Motta san giovanni (rc) 'Eventi Storici'

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Vittorio Catalano

MOTTA SAN GIOVANNI (RC)

Evevti Storici e personaggi dall’unità d’Italia

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A cura del C.P.R. Motta centro a.d. 2015 – prima edizione 1999 -

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Vittorio Catalano Tutti I diritti riservati 2


Dedica e citazioni In memoria di mio padre, ill. personaggio mottese , nel lontano 1912 illuminò con energia elettrica la cittadina di Motta San Giovanni, grande lavoratore instancabile impegnato in galleria fine ‘800, per il traforo del Sempione…indi alla Soc. Necchi ; a Pavia conobbe Alberto Enestein , il padre di quest’ultimo aveva fondato una società idroelettrica-meccanica ove ha collaborato tra gli altri l’ing. Moncalvi. Mio padre Carmelo Catalano rimase fortemente affascinato dalla grande novità dell’energia elettrica, tanto che ritornò al paese raccolse alcune informazioni idriche sulle acque che lambivano il suo paese e dopo il terremoto del 1908 e l’inizio della ricostruzione di baracche per assegnarle ai senza tetto ove lui si è impegnato come appaltatore anche per costruire la casa comunale (1910). Tornò a Pavia, dove nel frattempo l’ing. Moncalvi aveva fondato una nuova soc. ‘’OFFICINE MECCANICHE E FONDERIE’’,contrattò con l’ing. la fornitura di una centrale idroelettrica per installarla a Motta San Giovanni così fu. Nel lontano 1912 il paese poté usufruire dell’energia elettrica. Carmelo Catalano nella guerra 15/18 fu richiamato alle armi, lasciando la moglie donna Teresina a dirigere l’azienda, fu mandato alla Necchi quindi presso la soc. del Moncalvi a Pavia impegnata nell’occasione a costruire prodotti bellici. Sono conservati gli attestati originali conferitogli sia della ditta costruttrice del traforo del Sempione Brandt Brandan che, dalla soc. officine meccaniche diPavia. Vittorio

Carmelo Catalano 1910 3


L‘ITALIA ALLA FINE DEL SECOLO XIX– L’800 Con molta semplicità e senza pretesa storico-scientifica di rievocare a grandi linee la situazione della Calabria Ultra del XIX secolo che vide realizzarsi l’Unità d’Italia. Presupposto indispensabile, se si vuole bene conoscere in quale situazione la nazione si venne a trovare, per emanare Leggi e come si intrapresero le prime spese per opere pubbliche di primaria importanza quali : le Vie di comunicazione, sono molte le opere che hanno contribuito allo sviluppo della città di Motta San Giovanni durante il secolo che si è appena concluso. Processi di sviluppo documentabili, per es: L’impianto di cunette per il passaggio dell’acqua ripartimentale per l’agricoltura – e sue trasformazioni. Fioritura di mulini, filande, frantoi, falegnamerie… – Costruzione e ricostruzione degli edifici prima e dopo il terremoto del 1908. – Dalla fonte Sant’Acqua al nuovo acquedotto. – Le Vie di comunicazione: strade, telegrafo, telefono - I primi impianti d’illuminazione pubblica e privata – Avvicendamenti politici. Alcune di queste opere sono state dimenticate, per altri versi non vengono tramandate, per poco interesse o per mancanza di conoscenza. Molti sono i documenti che storicamente datati e ufficializzati e possono rendere chiare ai giovani le opere dei loro padri, anzi dei loro nonni che si sono distinti per le loro opere e per la loro intelligenza e non vanno dimenticati. Introduzione Durante il primo quarto del XIX sec. la dominazione francese ha represso con spietata ferocia la grande massa di contadini che fu costretta a rifugiarsi sui monti, aiutati da uomini della piccola borghesia decisero di affrontare i francesi per la conquista delle terre. In questo periodo, ancora preti e baroni, non avevano diffuso la paura del (Comunismo) o dei (Giacobini). La dominazione francese distrusse in parte il baronaggio con l’abolizione delle Corporazioni Artigiane… dando avvio ad opere pubbliche ed introducendo Codici Civili e Commerciali. Tutto questo incise 4


negativamente sullo sviluppo del commercio, dell’industria e dell’agricoltura in tutto il territorio. Le terre demaniali rimasero bene esclusivo della borghesia, mentre dovevano essere distribuite ai contadini secondo le Leggi vigenti. I capi locali conniventi con gli agrari non tennero conto della legalità ed approfittarono occupando le terre; queste le vere cause della ribellione contadina del mezzogiorno. I contadini che si erano rifugiati in montagna diedero inizio al brigantaggio. Le condizioni sociali del popolo erano pessime, in Calabria Ultra I° si contavano 12705 mendicanti, una media di 1 su 21 abitanti secondo il calcolo fatto da Luca Samuele Cagnazzi nel 1835. Dopo la peste del 1827 seguirono anni terribili per la Calabria; nel ’47 fu un anno di gravissima carestia, i politici intenti a cacciare i Borboni e ad ottenere la costituzione, sabotarono gli scambi economici, rendendo impossibili i normali rapporti commerciali, specialmente con la vicina Sicilia. Nei piccoli e grandi centri i Sindaci, Arcipreti, Esattori ecc. spadroneggiavano, ricattavano, colpivano e reprimevano le classi meno-agiate: contadini, braccianti, lavoratori occasionali ecc. proprio in questo periodo in Calabria i contadini guidati da uomini intraprendenti assaltarono il latifondo e si rivoltarono contro le gabelle e dazi al grido (né fondiaria né dazi). In molti paesi la rivolta ottenne buoni risultati, conclusasi con la sostituzione di Sindaci e trasferimenti di Arcipreti. Alcune furono represse nel sague. In provincia di Reggio si ebbero tumulti popolari a Roccella, Pellaro e Gallina. Il proletario agricolo si ribellava perché non aveva terre da coltivare, già sottratte dai nuovi latifondisti, mentre sulle terre rubate al demanio non riusciva a far valere i propri diritti. A tavolato (CS) fu chiusa una salina dalle autorità governative, fonte di ricchezza per la zona ed oltre; per difendere questo stato di cose la miniera fu assediata dalle guardie nazionali con circa una settantina di militari per impedire la vendita ed il contrabbando di sale. Nello stesso anno, circa duecento contadini con la popolazione della zona cercarono di rompere la catena della 5


vigilanza per impadronirsi della miniera; affrontati dai militari ebbero la peggio. Alcuni contadini trovati in possesso di sale furono arrestati e denunziati alla Gran Corte Criminale. In un secondo tempo, i capi della rivolta organizzarono una spedizione di vendetta, dodici contadini armati furono mandati sul fondo del comandante delle guardie per distruggergli tutto ciò che possedeva. Da questo momento si parlò di vero (brigantaggio). L’invasione delle terre demaniale non si fermò nel ’50, né nel ’51 . Nel ’50 il Borbone Ferdinando II° emanò l’indulgenza a favore di 430 contadini di Melicuccà, colpevoli di avere occupato parte del Regio bosco e 230 contadini di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Pedavoli (oggi Delianova), Scilla e Policarpio. Nel ’51 a Cirella di Ardore si è diffusa la paura del ‘’Comunismo’’ a diffonderla fu un prete: Don Giovanni Fazzari. Nel 1853 i contadini di San Lorenzo (RC) uno dei paesi più poveri della Calabria scesero in campo per la fame e per la disperazione, dopo che per anni avevano supplicato il governo per la concessione di terre comunali. Assieme agli abitanti delle frazioni di San Panteleone, Choiro, Grana occuparono le terre del Comune. Ne seguirono numerosi arresti e processi a non finire in tutta la Calabria contro contadini e servi. Il 1860 per i Calabresi fu un anno di violente occupazioni di terre demaniali, meno numerose del ’48. A San Lorenzo Bellini le terre demaniali del vicino comune Platae furono occupate dai contadini capitanati da due preti al grido (O in galera, o le terre) ma furono affrontati dai contadini del luogo sobillati dagli amministratori e dai proprietari Platecesi. Lo scontro fu soffocato nel sangue con l’arrivo di un battaglione di soldati, i due sacerdoti finirono in galera. A Gioiosa, Martone, Riace, Bivongi scoppiarono moti popolari e anarchici; la gendarmeria a stento poté respingerli; dobbiamo dire che la polizia era al servizio degli agrari. Questi ultimi avevano illuso, con uno stratagemma poco degno di un popolo civile, i contadini fiduciosi, ma le tasse e i soprusi li smascherarono. Si deve 6


riconoscere il merito a coloro i quali riuscirono ad affermare la situazione economica – politica – sociale del ’60, paragonabile per alcuni aspetti a quella lasciata tre secoli prima dalla dominazione Spagnola. All’arrivo di Garibaldi, contadini, braccianti salariati e lavoratori occasionali ebbero una ventata di speranza, ma furono delusi perché il Decreto emanato, detto di Garibaldi fu invece compilato dai latifondisti Morelli e serviva a dividere in modo equo le terre. Alla partenza di Garibaldi fu affidato il compito dell’applicazione a uno degli stessi Morelli (ex borbonico), già nominato da Garibaldi: Governatore generale della Calabria Ultra. Il decreto non fu mai reso esecutivo, anzi boicottato dallo stesso Morelli, che a sua volta, emanando nuove norme repressive contro i contadini creò un grande malumore; ogni altro tentativo di ribellione fu represso con spargimento di sangue. Nel ’60 il brigantaggio non era esercitato dai contadini sfruttati, bastonati e vilipesi, ma dai ladri di terre e da servili commissari, con il preciso scopo di boicottare le Leggi antifeudali e a rimpiazzare la grande proprietà latifondista e la restaurazione del feudalesimo. Nel ’61, già proclamato il Regno d’Italia sotto i Savoia le cose non cambiarono, anzi in alcuni momenti si aggravarono perché i ladri di terre, gli sfruttatori (agrari e borghesi) si erano alleati al nuovo regime Savoiardo. Sembra che il Risorgimento Calabro per i contadini non cambiò nulla; cacciarono un Borbone per restaurare altri Borboni. C’è stato soltanto un (cambio di barda) del padrone. Le masse ritornarono alla vecchia miseria, il divario tra nord e sud con l’Unità d’Italia divenne più evidente. Divario che rimase incontrollato fino ai giorni nostri sia per motivi sociali, politici ed economici, e chi sa se in futuro sarà mai, colmato.

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- Le prime vie di comunicazione obbligatorie . Per parlare in particolare sulla costruzione della strada obbligatoria MottaSan Giovanni-Lazzaro ferrovia occorre Illustrare in breve la situazione politica ed economica dal 1848; anno in cui scoppia la rivoluzione Francese che sconvolse tutta l’Europa.In Italia le notizie si diffondono rapidamente tanto che nel Lombardo-Veneto iniziano le prime reazioni contro gli Austriaci.Nello stesso periodo scoppia la rivolta a Vienna, ne conseguono l’insurrezione a Venezia (17 Marzo) e a Milano (18 Marzo). Nei 5 giorni di lotta continua gli insorti riescono ad avere la meglio contro gli Austriaci. Questa vittoria fa da eco in tutto il territorio Italiano. Le vicende rivoluzionarie e le repressioni si protraggono per alcuni anni, fin quando Camillo Cavour divenuto primo ministro nel 1852 nel governo piemontese riesce ad imporre la sua linea politica e contribuisce fondamentalmente a costruire l’unità d’Italia. Con le guerre d’indipendenza, (1859 e 1860), tra maggio e ottobre dello stesso anno, con la Spedizione dei Mille fu portata a termine da Giuseppe Garibaldi la cacciata dei Borboni dalla Sicilia e dal Sud d’Italia. Occupate da Vittorio Emanuele II le Marche e l’Umbria, fu proclamata, il 17 Marzo del 1861 l’unità d’Italia, sotto la dinastia dei Savoia con capitale Torino. Con la terza guerra d’indipendenza fu conquistato il Veneto, più complessa restò la questione Romana. La capitale da Torino fu trasferita a Firenze e nel 1870, il 20 settembre Roma venne proclamata capitale d’Italia. Molteplici sono le difficoltà da affrontare per organizzare il nuovo regno – vedi i molteplici dialetti – le condizioni economiche e la grande distanza tra nord e sud. Lo sviluppo economico non avviene uniformemente in tutta la penisola; la fonte di ricchezza meridionale basata principalmente sull’artigianato e sulla agricoltura si trova subito in crisi per l’inadeguatezza di infrastrutture e la difficoltà di collocare sul mercato i propri prodotti. L’economia meridionale, difesa da Leggi ‘protezionalistiche’ (barriere doganali) con l’unità d’Italia, in 8


aperta concorrenza con quella settentrionale che, godendo, di una posizione geografica ricca di pianure, di risorse idriche, di adeguate infrastrutture, di disponibilità di capitale trae maggiori vantaggi. Nasce la necessità di avere Vie di comunicazione ad ampio respiro in tutto il territorio nazionale per favorire lo scambio delle merci e della cultura. - 1863 L’unità Italiana è realtà – il giovane Regio Governo sente la necessità di avvicinare i popoli molto diversi tra le Regioni dell’Italia neonata, non solo, le grandi distanze tra nord e sud hanno condizionato e condizionano lo sviluppo economico e sociale dell’intero meridione. Ed ecco, iniziano le migliorie delle grandi arterie di comunicazione, all’epoca scarsamente esistenti su tutto il territorio nazionale. Certo, in questo periodo, ancora di transizione, vige una grande confusione nei settori dirigenziali centrali del Regno, tanto più nelle Amministrazioni periferiche; insomma occorre abituarsi alla nuova situazione dell’unità d’Italia. - 1865 Fu varata la Legge N° 2248 - 20 Marzo 1865 per la nuova classificazione delle strade Nazionali, Provinciali, Comunali. Dal TITOLO II delle strade ordinarie capo I. Legge delle opere pubbliche, costituisce l’allegato F, citiamo i seguenti articoli: SEZIONE III – art. 16 strade comunali e vicinali – Art,17 – le giunte comunali formeranno un elenco delle strade da classificarsi. - 1868 Tre anni dopo la Legge n° 2248 – 20 Marzo 1865 il Comune di Motta San Giovanni pubblica la classificazione delle strade comunali. Nello stesso anno viene emanata una nuova Legge n° 4613 30 Agosto 1868 molto importante per l’argomento trattato di cui parleremo più avanti. L’iter per la classificazione delle strade e conseguentemente per la costruzione della strada comunale obbligatoria denominata ’MANGANELLI’ è lungo e complesso, per vari motivi andremo via via trattando in ordine cronologico. I lavori e gli impegni delle varie Giunte comunali, Provinciali e Prefettizie, gli intrighi, i rinvii che si sono intervallati in quegli anni verranno riportati esattamente nei termini trascritti sui documenti dell’epoca. 9


AMMINISTRAZIONE DI MOTTA n°139 Motta 10 luglio1868 Alla S^ S^ Ill ma il Signor Prefetto della Provincia di Reggio Cal. Oggetto: classificazione delle strade comunali Comiche l’elenco per la classificazione delle strade è stato mantenente pubblicato e dietroche questo ufficio ha ricevuto la sua circolare a stampa n° 26 così non essendo ancora spirato il termine per la presentazione dei reclami ed osservazioni dei presenti, per venire lo stesso munito del deliberamento Consiliare, non si può dal sottoscritto inviare presso codesta Prefettura; con preghiera che non si mancherà di adempimento appena sarà decorso il termine. Per il Sindaco l’assessore Tomaso Asprea Motta 12 luglio 1868 Provincia di Prima C° Ulteriore Mandamento di Gallina Circondario di Reggio Comune di Motta San Giovanni Adunanza straordinaria del Consiglio Comunale L’anno milleottocentosessantaotto nel giorno dodici del mese di Luglio nella casa Comunaledi Motta alle ore quindici d’Italia. Convocati i Consiglieri Comunali di Motta nei modi e sensi di Legge e per effetto di Decreto di sua straordinaria convocazione, e di procedura tornata per avviso loro recato a domicilio dal messo Comunale. Fatto l’appello nominale si sono trovati presenti i consiglieri: Sgg. Smorto Giovanni, De Paola Fortunato, Sqillaci Ettore, Sqillaci Antonino, Focà Giacomo, Foti Giuseppe, Focà Antonino, Tegani Giovanni Filippo, Foti Antonino e Maldonato Leonardo, coll’intervento del segretario Antonino Fisari- Assiste nella di qualità di Sindaco presidente l’assessore Tomaso Asprea, il quale essendo il Consiglio in continuazione di sua seconda convocazione, dichiara aperta la seduta; ed ha proposto – che questa Giunta Municipale con una apposita deliberazione ha classificato per strade comunali tutte quelle che si 10


contengono nella accennata deliberazione, della quale ha disposto darsi lettura al Consiglio dal segretario comunale per prendere cognizione, che si ha adempito – Il Consiglio, intesa la lettura delle strade classificate per comunali dalla Giunta municipale colla successiva sua deliberazione, ha pienamente approvato il lavoro fatto dalla Giunta, e nel dichiarare che faccia parte integrale della presente deliberazione facendo proprie le osservazioni espresse dalla Giunta ha trovato regolare di approvarla in tutto e per tutto nel modo come giunse – così deliberato. Il consigliere anziano Giuseppe Foti – il sindaco funzionante Tomaso Asprea – il segretario Antonino Fisari. ‘pubblicata la dietro scritta’ Delibera pubblicata all’albo Pretorio di questo Municipio nei modi e sensi di Legge, pendente il termine non venne prodotta opposizione. Il segretario A.Fisari visto Il Sindaco Maropati – Reggio Cal. 14 luglio 1868 Prefettura della Calabria ultra prima Divisione 2° n°6376/3501 Sig. Sindaco di Motta Oggetto: classificazione delle strade comunali risposta nota 10 luglio n° 138 – In risposta a quanto la S.V. viene manifestando con la nota al margine indicata, mi occorre osservarle che da me non si è inteso di richiedere come definitivo l’elenco di classificazione delle strade comunali, ma invece l’assicurazione della eseguita sua pubblicazione, ed una copia del medesimo come sta dichiarato in piedi del relativo modulo annesso alla circolare 15 giugno n° 26 per essere debitamente esaminata. E però la prego di provvedere alla spedizione a questo ufficio della delibera della avvenuta classificazione ed esposizione. Il Prefetto La distinta della denominazione delle strade comunali:

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La mancanza di strade ampie e comode ha condizionato lo sviluppo, anche artigianale (mezzi di trasporto) e agevolato, sembra un paradosso, i possessori di latifondi. Al lavoro agricolo, il pi첫 delle volte disagiato dei contadini si unisce il difficoltoso trasporto dei prodotti alle stive patronali. Il commercio pi첫 o meno fiorente, ma nascosto, veniva esercitato dai soli proprietari. Senza alcuno sforzo, anzi rimanendo tranquilli in casa propria a far niente curavano i 13


propri affari. I compratori alla meglio attrezzati per il trasporto delle merci arrivavano da altri centri e ai proprietari non restava altro che incassare il compenso o barattare con altri prodotti. La classificazione delle strade è stato uno strumento efficace per censire l’esistenza della rete stradale nel nuovo Regno. Un’istantanea ben congegnata, che ha permesso non solo l’aggiornamento, ma soprattutto, avere una visione globale dell’intera rete, creando uno strumento per legiferare in merito. Alcuni articoli concernente la costruzione e sistemazione delle strade comunali. .

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Amministrazione di Motta n° 338 Motta11 dicembre 1868 Oggetto: invio di elenco strada Manganelli con relativa delibera della Giunta. – Il sottoscritto ottemperando alla nota del S.V. Illma del 2 volgente mese Div.ne 2° Sez. 1^ n° 126 si pregia inviare presso codesto ufficio l’elenco della strada Manganelli classificata obbligatoria secondo il prescritto dell’art. 1° della Legge del 30 agosto 1868, e come tale avente il carattere di essere sistemata e provvedersi alla sua costruzione coc i denari portati dalla Legge medesima, una alla correlativa deliberazione resa da questa Giunta perché ne abbi piena conoscenza, e per di Lei norma, non mancandosi di inviare proprio attivo colla certificazione della compiuta pubblicazione se ci sono stati ricorsi colla deliberazione che sarà… Il sindaco F. Maropati Provincia di Prima Calabria inf. Circondario di Reggio Mandamento di Gallina Comune di Motta San Giov. Deliberazione della Giunta Municipale L’anno milleottocentosessantotto nel giorno undici del mese di dicembre nella casa Comunale di Motta. Riunita la Giunta munucipale di detto Comune di Motta nei modi e sensi di Legge, composta dai Sgg. Asprea Tomaso, Sqillaci Ettore, Focà Antonino Assessori, e Catalano Antonino supplente, presieduta dal Sindaci Sig. Antonio Fisari, si é da detto presidente proposto che giusta la circolare a stampa n° 126 – la Giunta Municipale é chiamata di formare e pubblicare l’elenco della classificazione delle strade Comunali di carattere obbligatorio di questo Comune secondo il disposto dell’art. primo della Legge 30 Agosto 1868 – ed invita perciò la Giunta medesima di formare l’elenco in parola classificando le strade Comunali che prima ed é di parere essere obbligatorie a monte della Legge del 23


