e quale spesa occorre sostenere per il relativo collocamento. 30 aprile 1916 il Sindaco di Motta risponde al Ministro dell’Interno: all’uopo interpellato mi pregio comunicare alla S. V. Ill. che nessuna altra spesa occorre per il collocamento dell’orologio che verrà sistemato nelle medesima torre ove si trovava prima del terremoto. Alle spese di riparazione della torre provvederà direttamente l’Amministrazione Comunale con le risorse del Bilancio. 12 giugno 1916 seguendo la stessa trafila, il Sindaco riceve dal Prefetto la comunicazione che il Ministero, sentita la commissione competente ha assegnato a codesto Comune per l’acquisto ed il collocamento di un orologio pubblico la somma di lire 2042,00. Si avverte che sarà provveduto al relativo pagamento quando sarà dimostrato che l’acquisto e il collocamento dell’orologio sono già avvenuti. – 6 agosto 1916 si riunisce la Giunta Municipale sono presenti: il Sig. vice Sindaco Vigilante Fortunato , assessori : Sgg. Laganà, Ruffo, Giordano, segretario Sig. Filocamo. Il Presidente riferisce che il Ministro sentita la commissione competente ha consegnato al Comune la somma di lire 2042,00 onde provvedere all’acquisto e collocamento del pubblico orologio, che dovendosi in esecuzione il quanto sopra eseguirsi i lavori per la costruzione della cabina ove dovrà essere collocato l’orologio propone che la Giunta voglia autorizzare

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l’esecuzione dei lavori stessi in economia tenendo presente che la spesa non accede le lire 500,00. . La Giunta . Letta la nota prefettizia 24 giugno u.s. n° 18152 div. 2° can la quale viene comunicato il provvedimento del Ministro in ordine all’assegnazione della somma di lire 2042,00, ritenuta l’opportunità e convenienza di eseguire in economia i lavori cui trattasi che nel loro ammontare non accede le lire 500,00. Delibera Di eseguirsi i l,avori di ‘ riattazione ’ della torre e costruzione della cabina in economia e di fare fronte alla relativa spesa sul fondo di cui all’art- 45 cat. 5^ stanziato in Bilancio per opere pubbliche. Firme: Sindaco Vigilante Fortunato, Assessore anziano Laganà, Segretario Filocamo . visto Prefetto Giuffrida 23 agosto 1916 - 24 settembre 1916 il Consiglio Comunale ratifica la delibera della Giunta che approvò l’esecuzione dei lavori previsti nella somma di lire 500.00 per la costruzione della cabina e riattivazione della torre. Visto il Prefetto 11 ottobre 1916. –14 aprile 1917 si riunisce la Giunta nelle persone : Sig. Vigilante Fortunato vice Sindaco, Sgg. Ruffo, Giordano assessori, Sig. Maisano segretario. Oggetto : pagamento lavori per la cabina dell’orologio. La Giunta vista la precedente deliberazione del 6 agosto 1916 vistata dal Prefetto il 23 agosto 1916 n° 24129 div. 2^ con la quale si è stabilito eseguire i lavori per la costruzione della cabina, ove dovrà collocarsi l’orologio;

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Vista la 2^ nota presentata dall’incaricato Lavrendi Gennaro per lire 252.50 la quale può essere ridotta a lire 248,15; unanime delibera con altresì mandato di pagamento a favore della stesso di lire 248,15 da prelevarsi dall’ammontare del bilancio in copia. Firmato: il Sindaco Vigilante Fortunato, assessore anziano Fuffo Giovanni, segretario G. Maisano . – 6 maggio 1917 si riunisce la Giunta – Oggetto : messa a posto dell’orologio –La Giunta considerato che il macchinario del pubblico orologio è pervenuto e deve essere messo a posto; Considerato che deve recarsi per la messa a posto un meccanico, e devesi pure la spesa per il completamento dei lavori della cabina; Unanime determina eseguire i lavori cui sopra in economia dandone all’esattore tesoriere, di erogare la somma di lire 450,00 a misura che vengano eseguiti i lavori, ed alla singole persone, solo definitiva liquidazione e regolare conteggio fino al completamento della messa a posto di detti lavori. Firmato : ff Sindaco Vigilante Fortunato, assessore Ruffo Giovanni, segretario G. Maisano. Vistato dal Prefetto il 29 maggio 1917 – … i lavori proseguono con relativa solerzia. Tra i mesi di giugno e luglio ricostruita la torre e sistemato l’orologio vengono eseguiti i collaudi con relazioni e disegni :

