MOTTA SAN GIOVANNI (rc) II^ edizione, rivista integrata

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. BLOG: http://mottasg.blog.tiscali.it/2009/12/30/motta__san_gio vanni___eventi_storici___introduzione___1___e_2___ capitolo_2027196-shtml/?doing_wp_cron . TWITTER : https://twitter.com/Vittoriokatalan MOTTA CENTRO ‘’U BBURGU’’ https://www.facebook.com/pages/CPR-Motta-centro-UBurgu/402742129770377?ref=bookmarks PREMIO ‘’IL MINATORE D’ORO’’: https://www.facebook.com/pages/MOTTA-SANGiovanni-Premio-IL-MinatoreDoro/814396588654190?ref=bookmarks CARMELO CATALANO : https://www.facebook.com/pages/Motta-San-GiovanniPersonaggio-Illustre-CarmeloCatalano/360894374109310 CENTRALE IDROELETTRICA 1912 :https://www.facebook.com/pages/MOTTA-SANGIOVANNI-Personaggio-Illustre-CarmeloCatalano/611115815690452

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Vittorio Catalano MOTTA SAN GIOVANNI (RC) Evevti Storici e personaggi dall’unità d’Italia 2015

II^ Edizione

(GIUSEPPE SARAGAT IN CALABRIA - MOTTA SAN GIOVANNI 19 APRIILE 1966) - 1940 emigrazione del dopo guerra – Altro… Esodo emigratorio anni ‘70 – 2003 - 2007 premio ‘’IL MINATORE D’ORO’’

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A cura del C.P.R. Motta centro prima edizione 2008-

a.d. 2015

Copvring © 2015 Vittorio Catalano Tutti I diritti riservati

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L’AUTORE : Vittorio Catalano Nato a Motta San Giovanni risiede a Milano. Iscritto: all’albo dei periti I. e laureati delle province di Milano e Lodi; all’albo dei consulenti Tecnici verificatori e collaudatori impianti L. 46/90 progettista/consulente apparecchi e impianti: elettroradiotelefonici - televisivi fotovoltaici civili e industriali - Già Ordinario di Lab. Elettronico Tecnologie - Disegno – Progettazione all’I istuto Tecnico Industriale ‘’FELTRINELLI’’ di MILANO. INTRODUZIONE Sono molte le opere che hanno contribuito allo sviluppo della città di Motta durante il secolo che si è appena concluso. Quasi tutti questi processi di sviluppo possono essere documentati, ad es : L’impianto di cunette per il passaggio dell’acqua ripartimentale per l’agricoltura e sue trasformazioni. -Costruzione e ricostruzione degli edifici prima e dopo il terremoto del 1908.-

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L’acquedotto: da Sant’Acqua al nuovo acquedotto - Le vie di comunicazione: strade, telegrafo, telefono - 1910 i primi impianti d’illuminazione pubblica.- Avvicendamenti politici. Già pubblicati : - le prime vie di comunicazione - i primi impianti d’illuminazione pubblica – ricostruzione degli edifici dopo il terremoto del 1908 - emigrazione anni ’40; ‘70 – Saragat a Motta San Giovanni – il premio ‘’Il Minatore d’oro’’. ‘03/’07 Video: Anni 2003-’13 inseriti anche alcuni episodi di quel periodo. Alcune di queste opere sono state dimenticate, per altri versi non vengono tramandate, per poco interesse o per mancanza di conoscenza. Molti sono i documenti che storicamente datati e ufficializzati, possono rendere chiare ai giovani le opere dei loro padri, anzi dei loro nonni che si sono distinti per il loro operato e per la loro intelligenza e non vanno dimenticati. Ultima pubblicazione : 1900- 1930 (conflitto 1922 + memorandum stampato a Catania 1922). Un po’ di STORIA : EMIGRAZIONE, SARAGAT A MOTTA SAN GIOVANNI, E ALTRO. Nel periodo finale della II^ guerra mondiale, primi anni ’40, anche Motta San Giovanni subì alcune incursioni da caccia nemici, sui campi dove si mieteva il grano e nelle aie dove avveniva la trebbiatura, scendendo a bassa quota iniziavano a mitragliare, per fortuna non andando quasi mai a segno. Veri

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bombardamenti si ebbero in rione Stavoli, dove ci fu una vittima e la distruzione dell’abitazione. In contrada Larderia, invece non ci furono danni perché le bombe caddero in mezzo al torrente oliveto. Si ricorda che in paese vi erano due rifugi: uno sotto il rilievo di tufo contrada Suso, ove all’interno si snodavano due corridoi che davano in due distinte uscite, in centro di questi corridoi tramite un’ entrata era stato scavato un grande stanzone allestito con sedili in legno, ove i rifugiati prendevano posto; per vincere la paura le serate venivano allietate da canti e suoni di chitarra e mandolino. L’altro era scavato sotto la roccia ‘’Gallaccio’’ di modesta profondità, di capienza limitata, però più sicuro. Per proteggere le abitazioni dalle schegge venivano costruite delle vere e proprie pareti davanti agli ingressi. Nei primi anni ’40 le città cominciarono a spopolarsi, Motta San Giovanni ospitò molti sfollati. Il servizio di collegamento con la città, gestito dalla Ditta Suraci si interruppe bruscamente. Nella seconda parte anni ’40, gradualmente fu ripristinato, con l’impiego di autocarri militari americani detti ‘’GRA’’. Un giorno di pieno sole estivo in tarda mattinata, mentre una squadra di quadrimotori sorvolava il cielo di Motta ad una altezza considerevole, la contraerea appostata nei pressi di Messina ‘’a carrubbara’’ ne colpì uno di essi . L’aereo centrato in pieno, con rocamboleschi movimenti iniziò la sua disordinata caduta. L’equipaggio non si salvò; sia quello gettatosi con il paracadute, che l’altro rimasto imprigionato nelle lamiere seguendo la sorte dell’aereo, che andò a schiantarsi presso il monte ‘’Dequa’’ alle falde della contrada ‘’Priasò’’. Un gruppo di cittadini mottesi,

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assieme alle forze dell’ordine comandate dal maresciallo di nome Ciarabino si recò sul posto, e a quanto pare lì si è verificato un ‘’fatto poco qualificante ’’ è meglio non ricordare. In seguito a quell’ episodio si ebbero alcuni dissapori, infine però prevalse il buon senso, e tutto finì con l’arrivo degli anglo-americani * * * Erano gli anni del dopo guerra, momenti di carestia un modo di vivere insostenibile ed ecco la necessità di emigrare in cerca di un pezzo di pane per sfamare la famiglia, un periodo veramente critico che attraversava la nostra nazione, non solo … - Grazie ai contributi esteri inizia il tempo della ricostruzione, i minatori e lavoratori in genere trovano lavoro in quei cantieri che negli anni ‘40 – ’50 fiorirono da per tutto, è stata una vera provvidenza divina per tutti. Nasce il primo esercizio pubblico detto ‘’BAR’’ siamo nei primi anni ’40, il locale al centro di piazza Borgo consisteva: in un magazzino senza finestre, anzi vi era una nei pressi dell’entrata e dava su un vicolo, che una volta aperta lasciava vedere una parete della casa attigua, dalla distanza più o meno di un metro. La luce non poteva entrare; anche di sopra era chiuso dal pavimento della stessa casa, per dare bene l’idea si affacciava su un corridoio coperto che metteva in comunicazione Pzza Borgo con la stradella retrostante al caseggiato detta ‘’vinella’’ All’entrata del locale, sulla sinistra era situata una grande botte sempre rifornita di vino, bevanda principale per gli avventori, di fronte un bancone, a circa un metro e mezzo dalla porta d’ingresso, veramente non comodo, un pò alto, alle spalle del barista uno scaffale sul quale erano sistemate bottiglie di vario genere e mercanzie varie.

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Sul bancone spiccavano due contenitori di vetro; uno pieno di caramelle ‘’bomboloni’’ l’altro di ceci tostati ‘’calia’’ quest’ultima cavallo di battaglia per i bevitori di vino. Nel retro bancone vi era allestita una saletta con quattro o cinque tavolini di forma quadrata con sedie chiudibili ove si sedevano i paesani per giocare a carte. Delle volte si facevano giochi dove si puntava solo vino e la ‘’calia’’. In fondo alla saletta sulla destra c’era un lavandino in cemento. Il gestore, realizzatore del BAR, che tutti ringraziano per aver portato a Motta , a quei tempi, una ventata di modernità, si chiamava Felice Vigilanti. Il locale ‘’BAR’’ frequentato da pochi durante l’anno si affollava nelle occasioni delle feste pasquali e natalizie, di lavoratori che rientravano in paese e davano un contributo, grazie alle risorse che accumulavano durante il loro faticoso lavoro, privandosi più dalle volte di soddisfazioni primarie . Si precisa che il locale era sprovvisto di servizi igienici, in compenso c’era un passaggio, detto ‘’ u currituri ‘’, sotto le case esistenti e situate in p.zza Borgo che immetteva in una viuzza lunga fino alla fonte di Sant’Acqua, dalla quale prima della realizzazione dell’acquedotto, anni trenta, tutta la popolazione mottese si forniva di acqua potabile . Fine anni ’40 Felice Vigilanti lasciò l’esercizio al fratello Paolo; quest’ultimo con grande senso di responsabilità, intuito, intelligenza arguta e spiccata conoscenza in campo commerciale, comprese di avere intrapreso la giusta via per trarre profitto; tant’è che mirò alla grande crescita comprando un locale più grande per la costruzione di un nuovo Bar, anche se in quel preciso momento il nostro paese attraversava una profonda crisi di povertà.

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Fece affari: grazie anche ai minatori, che tornando a casa dopo la grande fatica per il duro lavoro nelle miniere di tutta Europa, spendevano una parte dei loro guadagni. Il rientro dei minatori rappresentava anche l’occasione per gli incontri con amici e parenti e l’affollamento del Bar di p.zza Borgo dava ai minatori svago e limitata spensieratezza. La costruzione del nuovo BAR avvenne a seguito della demolizione di una casetta tutta in pietra di proprietà e abitata da Domenico Maisano detto ‘’Mastro Micu Boira’’. Nel 1953 in occasione della realizzazione del film ‘’Fratelli d’Italia’’ in seguito intitolato ‘’Il brigante di tacca del lupo’’ la stanzetta sovrastante al BAR fu allestita per ospitare il grande attore Amedeo Nazzari.

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Via Giuseppe Mazzini anni ‘’50 *
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* A fine ostilità bellica, furono ripristinati in tutta Italia le amministrazioni decadute con l’evento del fascismo. Nel ’46, dopo la consultazione elettorale fu proclamata la Repubblica Italiana. A Motta San Giovanni ritornava l’amministrazione presieduta dal sindaco Avv. Cesare Malara che resistette per circa sette anni, fin quando alle elezioni dei primi anni cinquanta dovette cedere lo scettro al Prof. Davide Catanoso, da quel momento cominciò l’avvicendamento politico. Dobbiamo doverosamente ricordare che la guerra creò molti disagi, fame, feriti, invalidi, distruzioni e morte generando una situazione critica che spinse molti operai e minatori ad emigrare. Per loro la ‘’guerra’’ proseguì molto tempo ancora, la maggior parte degli emigrati al nord e in altre parti del

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mondo erano Italiani meridionali. L’esodo massiccio cominciò nel 1946. Evidenziamo solo un episodio molto significativo per comprendere l’entità dei problemi e pericoli che i lavoratori affrontarono quotidianamente, con conseguenti disastri irreparabili: nel 1945 l’emigrazione in Belgio si intensificò sensibilmente. Nel 1947 nelle miniere di carbone si contavano oltre 55.000 lavoratori italiani. Non ci soffermiamo su questo, ma accenniamo il disastro che ricordiamo con grande commozione verificatosi nel 1956, che scosse il mondo intero : la grande e nefasta sciagura di Marcinelle, episodio ormai lontano. Molti altri si verificarono negli anni successivi per non parlare di quelli recenti che sono più vivi nella nostra memoria. I lavoratori nelle miniere hanno sacrificato la salute e spesso la vita per aprire un varco nella giungla dell’ingiustizia sociale e dare una luce diversa dalla loro, al cammino dei loro figli e nipoti, luce di prosperità e tranquillità economica. Si vuole ricordare, anche se notorio, in cosa consiste il lavoro del minatore: ‘’operaio che presta manodopera nelle miniere, in particolare, prima della costruzione di macchinari sofisticati di nuova tecnologia di cui oggi disponiamo, era addetto alla preparazione dell’alloggiamento e l’inserimento della carica esplosiva nella roccia o muro da sfondare, esercitando una particolare tecnica per proteggere la sua incolumità e quella dei compagni. Quindi, il minatore non può essere considerato un operaio comune, ma uno specialista, dotato di una preparazione per la conoscenza della consistenza del materiale in cui opera. Deve principalmente sapere a discernere gli esplosivi da usare, dosare, maneggiare

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con cautela onde evitare disastri irreparabili. Il nemico nascosto, per i minatori che prestano la loro opera nelle viscere della terra è il grisou (grisù) una miscela di metano e aria che provoca un’esplosione micidiale; oggi le nuove tecniche hanno diminuito il pericolo, ma il gas mortale è sempre in agguato. L’invisibile e ingrato male che si manifesta a posteriori come un tradimento in tempi più o meno lunghi è : la silicosi; un male, che giorno dopo giorno, distrugge i polmoni e che è causato dalle polveri sprigionate dalle trivelle durante la perforazione della roccia. Gli Italiani dal ‘46 al ’60 hanno pagato un conto molto alto: circa 900 morti, 800 pensionati per invalidità, oltre 7000 per infortuni a cui si aggiungono oltre 1500 invalidi che non avendo maturato i requisiti per la pensione, sono assistiti dalle mutue. Alla fine del secolo il numero degli italiani che lavoravano in miniera all’estero e in patria scese al 30%, sostituiti da personale straniero (marocchini, algerini, polacchi, ungheresi, spagnoli, russi, greci). Gli emigrati interni e quelli esterni ebbero a combattere, non solo il disagio di trovarsi lontano dalle famiglie e dalla propria terra, con usi e costumi diversi, ma ad affrontare ostilità e infinite polemiche generate dal vivere quotidiano, tra gente di comportamenti e sentimenti diversi. *

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 L’emigrazione interna: si inizia da Torino dove l’arrivo che si registra è il più numeroso. Negli anni ’60 con gli abbandoni delle campagne del Sud, l’emigrazione ebbe un forte incremento, stimolata da aperture di stabilimenti ‘’satelliti’’ alla Fiat e da nuove assunzioni.

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Siamo ai primi eventi del miracolo economico, si cerca manodopera anche specialistica, a Milano la Montecatini, Pirelli, Magneti Marelli, Alfa Romeo, in Liguria gli stabilimenti siderurgici, si aprono in tutto il settentrione numerosi cantieri edili. Le polemiche su accennate, si sono manifestate politicamente; si temeva lo spopolamento delle campagne per incrementare principalmente le città del Nord. Alla base di tutto, imperava un aggressivo razzismo che rendeva molto difficile la convivenza. In ogni modo, siamo negli anni meravigliosi per l’economia nazionale, qualcuno li ha vissuti, altri ne hanno sentito parlare sono i favolosi anni ’60 allegri e spensierati . Il grande registra cinematografico Federico Fellini definisce ‘’ la dolce vita ’’ il periodo che va dalla metà degli anni ‘50 alla metà degli anni ’60. Desidero fare un passo indietro per testimoniare che dopo l’indimenticabile alluvione del ’53 disastroso per la Calabria e non solo…, ci fu anche per me l’occasione di emigrare. Nel 1954 dopo aver vinto un concorso fui a Caserta, presso la scuola specialisti dell’Aeronautica Militare istituita nella famosa Regia. Nei paesini limitrofi c’erano alcuni cantieri aperti per la costruzione di gallerie, lì ho incontrato alcuni paesani che prestavano la loro opera. Purtroppo oggi non ci sono più, uno di loro mi portò all’interno della galleria e constatai in quali condizioni lavoravano. Conseguita la specializzazione di marconista di bordo, nel ‘55 sono stato destinato a Roma Aeroporto Ciampino. Anche qui ho avuto l’opportunità di incontrare molti paesani in servizio presso enti Statali e non; periodo d’oro per il cinema italiano. Ricordo Via Veneto gremita di tanta gente allegra e spensierata, mescolata

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ad attori stranieri e personaggi famosi seduti ai tavolini allestiti davanti ai famosi ‘’ Caffè ‘’. Metà ’56 approdai a Milano, ancora in questa città si sentiva il residuo del dopo guerra. L’autostrada del sole era iniziata da pochi mesi; molti compaesani vennero a Milano e in altre città della Lombardia in cerca di lavoro. Fu il periodo in cui entrai a far parte di una grande famiglia telefonica la STIPEL Piemontese/Lombarda era tempo d’inizio della teleselezione. Dal 1958 al 1961 a Torino per aggiornamenti nel mio lavoro ho assistito a massicci esodi di immigrati sistemati in abitazioni di fortuna, a volte malsane che dovevano essere provvisorie, ma non fu così. Dal ’62 a tutt’oggi risiedo a Milano sono passati ben 60 anni da quando ho lasciato il paese, a me tanto caro, ma le mie radici in questa meravigliosa terra costituiscono un forte richiamo, tanto che spesso e volentieri ritorno con tanto piacere, illudendomi sempre che sia una rimpatriata definitiva. Alla metà del 900 e del boom economico, Roma era diventata succursale di Hollywood, animata da uno spirito folle e creativo che ha avuto per palcoscenico Cinecittà e Via Veneto. Basta guardare le foto scattate in quegli anni da paparazzi per capire l’atmosfera della dolce vita. Veramente la nascita della dolce vita viene fatta risalire al 1958, quando scoppiò lo scandalo del Rugantino, un locale romano alla moda passato alla storia per il celebre spogliarello della ballerina (Iscè Mamann) Sono gli anni in cui c’è bisogno di rifarsi dal grigiore delle ristrettezze degli anni ’50, il modello di comportamento e di stile si trova nei mezzi di comunicazione di massa ormai alla portata di tutti. Divi, aristocratici e miliardari ripresi di continuo dai