30 Agosto di sopra citata. E la Giunta- letta la suddetta circolare, e l’art. primo della citata Legge. Considerando che la strada denominata Manganelli é stata classificata e deliberata per Comunale al n°2 dell’elenco di quei pubblicato deliberato e definativamente approvato, e che la medesima ha tutti I caratteri atteso il suo scopo di venire classificata per obbligatoria ai sensi della let. A. dell’art. primo della della Legge 30 Agosto 1868. Considerando, che tale strada ha principio dalla sede Comunale, e mette fine alla frazione di Lazzaro, ed ha per scopo di congiungere il Comune alla stazione della ferrovia, e quindi al capo luogo del circondario e Provincia, e col Comune di Pellaro finito. Perciò unanimente deliberando – determina che la strada Comunale segnata al n2 dell’elenco definitivamente approvato denominata Manganelli, atteso il suo scopo e carattere é da classificarsi come obbligatoria ai sensi della let. A dell’art. 1° della Legge 30 Agosto 1968; ed ordina perciò procedersi alla formazione delle correlativio elenco e sua pubblicazione ad atti successive a norma della ripetuta Legge e circolare su detta. Così deliberato 9 membri della Giunta : Ettore Squillaci, Antonino Focà, Aspera Tomaso, Catalano Antonino, il sindaco Francesco Mropati, il segret. Antonino Fisari. Visto il Sindaco Maropadi F. R.PREFETTURA Della CALABRIA ULTRA PRIMA 18^ N° 12729/9011 Reggio 14 Dicembre 1868 Oggetto: elenco delle strade obbligatorie Sindaco di Motta Nell’accusare ricezione alla S.V. dell’elenco delle strade obbligatorie non che della deliberazione di codesta Giunta Municipale, da Lei inviati con nota 11 dicembre N° 338, non posso che lodare la diligenza della S.V. nell’esecuzione di un lavoro cotanto importante. A poco le invio, poi mi attenderò la deliberazione del Consiglio Comunale con un formale 24


certificato della seguita pubblicazione dell’elenco per la durata d’un mese, e se vi sono stati o pure no presentati reclami – Il Prefetto 1869 Provincia Prima Calabria Ultra Circondario di Reggio Mandamento di Gallina Comune di Motta San Giovanni Adunanza straordinaria del Consiglio Comunale di Motta L’anno milleottocentosessantanove il giorno quindici del mese di Febbraio – nella casa comunale di Motta, riunito straordinariamente questo Consiglio Comunale nei modi e sensi di Legge e per effetto di decreto del Signor Prefetto della provincia del 10 andante mese ed a seguito di precedente seduta. Fatto l’appello nominale si sono trovati presenti i Consiglieri: Foti Giuseppe, Catalano Antonino, Catanoso Paolo, Sgrò Antonino, Maldonato Leonardo, Tegani Giovanni, Focà Antonino e Giacomo, Smorto Giovanni ed Asprea Tomaso. Assiste alla seduta nella qualità di Presidente il Sindaco Signor Francesco Maropati coll’intervento del Segretario Municipale Antonino Fisari. Il quale visto che il Consiglio e in continuazione di una seconda convocazione, dichiarata aperta la seduta ed ha proposto che la Giunta Comunale consegna apposita deliberazione del di undici dicembre 1868, ha classificato giusto l’elenco pubblicato per Comunale ed obbligatoria la strada denominata li manganelli che ha principio da questa sede comunale e mette fine alla frazione di Lazzaro, ed ha per scopo di congiungere questo Comune con la stazione della ferrovia, e quindi col Capoluogo della Provincia, e col comune finitimo di Pellaro, discorrendo da il segretario dasse lettura della medesima al Consiglio seduto per avere legale conoscenza e per l’uso Concessale il quale ha adempito. Intesa tuttora della deliberazione di questa Giunta Comunale di sopraccennata colla quale la Giunta ha classificato come obbligatoria ai sensi della lettera A- dell’art. 1° della Legge 30 25


agosto 1868. Il Consiglio unanimemente deliberando adottando le medesime considerazioni della Giunta ha pienamente approvato il lavoro fatto dalla Giunta, ed essendo regolare approvata in tutto e per nel modo deliberato disponendo la pubblicazione e quindi l’invio all’onorevole Signor Prefetto – Così deliberato. Il consigliere anziano Giuseppe Foti il Sindaco F. Maropati il Segretario Antonino Fisari . Pubblicata la dietro scritta deliberazione nei modi e sensi di Legge non venne prodotta alcuna opposizione. Il segretario Antonino Fieari Visto il Sindaco Maropati Francesco AMMINISTRZIONE COMUNALE DI MOTTA N° 70 24 Febbraio 1869 Alla S.V. Ill.ma Prefetto Della Provincia di Reggio Cal. Oggetto: invio di delibera. Si onora il sottoscritto far tenere alla S.V. Ill.ma copia in doppia deliberazione presa da questo Consiglio Comunale relativa a classificazione di strada Comunale obbligatoria per l’uso convenevole. Il Sindaco Maropati Francesco R.PREFETTURA Della CALABRIA ULTRA PRIMA N°109 prot. Spec Reggio lì 27 Febbraio 1869 Sig. Sindaco del Comune di Motta oggetto: strade obbligatorie – risposta V. del 24 corrente n° 70 . Affinché io possa emettete il Decreto di omologazione dell’elenco delle strade obbligatorie non basta farmi tenere la relativa deliberazione di codesto Consiglio, ma a seconda delle norme date colla circolarea stampa n°126, Dovrà la S.V. rimettermi assieme alla suddetta deliberazione il doppio dell’elenco approvato ed il certificato dell’eseguita pubblicazione; sicché attendo di rimettermi l’elenco col certificato cennato. Il Prefetto 26


AMMINISTRZIONE.MUNICIPALE DI MOTTA N° 77 26 Febbraio 1869 AllaS.V.Ill.ma Prefetto Della Provincia di Reggio Cal. OGGETTO: Strade obbligatorie - Ottemperando alla nota della S.V.Ill.ma mi onoro inviare presso codesto ufficio altra copia dell’elenco della strade obbligatorie di questo Comune pubblicato sin dagli undici dicembre ultimo, per dimenticanza del Segretario non venne allegato alla deliberazione resa da questo Consiglio Comunale sul proposito, ed inviata alla S.V. Ill.ma con rapporto del 24 detto mese numero 70- Il Sindaco Maropati Francesco

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… Nell’attesa degli sviluppi concernenti le sedute Consiliari e le relative delibere su pratiche di espropriazione dei terreni, realizzazione di un di un progetto, formulazione e presentazione di un’asta d’appalto per l’assegnazione dei lavori pubblici; oltre a qualche avvicendamento politico, verranno inseriti problemi di vita del Comune stesso, dell’economia e della società del primo ventennio dopo l’unità d’Italia. Come abbiamo accennato, la situazione generale del ’60, pur se con qualche accenno di miglioria rispecchia quella del ’48. In seguito vedremo come due autori F. Milone e Ippolito De Riso, riferendosi alla Calabria descrivono in due tempi diversi la situazione Calabrese. Motta 7 Maggio 1869 Al Ill.mo Sindaco di Motta Con Decreto Prefettizio del 9 Maggio 1868 venne nominato per ‘intimatore’ il sottoscritto Tesoriere sig. Angelo Giordano di Pasquale. Riunendosi ora la carica di Esattore capo il sottoscritto crede che giusto il regolamento e Legge in vigore il suddetto Giordano può adibirsi in tale qualità anche per l’esazione della Fonda. A scanso di ogni equivoco prego la S.V.Ill.ma suggerirle che tal suo divisamento è uniforme alla Legge e nella negativa fa formale istanza la novella autorizzazione al suddetto Giordano per potere esercitare la carica d’intimatore anche presso il sottoscritto anche per la fondiaria. L’esattore Francesco Catanoso AMMINISTRZIONE MUNICIPALE DI MOTTA N° 163 Motta 7 Maggio 1869 Alla S.V. Ill.ma Prefetto Della Provincia di Reggio Cal. Oggetto: per ‘intimatore’ Giordano Angelo presso il Tesoriere Comunale –Questo Esattore Fondiario in esercizio Catanoso Francesco, ha diretto presso questo ufficio l’annessa nota di pari data, senza numero, colla quale mette in essere, che trovandosi con Decreto Prefettizio del 9 Maggio 1868 – nominato presso questo 28


Tesoriere Comunale per ‘intimatore’ Giordano Angelo di Pasquale, possa lo stesso riunendosi ora in persona di esso Tesoriere la carica di Esattore Fondiario adebirlo con detta qualità anco per l’esazione delle Imposte Dirette, non ravvisando alcuna incompatibilità. Un tale divisamento se bene sembra quasi regolare: pur non consentito alle Leggi in vigore; poiché se si sono riunite in una stessa persona le due cariche di Tesoriere Comunale ed Esattore Fondiario, questa circostanza non può durare, la questione di diritto, cioè che l’Intimatore Fondiario per effetto delle Leggi in vigore debba essere munita della patente d’idoneità dalla S.V.Ill.ma. Perciò lo scrivente nel trasmettere alla S.V. l’allegato uffizio pel suo giusto esame… gli analoghi provvedimenti che sono di regola pel ‘’dippiù’’ a praticarsi. Il Sindaco Francesco Maropati R.PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Div.4°Sez.1° n°1432 Legge 5 159 Reggio lì 10 Maggio1869 . Al Sig. Sindaco del Comune di Motta oggetto: per l’intimatore Giodano presso il Tesoriere Comunale - In questa Provincia vige tuttavia l’antico sistema dell’esazione delle imposte dirette. - Conseguentemente per la Ministeriale del 10 novembre 1830 tuttora in vigore l’intimatore della Fondiaria dovendo essere diverso da quello del Comune, il novello Esattore dovrà proporre per intimatore per le imposte dirette altro individuo, ai termini dell’art. 2° del Decreto 3 luglio 1809 per essere rivestito di patente dal sottoscritto. Ciò di riscontro al dubbio contenuto nella di lei nota al margine segnata. – Il Prefetto Provincia di Prima C°Ulteriore Circondario di Reggio Mandamento di Gallina Comune di Motta San Giovanni Adunanza straordinaria del Consiglio Comunale di Motta L’anno milleottocentosessantanove il giorno sei del mese di Novembre nella Casa Comunale di Motta all’ore quindici 29


d’Italia . Con l’appello nominale si sono trovati presenti i Consiglieri Signori Catalano Antonino, Catanoso Paolo, Sqillaci Antonino, Smorto Giovanni e Maldonato Leonardo, coll’intervento del Segretario Antonino Fisari. Essendo il Consiglio in continuazione di una seconda convocazione quantunque non in numero legale, il Sindaco Presidente dichiara aperta la seduta. Si passa alla lettura della precedente tornata del giorno quattro andante mese, che rimane approvata. Il suddetto Presidente ha proposto durante il Consiglio per le strade obbligatorie del Comune approfittare dei sussidi della Provincia cioè (terzo della spesa) e del Governo (4°della spesa) alle norme stabilite dalla Legge 39 Agosto n° 4613. Se effettivamente piaccia al Consiglio deliberare. E il Consiglio presa in esame la proposta accetta unanimemente deliberando – determina – 1°- Per la strada il di cui scopo è quello di congiungere il Comune alla stazione della Ferrovia nella borgata Lazzaro, e quindi al Capo-Luogo del Circondario di Provincia e Comune di Pellaro, la quale ha principio dall’abitato della sede del Comune e mette fine alla stazione della ferrovia in Lazzaro, e per la quale si è compilato il progetto di arte renderla ai rotanti, che in previdenza di rettifica, per questa ha adottato di costruire il minimo del fondo speciale stabilito alle lettere A.B.C. dell’Art.2 della Legge 30 Agosto 1868 n° 4613 per fruire di tutti i benefici della medesima determinati. 2° Sovrapporre quindi ai Tributi Diretti Erariali 5 centesimi, dichiarando che il prodotto di tale sovrimposta nella somma di Lire 420,19 quale venne già indicata dal Signor Prefetto della Provincia sarà compresa per quanti anni necessario nella cifra totale dei centesimi addizionali che sarà collocata in bilancio a pareggio dei medesimi e dichiarando altresì che una somma sarà conservata sempre allo scopo della costruzione della strada Manganelli obbligatoria finché sia necessario. Lavori pubblici passivo dei bilanci stessi. 3° Accetta d’imporre una tassa speciale su i principali utenti della stada Manganelli da costruirsi secondo le norme 30


stabilite dalla Legge riservando di determinare la somma, ed i contribuenti quando sarà redatto ed approvato il progetto di arte relativo. 4° Accetta pure di fare concorrere alla costruzione predetta la prestazione di opera degli abitanti e possidenti del Comune, com’è stabilito dalla Legge, da definirsi ne il modo, quando sarà per intraprendersi la costruzione. Così deliberato il Consigliere anziano Antonino Catalano il Sindaco Maropati il Segretario Antonino Fisari. Pubblicata la presente deliberazione nei modi e sensi di Legge, non venne prodotta opposizione alcuna. Il vice Segretario Pasquale foti - il Sindaco F. Maropati - AMMINISTRZIONE MUNICIPALE DI MOTTA N° 284 Motta lì 8 Novembre 1869 Alla S.V. Ill.ma Prefetto della Provincia di Reggio Cal - Oggetto: Costituzione di fondo speciale per conseguire i sussidi del Governo e della Provincia - Chi scrive si onora fare tenere alla S.V. Illma copia in doppio della deliberazione presa da questo Consiglio Comunale, relativa alla strada Manganelli obbligatoria da costruirsi secondo le norme stabilite dalla Legge e atta ai rotanti, onde godere dei sussidi della Provincia e del Governo,ed essere munita dal debito visto- Il Sindaco Maropati Francesco R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 2° Sez. 1°N° 2803 – Legge 11192 Reggio lì 23 Nov.1869 Risp. alla VS 8 Novembre n°284 . . . Al Sig.Sindaco del Comune di Motta. – Oggetto: strade obbligatorie costituzione del fondo speciale. Qui annessa rinvio alla V.S. una copia vistata dalla deliberazione di Codesto Consiglio Comunale, che ella trasmetteva con la pregiata nota distinta in margine, e relativa alla costituzione del fondo speciale per la costruzione delle strade obbligatorie; e le prego di inviarmi un altro esemplare a corredo degli atti di questo ufficio. Il Prefetto 31


. AMMINISTRZIONE MUNICIPALE DI MOTTA N° 478 Motta lì 26 Novembre 1869 Al sig. Asprea Tomaso Assessore di Motta. Oggetto: delegazione per assistere all’appalto per la costruzione della strada Motta-Lazzaro. - Stante le disposizione del sottoscritto, resta delegata la S.V. quale Assessore di questo Comune, a ciò pel giorno 29 spirante mese si conferisca nella Regia Prefettura di Reggio Calabria alle ore meridiane per assistervi agli esperimenti d’asta riflettente l’appalto per l’esecuzione di tutte le opere e provviste occorrenti, alla costruzione della strada Comunale obbligatoria da Motta-Lazzaro in questo Comune. Mi attendo l’adempimento. Il Sindaco Maropati Francesco AMMINISTRZIONE MUNICIPALE DI MOTTA N° 313 Motta lì 28 Novembre 1869 Alla . Sua Signoria Ill.ma Prefettura Della Provincia di Reggio Cal. - Oggetto: Fondo speciale Il sottoscritto fa tenere alla S.V. Ill.ma copia della deliberazione presa da questo Consiglio relativa alla strada obbligatoria del Comune detta Manganelli per corredo degli atti di codesto ufficio, e ciò in riscontro dalla Pregiata nota 23 Novembre Div.2° Sez. 1° n° 2803/11192. Il Sindaco Maropati Francesco

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1870 30 Marzo 1870 Esattoria Comunale di Motta . Al Signor Prefetto di Reggio Cal. Il sottoscritto prega la S.V. Ill.ma volerci designare il nome dell’intimitore per l’esenzione della fondiaria onde esiberlo per i pignoramenti e sequestri. Si rende perciò arditore ‘l’indivieto’ al margine.* *Viglianisi Giuseppe di Saverio L ’esattore Francesco Catanoso. 33


R.PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 4° Sez.1° N° 1253/3750 Reggio Cal Aprile 1870 Al Sig. Sindaco del Comune di Motta . Oggetto: nomina dell’intimatore fondiario . Trasmetto alla S.V. La nomina dell’intimatore fondiario nella persona del Sig. Viglianisi Giuseppe di Saverio proposto da codesto Esattore fondiario con nota 30 Marzo us e la prego farla giungere all’interessato e di accertare il recapito a questo ufficio. IlPrefetto . ESATTORIA MUNICIPALE DI MOTTA lì 10 Aprile 1870 All’Ill.mo Sig Prefetto della Provincia di Calabria Ultra 1°Reggio In esecuzione delle venerate disposizioni contenute nella nota della V.S. dal di 7 volgente mese N°1253/3357; il sottoscritto si onora inviare la marca di lire 1,10 per essere apposta alla nomina ‘dell’Intimatore’ Fondiario. L’esattore Francesco Catanoso . IL PREFETTO Visto la lettera in data 39 Marzo 1870 dell’esattore Fondiario del Comune di Motta che chiede la nomina di un Intimatore nella persona di Viglianisi Giuseppe di Saverio del comune suddetto. Visto il R, Decreto 2 Luglio 1809 art, 2° che attribuisce allIntimatore la facoltà di nominare gli Intimatori fondiari. NOMINA Viglianisi Giuseppe di Saverio Intimatore Fondiario del Comune di Motta. Il Sindaco del Comune già detto è incaricato dell’esecuzione della presente nomina. Reggio Cal. 16 Aprile 1870 Il Prefetto . Reggio addi 2 Giugno 1870 Deputazione PROVINCIALE DI CALABRIA ULTERIORE PRIMA Sez. 1 Num. 424 - Al signor Sindaco di Motta - Oggetto: invio di progetto La Deputazione Prov.le Nella tornata di ieri ha disposto trasmettere uno codesta Amm.ne Comunale il progetto della strada che da Lazzaro conducono uno codesto Comune redatto dal Sig.. Paviglianiti accettarlo perché vogliate e rinviarlo deliberazione con una analoga. Mi attendo un Suo sollecito riscontro . Il Prefetto /Presidente 34


1871 Provincia di Prima C°Ulteriore Circondario di Reggio Mandamento di Gallina Comune di Motta San Giovanni - Adunanza straordinaria del Consiglio Comunale L’anno milleottocentosettantuno il giorno trenta del mese di Agosto nella casa Comunale di Motta alle ore tredici Italiane. Convocato straordinariamente questo Consiglio Comunale nei modi e sensi di Legge mercè autorizzazione del Signor Prefetto della Provincia delle 21 spirante mese Div. 2° Sez.2° n° 16338 e per avviso loro recata a domicilio dal servente Comunale Sig. Giordano Angelo e dall’appello nominale si sono trovati presenti i Consiglieri Sgg. Focà Giacomo, Focà Antonino, Smorto Giovanni, Tegani Giovanni, Tegani Giovanni Filippo, Maldonato Leonardo ed Asprea Tomaso. Ed assenti i Sgg. Pugliatti Damaso, Foti Antonino, Pitea Antonino,Misuri Domenico, Branca Giuseppe, De Paola Fortunato, Branca Gennaro, Catalano Antonino, Catanoso Paolo, Minniti Antonio. Assiste alla seduta in qualità di Presidente il Sindaco Sig. Francesco Maropati, coll’intervento del vice Segretario Pasquale Foti, il quale visto che sebbene l’assemblea del Consiglio non è in numero legale, pure per essere in seconda sua convocazione può benissimo deliberare dichiara aperta la seduta. Ed ha proposto essere all’ordine del giorno, dovere questo Consiglio deliberare, onde definire tutti gli incombenti che hanno relazione colla strada Lazzaro-Motta, il tutto a tenore della ricevuta nota dell’Illmo Prefetto della Provincia del 21 Agosto 1871. Il Consiglio congregato come sopra avendo attentamente esaminato le disposizioni contenute nella nota suaccennata, e tenute presenti le sue deliberazioni che al riguardo e precedentemente emesso dichiara quanto appresso. Approva sebbene l’aveva fatto prima, il progetto di arte coi i suoi atti sui sentieri compresa la perizia delle occupazioni del suolo e la compilazione dello stato dei principali utenti. Si obbliga pagare annualmente dal dì che si stipula il contratto di appalto dei lavori per la strada Lazzaro – Motta suddetta, 35


giunto il progetto approvato come sopra L 5.000 dico cinquemila compreso il fondo speciale dei principali utenti, e quello delle prestazioni in natura a tenore dello stato formato, già inviato in Prefettura, e che ripeterà annualmente finché il bisogno lo esigerà per adempiere al pagamento delle lire suaccennate cinquemila, con che accetta le condizioni dell’onorevole Deputazione Provinciale. Si obbliga in caso di ritardo pagamento pagare il tasso alla ragione del 4/100 (4%) dico il quattro per cento all’anno. Dichiara volersi avvalere della facoltà concesse dall’art.11 della Legge 30 Agosto 1868, e per tanto pagare il prezzo delle espropriazioni dopo dieci anni, stabilisce la tariffa delle prestazioni in natura una Lira per ciascuna giornata di lavoro. Così concluso e deliberato. Il Consigliere Anziano Giacomo Focà, il Sindaco Francesco Maropati, il vice Segretario Pasquale Foti. - Pubblicata la sopra trascritta deliberazione nei modi e sensi di Legge, non venne prodotta opposizione alcuna. Pasquale Foti Vice Segretario - Per copia conferme Motta San Giovanni lì 4 Settembre 1871 – Visto il Sindaco Francesco Maropati R. PREFETTURA Della CALABRIA ULTRA PRIMA 2° Sez. 2° prrot. Gentile n° 287

Div.

Reggio lì 15 Novembre 1871 Al Sig. Segretario P. Standini Prefettura Oggetto: appalto delle opere di costruzione della strada obbligatoria Lazzaro-Motta . Dovendosi procedere all’appalto delle opere di costruzione della strada Lazzaro-Motta si trasmettono alla S.V. i seguenti documenti all’uopo richieste: 1° progetto d’arte dell’intera strada. 2° relativo capitolato formulato dalla Giunta Municipale di Motta. 3° copia verbali 30 Agosto e 27 Settembre del Consiglio Comunale di Motta coi quali per le prestazioni in natura fu determinato l’ammontare delle giornate di lavoro sia per gli uomini che 36


per le bestie da soma, da tiro e da sella. Pei veicoli non si stabilì l’ammontare delle giornate di lavoro non esistendone nel Comune. il consigliereCantore 1872 Reggio lì 11 Gennaio 1872 R.PREFETTURA Della CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 2 ° Sez. 2 ° prot. Gentile n° 227 . Al sig. Segretario P. Blandini – Prefettura Oggetto: Appalto della strada obbligatoria Lazzaro-Motta A seguito della direzione dei due incanti tenutesi in questo Ufficio per l’appalto delle opere di costruzione della strada obbligatoria Lazzaro-Motta, Avendo il Consiglio Comunale di Motta con Verbale del 6 corrente Gennaio deliberato d’accettare l’appalto all’uopo Fatto al sig. Florio colla sua domanda in data 14 Dicembre u.s. Il sottoscritto autorizza la S.V. a stipulare il relativo contratto di appalto a trattativa privata col medesimo. Il Prefetto reggente R. PREFETTURA Della CALABRIA ULTRA PRIMA Al Sig. Sindaco di Motta Addì 19 Gennaio 1872 Oggetto: strada obbligatoria Motta-Lazzaro stipulazione del contratto per la costruzione. – Sia compiacente presentare in questo ufficio o far presentare un assessore o un consigliere suo delegato per martedì prossimo 23 del corrente mese per la stipulazione del contratto col Sig. Florio Pasquale in previsione dei lavori relativi alla costruzione della strada Comunale obbligatoria Lazzaro-Motta. Prevenga intanto L’assessore Sig. Asprea di favorire quanto che voglia in Prefettura per firmare il verbale di seconda diserzione d’asta per l’oggetto stesso. Il Prefetto Avvertenza il Sig. Florio è stato avvertito. R.PREFETTURA Della CALABRIA ULTRA PRIMA Div.1° Sez.1° n°23/1214 37


Reggio addì 3 febbraio 1872 Al Sig. Consigliere Cantone Prefettura Oggetto: Motta strada Comunale obbligatoria Lazzo-Motta invio di contratto e registrazione del progetto. Perfezionato il contratto tra il Sig. Florio Pasquale appaltatore, ed il Comune di Motta per la costruzione della strada obbligatoria LazzaroMotta. Mi pregio restituire alla S.V. col relativo progetto una copia conforme ed autentificata del detto contratto rilasciata per uso del suddetto Comune. Il Segretario Blandini — - da questo momento … iniziano i ricorsi, tra questi : - Al Sig. Prefetto della Provincia di Reggio Calabria e Presidente della Deputazione Provinciale. - Pretura di Reggio Calabria 25 / 11 / 1872 P.G. N° 2120 Div. 2° Il sottoscritto del Municipio di Motta San Giovanni ricorre alla S.V. e la prega ordinare la nullità della nomina a Consigliere Comunale dei Germani Antonio e Francesco Pitea e la loro decadenza, perché pende una Causa Civile contro i Comuni di Motta e Bagaladi giunta la sentenza del tribunale civile di Reggio del 25 Agosto 1848 portata da essi Pitea presso la Corte di Catanzaro in grado di Appello e la corte medesima con decisione del 24 Gennaio 1864 accordò al Comune un termine per produrre i documenti, avendo i Comuni suddetti domandato il rilascio ed il sequestro dei beni ‘delli’ furono Sgg. Caterina e Pietro Castelli. Questa causa che ‘divea’ essere la risorsa di questo misero Comune fu attivata con tanto zelo dai Sindaci precedenti. Non si è portata avanti, né si porterà per impegni dei predetti Sgg. Pitea; ad onta che questo Consiglio Comunale con deliberazione del 4 Febbraio 1871 aveva deliberato attivarsi le cause, ma la Giunta non fece nulla. Si prega la S.V. Ill.ma prendere conto, e far cessare gli intrighi, richiamare gli atti, ordinare la cancellazione dei suddetti… 38