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Il 16 aprile 1918 l’Ufficio Tecnico del Genio Civile chiede al Sig Prefetto chiarimenti su collaudo e spese per impianto orologio : CORPO REALE DEL GENIO CIVILE Ufficio speciale Per i servizi tecnici del terremoto In Reggio Cal N. 1303 risposta alla nota N.4724 del 27 marzo 1918 Oggetto : Motta San Giovanni – Collaudo impianto orologio pubblico All’Ill Sig. Prefetto della Provincia di Reggio Cal. Dalla relazione di collaudo del Sig. Bottari risulta che per la ricostruzione della torretta in muratura e per l’acquisto e collaudo dell’orologio pubblico in Motta San Giovanni sarebbe occorsa una spesa complessiva di lire 3.472,42 con una eccedenza di lire 1.430,42 rispetto alla somma assegnata a quel Comune sui proventi dell’addizionale. Inoltre agli atti sarebbe allegata la sola fattura della Ditta Terrile fornitrice della macchina, mentre non figurano per la costruzione della torre e collocazione dell’apparecchio, come pure non risulta dalla deliberazione Comunale ne alla eccedenza di opere quell’Amministrazione ha già sopperito o intende sopperire con mezzi propri. Pertanto perché si possa esaminare, e se del caso, munire del richiesto visto le carte ricevute, è necessario che quell’ Amministrazione integri gli atti e dia i chiarimenti necessari facendo nel contempo pervenire a questo ufficio, per gli eventuali confronti, la perizia della spesa approvata dal Sig. Ispettore Superiore del

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Genio Civile di Messina in base alla quale fu a suo tempo chiesta la relativa assegnazione sui proventi delle addizionali per l’esecuzione dei lavori di che trattasi. Trattengo le carte inviatami con la nota cui risponde. L’ingegner Capo. (25-4-918 al Sig. Sindaco di Motta San Giovanni prenda visione e con preghiera di restituzione. Il Prefetto) 28 aprile 1918 il Sindaco risponde al Sg. Prefetto In risposta alla nota di V.S.Ill. del 23 andante mese, che qui restituisco, mi pregio significarle che il preventivo della spesa dell’orologio in lire 2042,00 fu trasmesso a codesto ufficio con mia nota del 29 gennaio 1916 n° 24 che per il disagio come ebbe a riferire con mia nota 30 aprile 1916 ed in base a deliberazione della Giunta regolarmente vistate dalla S.V. che ne ha anche autorizzato l’esecuzione dei lavori alla cabina in economia, giusto provvedimento del 31 maggio 1917. Firmato il Sindaco Malara. Il 7 maggio 1918 il Prefetto scrive al Ministero del’InternoPrego codesto Ministero di restituire il preventivo della spesa per l’acquisto di un orologio pubblico da parte del Comune di Motta San Giovanni per cui fu assegnata la somma di lire 2042,00 giuste partecipazioni fatta con nota 12 giugno 1916. Roma 18 maggio 1918 Il Ministero dell’Interno trasmette al Prefetto quanto segue: in relazione alla nota 7 maggio c.m. si restituisce il preventivo di spesa per l’acquisto dell’orologio pubblico da parte di codesto Comune con preghiera di