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paparazzi offrono esempi alla gente comune. Negli anni della Dolce Vita Walter Chiari e Ava Gardner sono i protagonisti di un movimentato scambio di partners sentimentali, Elisabet Taylor e Richar Burton gli interpreti di una tumultuosa storia d’amore a più riprese. Nell’Italia del profondo Sud la Dolce Vita fu un mito molto, molto lontano, per le usanze e modi di vivere della popolazione, ancorate a leggi ottocentesche. La situazione economica restava critica, fin quando grazie ai politici ed al sacrificio degli emigrati lavoratori, portarono in queste terre livelli economici atti a contribuire allo sviluppo di queste Regioni depresse. Con il boom economico, nelle case, arrivano i televisori i frigoriferi e per chi osa i transistor e i registratori ‘’Gelosino’’, con i ‘’giubox’’ si affermano nuovi stili musicali con le voci forti che passano alla storia come: gli ‘’urlatori’’. Il rock arriva in Italia con Celentano e Mina, al bel canto si sostituisce l’urlo a gola spiegata. La ventata trasgressiva non offusca cantautori dell’epoca come; Gino Paoli, Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco e Sergio Endrico. In sintesi: il festival di San Remo del 1960 segna il successo della melodia con Romantica, canzone di Renato Rascel e Tony Dallara. Nel 1966 è l’anno della musica Bip, la musica dei capelloni ; approda a San Remo l’Equip ’84 e si fa notare il caschetto d’oro di Caterina Caselli. Nell’anno ’68 si affermano le note briose del molleggiato Celentano. Il mitico decennio musicale si chiude con il debutto di Nada che canta: ‘ Ma che freddo fa’ e la vittoria di Iva Zanicchi e Bobby Solo. Gli anni ’60 registrano anche casi di avvenimenti che turbano la popolazione: resta un giallo senza soluzione la morte di Enrico Mattei

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presidente dell’ENI che precipita con il suo aereo privato. Nel ’63 una immensa frana caduta nel lago artificiale del Vajont, provoca un’ondata che supera la diga e si abbatte furiosamente sulla Valle di Longarone. Il bilancio è drammatico, i morti sono quasi duemila. La politica italiana cambia passo. Nel ’60 cade il Governo di centro-destra presieduto da Fernando Tambroni, gli sono fatali gli scontri di Genova dove i manifestanti impedirono il congresso del MSI. Nel ’63 tocca ad Aldo Moro guidare la svolta di un Governo a partecipazione socialista, comincia la lunga stagione del centro-sinistra. Nel ’64 le cronache politiche sono turbate dalla morte di Palmiro Togliatti , in vacanza a Yalta. Firenze sommersa da una disastrosa alluvione, tecnici e restauratori, ma anche gli ‘’angeli del fango ’’ i giovani capelloni arrivano da ogni parte del mondo per partecipare alla ricostruzione della città sfigurata. In Sicilia, un fortissimo terremoto sconvolge la Valle del Belice. Nel ’68 un’atmosfera di insoddisfazione insieme di attesa esplode nelle contestazioni studentesche, gli scontri fra studenti e polizia sono durissimi. Il ’69 è l’anno delle manifestazioni, dei massicci scioperi dei lavoratori che chiedono più garanzie. Atti terroristici attraversano l’Italia e a Milano il 12 Dicembre una bomba esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura; i morti sono 16, i feriti più di 100. *


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Negli anni ’70 l’esodo emigratorio, da zone rurali a zone urbane, rappresentato da una curva su una tavola cartesiana è una parabola in fase calante, dal Sud al Nord la curva si mantiene pressoché costante. Ci si limita a constatare che un tempo l’emigrazione era bisogno

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primario per la necessità di benessere, oggi affermiamo con convinzione più per il progresso che per la miseria del Sud. L’emigrazione negli anni ’80 – ’90 cresce, riguarda però un altro esodo emigratorio gli impiegati e i dipendenti statali. Oggi l’emigrazione può essere grossolanamente divisa in due categorie: la prima non qualificante del mondo rurale, la seconda qualificata, grazie alle università meridionali che sfornano periodicamente laureati molto preparati. Dal 1953 ai giorni d’oggi sono passati molti anni, oltre mezzo secolo, in questo periodo la popolazione Mottese ha superato tutti gli ostacoli , non semplici: dalla massiccia emigrazione 1946 –’60 , al fatidico alluvione 1953, ma alcune Leggi degli anni ‘70 fecero ridurre fortemente l’emigrazione. Il rientro, purtroppo non fu per tutti e fu costellato da gravi lutti. giovani pieni di grandi speranze hanno sacrificato la vita per dare alla famiglia e a tutta la comunità un avvenire migliore. In questo scorcio di tempo gli avvicendamenti politici del comune divennero molteplici non più monopolizzati, ma democraticamente ‘’ il potere ’’ fu condiviso tra più partiti e più classi dirigenti. Motta raggiunse l’apice della notorietà in occasione dell’arrivo dell’allora presidente della repubblica Giuseppe Saragat, (19 Aprile 1966) venuto ad onorare i caduti sul lavoro, scoprì una lapide in P.zza del Minatore dedicata ai minatori mottesi che erano caduti eroicamente nelle miniere svolgendo con onore il proprio e non semplice lavoro. La visita ufficiale in Calabria, del Presidente Giuseppe Saragat dal 19 al 22 Aprile ’66 , oltre ai tre capoluoghi fu estesa a centri meno importanti. Il significato di quel viaggio ebbe lo scopo di mettere in

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evidenza la realtà economica e sociale della Regione. Nel discorso tenutasi a Reggio Calabria, Saragat ha voluto ricordare i massicci interventi effettuati dallo Stato nel Mezzogiorno, dal dopo guerra e ha portato la solidarietà di tutta la nazione per una Regione che, nonostante la sua gloriosa storia, fino a quindici anni prima ( anni ’50) era sull’orlo della miseria, nel 1966 non sono stati raggiunti livelli nazionali, ma esistevano le speranze di una ripresa. Giuseppe Saragat in macchina scoperta ha attraversato Corso Garibaldi di Reggio Calabria per recarsi alle Officine Meccaniche Calabresi , cominciando così le visite programmate. L’incontro con gli operai fu cordiale: un operaio nel salutarlo tentò timidamente di ritirarsi la mano perché unta, il Presidente gli l’ha prese e la strinse con forza. Un gesto molto significativo. A Motta San Giovanni seconda visita. Saragat fu immerso in un vero bagno di folla, un incontro sincero ed emozionante, travolse lo schema del cerimoniale. Inaugurò una lapide che rese omaggio ai lavoratori calabresi costretti , come più volte accennato, ad emigrare e che sono caduti sul lavoro. Motta San Giovanni rappresenta il simbolo doloroso della Calabria, il paese che ha assistito ad un grande esodo di emigrati in tutto il mondo, soprattutto minatori. L’accoglienza di questa comunità per il Presidente fu senza precedenti, tutto il paese si mobilitò, prese posto sui tetti, terrazze, balconi, finestre per vederlo. Ai balconi furono stese a festa coperte damascate dei più svariati colori; questo trattamento era riservato solo a riti religiosi e alla processione del CorpusDomini. Le persone in attesa, in maggioranza furono donne, vecchi, ragazzi, gli uomini giovani assenti

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erano impegnati al Nord o all’estero. La presentazione del paese fu fatta dal Sindaco Benedetto Mallamaci, suonò come un bollettino di guerra dal militare al suo superiore: seimila abitanti, millecinquecento emigrati,

duecentocinquanta morti nel terremoto 1908, duecento nelle ultime guerre, centocinquanta sul fronte del lavoro, augurando tempi migliori per Calabria proponendo per il Presidente la cittadinanza onoraria di Motta.- (alcuni momenti della cerimonia)

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Prese la parola il Presidente Saragat, fra l’altro disse: sono venuto qui, come capo dello Stato, che rappresenta perciò tutti i cittadini di qualunque colore e classi sociali, per dirvi che il compito che ci spetta, è più grave dello stesso Risorgimento. L’impegno di tutti gli italiani per i calabresi e di darvi una mano per aiutarvi a mettervi al passo con il resto del paese. (19 Aprile ’66) … -Dalla folla in ascolto e in silenzio, si elevò un grido ‘’ viva Saragat, viva Torino ‘’ si presume da un emigrato. Il Presidente poi, inaugurò la statua dedicata al Minatore e a fine cerimonia si avviò a visitare il secondo Paese in programma: San Luca Nel cammino degli anni trascorsi i mottesi non rimasero con le mani in mano, ma con orgoglio e coraggio hanno proseguito la strada della fatica nell’operosità costruendo il futuro ai propri figli ; non solo per il benessere, ma con l’istruzione di scuola superiore, mettendoli nelle condizioni di parità con le

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migliori comunità calabresi e di altre regioni. Uscito dal tunnel del disaggio generale, economico, socioculturale, politico-ambientale, il popolo mottese prende coscienza e intraprende il cammino dei ricordi e commemorazioni per non dimenticare (argomento che tratteremo nelle prossime pubblicazioni) Occorre sensibilizzare i giovanissimi che, i loro nonni, o i loro padri hanno sofferto in momenti difficili per dare loro un avvenire giusto., equo e per liberarli da sistemi inaccettabili , nel vivere sereni e sicuri di un lavoro protetto da insidie nefaste. La cultura può, aiutarli a capire e migliorarsi perché, l’iter della vita è sempre minacciato da agguati insidiosi, impensabili e inattesi. Proprio nella scuola elementare e media di Motta San Giovanni ebbe inizio un percorso ben mirato sostenuto da insegnanti e non, alcuni di loro hanno subito il peso di una triste vita, vissuta di riflesso, con i

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loro cari presenti e nel ricordo di quelli che non ci sono più. Il progetto suggerito anche dal Comune, coinvolse pure professionale del mondo settoriale specifico, questi ultimi raccontarono agli alunni momenti vissuti, alcuni modi di reclutamento e avviamento al lavoro, nel secolo scorso, come gestivano il loro tempo, come si difendevano dai pericoli, principalmente economizzando al meglio il magro guadagno per sostenere la famiglia lasciata in paese. Il corso si concluse con esito meritorio e di alto profilo didattico-conoscitivo di vera lezione di vita, l’insegnamento non è stato vano otre alla conoscenza è stato un indirizzo di vita in collettività, quindi, non astratto. Ma con la conclusione concreta ad opera dell’Amministrazione Comunale che dopo attenti esami, istituì con tanto entusiasmo e accettazione senza riserve di tutta collettività il premio ‘’ il Minatore d’oro ’’ (argomento che tratteremo più avanti) Prima di lasciare Motta ha inaugurato una statua che rappresenta un minatore dedicata dai cittadini a tutti i minatori caduti sul lavoro o per il lavoro . La visita ufficiale del Presidente Saragat in Calabria (19-22 aprile 1966) è stata caratterizzata da importanti eventi, oltre le visite, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro ha voluto recarsi in altri centri Calabresi. Il soggiorno in Calabria iniziato da Reggio con l’incontro in Prefettura delle autorità civili, militari e religiose, era la prima volta che un capo di Stato Italiano si recava in Calabria in visita ufficiale dopo l’unità d’Italia per portare solidarietà e propositi di rinascita socio-economica. Le visite precedenti risalgono a dopo il terremoto 1908 da Vittorio Emanuele III° e Enaudi che si recò nelle zone

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alluvionate del 1953. Alluvione che portò morte e distruzione, nel nostro territorio case distrutte e campagne devastate, spazzato via la centrale idroelettrica costruita nel lontano 1912/13 dall’impresa Catalano, è da segnalare l’impegno meritorio dell’emergente giovane medico Benedetto Mallamaci che rendendosi conto della gravità del momento, con un nutrito gruppo di uomini volontari ha portato nelle zone alluvionate conforto e soccorso sanitario ai feriti in quelli di Serro Valanidi, Russa, Allai… nelle strade o meglio dire sentieri erano rimasti immersi dal fango e detriti di ogni genere, il gruppo formato è riuscito a superarli portando il soccorso necessario grazie alle direttive del giovane medico mottese. L’opera di Benedetto Mallamaci non fu vana, ma fu molto apprezzata dalla comunità e riconfermata quando scese in politica cioè venne eletto Sindaco del Comune di Motta e successivamente assessore Provinciale ai Lavori Pubblici e Sanità e si prodigò con tutte le sue forze e assiduo impegno per migliorare la sorte del popolo mottese che non deve e non potrà mai dimenticare l’impegno meritorio che l’onorevole Benedetto Mallamaci, illustre figlio Mottese ha realizzato per Motta non solo nel campo sanitario. Saragat si recò in Calabria nella consapevolezza di una regione che aveva bisogno di solidarietà e di aiuti concreti, una regione ricca di tradizioni e cultura, ma era anche una delle regioni più povere e sfortunate del mezzogiorno d’Italia… Il discorso di Saragat a Reggio Calabria: fra l’altro ‘’occorre che la nuova generazione di Italiani si assuma il compito risorgimentale di realizzare l’unificazione economica delle due ‘Italie’ tradotto ad un nuovo miracolo economico italiano. Il

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discorso si articola nei tanti bisogni che la Calabria annovera: strade, vie di comunicazione più efficienti, infrastrutture in genere ; un vero rilancio economico. La folla accalcata lungo il Corso Garibaldi in particolare sotto la casa comunale ove per l’occasione erano stati sistemati alcuni altoparlanti per fare ascoltare a tutti il discorso del Presidente Saragat. Al termine scoppiò un fragoroso applauso, tanto che il Presidente si è affacciato al balcone per ringraziare degli applausi veramente calorosi e intensi. Corso Garibaldi tutto in festa e imbandierato, la sera le vetrine illuminate a giorno con esposto per l’occasione il ritratto del Presidente. Dopo aver visitato le officine meccaniche nate nel ’61 ‘’Finmeccanica e Fiat’’ (IRI) e la cittadina di Motta San Giovanni si recò a San Luca, ove nacque lo scrittore Corrado Alvaro, poeta e giornalista di alcune testate nazionali (Resto del Carlino, Corriere della Sera, Mondo, La stampa, come inviato speciale in Turchia…) tra le altre opere ha scritto : ‘’Gente in Aspromonte (1930), raccolte di racconti e Poesie grigioverde (1917)’’ venne ricevuto appunto nell’abitazione dello scrittore trasformata in un museo tra cimeli e oggetti d’epoca appartenenti a Corrado sono custoditi ben quindici manoscritti inediti , ad attenderlo oltre la rappresentanza del Sindaco Arnaldo Bocelli alcune personalità, gli editori di Alvaro Valentino Bompiani e Leonida Rapaci, il fratello dello scrittore don Massimo (sacerdote) la vedova e il figlio. La popolazione di San Luca accolse il presidente in un clima entusiasmante e gioioso, il Sindaco chiese di poter aggiungere al nome del paese quello dello scrittore. La cerimonia è stata commovente tutti attorno al Presidente come un

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grande amico che venne a portare alla popolazione la speranza per tempi migliori e solidarietà di tutti gli Italiani, al ritorno a Reggio Calabria il Presidente ha sostato in quasi tutti i paesi del litorale Jonico. Al suo passaggio erano tutti a festa con bandiere sventolanti ad ogni angolo, balconi finestre addobbati con damaschi di seta pura locale, tanta gente sulle strade per salutare Saragat seguito dal corteo Presidenziale. La giornata si concluse con il rientro a Reggio Calabria. Il giorno seguente si recò a Catanzaro attraversando molti paesi dal litorale tirrenico all’entroterra montano con lo stesso rituale omaggio di sventolio di bandiere e gente sulle strade ad assistere il suo passaggio. Tenne un discorso imperniato sulla rinascita e sull’avvenire della Calabria, ricordò che in Aspromonte fu ferito Giuseppe Garibaldi dall’esercito Piemontese, precisamente dai Bersaglieri nel tentativo di conquistare Roma in una sfortunata impresa con i suoi uomini e ‘’picciotti’’, luogo in cui è stato eretto un monumento a ricordo che Saragat ha voluto visitare. Si recò negli stabilimenti industriali di Vibo Valentia, poi nella Piana di Santa Eufemia a visitare la diga dell’angitola, ‘’ Sono passati cento anni dell’unità politica Italiana, più che mai oggi l’Italia ha il dovere di proporsi a risolvere i problemi del Sud ‘’ Pure a Catanzaro tutta la popolazione era sulle strade p.za Matteotti stracolma come pure le strade che confluivano ad essa. L’omaggio che fu riservato a Saragat dalle autorità cittadine avvenne in Prefettura e nella sede Provinciale fu la volta del Sindaco e dal Presidente del Consiglio Provinciale che porta i saluti da tutta la Provincia, da parte del Presidente espresse

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a grandi linee il programma di sviluppo, tra l’altro, per l’agricoltura e il turismo, la nuova Legge sulla Cassa per il Mezzogiorno. Il discorso di Saragat toccò tutti gli argomenti caldi del momento che l’Italia in quegli anni si preparava a realizzare. Ha attraversato molti paesi a festa e per salutare il Presidente le strade erano affollate di popolazione promiscua e di studenti di ogni ordine e grado con cartelli bene in vista richiedevano una università; allora in Calabria mancante. Dopo Camigliatello di Spezzano e Celico si portò con tutto il seguito presidenziale a Cosenza dove ha incontrato i rappresentanti istituzionali della Provincia e nella sede Comunale ha pronunciato un discorso rivolto alla popolazione. ‘’Rende, Castrovillari, Spezzano Albanese, La Piana di Sibari territorio promettente per l’avvenire di una economia ibrida agricolo-industriale con prospettive di rilanci economici (la progettata cartiera e la costruzione di un porto). A Rende venne ricevuto con tanto entusiasmo dalla popolazione, la sua macchina scoperta fu inondata di fiori lanciati da finestre e balconi. Ricevuto e salutato dal primo cittadino l’on. Principe sottosegretario di Stato all’agricolture e foreste. Qui Saragat ha ribadito ‘’ non è un viaggio di pura ‘scoperta’ dei problemi Calabresi e meridionali ma un solenne atto di riconoscimento che, attraverso il Capo dello Stato, la nazione ha voluto compiere nel momento in cui si traccia la programmazione economica nazionale, del posto che in essa deve avere il mezzogiorno’’. E’ l’unico significato che gli si può attribuire, proprio per l’eco straordinaria che le parole del Presidente hanno suscitato nella popolazione. ‘ non sarà una delusione perché i programmi di