- Al Prefetto della Provincia di Reggio Calabria e Presidente della Deputazione Provinciale. – Pretura di Reggio Calabria10 / 12 / 1872 P.G. N° 2120 Div. 2° Il sottoscritto Giacomo Focà del Municipio di Motta per il bene del detto Comune ha rassegnato con precedente sua domanda alla S.V. che si compiacersi ordinare la decadenza della carica di Consigliere Comunale i fratelli Antonio e Francesco Pitea perché come ha esposto lo scrivente, interessantissima lite pende vertente tra questo Comune e quello di Bagaladi con i suddetti Pitea presso la Corte di Catanzaro essendosi appellati avverso la sentenza del Tribunale di Reggio del 25 Agosto 1848 e che la Corte suddetta con sentenza 25 Gennaio 1864 accordò al Comune un termine per esibire i documenti per la causa che riguarda l’eredità dei furono Pietro Castelli, come la S.V. potrà accettarsi richiamando gli anticedenti che vi sono in codesta Prefettura, ed anche in questa segreteria Comunale. Intanto ad onta che questo Comune nella gestione del Sindaco Rocco Pugliatti con tanto zelo fu portata avanti, ora si è abbandonata per gli intrighi dei suddetti Pitea nipoti dell’attuale Sindaco che è interessato pure. S ripete a supplicare presso la S.V. a ciò si compiacersi ordinare che fossero dichiarati decaduti dalla carica di Consiglieri Comunali i predetti fratelli Pitea giusto l’art. 25 LL. G.le. Ordinare il proseguimento del giudizio della causa dell’eredità Castelli, e dell’altre che pendano con i suddetti Pitea, e che nonostante le deliberazioni di questa Congregazione di Carità, e di questo Consiglio Comunale,e dalla S.V. approvate nulla si è fatto, e nulla si farà se la S,V, non prenderà conto. Motta 3 Dicembre 1872 – Giacomo Focà AMMINISTRZIONE MUNICIPALE DI MOTTA N°393

Motta lì 4 Dicembre 1872 39


Alla S.V. Ill.ma Prefetto Della Provincia di Reggio Cal Oggetto: informazioi del ricorso Focà Giacomo Di riscontro alla pregiata nota della S.V. del 27 Novembre ultimo n ° 13.323 Div.2 ° Sez.1 ° relativamente al ricorso di Focà Giacomo, le sottometto quanto appresso. Per le notizie attinte in questo Archivio Comunale, più quella che ho io personalmente, pende nella G. Corte d’Appello di Catanzaro una causa civile fra il Comune di Motta e la famiglia Pitea. Però gli attuali rappresentanti fratelli Francesco ed Antonio non comparvero nel giudizio, non avendo finora riassunto l’Istanza di loro autori, né vennero chiamati a ripresentarla. Intanto Le ritorno il ricorso del suddetto sig. Focà data la S.V. già servita in visione per informarLa – Il Sindaco F. Maropati — Ed ecco il Milone cosa scriveva ”Speriamo che sia venuto, finalmente, il giorno nel quale Governi saggi, con lo sforzo di tutti gli italiani, veramente sappiamo redimere le terre dalle acque, disciplinando il corso delle fiumare selvagge e rimboschendo gli altopiani e le spalle degli ampi monti; migliorare i pascoli; sempre più industrializzare le culture, più adeguatamente distribuire il possesso e le conduzione, e allo stesso tempo, bonificare gli uomini, con la scuola, esaltandone quella qualità del carattere, che sono, forse , l’unico grandioso retaggio dell’antica civiltà della regione. – Il De Riso: chi senza alcuna prevenzione visita le Calabrie osserverà (che nella loro superficie quadrada di più che 17,000 chilometri non hanno che poche strade nazionali, e con una Marina di più 800 km di spiaggia variamente esposte, non hanno né un porto, né uno scalo sicuro nel quale approdare le navi), (La feracità naturale del suolo), e (i tanti svariati prodotti, che spesso si perdono là dove nascono, per la mancanza di vie di comunicazione ed il nessun commercio…). – Renè Noaut scrive in (La Calabre): gli esseri e le cose sulla costa jonica sono immobili all’ora della canicola. Così la società Calabrese pietrificata da secoli. – Visione alquanto distorta, quella del Renè si discosta molto dalla realtà; senza dubbio la vita economica40


sociale della Calabria basata sulla proprietà fondiaria e sulle classi rurali è stata alquanto dinamica e non pietrificata. dall’unità ai nostri giorni, essa, si può dividere in ventenni: Nel primo 1860 – 1880 si verificò un aumento di conduttori di terrene propri, una diminuzione dei coloni parziali e degli affittuari, un aumento dei salariati fissi e una diminuzione dei giornalieri. - Nel secondo 1880 – 1900 si ebbe un impulso notevole all’aumento del numero dei conduttori di terreni propri, una fortissima ascesa dei coloni parziali e degli affittuari, una discesa rapida dei salariali fissi e un aumento degli avventizi. - Nel terzo 1900 – 1920 fu caratterizzato da un aumento dei conduttori di terreni propri, una diminuzione dei coloni parziali e degli affittuari, una forte diminuzione di salariati fissi e un aumento dei giornalieri. - Il quarto è un decennio 1921-’31 durante il quale vi fu una diminuzione dei conduttori di terreni propri, ascesa dei coloni parziali e degli affittuari, una sensibile diminuzione di salariati fissi e avventizi.- Nel quinto 1931 – ’51 si ebbe un calo dei coloni parziali un forte incremento di salariati fissi ed avventizi . Si inserisce un flash di storia inerente l’inizio della nascita: delle congregazioni e dell’industrializzazione in Calabria. Tra il XVI E XVII sec. i Vescovi della Calabria: Annibale (RC), Evangelista Pellotta (CS), Nicola De Horatis (CZ) e Del Tufo di Mileto promossero la costruzione di un gran numero di congregazioni religiose, sotto il legame della fede ed incentrate su mutuo soccorso. Nel 1584 si ebbero le confraternite, le Opere Pie e corporazioni; col passare del tempo nacquero associazioni anche di carattere professionale. Secondo gli statuti delle fraternite calabresi dell’epoca è possibile separare tre tipi di associazioni: 1° fraternite aclassiste e generiche, 2° fraternite dei ‘nobili’, 3° fraternite delle arti. Nel territorio di Motta San Giovanni agli inizi del XVI secolo, documentato da un atto del 22 luglio 1592, fu fondata la congregazione della Madonna del Leandro, amministrata da laici. Si ricorda anche l’Opera Pia denominata: Legato Castelli, fondata nel 1837 per 41


testamento olografico di Pietro Castelli depositato presso Filippo Cristalli, amministrata da una commissione composta dal Sindaco, dall’Arc. Dittereo e da un cittadino fra i più probi quale cassiere. Scopo dell’opera: sovvenzione ai poveri del comune in denaro e farmaci. Periodi veramente tristi, paesi in completa balia dei baroni implacabili sfruttatori dei coltivatori della terra. A Motta San Giovanni feudi e feudatari di un certo rilievo si ricordano: Villa de Cane e Ruffo. Lindustria, secondo il Barrio, nasce nei centri manufatturieri e produttori di panni di lana: Morano, Castrovillari i Casali di Cosenza, Tropea, Bisignano, Catanzaro, Badolato, Polistina, Seminara, Santa Cristina dello jonio. Produttori di cotone: Tropea Pergnelia. Lavorazione non industriale ma di tipo artigianale e casalingo, anche l’industria della seta fino all’introduzione dei telai e dei tintorifici era ridotta alla sola bachicoltura. Ritornando quale secolo indietro nel 1471, secondo lo storico Dito, il re Politea degli Aragonesi inviò in Calabria un esperto minatore per lo scavo di un giacimento di ‘galena argentifera’. Vent’anni dopo si dette il via ad una società in tal senso. Si dettero permessi per lo sfruttamento di miniere senza limite di tempo solo ad alcuni. Carlo v° nel 1535 diede a Cesare Fieramosca fratello di Ettore la concessione di tutte le miniere in Calabria, anni dopo lo stesso Carlo V° fiscalizzò in modo pesante queste iniziative per li sfruttamento delle miniere, che furono abbandonate. Agli Aragonesi interessava portare avanti solo le miniere sale (Altomonte, Rossano, Neto e Miliano); poi sotto i vcerè il fisco soffocò anche questa industria. Nell’anno 1782 le miniere della Calabria erano 42 di cui : 23 di galena argentifera, due non sfruttate; sette miniere di rame in territorio di Bagaladi e uno in territorio di Motta San Giovanni. Lo sfruttamento viene ripreso con metodo scientifico e con nuovi mezzi per il molibideno di Canolo, per il salgemma di Lugro. la limonite di Stilo e la magnetite dell’Aspromonte; giacimenti, sfruttati o meglio rapinati solo in superficie e poi i primi tre abbandonati. Si precisa che le miniere vennero 42


elencate spesso dalle autorità su basi di indizi e non su certezze, Si rivelò in seguito che, nelle miniere di rame del distretto di Reggio, pur esistendo la contrada Argentera, le tracce di rame risultarono inesistenti. — Con la delibera del Consiglio Comunale Di Motta del 30 agosto 1871 che approvava definitivamente il progetto e la perizia delle occupazioni del suolo, facendo seguito alla stipulazione del contratto d’appalto per l costruzione della strada obbligatoria detta ”li Manganelli” Motta-Lazzaro, tra il Comune e l’impresa Florio Pasquale ebbero inizio i lavori di esproprio delle terre. Nel frattempo continuarono a verificarsi degli episodi già in parti narrati in precedenza. In particolare il già noto ”sottosritto” del Comune di Motta San Giovanni, che dopo due ricorsi presentati al Prefetto di Reggio Cal. non avendo riscontrato nessun intervento in merito all’esclusione del Consiglio Comunale dei due fratelli citati, non si dà per vinto e fa ricorso direttamente al Ministero dell’interno . 1873 - Alla Sua Signoria Ill.ma Sig. Prefetto Di Reggio Cal. - A Sua Eccellenza il Ministro dell’Interno Il sottoscritto del Comune di Motta San Giovanni / Calabria Ultra I° / veduto che i due germani Antonio e Francesco Pitea nonostante che hanno una lite vertente col Comune sono stati eletti essi a Consiglieri Comunali, ed il primo per giunta pure Assessore : che vane furono le molteplici rimostranze presso il Consiglio, la cui influente maggioranza si compone di loro congiunti o devoti, onde le lite espletata, e che inutili ancora sono stati ben tre ricorsi da lui sporti al Sig. Prefetto della Provincia in ottobre, in novembre del passato anno ed in gennaio ultimo, accompagnato l’ultimo con copie di atti giudiziari con date precise delle deliberazioni Decurionali e Consigliari, e di provvedimenti della Prefettura estesa di titoli e sentenze e con dettagliata memoria. Si rivolge ora all’autorità dell’E. V. con preghiera di trovare modo perchè la Legge sia una buona volta eseguita. 43


Ecco in breve di che trattasi I° Pietro Castelli con testamento del 1837, chiamato erede lo Zio Giacomo Pitea istituì vari ‘legati’, con diritto di accrescere, a favore dei due Comuni di Bagaladi e di Motta, non che di Pietro Tripepi ed altri ingiungendo all’anzidetto suo erede la immediata soddisfazione di varie oneri, sotto pena di decadenza e della ‘devuluzione’ di tutta la sua eredità del valore di circa lire 140,000 a favore dei Comuni suddetti e di altri due legatari. 2° Caterina Castelli con istrumento del 26 aprile 1837 /Notar Lofaro / donò riservandosi l’usofrutto tutti i suoi beni, lire 40,000 a favore dei due Comuni i quali autorizzati con Reggio Decreto del di 20 aprile 1838, l’accettarono, ed ha istituita una speciale commissione Comunale per amministrarli e distribuire le rendite ai poveri. Morto dopo più anni il testatore Pietro e la donante Caterina, i Signori Pitea si impossessarono di tutti i beni- per il che ardito il potere giudiziario, sentenza del tribunale di Reggio C. dispose - 1° la divisione tra i legatari, i Comuni compresi, del fondo Balagali legato a Pietro Tripepi premorto il testatore; divisione giudiziaria che non venne pur anche eseguita. 2° E concesse ai citati signori Pitea un ultimo termine di sei mesi per eseguire le disposizioni del testartore Pietro Castelli ordinate sotto pena di decadenza. Appellarono il Comune presso la Corte di Appello di Catanzaro, e quello di Motta,con Atto 29 agosto 1835 chiese le ‘devoluzione’ della eredità Pietro Castelli, e reclamò la proprietà dei beni della donante Caterina. Difensore del Comune di Motta fu il Sig. Ignazio Larussa, poi senatore del Regno, e nel 1860 gli successe nella difesa il Cav. Giuseppe Rossi da Catanzaro – Con atto del 3 Dicembre 1868 l’attuale Sindaco di Motta venne interpellato a costituire per il Comune altro Procuratore per la morte del precedente, e non ne fece nulla per quanto si dice. L’ultimo ricorso dal sottoscritto sporto al Sig. Prefetto terminava presso a poco così : Perchè il Sig. Prefetto acquisti la certezza sella 44


esistenza della lite, che gli si fa credere non vera vien pregato di interpellare d’ufficio l’Avvocato del Comune Sig Giuseppe Rossi da Catanzaro, presso cui si rinvengano le Carte, ed adire la Deputazione Provinciale perché provveda d’ufficio all’espietamento della lite suddetta, l’esperienza di molti anni avendo dimostrato che dalla presente Amministrazione, dalla quale formano parte l’attuale Sindaco interessato per la moglie, Signora Pitea, ed i due germani Antonio e Francesco Pitea, ambo Consiglieri ed assessore il primo, non si vuole far nulla, e provveda ancora a farli rimuovere dall’ufficio per ‘‘incompatibilità manifesta” . Ciò premesso prega l’E.V. di invitare il Sig. Prefetto a voler prendere in considerazione le ragionate domande del sottoscritto, le quali tendono a salvare rilevanti interessi di due Comuni e dei poveri rispettivi con pertinace mal volere costantemente inculcanti. – MottaS.G. lì 14 Maggio 1873. R.PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 2° Sez. 1° N° 2061 Reggio Cal. 26 Maggio 1873 oggetto: Richiesta d’informazioni Al Sindaco di Motta San Giovanni Verrebbe a quest’ufficio fatto presente come i fratelli Antonio e Francesco Pitea Consiglieri in codesto Comune abbiano lite col Comune, e però tale da cadere sotto la sanzione dell’art. 102 del Regolamento della Legge Comunale e Provinciale. Ignorandosi da quest’ufficio la veridicità dell’esposto, si prega la S.V. di voler con qualche sollecitudine informare quest’ufficio al riguardo, con preciso, e dettagliato rapporto. il Prefetto AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE MOTTA N°269 Motta lì 31 Maggio 1873 Oggetto: informazione 45


In evasione agli ordini della S.V. contenuti nella distinta vostra del 26 spirante mese n° 2061 Div.2° Sez. 1° ed in continuazione delle precedenti mie informazioni posso nuovamente ripeterle che non viene giustificato in modo umano che una lite fra i fratelli Francesco e Antonio Pitea con questo Comune di cui tratta, la predetta nota, né di attori né di convenuti in quanto nuovamente fatto frugare questo archivio Comunale non si è trovata al riguardo alcuna notizia. il Sindaco Maropati – Dopo le due note informative, Del 4 Dicembre 1872 e del 31 Maggio 1873, inerenti ai ricorsi Focà si chiuse, forse definitivamente, il sipario sull’intera spinosa e non chiara situazione di incompatibilità venutasi a creare in seno al Consiglio Comunale. Si rinnova il Consiglio Comunale e gli assessori sono: Pitea Francesco, Squillaci Giovanni, Asprea Vincenzo e Scambia Santo. Sindaco Sig. Avv. Francesco Pugliatti. Delle molte, ingarbugliate situazioni citeremo una che sembra incredibile: La Giunta Comunale delibera riunitasi in Consiglio il 13 Giugno 1892, con tanto zelo e precisamente delibera l’ammontare del costo derivante dall’esproprio del suolo di proprietà del Sindaco, per la costruzione della strada, trascurando completamente gli altri proprietari inseriti nel nutrito elenco degli aventi diritto. Il 30 agosto 1871 il Consiglio Comunale delibera e approva il progetto, compresa la perizia delle occupazioni del suolo con un elenco completo dei proprietari terrieri. Alla fine dell’anno 1872 e precisamente il 21 Dicembre 1872 il Prefetto emana il D.P. che autorizza il Comune all’occupazione degli immobili, che sarebbero occorsi per la costruzione della strada comunale obbligatoria della ‘li Manganelli’ Motta-Lazzaro. Questo Decreto nei tempi a seguire sembrò volatilizzarsi. Trascorso più di un ventennio di continui rimblzi tra una istituzione e l’altra si è potuto risolvere solo in parte l’annosa questione. In appresso si esporrà il tormentoso iter dell’intera vicenda ricorrendo in aiuto ai documenti dell’epoca.

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MUNICIPIO DI MOTTA SAN GIOVANNI – GIUNTA MUNICIPALE – ESTRATTO numero 8 del processo verbale redatto dal sottoscritto Segrtario Comunale. L’anno milleottocentonovantadue, il giorno tredici giugno in Motta San Giovanni e nella Casa Comunale. Riunitasi ivi la Giunta Municipale sotto la presenza del Sig. Pitea Francesco Ass. Delegato nelle persone dei Signori Spanò Tommaso, Squillaci Giovanni, Aspea Vincenzo, Scambia Santo e con l’assistenza del sottoscritto Segretario ha provveduto come appresso in merito al seguente - Oggetto: Pagamento degli interessi dovuti al Sig. Pugliatti Avv. Cav. Francesco per l’espropriazione stradale. La Giunta Municipale Esaminato l’elenco delle aspropriazioni dal quale si rileva che il Sig. Pugliatti Avv. Cav. Francesco fu Damaso va ‘creditare’ di lire milleottocentosessanta centesimi quaranta per la quale non si conoscono gli interessi per gli anni 1889, ’90, ’91 alla ragione del 5% all’anno, cioè lire 93,32 in tutto lire duecentoottanta centesimi cinquantasei (280,56) — Considerato che il Comune per tale somma pagò annualmente la Ricchezza Mobile e per ciò deve rimborsarsi lire 39 e centesimi 27. Considerato che tale debito risulta regolarmente in apposito fondo nei regimi passivi dal 1891 e dietro unanime delibera il pagamento della somma di L. 280,56 a saldo interessi a tutto il 31 dicembre 1891, prelevandola dai regimi passivi 1891 e retro dalla quale il cassiere riterrà L. 39,27 per Ric. Mobile, portandola in introito nell’opposito fondo dei regimi attivi 1891 e retro. AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE di MOTTA n° 325 Motta S.G 14 Giugno1892 Ill.mo Sig. Prefetto di Reggio Cal. Oggetto: Pagamento interesse per espropriazione - Per gli ulteriori provvedimenti invio a V.S. Ill.ma in duplice copia la deliberazione presa da questa 47


Giunta dull’oggetto emarginato, con preghiera ancora di ‘farmine’ ricezione. il Sindaco F. Pugliatti R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Div.4°Sez.2°n°10933 Reggio Cal. 25 Giugno 1892 Sig. Ing. Capo del Genio Civile di Reggio Cal. Oggetto: Motta strada per Lazzaro – espropazione Pugliatti Francesco - La Giunta Municipale di Motta, con l’acclusa deliberazione 13 giugno volgente, venne nella determinazione di pagare gli interesse che sono dovuti al Sig. Pugliatti Avv. Cav. Francesco sull’ammontare dell’indennità, dallo stesso accettati per espropriazioni patite in causa della costruzione della strada a manca segnata. Affinché io possa emettere i provvedimenti di legge in merito a detta deliberazione, ho bisogno di tenere presente il versamento delle succitate indennità e perciò prego la S.V. di volermelo favorire. Raccomando la restituzione del comunicato. il Prefetto . . Reggio Cal. 16 Settembre 1892 CORPO REALE DEL GENIO CIVILE Provincia di Reggo Calabria Ultra 1° Ufficio di Reggio – Sezione Speciale Viabilità Obbligatoria- N° 2641/676 Sez.3° risposta alla nota 25-6-1892 n°10933 Div.4^ Sez. 2° Ill.mo Sig. Prefetto di Reggio Calabria Oggetto; Motta S.Giovanni – Strada per Lazzaro – Espropriazione Pugliatti -- Di riscontro alla nota della S.V. Ill.ma controindicata Le partecipo che la totale indennità di espropriazione competente al Sig. Pugliatti Avv. Cav. Francesco è di L. 1870,40 e non ùl. 1850,40 come figura nella acclusa deliberazione della Giunta Municipale che Le restituisco. La stessa emerge da due verbali di accettazione: Il 1° in data 19 settembre 1889 già superiormente approvato dell’ammontare di lire 258,96. Il 2°in data 30 agosto 18892 riprodotto su crta munita di marca da bollo, dall’elenco di espopriazione dell’ammontare di L. 1611,44 assieme L. 1870 ’Ing. capo del R Genio, Civile 48


R.PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Din. 3^ 17877 Lì 20 Settembre 1892 Sig. Sindaco di Motta Oggetto: Strada per Lazzaro – Espropriazione Pugliatti. - La totale indennità di espropriazione spettante al Sig. Pugliatti Cav. Francesco è di L.1870,40 e non di L.1850,40 come figura dalla acclusa deliberazione di codesta Giunta Municipale che le restituisco per l’occorrente rettifica. Tale indennità emerge da due verbali di accettazione. Il 1° in data 19 settembre 1889 dell’ammontare di L. 258,96 . Il 2° in tata 30 agosto u.s. dell’ammontare di L. 1611,44 . assieme L. 1870.40. – Attendo sollecito riscontro. Il Prefetto AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE di MOTTA n° 538 Div.3^Prot. G 1787 Motta lì 28 settembre 1892 in risposta alla nota del 24 cor. Ill.mo Sig.Prefetto di Reggio Cal. Oggetto: Motta Espropriazione Pugliatti - Debitamente ratificata restituisco a S.V. Ill.ma la deliberazione presa da questa Giunta, circa il pagamento degli interessi dovuti al Sig. Pugliatti sulle espropriazioni stradali alla nota emarginata. Il Sindaco Francesco Pugliatti – 1894 -R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA n° 8625 Div. 3^ Sez.1° Reggio Calabria 5 Giugno 1894 Sig. Ing. Capo dell’ufficio del Genio Civile Reggio Calabria - Oggetto: Matta – frazion Lazzaro – argomento: indennità Pugliatti Francesco-Domandosi da queata Prefettura procedura in merito ad una domanda del Sig. Pugliatti Francesco fu Damaso per pagamento d’indennità di espropazione per la costruzione della strada comunale obbligatoria da Motta San Giovanni alla frazione Lazzaro, prego la S.V. di compiacersi farmi ricevere i relativi verbali di accettazione delle indennità del 19 Settembre 1889 e 20 Agosto 1892. il Prefetto

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R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA n° 8625/3. Reggio Calabria 5 Giugno 1894 Sig. Conservatore dell’archivio Notarile Oggetto: Richiesta di copia di Documento Prefettizio Con Decreto Prefettizio 21 Dicembre 1872 fu autorizzata l’occupazione degli immobili che sarebbero occorsi per la costruzione della strada Comunale Obbligatoria Motta San Giovanni, sino alla provinciale jonica. Dagli atti della Prefattura risulta che, tale decreto sia stato registrato nell’Ufficio del Registro di questa città addì 26 Dicembre di quell’anno al libro 2° not.8, prot.147, e, sinora non si è potuto rinvenire atti ; né l’originale, né la minuta di essa, così Le rivolgo preghiera perché voglia compiacersi di rilasciarmene una copia legale su carta da bollo, in base alla copia che deve trovarsi depositata presso codesto archivio. IlPrefetto Reggio Cal. 7 Giugno 1894 UFFICIO DEL REGISTRO di REGGIO CALABRIA n° 2190 Cap. Sez. 6 Sez n° 8629. 3/1 risposta nota del 6 Giugno ’94 Ill.mo Dig. Prefetto RC Oggetto: richiesta di copia di decreto prefettizio Spiacemi non poter fornire alla S.V. Ill.ma il richiesti documento – giacché le copie degli atti registrati nel 1872 trovasi depositati in locale archivio notarile, in virtù del deposito dell’art. 66 della legge 13 Settembre 1874- Il ricevitoresulla richiesta di copia Decreto Prefettizio -- Di riscontro al pregevole foglio segnato a margine manifesto alla S.V. Ill.ma che nessuna trascrizione esiste a favore del Comune di Motta San Giovanni, quindi è da ritenersi che il citato Decreto Prefettizio del 21 Dicembre 1872 non sia trascritto. Ad ogni modo, potendovi essere delle ragioni nei repertori a favore si prega la S.V. indicare il nome, cognome, paternità e domicilio di qualche espropriato per fare le debite ricerche anche contro. Il Conservatore 50