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farlo tenere all’Amministrazione Comunale interessata. D0ordine del Ministeroil 3 luglio il Corpo Reale del Genio Civile chiede al Prefetto, oggetto:collaudo impianto orologio pubblico – Motta San Giovanni. Prego la S.V. Ill. di volere insistere presso il Comune di Motta S. Giovanni perché voglia farmi pervenire con sollecitudine i chiari mementi e le carte richieste con la mia precedente n° 13°3 dl 16 aprile scorso. Inviata in originale a Motta San Giovanni dal Prefetto in data 17 luglio 1918. Firmato l’Ing. Capo. - 29 gennaio 1919 dal Genio Civile al Sig. Prefetto. Oggetto : Motta S. Giovanni – Collaudo impianto orologio pubblico. Sin dal 16 aprile dello scorso anno, con mia nota n° 1303 ebbi a chiedere a codesta Prefettura alcuni documenti interessati il collaudo dei lavori in oggetto, a tutt’oggi non pervenutami, nonostante il mio sollecito del 3 luglio successivo. Prego pertanto di voler insistere presso il Comune interessato perché provveda senza indugio a farmi pervenire i chiarimenti e le carte chieste con la indicata nota successivamente sotto vistata con nota n° 2707 del luglio stesso anno, costretto altrimenti restituire integralmente la pratica. Firmato l’ing. Capo. - 7 febbraio 1919 il Prefetto invia al Sindaco di Motta un espresso n° 1993 div. 2^- Richiamando Prefettizia 19 luglio scorso n° 12039 faccio nuove vivissime premure per comunicazioni fatte e chiarimenti richiesti Genio Civile come nota 16 aprile scorso trasmessa originalmente. Data lunga pendenza pratica è

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inammissibile qualsiasi ulteriore indugio; prevengo V.S. che durando inadempienza dovrò adottare provvedimenti d’ufficio. Firmato il Prefetto - 15 marzo 1919 il Sindaco di Motta scrive al Prefetto. In relazione alla nota 7 febbraio u.s. n°1993 mi pregio significare alla S.V.Ill. che con foglio n° 267 del 28 aprile 1918 avevo cos’ risposto: in evasione alla nota di V.S. del 25 andante mese, Le significo che il preventivo della spesa dell’orologio in lire 2042,00 fu trasmesso a codesto ufficio con mia del 29 gennaio 1916 n°24 e che per il di più delle spesesi provvide con le risorse del Bilancio, giusto come ebbe a riferire con lettera 30 aprile 1916 ed in base a deliberazione della Giunta regolarmente vistata dalla S.V. che ne ha autorizzato l’esecuzione dei lavori in economia girato provvedimento del 31 maggio 1917 n°10893 div.2^. Trasmetto ora la nota del 16 aprile 1918 con calda preghiera di voler provocare dal Ministero l’assegnazione della somma già disposta facendomene la Ditta Terrile vive e ripetute diffide per avere pagato il suo credito. Firmato Sindaco Malara. - 27 marzo 1919 il Prefetto così risponde alla nota del 15marzo 1919: In relazione alla nota contraddistinta prego la S.V. voler restituire il preventivo della Ditta Terrile per l’acquisto del pubblico orologio, preventivo rimesso con mia nota 29 maggio 1918. Firmato il Prefetto. - 29 marzo ’19 il Sindaco scrive al Prefetto: preventivo spesa acquisto orologio pubblico che mi onoro di trasmettere alla S.V. in risposta alla data del 27 marzo’19.

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- Il 3 aprile 1919 al Capo del Genio Civile il Prefetto scrive: trasmetto alla S.V. la perizia sollecitata con la nota del 30 gennaio ’19 unendo in risposta alle richieste chiarimenti in copia conforme 28 aprile 1918 del Sindaco di Motta. Firmato il Prefetto. … Già dal 1917 l’orologio della torre è in funzione scandisce le ore della vita dei cittadini di Motta ma la storia di collaudi, pagamenti, ed altro non finisce qui… si protrae per alcuni anni ancora. Il 30 agosto 1919 il Sindaco sollecita ancora lo stanziamento della somma già assegnata per l’orologio. – Come di seguito :

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Il 28 maggio 1920 Il Sindaco risponde : in relazione alla nota 7 corrente mese mi pregio di riprodurre gli atti di collaudo relativi all’impianto del pubblico orologio allegando la fattura della Ditta Terrile effettivamente dovuta in lire 2042,00. Firmato il Sindaco - Il 4 giugno 1920 il Prefetto trasmette gli atti all’Ing. Capo del Genio Civile. - 23 giugno 1920 l’ufficio del Genio Civile