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cambiamento sono già atti del Governo e Parlamento ’. Prima di far ritorno a Roma visitò altri centri come l’Ente Sila e il Consorzio di bonifica, Castrovillari e Sibari da dove in treno raggiunse Roma. A suo seguito: il vicepresidente del senato on. Zilioli Lanzini e l’on. Sandro Pertini vice presidente della camera, ad attenderli il ministro degli interni l’on. Taviani . (22 aprile 1966)

 

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Motta San Giovanni

4 dicembre 2003

Premio ‘’Il Minatore d’oro ‘’ anno I° Iniziativa del Comune di Motta San Giovanni in concerto con il Comitato Minatori Mottesi. Il Rag. Legato, quale

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. moderatore prima di dare inizio alla manifestazione chiede un minuto di raccoglimento in memoria dei caduti sul lavoro, in memoria dell’arma dei carabinieri, della polizia e dell’Esercito; quindi afferma: mi torna l’obbligo di rivolgere un sentito ringraziamento alle autorità civili, militari e religiose presenti e a quanti impossibilitati ad intervenire hanno fatto pervenire la loro adesione. Un ringraziamento va alle poste italiane, ancora una volta presenti sul nostro territorio che, con un (annullo) postale commemorativo partecipano alla manifestazione. Oggi per Motta, che per anni ha avuto il triste primato italiano della più alta percentuale di ‘silicotici’, grazie anche alla nostra presenza non è solo una giornata del ricordo e della memoria. E’ un moderatore Giovanni Legato

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grande onore per un figlio di ‘silicotico’ e grande invalido del lavoro prendere parte alla manifestazione, che il Sindaco Giovanni Verduci, unitamente all’Amministrazione comunale, ed al Consiglio Comunale ha voluto per onorare la memoria di quei mottesi che immolarono la loro vita per il progresso. Questa prima edizione del premio ‘’Il minatore d’oro’’ si svolge con il patrocinio del : Senato della Repubblica della Camera dei Deputati Presidenza del Consiglio dei Ministri della Regione Calabria Consiglio Regionale della Calabria Amministrazione Provinciale di Reggio Cal.. Associazione invalidi dell’alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica Approfitto per fare un applauso a tutti perché le Amministrazioni di questi Enti sono presenti tra noi. E’ sempre presente in me il ricordo di quel lontano 1952 quando Santino Calabrò trascorse pochi mesi insieme a mio padre, ai miei zii e a tanti minatori di Motta in Val d’Aosta e ha toccato con mano i sacrifici dei nostri minatori, constatate le condizioni disumane in cui erano costretti a prestare l’opera all’interno delle miniere privi di ogni sicurezza. Il loro pensiero era sempre rivolto alla famiglia lontana, nei loro cuori albergava grande solidarietà e coscienti del pericolo affrontavano le fatiche eroicamente al fine d’assicurare ai figli un avvenire migliore- Il Sindaco Giovanni Verduci : ‘’ Ringrazio e dò il benvenuto a tutte le personalità presenti e ai famigliari dei silicotici -

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che non ci sono più ’’. Maestro Geraldo Sacco,

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Sindaco Giovanni Verduci

ideatore e realizzatore del premio :‘’il Minatore d’oro ‘’ Prende la parola e precisa : sarò breve perché è vostra la festa e mi limito a dire che sono abituato a lavorare

nel fertile – e che il premio è un’opera unica di alto

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rilievo, ricavata da uno squarcio di grotta a forma di cuore.

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il Premio

Viene data la parola al dott. Lamberti Castronuovo :

Dr. Edoardo Lamberti Castronuovo

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Grazie per avere usato grande democrazia nell’organizzare la manifestazione. E’ una giornata importante per il vostro paese che ha onorato con i suoi medici (quelli che ci sono), ricordo uno per tutti , la figura di Bruno Attinà che ha onorato la Calabria il suo paese e la patria. Motta San Giovanni dal prossimo anno diventerà sede di un grosso convegno scientifico, che ogni anno rinnoverà i caduti e i ‘silicotici’ del paese. La preside della scuola media D.ssa Caterina Autelitano : ’’ringrazio l’Amministrazione per l’iniziativa che volge lo sguardo

. al passato e onora quanti sono caduti lavorando nelle miniere. Grazie anche al lavoro svolto dagli alunni D.ssa

Caterina

Autelitano

e insegnanti, perché attraverso quest’ impegno tutti hanno maturato, non solo il senso della loro identità di cittadini mottesi, ma anche il senso della loro identità di persone. Ringrazio ancora

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l’Amministrazione per la festa che esprime un. rapporto solido di collaborazione con il gruppo insegnanti e gli alunni per una migliore qualità formativa ‘’ La docente di scuola elementare Sig.ra Pisapia ringrazia tutti per avere dato ai ragazzi la possibilità di conoscere una realtà loro lontana, in

Ins. Sig.ra Pisapia

quanto legata ad un passato loro sconosciuto e non vissuto direttamente, ma allo stesso tempo una realtà loro vicina perché testimone di tanti nonni minatori. ‘’Abbiamo prodotto un documentario che illustra la storia di Santa Barbara e la storia dei minatori; facendo una sorta di viaggio per le strade di Lazzaro e di Motta, partendo dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie fino ai monumenti che ricordano i minatori. Il progetto è stato sviluppato in

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tre fasi: nella prima i bambini hanno fatto ricerche e raccolto notizie sulla vita di Santa Barbara e dei minatori. Nella seconda fase è stato esaminato tutto il materiale raccolto. Nell’ultima fase sono state raccolte le fotografie delle visite guidate ’’.

Ins. Sig.ra Francesca Triolo

La docente Triolo ringrazia tutti e ricorda che gli alunni di quarta classe della scuola ‘’ Giovanni Mallamaci’’ di Motta sono stati impegnati ad un importante lavoro per ricordare i minatori mottesi. Insieme dice, abbiamo raccontato una storia, e nel raccontarla sono stati impegnati nel lavoro teatrale; le immagini sono raccolte in un libro che racconta le avventure di alcuni minatori nella galleria di Bagnara. E’ una storia nella quale è stato protagonista un minatore mottese: Pietro Legato. Il fatto di sangue

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accadde molti anni fa il 17 marzo 1956, un minatore appunto, Pietro Legato rimase sotterrato dal crollo delle macerie nella galleria di Santa Trada.

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Il minatore rimase sepolto per ottantotto ore; questo episodio resta per noi una vicenda a lieto fine, che il nostro paese ricorda e conserva come patrimonio. Altri due minatori non sono stati ritrovati vivi; si tratta di un minatore di Polistena Sig. Fassari e di un altro di Salerno. Anch’io sono figlia di minatore, sono diventata maestra grazie ai sacrifici di mio padre. Non posso non fermarmi e dire che il lavoro fatto è stato molto bello e nel contempo triste. Per concludere voglio ringraziare l’amministrazione Comunale che ci ha dato la possibilità e l’opportunità di rispolverare queste storie di vita che per quanto tragiche, tristi molto toccanti rinnovano la memoria di questi uomini con orgoglio. Per questo lavoro abbiamo coinvolto la famiglia Legato (il Sig. Pietro Legato è morto circa tre anni fa), voglio ringraziare particolarmente i famigliari, il figlio Giovanni e la nipote Santina che ci hanno dato notizie e materiale per concludere bene il lavoro : con articoli di giornali e fotografie ricordo. Infine voglio ricordare la squadra di volontari partita da Motta per aiutare i minatori rimasti sotto le macerie – uno di loro era mio padre. Gli articoli dei giornali dell’epoca ci hanno permesso di ricostruire tutta la storia. Alcuni ragazzi illustrano i lavori fatti per partecipare al concorso indetto del Comune di Motta e per sensibilizzare tutti i giovani contro le malattie derivanti dal fumo. Il fumo, essi dicono può generare tumori non solo ai polmoni, ma anche allo stomaco, al fegato, al pancreas; provocano nelle donne aborti spontanei e malformazioni del feto. Il moderatore Giovanni Legato passa a presentare i dott. : Pinuccio Azzarà, Nicola Cogliandro, Enzo Di Giuseppe, Francesca

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Legato ai quali vengono consegnati delle targhe d’argento realizzate da Gerardo Sacco. Il dott. Azzarà e il dott. Cogliandro vengono premiati del dott. Lamberti, mentre il dott. Di Giuseppe viene premiato del presidente del Consiglio Giuseppe Melito; la d.ssa Francesca Legato e il dott. Francesco Biasi vengono premiati dal Sindaco, in quanto medici impegnati sul campo nella lotta contro la silicosi. Il premio ‘’il Minatore D’oro ‘’ anno 2003 viene assegnato all’Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: così come nel minatore, anche nel carabiniere c’è altruismo, amor di patria, spirito di sacrificio fino alla morte, coraggio e temerarietà in un mestiere faticoso e rischioso sono virtù ben riconoscibili. I minatori e i carabinieri sono splendido modello di uomini votati al sacrificio per maggiore progresso civile e nazionale, per tale motivazione il premio viene assegnato all’Allarma dei Carabinieri. Viene consegnato dal Sindaco Verduci e dal Sig. Santo Calabrò, silicotico, grande invalido del lavoro e componente del comitato che organizza i festeggiamenti in onore di Santa Barbara.

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E’ presente il Colonnello Comandante Provinciale Antonio Fiano; il premio viene consegnato al Carabiniere Giuseppe Rattuso della stazione dei carabiniere di Lazzaro.

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C.llo Fiano

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Viene data la parola all’Arcivescovo Del Bello che precisa quanto sia importante ricordare le

. persone, specialmente nel nostro territorio che hanno lavorato e dato la vita per il bene, con onore. Il non avere dimenticato queste persone significa voler riconoscere la loro presenza, il loro lavoro, il loro servizio fatto per il bene comune, quindi voler prendere esempio. Anche noi oggi non ci limitiamo soltanto a fare memoria di cose passate, ma ci impegniamo a vivere secondo quegli insegnamenti, quelle testimonianze che ci sono state date e che noi ricordiamo con gioia, con commozione anche; se vogliamo che, effettivamente la nostra società attuale sia meno violenta, sia una società più solidale, una società nella quale ci sia più fraternità, nella quale possa regnare la pace. Io credo che questi ricordi, questi avvenimenti possono veramente aiutarci nell’impegno di costruire quella che già il Papa Paolo S. Ecc. Arc. Del Bello

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VI° chiamava la civiltà dell’amore. La civiltà dell’amore è quella civiltà che si costruisce unicamente nel sentirsi impegnati al servizio del bene comune. E’ la volta del Colonnello dei Carabinieri che ringrazia tutti ricordando ancora una volta, che i minatori che vanno a lavorare in altre zone del territorio nazionale, anche all’estero sono quelli che soffrono di più. Il carabiniere non fa servizio a casa sua, anzi non può fare servizio a casa sua; anche il minatore va a cercare lavoro lontano da casa, non solo sul territorio nazionale, ma anche all’estero, per guadagnare e mantenere la famiglia. Il discorso di parallelismo che c’è tra carabiniere e minatore vale anche per questo. Comunque, siamo tutti gente del Sud d’Italia, perché nel Sud, purtroppo il lavoro non c’è; non c’era come non c’è neanche adesso.

L’augurio sarebbe che non ci fosse più bisogno né dei carabinieri né dei Minatori. Il Sindaco ringrazia

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quanti hanno partecipato i medici, le autorità, i ragazzi e gli insegnanti e chiude la manifestazione dando appuntamento al prossimo anno.

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Motta San Giovanni 5- 12- 2004 Premio ‘’il Minatore d’oro’’ II^ ed.

Prima di dare inizio alla manifestazione, il Rag. Legato dice: mi corre l’obbligo di ringraziare le autorità civili,

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militari e religiose presenti e quanti, impossibilitati ad intervenire hanno fatto pervenire la loro adesione. Un ringraziamento va alle poste italiane che, anche quest’anno sono presenti con un ‘’annullo’’ speciale, alla stampa e alla televisione che hanno dedicato molta attenzione a questo evento. Il premio ‘’Il Minatore d’oro’’ fortemente voluto dal Sindaco Verduci e dall’Amm. Comunale è giunto alla II^ edizione. Anche questa edizione si svolge sotto il patrocinio di : - Senato della Repubblica - Camera dei Deputati - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Regione Calabria - Consiglio Regionale della Calabria - Amm. Provinciale di Reggio CalabriaA.M.N.I.L .- Alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica Sembra ieri, che alla presenza delle Autorità e della cittadinanza il Sindaco Verduci e i minatori mottesi hanno consegnato il premio al Colonnello Fiano, quale degno rappresentante dell’Arma dei Carabinieri. Il premio è cresciuto, l’interesse destato è stato notevole ha oltrepassato ormai i confini regionali. Anche perchè il tempo è tiranno voglio uniformarmi all’invito degli interventi brevi. Non sto a dire delle finalità e degli scopi del premio, troverete tutto nella pubblicazione che è stata distribuita. Molto importanti e numerose le adesioni e i messaggi ricevuti. Grazie all’impegno della commissione sono state tenute le ‘’prime giornate mediche ’’. Grande partecipazione, ieri, alla lezione magistrale del Prof. Santini

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dell’Università di Tor Vergata di Roma, è tra i più attenti conoscitori della Silicosi, e altre relazioni tenute. La costruzione del Centro Cardio-Polmonare, i cui lavori saranno appaltati nei prossimi mesi è un altro tassello che va ad aggiungersi al progetto iniziale. Nomina i presenti che sono al tavolo della presidenza: Il Prefetto G. D’Onofrio, il Presidente del Consiglio Regionale, Luigi Fedele, il Presidente della Provincia Pietro Fuda ( che da giovane ha lavorato in miniera), il Sen. Renato Meduri, l’Assessore Regionale Sarra ed altri ospiti. Prende la parola il Sindaco G. Verduci : ringrazio tutti coloro che con la loro presenza hanno onorato la manifestazione, in particolare la C.R.I. di Reggio, grazie all’Avv. Maurizio Scelli siamo riusciti ad avere nelle linee già tracciate l’anno scorso un’altra figura importantissima a cui abbiamo accostato la figura dei nostri minatori .

Questo, non fa altro che riempirci di gioia e di orgoglio

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nel ricordo dei minatori caduti nei decenni precedenti, che hanno contribuito allo sviluppo della nostra Calabria. Ringrazio tutti autorità e non, cittadini di Motta, la C.R.I. presente in ogni ordine di rappresentanza, i rappresentanti del Consiglio regionale della Calabria con l’ass. Sarra. La nostra storia si racchiude in quelle immagini abilmente riportate da Gerardo Sacco. Ovviamente, non posso non ringraziare il senatore Renato Lauro, che da anni collabora con noi attraverso il nostro carissimo Dr. Lamberti, che ci consente, anche quest’anno, di avere la giusta risonanza al nostro premio.Ringrazio il Dr. Musitano della CRI, attraverso lui siamo riusciti ad organizzare tutto. Un saluto e ringraziamento va al C.llo Costa e all’Arma dei CC; L’anno scorso è stato presente il C.llo Fiano, oggi c’è il suo Vice il C.llo De Vito. Il Rag. Legato fa presente agli intervenuti che, è stato preparato un opuscolo e che sarà distribuito, e contiene fra l’altro il messaggio del Presidente della Repubblica, quello del Presidente del Consiglio dei Ministri, dell’Arc. Mons. Mondello e di Padre Salvatore Nunnari. Passa la parola al Prefetto D’Onofrio il quale saluta affettuosamente tutti e precisa: sono intervenuto con molto piacere e con molto entusiasmo all’invito, tanto per intensificare, per rafforzare i sentimenti di stima e di amicizia che mi legano al Sindaco, all’Amm. Comunale e ai cittadini di Motta, quanto, e soprattutto per i motivi contingenti che hanno occasionato la mia visita tra di voi e che si concretano nella premiazione de ‘’Il Minatore d’oro’’ alla CRI; qui presente con il suo Commissario, che ringrazio per la sua disponibilità.