. Reggio Cal. 8 Giugno 1894 CONSERVAZIONE DELLE IPOTECHE di REGGIO CALABRIA N° 579 risposta a nota 7-6-94 Ill.mo Prefetto di Reggio Cal. - oggetto: sulla richiesta di copia Decreto Prefettizio -Di riscontro al pregevole foglio segnato a margine manifesto alla S.V. Ill.ma che nessuna trascrizione esiste a favore del Comune di Motta San Giovanni, quindi è da ritenersi che il citato Decreto Prefettizio del 21 Dicembre 1872 non sia trascritto. Ad ogni modo, potendovi essere delle ragioni nei repertori a favore si prega la S.V. indicare il nome, cognome, paternità e domicilio di qualche espropriato per fare le debite ricerche anche contro. IL Conservatore Reggio Cal. 12 Giugno 1894 ARCHIVIO NOTALILE DISTRETTUALE di REGGIO CALABRIA n°49 Ill.mo Sig. Prefetto di Reggio Cal. oggetto: invio di copia di atto privato In esecuzione della S.V. Ill.ma del 10 Giugno corrente N° 8625 Div.3° Sez.1° pregiomi trasmetterle qui unita la copia della scritta privata del 21 Dicembre 1872 contenente un Decreto Prefettizio, dalla specifica in calce di essa potrà rilevarne la spesa. Il Conservatore D.Catanoso R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Addì 22 giugno 1894 Al Sig. Sindaco di Motta - Presso l’archivio notarile di questa città si rinviene la copia del Decreto Prefettizio del 21 Dicembre 1872 relativa alla occupazione degli immobili occorsi per la costruzione della strada Motta Lazzaro debitamente registrato. Dovendosi ora provvedere, da parte di questo ufficio, alla trascrizione, voltura catastale ed inserzione nel foglio degli annunci legali, necessita di chiedere all’ufficio del Genio Civile copia dei tre elenchi che andavano allegati al decreto in parola, no rinvenutasi in 51


questa Prefettura si prega codesto ufficio, nel quale dovendosi trovare perché allegati al decreto spedito alla S.V. in data 21 Dicembre 1872 n° 227. Visto lo stato di cose la spesa all’oggetto dovrà prelevarsi dalla rimanenza della rata di quanto accordato dal Ministero, in L. 1527,60 è quindi la impossibilità per ora di dar corpo alla domanda inoltrata dallo espropriato Francesco Pugliatti per lo svincolo della di lui indennità in lire 1870,40. La S.V. è pregata farmi sollecitamente tenere le copie delle quietanze di versamento della somma di lire 179,24 quale imposta della ricchezza mobile pagata dal Comune sul credito delle indennità da parte dei proprietari espropriati meno quelli relativi al Sig. Pugliatti Francesco fu Damaso che allegati alla pratica i cui originali li restituisco alla V.S. il Prefetto . Reggio Calabria 10 luglio 1894 CORPO REALE DEL GENIO CIVILE PROVINCIA DI REGGIO CALBRIA ULTRA 1° UFFICIO DI REGGIO sezione speciale Viabilità obbligatoria n°1404/348 Sez. 3° risposta alla nota del 22 giugno u.s. n°9078 Alla R. Prefettura di Reggio Calabria - oggetto: comune di Motta San Giovanni strada alla frazione Lazzaro – espropriazione -- Come la S.V. Il.lma sa la pratica delle espropriazioni della emarginata strada che rimonta al 1872, fu allestita dal municipio di Motta San Giovanni, e i verbali di accettazione, alcuni dei quali non firmati dai proprietari furono redatti in carta libera. Dovendosi, secondo le disposizioni di codesta R. Prefettura sostituire ai verbali suddetti altri verbali in carta bollata e allestire il registro delle espropriazioni Mod. n° 27 – La delegazione stradale, alla quale ne fu dato l’incarico è riuscita finora a redigere solo una parte dei nuovi verbali; gli altri non li ha ancora potuti compilare, perché in causa dei passaggi di proprietà dei terreni espropriati e per insufficienza delle occorrenti indicazioni non si sono ancora potuti identificare i confini delle proprietà all’epoca delle avvenute occupazioni. – Ora prevengo la S.V. che per giorno 11 corrente è stata fissata una nuova visita super 52


locale, alla quale furono inviati ad intervenire i proprietari per fornire i necessari schiarimenti, che si spera varranno a eliminare i dubbi che ancora rimangano, dopo di che saranno redatti i verbali in parola che appena pronti le saranno trasmessi col relativo Regio Mod. 27. In quanto agli elenchi che erano allegati al Decreto Prefettizio del 21 Dicembre 1872. informo la S.V. che esistono presso la delegazione gli elenchi dei proprietari espropriati, ma non si hanno sufficienti indicazioni per potere affermare, che siano effettivamente quelli in esso decreto menzionanti; ad ogni modo, di essi si trasmetterà copia quanto s’invierà tutta la pratica delle espropriazioni. Coll’opportunità, le faccio osservare che i due verbali del Sig. Pugliatti Francesco fu Damaso che la S.V. dice restituire colla lettera emarginata, non furono ritornati. L’Ing. Capo G. Rossi – R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 3° n° 11089 Reggio Cal. 14 Luglio 1894 Sig. Ing. Capo del Genio Civile di Reggio C. Oggetto: Motta strada alla frazione Lazzaro – Espropriazione Risposta alla nota n° 1404 / 348 Resti inteso di quanto La S.V. mi riferisce col foglio a margine indicato. Le raccomando soltanto di curare che, il lavoro di che trattasi sia espletato al più presto possibile, onde regolarizzare gli atti di questo ufficio e, conseguentemente, procedere al pagamento delle indennià tutora dovute ai proprietari espropriati per la costruzione della controindicata strada. Le restituisco, intanto, I due verbali di espropriazione riguardanti il Sig. Pugliatti Francesco, che non vennero allegati alla mia del 22 Giugno u.s. n° 9078 – Il Prefetto. . Reggio Cal. 29 Novembre 1894 R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 3° n° 11083 Sig. Ing. Capo del Genio Civile di Reggio C Oggetto: Motta strada alla frazione Lazzaro – Espropriazione Sono trascorsi circa cinque mesi dalla data della lettera 53


indicata a margine, e la S.V. non mi ha fatto tenere ancora la promessa pratica delle espropriazioni dalla strada MottaLazzaro. Per tacitare, quindi le giuste rimostranze dei proprietari espropriati, interessa la S.V. a trasmettermi, d’urgenza il lavoro di che trattasi, per porre termine ormai a questa annosa ed incresciosa pendenza – che ridonda a danno delle poco floride condizioni finanziarie di quel comune – Il Prefetto Reggio Calabria 14 Dicembre 1894 CORPO REALE DEL GENIO CIVILE PROVINCIA DI REGGIO CALBRIA ULTRA 1° Alla R. Prefettura di Reggio Calabria UFFICIO DI REGGIO sezione speciale Viabilità obbligatoria n°2830 Sez. 3° risposta alla nota del 1 dicembre u.s. n°11085 - oggetto: comune di Motta San Giovanni - strada alla frazione Lazzaro - espropriazione. -Come ebbi già ad informare la S.V. Ill.ma la pratica delle espropriazioni, i cui lavori furono incominciati nel 1872 (22 anni prima) era talmente ingarbugliata che si resero necessarie ì diversi sopralluoghi per risolvere parecchie questioni e mettere in chiaro il vero stato delle cose riferentesi a quell’epoca.- Devo però osservare, che non tutte le espropriazionei sono state definite e che alcune rimangano, per la definizione delle quali occorre attendere che si siano messi d’accordo i proprietari. L’Ing.Capo. 17(19) Dicembre 1894 R. PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 3° n°11085 Sig. Conservatore dell’Archivio Notarile Reggio Calabria rif. alla nota 12 Giugno u.s. n° 49 Risultando dalla copia del Decreto Prefettizio 21 dicembre 1872, autorizzante l’occupazione degli immobili che sarebbero occorsi per la costruzione della strada Comunale obbligatoria di Motta san Giovanni, sino alla provinciale jonica, che di detto decreto abbiano a far parte integrale gli elenchi n° 1,2,3. prego la cortesia della S. V. farmi tenere, anche di tali elenchi la relativa copia legale su carta da bollo, 54


indicandomene il costo per rivalermela. Il Prefetto. 28 Dicembre 1894 R. PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA Div. 3° n°11085 -Sig. Conservatore dell’archivio Notarile - Reggio Cal oggetto: Motta strada obbligatoria - espropriazione urgente Prego la S.V. di rispondere alla mia lettera del 17(19) c.m. relativa al contrascritto oggetto . il Prefetto 31 Dicembre 1894R.PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRAPRIMA sig. Ing. Capo del G. Civile di Reggio Cal. Sono costretto di pregare nuovamente all S.V. a voler rispondere alla mia lettera del 17 luglio u.s. e 1° volgente mese, concernenti il controscritto oggetto o a dirmi le ragioni che vi si oppongano. il Prefetto 1895 Reggio Cal. 3 Gennaio 1895 ARCHIVIO NOTARILE DISTRETTUALE di REGGIO CALBRlA N°2 All’Ill. Prefetto della Provincia di R. Cal. -Oggetto: risposta negativa a richiesta di copie di elenchi Fatte le più accurate richieste non ho potuto rinvenire in questo Archivio gli elenchi dei proprietari degli stabili, espropriati perla costruzione della strada comunale obbligatoria di Motta San Giovanni sino alla Provinciale Jonica. Detti elenchi in copia né sitrovano allegati nel decreto Prefettizio 21 Dicembre 1872, né separatamente in altri fascicoli, che tutti vennero rovistati al riguardo. Da ciò la S.V. Illma potrà desumere il ritardo a rispondere alla nota 19 Dicembre u.s. n°11085, sollecitata coll’altra nota del 31 stesso mese n° 11985 – Il Conservatore Domenico Notaio Catanoso Reggio Cal 12 Gennaio 1895 CORPO DEL GENIO CIVILE PROVINCIA DI REGGIO 55


CALABRIA ULTRA 1°UFFICIO DI REGGIO N° 83. Risposta alla lettera del 7 Gennaio 1895 n° 109/110 Regia Prefettura di Reggio Cal. Oggetto: comune di Motta strada alla frazione Lazzaro – espropriazione invio copia lettera - Di riscontro alla nota di V.S. Ill.ma in data 7 corrente 1895 n° 109/110 – Le fo tenere la chiesta copia conferme della lettera di quest’Ufficio 24 Dicembre 1894 n° 10/2 riferibile alla esproppriazione della strada contraddistinta. l’Ing. Capo A. MichieliR. Prefettura di Reggio Calabria Gli interesati, i quali in difetto di un accordo ”bonario” potranno anche ricorrere ai Tribunali. - Dopo quanto ho detto fin qui, la S.V. Ill.ma puo di ”leggerci convincersi’ che vi è colpa di questo Ufficio se la pratica di che trattarsi non ha potuto ancora esaurirsi.- Ora, allo stato delle cose e per non danneggiare gli altri proprietari per i quali non esistono questioni, sono di avviso che convenga dare corpo a quei verbali che si sono potuti compilare lasciando in sospeso gli altri. Ho quindi all’uopo ordinato al Delegato Stradale di provvedere nel senso ‘’su espresso” e il detto funzionario in data 20 c.m. ha trsmesso al Sindaco di Motta numero 14 verbali perché siano fatti firmare e appena saranno restituiti si trasmetteranno alla S.V. ill.ma unitamente a quelli già firmati e al relativo registro Mod. 27. I verbali di che trattasi rappresentano una indennità di oltre Lire 17.000,00 per L’Ing. Capo F. Giustini (12 Gennaio 1895Reggio Cal.) 14 Gennaio 1895 R PREFETTURA della CALABRA ULTRA PRIMA Div 3°N°706 Sig, Sindaco di Motta Oggetto: strada alla frazione Lazzaro – Espropriazone -Prego la S.V. riferirmi d’urgenza se, e quando, altro estituito al Genio Civile i quartordici verbali di espropriazione, oggetto del precedente mio foglio del 7 andante mese. il Prefetto 56


Motta S.G. 17 Gennaio 1895 Provincia di Calabria Ultra1° MUNICIPIO DI MOTTA SAN GIOVANI n° 57 risposta alla nota de 14 c.m. Div.Sez.3 prot. gen. ll.Sig.Prefetto di Reggio Cal. Oggetto: espropriazione strada -- In riscontro alla nota emarginata faccio conoscere a S.V. Ill. ce i verbali di espropriazione restituiti al Genio Civile, perchè taluni interessati, essenso assenti, non si sono presentati a regoarizzarli. Il Sidaco . 20 Gennaio 1895 R.PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA Div.3 N° 1027 Oggetto:Strada alla frazione Lazzaro - Espropriazione Sig. Sindaco di Motta Nel prendere atto di quanto la V.S. mi ha riferito col foglio a margine, le raccomando di curare che i verbali di espropriazione di che trattasi siano regolarizzati con sollecitudine,per por termine a questa annosa pendenza, che ridonda a danno delle finanze di codesto Comune. IL Prefetto CannizzaroR.C. 28 Marzo 1895 R PRETURA della CALABRIA ULTRA PRIMA div.3° N°4313/4347. Ing. Capo del Genio Civ Reggio Cal. Per definire la ‘’controscritta ‘’ pendenza torno a pregare la S.V. a trasmettermi la pratica delle espropriazioni della strada MottaLazzaro. IL prefetto Cannizzaro Reggio Calabria 4 Aprile 1895 CORPO REALE DEL GENIO CIVILE ROVINCIA DI CALABRIA ULTRA I° Strade Comunali Obbligatorie Attuazione della Legge 30 Agosto 1868 Sezione speciale N° 949 / 113 Risposta alla lettera del 28 Marzo u.s. N° 4213 / 4347 Oggetto: Comune di Motta San 57


Giovanni – strada alla frazione Lazzaro Espropriazione. – Con nota 28 Dicembre 1894 N° 102 il Delegato Stradale ha mandato al Sindaco di Motta S. Giovanni N°14 verbali di espropriazioni di terreni occorsi nella costruzione della strada al margine, perché li facesse firmare dagli interessati e fossero corredati delle notizie catastali occorrenti. I detti verbali non sono ancora stati ritornati. Delle espropriazioni di cui in oggetto e dell’importo approssimativo di lire 20mila, sinora ne furono assodate, coi verbali mandati al Sindaco e con quelli esistenti in ufficio, per lire 17mila circa. Per le rimanenti espropriazioni, siccome sono insorti questioni di proprietà dei terreni occupati bisognerà attendere, prima di compilare gli occorrenti verbali e di dare corpo a quelli esistenti che le vertenze siano definite. Nel mandarle il registro delle espropriazioni assodate, vedrò dallo stato in cui si trovano, se per quelle non definite sia il caso di depositare le somme alla Cassa Depositi e prestiti in attesa della risoluzione delle vertenze dando di ciò notizia agli interessati. Intanto informo la S.V. che in pari data il Delegato Stradale ha sollecitato il Sindaco di Motta S. Giovanni a ritornare i verbali che gli furono spediti. L’Ing. Capo G. Rossi Reggio Calabria 12 / 4 / 95 R.PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA -Oggetto: strada alla frazione Lazzaro - Espropriazione . Sig.Sindaco di Motta Prego la S.V. di restituire, regolarizzati al Genio Civile, i 14 verbali di espropriazioni di terreni occorsi nella costruzione della strada a margine indicata, rimessile dal Delegato Stradale con nota 28 Dicembre 1894 N° 102, sollecitata invano per ben quattro volte da questa Prefettura. Stimo superfluo di prevenire la S.V. che, ove a tanto non si adempirà sarò costretto a provvedere d’ufficio per la esecuzione . Il Prefetto Cannizzaro58


Motta S. G. 19 Aprile 1895 Provincia di Calabria Ultra 1^MUNICIPIO DI MOTTA SAN GIOVANNI N° 245 prot. Risposta alla nota del 12 c.m. div. Sez. 3 prot.gen.5229 Ill. Sig Prefetto di Reggio Cal -- Oggetto: strada alla frazione Lazzaro – Espropriazione -- In riscontro alla nota emarginata assicuro S.V.Ill. che questo ufficio ha fatto ogni possibile per restituire alla Delegazione Stradale, debitamente completati i verbali di espropriazione ma non si è riuscito perché ‘’richiedesi ‘’ l’opera di un Ingegnere, che sul posto, con la guida del catasto possa rilevare le indicazioni catastali che si richiedano. Per cui prego la S.V. Ill. dare gli opportuni provvedimenti. p. il Sindaco Pitea . Reggio Calabria 21/24 Aprile ’95 R.PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA div.3 Oggetto: Motta strada alla frazione Lazzaro – Espropriazione Sig. Ing. Capo del Genio Civile Reggio Cal Ii Sindaco di Motta da me nuovamente sollecitato a restituire – regolarizzati – al Delegato stradale i verbali di Espropriazione relativi alla strada nel margine indicata, risponde che non può a tanto ottemperare perché richiedersi l’opera di un ing., che sul posto con la guida del catasto, possa rilevare le indicazioni catastali che si richiedano. Per definire ormai questa lunga e noiosa pendenza, prego la S.V. di spedire sul luogo il Delegato stradale Sig. Albenga onde regolarizzare i verbali di che trattasi, affinché questa Prefettura possa essere in grado di emettere il relativo Decreto do occupazione, conseguentemente, precedere al pagamento delle indennità tutt’ora dovute ai proprietari espropriati, alcuni dei quali, a tal’uopo, quasi ogni giorno si presentano in questo ufficio. Gradirò in proposito un cenno di assicurazione. - Il Prefetto Cannizzaro-

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Reggio 24 Aprile 1895 R.PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA,N°245(249) Al Sindaco di Motta Pur deplorando il ritardo con cui da codesto ufficio si corrisponde alle richiesta di questa Prefettura, le prevengo che, in pari data a margine la definizione della controindicata pendenza ho disposto all’ufficio del Genio Civile di mandare costì il Delegato stradale Sig. Albenga. Il Prefetto CannizzaroReggio C. 13 - 14 settembre 1895 R. PREFETTURA della CALABRIA ULTRA PRIMA div. 3 N° 6 . Capo del Genio Civile (RC) Oggetto: Strada Motta – Lazzaro (espropriazione) - Vari ed incessanti sono I reclaim dei proprietari dei terreni espropriati per la costruzione della strada Comunale obbligatoria Motta-Lazzaro i quail chiedono il pagamento dell’indennità a loro spettanti essendo già trascorsi dieci anni dal di della occupazione, giunta la facilitazione accordata ai comuni dall’art. 11 della Legge 30 agosto 1868. Trovando abbastanza fondati siffatti reclaimi e volendo urgentemente provvedere per la definizione di siffatta annosa pratica, interesso vivamente la S.V. di emettere pronti ed effecaci provvedimenti per la regolarizzazione verbali di esproppriazioni di complicazione dell’elenco mod. 27- già di seguito alla mia nota 24 aprile 1895 n° 7055 . il PrefettoReggio Cal. 25/26 Ottobre 1895 R. PREFETTURA della CAL ULTRAPRIMA div.3°N°16923 Oggetto: strada Motta – Lazzaro, Espropriazione Sig. Ing. Capo del Genio Civile Reggio Cal. Debbo, nuovamente, pregare la S.V. a volermi trasmettere – regolarizzati – i verbali di espropriazione relative alla strada a 60


margine indicata, stante che gli interessati fanno vive premure per ottenere il pagamento di quanto all’uopo accreditato, ed io non posso più indugiare, avendo essi da tempo presentate le domande corredate degli altri documenti. Il prefetto Cannizzaro.Reggio Cal. 3 Dicembre 1895 R. PREFETTURA CALABRIA della ULTRA PRIMA Oggetto: S.C.O. Motta-Lazzaro . Sig. Ing. Capo del Genio Civile Reggio Cal Interesso La S.V. di farmi sollecitamente tenere, debitamente regolarizzati, i verbali di espropriazione della strada a manca ricordata, affinché io possa provvedere sulle domande dei proprietari espropriati per il pagamento delle indennità. Giunte le precedenti mie del 24 Aprile, 14 Settembre, 3 Ottobre, 30 Novembre di quest’anno N° 6055 e 16923 rimesse prive di riscontro. Il PrefettoReggio Calabria 30 Dicembre 1895 CORPO REALE DELGENIO CIVILE PROVINCIA DI CALABRIA ULTRA I^ N°3561 SEZ.3° DIV.3° SEZ.1° evid.10/1/1896 UFF.DI REGGIO risposta alla lettera del 27 Dicembre 1895 Oggetto: espropriazione per la costruzione della strada C.O. Motta-Lazzaro. Alla Prefettura della Provincia di Reggio Calabria I verbali d’espropriazione della strada controindicata ascendono al N° di 28 . Di questi sono stati completate regolarizzati e per tutti i 28 è stato ultimato in minuta il relativo registro mod. 27 In questo registro si sono lasciati in bianco le indicazioni per soli 5 verbali incompleti. Allo scopo di evitare ulteriori sollecitudini, ho in giornata disposto la copia dei 23 verbali regolarizzati e del registro suddetto, per cui fra pochi altri giorni sarò in grado di rassegnare alla S.V. Ill. almeno per i suddetti 23 verbali la pratica completa con 61


quelle proposte che saranno del caso relativamente ai 5 residui verbali. Detti cinque verbali non hanno potuto ancora essere ultimati per insolvenza degli interessati e del Municipio di Motta S. Giovanni quantunque si siano fatte molte sollecitazioni al riguardo. L’Ing. Capo Giustini.1896 Reggio cal. 10 Gennaio 1896 R. PREFETTURA DELLA CAABRIA UTRA PRIMA cap. 16/1 Evid 25/1 Sig. Ing. Capo del G. Civile Reggio cal In relazione alla contrassegnata lettera, prego la S.V. sollecitamente adempiere alla promessa fattami con l’invio dei verbali di espropriazione degli immobili occorsi per la costruzione della strada Motta Lazzro corredati del registro modulo 27 nonché dei dati catastali i della estensioni dei terreni espropriati con la indicazione della natura per ottenersi senza osservazione. da parte della agenzia delle imposte, la voltura catastale. il Prefetto Reggio Cal. 18 Gennaio 1896 CORPO REALE DEL GENIO CIVILE PROVINCIA DI REGGIO CAL. ULTRA UFFICIO DI REGGIO N° 141 sez. 3° risposta alla lettera del 16 Gennaio 1896 div. 3° 23495 oggetto: Motta Lazzaro espropriazione per la strada C.O. - Alla R. Prefetture di Reggio Cal.- I verbali e il registro delle espropriazioni oer la costruzione della strada controindicata sono in corso di copiatura. Ho inoltre suggerito, che presso codesta R. Prefettura trovasi il Decreto di espropriazione della strada in parola che venne emesso molti anni orsono. Pare che, essendo stato dal medesimo smarrito l’originale ne sia stata l’anno scorso tratta copia legale presso l’archivio notarile dove era stata depositata agli effetti della Legge di registro la copia rilasciata a suo tempo allo stesso Ufficio di Registro. Se così stanno le cose prego la S.V.Ill. di volermi fare tenere con qualche sollecitudine copia del suddetto Decreto per i debiti controlli. Ricevuta detta copia di Decreto ed ultimate le residuali copie dei 62