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trasmette al Sig. Prefetto e il Prefetto il 26 giugno al Sindaco di Motta la seguente precisazione: Con nota n° 9106 del 7 maggio scorso restituivo gli atti relativi al collaudo dei lavori per impianto di un pubblico orologio in codesto Comune facendo rilevare che la spesa complessiva dei lavori in L.3472,43 esposta nella relazione-certificato di collaudo non trovata corrispondenza con l’importo complessivo risultante da vari documenti di spesa esibiti a corredo degli atti di collaudo. L’ufficio del Genio Civile pertanto non potrà opporre il visto agli atti senza che essi siano prima regolarmente rettificati, li restituisco perché sia provveduto in conformità a quanto questo Ufficio prescriveva con la sopraccennata nota. Firmato il Prefetto -11 luglio 1920 In risposta alla nota del 23 giugno 1920 il Sindaco di Motta scrive al Prefetto della Provincia pregandolo di volere provocare dal Genio Civile l’approvazione del collaudo relativamente alla fornitura dell’orologio fornita dalla Ditta Terrile per il prezzo di lire 2042,00 già assegnato dall’On. Ministero con l’aggiunta delle lire 150.00 costo del secondo quadrante, mentre per le altre spese concernenti la costruzione della cabina sarà provveduto al pagamento con separato provvedimento. Firmato il Sindaco Malara. -16 luglio 1920 il Prefetto in risposta alla nota precedente comunica che gli atti relativi al collaudo dei lavori per l’impianto del pubblico orologio vennero restituiti al Comune di Motta con nota 30 giugno scorso. -19 luglio 1920 In aggiornamento alla nota del 23 giugno il Prefetto in via all’Ing. Capo del Genio Civile gli atti relativi mal pagamento lavori orologio di

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Motta S.G., giusto quanto fa presente il Sindaco del Comune, codesto Ufficio per il momento approvi il collaudo relativo alla sola fornitura dell’orologio fatta della Ditta Terrile per il prezzo di lire 2042,00 già assegnato dal Ministero con la giunta delle lire 150,00 costo del secondo quadrante. Mentre per le altre spese il Comune si riserva di provvedere a parte. firmato il Prefetto

Rudere arco romano- sullo sfondo resti di un frantoio

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-19 ottobre 1920 Il Prefetto scrive al Ministero dell’Interni: corredata dal prescritto certificato di regolare esecuzione da parte dell’Ufficio del Genio Civile. e del preventivo di spesa e fattura mi pregio trasmettere la deliberazione 4 settembre 1918 del Consiglio Comunale di Motta S. G. per i provvedimenti di conseguenza.

Rudere sopravvissuto al terremoto -23 febbraio 1921

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La Giunta Municipale in via al Sig. Prefetto una distinta dettagliata per il riconoscimento delle spese affrontate :

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-31 marzo 1921 la Ditta Terrile scrive :

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-22 aprile 1921 Al Sindaco di Motta il Prefetto : i fratelli Terrile di Recco lamentano il mancato pagamento da parte di codesta Amm. Della somma di lire 2172,00 , quale importo di un orologio pubblico acquistato dal Comune. Prego pertanto la S. V. volere curare con sollecitudine il pagamento assicurandome. Firmato il Prefetto -26 maggio 921 in risposta: gli atti per il pagamento della somma di lire 2172 all Ditta Terrile di Recco per imperto di un orologio pubblico sono state trasmesse a V.S. come risulta dalla nota di codesto Ufficio del 30 giugno 1920 n° 15331 Div.4^. Prego quindi la S.V. volere affrettare l’On. Ministro a provvedere al pagamento essendo stata la somma stessa già assegnata sul fondo degli addizionali. Firmatpo il Sindaco Malara -24 giugno 1921 Il Prefetto trasmette al Ministero degli Interni-Roma In seguito alle vive premure della Ditta fornitrice ‘’fratelli Terrile di Recco, prego codesto Ministero voler provvedere con cortese sollecitudine in merito all’oggetto indicato; gli atti relativi furono trasmessi in data 27 ottobre 1920, con n° 23913. Firmato il Prefetto -Roma 10 agosto 1921 al Sig. Prefetto Per le opportune comunicazioni all’Amministrazione interessata si avverte che è stato disposto il pagamento di lire 4042 a favore del Comune di Motta San Giovanni per l’acquisto dell’orologio. Gli atti relativi alla maggiore spesa di lire 150 per l’acquisto