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Questa iniziativa dell’Amm. Comunale è arrivata alla II^ ed. e auspico che si vada sempre più a consolidare ed arricchire. Questa iniziativa è di notevole spessore, è una iniziativa molto significativa, molto coinvolgente, che si colora di contenuti etico-sociale, tanto che ha ricevuto l’alto patrocinio delle massime autorità istituzionali, sia a livello nazionale, sia a livello periferico. Questa manifestazione si svolge sotto l’alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica, per tutto questo occorre riconoscere il merito del Sindaco e di tutta l’Amm. Comunale; soprattutto per la sensibilità che l’Amm. palesa nei confronti della collettività, nel senso che, questo simbolo del minatore, che riecheggia in ogni manifestazione, qui a Motta sta a significare una rivisitazione delle proprie origini, del proprio passato, nonché una riaffermazione della propria identità, di questa collettività che si riconosce e si identifica nella figura del minatore. Questo simbolo del minatore va anche ad ispirare il destinatario del premio, nel senso

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che, come l’anno scorso per l’Arma dei CC, così oggi, non c’è chi non possa vedere una certa comunanza tra la figura del minatore e l’attività della CRI, nel senso che alla base di tutto c’è uno spirito di solidarietà, uno spirito di sacrificio, una abnegazione notevole, un’attività, un assorbimento dei propri doveri fatti in silenzio, il più delle volte nell’anonimato e quindi lontano dal riflettori. La presenza del Commissario Nazionale della CRI, nonché la presenza del presidente e componenti Associazioe dei Minatori, mi induce a fare una ulteriore riflessione: l’attività di associazionismo, l’attività di volontariato che al giorno d’oggi opera sempre più intensamente nel tessuto sociale e va a colmare gli spazi resi liberi dalle istituzioni, questa attività può essere la risorsa del III° millennio. La parola risorsa è utilizzata da me nel senso che, opinionisti e commentatori di chiara fama hanno ritenuto che questa espressione – terzo settore – è un’espressione poco significativa, dovendosi parlare di economia civile, proprio per sottolineare l’utilità pubblica che si riannoda all’attività svolta da queste associazioni. Concludo il mio intervento con i saluti e le congratulazioni al Commissario Maurizio Scelli, precisando ancora che, il ‘’Minatore d’oro ‘’ altro non è che un tassello di riconoscimento, in un oceano di gratitudine che noi tutti le dobbiamo, per la sua attività meritoria, nonché per i suoi apporti nel campo nazionale ed internazionale. Un saluto affettuoso va al Presidente e ai componenti della Associazione dei Minatori di Motta In un incontro precedente ho letto nei loro sguardi quella sofferenza che è tipica, che è genetica nelle genti del meridione. Quel dolore vissuto, ma non sopito, neutralizzato da

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una compostezza e una serenità d’animo veramente esemplare. Concludo con gli ulteriori saluti al Sindaco e all’Amm. Comunale, ricordando la continua e fertile collaborazione per quanto concerne l’attività, sarò disponibile per qualunque avvenimento o iniziativa, sia come persona sia come istituzione che qui rappresento. Prende la parola il Sottosegretario di Stato l’On. Valentino che dice : sono molto onorato, caro Sindaco di essere qui a testimoniare con la mia presenza la gratitudine per la CRI e penso che, questo riconoscimento, questa gratitudine deve essere interpretata a tutti i livelli, non soltanto per le cose egregie, che in questo momento, in tante parti del mondo la CRI sta realizzando e della quale tutti siamo fieri come italiani consapevoli, che importanti sementi della nostra società si muovono in maniera apprezzabile, encomiabile ed hanno contribuito in modo tangibile alle vicende dell’umanità. Un’umanità che non può essere disgiunta dalle grandi capacità che si hanno.

On Giuseppe Valentino

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Ringrazio il Sindaco Verduci, che ha voluto ricordare due momenti importanti, significativi : i nostri lavoratori che, in terre lontane hanno profuso i tesori della loro laboriosità, la loro tenacia, mettendo a rischio la propria salute, e poi questa grande comunità internazionale che, elargendo ad altri cotanta disponibilità è l’immagine, il prototipo della solidarietà. Per noi, il simbolo della solidarietà è la CRI. La ringrazio anche in nome della comunità calabrese che ha bisogno di gente come voi. Il Sig Legato precisa che negli ultimi mesi è stata istituita l’Associazione dei Minatori Mottesi‘’commemorare per ricordare’' Per un breve saluto da la parola al Presidente Francesco Gullì che dice : a nome mio e della Associazione porgo un caloroso saluto alle

Presidente Ass. Mimatori Mottesi Sig. Francesco Gullì

autorità presenti. Un sentito Sindaco Verduci e all’Amm. fortemente voluto istituire il d’oro‘’ .Un riconoscimento ai

ringraziamento va al Comunale per avere premio ‘’Il Minatore nostri padri ai nostri

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fratelli che hanno sacrificato la loro vita per il progresso dell’Italia, e per donare a noi un futuro migliore . E’ il riconoscimento dei sacrifici di quei minatori, alcuni presenti in sala che ancora oggi portano i segni della sofferenza. Un ringraziamento va anche a quanti hanno collaborato alla buona riuscita di questa manifestazione; alla giornata medica di ieri e a coloro che, a tutti i livelli si sono impegnati nella ricerca per la sicurezza sul posto di lavoro. In sala sono presenti tra gli altri, i consiglieri regionali Franco Fortugno e Gesuele Milasi, i consiglieri provinciali Giuseppe Raffa e Alfonso Santo Martorano. E’ presente il Presidente degli invalidi

dell’ AMNIL Costantino ed è presente anche il Dr Cuzzola dell’INAIL Occorre fare dei ringraziamenti al sottosegretario Pino Galati, all’On. Agazio Lo Iero e all’On. Giovanni Nucera, che impossibilitati ad intervenire hanno fatto pervenire dei messaggi. Il maestro Geraldo Sacco che ha ideato e realizzato il

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premio è assente per impegni inderogabili. Il premio, oltre che le istituzioni, il mondo scientifico e la comunità mottese, anche quest’anno ha coinvolto la scuola; gli alunni e i docenti hanno sviluppato un progetto di cui parlerà la docente Caterina Autelitano, dirigente scolastico dell’Istituto Omnicomprensivo di Motta San Giovanni. La docente saluta e ringrazia

il Sindaco per aver voluto la scuola partecipe a questa II^ ed; ‘’ Il Minatore d’oro ‘’ , tutte le autorità presenti e tutti gli intervenuti. Fa una breve riflessione: per mia abitudine mentale, neanche per vizio professionale tengo a cogliere il senso degli eventi o delle esperienze. Noi ordiniamo la realtà contingente sulla base di categorie di opposta polarità di significato: bianco/nero, bello/brutto, presente/passato, bene/male ecc. gli opposti che formano la nostra possibilità di concettualizzazione

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non possono essere considerati entità a sé stanti, ma sono complementari l’uno all’altro, nel senso che l’uno non può esistere senza l’altro. Senza logica di contraddizione i nostri discorsi non avrebbero senso. Così, pensare al presente senza legarlo al passato significa pensare ad un presente privo di senso, allora pensare al presente volgendo lo sguardo al passato diventa qualcosa di indispensabile a chi si occupa di educazione. La scuola, pertanto, non può non dare questi indirizzi, questa educazione, questo metodo agli alunni che va a formare. Questa occasione ha dato la possibilità alla scuola di leggere il presente del territorio andando ad indagare nel passato. E’ quello che gli alunni hanno fatto, in particolare gli alunni delle classi quinte, con un progetto, con una indagine sul territorio, con la produzione di un opuscoletto. Voglio lasciare spazio e invito l’alunno che è stato delegato a questa mansione di essere brevissimo, illustrando il lavoro che è stato fatto in classe. Ringrazio tutti quanti, esprimo apprezzamento per questa bella iniziativa e mi unisco a tutti gli altri nell’apprezzamento per il lavoro che la CRI svolge in Italia e nel mondo. * * *

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L‘alunno legge i punti sviluppati nella ricerca sui minatori : uomini che sopportarono difficoltà di lavoro, condizione economica, mancanza di protezione, ma sopra ogni cosa erano uniti dal desiderio di dare alla famiglia un certo benessere, per la quale spesso sacrificarono la vita. Per completare il lavoro abbiamo intervistato i minatori viventi e i famigliari di quelli che non ci sono più. Viene data la parola al Dr. Lamberti Castronuovo, coordinatore della commissione medica, nonché collaboratore del Sindaco per l’organizzazione e la riuscita della manifestazione. Il Rag. Legato sottolinea che ieri con la partecipazione di apprezzati relatori si sono tenute le prime giornate mediche Il Dr. Lamberti ha coordinato i lavori e ora presenterà la borsa di studio a

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carattere nazionale, che dal prossimo anno sarĂ assegnata ai giovani laureati.

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Il Dr. Lamberti, rivolgendosi al Sindaco dice :

Dr. E. Lamberti Castronuovo

se non fosse innamorato della mia città natale, Reggio Calabria, volentieri chiederei la cittadinanza qui. Questa evenienza, che mi vede qui da due anni mi ha fatto apprezzare questo comune, perché è un comune vivo, un comune che sulle disgrazie, purtroppo di questo si tratta ha costruito qualcosa di vero e di vivo. E’ bellissimo vedere come maggioranza e opposizione lavorano verso lo stesso obiettivo e riescano ad ottenere dei risultati eccellenti. Bene ha fatto l’On. Valentino a sottolineare le parole del Commissario della CRI. Il Commissario ieri ha parlato dell’orgoglio di essere calabrese; noi qui di Motta siamo orgogliosi di essere calabresi, perché questa è la Calabria, questi sono i giovani della Calabria, questi sono i giovani che danno alla Croce Rossa, che è internazionale, un qualcosa di veramente vivo. Anch’io faccio parte, in maniera molto piccola della CRI, perché dirigo i corsi delle infermiere professionali, vi assicuro che tutte le

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ragazze che seguono i corsi si impegnano moltissimo e sono bravissime, quindi meritano riconoscimento per un futuro lavoro. Abbiamo tanto bisogno di infermiere professionali negli ospedali italiani. Avere scelto la C.R.I. per assegnare il II° premio de ‘’ Il Minatore d’oro ‘’ è molto importante. Ieri si è svolto un convegno medico a Motta San Giovanni, c’erano centoventi medici, erano in questo paese ad ascoltare le ultime novità, perché è un corso di aggiornamento nel campo delle malattie respiratorie. Il Prof. Santini quando è andato via ha detto che non gli era mai capitato che un comune d’Italia abbia organizzato un congresso medico di aggiornamento. Questo è un messaggio che io affido a chi non è calabrese , ( al Comm. della CRI ) di portare agli altri questo messaggio, perché la Calabria vera non è la Calabria della mafia, della ‘drangheta’, dell’Aspromonte, che di aspro ha solo il nome; questa è la Calabria vera ed è rappresentata qui in tutti i sensi. La Calabria vera è quella delle giornate mediche, ecco l’intelligenza, la lungimiranza del Sindaco, dell’Amm. tutta, da destra a sinistra, la lungimiranza è quella di non fare di questo problema serio un discorso vano, ma un impegno per questo sogno che hanno nel cuore. Ieri abbiamo sentito i medici di famiglia che a qualcuno hanno fatto venire le lacrime, hanno fatto un discorso con un obiettivo preciso, quello di aggregare al momento celebrativo un momento scientifico, non solo per una liturgia, perché il centro riabilitativo sarà una cosa seria, sarà un presidio medico che farà diventare Motta San Giovanni un città molto importante, là dove si pensi che di centri respiratori in Calabria non ce ne sono. Motta San Giovanni diventerà, grazie a

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questa Amm. un centro medico di rilevanza nazionale. Concludo dicendo che, l’attivismo di questa Amm. non si ferma qui, ma lavorerà ancora idealmente, insieme alla Commissione medica, formata dai medici del territorio, da chi la battaglia l’ha vinta sul campo, anche se non sempre. Fondamentale obiettivo è far capire ai giovani che la silicosi non è per niente scomparsa, ma la si può combattere. Dunque, una borsa di studio sarà assegnata ogni anno al migliore laureato in medicina o specialista, che avrà redatto la migliore tesi nel campo delle malattie respiratorie. Siccome abbiamo voluto dare risonanza nazionale a questa borsa di studio, abbiamo creduto opportuno assegnare la direzione, la regia, la presidenza della commissione, che dovrà giudicare gli elaborati che perverranno, al Comune di Motta, ( Motta San Giovanni diverrà un centro importante, un punto di riferimento per le malattie respiratorie ), ad un luminare della scienza medica italiana. Anche lui è qui con noi, è il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Tor Vergata – Roma, una delle migliori università d’Italia. Un personaggio di grandissimo livello, è un meridionale come noi. Egli ci ha consentito ieri, di avere qui il Prof. Santini, che ha incantato l’uditorio, e lo presento, perché credo che meriti tutta la nostra ammirazione: è il Prof . Renato Lauro preside della facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Tor Vergata – Roma. Viene data la parole al Prof. Lauro, presidente della Commissione che dice : ringrazio il Sindaco per l’invito e il Dr. Lamberti che è stato molto, molto generoso nei miei riguardi. Sono qui, intanto per portare un saluto da parte della facoltà di Medicina e non è un fatto

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formale, perché al saluto si aggiunge il compiacimento per questa iniziativa, che è giovane,

ma che ha già una risonanza ampiamente nazionale. Lo testimonia il fatto, che il Prof. Santini, da me contattato, saputo che venivo a fare questo convegno, quando si è reso conto della intrinseca qualità di questa iniziativa ha subito accettato di venire. Ieri sera, incontrandolo in aeroporto ho visto che era entusiasta di questa esperienza fatta in terra di Calabria. Entusiasmo più significativo perché, il Prof. Santini non è meridionale come noi è emiliano. Vorrei esprimere due concetti: queste sono iniziative che ci ricordano il passato, il passato che fa parte delle nostre radici, fa parte della nostra storia. Iniziative che hanno la funzione di ricordare il passato, arricchiscono il presente e certamente ci danno insegnamenti per il futuro Il ricordo del minatore è il ricordo di un meridione che ha tanto sofferto, e di

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meridionali che nella sofferenza hanno onorato il meridione. Sono state persone, che hanno svolto il loro lavoro, a qualunque livello, con grande dignità e soprattutto con grande coraggio. I nostri emigrati sono certamente stati il migliore elemento di propaganda di questo meridione, che ha sofferto di questa emigrazione, che si è depauperato, non solo di forze e di braccia, ma si è depauperato di intelligenza e di cultura. Ancora più significativo è il fatto, che dalla memoria si passa ad iniziative che arricchiscono il presente e sono propedeutiche ad ulteriori sviluppi per il futuro. La borsa di studio ha un significato, che se noi vogliamo risollevare il meridione ci dobbiamo rimboccare le maniche, non abbiamo gran ché da aspettarci dagli altri. L’investimento principale deve essere sulla cultura. Questo della borsa di studio è un segnale, piccolo e significativo del fatto che si vuole investire in cultura. Sento molta responsabilità peressere stato nominato Presidente di questa Commissione. Questa borsa di studio è nata della sensibilità e della intelligenza del Sindaco di Motta San Giovanni, l’augurio mio è che venga assegnata ad uno studente di terra di Calabria. Gli studenti calabresi, sono stati in tutta Italia, a Tor Vergata ce ne sono tanti che si distinguono per impegno, per educazione e per voglia di crescere. Il Rag. Legato dice : al Prof. Lauro l’Amm. Comunale ha assegnato una targa che rappresenta il minatore, realizzata dal Maestro Gerardo Sacco.

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Consegna la targa il sottosegretario Giuseppe Valentino. Sono presenti in sala il vice Prefetto Francesco De Stefano, Avv. Demetrio Battaglia segretario provinciale della confartigianato e il Dr. Francesco Biasi nostro concittadino. L’anno scorso il premio ‘’ il Minatore d’oro ‘’ è stato assegnato all’Arma dei CC. Ed è stato ritirato dal C.llo Antonio Fiano, comandante provinciale dell’Arma. Oggi, a rappresentare l’Arma è presente il C.llo De Vita vice comandante provinciale che invito ad intervenire. Il C.llo prende la parola: saluto tutte le autorità e tutti quanti i presenti; ringrazio l’Amm. di Motta per il riconoscimento ricevuto lo scorso anno, che ha onorato non solo l’Arma dei CC ma che, ogni giorno vuole sempre più impegnarsi in questo territorio di Calabria perché, purtroppo, la nostra presenza deve essere integrata nel territorio. Sono contento che sia stata l’Arma dei CC a ricevere per prima questo

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premio. La nostra strada si incrocia spesso con quella della CRI, non solo sulle strade italiane ma anche internazionali. In qualche missione all’estero ha visto gli operatori della Croce Rossa e le Associazioni di volontariato che non hanno la possibilità di scegliersi il futuro perché non hanno prospettive per il futuro.

Noi cerchiamo con la nostra operatività, soprattutto con il supporto delle nostre Associazioni di volontariato che rischiano sul territorio molto di più dei militari di zona, di poter dare quella libertà di autodeterminazione, che a noi è stata data grazie a Dio. Un particolare ringraziamento a tutti quanti voi, grazie ai rappresentanti della Croce Rossa, dell’Arma dei CC della Provincia di Reggio Calabria. Riprende il Rag. Legato e da la parola al Dr. Annibale Musitano Commissario Provinciale della CRI che dice : considero un privilegio rappresentare la CRI di fronte ai minatori, persone che io rispetto per il lavoro meritorio che ha dato lustro alla nostra terra all’estero, mi sento un privilegiato. La CRI si articola

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in sei componenti perché ognuno possa servire, donare con quella che è la specificità che le appartiene maggiormente, dai più giovani che sono i pionieri ai più anziani. Considero, ancor di più un privilegio fare tutto questo, sotto gli occhi del nostro commissario nazionale che ha voluto dare un segno di grande attenzione al mio comitato provinciale, al comitato

regionale, alla comunità attiva di Motta. Il nostro commissario si sta battendo per fare dei sei componenti la CRI una CRI, che si muova energicamente là dove c’è bisogno di aiuto. Voglio aggiungere, nei tanti programmi che già ci sono, un piccolo segno della nostra attenzione; mi piacerebbe che oggi nascesse qui, a Motta San Giovanni l’idea di fare un gruppo di volontari della CRI di Motta San Giovanni. Sono sicuro che una comunità così attiva, così attenta saprà selezionare dei giovani, che siano i migliori, che siano capaci di diventare dei volontari, dei volontari molto preparati. Sono certo che il Sindaco li aiuterà e noi siamo pronti ad accoglierli nella nostra sede per fare un corso che li prepari. Poi

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loro potranno autonomamente iniziare a gestire un gruppo a Motta San Giovanni. Forse in quel futuro centro di riabilitazione, che sicuramente una comunità così saprà darsi, e saprà rendere importante e funzionale, saremo proprio noi, con i nostri volontari ad avere l’onore di servire, come altrove. Per poter dare un segno della nostra solidarietà e il segno che questa comunità da sola potrà dare risposte affermative ai propri cittadini e a quelli che, da altri posti verranno qui per essere riabilitati. Ringrazio tutti - Il Rag. Legato comunica che al Dr. Musitano viene assegnata una targa, che rappresenta il nostro Comune e una medaglia coniata dal maestro Geraldo Sacco. Consegna il premio il Presidente del consiglio Regionale On Luigi Fedele. Come diceva il Dr. Musitano ora, un volontario della CRI darà lettura dei compiti fondamentali della Croce Rossa.

La conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa ha proclamato i sette principi fondamentali che seguono : - Umanità : nata dalla preoccupazione di soccorrere senza discriminazione

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i

feriti

nei

campi

di

battaglia.

Movimento

internazionale della CR e della MLR, sia internazionale che nazionale opera per prevenire ed alleviare in ogni circostanza le sofferenze degli uomini. Si applica per proteggere la vita e la salute e a fare rispettare la persona umana. Opera per la reciproca comprensione, l’amicizia, la cooperazione e una pace durevole fra tutti i popoli. - Neutralità : per conservare la fiducia di tutti, il movimento si astiene dal prendere parte alle ostilità, così come anche in tempo di pace alle controversie di motivo politico, razziale, religioso e ideologico. - Imparzialità : non fa alcuna distinzione di nazionalità, razza, religione, di condizione sociale e di appartenenza politica. Si dedica esclusivamente a soccorrere i feriti, a secondo della gravità e della urgenza delle loro sofferenze. Indipendenza : il movimento è indipendente. Le società nazionali di CR svolgono la loro attività umanitaria come ausiliarie dei poteri politici e sono sottoposte alle leggi dei diritti in vigore nei paesi. Esse

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devono conservare una autonomia che permetta loro di operare sempre con i principi del movimento.Volontariato : la CR è un movimento di soccorso volontario e disinteressato. - Unità : in un paese può esserci un’unica società di CR o di Mezza Luna Rossa. Essa deve essere aperta a tutti e deve estendere la sua attività a tutto il territorio. Il movimento della CR e della MLR è universale; in esso tutte le società hanno uguali diritti e il dovere di aiutarsi reciprocamente. Per decisione unanime della

Commissione presieduta dal Sindaco Giovanni Verduci e composta da : Angelina Surace, Edoardo Lamberti Castronuovo, Giuseppe Melito, Silvio Borrello, Antonino Verduci, Domenico Ambrogio e Francesco Minniti ‘’il Minatore d’oro ‘’ 2004 viene assegnato alla CRI con questa motivazione : come nel minatore così nell’operatore della CR, spirito di solidarietà, grande senso del dovere, modestia e caparbietà dell’agire sono per lo più, beni

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riconoscibili. Minatori e operatori della CR sono uomini che, pur nel silenzio e nell’anonimato lasciano una traccia, mandano un segnale, impegnano la propria vita per il benessere comune. Consegnano il premio ‘’il Minatore d’oro ‘’ 2004 al Commissario Maurizio Scelli il Sindaco Giovanni Verduci e il Presidente del Consiglio C. di Motta Giuseppe Melito

P.te del Cons. Com GiuseppeMelito.- Comm. Avv.Scelli della C.R.I. Sindaco GiovanniVerduci

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Il moderatore dà con molto piacere, e con molto onore la parola all’Avv. Maurizio Scelli. L’Avv. Scelli dice :

. il mio è un grazie che scaturisce dal profondo del cuore, non del Commissario della CR, ma di un uomo che vi manifesta tutta la sua gratitudine e riconoscenza, orgoglioso di essere un cittadino italiano. E’ un grazie che va al Sindaco Verduci che ha voluto fortemente questo premio, che è uno stimolo, uno spunto di riflessione per far in modo che in Italia, ove si identificano questi straordinari uomini, non solo i minatori di Motta, ma i minatori di tutta Italia possa trovare terreno fertile produrre bontà, produrre sensibilità, produrre attenzione, soprattutto a chi ha bisogno. Un grazie infinito e riconoscente va al Sottosegretario On. Valentino e al Prefetto D’Onofrio, che rappresentano il governo, così come tutte le autorità. Complimenti al Sindaco che è riuscito a fare di questo premio un motivo di vanto da parte di tutte Avv. M. Scelli

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le istituzioni, regionali, provinciali e locali. Oggi , se fossi un giornalista, un direttore di giornale, intitolerei il mio giornale ‘’ Motta Capitale d’Italia’’ perché oggi qui si celebra, veramente, la giornata dell’Orgoglio Nazionale. Oggi qui, si celebra la giornata dell’Orgoglio Nazionale dovuto, principalmente a tanti anonimi, tanti uomini, soprattutto di Motta che hanno esportato, non solo la loro professionalità, la loro capacità, ma hanno esportato, soprattutto l’orgoglio di essere italiani con il loro spirito di sacrificio, la loro capacità di soffrire, il loro servizio alla collettività; perché i minatori soprattutto coloro che si sono impegnati all’estero hanno portato quella tradizione, quel modo di essere italiani, di saper condividere con i cittadini dei posti dove sono stati a lavorare, il bello della vita, di essere persone serene, persone motivate, persone in grado di poter far sentire, finalmente dell’Italia un’immagine positiva, importante. Spesso noi ci sentiamo orgogliosi, quando la nazionale italiana vince una partita importante, invece diamo per scontato altre volte in cui ci dobbiamo sentire orgogliosi di quello che gli italiani fanno ogni giorno in Italia e all’estero. Faccio appello a chi ha deciso di dedicare la propria vita alla politica, credo che sia una attività di sacrificio, perché significa dare agli altri, mettersi in gioco per gli altri, sacrificarsi per gli altri, non è una corsa per raggiungere il potere fine a se stesso, è il Potere per potere cambiare la vita a chi ha bisogno. Ecco i minatori, gli uomini e donne della CR, gli uomini dei CC sono oggi l’immagine di un’Italia che non vuole essere tirata da una parte o dell’altra per delle beghe politiche, un’Italia che vuole riaffermare la sua grande tradizione e sapere essere accanto a chi è

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ultimo, a chi è indifeso, a chi è rimasto indietro e lo fa ovunque, lo fa ad ogni angolo della nostra nazione, lo fa all’estero, lo fa in Iraq. Ancora una volta, qui emerge la grande generosità del popolo calabrese, delle autorità, delle istituzioni che hanno saputo allargare le braccia alla ragazza irachena perché a Bagdad non avrebbe avuto nessuna speranza e che da qualche giorno è in ospedale a Reggio, dove viene curata e fatta oggetto di ogni genere di attenzioni e di considerazione Vorrei che, proprio da questo premio così ambito, salisse alto l’orgoglio di avere nel cuore un tricolore. Che salisse alta la nostra indignazione,

quando missioni, come quella italiana all’estero diventano un motivo di dibattito politico, di polemica politica. L’Italia in Iraq sta perdendo tanti giovani ; la popolazione irachena è grata all’Italia in divisa, all’Italia della CR, l’Italia dei funzionari, di tutti coloro che stanno mettendo seriamente a rischio la loro vita, per assicurare a questo popolo un futuro di pace. Proprio su questi temi, bisogna ritrovare tutti insieme l’unità, quella famosa unità nazionale che il presidente

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Ciampi richiama sempre ed è quella di sentirsi fieri e orgogliosi. Un grazie, che arriva proprio da uno di quei bambini che non ha nessuna possibilità di sopravvivere, che invece comincia a guardare il proprio domani attraverso un giocattolo, attraverso un pastello, attraverso un cerotto che non gli fa infettare una ferita, ringrazia ogni cittadino italiano. Ecco quindi, che questo non sia solo una metafora, che questo sia un modo per riflettere su quanto di bello la nazione Italia può esprimere. Devo dire che, molto di quello che si esprime di buono proviene da questa terra di Calabria. L’On. Valentino ricordava un momento cordiale vissuto con questi miei amici in difficoltà, vede On. , però io con loro, soprattutto con i tanti, tantissimi amici in difficoltà della Calabria ho, in qualche modo cancellato il concetto di solidarietà, e ho fatto un passo avanti, siamo andati verso la condivisione. Abbiamo condiviso momenti di sofferenza, come tanti con la CR , a Bagdad e ovunque, perché quando si soffre insieme si soffre la metà. Abbiamo condiviso dei momenti di gioia, perché quando si gioisce insieme, si gioisce cento volte tanto. Abbiamo condiviso la gioia di potere mettere le ruote delle carrozzine in terra santa, dove Gesù ha emesso il primo vagito, o dove è morto sulla croce per poi resuscitare. Sono stato chiamato dal governo per mettere un poco d’ordine nella CRI. non ero un uomo della CR , ero profondo conoscitore del volontariato. Nella CR ho trovato un ente, un’istituzione, un ambito difficile, ma affascinante. Ho condiviso con loro l’andare a Bagdad, rientrare per primi subito dopo la guerra, ha condiviso con i carabinieri le ansie, le paure, le angosce e da lì ho avuto la forza, quella forza

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che, insieme alla fede mi ha fatto sopravvivere nelle otto ore, in cui sono stato ad attendere le due Simone, sembrava non arrivassero mai. Avevo anche l’angoscia di mettere in crisi un governo che mi aveva dato fiducia. Sono state ore, in cui mi sono passati davanti i visi di quegli uomini che mi hanno dato fiducia, dovevo arrivare alla positiva conclusione di una vicenda drammatica. Questo bene prezioso, che non può essere tale quando ci si confronta, quando bisogna chiedere e ottenere dei consensi, ma soprattutto i giovani che sono, non il futuro, come erroneamente si dice, ma il presente. Questo minatore d’oro vorrei dedicarlo a quei giovani, che attraverso vari ruoli sono impegnati in questo momento al limite, sia in Iraq, sia in Italia, ovunque, che indossino divise diverse, con lo stesso spirito di sacrificio per combattere e rivendicare un’Italia sempre più unita, sempre più forte sul piano della solidarietà e della condivisione. Vorrei concludere con un monito e ringraziarvi ancora : ragazzi siate i minitori della vostra vita ! prendete sempre esempio da questi uomini che hanno lasciato le famiglie per poter dare loro sostegno e benessere. Questo andare in terra straniera, dove hanno subito umiliazioni, forse perché venivano dall’Italia, o anche dal Sud dall’Italia che hanno scavato, che hanno lottato, che non si sono mai arresi, che hanno fatto del loro sacrificio un dono alle loro famiglie, alle loro comunità, che non hanno preferito nulla di comodo, se non il sacrificarsi e il faticare, in ogni momento, sempre di più. Siate i minatori della vostra vita ! , soprattutto in questo momento, in cui tanti vostri coetanei passano delle ore davanti ad uno studio televisivo, per poi essere ripresi

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come degli imbecilli e ripresi 24 h su 24 ; non abbiate questi miti ! .Siate dei minatori, scavate dentro gli animi di chi detiene il potere, l’arroganza, la delinquenza, la criminalità, siate voi quelli che non vanno a manifestare sventolando le bandiere. Oggi è un giorno di festa diverso degli altri. Il moderatore Rag. Legato ringrazia l’Avv. Scelli e dice che in sala sono presenti anche il Commissario Regionale della CRI Marchesa Graziella Lucifero e l’Ispettrice Regionale Carlotta Leone. Passa la parola al Sindaco Giovanni Verduci che precisa quanto stanno facendo i giovani e quanto è stato fatto perché la manifestazione si svolgesse nel giusto prestigio.

Ringrazia tutti, le autorità, i rappresentanti della CRI e infine esprime un augurio che molto presto si possa dare la cittadinanza di Motta al Dr. Lamberti Castronuovo. Ancora una volta il Rag. Legato ringrazia l’Avv. Scelli e dice : in questo momento il pensiero mio e di tutta la cittadinanza mottese va a tutti i caduti sul lavoro, per il lavoro, e a tutti coloro che in tempo di guerra e di pace hanno

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immolato la propria vita per la libertĂ , per la giustizia e per il progresso dei popoli.

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Motta San Giovanni 5 - 11- 2005

Motta San Giovanni 5 novembre 2005 Cerimonia d’inaugurazione della sede ‘’ Associazione Minatori Mottesi’’ (commemorare per ricordare) . Alla presenza della cittadinanza mottese delle autorità cittadine e della Provincia il Sindaco Giovanni Verduci, unitamente al presidente della Provincia, di Reggio Cal. Ing. Pietro Fuda taglia il nastro di inaugurazione della sala/sede della Associazione Minatori Mottesi.

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Il Parroco Don Giuseppe impartisce la Santa Benedizione ai presenti, alla sala e agli uffici Connessi.

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Il moderatore Rag. Giovanni Legato presenta le autorità intervenute: il Sen. Renato Meduri, il Sindaco Giovanni Verduci, il Presidente della Provincia Pietro Fuda e il direttore dell’ INAIL di Reggio C. Liborio Cuzzola. Prima di dare inizio ai lavori propone un minuto di silenzio in memoria di Francesco Fortugno, vice presidente Regionale della Calabria, barbaramente trucidato a Locri il 16 ottobre. Rievocando la figura dell’On. Franco Fortugno dice: oltre che politico impegnato e persona buona e onesta era nostro amico, amico del nostro paese, vigile ai problemi della nostra gente. E’ stato presente in questa sala nelle due edizioni precedenti della premiazione ‘Il Minatore d’oro ‘’ degli anni scorsi. Con

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il taglio del nastro di apertura da parte del Sindaco Verduci e del Presidente Pietro Fuda è stata ufficializzata la sede, un luogo che sicuramente sarà laboratorio di proposte e di idee, nel quale forte e vicina aleggerà la presenza dei nostri minatori caduti nel lavoro e per il lavoro, e di quanti in vita hanno profuso le migliori energie per alleviare le loro sofferenze fisiche, seguendo con amore paterno e filiale, si sono battute per il riconoscimento del loro sacrosanti diritti. Come figlio di minatore, un grazie di cuore va a quanti hanno contribuito a che questo evento si realizzasse. Non sta a me tratteggiare la figura del minatore, basta guardare quanto scritto alla base del monumento nell’omonima piazza: ‘’Impasto di prestanza, miniera di altruismo e di coraggio votato al sacrificio agonizzando vive i suoi vent’anni, senza futuro ‘’ . Parole scaturite dalla mente e dettate dal cuore di Benedetto Mallamaci, medico e amministratore, che per tutta la vita è stato vicino ai minatori, interessandosi dei loro problemi e di quelli delle loro famiglie. Al di là del momento storico, della politica, delle fasi e divisioni amministrative locali, dell’appartenenza, la passione, l’impegno e l’amore

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verso i fratelli silicotici da parte di Benedetto Mallamaci non è mai venuto meno e pertanto merita di essere tramandato alle future generazioni. Se fosse presente, certamente avrebbe trovato parole più belle e più adatte per rendere omaggio a questa iniziativa; per esaltare gli atti eroici compiuti dai minatori mottesi nelle gallerie italiane ed europee. In galleria morì Antonino Romeo nonno dell’amico Nino Pedà. Unitamente al dott. Bruno Attinà, il dott. Benedetto Mallamaci si batté per mettere a bando la vergognosa pratica dell’autopsia post-mortem nei confronti dei minatori morti per silicosi. Ricordo che il dott. Attinà, non nel chiuso di qualche stanza ma in un pubblico incontro in piazza Borgo, ebbe ad affermare solennemente che, mai e poi mai avrebbe stilato un certificato medico necroscopico di un silicotico, ove non fosse detto che la causa della morte era stata la silicosi. Un pensiero e un ringraziamento, per l’impegno prestato nei momenti difficili, va ai medici : Francesco Cuzzocrea, Nino Verduci, Bruno Biasi, Domenico Cuzzocrea, Policarpo Azzarà e Tancredi Amodeo. Un sentito ringraziamento, per la loro presenza e il loro impegno va ai medici: Enzo Di Giuseppe, Francesco Biasi, Antonino Verduci, Silvana Cozzupoli e Grazia Diano. Ai titolari delle due farmacie: Gegnacorsi-Messana di Motta e Vigilanti di Lazzaro, che continuano ad operare nel nostro comune e a tutti coloro che sono stati vicini ai nostri minatori e ai nostri invalidi. Nel giorno dell’inaugurazione della sede mi torna in mente un’altra importante giornata: il 4 dicembre 1978 sono state inaugurate le due gallerie realizzate con il contributo della popolazione nel Parco delle

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Rimembranze, accomunando i caduti del lavoro ai caduti in guerra. Qui, questa mattina con una toccante manifestazione è stata rinnovata la memoria. In una delle pareti, sul marmo bianco è scritto ‘’ai caduti di tutte le guerre e del lavoro, eternamente presente è il ricordo sublime nel supremo sacrificio, per un mondo migliore’’. E’ giusto, e lo faccio con orgoglio ricordare il comitato promotore, formato da: Santo Calabrò, presidente onorario dall’Assessore Domenico Verduci, Giuseppe Sergi, Giovanni Angheloni, Carmelo Franco, Paolo Verduci e Benito Mallamaci. Il progetto fu redatto allora dall’Ing. Franco Surace e dal Geom. Enzo Muzzupappa. Passo la parola alla S.ra Maria Sgrò.