verbali, e quella del registro mod. 27 trasmetterò alla S.V. Ill. l sollecitata pratica ai sensi di quanto questo ufficio prometteva con nota n° 3561 sez. 3° in data 30 Dicembre u.s. l’Ing. CapoReggio 22 Gennaio 1896 R. PRETURA Della Calabria Ultra Prima Div.3 N°1701 risposta alla lettera del 18 /1/96 N° 141 . Oggetto: Motta-Lazzaro Espropriazione stada C.O. Al Sig. Ing. del Genio Civile Reggio Cal. - Di risposta al foglio controindicato, le significo che, dagli atti della pratica riflettente l’oggetto, a manca ricordato, risulta che in data 21 Dicembre 1872 fu emesso Decreto di autorizzazione al Municipio di Motta S. Giovanni di occupare gli immobili di proprietà degli individui in esso indicati, occorsi per la costruzione della strada obbligatoria Comunale Motta Lazzaro, come dagli elenchi n° 1, 2 e 3 annessi a detto Decreto Che, siffatto provvedimento è stato diffuso dal Municipio, motivo per quale venne richiesta all’Archivio Notarile una copia di esso Decreto che si ottenne, senza però gli elenchi che allo stesso andavano allegati. Che non risulta l’uso l’uso fattosi di siffatta copia di Decreto ed inveve si rinvenne una copia informe che si unisce alla presente. Si suppone che la copia legale sia stats consegnata al Sig. Pugliatti Francesco per ottenere alla voltura e trascrizzione ipotecaria dello immobile espropriatogli, in seguito di che ottenne il pagamento della di lui indennità in L. 1870,40. Attendo la restituzione dell’allegato. Il Prefetto Reggio addì detto R. PRETTURA della Calabria Ultra Prima . Al Sig. Sindaco di Motta S. Giovanni Prego la S.V. di spedire fra otto giorni, al richiedente ufficio del Genio Civile, il verbale d’accettazione dell’indennetà spettante a Catalano Ignazio e Antonino fu Vincenzo, ricercato presso codesto Municipio fin dal 20 Dicembre 1894, 63


onde evitare di inziare a spedire costì un Commissario. Il PrefettoReggio Cal. 3/5 Febbraio 1896 R. PREFETTURA Della Calabria Ultra Prima div.4 n° 16917 Sig. sindaco di Motta S. Giovanni Oggetto: espropriazione Curatola–Pagameento d’indennità al Sig.Lofaro Luigi (rif.anota1°517) - Di seguito alla deliberazione 1°, cui si invita la Giunta Municipale ed agli atti esibiti, questa Pefettura non ha difficoltà di disporre il pagamento della espropriazioe Curatola a favore del Sig. Lofaro Luigi. Però. Siccome dagli atti di questo ufficio risulterebbe che la vedova di Curatola Salvatore rilasciò dichiarazione con cui autoriozzava a detrarre della presunta indennità di L.680,49, metà dell ‘importo della soma contenuta nella sua proprietà a sostegno della strada, così importa comunicare comee perché nella deliberazione della Giunta non si sia tenuto conto di tale ‘dimostranza’… Il Consiglio di Prefettura Letta la dichiarazione !° della Giunta Municipale di Motta S. Giovanni, relativa all’istanza del Sig. Lofaro notar Luigi per essere pagato quale primo curatore iscritto, al prezzodell’indennità di espropriazione spettante al minore Curatola Salvatore, oltre che dagli atti esistenti risulta sufficiente comprovata la proprietà del fondo, nonchè la indennità di esse, meno la iscrizione del Sig. Lofaro. Che negli atti medesimi risulta parimenti una assenza, nei modi, di Legge per il pagamento dell’indennità ed interessi al curatore Sig. Lofaro Luigi . . È di avviso Che possa procedersi al pagamento a favore di Lofaro Luigi della soma di L. 1028,49 fra capitale ed interesse rappresentante la indennittà di espropriazione sofferta da Curatola Salvatore per la costruzione della strada Motta Lazzaro. 64


Reggio addi detto Al Sig. Liquidante delle imposte dirette in Melito Porto Salvo. . Dalla voltura catastale della Legge prescritta trasmetto alla S.V. copia di un mio Decreto di autorizzazione al Comune di Motta S. Giovanni di occupare gli immobili occorsi per la costruzione della strada comunale obbligatoria Motta Lazzaro.- Favorisca significarmi l’ammontare della spesa per farle tenere il relativo ordinativo di pagamento. Il PrefettoReggio Cal. 19 Giugno 1896 CONSERVAZIONE DELLE IPOTECHE DI REGGIO CALABRIA N° 689 risposta alla nota 18-6-1896 N° 6443 Div.3 Alla Prefettura di Reggio Oggetto: strada C.O. Motta Lazzaro –Espropriszione -Di riscontro al pregevole foglio segnato a margine informo la S. V. Ill. Che per la trascrizione del Decreto spedito con la prelevata nota occorre la spesa di L. 65,00 Il ConservatoreR. PREFETTURA Della Calabria Ultra Prima .

Alla Ragioneria Prefettura

Si autorizza la Ragioneria di rilasciare ordinario di pgamento di L.1078,49 a favore del Sig. Lofaro notar Luigi, quale primo creditore iscritto sul prezzo della indennità di espropriazione spettante al minore Curatola Salvatore. Il PrefettoIL PREFETTO DELLA PROVINCIADI REGGIO CALABRIA Veduto il Decreto Prefettizio del 21Dicembre 1872 registrato in Reggiobil 26 detto, libro 2° vol. 8° fog. 147 Mappa L. I. 20 col quale vennero espropriati, per causa di pubblica utilità taluni immo bili appartenenti alla seguenti ditte, occorsi per la costruzione alla strada Comunale Obbligatoria MottaLazzaro, giusto I tre tronchi che si dicevano allegati a detto 65


Decreto. Considerato che dal 1872 fin’oggi, il precedente Decreto rimase, come non avvenuto per non essersi rinvenuto presso il Municipio di Motta l’originale Decreto ed I tre elenchi e quindi, la mancanza della trescrizione ipotecaria, la voltura, e la inserzione nel foglio periodico; che nel solo interesse di Pugliatti Frencasco ebbe luogo la trascrizione ipotecaria nel giorno 23 giugno 1894 n° 4680, essendo stati omessi gli altri adempimenti; ritenuta la necessità della regolarizzazione di siffatta pratica, per effetto di che fu disposta ed eseguita, dall’ufficio del Genio Civile la compilazione del registro modulo 27 datato 9 Aprile 1896. Veduti I relativi verbali di bonaria cessione dei preannunciati terreni. Veduti gli art. 11 della Legge 20 Agosto 1868 N° 4361, 33 e 34 della Legge 25 Giugno 1865,N°2359. Decreta: L’Amministrazione Comunale di Motta é autorizzata occupare permanentemente I seguenti immobili siti nel territorio di detto Comune. I proprietary degli immobili da occupare permanentemente:1) Pannuti Angelica di Giuseppe erede Tegani Giovan Filippo domiciliata a Motta. 2) Caminiti Angelica di Giuseppe erede Tegani Giovanni fu Pasquale domiciliata a Motta 3)Azzarà Giuseppe fu Policarpio domiciliato a Motta 4) De Paola Fortunato fu Antonio domiciliato a Reggio 5) Foti Giovanna fu Bruno domiciliata a Motta. 6) Maropadi Francesco gli eredi 7) Lofaro Maria di Luigi, vedova Curatola Salvatore domiciliata a Reggio 8) De Blasio Bruno Fortunato e Giovanni Fu Antonio da Motta 9) Musolino Caterina fu Gaetano da Reggio con ben 10 appezzamenti di terreno 10) Scaramozzino Giuseppe di Antonio Curato per la Ditteriale di motta 11) Catanoso Notar Francesco fu Pietro 12) Baldassare Giorgio e Caterina erede del fu Baldassare Sante 13) Pugliatti Francesco Fu Domenico per 4 14) Irapasso Giovanni fu Vitalino 15) Eredi Focà Giacomo 16) Briatico Lorenzo fu Pietro e per esso L’erede Eleonora Caccavo fu Pietro 17)Romeo Domenico fu Giuseppe, 66


Sacerdote 18) Morace Dottor Giovanni Fu Domenico 19) Tristani Concetta 20) Eredi Pitea Francesco 22) Pignone del Carretto Marchesa Isabella vedova 21) Musolino Caterina fu Cav. Gaetano del Marchese Domenico Grimaldi, e legale Amministratrice dei figli minorenni Giovanni e Margherita 23) Minoliti Francesco di Saverio per 7 appezzamenti 24) Romeo Sacerdote Agostino e Signora Adelaide Scappatura di Antonio 25) Pellicanò Felice fu Pietro per 2 appezzamenti. I suddetti terreni valutati per un ammontare complessivo di L. 16.086,29. Il presente Decreto sarà registrato, inserito nel foglio periodico per gli annunzi legali, trascritto all’ufficio della conservazione delle ipoteche, e ne sarà fatta l’opportuna voltura nel catasto, nei modi e termini di Legge. Reggio Calabria 14 Giugno 1896. Il Prefetto .Trascritta a Reggio Calabria addì ventuno Giugno 1896 al vol. 292 N° 4351 d’ordine e vol. 565 N° 2812 di formalità. Esatto per tassa ipotecaria L. Sessantacinque. Il Conservatore- Dall’elenco degli espropri, I nominativi dopo oltre un secolo sono quasi scomparsi tutti.Reggio 21 Giugno 1896 R. PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA div.3 n° 10607 All’ufficio di Ragioneria della Pretuta Oggetto: strada C.O. Motta Lazzaro -Espropriazione E’ autorizzato l’ufficio di ragioneria di rilasciare due ordinativi di pasgamento della soma complessiva di lire 224 e centesimi 15, cioè una di lire centocinquantanove e centesimi quindici (L.159,15) a fafore dell’amministratore del foglio periodico per gli annunci legali per la seguita riscrizione nel n° 107 del sul detto foglio del Decreto Prefettizio 14 andante riguardante l’autorizzazione al Comune di Motta di occupare Motta – Lazzaro, ed un’altra di lire sessantacinque ( L. 65 ) a favore del Conservatore delle Ipoteche di questa città per la trascrizione degli immobili occupati. 67


Addi detto Al Sig. Consevatore delle Ipoteche Reggio Di conformetà alla richiesta contenuta nella emarginata lettera, trasmetto alla S.V. un ordine di pagamento di L. 65 quale impotare della spesa di trascrizione degli immobili necessari per la costruzione della strada C. O. MottaLazzaro giusto il mio Decreto del 14 andante.Addi detto . Sig. Sindaco di Motta San Giovanni Deve essere conservato negli atti di codesta Legatoria Comunale, Le trasmetto un esemplare del n° 107 del foglio periodico 70 andante mese nel quale, al N° 886 trovasi riportato il Decreto Prefettizio 14 di questo stesso mese diautorizzazione a codesto Comune di occupare gli immobili necessary per la costruzione della strada C.O. MottaLazzaro. Attendo un cenno di ricevuta. Il Prefetto. Reggio 1 Luglio 1896 CONSERVATORE DELLE IPOTECHE DI REGGIO CALABRIA N° 734 Risposta a nota 13 – 6 – 96 N°10607 Div. 3 Oggetto: strada Comunale O. Motta Lazzaro – Espropriazione Regia Prefettura di Reggio Calabria Di riscontro al pregevole foglio segnato a margine trasmesso alla S.V. Ill. Coc doppio della nota di trascrizione col certificato di seguita formalità. Il Conservatore Reggio 2 Luglio 1896 AGENZIA delle IMPOSTE DIRETTE E DEL CATASTO di REGGIO CALABRIA N° 2122 sez. V^ Classe – risposta a nota 18 Luglio 96 N° 6449. On. Prefettura della provincia (RC) - Le spese occorrenti per la compilazione delle domande di voltura in base al Decreto Prefettizio 14 Giugno 1896 per la espropriazione relativa alla strada obbligatoria Motta Lazzaro ammontano a L. 13,20. Devo osservare però che per i beni espropriati e trascritti ai n° 13 – 68


14 – 22 del detto decreto mancano i dati catastali questo ufficio non è in grado di provvedere per la relativa voltura. L’ Agente Superiore ( Ag. Delle Imp. Dirette) Reggio 3 Luglio 1896 R. PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA Sig. Agente delle Imposte Dirette Melito Porto Salvo Prego la S.V. di rciscontrare la mia nota del 18 Giuhno u.s. 6449 riguardabte la voltura catastale degli immobili occorsi per la costruzione della strada comunale obbligatoria Motta – Lazzaro. Il Prefetto Casile. . Melito 5 Luglio 1896 R. AGENZIA delle IMPOSTE DIRETTE E DEL CATASTO MELITO P. S. n° 948 rispoata a nota 3 Luglio 96 n°6449 Oggetto: strada C. O. Motta Lazzaro espropriazione Voltura catastale. Ill. Sig. Prefetto Reggio Cal. - La di contro nota, con gli atti allegati venne restiruita a V. S. Ill. In data 19 Giugno u.s. n°842 essendo la voltura di copetenza della Ag. di Reggio Cal. L’agente 6 Luglio 1896 R. Reggio PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA div.3° n° 11548 - Oggetto : strada C. O. Motta Lazzaro – Espropriazione – All’ufficio di Ragioneria della Prefettura Si autorizza l’ufficio di Ragioneria di rilasciare a favore dell’Agente Superiore delle imposte di questa città un ordine di pagamento di lire tredici e centesimi venti (L.13,20) quale ammontare della spesa di voltura catastale degli immobili occorsi per la costruzione della strada C.O. Motta Lazzaro. Il Prefetto Addi detto 6/7 Luglio 1896 R. PREFETTURA DELLACALABRIA ULTRA PRIMAAl Sig. Agente Superiore delle Imposte Dirette di Reggio. Insieme ad un ordinativo di pagamento di lire tredici e centesimi venti 69


(13,20) quale ammontare della spesa per la voltura catastale degli immobili occorsi per la costruzione della strada C.O. Motta Lazzaro, le ritorno la copia del relativo decreto, nel quale non posso fare alcuna aggiunta, nè ordine partire comprese di L. 13,14 o 22 nè quanto riguarda i dati catastali i quail, nonostante le ripetute richieste fattesi agli inperessati, questi non hanno cercato di presentare all’Amministrazione appropriante i relativi dati. Il Prefetto Casile Reggio 18 Agosto 1896 R. AGENZIA delle IMPOSTE DIRETTE E DEL CATASTO di R.C. N° 2271 Sez.V classe Risposta a nota 7 Luglio 1896 n°11548 On. Prefettura di Reggio Cal. Per debito d’ufficio, comunico alla S. V. Ill. Che oltre alle difficoltà riscontrate ed accennate colla precedente mia lettera del 2 Luglio u.s. N° 2122, all’inseguimento della voltura dipendente dal decreto Prefettizio 14 Giogno 1896 qui unito, se ne incontrarono altri che qui di seguito sono indicati : al n° 2 dell’elenco è detto che l’espropriato è certo Caminiti Angelica riportato in catasto all’art.1973, mentre in detto articolo è inserita Pannuti Angelica di Giuseppe. Al n°3 è errato l’art. Catastale e la Ditta espropriata Azzarà Giuseppa è riportata è riportata in catasto, ma non per I numeri indicati nel decfreto. Al n°6 è detto che il terreno espropriato è compreso tra I numeri 1429, 1430, 1436, mentre in catasto figurano I n°1429 e 1430 a nome di Morisani Giovanni quale Amministratore giudiziario di Maropadi ed il n° 1436 a nome di Gullì Carmine di Antonio. Nella ipotesi che la voltura debbasi eseguire a nome di una o di anche due le persone inscritte in catasto devesi precisare la superficie separatamente. Al n° 8 La Ditta espropriata è De Blasi Bruno ed altri Germani fu Antonino, mentre I numeri di sezione indicati nel decreto sono riportati non a nome dell’espropriato, ma bensì a Biasi Francesco fi Antonino in Pavone Giuseppe. Al n°15 la Ditta espropriata è Focà, eredi Giacomo, invece I numeri su cui accadde l’esproprieazione 70


sono a nome di Lacava Antonino fu Paolo. Al n° 20 la Ditta espropriata è Pitea, eredi Francesco per I numeri 1858 e 1860. Tali numeri riportati a nome di Mongolini Caterina, la quale è cpmèresa nello stesso decreto e per gli stessi numeri (vedi n°21 elenco). Al n°23 non corrisponde la denominazione della contrada, essendo detta nel decreto – Pigna della corte ed in catasto Crupi. Al n°24 La Ditta espropriata è Romep Sacerdote Agostino e per esso defunto, Scappatura Adelaide, in catasto invece è riportato Casile Domenico fu Fabrizio. Le differenze sopra indicate fra in decreto ed il catasto portano si che, quest’ufficio trovasi nell’impossibilità di eseguire la voltura e quindi prego la S.V. Ill. Volere disporre che siano eliminate. L’Agente Superiore Reggio 2 Settembre 1896 DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA

R.PREFETTURA div.4°n°14333 Oggetto: Motta strada C.O. Motta Lazzaro – Esproprop. Sig. Ing. Capo del Genio Civile – Reggio - In base all’unito registro mod. 27 redatto da codesto ufficio sotto la data 9 Aprile u.s., fu emesso il decreto del 14 Giugno 1896, col quale venne autorizzata l’Amministrazione Comunale di Motta ad occupare gli immobili occorsi per la costruzione della strada C. O. Motta Lazzaro. L’Agente Superiore delle imposte di questa città, al qual venne trasmessa l’unita copiapreaccennato decreto ha osservato non potere attendere per le Ditte segnate ai n° 13, 14, 22, alla voltura catastale a motivo della mancanza dei necessary dati che la S. V. dichiarò, con la emarginata lettera, non averli potuti ottenere dagli interessati. Ha osservato ancora le seguenti difficaltà per alter otto Ditte, qui appesso indicate (Si trascrive l’unita lettera dal 0 al 00) le differenze di cui sopra, fra l’elenco e relativo decreto ed il catasto portano sic he l’ufficio della Agenzia non può attendere alla richiesta voltura. Per evitare la rettifica del preaccennato decreto, il che comporterebbe una nuova spesa, prego la S. V. di far 71


redigere un nuovo elenco. Il Prefetto Casile Reggio Cal.11 Settembre1896 CORPO REALE DELGENIO CIVILE PROVINCIA DI CALABRIA ULTRA I^ UFFICIO DI REGGIO N°2376 . . Alla Prefettura di Reggio Ho preso atto delle osservazioni fatte dal Sig. Agente Superiore delle Imposte di questa città circa le indicazioni catastali figuranti nel registro delle espropriazioni di questo ufficio in data 9 Aprile 1896, le quali sono state riprodotte nel decreto della S.V.Ill. del 14 Giugno 1896. Trattandosi che, strada in parola si eseguisce di libera iniziativa, e che i lavori relativi procedono in modo regolare e senza dare luogo ad osservazioni, ho pensato di rimettere copia conforme della lettera della S.V.Ill. controindicata nel Registro Mod. 27 e copia conforme del decreto 14 Giugno u.s. al suddetto Comune, . R.C. 24 Settembre 1896 . Ill.mo Sig. Prefetto di Reggio Calabria I sottoscritti Luigi Lofaro e Maria Lofaro. Vedova Curatola, espongono alla S.V.Ill. la seguente domanda : il sottoscritto Luigi Lofaro è creditore del minore del proprio padre Salvatore Curatola fu Bruno della somma di L. trentaduemila, ipoteca su parecchi fondi, tra cui il fondo Sant’Antonio nel Comune di Motta, del quale fondo è stata occupata una zona per la costruzione della strada Obbligatoria di Motta Lazzaro, pel prezzo di L. 680,49 giusto il relativo verbale redatto deln Genio Civile : il qual prezzo, uno all’interesse del 5% non pagate dal Comune sin dal 1886 inclusive, cioè per anni 10, che nell’insieme assommano a L. 349 ; si spettano ad esso Lofaro creditore ipotecario di detto fondo, che perciò ha diritto ad essere pagato sul mutuo contrattato dal Comune di Motta colla Cassa Depositi e Prestiti, della complessiva somma di L. 1028,49 tra capitale ed interessi, e ne domanda alla S.V.Ill. il pagamento. - La sottoscritta Maria Lofaro, nella qualità di Madre amministratrice del minore Salvatore 72


Curatola, ed in virtù dell’ordinanza Tribunale civile del 14 Dicembre 1888, colla quale ènstata autorizzata di pagare tutti i debiti ereditati del minore, tra cui quello di 32mila lire in favore del Sig. Luigi Lofaro, si associa alla domanda fatta dalla stesso acconsentendo che fosse fatto a lui il pagamento della predetta somma di L. 1028,49 , dovuta dal Comune di Motta a titolo d’indennità di espropriazionr e relativi interessi, non soddisfatti per anni 10. Reggio Calabria 24 Settembre 1896 Maria Lofaro ved. Curatola Notaio Luigi Lofaro Reggio 26 Settembre 1896 R. PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA div. 4° n°16491 Oggetto : Motta Espropriazione Curatola Salvatore pagamento, indennità al Sig. Luigi Lofaro. - Sig. Sindaco di Motta San Giovanni Trasmetto alla S.V. la acclusa istanza documentata, colla quale, il Sig. Lofaro Natar Luigi, per le ragioni in essa esposte, chiede il pagamento della soma di L. 1028,49 per la espropriazione patita, dal fu Curatola Salvatore in occasione della costruzione della strada, che da costi arriva a Lazzaro, e la prego di sottoporla all’esame di codesta Giunta Municipale e, ove ne sia il caso, restituirmela accompagnata dal deliberato che autorizza questa Prefettura a procedere all’indicato pagamento per le esistenti nella R. Tesoreria ; ritenendola inoltre indene per gli eventuali diritti che terzi potessero all’uopo vantare. Il Prefetto Cannizzaro Motta S.G. 1 Ottobre 1896 Provincia di Calabria Ultra 1° MUNICIPIO di MOTTA SAN GIOVANNI N°513 Risposta alla nota del 28 Settembre 1896 Oggetto: Motta Espropriazione Curatola pagamento indennità al Sig. Lofaro Luigi Restituisco alla S.V,Ill. La domanda del Notar Lofaro Luigi ed I relativi documenti, insieme alla deliberazione di questa Giunta, che autorizza la Prefettura ad eseguire il chiesto 73


pagamento delle indennità di espropriazioni. Questa Amm. È costretta a deplorare il ritardo con cui gli interessi mettono in regola le domandr di opere pagate del prezzo delle indennità, dopo di che, tal ritardo import ail ‘’clemus del decorrimento’’ di nuovi interessi su di un capitale già depositato, epel quale il Comune paga alla sua volta gli interessi di mutuo. Il Sindaco F. Pugliatti (Delibera originale):

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Reggio Cal. 4 Ottobre 1896 R. PREFETTURA DELLA CALABRIA ULTRA PRIMA div. 4° n° 16912 Onorevole Consiglio di Prefettura

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Oggetto : Motta strada comunale obbligatoria esproprio al Sig. Curatola. Pagamento indennità al Sig. Lofaro Notar Luigi. Con la deliberazione della Giunta Municipale di Motta San Giovanni, che autorizza il pagamento, ritenendola il Prefetto, indene pei diritti eventuali dei terzi, si sottopone l’acclusa istanza documentata del Sig Luigi Lofaro per essere pagato, quale primo creditore iscritto del prezzo di espropriazione spettante al minore Curatola Salvatore, per l’occuoazione del fondo occorso per la costruzione della strada obbligatoria per la frazione Lazzaro. A relazione del Cons. Sig. Prefetto Cannizzaro.Motta S.G. 11 Ottobre 1896 Provincia di Calabria Ultra 1° MUNICIPIO di MOTTA SAN GIOVANNI Risposta alla nota dell’8 corr. Ill. Sig. Prefetto di Reggio Cal. Oggetto : espopriazione Curatola. Pagamento indennità al Sig. Lofaro Luigi In risposta alla nota di V.S. Ill. a manca segnata. Mi affretto darle gli schiarimenti richiestimi: il tratto di strada costruita nella proprietà Curatola è in terrapieno elevato di più metri sul livello del sottostante fondo, e dall’uno dei lati era stato costruito per sostegno dal Comune, un muro a secco, che per frequenti frane, cui andava sottoposto nelle piogge invernali si rendeva necessario ricostruire in ‘fabbrica’ . La Signora Maria Lofaro, madre del mre Salvatore Curatola, onde incitare il Municipio a completare l’opera, che a lei risparmiava l’inconveniente di vedere il suo fondo ingombrato del materiale del muro asecco, quando accadeva di franare, con sua istanza del Gennaio 1887 diretta a questa Amm. Si dichiarò pronta a farsi legalmente autorizzare a rilasciare 77


sull’indennità di espropriazione del fondo Sant’Antonio, spettante al minore, metà dello spesato occorrente per la costruzione del muri anzidetto. Tale dichiarazione restò negli atti seguito veruno; in vero, nessun valore legale le si poteva attribuire non potendo la madre impegnare, senza legittima autorizzazione, gli interessi del minore e molto meno disporre in pregiudizio dei diritti dei terzi dal prezzo dell’indennità di espropriazione. Quest’Amm. quindi a prescindere dale ragioni di equità, trattandosi di un’opera che eiguardava il Comune, non poteva tenere conto di una dichiarazione improduttiva di effetti, e che la stessa dichiarante non aveva né facoltà e neppure intenzione di tradurre in atto. Pel il Sindaco Francesco Pitea…Per la costruzione della strada molti contadini si sono resi utili mettendo a disposizione braccia e animali da traino, ovviamente dopo aver chiesto il benestare ai proprietari. Ma come si sa venivano o sottopagatino ricevevano in cambio una minastra al giorno. Quasi tutti questi braccianti mal organizzati, vuoi per mancanza di cultura o perché privi di imprenditorialità, impegnati nei lavori di costruzione della strada trascurarono l’agricoltura, eccetto la produzione del vino e dell’olio e la lavorazione della carne di maiale, destinati per lo più ai benestanti – padroni dei fondi. - Come sempre succeede…A lavori non ancora terminati le piogge incessanti mettono in difficoltà il proseguo dei lavori e nello stesso tempo, il tratto già costruito cede in alcuni punti. Subito inizia il disastroso e interminabile lavoro di riparazione. Il Comune in difficoltà economiche chiede con una istanza, aiuti al Prefetto.