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del secondo quadrante sono stati trasmessi alla competente Commissione. Il Ministro -Roma 4 settembre 1921 Al Prefetto Facendo seguito alla nota 10 agosto n° 69804 si comunica che questo Ministero, sentita la competente Commissione ha assegnato al Comune di Motta San Giovanni la somma di lire 150 per lacquisto secondo quadrante orologio. Si prega la S.V. di darne comunicazione all’Amm. Interessata avvertendo che è già disposto il relativo pagamento. Il Ministro -22 settembre 1921 il Prefetto trasmette quest’ultima comunicazione del Ministero al Sindaco di Motta e sembra che vicissitudini (1915-1921) relative all’orologio della torre di Suso si siano concluse. Anche il Macello subì seri danni, ma fu ristrutturato arredato di nuovi attrezzi.

il 24 settembre 1916 il Consiglio Comunale si riunisce per deliberare un nuovo Regolamento riguardante la macellazione degli animali.

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Del regolamento qui di seguito viene riportato solo il 1° art. L’intero consta di ben 28 articoli- redatti su 8 pagine. Inviato in Prefettura per la ratifica fu corretto in vari punti.  Negli anni ’20 si addensarono delle ombre sulla politica nazionale. A Motta vi furono scontri fino a dare vita ad un vero e proprio conflitto di cui tutt’oggi se ne parla; ma dell’evento, dopo una sentenza ed innumerevoli commenti di diversa opinione ripetuti ma mai coincidenti argomento trattato nel I^ volume storia di Motta. Durante il ventennio molte furono le Leggi approvate, ma non sempre accettate dal popolo.- ritornò l’era del Podestà – nuove emigrazioni libere e forzate- a Motta nasce una sede fascista, in un primo momento in P.zza del Borgo, quindi trasferita in rione San Giovanni (Baracche), nel contempo si costruisce un campeggio nell’are a nord del paese che il Comune aveva fatto requisire. I ragazzi del tempo vi trascorrevano molte ore della giornata perché vi si giocava si faceva ginnastica e naturalmente si seguivano varie discipline e c’era anche la refezione per tutti.- Ricordi di fanciullezza ‘’ U RUGULU ROSSU ’’ (la quercia grossa) la quercia sorgeva all’angolo sud del campeggio (oggi tra Via Ditt. Don Demetrio Quattrone e Via Papa

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Giovanni XXIII) gioia di tutti era divenuto un monumento nazionale. Oggi in quel luogo sorge la Chiesa di Santa Caterina, la piazza della chiesa e parte del nuovo quartierino:’’Mulini’’. I giovani, oggi settantenni/ottantenni, ricordano con tristezza l’eliminazione della quercia, portando sempre nel cuore quei dolci momenti di felicità e di spensieratezza. Ricordano ‘’U RUGULU ROSSU’’ come un padre che li proteggeva con la sua sterminata ombra da tutti e da tutto. Per abbracciare il suo tronco erano necessari ben 10 ragazzi presi per mano in circolo. La sua circonferenza superava gli 11 metri. Per questi ricordi, per la portata ‘’U RUGULU ROSSU’’ era considerato senza dubbio Monumento Nazionale, con esso sono state eliminate costruzioni storiche situate in molte parti del territorio mottese. Fu un errore!!; i giovani di oggi traggano le dovuteconclusioni convinti che il futuro è nelle proprie mani.

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INDICE MOTTA SAN GIOVANNI (RC) INTRODUZIONE…………………………………pag…4 ANTI TERREMOTO…………………………………….5 IL TERREMOTO-RICOSTRUZIONE………………….8 L’OROLOGIO DELLA TORRE……………………….29 NUOVO REGOLAMENTO DEL MACELLO……….. 58 RICORDI DI FANCIULLEZZA………………………..61

ED.2015, la prima edizione stampata nel 2013 Finito di stampare nel mese di agosto 2015 a cura del C.P.R. Motta centro Vittoriokatalano@tiscali.it bvpkat@virgilio.it

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