S.ra Maria Sgrò membro della Comm. Santa Barbara

Ella dice: i rappresentanti della commissione di Santa Barbara, operante nella nostra comunità, di cui io stessa faccio parte, uniti dall’amore, dalla riconoscenza e dal ricordo verso i nostri cari hanno

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dato vita, esattamente il 4 ottobre 2004 all’Ass. Minatore Mottesi ‘’Commemorare per Ricordare ’’ che svolge attività finalizzate alla solidarietà sociale e di collaborazione con le Amm. Pubbliche ed è aperta a tutti coloro che hanno i requisiti previsti dello statuto. Abbiamo unito le nostre forze in memoria dei nostri cari, che hanno sacrificato la vita per tutti noi e dare loro il giusto riconoscimento. Ecco chi erano i nostri padri : coraggiosi senza paura del pericolo, legatissimi alla famiglia, pronti a lasciare gli affetti più cari per andare a lavorare nelle miniere, in condizioni gravose e pericolose per la salute; a rischiare la propria vita, contraendo malattie pericolosissime: come la silicosi. Questa era la figura del minatore mottese, ce lo ricordano le esperienze trascorse, le testimonianze di chi ancora combatte la malattia. Li ricordiamo attraverso le testimonianze dei primi medici di famiglia, che hanno prestato le necessarie cure, che si sono impegnati per fronteggiare meglio la malattia, ma soprattutto per l’amore dimostrato, alleviando le loro sofferenze. A ricordare così i nostri cari, a mantenere vivo il loro ricordo, a conservare i valori sani sono servite le edizioni del premio ‘’Il Minatore d’oro ‘’ fortemente volute dall’Amm. Comunale e dal Sindaco Giovanni Verduci, anche lui figlio di minatore. Tutti uniti dallo stesso sentimento, dalle stesse esperienze, convinti che insieme abbiamo fatto e faremo per non dimenticare chi non è più con noi, noi figli, le nostre famiglie e il nostro paese Motta San Giovanni che tristemente vanta questo primato di morti per malattie professionali di silicosi. Ho l’onore e il piacere di annunciare che per decisione di tutti i soci l’Ing. Pietro Fuda Presidente della Provincia è

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stato nominato socio onorario della nostra Associazione. Il socio Fuda è da annoverarsi tra le famiglie dei minatori anche perché, da giovane ha lavorato nelle miniere del Belgio. A nome di tutta l’Associazione ringrazio chi oggi è qui presente per unirsi al mio sentimento di figlia e a quello di tutti noi. Un saluto particolare va al nostro Presidente Franco Gullì, che per motivi di salute non è presente; gli facciamo tantissimi auguri. Grazie a tutte le autorità presenti; un ringraziamento va al Sindaco Verduci per la collaborazione e la sensibilità mostrata nei riguardi dell’Ass. , a Giovanni Legato che ha dato la sua disponibilità per la coordinazione dei lavori. Grazie a tutti voi, soprattutto ai nostri cari che hanno sacrificato la vita per un futuro migliore, per il benessere del nostro paese e di tutti.

Ing. Pietro Fuda

Prende la parola il presidente Pietro Fuda socio dell’Ass. e precisa: vi ringrazio, è stata per me una

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piacevole sorpresa perché vengo a Motta da moltissimi anni, da quando ero alla Cassa per il Mezzogiorno, da quando c’era l’On. Mallamaci, venivamo per problemi di acqua. L’esperienza di minatore che mi ha segnato fortemente è quella che ho fatto nel ’63 in Belgio, nella galleria per l’estrazione dell’antracite. La cosa che mi ha colpito e che ben ricordo anche dopo 43 anni, vedendo il Dr. Cuzzola dell’’INAIL a me è tornato alla memoria che nel 1963 la silicosi non era riconosciuta come malattia professionale, e che si andava in Belgio solo se si aveva il contratto per lavorare in miniera; perchè là c’eranocalabresi, spagnoli e turchi, qualche sardo e qualche siciliano. I calabresi, stranamente erano di Motta o di Mammola. Nella miniera si veniva pagati bene – circa 600.000 lire al mese mentre un maestro di scuola prendeva 30.000 lire al mese - ; però, le 600.000 lire si potevano guadagnare solo per un anno, perché il lavoro veniva pagato in avanzamento e a cottimo. Nella forma più pericolosa si estraeva una certa quantità di carbone e per quello si veniva pagati. Dopo un anno, chi lavorava in quella posizione non poteva più stare là sotto, perché aveva già contratto la silicosi Quindi, era un anno di grande stipendio, ma era un anno in cui si lasciava la vita. L’entusiasmo di quel guadagno portava gli amici a togliersi le maschere, precauzione che gli serviva solo a guadagnare qualche mese in più. Queste sono cose che ho vissuto in prima persona e mi hanno veramente toccato nel vedere quanti sacrifici si facevano e come eravamo trattati noi all’estero. Solo da pochi anni è consentito agli italiani andare all’estero per altre attività. Un altro ricordo che ho, verso l’amico

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Calabrò, riguarda le miniere di carbone, perchè poi si lavorava per le strade e gli acquedotti. Ricordo quando si facevano le squadre, dove il capo si sceglieva i componenti della squadra perché ci doveva essere tra loro la fiducia reciproca : bastava un errore di uno per causare la morte di tutti. Tutto questo comportava una capacità organizzativa, quelli che andavano in miniera erano persone con una certa preparazione. Ricordo il rapporto che si creava, quando una persona diceva: ho lavorato in miniera, già c’era un rispetto. Guardando una fotografia, forse l’ultima galleria scavata per una strada, con sistemi tradizionali è stata quella RosarnoGioiosa, perché si è portato la ‘’talpa ‘’ che poi non ha funzionato. Adesso abbiamo realizzato un’altra galleria sul Pollino adoperando la ‘’talpa‘’. Le tecniche sono cambiate è cambiata la figura del minatore. Ma vi assicuro che prima di arrivare a queste tecnologie (1980) è dovuto passare tanto tempo. Ricordo che durante il lavoro di scavo la ‘’talpa’’ impiegata si spezzò in due parti, allora si è passati alle tecniche tradizionali per scavare per 3,5 Km e liberare la ‘’talpa’’ stessa incastrata nel tunnel. Sono cose che caratterizzarono un’epoca perché le persone con il loro comportamento e con il loro lavoro caratterizzarono un’epoca. Quelle sono persone sulle quali noi dobbiamo riflettere, perché oggi assistiamo a tanti eventi delittuosi; si parla che siamo tutti delinquenti e mafiosi, perché questo pezzo di storia della Calabria è stato dimenticato contro ogni logica. Al sacrificio di quelle persone, di quella categoria di persone io guardo con entusiasmo, rispetto e attenzione, perché è stato un sacrificio che ha fatto conoscere a livello europeo un popolo, una regione.

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Con molta facilità si è girata pagina, dimenticando quelli che sono i contributi che questa terra ha dato per la Nazione e per l’Europa. Interviene il Dr. Cuzzola dell’ INAIL di Reggio CAl. e dice: non sono un politico, ma posso affermare che l’iniziativa è veramente lodevole, non solo per ricordare, ma per trovare soluzioni nuove. Deve essere una fucina, un laboratorio con un contributo aperto delle nostre capacità, per rendere migliore la vita degli altri, non dobbiamo dimenticare che le opere continuano, si stanno costruendo le nuove gallerie per l’ammodernamento Salerno-Reggio Calabria, la Feder-Montana è un’altra opera grandiosa dove c’è da costruire una galleria più lunga e più grande, per questo l’attenzione nostra deve essere sempre costante non solo per ricordare, ma per essere

Dr . Liborio Cuzzola

presente la dove c’è il lavoro, il pericolo, la dove c’è il rischio – e l’INAIL è sempre presente. Vi ringrazio

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tutti. Interviene il Sindaco : ringrazio l’Associazione che ufficialmente, apre questa nuova sede mi auguro di potere inserire nello statuto comunale il

riconoscimento dell’Associazione dei Minatori Mottesi ’Commemorare per Ricordare’’.Viene invitato a

parlare l’On. Renato Meduri che ringrazia e ricorda:

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siamo, in questo periodo, in una bufera per l’omicidio Fortugno. E’ stato assassinato un uomo che tutti noi conoscevamo come persona mite, educata, affettuosissima e rispettosa. La stampa tutta ne parla ogni giorno. Questi eventi fanno passare sotto silenzio i grandi meriti dei calabresi nel modo, infatti, sono convinto che i giornali locali di domani non spenderanno poche righe, neanche nella 24^ pagina per parlare di questa manifestazione. Il lavoro dei calabresi nel mondo è stato una specie di distintivo della Calabria; è vero che c’è la mafia, la drangheta e che questo fenomeno noi cerchiamo di nasconderlo, di minimizzarlo, deve essere aperto, invece, e combattuto con tutte le nostre forze, perché bisogna far capire al mondo che la Calabria non è solo drangheta, che la Calabria sono stati i minatori, è stata la massa di emigranti che nel secolo passato si sono allontanati dalle loro famiglie per onerare il mondo con il loro lavoro. Sono stati capaci di diventare ‘’qualcuno ‘’. Ci sono, infatti Sindaci di New York italo-americani, ministri italo-americani, italoargentini, italo-australiani, non siamo solo mafia, siamo anche gente che ha sopportato sofferenze, che ha sopportato sacrifici, che ha dato lustro, che ha dato delle belle teste, perché i calabresi, pur se ci sono tanti cattivi non possiamo disconoscere che la stragrande maggioranza è fatta da gente semplice, modesta, pulita e onesta con una gran voglia di lavorare e onorare il mondo con la loro presenza. Prende la parola il Dr. Nino Mallamaci che brevemente ringrazia tutti i membri dell’Ass. ‘’commemorare per ricordare‘’ e i presidenti dell’Ass. stessa. Poi precisa : non è un caso che questa sera si

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sia parlato, prima dell’uccisione di Franco Fortugno e poi dell’operosità dei calabresi. Noi dobbiamo mettere da una parte quella Calabria che compie

. Dott. Antonino Mallamaci questi efferati delitti, dall’altra, invece quella Calabria che si è sempre distinta in Italia e nel mondo per la sua operosità. E quale è l’esempio dell’operosità dei calabresi ? noi che siamo di Motta e che siamo cresciuti con il culto del minatore non possiamo che pensare, in prima istanza al minatore, al lavoro nella miniera, quale esempio ed emblema dell’operosità dei calabresi, del sacrificio fino all’estremo sacrificio della morte dei nostri compaesani per dare un futuro alla propria famiglia, ai propri figli. Idealmente vorrei gettare un ponte virtuale tra la manifestazione di oggi qui a Motta e la manifestazione che si è svolta oggi a Locri, perché tutte e due le manifestazioni rappresentano la parte migliore della Calabria. Tengono in primo piano il valore della vita che,

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purtroppo spesso va smarrito, come in episodi come quello che ha visto assassinato ignobilmente l’On Franco Fortugno. Guardando qualche giorno fa tra le carte di mio padre, fra pochi mesi sarà il decennale, vedevo gli appunti sulla raccolta dei fondi per la piazza del minatore. Vedere tutti quei nomi e pensare tutte quelle persone che hanno dato la vita per la propria famiglia per i propri figli, sinceramente dico che è un fatto di alto significato morale, che nessuno può comprendere fino in fondo. Questa sera voglio abbracciare tutti quelli che sono presenti e tutti quanti sono legati al letto per problemi inerenti alla loro malattia, tutte le famiglie dei minatori del nostro paese, quelli che ci sono e quelli che non ci sono più. Voglio ringraziare per il ricordo di mio padre che è stato tracciato prima, perché sfogliando quelle carte ho visto quante lettere e sollecitazioni a partiti a Roma, al Parlamento; quante volte prendeva carta e penna per scrivere e portare avanti la causa legittima dei minatori, per questo voglio ringraziare per le parole che sono state dette qui questa sera. L’altra cosa che voglio dire è che i minatori, pagando un prezzo altissimo, come la vita hanno consentito al nostro paese, in particolare a Motta, di crescere, di vivere, di continuare a esserci. In questa serata, così particolare, così commovente, di concordia voglio fare un appello a tutti quelli che hanno a cuore le sorte di Motta, affinché quello che è stato fatto dai nostri compaesani, dai minatori che hanno consentito di crescere, di progredire, di sopravvivere anche rispetto a tanti altri paesi che oggi sono abbandonati, di fare uno sforzo comune, perché lo sforzo compiuto negli anni passati non vada perduto. Tutti gli sforzi devono

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essere fatti perché il nostro paese mantenga una sua identità, continui a progredire e andare avanti, con risultati che sicuramente saranno quelli raggiunti dai nostri minatori, cioè portare il progresso, la ricchezza morale e materiale nelle proprie famiglie e nelle proprie case. Il Rag. Legato invita le personalità di avvicinarsi al tavolo per la premiazione. Una targa viene consegnata al Presidente Pietro Fuda, da oggi socio onorario dell’Associazione dal Presidente onorario Santo Calabrò. .

Una targa viene consegnata al Sen. Renato Meduri da Antonino Pedà .

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Al sindaco Giovanni Verduci la targa viene consegnata da Giuseppe Lavrendi.

Al Dr. Liborio Cuzzola la targa viene consegnata da Francesco Legato segretario dell’Associazione

Ai medici presenti, a cui l’Ass. ha voluto dimostrare tutto il ringraziamento e il riconoscimento, vengono

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consegnate delle targhe. Alla D.ssa Grazia Diano la targa viene consegnata dal dirigente dell’Associazione Antonino Calabrò

Al Dr: Liborio Cogliandro viene consegnata da Nino Mallamaci socio dell’Associazione

.

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Al Dr. Enzo Di Giuseppe la targa viene consegnata da Francesco Genovese, sempre socio dell’Associazione . Una targa va anche al Dr. Policarpo Azzarà, al Dr: Francesco Biasi, al Dr. Domeico Cuzzocrea che non sono presenti in sala.

L’Ass. ha voluto omaggiare la Sig.ra Checchina Attinà, moglie del compianto Dr. Mallamaci con un fascio di fiori che le viene consegnato dal Presidente onorario Santo Calabrò.

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S.ra Checchina Attinà

Sig. Santo Calabrò

Con questo si concludono i lavori e il moderatore Giovanni Legato ringrazia tutti e da appuntamento al 5 Dicembre, quando si svolgerà la III^ giornata del premio ‘’ Il Minatore d’oro ‘’ Intanto, rivolge un saluto e un augurio di Conclusi i lavori vengono fatte delle domande dal Sig. Vittorio Catalano al Sen. Meduri, al Sindaco Giovanni Verduci e al Presidente Pietro Fuda. Il sindaco Giovanni Verduci afferma che i lavori per istituire la commissione per la borsa di studio e per il premio ‘’ il Minatore d’oro ‘’ s’è già insediata e si augura, anzi è convito che per il 5 dicembre prossimo ci sarà già la commissione per il premio ‘’il Minatore d’oro ‘’ e l’appalto per il ‘’ centro cardio-polmanare ‘’ Il Presidente Pietro Fuda, alla domanda se questa manifestazione per il premio ‘’il Minatore d’oro ‘’ avrà lunga durata o meno, si dimostra convinto che avrà lunga vita, dagli effetti positivi perché è il frutto di una iniziativa locale, di gente che ha sentito questi

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problemi, che ha sposato questi problemi, che ha metabolizzato questi problemi. La vede come un avvenimento e una sintesi di esperienze fatte, che attraverso l’Associazione possono essere trasmesse, esperienze che sono frutto della parte positiva del carattere e della personalità dei calabresi. Prima diceva : coloro che lavoravano in miniera erano persone che appartenevano ad una categoria speciale e venivano guardati con tanto rispetto, anche adesso si parla di loro con tanto rispetto e riconoscenza.  Motta

San

Giovanni

5

-

12-

2005

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Il premio

Moderatore Rag. Giovanni Legato

Premio ‘’ il Minatore d’oro ‘’ anno III°

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Rag. Legato: prima di dare inizio alla cerimonia della consegna del premio ‘’ Il minatore d’oro’’ 2005, il nostro pensiero va ad un amico, fra noi presente, nelle precedenti edizioni, ed in tutte le manifestazioni pubbliche tenute a Motta San Giovanni cioè Francesco Fortugno – barbaramente assassinato. Grazie per la partecipazione, grazie alle autorità presenti civili e militari e a quelle che impossibilitate ad intervenire hanno fatto pervenire il loro messaggio. Un ringraziamento va alle poste italiane che anche quest’anno sono presenti con un ‘’annullo’’ speciale; alla stampa e alla televisione per la particolare attenzione dedicata a questo evento. Altro sentito ringraziamento per avere voluto, ancora una volta essere vicini a questa iniziativa, nata per rinnovare la memoria dei nostri cinquecento paesani morti sul lavoro e per il lavoro. Anche come figlio di minatore un grazie all’associazione minatori mottesi : ‘’ commemorare per ricordare ’’ qui presenti con i presidenti Santo Calabrò e Francesco Gullì con tutti i soci per la nobile iniziativa. Un plauso per i giochi d’artificio spettacolari che ieri sera abbiamo visto in piazza del Borgo a conclusione della processione di Santa Barbara protettrice dei minatori. Questo premio, fortemente voluto dal Sindaco Verduci, anche lui figlio di minatore, e dall’ Amm. Comunale è giunto alla 3^ edizione. Anche questa edizione, con il patrocinio del: -

Senato della Repubblica Camera dei Deputati Presidenza del Consiglio dei Ministri Regione Calabria

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- Consiglio Regionale della Calabria - Amm. Provinciale di Reggio Calabria - Associazione Invalidi Alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica. Sembra ieri che alla presenza dell’autorità e della cittadinanza il sindaco Verduci ha presentato il premio della 1^ sessione al Colonnello Siano quale degno rappresentante dell’Arma dei Carabinieri, e quello della 2^ sessione all’Avv. Maurizio Scelli commissario della Croce Rossa. Sono passati solo due anni, il premio è cresciuto, l’interesse destato ormai è notevole ha oltrepassato i confini nazionale ha varcato ormai l’oceano a testimonianza della valenza dell’iniziativa. Questa terra di Calabria, quasi sempre citata per fatti ed eventi negativi ha dato i natali ad uomini, che costretti ad emigrare occupano in Italia e nel mondo posti di grande responsabilità nel campo della scienza, della medicina, dell’economia, dell’arte e della politica. Emigrati anche loro come i nostri minatori che hanno sacrificato la loro vita per il progresso della nazione. In questa terra, ove con mille difficoltà, ma con l’obiettivo di creare un futuro migliore per i nostri giovani prestando la loro opera di persone oneste e impegnate nei diversi campi. Anche quest’anno, grazie all’impegno della commissione sono state tenute le giornate mediche moderate dal dott. Eduardo Lamberti Castronuovo a Lazzaro nei locali dell’Hotel ‘’Gardenia’ . Grande la partecipazione alla lezione magistrale del prof. Maselli dell’università di Catania ed alle altre relazioni tenute dai relatori reggini tutti, che come diceva il dott. Lamberti non hanno nulla da invidiare ai colleghi del nord. A questo punto, per anticipare i tempi porgo la parola al Sindaco Verduci

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per un saluto e poi interverrà alla chiusura dei lavori. Il mio intervento, in questo momento è semplicemente per un saluto alle autorità presenti e per il pubblico di Motta che ha voluto essere presente a questa nostra iniziativa. Un saluto di cuore, forte e sentito. Il rag. Legato riprende la parola e ringrazia: particolarmente l’On. Giuseppe Caminiti il presidente della prov. Pietro Fuda, l’On. Luigi Fedele segretario del Consiglio Regionale e l’On. Demetrio Invernizzi del Consiglio Regionale, l’On. Gianburrini e tutti gli altri l’On. Caminiti : Ringrazio innanzi tutto il Sindaco Verduci per l’invito che mi ha rivolto, porgo il mio più cordiale saluto a quanti sono presenti alla manifestazione – alle autorità civili e militari – per dare vita con la loro presenza ad una iniziativa degna e meritevole che è arrivata alla 3^ edizione. Io credo di interpretare il pensiero di tutti nell’esprimere le più vive felicitazioni e i complimenti più lusinghieri al Sindaco e all’Amm. Comunale di Motta e tutti gli abitanti di Motta che ospitano questa manifestazione almeno per i motivi che elencherò adesso: per avere ideato e fondato l’iniziativa; ma ideare e fondare un’iniziativa quel che è più importante è farla continuare nel tempo. Perché continuare nel tempo equivale – continuare in un’ opera nella quale si è creduto. Il Sindaco Verduci ha dato dimostrazione con il suo attivismo e la sua capacità di fare, con il suo amore verso Motta, non solo di ideare e portare avanti questo premio che porta alla ribalta ormai la cittadina mottese, tant’è vero che ha avuto come avete sentito il patrocinio della Camera dei Deputati; alla

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quale io mi onoro di appartenere, e quella del Senato, quindi di portata eccezionale.