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(Istanza-originale)‌

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Il passaggio delle corporazioni alle associazioni operaie non avvenne rapidamente come sis a, per motivi diversi ; possiamo ricordare brevemente che non si ebbero sviluppi di iniziative private e se ci furono, nella classe Contadina vennero soffocate dalla miseria e dallo strapotere dei baroni del tempo. Facendo un passo indietro, a grande linee, cercheremo di illustrare la situazione creatasi in quegli anni. – Nella prima metà dell’800 si delinearono due Italie : quella dei Savoia e quella dei Borboni. Ancora negli anni ’60 le associazioni operaie e contadine non decollarono automaticamente, ma vincolate alle fraternite meridionali. Su questo tema sono stati organizzati diversi Congressi, fino all’Unità d’Italia, che videro impegnati le società operaie all’insegna della rivendicazione sociale e del mutuo soccorso. Il movimento operaio si ebbe al nord, a partire dal 1850 e fino al ’59 i Governi riuscirono a tenere tutto sotto controllo, lasciando gli operai fuori dagli schemi politici. Dopo il congresso di Milano e di Firenze del 1861, il Movimento operio cambia la propria situazione, riesce a far 81 scorcio strada Motta-Lazzaro…


parte della politica, dando vita ad una interclasse che prepotentemente si inserisce quale tramite tra capitale e lavoro. – Da tempo erano state sopresse le Congregazioni con Decreto del 13 febbraio 1790 e con Decreto 2 novembre 1790 I beni ecclesiastici passarono allo Stato. Le opere Pie e le Congragazioni iniziarono a prendere corpo in Calabria intorno al XVI secolo (1510), si ricorda la fondazione a Reggio di un Monte di Pietà congiunto all’ospedale di Melicuccà, con il compito di raccogliere mezzi finanziari che rimanevano a disposizione dell’Istituto. Il Monte di pieta di Reggio fu donato da Ferdinando Spina e Carlo Papalia con atto Notarile contrassednato G.B. Foti. (Si dice che Ferdinando Spina fu un grande usurpatore dei demani del Comune di Reggio). – Queste Congregazioni nacquerò per scopi di mutuo soccorso e per aiutare I poveri, ma non fu così ; si dimostrarono tutt’altro che tali, comportandosi da veri usurai. – Russo, (storia dell’Archidiocesi di Reggio Calabria, Vol. II pag. 163) scrive <<di allontanare le vergognese usure che si fanno dalli mercanti contro li poveri cittadini>> . Anche I Francescani presero l’iniziativa di fondare altri Monti di petà scandalizzati dalla <<esosità degli usurai>> Nel 1538 sorsero I Monti di Rossano e di Reggio. Lo statuto del Monte di Reggio fu approvato dal Vicerè di Napoli nel 1588 ; nello stesso anno e nella città fu inagurata la nascita del Monte di Pietà e di Pegni per << I prestiti in pegni d’oro, argento e pietre preziose>> . – Nacquerò molti altri Monti di pieta, fiorirono in Calabria, come scrive Galasso. A troèea, già prima del 600 esisteva un Monte di pieta con capitale di 300 ducati, in quell’anno portati a 3000, a Reggio ad opera di Mons. Gasparre del Fosso venne istituito un altro ‘Monte’ <<al fine di allontanare le vergognose usure che si fanno dagli mercanti contro li poveri cittadini>> esattamente come scrive Francesco Russo richiamandosi alle notizie data da : << cronaca ZappiaCutizzone>> . Ai 1000 ducati donati da del Fosso si aggiunserò altrettanti, da parte dell’università (il Comune); 82


nel 1590 il capitale era 200 ducati, poi portati a 2700. Nella Calabria Ultra I° nacquerò anche I seguenti ‘Monti’ a Petilia-Policasrto, Montauro, Srefanaconi, Mileto, Bagnara, Sant’Agata, Stillatanone, Seminara, Fiumara, San Procopio, Sinopoli vecchia, Oppido. Al Centro-Sud d’Italia ci fu l’iniziativa dei ‘’Monti Frumentari’’. L’iniziatore fu Michele Aiasso di Volturara Appula (FG) ; costui lasciò per testamento al commune la soma di 2000 ducati a condizionee che la rendita di tale soma servisse per la distribuzione di seminati ai poveri, tutto con un unico scopo : sdradicare il perdurare dello strangolamento dell’usura a carico dei contadini. In un momento in cui, maggiormente necessitava la distribuzione di sementi, le autorità lasciarono libero il campo agli usurai e I contadini furono costretti a più duri sacrifici per procurarsi quanto loro serviva alla coltivazione dei fondi. Dal 1624 i ‘Monti Frumentari’ divennero numerosi nell’area Centro-Meridionale – nell’anno dell’unificazione si contavano esattamente 2051 ‘Monti Frumentari’ ma pochì in Calabria e soprattutto a Reggio, dove un ‘’Monte Frumentario’’ fu fondato dall’Arcidiacono G.A. Spagnolio il 19 Dicembre 1643, ma fu soppresso pochi anni dopo l’unificazione d’Italia, assorbito dalla cattrdra ambulante di agricoltura. Ma al fine cambiò : invece di fornire gli aiuti necessari ai bisogni agricoli aveva il compito di spiegare ai contadini i vantaggi derivati da una coltivazione razionale. Un compito non consono alle esigenze delle classe contadina. Il passo fu breve : i M.F. , le opere Pie, le Fraternite, le Congregazioni, nati per combattere l’usura divennero essi stessi strumenti di usura. Il mondo agricolo, precisamente la povera gente venne estromessa dai benefici derivanti dale associazioni, beneficiarono soltanto alcuni piccoli proprietari. Fu favorita così la nascita di cooperative per prestiti, ad interesse ridotto, che agevolava l’intromissione del clero nel tessuto contadino e nel mondo dei braccianti veramente poveri. – Con l’istanza di richiesta di fondi al Prefetto si concluse l’anno 1896 83


…La situazione sociale ed economica di fine 800 non è molto diversa dal lontano fine 700, che fino a quel tempo nessun re aveva osato combattere lo strapotere del baronaggio in modo definitivo. Era in atto la Rivoluzione Francese ed ecco la volta napoleonica, quando la Legge eversiva di Giuseppina Buonaparte aboliva il feudalesimo intenta a scalzare il baronaggio, il testo della Legge Giuseppina fu pubblicato il 14 agosto 1806. Citiamo il primo articolo : la feudalità con tutte le sue attribuzioni resta abolita. Tutte le giurisdizioni finora baronali ed i proventi qualunque, che vi siano stati annessi, sono reintegrati alla sovranità, dalla quale saranno inseparabili. Seguirono altri decreti : uno dell’11 novembre 1807, l’altro del 27 febbraio 1809 e 23 ottobre 1809 creando non pochi problemi. Anche col ritorno dei Borboni le condizioni economiche e sociali non mutano, persino con l’evento dei Savoia il sistema rimane quasi immutato. Vediamo in sintesi quail erano i ‘’pranzi’’ della povera gente, estromessa da qualunque beneficio proveniente dale terre e da lavori intrapresi dal nuovo regno per ristrutturare e costruire le linee di comunicazione, quail strade e ferrovie, con l’intento di accorciare le distanze tra nord e sud e costruzioni di edifici atti ad ospitare nuovi uffici statali. Il cibo del contadino per tutta la Calabria, come del resto in tutto il meridione, era il pane (di granone o di farina di castagne), non sempre presente, verdure cotte e crude, pasta di casa e patate, minestrone di legumi o di verdure, unica bevanda era il vino razionato. La carne era un lusso, si poteva mangiare in periodi sporatici, concentrati nelle festività solenni, in media tre o quattro volte l’anno. In provincia di Reggio, si consumava pane condito con olio, sale, farcito dale volte da pepperoni, olive, frutta ; in inverno si cucinava polenta semplice o con cavoli, oppure faggioli secchi. Il Franchetti così scriveva, nel 1875 : << Mangiavano pane tanto secco che per mangiarlo dovevano raschiarlo col coltello nel cavo della mano e versarlo in bocca a briciole; erbe colte nei prati e cotte nell’acqua con un pò di olio e sale 84


quando ne avevano >>. I contadini agiati avevano delle case a due piani: il piano terra adibito alla stalla, il primo piano ad abitazione, la soffitta per conservare le provviste per l’inverno. I contadini poveri vivevano in abitazione umide, affumicate, se non nello stesso vano, a quello attiguo venevano sistemati l’asino, il maiale o altro animale domestico. A queste abitazioni si dava il nome di case coloniche, coperte da tegole e per pavimenti la terra nuda dove si mangiava, si teneva la paglia, il fieno e si riposava. Ebbene, alla soglia del 900 la condizione contadina non ha subito progressi significativi, anche se fino all’anno 1882 ha funzionato la scuola di agricoltura di Vittorio Emanuele III affiancata da antiche istituzioni di beneficenza, ospedali, ricoveri per mendicanti, ecc. A Reggio vengono istituiti società di assicurazioni contro danni da incendi, da grandine, sulla vita umana e sulla mortalità del bestiame; anche le casse di risparmio fanno la loro apparizione. In questo scenario socio/economico la costruzione della strada obbligatoria Motta-Lazzaro prosegue il suo cammino. 1897 Mentre il Comune, preoccupandosi dei Danni causati dale continue piogge si prestava a deliberare le necessarie misure, atte a tamponare la pericolosa stabilità del fondo stradale e I cedimenti, in alcuni punti, dei muri di contenimento del nuovo tronco di strada costruito, e ad inserire il capitolato di spesa nel bilancio di previnsione, I proprietari delle terre espropriate, intanto, continuano a coltivarle accaparandosi il raccolto. Nel 1872(76) ebbe inizio l’iter per il Servizio Postale e la costruzione dell’acquedotto ad uso agricolo e dei mulini, indispensabili per la molitura dei cereali; qualche anno dopo venne realizzato l’impianto di ill’uminazione stradale ad olio e poi a petrolio, infine l’impianto idroelettrico, l’elettrodotto, l’impianto telefonico e dell’acqua potabile. Questi ultimi argomenti verranno trattati in altre occasioni. Alcune delibere della giunta Comunale che trattano : riparazioni e manutenzione, accertamenti delle 85


occupazioni degli immobili per la costruzione della strada obbligatoria Motta-Lazzaro:

Tornanti strada Motta-lazzaro

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Motta S,G. MetĂ â€˜900 (rione Susu, vista da Est)

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-- Come si é visto in altre trattazioni, l’Amministrazione, durante il 1904-1905 non era più sostenuta; il Comune viene commissariato. I documenti che seguiranno trattano lo sviluppo della situazione che si era venuta a creare nei periodi precedenti.. . 19 Dicembre 1904 . MUNICIPIO di MOTTA SAN GIOVANNI Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia di Reggio Calabria Oggetto; Strada Motta Lazzaro accertamento zone occupati - A pronto riscontro del foglio contrassegnaro mi affretto far presente alla S.V. Ill.ma che il deposito fatto per indennità spettanti al funzionario del Genio Civile ch dovrà accertare le zone effettivamente occupate per la costruzione della strada Motta Lazzaro non é soltanto di L.60, ma che ad esse vanno aggiunte le alter L.30 depositate per lo stesso oggetto fin dal 30 Giugno 1903. Ciò stante, parendomi che il deposito complessivo di L.90 sia sufficiente al pagamento delle indennità di un accesso che é a ritenersi non duri oltre I due tre giorni, mi permetto pregare la S.V. Ill.ma perché disponga che il deliberato accesso avvenga con la massima sollecitudine essendo ad esso connessi importanti interessi di questo Comune specialmente in ordine alla espropriazione Grimaldi. Se d’altra parte l’Ingegnere destinato dovesse liquidare indennità maggiori del deposito eseguito la S.V.Ill.ma può assicurarlo che con la massima sollecitudine sarà provveduto al saldo. Sarebbe mio desiderio che l’accesso suffetto avesse luogo entro lo scorcio del correnteanno. Con piena osservanza . il Sindaco

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1913 Ii Comune di Motta era in attesa che il Genio Civile potesse ritrovare negli archivi, disordinati e distrutti dal terremoto I documenti relativi della costruzione della strada MottaLazzaro. Si prevedevano alter perizie sui luoghi espropriati, per produrre nuovidocumenti necessary a riprendere l’iter burocratico per la conclussione del tratto di strada già costruita; in particolare risolvere il probblema delle espropriazioni. Il bando dei lavori per la costruzione dell’ultimo tratto non veniva ancora pubblicato. Il 5 Maggio 1913 la Sig,ra la Sig.ra Curatola invia un’istanza alla Pretura (si acclude copia) con la quale precisava il diritto di proprietà del terreno ‘’portella di Cambareri’’. Insomma, molti gli scontenti, per questo che la strada motta-Lazzaro non ebbe un tracciato confortevole; Molti tornanti potevano esse evitati. Lunghi e onorosi furono I lavori effettuati, ma l’opera per l’epoca di cui trattasi era grandiosa. Comunque necessaria e obbligatoria: tant’é che ancora oggi, pur rimanendo lo stesso tracciato e migliorato il fondo stradale, percorsa da mezzi moderni rimane efficiente.

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completamento della costruzione della strada obbligatoria Motta-Lazzaro, avvenuta i’ 8 febbraio 1914 sembrò essere conclusa l’interminabile impresa : il comune di Motta è collegato con la città di Reggio Cal. Parallelamente si realizzano altri importanti opere per avvicinare Motta ad altre comunità : il servizio postale, il telegrafo, il telefono. Il servizio postale era molto precario ed era affidato a persona di fiducia che si recava a piede, ogni mattina, alla stazione di Lazzaro per ritirare il pacchetto postale, spesso vuoto. Anche all’epoca i reclami (ricorsi) venivano inviati al Prefetto con firme di persone ignare dello stesso reclamo. Citiamo un episodio, il 26 giugno 1876 : il Prefetto scrive al sindaco di Motta ; oggetto: servizio postale – Per effetto di un reclamo sporto alla prefettura ci erudisce sull’andamento non regolare del servizio porta-corrispondenza postale di codesto comune, occorre avere dettagliate informazioni sul riguardo. Stante ciò, prego la S.V. di fare invitare il Sig. … portacorrispondenza a presentarsi in questa segreteria di spettanza per essere all’uopo interpellato. Il Prefetto. …Dopo un’attenta e accurata analisi da amministratori solerti, all’altezza delle esigenze del tempo, approdano in Consiglio Comunale due importanti argomenti, di estrema necessità per la popolazione e non solo, l’impianto dell’acqua potabile (1912) e la necessità non più rinviabile del collegamento telefonico con il resto d’Italia. (1913) . Già nel 1907 la Deputazione Provinciale di Reggio aveva deliberato la costruzione della rete telefonica urbana. L’anno dopo all’adunanza del Consiglio Comunale di Reggio il 10 luglio 1908, venne proposto, dall’assessore De Nava la realizzazione dell’impianto telefonico negli uffici Comunali, con ampliamenti di carattere funzionale e di sicurezza alla caserma dei pompieri, al comando delle guardie municipali e a tutti gli uffici che svolgevano servizio pubblico. Fu approvata all’unanimità.

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. . .Diamo un cenno storico politico-economico del trentennio che segue l’unità d’Italia, ed è a cavallo tra l’800 e l’inizio del 900. Nel 1877 (Legge Colombo) la obbligatorietà dell’istruzione elevata per un biennio si rivelò, come era previsto inoperante, proprio nelle zone più povere. Nell’80 venne abolita la Legge sul macinato, emanata nel 1868 e accolta sfavorevolmente soprattutto dai contadini, non fu accompagnata da una riforma del sistema fiscale e continuò a gravare sui consumi popolari. La Legge elettorale del 1882 escludeva dal diritto di voto analfabeti e nullatenente, che per contro non avendo ottenuto validi diritti politici, si videro ostacolata anche l’emigrazione e rimasero ad ingrossare le fila della mano d’opera a basso salario. L’immissione del grano americano nel mercato europeo, attorno al 1880 provocò una crisi agraria generale. L’interesse del governo si orientava verso uno sviluppo industriale attraverso una fortissima pressione fiscale sul lavoro agricolo, mentre la borghesia industriale settentrionale rivendicava un impegno più energico dello Stato per sostenere l’incipiente industrializzazione. Durante il governo del Di Rudini il rincaro del prezzo del grano e di altri prodotti alimentari ( tra il 96’ e 98’ ) aggravò la situazione interna. Le agitazioni, specie quelle di Milano furono soffocate nel sangue, con misure repressive anche per la libertà di stampa. Gli ultimi anni del secolo furono caratterizzati da grandi confusioni ideologiche, solo con Zanardelli, a fianco del quale fu messo Giolitti vi fu una svolta nella politica interna. Persistevano però nel paese larghe zone d’ombra nell’Italia meridionale, dove continuavano a predominare le vecchie oligarchie e a verificarsi eccidi di lavoratori. Uno sciopero generale fu proclamato a Milano nel 1904, in seguito a una strage compiuta a Buggerro in Sardegna. Subito dopo furono sciolte pacificamente le Camere, e indette nuove elezioni dal risultato sfavorevole ai socialisti. Nel 1906 tornò Giolitti al potere e affrontò la questione Meridionale con scarso risultato. Le Leggi speciali a favore del Sud (1904 per la 134


Basilicata e per Napoli, 1906 per la Calabria e le isole) , furono severamente criticati dai meridionalisti. Solo nel 1911 all’insegna di un forte rilancio delle riforme Giolitti tornò al potere. Per la prima volta furono ammessi a votare i nullatenenti e gli analfabeti purché avessero compiuto trent’anni e soddisfatto l’obbligo di leva. Fu approvata la Legge per la nazionalizzazione delle ferrovie voluta espressamente da Giolitti. L’impresa di Libia. Che doveva ristabilire un certo equilibrio per superare la fame principalmente tra popolazione meridionale si rivelò un vero disastro. Fra l’altro, il costo dell’impresa fu superiore al previsto e minacciò l’equilibrio finanziario raggiunto negli anni precedenti. A seguito di un nuovo sciopero generale nel 1914, altri moti e varie repressioni governative si cominciò a delinearsi un’involuzione conservatrice. Dopo i colpi mortali di Sarajevo si ebbe l’inizio di una nuova fase della storia – La guerra del ’15 – ’18. L’INIZIO DELL’ILLUMUNAZIONE STRADALE . Negli ultimi anni del’800 a Motta San Giovanni si cominciò a parlare di un vero impianto d’illuminazione pubblica stradale, fino ad allora, il centro del capoluogo Mottese era al buio, illuminato dal chiarore lunare nelle serate calme e serene, o da qualche torcia e pare da alcune lanterne ad olio sistemate alla meglio agli angoli delle strade più frequentate. All’alba del ‘900 il problema dell’illuminazione venne discusso in Consiglio Comunale; si è certi che non vi era una energica opposizione alla maggioranza, capitanata dal Sig. Pugliatti Avv. Cav. Francesco. Il consiglio era composto dai seguenti consiglieri: Catanoso Antonino, Sqillaci Giovanni, De Paola Giuseppe, Crisera Lorenzo, Pugliatti Fabrizio, De Blasio Giovanni, Ruffo Giovanni, Maisano Notar Giuseppe, Vigilanti Carmelo, Pitea Francesco, Scambia Diego, Folduti Pietro, Catanoso Pasquale, Maiara Gabriele, Morapodi Fausto, Provera Saverio, Scambia Santo, Catanoso Paolo, Laganà Consolato. Membro anziano Catanoso Antonio, segretario 135


Catanoso Luigi, Ass, delegato per il Sindaco Pitea Francesco e governò fino al 1905. Quello stesso anno, per dirigere l’amministrazione Comunale fu mandato un Regio Commissario il Sig. Internicola dott. Michele. Costui ripropose l’argomento ‘’impianto d’illuminazione pubblica’’ ma non poté essere realizzato per il sopravvenuto terribile terremoto del 1908. Terminata l’emergenza terremoto, nel 1910 del 5 di Novembre il Regio Commissario autonomamente assistito dal segretario comunale deliberò la messa in opera di un impianto di fanali per la pubblica illuminazione a gas-acetilene. Lo stesso anno il 21 agosto un’altra delibera autonoma, fu decisa in merito alla costruzione della casa comunale, ma questa volta il Commissario venne attaccato aspramente dai Mottesi. Ne nacque una disputa che sfociò in un ricorso inviato al prefetto di Reggio Cal.. -- La consultazione elettorale del 1910 mette fine alla presenza incresciosa del Regio Commissario, il consiglio Comunale si rinnova con un sostanziale cambiamento e i consiglieri sono: Foti Giovanni, Focà notar Giacomo, Vigilanti Carmelo, Laganà Consolato, D’amico Avv. Antonio, Squillaci Saverio, Catanoso Pietro, Maisano Notar Giuseppe, Catalano Carmelo, Morabito Domenico, Malara Avv. Cesare, Pata Giovanni, De Paola Giuseppe, Filocamo Cav. Giovanni, Amodeo Dott. Pasquale, Vigilanti Fortunato, Pugliatti Avv. Cav. Francesco, Catanoso Antonio, Funari Prof. Luigi. Sindaco Focà notar Giacomo, Consigliere Anziano Foti Giuseppe, Segretario Luigi Catanoso. Il consiglio riunitosi il 9 Settrembre 1911 con l’ordine del giorno l’illuminazione Pubblica, intesa la relazione del Sindaco e la proposta della Giunta unanime delibera quanto segue: si dà ampio mandato alla Giunta di studiare un sistema idoneo per migliorare il servizio d’illuminazione Pubblica adottando tutte quelle proposte e modifiche che si renderanno necessarie per sostituire l’illuminazione a Gas-Acetilene con quello a Petrolio. La suddetta delibera venne vistata dal Prefetto il 18 Novembre 1911, prot. N° 41050 Div. 2^. In poco più di un 136


mese Motta San Giovanni varò il suo nuovo impianto d’illuminazione stradale con lampade a petrolio, adesso non resta altro che nominare l’accenditore ed ecco il 30 dicembre 1911 la Giunta viene convocata e proclama il Sig. Mallamaci Pasquale fu Francesco accenditore della pubblica illuminazione di Motta San Giovanni, con salario mensile di lire 45. Dopo un anno, a consuntivo, si rileva che, le spese erogate in economia per procurare il petrolio e mantenere il personale addetto alla manutenzione risultava molto oneroso, il 16 Novembre 1912 il Sindaco convoca il consiglio e comunica ai presenti la necessità di erigere un apposito capitolato d’appalto per affidare la conduzione del servizio d’illuminazione ad imprese private. Nel 1913 un uomo, un uomo del Sud Catalano Carmelo dotato di non comune intelligenza e grande intuito cogliere, pensate un po’ nel lontano 1912/13, l’importanza dell’energia elettrica fonte di ricchezza, di civiltà e progresso, quindi un uomo molto avanti per il suo tempo. Egli ha fatto pervenire dal Nord e installato una centrale idroelettrica in contrada San Giorgio a Motta San Giovanni. L’impresa Catalano Carmelo dopo alcuni non indifferenti sforzi economici ha realizzato il primo elettrodotto che la storia ricordi in questo angolo della Calabria, tra la centrale elettrica ed il paese. Dunque l’illuminazione elettrica a Motta San Giovanni fu una realtà. Intanto nel 1914 l’amministrazione Comunale si rinnova ed i nuovi consiglieri sono: Sindaco Focà Notar Giacomo, Consigliere anziano Malara Avv. Cesare, segretario Maesano Giuseppe, Amodeo Giovanni, Catanoso Antonino, Giordano Angelo, Vigilanti Fortunato, De Blasio Bruno, De Paola Giuseppe, Laganà Consolato, Romeo Domenico. Lacava Antonino, Azzarà Saverio, Sergi Sisto Alessandro, Genio Giuseppe, Pizzichemi Francesco, Pugliatti Avv, Francesco, Pitea Antonino, Scambia Santo, Ruffo Giovanni, Pata Giovanni. Dai primi mesi di quell’anno, l’impresa aveva avviato delle trattative con l’amministrazione precedente che gli assicurava di procedere nei lavori per l’illuminazione 137


pubblica, quindi chiedeva alla nuova amministrazione l’autorizzazione a procedere i lavori intrapresi, questa richiesta-istanza venne discussa in consiglio il 14 Dicembre 1914. Lo stesso anno si provvide alla installazione dei fanali d’illuminazione in contrada Valanidi e Lazzaro questi ultimi hanno dovuto attendere ancora per molto tempo per poter usufruire dell’energia elettrica. Alla fine dell’anno. A conferma di ciò e precisamente il 13 Dicembre 1914 la Giunta Comunale costituita da : Focà Notar Giacomo Presidente, Malare Avv. Cesare Assessore, Vigilanti Fortunato Assessore, Laganà Consolato Assessore, Maesano Giuseppe Segrertario, viene convocata per deliberare il pagamento di Lit 55 a favore del Sig. Pedà Giovanni per avere eseguito i lavori d’installazione dei fanali d’illumunazione pubblica nella borgata Valanidi, con mandato di pagamento eseguibile con il prossimo esercizio finanziario del 1915. Con le prime lampade accese, come per magia, l’entusiasmo popolare si esalta, perché l’evento di quella illuminazione misteriosa incuriosisce tutti. Da quel momento magico Motta San Giovanni, paese prevalentemente agricolo e contadino viene scosso da una ondata di imprenditorialità in parte soffocata dalla sudditanza che vigeva a quel tempo. La luce elettrica era tanto un arcano e cercherò di rendere l’idea raccontando un episodio veramente emblematico : si dice che un uomo anziano accanito fumatore di pipa, trovandosi sprovvisto di fiammiferi, si avvicinò al personale addetto alla manutenzione e chiese con tanta discrezione di poter accendere la pipa nella lampadina. Voci popolari insinuavano che, in quel periodo l’amministrazione nel suo complesso era gestita da uomini in contrasto tra loro, ma documenti ufficiali smentiscono tali voci. Tanto, per amor del vero e per informare i giovani e i meno giovani che poco conoscono gli avvenimenti di quel periodo storico. Il 23 Gennaio 1915 riunitasi la giunta al completo per deliberare, questa volta, il pagamento di manutenzione per la rete d’illuminazione a petrolio il quelli di Valanidi. … Finalmente, 138


dopo due anni dall’installazione dell’impianto idroelettrico, il Consiglio Comunale di riunisce l’11 Aprile 1915 per discutere su ‘’Provvedimenti per l’illuminazione pubblica’’ la seduta partorisce, fra le altre decisioni, il seguente capitolato :

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‌Questa delibera fu mandata per la ratifica al Prefetto, ma trascorsi sei mesi, il Sindaco dovette sollecitare con lettera prot. 2031 del 31 ottobre 1915. La risposta del Prefetto è stata sollecita, questa volta, infatti è datata 3 novembre 1915 e comunica testualmente : Prego la S.V. di trasmettere altri 140


due esemplari del capitolato d’appalto per l’illuminazione pubblica deliberato da codesto consiglio comunale con atto dell’11 aprile scorso. Il Prefetto In quello stesso anno l’impresa, nell’attesa di una decisione del comune, installa un mulino per la molitura di cereali a trazione elettrica, le macine importate dalla Francia avevano una grande caratteristica non si sfaldavano e non lasciavano residui terrosi nella farina. Questa fu una novità assoluta, in quanto a Motta all’epoca esistevano una decina di mulini pressione idrica con macine costruite da maestranze del luogo e con pietre reperite a Motta stessa. La grande guerra bussa alla porta, infatti, le vicende storiche che l’Europa in quel periodo attraversa e dopo la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia del 28 luglio 1914, l’equilibrio degli Stati cominciò a vacillare. L’Italia, facente parte della triplice alleanza con Austria e Germania il 3 Agosto aveva dichiarato la propria neutralità.Tentativo per ottenere dall’Austria le terre irredente a compenso della neutralità ma questo non avvenne. Il governo Italiano firmò il patto di Londra il 26 aprile 1915 con il quale si impegna ad entrare in guerra. Così fu, il 24 maggio dichiarò guerra all’Austria, in un secondo tempo il 27 agosto 1916 alla Germania. Il 22 novembre 1915 il consiglio riunitosi delibera l’installazione di n° 100 punti luce per la pubblica illuminazione. L’impianto per le vie principali è quasi completato, siamo già nell’anno 1916. Intanto Motta gode della nuova illuminazione elettrica, il paese ha cambiato volto, sono già iniziate gli allacciamenti per gli utenti privati, l’impianto si estende a macchia d’olio in tutto il paese. Si racconta che le navi, provenienti dall’oriente o dal nord Africa, quando di notte si trovavano di fronte alle coste Calabre, gli equipaggi scorgendo nel buio l’illuminazione stradale di Motta pensavano fosse un’altranave che li precedeva, tant’è che una di esse, seguendo tale rotta si trovò incagliata tra gli scogli antistanti Melito Porto Salvo. In parallelo alla nuova luce elettrica vi erano accesi ancora i fari a petrolio, l’amministrazione comunale non aveva preso una 141


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decisione, ma dopo alcuni dibattiti ufficiali e non, il 2 aprile il Sindaco convoca la giunta esecutiva, ordine del giorno : illuminazione pubblica. I convocati, sentita la relazione dell’assessore ai Lavori Pubblici, constatato che nel Bilancio dell’esercizio 1915 vi era rimasta una disponibilità sufficiente a sostenere la spesa necessaria ad affidare, per un anno, alla Ditta Catalano Carmelo, l’illuminazione stradale di 50 lampadine elettriche e sospendere l’illuminazione con i fari a petrolio. … Con la delibera del 2 aprile la Giunta, in via d’urgenza e con i poteri del Consiglio, concesse alla Ditta Catalano l’appalto d’illuminazione pubblica per la durata di un anno. Delibera vistata dalla Regia Prefettura in data 24 aprile prot. n° 10968 Div. 2^ e nello stesso tempo viene autorizzato il Comune a trattare in forma privata. A causa della guerra il vacillare dell’economia comincia a far sentire i suoi effetti; aumenta il prezzo del petrolio, vengono compromesse le vie di comunicazione, scarseggia la circolazione monetaria, aumentano le file degli emigranti clandestini e molti attraversano persino l’oceano in cerca di fortuna. Nel periodo pre-bellico 1913/14 l’emigrazione italiana, come risulta da documenti ufficiali, raggiunge quota 880.000 . Alla fine del conflitto l’emigrazione riprende, tant’è che nel 1920 espatriano oltre 600.000 persone. - Nel 1916 addi 26 del mese di Giugno, nella sede Municipale viene stipulato il primo contratto ufficiale per l’appalto d’illuminazione pubblica ; Contraenti: il Comune di Motta San Giovanni e la ditta idroelettrica di Catalano Carmelo.

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L’originale:

… Con la stipola di questo contratto si conclusero le trattative che duravano ormai da anni e si realizzò definitivamente la sostituzione dell’impianto a petrolio con quello elettrico; altri eventi turbarono la tranquillità dei Mottesi : il richiamo alle armi.Con la dichiarazione di guerra alla Germania, 27 Agosto 1916, il nostro esercito si scontrò ripetutamente con 144


l’Austria sull’Isonzo nel periodo 23 Giugno 2 Dicembre con scarsi risultati, nel 17’ il Governo Italiano decide la necessità del richiamo alle armi, molti uomini illustri Mottesi facenti parte della politica partono per il fronte. La crisi dell’amministrazione locale non si fa attendere. La guerra incalza, la sconfitta di Caporetto segna una grande e incancellabile disfatta per l’Italia, vengono chiamati al fronte i giovanissimi ‘’ i ragazzi del ’99 ‘’. L’accenditore dei fari a petrolio nominato dal Comune, il Sig. Pasquale Mallamaci ‘’detto baiocco’’ il giorno della disfatta si trovava appunto a Caporetto. Egli stesso raccontava che trovandosi in sella al mulo datogli in dotazione, per lo spavento l’animale intraprese uno sfrenato galoppo, talmente incontrollato, che quando finalmente egli riuscì a fermarlo e chiese ad un contadino dove si trovava, la risposta fu : in Calabria. – Questo racconto mette in evidenza l’orrore della tremenda battaglia. Nell’anno della vittoria 1918, il nostro esercito, rompe le linee nemiche sul Piave e giunge vittorioso il 3 Novembre a Vittorio Veneto. La guerra finisce lasciando molto dolore e amarezza, principalmente in quei soldati che hanno avuto il compito di comandare a stragrande mobilitazione di uomini fra i 17 e i 55 anni, non tanto propensi a ritornare alla vita normale, ma desiderosi di rimanere a disposizione in attesa di eventuali proposte per metterli ancora in evidenza. Le vicende politiche nazionali di quel tempo si ripercuotono in quelli locali; a Motta San Giovanni il partito di Maggioranza si scinde, nascono due partiti rivali, alle elezioni del primo dopo guerra viene eletto Sindaco Malara Avv. Cesare (1919). - A livello nazionale c’è fermento, tra nuovi e vecchi partiti, il governo presieduto da Giolitti lascia fare, a Motta questo antagonismo sfocia nel CONFLITTO del 1922 ,…certo è una storia dolorosa e non fa onore al popolo Mottese. …Sono passati oltre 90 anni, ancora oggi in paese si parla di quell’ episodio. In quell’anno 1922, cittadini mottesi inviano a S.E. il Ministero dell’interno un memoriale per spiegare come vive, in condizioni 145


disastrose, la popolazione di Motta San Giovanni sotto l’amministrazione capitanata dal Sindaco Malara Avv. Cesare. Il memoriale fu stampato a Catania presso la tipografia di Giacomo Pastore nel giugno 1922. Per risalire alle ragioni del conflitto avvenuto nell’ottobre 1922 oltre ai motivi politici ci sono altri motivi specificati nel documentoricorso ‘’MEMORIALE’’ su accennato, L’originale:

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Ed ecco il testo : -‘’A. S. E. il Ministro dell’Interno ROMA Arduo compito è quello di esporre, in un memoriale tutto ciò che è causa delle tristissime condizioni in cui vive la derelitta popolazione di Motta San Giovanni. Ci è necessario pertanto, sia per la vastissima mole del materiale di accusa a carico degli amministratori, sia per evidenti esigenze di forma espositiva, rinunziare alla sintesi del dissesto amministrativoeconomico-morale di questo disgraziato Comune per scendere all’analisi dei fatti più salienti soltanto, che il dissesto stesso pongono in evidenza. E però siamo convinti che questi basteranno a portare, non affievolito, alla E.V. il nostro grido di dolore. Per la gravità di quanto andremo esponendo, non solo sarà giustificata la nostra indignata protesta, ma verrà altresì dimostrato alla sua interezza il tremendo disagio che ci opprime mentre apparirà più che fondato, necessario, l’intervento governativo. Che se i vasti e complessi della vita nazionale, il cui svolgersi da questo estremo lembo della Patria. … seguiamo con vigile ad ansiosa fede e che affaticano l’alta competenza dell’E.V. e l’attività degli organi dipendenti, possono, alcuna volta, costringere le autorità tutorie locali a non indagare sull’ordinaria, trascurabile malefatta amministrativa (naturale prodotto, di ire o di affetti elettorali) qui non devesi oltre permettere la delittuosa attività di uomini giunti al potere attraverso il broglio e la violenza che l’arbitrio hanno sostituito alle Leggi, il sopruso all’equità, la frode al diritto. … Dopo cinque anni di laido sgoverno, di cui ancora rimarranno indelebile le dolorose tracce, ripudiata dalla quasi totalità dei cittadini, ed indubbiamente da tutti gli onesti, l’attuale Amministrazione, forte del suo nucleo di parassiti, tornò a presentarsi negli ultimi comizi con la pudica aggiunta di due o tre nomi insignificanti di persone affatto estranee al paese perché residenti a Reggio Calabria dove svolgono la loro attività di cittadini. Una serie di brogli 147


elettorali consumati a man salva diede modo alla stessa di strappare la vittoria con una diecina di voti di maggioranza. Impossibile riepilogare le numerose rappresaglie, le piccole vendette, i soprusi di nuovissimo genere esercitati dagli Amministratori una volta data la scalata alla rocca del potere che credevano dovessero per sempre abbandonare. Una vera e propria autocrazia essi hanno instaurato in Motta San Giovanni richiamando a nuova realtà la lontana memoria dello sgoverno dei signorotti feudali. Come primo atto di ….. Amministrazione, procedutosi all’elezione della Giunta, nella formazione dell’organo vitale del Consiglio troviamo fra gli altri membri : il Sig. Scambia Santo, assessore delegato cognato del Sindaco ed il Sig. Vigilanti Fortunato primo cugino dello stesso. Il Sindaco Avv. Malara Cesare per governare a proprio talento ha bisogno di uomini devoti che possa manovrare a discrezione nonché d’ignoranti e di analfabeti quali sono i due mentovati signori che a stento sanno apporre la propria firma. Dove trovare migliori affiliati se non nei parenti? Secondo atto di amministrazione è la distribuzione delle prebende e delle ricompense atte a propiziare il favore clienti. Ed ecco la nomina a Vice segretario del Comune Sig. Scambia Antonino nipote dell’Assessore Scambia Santo. Durante la guerra quando tutti i lavori d’ufficio, enormemente aumentati, richiedevano nell’Ufficio di Segreteria un considerevole aumento di personale, questo rimase limitato al Segretario Sig. Filocamo Giovanni il quale faceva delle rare apparizioni in paese (quando glielo consentivano le molteplici occupazioni del Comune di Pellaro ove l’ufficio di Segretario occupa un carattere definitivo) ed all’applicato di Segreteria Sig, Catanoso Davide sulla cui operosa attività gravò per cinque lunghi anni l’enorme cumulo di mansioni moltiplicatisi ed ingigantite per lo stato anormale in cui trovasi la nazione tutta. Terminata la guerra, quando il lavoro d’ufficio rimase limitato e circoscritto dalle poche pratiche del periodo normale, s’impose…(imperiosa forzali impegni assunti) la 148


nomina di uno scrivano nella persona di certo Minnoliti Saverio. Nel periodo bellico, ad onta dei servizi resi pletorici da nuove numerose esigenze, il numero delle Guardie Municipali a Motta centro si limitava a due. Più tardi s’è effettuata la creazione ‘a nuove figure’ a guardia municipale’’. …Tale Viglianisi Giuseppe giustificando la seconda momina (‘’dappoiché‘’ il sig. Prefetto aveva annullatonla prima’’) con il dire che durante la Guerra il Viglianisi aveva prestato servizio in qualità di guardia mentre in effetti era stato soltanto incaricato della distribezione dei generi tesserati che gli fruttò ingenti ed… . Appariscenti guadagni. Per dimostrare ancor meglio la riconpensa elettorale del Viglianisi basta il fatto che lo stesso ebbe nomina quando aveva già oltrepassato I limiti di età. A titolo di… . Curiosità vi é anche una speciale… . Concessione per il Viglianisi. Egli é autorizzato a non portare il berretto, autorizzazione singilarissima stante che nessuna misura di prudenza ed alcuna necessità la giustifica se non quella di mascherare ai cittadini I servizi particolare che il Vglianisi rende al Sindaco ed ai suoi parenti cosicche lo stesso si potrebbe considerato fidato domestico degli amministratori. D’altro canto in perfetta rispondenza alla Legge dei compensi il Capo Guardia Sergi Paolo, persona da tutti stimatissima edi incesurata onestà, dopo 47 anni di ininterrotto e lodevole servizio, viene mandato a casa senza alcuna pensione o buona uscita. Per tale licenziamento e mancata corrispondenza di pensione pende ricorso innanzi la Giunta Provinciale Amministrativa. Si viene così, con altre nomine che per brevità non si elencano, ad economizzare sui diritti del vecchio ed onesto impiegato ed a gravare il bilancio, già depauperato, del Comune, con un numero di personale spropozionatoai bisogni e per tre quarti provvisorio perché assunto senza il regolare concorso voluto dalla Legge e dall’organico. Ma se favoritismi possono qualificarsi tali atti, divengano frode quando l’Amministrazione, per propiziarsi la complicità necessaria del personale dipendente, per la 149


consumazione delle sue magagne, corrisponde allo stesso somme non dovute ai sensi di Legge. Il Segretario Comunale Filocamo percepisce infatti anche a Motta l’indennità caro vivere (primo e secondo caro vivere) malgradolo esiga dal Municipio di Pellaro. Ciò in onta alla tassativa proibizione della Legge si pratica fin dal 1915 con uno sperpero di molte migliaia di lire. Che il segretario Filocamo goda dello stipendio per le sue… numerate visite annuali a Motta é cosa che gli si può anche perdonare, od ascriverla a DEBITO della sua attività. Ma che attinga illecitamente danaro dalla cassa Comunale; no! Più che indignazione la losca faccenda suscita nausea! – SERVIZI AMMINISTRATIVI – Sono in istato di completo abbandono. Dal 1909 sino ad oggi non esiste alcun conto consuntivo. Questa omissione é di tale gravità che non può non risaltare pur agli occhi del profano. La posizione contabile dell’Amministrazione é una incognita addirittura introvabile. Ed é ancor più strano e non si comprende come tale lacuna sia sfuggita al controllo delle autorità superiori. Il registro di anagrafe del Comune manca del tutto.Gli atti, I registri delle deliberazioni consigliari, anziché nell’archivio comunale si trovano a… Pellaro in casa del segretario sig. Filocamo. Senza alcuna deliberazione, senza documenti giustificativi tutti I giornisi eseguiscono pagamenti da parte del tesoriere talché l’azienda Comunale sembra ridotta alla più semplice espressione di azienda domestica dove non é neanche necessario, spesse volte tener nota delle spese. IL MEMORIALE DOSSIER così continua : ‘’Mai vennero fatte verifiche di cassa. Gli orari degli impiegati e dei salari sono un MITO cosicché è possibile agli stessi vivere in una continua deliziosa villeggiatura e percepire il compenso di tante fatiche senza altro rimorso che quello dello sforzo incassarlo. - TASSE Le tasse che dovrebbero essere rigorosamente applicate, con criteri di obiettività, son divenute addirittura un mercato di favoritismi e di angherie : irrisorie per gli amici, esorbitanti ed inique per gli avversari. Il loro gettito è inferiore di più 150


che la metà della cifra prevista e ciò si spiega anche col fatto preziosissimo che, molte volte, dopo riscorse se ne delibera e se ne effettua il rimborso. E’ notorio in compenso come più volte il Comune abbia dovuto ricorrere a Mutui di favore presso il Banco di Napoli, aggravando il bilancio con il peso, non indifferente, degli interessi passivi. –SPESE – Le spese su alcuni articoli del bilancio ed in modo speciale quelle che riguardano le spese pubbliche oltrepassano del quadruplo il preventivo. Ed è invero una dolorosa ironia constatare, in contrario, l’abbandono delle opere pubbliche cui le somme stesse appaiono destinate. Specialmente esorbitanti sono poi le spese relative alle vertenze litigiose chissà per quale… . Contorsione contabile-amministrativa. E’ evidente che con tali sistemi, e cioè con entrate ridotte al minimo introito e con uscite elevate al massimo esito, che il Comune precipita verso la rovina dalla quale soltanto un energico provvedimento potrà salvarlo. – SERVIZI SANITARI Motta San Giovanni scarseggia di acqua e Lazzaro, frazione di Motta, ne è completamente sprovvista. Questa deficienza dell’elemento primo dell’igiene è causa della avvilente sporcizia dei contadini e fattore primo delle annuali epidemie. Ma l’attentato più grave alla salute dei cittadini è l’uso della macellazione di animali ammalati ormai invaso e generato in abuso. Gli accoliti dell’Amministrazione hanno palesemente LICENZA di macellare e vendere animali senza che la regolare visita medica garantisca la bontà delle carni che si mettono in vendita. Naturalmente gli accoliti abusano di questa esenzione di visita e perciò si deplorano con una impressionante frequenza dei casi di carbonchio e di simili infezioni nella popolazione. Una lacuna molto grave è costituita dalla mancanza di un elenco dei poveri con danno evidente sia dell’economia comunale, dopo di ché il comune si vede gravato per molte migliaia di lire annue per medicinali, sia dai singoli cittadini veramente poveri per il fatto che il medico condotto pretende il pagamento delle visite trovando argomento di giustificazione nel fatto che egli 151


non sa chi siano i veramente poveri ed in ogni caso non ha mezzo per controllarlo. Accade quindi che il suo onorario salvo poi a far considerare questi (e sempre dopo essere stato pagato) come poveri agli effetti dei medicinali da somministrare. Questo giuoco semplicissimo e lucroso si effettua con l’acquiescenza degli amministratori. Il servizio sanitario infine che lascia molto a desiderare a Motta centro e Lazzaro non viene affatto disimpegnato nella popolosa frazione Valanidi (800 abitanti) dove trascorrono mesi senza che il medico vi si rechi con quanto danno della pubblica salute è inutile rilevare.’’ ‘’- APPALTO DAZIO CONSUMO – Ma in materia di illegalità il primato in Italia forse spetta al Municipio di Motta. L’appalto del Dazio Consumo prova il nostro asserto. Senza che se ne bandisca la regolare asta, senza che avvenga l’affissione all’Albo Pretorio, un bel giorno il Dazio Consumo rimane aggiudicato a tale Sgrò Pasquale per sole L. 6000. L’aggiudicazione fatta alla chetichella allo Sgrò con la presenza simulatrice di due compari, provocò il giusto risentimento dei numerosi aspiranti cui proditoriamente era stata preclusa ogni possibilità di appalto, tanto che uno di essi Amodeo Francesco avanzò due ricorsi in Prefettura chiedendo l’annullamento dell’appalto illegale e dichiarandosi pronto ad offrire L. 9000 perché gli restasse aggiudicato il Dazio. Il Prefetto accogliendo le tesi dell’Amodeo dichiarò nullo l’avvenuto incanto ordinando al Sindaco di procedere ad un nuovo con la partecipazione dell’Amodeo il quale doveva essere avvertito per mezzo lettera d’ufficio. Contro questa decisione lo Sgrò ricorse al Ministero che rigettò il ricorso. Dopo la decisione del Ministro si aprì l’asta ed il Dazio venne aggiudicato all’Amodeo per L.9140 annue e così il Comune in 4 anni ha ricavato L.11500 in più di quanto avrebbe ricavato se l’appalto fosse stato concesso al protetto Sgrò Pasquale, scagnozzo dell’Amministrazione. ’’IL MEMORIALE DOSSIER stampato a Catania nel 1922 così continua : - CIMITERI – ‘’ I cimiteri di Motta e Lazzaro 152


sono in uno stato miserevole. Completamente abbandonati, aperti in modo che gli animali vi possano liberamente accedere e pascolare, profanando così il sacro recinto; offrono un ben triste e desolante spettacolo. E dimostrano come l’incuria degli uomini al potere possa financo abusare dei sentimenti più nobili. L’esumazione di cadaveri viene eseguita senza alcuna misura d’igiene, senza ordine di numerazione e di data e per somma colpa dell’Amministrazione da due semi idioti… Eppure molto tempo fa i lavori di restauro furono dati in appalto per una somma ingente: vi furono erogate oltre 11.000 lire. In seguito non si sa precisamente la ragione, i lavori vennero sospesi ed abbandonati nonostante il Comune avesse già percepito le somme richieste dal Ministero. Nella frazione Valanidi non esiste il Cimitero definitivo e quello provvisorio è addirittura insufficiente perché molte volte i necrofori si trovano nella terribile necessità di dover togliere gli avanzi dalle fosse mortuarie seppellire il nuovo cadavere e su questo ricollocare i resti dell’antico. Tanto sacrilegio, che supera ogni concezione macabra da Gran Guignol, diviene possibile a Motta. - SPERPERI – Ma se le condizioni di vita sopra esposta formassero il solo oggetto di questo memoriale, agli Amministratori si potrebbe appropriare la qualità di ignavi; gli sperperi, di cui si espone la parte che è di dominio pubblico, non possono invero limitare il giudizio degli onesti alla sola rampogna poiché giustificano l’intervento dell’Autorità, fosse pure la Giudiziaria dopo quella Amministrativa. Si corrisponde un compenso di L. 450 a Ferrara Giuseppe riparazioni eseguite alla strada Ieni. Si corrisponde un compenso di L.448 a Riggio Costanzo per riparazioni alla strada Equa. Si corrisponde altro compenso di L. 454 a Gullì Antonio per la strada Larderia. Uno di L.170 alla guardia Municipale Minniti per la strada Serro Valanidi. A parte il fatto, non trascurabile del resto, che tutte queste strade sono vicinali e quindi senza obbligo di manutenzione del Comune, la qualcosa sta a provare che i lavori sono stati 153