On Caminiti

La seconda cosa è quella frase scritta dell’Ass. Minatori Mottesi: ‘’commemorare per ricordare’’ questo evento racchiude e indica a ogni comunità, in particolare a quella di Motta, che per avere un migliore futuro è importante sapere da dove veniamo; perché solo dal passato, sia pure triste, (molti mottesi sono morti per silicosi) , pur considerandolo un evento negativo si devono trovare gli elementi utili e importanti per progredire sulla strada del miglioramento delle condizione di vita di tutti. E’ necessario fare emergere la Calabria, questa nostra terra, che la situazione di oggi e gli eventi che abbiamo ricordato vogliono sospingerla verso un’emarginazione, non solo nel contesto calabrese, ma anche quello italiano. Questo è un sentimento che

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dovremmo avere tutti noi della provincia di Reggio che abitiamo in una propaggine dell’Italia protesa nel Mediterraneo e circondata dal mare, per cui se non ci sforziamo tutti per uscire da questo isolamento, verso il quale i fatti delittuosi ci portano, certamente l’avvenire non sarà roseo. Manifestazione come questa, organizzata dal Sindaco servono a fare dimenticare questi lati negativi e a spingerci verso traguardi migliori. Un momento di patriottismo si è vissuto poc’anzi con l’alza bandiera italiana e l’alza bandiera americana, abbiamo ascoltato l’inno americano e l’inno italiano e penso che in noi è corso un brivido di emozione e di entusiasmo. Non a caso il premio quest’anno è andato ad un americano fondatore e presidente emerito della Mont Fort Accademy americana ; perché in quest’altro evento, portato avanti dal Sindaco Verduci c’è un altro significato: quello di valorizzare sempre i rapporti che sono esistiti ed esistono tra gli italiani, i calabresi in particolare, e gli Stati Uniti d’America che un tempo sono stati la mèta di tanti nostri concittadini in cerca di fortuna in quelle terre lontane. Molti erano i minatori che lasciarono la vita nelle miniere, dove lavoravano per un migliore guadagno pensando alle famiglie rimaste nei paesi d’origine. Tutti noi sentiamo il dovere di esprimere un grande plauso al Sindaco Verduci per avere riportato alla memoria il sacrificio dei minatori e i rapporti con gli USA. Prende la parola l’ing. Pietro Fuda presidente dell’Amm. Provinciale, nonché socio onorario dell’Ass. Minatori Mottesi ‘’commemorare per ricordare ’’. Siamo alla 3^ edizione, il premio non è calato dall’alto, pare che sia stato costruito su una realtà di

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Motta San Giovanni, sulla bandiera che Motta S.G. porta per il numero dei minatori che da questo paese sono usciti e per quanti sono morti, caduti sul lavoro.

Ing. Pietro Fuda

Oggi, questo premio comincia ad assumere una dimensione diversa; perché c’è stata certamente una brillante intuizione nell’aiutare l’iniziativa con delle giornate culturali. È stato fatto un passo avanti perché è un passo importante: noi festeggiamo nel periodo estivo il ritorno degli emigranti. Ormai si va consolidando l’idea che questa Calabria, contando duemilioniduecentomila abitanti residenti e cinquemilioni che vivono fuori è un sistema che si va ampliando, questo è certamente un punto di forza per noi, perché, alla fine siamo una regione di settemilioni di abitanti presenti in tutto il mondo. Abitanti che hanno contribuito a fare crescere altre realtà, altre nazioni, ma che sono portatori di una cultura propria

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che rappresenta le fondamenta della cultura occidentale di cui andiamo orgogliosi. Io caro Giovanni Verduci faccio gli auguri di cuore a te tutta Motta S.G. perché questo premio comincia a crescere d’importanza, con delle implicazioni positive di carattere culturale per la costruzione di quella tela di relazioni informali che sono poi la base della crescita e dello sviluppo economico e culturale. E’ una cosa molto importante, lo dimostra la presenza dell’On. Ministro dovuta e voluta per uno scambio culturale, che il dott. Lamberti ha promosso con un liceo che il Ministro stesso ha fondato e che sono sostanzialmente quei passaggi, quei tasselli che dobbiamo avere la capacità di costruire proprio per rendere più forte quel rapporto relazionale e di fiducia, che è la coesione, la conoscenza e la comprensione tra i popoli. Vi ringrazio per l’invito, perché ci rende orgogliosi come Provincia e come Regione. Prende la parola il rag. Legato, per sottolineare l’importanza del premio richiama l’attenzione sulla sala gremita e sul lavoro manuale, responsabile e dettato da molta intelligenza che i minatori svolgevano in un carattere associativo di squadra che lavorava in miniera; era gente che rispondeva a certe logiche di coesione e di rispetto l’uno per l’altro. Ognuno era pronto a dare la vita per gli altri. Portarono nel mondo una base di cultura greca antica di cui siamo orgogliosi portatori; questo è un esempio, uno dei tanti che. abbiamo dato in Italia in Europa e negli Stati Uniti. Il moderatore ricorda altresì che sono presenti in sala il Consigliere Provinciale Giuseppe Raffa e il Direttore dell’INAIL di Reggio dott. Liborio Puzzo. Ringrazia il Ministro della

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Difesa On. Antonio Martino, il Sottosegretario Giuseppe Calati, il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Mario Tassoni, l’Avv. Maurizio Scelli della C.R.I. , il Prefetto Luigi Desena, il Prefetto Giovanni D’Onofrio, il Vicario della Curia Arcivescovile Mons. Giovanni Latella, che hanno fatto pervenire dei messaggi. Ringrazia inoltre i tre ‘’ Rotari ‘’ di Reggio Cal. che hanno voluto onorare l’On Greco socio onorario del Club ‘’ Rotari ‘’ di NEW YORK ‘’ con l’esposizione del loro gonfalone. Prima di passare la parola a Pasquale Catanoso, che tratterà sul Santo

Padre Gaetano Catanoso, riporta una testimonianza personale di quando era giovane, attorno agli anni ’60 una concittadina Margherita Nova, morta negli anni scorsi, figlia spirituale di Santo Gaetano Catanoso intratteneva i giovani nella canonica del rione Suso, raccontando di questo prete Santo delle sue opere, del suo

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ministero pastorale e sacerdotale. Margherita Nova affermava, cinquant’anni fa che Padre Gaetano Catanoso sarebbe stato proclamato Santo e così è stato. La vita e la figura del Santo Gaetano Catanoso viene trattata ampiamente dal nipote Pasquale Catanoso, che rivolgendosi al Sig, Sindaco alle autorità civili e religiose, a ai cittadini mottesi dichiara di provare una grande gioia a rappresentare le suore ‘’Veroniche del volto Santo’’ , quale congregazione fondata dal Padre Gaetano Catanoso nostro contemporaneo, da

Pasquale Catanoso

qualche mese elevato agli onori degli altari della Chiesa universale. Così continua: la gioia di questo momento deve essere anche di tutti voi e dell’intera comunità mottese, a

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molti è ormai già noto che le origini della famiglia Catanoso sono mottesi. In epoca ormai lontana San Gaetano e i suoi fratelli tra cui mio padre sono della 3^ e 4^ generazione; quattro fratelli di cui due sacerdoti si stabilirono qui, profughi dalla Spagna. Da uno di loro Francesco Antonio discende la famiglia di San Gaetano Catanoso. Padre Catanoso nasce a Corio di San Lorenzo 1i 14 febbraio 1879 e lascia questa terra per il cielo il 4 aprile 1963; il 4 maggio 1997 è stato proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II°; il 23 ottobre 2005 è stato proclamato Santo da Papa Benedetto XVI°. A Pentidattolo fu parroco dal 1904 al 1921, quindi nella parrocchia della Candelora in R.C. fino al 1940. Sempre a Reggio fu canonico cappellano delle carceri cittadini e degli ospedali riuniti; confessore di molti Istituti Religiosi e fondatore della congregazione ‘’SUORE VERONICHE DEL VOLTO SANTO ’’ di cui, stasera qui c’è una nutrita rappresentanza. San Gaetano Catanoso, negli anni trascorsi a Pentidattolo era venuto a contatto con una realtà civile e religiosa assai difficile e dolorosa. A quel tempo, scriveva, visitando molti paesi sperduti sui monti della Calabria e predicando in molte parrocchie; ho sentito spesso una stretta al cuore nel vedere tanti bambini innocenti esposti alla corruzione, tanti giovanotti senza guida e senza orientamento nella vita; troppe chiese spoglie e tanti tabernacoli senza il dovuto decoro; tanti sacerdoti sofferenti e senza assistenza. Cominciò così a concretizzarsi in lui il proposito di dare vita ad una congregazione religiosa femminile, per propagandare la devozione al volto Santo di Gesù, portare conforto ai sacerdoti più bisognosi ed aiuto nelle parrocchie più sperdute ed abbandonate. Il ricordo della Veronica, che sfidando le ire della scorta asciugò il Volto di Cristo carico

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della croce, mentre ascendeva il Calvario e che in premio ricevette l’effige del Santo Volto rafforzarono in lui la convinzione che la Veronica divenne un modello di perfezione evangelica. Non dubitò per questo, di chiamare le suore della comunità religiosa, che coltivava nel suo cuore ‘’VERONICHE DEL VOLTO SANTO ‘’. Nasce così la congregazione delle suore Veroniche: espressione della carità e dello zelo sacerdotale del fondatore. Fu concepita nel 1920 e giunse al riconoscimento canonico e diocesano il 25 marzo 1958 con l’approvazione di sua eccellenza Mons. Giovanni Ferro arcivescovo di allora. L’8 dicembre 1980 la congregazione per i religiosi costituisce in Istituto di diritto pontificio la famiglia delle suore Veroniche del Volto Santo. Nel 1960 San Gaetano Catanoso scrive: Gesù dove ci sono le Veroniche ci sei anche tu; siamo qui ad amarti, ad ascoltarti, a visitarti, a pulire i candelieri, a lavare la suppellettile sagra. Gesù, noi non ti dimentichiamo, siamo qui tutti per te. Ed ancora: le suore che io volevo non dovevano avere né casa, né mobili, né giardino, dovevano essere ricche di povertà e senza pretese, accontentandosi di tutto come donne del Signore. Le prese dal popolo come anime semplici e le mandò, così come gli apostoli del Signore senza nulla, nei paesi che avevano bisogno. Nel gennaio 1935 dal bollettino - il Volto Santo – da lui fondato nel 1920, così comunicava ai suoi lettori: la bontà di nostro Signore Gesù Cristo si è degnata, in questi ultimi tempi di accettare nella città di Reggio C. una famiglia religiosa femminile chiamata – Figlie di Santa Veronica Missionarie del Volto Santo. Detta famiglia si propone il duplice compito della riparazione e della carità. Numerosi sono i consigli con cui Padre Catanoso ha seguito la formazione delle suore Veroniche, ne cito solo qualcuno : ‘’

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consacrandoVi a Dio, con profondo spirito di fede Vi siete consacrate ed abbandonate interamente a Lui; ed ancora possiate comprendere la vera felicità di chi possiede Dio, possiate cominciare a vivere di vita divina per continuare a vivere felicemente in cielo. Siate lampade viventi, portate la luce a quanti indugianti col loro distacco dalle cose possano col vostro buono esempio di carità e di amore tornare verso Gesù ‘’ .A questa famiglia religiosa, Sig. Sindaco, oggi tu hai assegnato il premio speciale. La madre generale mi ha incaricato di ritirare il premio perché impegnata in questi giorni a Manila. Dà lettura della lettera inviata dalla Madre Generale che si congratula per la bella manifestazione e si augura in futuro di potere essere presente ad altre manifestazioni che verranno organizzate. Firmato Suor Dorotea Palamara. * * * Martina Panzera alunna dell’Istituto Omnicomprensivo di Motta recita una poesia / preghiera Preghiera del Minatore

Martina Panzera

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O Santa Barbara amica del minatore, quando mi lascio alle spalle il sole che illumina e mi incammino nel buio ventre della terra Tu sei con me! Quando il sudore della fronte Si impasta con la polvere A formare un monumento di fatica Tu mi aiuti! Quando il ricordo dei miei cari mi stringe la gola riarsa ed aiuta la lacrima a rigare il mio volto Tu mi ascolti! Quando il buio è profondo si sta per accendere la miccia e la mina sta per brillare Tu mi proteggi! Perciò io Ti invoco e a Te mi affido

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Santa Barbara prega per noi. In rappresentanza delle suore della carità in sala c’è

suora Maesano Il presidente Giuseppe Melito consegna un riconoscimento speciale alle suore Veroniche del volto santo, ritira il premio Pasquale Catanoso Madre General, con la insieme alla Suora Maesano perdelega della seguente motivazione :

come i minatori così le suore Veroniche del Volto Santo sono state a lottare nei posti che altri hanno rifiutato, tra la gente più povera e più umile. Hanno

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assistito i figli e le vedove dei minatori fino alla fine. Per decisione unanime della commissione presieduta dal Sindaco Giovanni Verduci e così composta: Angelina Suraci – Eduardo Lamberto Castronuovo – Giuseppe Melito – Silvia Borrello - Antonino Verduci – Domenico Ambrogio – Santo Calabrò – Francesco Minniti il minatore d’oro 2005 viene assegnato all’On Richard Greco junior con la seguente motivazione: quale fondatore e rettore della nuova Accademia di New York, nonché vice Ministro della Marina Militare degli Stati Uniti d’America. Ha ritrovato con caparbietà le sue radici famigliari italiane, ha indirizzato i suoi allievi agli studi della Calabria sugli antichi fasti della Magna Grecia, favorendo lunghi viaggi di studio nella provincia di Reggio Calabria, destando così, nella opinione pubblica e nel mondo culturale americano maggiore interesse per la nostra terra. Seminatore di pace e scopritore di talenti culturali, il suo operato si assimila a quello del minatore per forza: valore e spirito di sacrificio volto al bene della società. Con questa assegnazione, il minatore d’oro valica i confini d’Italia divenendo un premio internazionale, valuta i figli di Calabria senza dimenticare le proprie orgogliose origini. Il dott. Lamberto Castronuovo presenta l’on. Richard Greco, gli consegna un film, che viene proiettato in sala, quale regalo dei giovani studenti americani che hanno soggiornato per un mese nella nostra terra .