CREATI a scopo di ricompensa per la clientela elettorale e per agevolare qualche proprietario amico, i lavori in questione esistono solo nelle ipoteche concezioni dei beneficiati e quando esistono non ammontano che a poche lire…E’ enorme che pochi colpi di piccone e tre cofani di pietrame costino cari al Comune di Motta. I cittadini assistono nauseati a tale sconcio.’’ Così continua Il MEMORIALE DOSSIER: ‘’Ma i compensi continuano : Altro caso tipico di protezione fraudolento si ha in pagamento di oltre L.1000 fatto a Gattuso Paolo per lavori, dice la deliberazione che lo accordava, lungo un piccolo tratto della strada Valanidi, mentre é incontroversibile che tali lavori non esistono, né l’asta prescritta dalla Legge per l’aggiudicazione di essi é mai avvenuta. Ma non basta. Vengono pagate L.1088 per lavori di riparazioni della Fontana di Leandro (un collaudo peritale non né avrebbe stabilito L. 300) e per evitare l’ostacolo di un’asta pubblica si trova modo ciò senza alcun servizio. Il Riggio gode anche lui salario di cantoniere 1° e 2° caro vivere senza… lavorare e quel che è più grave ha intascato salario e caro vivere… anche per il tempo che si trovava in America. Ma non basta. Sempre con gli stessi mandati : Si paga ad Azzarà Carmelo fu Gennaro il 1° e 2° caro viveri senza che presti alcun servizio al Comune oltre L.15 mensili di salario. L’Azzarà fa da cuciniere al fratello del Sindaco, Malara Gabriele. Si corrisponde al Dottore Misiano quale medico della frazione Lazzaro il 2° caro viveri dal 1° Giugno al 31 Dicembre mentre ancora non era in servizio. ‘’IL MEMORIALE DOSSIER stampato a Catania nel 1922 così continua : ‘’Si pagano all’amanuense Minnoliti Saverio L. 744 invece di L. 594 (lire 150 in più) per 2° caro vivere per la moglie mentre il Minnoliti era ancora… celibe essendo passato a matrimonio il 1° Ottobre 1921. Niente di strano se la popolazione di Motta dopo tali esazioni di somme assista ai banchetti degli impiegati affezionati, offerti in aperta campagna e dove si brinda alla mamma celeste… in 154


occasione dei lavori del censimento con le lire 2000 inviate dal Ministero si pagano somme a persone del tutto estranee all’ufficio escludendone chi aveva diritto ed al fine di mantenere la clientela elettorale. Sono state pagate L. 700 a Minnoliti Saverio amanuense del Comune mascherando l’oggetto della spesa, per avere lo stesso tenuto la contabilità della gestione annonaria, mentre tale servizio dopo cessato il tesseramento venne affidato a due esercenti Rinaldo Domenici e Sgrò Pasquale di Giacinto i quali sugli utili avevano la percentuale ed erano tenuti alla regolare contabilità. E si potrebbe seguitare. Ne facciamo a meno per non tediare l’E. V. convinti che tali frodi bastino a decidere le Autorità superiori a porre un fermo a queste infamie che se lasciate oltre impunite possono far scoppiare l’ira popolare trattenuta dal buon senso dei dirigenti che dalla Legge dal Governo, fiduciosamente sperano l’intervento salutare’’. Certo con queste considerazioni si comincia a prospettare lo scontro fra le due fazioni con le conseguenze prevedibile. ‘’MANOMISSIONI – E’ bene accennare qualcosa così per completare il quadro delle nostre miserie. Nel 1910-11 vennero spese oltre L. 3000 per acquisto di brande, coperte, biancheria, oggetti di cucina etc necessari per l’arredamento del lazzaretto tali oggetti furono dati in consegna alla guardia municipale Latella Demetrio. Alla stessa vennero pure consegnate i mobili occorrenti per la sezione elettorale di Lazzaro acquistati nel 1913. Ora in base a quali criteri dovrà rispondere il Latella degli oggetti affidatagli qualora ne venga richiesto, dal momento che nessun inventario dei beni mobili ed immobili esiste negli archivi municipale? Le brande, coperte, biancheria etc. sono intanto lentamente sparite non certo per … corrosione. – USURPAZIONI – Che cosa dire delle continue e vergognose usurpazioni dei ruoli comunali? Ai propri fedeli l’Amministrazione permette l’illecita occupazione di suolo senza riceverne corrispettivo alcuno, violando in modo modo aperto il diritto dei cittadini che reclamano il rispetto del patrimonio pubblico. Per citare 155


qualcuno si concede a Scambia Santo, a suo tempo consigliere ed oggi assessore, una zona terreno in contrada Castelli e si permette a Malara Gabriele, fratello del Sindaco, di rompere il ciglione della strada rotabile occupando un buon tratto della stessa (circa 8 metri) con la costruzione di un muro che oltre ad attestare fino a quel punto l’arbitrio possa giungere quando scaturisce da amministratori senza scrupoli, deforma la linea estetica del tracciato fino a mostruosa. - FAVORITISMI – Il Comune vanta a tempo immemorabile un credito verso l’ex tesoriere Mottareale, ma nessuno si preoccupa di esigere l’importo né di chiedere allo stesso i conti dell’esercizio 1912, mai presentati per la prescritta revisione. Il Comune vanta ingenti possessioni nelle località Castelli per la quale da parecchio tempo percepisce da tal Catalano Vincenzo, che ne è il locatario, un canone annuo di L. 36, prezzo addirittura irrisorio se si tiene presente che da perizie eseguite esso fu stabilita in misura li Lire 400 annue. L’Amministrazione precedente a questa aveva dato licenza per finita locazione al Catalano. Questi, avvalendosi della protezione dell’ Avv. Malara Casare, in quell’epoca assessore anziano ed oggi Sindaco, produsse appello alla sentenza del Conciliatore eccependo di essere colono enfiteutico. E ne affidò la difesa all’Avv. Malara stesso. La causa non è venuta mai discussa è mai potrà venirvi, perché il Malara che, come s’è detto, ricopre oggi la carica di Sindaco, ha tutto l’interesse di agevolare il suo cliente. Né pare gl’importi se con tale nuovissima forma di protezione egli venga a tradire il suo mandato amministrativo. Il Comune intanto corre rischio di perdere il fondo ma il Sindaco potrà contare su un elettore affezionato’’. Così continua Il MEMORIALE DOSSIER, stampato in Catania giugno 1922 :‘’- CONCORSO A VICE SEGRETARIO – Per dare un’idea dell’arbitrio più sfasciato con cui si impera a Motta non è fuor di luogo accennato al Concorso di Vice Segretario Comunale. Con deliberazione del 5 Agosto 1921 venne deliberato dal 156


Consiglio Comunale di Motta S, Giovanni di mettere a concorso il posto di Vice Segretario Comunale di nuova istituzione. Presentarono documenti i signori : Catanoso Davide (nonno) con 23 anni di servizio di applicato, vari certificati di ottimo servizio e patentino di abilitazione alle funzioni di Segretario rilasciatogli durante la guerra (1915/18). Il Sig. Catanoso Francesco ex ufficiale avviatore, licenza d’Istituto anteguerra, 4° anno in giurisprudenza, iscrizione all’albo dei procuratori legali. Il Sig. Vitalini Francesco con licenza normale, licenza d’Istituto sez. Ragioneria, ex capitano di fanteria con nove anni di servizio di cui tre di trincea – decorato con medaglia d’argento, procuratore legale iscritto all’albo. Il Sig. Lombardo Giuseppe con laurea in lettere, laurea in Giurisprudenza, conseguito anteguerra. Diploma di segretario Comunale, ex ufficiale di fanteria. L’amanuense del Comune Sig. Minnoliti Saverio con la licenza d’Istituto conseguita in sessione straordinaria del dopo guerra, ex maresciallo di fanteria e due anni di servizio in qualità di scrivano provvisorio presso il Comune di Motta.’’…’’ La Commissione: ( presidente Avv. Malara Cesare con una palese violazione di ogni più elementare diritto) con un verbale zeppo di illegalità e violazione di legge proclamava vincitore il Minnolliti Saverio. Per tale arbitrio pende ricorso dinanzi la IV^ Sez. del Consiglio di Stato. Dalla losca faccenda se ne occupò la stampa che stigmatizzò l’operato della Commissione. Il Minnoliti venne nominato pertanto Vice segretario. Con delibera 3 Gennaio 1922 debitamente resa esecutiva delle autorità tutorie il Vice Segretario Sig. Scambia Antonino veniva nominato Segretario, avendo occupato il suo posto il Minnoliti Saverio. Con bronzea indifferenza il Comune seguita a pagare il segretario di Pellaro Filocamo Giovanni, il proprio Segretario Scambia Antonino e così via di seguito a completo sfacelo delle esauste finanze. E facciamo punto per senso di misura, che si potrebbero riempire interi volumi. Tutto questo si ha avuto 157


l’onore di esporre alla E. V. autorizza l’invio di un funzionario il quale possa accertare con una rigorosa inchiesta l’esistenza dei fatti lamentati. Il paese attende ansioso dal governo un’opera di risanamento e di rigenerazione morale. ‘’… Il MEMORIALE DOSSIER così continua : ‘’Solo un energico intervento delle Autorità tutelatrici potrà porre fine alla baraonda Amministrativa di questo disgraziato Comune con tutto il suo cumulo di miserie e di ambizioni di arbitrio e di speculazioni illecite, di frodi e di violenze. Il paese esaurito dalle lotte intestine e più ancora dell’asfissiante prepotenza dei suoi amministratori aspira ad un placido periodo, di quiete e di lavoro proficuo, elementi indispensabili per il conseguimento del benessere materiale e morale. All’ E. V. la scelta dei mezzi perché Motta San Giovanni rientri nella legalità e nell’ordine. Tanto chiedono e sperano i sottoscritti cittadini di Motta San Giovanni ‘’ ∅∅∅_-_∅∅∅ In questa, situazione incresciosa dove il popolo di Motta San Giovanni è esausto per i continui maltrattamenti e angherie da parte degli amministratori, l’8 ottobre 1922, nel pomeriggio le due fazioni si incontrano in piazza : dalle due parti volano degli insulti sempre più offensive, ne consegue l’irreparabile, lo scontro fisico. Si sentono degli spari sempre più incalzanti, e registrano dei morti e feriti. Secondo le valutazioni giudiziarie, dopo aver effettuato una minuziosa inchiesta dell’accaduto, per la durata di ben due anni scopre che il movente del conflitto fu causato ed attribuito a movente politico. – I morti furono quattro : Azzarà Saverio, Riggio Giovanni, Amodeo Giovanni, Callea Giovanni.- I feriti dieci : Riggio Carmelo, Viglianisi Annunziato, Squillaci Antonino, Azzarà Giuseppe, Callea Carlo, Foti Antonino, Pansera Santo, D’Agostino Domenico, Morabito Carmelo, Tripodi Antonino. Dopo varie udienze, la sentenza viene emessa dalla CORTE D’ASSISE DI REGGIO CALABRIA IL 18 DICEMBRE 1924. Nello stesso anno la ‘’marcia su Roma’’ il 158


fascismo va al Governo. A Motta San Giovanni, venne insediato il Podestà sostituendo il Sindaco, nuovo Podestà l’Avv. Angelo Melito prese potere al Comune

.Oggi:il centro

Panorama – vista da est

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La sentenza l’originale:

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‘’ CORTE DI ASSISE di Reggio Calabria In nome di Sua Maestà VITTORIO EMANUELE III° Per Grazia di Dio e per volontà della Nazione . RE D’ITALIA Il Presidente della Corte ordinaria di Assise di Reggio Calabria Sig. Princi Csv. Uff. Andrea Consigliere della Corte di Appello di Messina Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore Re Avv. Mudali Agostino ed assistiti del Cancelliere Palamara Domenico ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa . . CONTRO 1°) Gegnacorsi Raffaele di anni 57 2°) Catanoso Davide fu Paolo di anni 49 3°) Mallamaci Giovanni inteso Filippo di anni 28 4°) Gattuso Domenico di Francesco di anni 16 5°) Mallamace Antonino di Benedetto di anni 47 6°) Melito Giuseppe di Carmelo di anni 23 7°) Foti Antonio di Santo di anni 27 8°) Gullì Giovanni fu Giuseppe di anni 25 9°) Mallamace Consolato fu Leandro di anni 47 10°) Cuzzocrea Francesco fu Antonio di anni 28 11°) Mallamace Francesco di Giovanni di anni 22 12°) Mallamace Francesco di Paolo di anni 32 161


13°) Riggio Carmelo di Domenico di anni 46 14°) Viglianisi Giuseppe Fu Giuseppe di anni 57 15°) Triolo Francesco di Giuseppe di anni 44 . tutti di Motta san Giovanni IMPUTATI I primi quattro a) del delitto di cui agli art. 63=35 C.P. per avere nelle ore pomeridiani dell’8 ottobre 1922 in Motta San Giovanni, in correità fra loro a fine di uccidere esplosi colpi di fucile e rivoltella che produssero la morte di Azzarà Severino e Riggio Giovanni. b) del delitto di cui agli art. 52=63=364 C.P. per avere nelle stesse circostanze di tempo e di luogo di cui sopra a fine di uccidere cagionato con colpi di fucile carico a pallini valponci la morte di Amodeo Francesco per cuore . Il 5°) del delitto di cui all’art. 364 C.P. per avere nelle suddette circostanze di tempo e di luogo a fine di uccidere cagionato la morte di Callea Giovanni. Il 1° e 2° inoltre del delitto di cui all’art. 374 N. I, C.P. per avere nelle suddette circostanze di tempo e di luogo in correità fra loro, cagionato con colpi di fucile carichi a piombo minuto lesioni a Riggio Carmelo guarite in giorni 30, a Viglianisi Annuziato guarite in giorni 13, a Squillaci Antonino guarite in giorni 19 ; Il 3°=4°=5°=6=7°=8°=9°=10°=11°=12°= a) del delitto di cui agli art. 372 N.I=373=478 C.P. per avere sempre nella circostanze di tempo e di luogo di cui sopra, cagionato con colpi rivoltella e pistola lesioni personali ad Azzarà Giuseppe guarite il giorni 80; a Callea Carlo in giorni 13; a Foti Antonino in giorni 14 a Pansera Santo in giorni 30 ed incapacità al lavoro per 162


giorni 80 a D’Agostino Domenico in giorni 30 ed a Morabito Carmelo in giorni 10, senza conoscere il preciso autore. b) Di porto di rivoltella senza licenza in luogo in cui v’era concorso di gente art. 462(4) N.I 465 C-P. c) Contravvenzione alla Legge sulle CC.GG. d) Omessa denunzia d’arma art. I° e 5 R. D. 9 agosto 1919 N 1363 Il 13°=14°=15°= del delitto di cui agli art. 371=378 C. P. per avere nelle stesse circostanze di tempo e di luogo, cagionato con colpi di rivoltella e di pistola lesioni personali a TAepodi Antonio guarite oltre dieci e infra 20 giorni. Il 15° del delitto in cui agli art. 62=372=373 C. P. per avere nelle stesse circostanze di tempo e di luogo suddette esplosi colpi di rivoltella contro Mallamace Benedetto senza raggiungere lo scopo di ferirlo per circostanze indipendenti della sua volontà. Poiché il verdetto dei Giurati ha affermato che Gattuso Domenico, Mallamace Antonio di Benedetto, Melito Giuseppe, Foti Antonino e Gullì Giovanni e Mallamace Consolato sono colpevoli di avere volontariamente preso parte dico alla esecuzione del fatto in cui furono cagionate lesioni donde malattia ed incapacità alle ordinarie occupazioni per giorni 13 in persona di Callea Carlo, per giorni 14 in persona di Foti Antonino, per giorni 30 in persona di Pansera Santo, per giorni 28 in persona di D’Agostino Domenico e per giorni dieci in persona di Morabito Carmelo senza conoscere il preciso autore. Ed ha affermato che gli stessi prevenuti e Mallamaci Giovanni inteso Filippo, sono colpevoli di porto di rivoltella senza licenza fuori della propria abitazione e delle appartenenze di essi. Poiché tutti i fatti come sopra affermati costituiscono reati la cui pena dalla Legge comminata non è nel minimo superiore ai tre anni ed i giurati hanno affermato che i 163


fatti medesimi furono comunque determinati da movente politico o commessi in occasione di avvenimenti politici, per lo che, a mente dell’art. 1° del R.D. 31 settembre 1923 N° 2278 devesi dichiarare estinta l’azione penale. Ma non vanno immuni dalla sanzione della trasgressione alla Legge sulle concessioni Governative, come dall’art. 4 del predetto decreto. Poiché, avendo i giurati affermato che tutti gli altri imputati non hanno commessi i fatti rispettivamente loro addebitati debbonsi detti imputati assolvere. Poiché vanno, risarciti i danni alle parti lese, e le armi sequestrate vanno confiscate e le relative spese. Per questi motivi. Applicati gli art. 36=89=103= C.P. I e 4 R.D. 31 ottobre 1923 N° 2278 430 Proc. Pen. Condanna alla pena pecuniaria di L. 360 per la contravvenzione alla Legge sulle Concessioni Governative, Mallamace Giovanni, inteso ‘’Filippo’’, Gattuso Domenico, Mallamace Antonino di Benedetto, Melito Giuseppe, Foti Antonino, Gullì Giovanni e Mallamace Consolato, ed alle spese processuali. Ordina la confisca della rivoltella al Gattuso. Assolve Gegnacorsi Raffaele, Catanoso Davide, Mallamaci Giovanni di Benedetto dalle imputazioni di omicidio rispettivamente loro ascritte, nonché il Gegnacorsi, il Catanoso, il Mallamace Giovanni, inteso ‘’Filippo’’, dalle imputazioni di lesioni anche ad essi rispettivamente ascritte per non avere commessi i fatti. Assolve Cuzzocrea Francesco, Mallamace Antonio di Giovanni, Mallamace Francesco, Riggio Carmelo, Viglianisi Giuseppe e Triolo Francesco per non avere commesso i fatti rispettivamente loro ascritti. Assolve per essere rimasta estinta l’azione penale per amnistia per le lesioni e per le contravvenzioni di porto d’arme rispettivamente, Gattuso Domenico, Mallamace Antonio, Mallamace Guovanni. Mallamace Consolato e Foti Antonino. Condanna Gattuso Domenico, Mallamace Antonino, Melito Giuseppe, foti Antonino, Gullì Giovanni 164


e Mallamace Consolato al risarcimento dei danni verso le parti lese, ordina l’immediata scarcerazione se non sono intervenuti per altra causa di Gegnacorsi, Catanoso, Mallamace Giovanni inteso ‘’Filippo’’, Gattuso Domenico e Mallamace Antonio di Benedetto. Così deciso in Reggio Cal. il 18 dicembre 1924 Nel 1928 a Roma il Governo Italiano e lo Stato Vaticano firmano i Patti Lateranesi. In Calabria, nella nostra provincia la frazione di Pellaro, già assegnana nel lontano 1811 a Motta San Giovanni fu incorporata al comune di Reggio Cal. ad opera dell’Ammiraglio Zerbi preposto a progettare la nuova ‘’città di Reggio’’

 ED. 2015 

°°° L’intento di questa breve storia, non è tanto trasmettere ai giovani i fatti in quanto tali, ma suscitare in loro un sentimento ricco di contenuti ‘’amore per la propria terra’’, sentimento che si ingigantisce quanto più perdura la lontananza, e lo stimolo a trarre esempio dai migliori uomini che non hanno mai dimenticato la terra d’origine e hanno contribuito allo sviluppo e al progresso sociale e civile del proprio paese. Ogni giorno vissuto lontano è amarezza, tristezza, malinconia, ricordi, questa è la sfortuna o fortuna che accompagna sempre l’emigrato. Resta comunque nel cuore il desiderio struggente del ritorno definitivo, per vivere tra il calore umano che i cittadini di Motta sanno donare.

INDICE Motta San Giovanni (RC) 165


Eventi Storici e personaggi dall’unità d’Italia Dedica e ciitazioni……………………………………….3 L’Italia alla fine del secolo scorso……………………...4 Introduzione………………………………………… …..5 Le prime vie di comunicazioni………………………….8 L’inizio dell’illuminaqzione stradale .………………...135 Memoriale………………………………………………146 Conflitto 1922………….……………………………….158 Sentenza Corte d’Assise di Reggio Calabria ...........160 (1924) ED.2015, la prima edizione stampata GIA’ nel 1999 Con la seconda parte la storia continua (ricostruzione dopo terremoto 1908, avvenimenti dal 1930…………. Finito di stampare nel mese di agosto 2015 a cura del C.P.R. Motta centro Vittoriokatalano@tiscali.it bvpkat@virgilio.it

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