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Il film tratta di: THE MONT FORT ACCADEMY di NEW YORK – che è una scuola unica nel nord America, prende ispirazione dal liceo classico italiano e si basa sulla stessa cultura, offrendo un curriculum che s’immerge nelle tradizioni occidentali dando enfasi all’altruismo verso i più piccoli e bisognosi di cure, oltre che allo sport e agli studi di filosofia, teologia ecc. Prima di passare alla consegna del premio il rag. Legato riferisce il saluto da parte del Console Americano al Sindaco Giovanni Verduci che ringrazia a nome dell’ambasciatore dell’U.S.A. in Italia Mister Ronald Spogli e suo personale, per il gentile invito alla manifestazione del 5 Dicembre ‘’il minatore d’oro ‘’. Si congratula con l’On. Richard Greco e conclude con i saluti. Il premio all’On. Greco viene consegnato dal Sindaco Giovanni Verduci premio in argento 925/1000 e placcatura in oro 24 k realizzato da Gerardo Sacco in esclusiva per il Comune di Motta. Sull’opera vi è una immagine della vita di miniera,

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agli angoli un talismano magno-greco quale portatore di fortuna, prosperità e felicità. Viene data la parola all’On. Richard Greco che così si esprime:

On. Greco Richard

.

sig. Sindaco presidente del Consiglio Comunale, della provincia ed altri ospiti, suore di Santa Veronica, egregio dott. Lamberto, cittadini di Motta, Calabresi e Italiani grazie di essere venuti a stare con me questa sera speciale e unica. Un momento per me di profonda

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ed inesprimibile emozione. E’ stato con grande gioia, che ho appreso che la commissione esaminatrice del premio il minatore d’oro aveva deciso di assegnare il premio 2005 alla nostra Accademia, il liceo classico dedicato alla lingua ed alla cultura italiana che ho fondato a New York. Mi sento orgoglioso del premio e molto vicino alla gente italiana, in particolare alla gente calabrese, soprattutto perché i miei nonni paterni sono emigrati in America dalla Calabria. I legami tra l’Italia egli Stati Uniti mi sono stati sempre a cuore e sono lieto di aver potuto dedicare gran parte della mia attività professionale, sia in ambito governativo sia in quello militare, finanziario o pedagogico per sostenere le comuni radici che uniscono da sempre le nostre due nazioni. Ciò che mi rende più felice è che la commissione abbia valutato, quello che ritengo essere il frutto più importante del mio lavoro: ovvero la nostra Accademia; degno della memoria di molte vite umane, dei minatori di Motta San Giovanni. La responsabilità che mi deriva dal conferimento del premio è grande ed importante quanto il premio stesso. Io oggi davanti a voi mi impegno affinché la nostra Accademia possa restare uno strumento per la realizzazione dei sogni e delle speranze delle generazioni future. L’insegnamento offerto dal nostro Istituto rappresenta il seme dello sviluppo che continuerà a germogliare nei nostri studenti, che in questa giornata si uniscono idealmente al sudore e al sacrificio dei cinquecento minatori di Motta San Giovanni, trasformandosi in messaggeri di positività nel mondo, trasmettendo un messaggio di disponibilità e collaborazione che giunge a tutti coloro che sono bisognosi. Il mondo sta

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attraversando un periodo turbolento e pieno di incertezze. Il preoccupante fenomeno di diffusione del terrorismo, la povertà, i disastri naturali, sotto il benevolo sguardo della nostra protettrice Santa Barbara, per fare fronte a questa incertezza è necessario far fronte al valore più importante che abbiamo a disposizione, ovvero la virtù. Ciò, per mantenere più vivo il coraggio e la speranza necessaria ad affrontare una realtà spesso distruttiva e per costruire una realtà positiva per i nostri figli e le future generazioni. E’ necessario oggi essere virtuosi: nella mia vita ho cercato di condurre una esistenza virtuosa. L’11 settembre 2001 è una data che ha cambiato la storia del Mondo e anche la mia personale. Ho sentito il dovere di lasciare la comoda carriera che avevo intrapreso in ambiti finanziari per dedicarmi al servizio del pubblico. Come membro della CASA BIANCA, assistente particolare del segretario della difesa, come parte del TEAM per la ricostruzione a Bagdad, e ora come sottosegretario della Marina Militare ho l’incomparabile privilegio di poter lavorare tra gli uomini e le donne più coraggiose che il mio paese abbia mai avuto. Sei mesi fa abbiamo commemorato il 60° della liberazione dell’Italia; abbiamo reso onore ai 19.419 americani, molti dei quali italoamericani, che hanno offerto la propria esistenza a similitudine di quanto hanno fatto i nostri minitari di Motta san Giovanni; nel più grande atto di carità e amore che un essere umano possa fare: dare la propria vita per i suoi amici. Un grande scrittore inglese una volta disse: il vero soldato combatte, non perché odia chi ha di fronte, ma perché ama quello che ha dietro. La bontà, la verità ed il bene che sono

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dietro i nostri soldati di oggi sono gli stessi valori che si trovavano di fronte i minatori di Motta San Giovanni e tanti emigrati italiani, che nei secoli hanno attraversato l’oceano alla ricerca di una vita migliore. Essi arrivarono in una terra, dove la realizzazione di un sogno non dipende dal nome o dalla ricchezza che un uomo porta con sé, ma piuttosto dai talenti che Dio gli ha donato. Ed è grazie all’istruzione che si riesce ad avanzare, a crescere e a migliorarci: è l’istruzione che ci guida alla scoperta dei nostri interessi e dei nostri talenti . E’ grazie all’istruzione che possiamo materializzare i nostri sogni e vedere realizzato il frutto degli immensi sacrifici compiuto dai nostri genitori e dalle generazioni passate. E’ attraverso l’istruzione che riceviamo dal mondo e

restituiamo al mondo. Io stesso, oggi, qui davanti a voi mi pongo quale testimone vivente della assoluta necessità e indistruttibile importanza della istruzione, mi trovo ad essere quello che sono: fondatore di un

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liceo, uomo d’affari, sottosegretario della Marina Militare Americana, non in virtù del mio nome, non grazie alle disponibilità finanziarie della mia famiglia e non grazie agli amici o contatti. Devo tutto ciò solo ed esclusivamente alla istruzione che ho ricevuto. Cinquecento anni fa, nell’Italia del rinascimento, un educatore di nome ‘’ Vittorino da Feltre ‘’ diceva: chiamiamo liberali quegli studi degni degli uomini liberi; quegli studi volti al conseguimento e all’esercizio di virtù e saggezza; quegli studi che stimolano, sviluppano ed affinano le più alte qualità intellettuale e fisiche, che nobilitano l’uomo e che sono, giustamente seconde in dignità alla sola virtù. L’uomo povero di spirito e spinto al guadagno ed al piacere, l’animo nobile persegue virtù e morale, principi che bisogna nutrire fin dall’infanzia e alimentare costantemente nel tempo. E’ con assoluta convinzione che affermo che non conquisteremo mai la saggezza se non avremo cominciato il cammino verso di essa fin dai primi anni di vita. Questa è la fonte d’ispirazione della Mont Fort Accademy– L’Accademy si propone l’insegnamento del meglio che sia mai stato detto o pensato dall’uomo e dalla storia , impartendo le fondamenta della grammatica, della logica, della retorica, insegnando il latino, il greco, l’astronomia, la matematica, le scienze, la storia, la filosofia e la letteratura. E’ una scuola che accoglie il dialogo socratico, ed il cielo notturno, ed un laboratorio, dove l’esercizio fisico è altresì esercizio della mente e dell’anima. E’ una scuola dove i conferenzieri sono giganti della finanza e vertici del Governo. Siamo estremamente fieri di avere accolto ben 135 studenti nei quattro anni dalla fondazione

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della nostra scuola. Siamo più orgogliosi del fatto che, quasi uno su tre di questi studenti sia italo-americano; personaggi di prestigio tra i quali l’Aurez Auriana, il sen. Santoro ci hanno onorato della loro presenza e inestimabile conoscenza La lingua italiana è alla base comune del nostro insegnamento. La Mont Fort Accademy prevede lo studio quadriennale della lingua e cultura italiana, da parte di ogni studente, a prescindere dalla nazionalità o dagli interessi specifici. Vantiamo il primato fra tutte le scuole superiori americane per il livello superiore di lingua italiana studiata. I corsi offerti presso la nostra scuola consistono in una immersione totale nella cultura italiana, includendo: archeologia, architettura, storia Etrusca, iconografia, il Boccaccio ed il Manzoni. In breve l’infinita e impareggiabile passione italiana per la vita. L’insegnamento prevede anche che gli studenti trascorrano un mese estivo di vacanza-studio in Calabria e in Sicilia che, come ben sapete rappresentano parte della antica Magna Grecia per scoprire attraverso campagne archeologiche, le radici della civiltà, i successi e i fallimenti umani nel corso dei secoli. Il primo di questi viaggi-studio è stato inaugurato l’estate scorsa. Dott. Lamberti ! è al suo intervento diretto, alla sua generosità al suo grande entusiasmo ed alla sua costante supervisione che dobbiamo iniziative come queste. E’ stato lei che ha saputo cogliere e capire la mia idea espressa più di un anno fa, che ha lavorato affinché si trasformasse in realtà. E’ stato lei che ha pensato e fatto nascere il programma ed ha sviluppato i giusti contatti affinché i nostri ragazzi potessero partecipare agli scavi archeologici di Locri e Rosarno; affinché potessero

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imparare, direttamente in un laboratorio la produzione del profumo al bergamotto; affinché potessero riposare e rifocillarsi nel seminario di Reggio guidato dal bravissimo Don Santo Marcianò. Il tutto organizzato alla perfezione, dai trasporti agli aspetti assicurativi. E’ sempre grazie a lei, che semplici ragazzi, per una intera settimana si sono sentiti come stelle del cinema, seguiti da ammiratori e da un nucleo-stampa. Dott. Lamberti, tutto il nostro programma in Calabria è merito suo ed è con immenso piacere che, a nome della Scuola, degli studenti e di noi tutti le dedico questo premio. Penso che a questo punto una domanda sorga spontanea: perché un liceale americano può avere un così grande passione per l’Italia ? . Cos’ ha l’Italia che la rende tale da costituire unico riferimento per un corso completo di studi classici ? la risposta è semplice e nel contempo profonda: l’UNESCO – l’organizzazione educativa, scientifica e culturale delle Nazioni Unite ha stabilito tempo fa che il 62% , quindi più della metà del patrimonio culturale mondiale proviene da un paese che rappresenta oggi meno dell’1% della popolazione mondiale : l’Italia . La Mont Fort Accademy, quale organizzazione educativa, volendo preparare cittadini istruiti e uomini del mondo non può non includere studi sull’Italia. Come possiamo non ricordare le grandi scoperte fatte dai grandi italiani che hanno modificato il corso della storia ? . E’ l’Italia che aiutò il mondo a vedere ! Cristoforo Colombo vide oltre gli orizzonti, dando il via all’esplorazione e alla globalizzazione, Galileo Galilei vide oltre isensi inaugurando la scienza moderna. Guglielmo Marconi vide oltre i limiti fisici del cavo

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rendendo possibile la radio, la televisione e tutte le comunicazioni senza fili che utilizziamo oggi. San Tommaso d’Aquino, Santa Chiara e San Gaetano Catanoso videro oltre le tentazioni di questo mondo per aiutarci a vedere la vita dell’aldilà. Siamo gli eredi di una cultura che ha inventato la ragioneria, le banche, il pianoforte, l’opera lirica; tra i nostri avi vantiamo giganti quali : Pitagora, Tommaso Campanella, Dante, Leonardo Da Vinci, Enrico Fermi, Maria Montessori, Filippo Mazzei che ha ispirato Thomas Jeffesson e la propria dichiarazione di indipendenza americana. Siamo gli eredi di artisti anonimi e di calzolai, di panettieri e di fabbricanti di scarpe le cui invenzioni concettuali e materiali nell’arte e nella scienza hanno invaso le chiese del mondo, le piazze della città, i negozi e le librerie. Noi siamo gli eredi di quel genio creativo che si perpetua attraverso il mondo, ovunque siano presenti degli italiani, che trae ispirazione dal sudore e dalle lacrime dai nostri padri e delle nostre madri, dei nostri nonni e delle nostre nonne, le cui vite sono stati atti di estremo coraggio, saggezza ed umiltà, atti di virtù che ci hanno trasmesso una eredità piena di gioia. Dobbiamo essere fieri, dobbiamo far sentire orgogliosi i nostri antenati, per avere preso il testimone che ci hanno passato e per averlo portato avanti con onore e onestà, durante tutta la nostra vita ripagando i loro sacrifici. Soltanto così potremo influenzare positivamente l’umanità e contribuire al futuro della civiltà. Dott. Lamberti, Sindaco Verduci a nome degli studenti dei professori e di tutti i collaboratori della nostra Accademia Vi ringrazio ancora una volta per questo prestigioso premio. Avete benevolmente inteso

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riconoscere l’appassionato lavoro di una vita ! grazie, grazie a tutti. Il rag Legato conclude ringraziando tutti e passa la parola al Sindaco Verduci che dà lettura di una lettera inviata tempo fa dall’On. Greco per accettare l’invito: <<E’con umile orgoglio che ho appreso che, la commissione che valuta il premio ‘’ il minatore d’oro ‘’ intende assegnare il premio 2005 alla Mont Fort Accademy ,liceo classico dedicato alla lingua e alla cultura italiana >>. Rappresenta un riconoscimento né cercato, né necessario, frutto di molti anni di lavoro per il miglioramento dell’educazione, specialmente per i poveri e del medesimo amore che ho verso l’Italia del Sud. Riconosco che il mio ringraziamento, nella sua sincerità e profondità non potrà mai essere sufficiente quanto merita questo premio. Infine, dopo ulteriori ringraziamenti per i presenti e non, il Sindaco saluta tutti dando l’appuntamento all’anno prossimo.

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ALCUNI MOMENTI DELLA MANFESTAZIONE

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Motta San Giovanni 2006 . Premio ‘’ il minatore d’oro ’’ anno IV° La manifestazione del premio ‘’ Il Minatore d’oro ‘’ per l’anno 2006 si apre con la benedizione da parte del Cardinale Giorgio Cotiè al monumento ai caduti, rione ‘’ Liana’’ Parco delle Rimembranze. Alcuni momenti della cerimonia :

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Prosegue nella sala ‘’ Centro Sociale ‘’ sede dell’Associazione Minatori Mottesi: introduce i lavori, come ogni anno il rag. Giovanni Legato ringraziando i presenti e gli assenti soprattutto la stampa, la TV e quanti hanno collaborato. Ringrazia il presidente

Il Moderatore Rag.Giovanni Legato

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onorario Santo Calabrò il presidente effettivo Francesco Gullì e tutti i soci che con il loro lavoro continuano a tenere vivo il ricordo dei nostri minatori. Anche quest’anno la manifestazione si svolge con il patrocinio del:

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- Senato della Repubblica - Camera dei Deputati - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Regione Calabria - Consiglio Regionale della Calabria - Amm. Provinciale di Reggio Calabria - Associazione Invalidi Alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica

Viene data la parola al presidente Morabito il quale ricorda la lunga catena di morte sul lavoro che, purtroppo, continua ancora oggi. Auspica un patto di solidarietà tra istituzioni e lavoratori, tra istituzioni e sindacati, affinché venga rispettata la dignità del lavoro.

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Presidente Morabito

Sono presenti in sala gli On: Nacori, Nicolò, l’Ass. Bilasi il Cons. Provinciale Tripodi, Il Dir. Scolastico Caterina Autelitano e il Gen. Martinelli. Avrebbe dovuto essere presente il Sottosegretario del Consiglio On. Enrico Letta, ma gli impegni di governo lo hanno trattenuto a Roma. Comunque, ha inviato un messaggio al Sindaco e ai cittadini di Motta. Si dice dispiaciuto di non essere presente alla cerimonia, ma esprime a tutte le autoritĂ Il Sindaco

premia

Il Pres. Morabito

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e ai cittadini la solidarietà e il sostegno per questa importante iniziativa. Ricordare il lavoro e i sacrifici dei minatori è un compito che rende onore alla comunità di Motta San Giovanni. Vivere oggi in un altro tempo, possedere altri possibilità non ci esime dall’esigenza di confrontarci con la tenacia e la dignità, la forza di quei minatori che hanno portato nel mondo la cultura del lavoro e dei sacrifici degli italiani. Conclude ringraziando il Cardinale Giorgio Coitè che testimonia la costante, vigile e onorevole attenzione con cui la chiesa accompagna il nostro paese e le speranze degli italiani. Termina con gli auguri più veri per il Santo Natale. Per lo stesso motivo sono assenti alla cerimonia: il sottosegretario alle infrastrutture Luigi Meduri e il Sen. Pietro Fuda. Il Sig. Legato ricorda, elencando i premiati degli anni precedenti : 1° anno l’Arma dei C.C. 2° anno la C.R.I. 3° anno l’On. Righard Greco Junior - vice Ministro della Marina Militare USA.

Dr. Eduardo Lamberti Castronuovo

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Prende la parola il dott. Lamberti: ringrazia il sindaco di Motta e ricorda in particolare quest’ultima giornata tristemente per la morte del Sindaco di Reggio Italo Falcomatà, fa presente che, in un certo modo anche Richard Greco è un minatore: un Minatore della Cultura. Egli indicò la strada della cultura quale antidodo migliore per vincere questo momento di crisi. Prosegue leggendo una lettera dell’On Richard Greco il quale, non essendo mai stato in Italia sa soltanto quanto appurato dai genitori calabresi. Precisa che, essere venuto in Italia per ritirare il premio e stato per sé e per i suoi parenti un momento di onore e di orgoglio ma anche di profonda umiltà. Il Sindaco consegna un premio speciale al dott. Lamberti , unitamente alla cittadinanza Mottese.

Il presidente del Consiglio di Motta Giuseppe Melito dà lettura del provvedimento e consegna una targa contenente la delibera stessa del Consiglio Comunale. Nella motivazione che ricorda quanti si sono distinti, particolarmente negli ambiti delle attività pubbliche

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con iniziative di carattere sociale, assistenziali, e filantropiche, in opere imprese e azioni di alto e significativo valore. Considerato che il dott. Lamberto Castronuovo, nella sua qualità di fondatore e direttore dell’istituto clinico ‘’ Prof. De Blasi ‘’ presidente di

Dr. Edoardo Lamberti Castronuovo Pres. Cons. Comunale Giuseppe Melito

‘’sviluppo Italia Calabria ‘’, editore dell’emittente televisiva RTV ha contribuito e contribuisce ancora a migliorare la vita reggina e non solo. Fatto ancora presente che il dott. Lamberti Castronuovo, componente della commissione premio ‘’il minatore d’oro ‘’ ha donato un contributo indispensabile, con sentita partecipazione e sincera commozione per la vicenda dei minatori mottesi. Ritenuto che, attraverso la sua attività e fattiva collaborazione, l’idea di un premio alla memoria dei minatori si è sviluppata a tal punto da superare i confini nazionali; considerato, inoltre, che, quale presidente della Commissione

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Scientifica per le giornate mediche di Motta San Giovanni ha tracciato un percorso nuovo, stimolando la ricerca e favorendo, attraverso una lodevole e paziente attività di concertazione un incontro tra esperti delle malattie respiratorie, che a Motta hanno voluto mettere in luce le problematiche cliniche e ‘’silicotiche’’ .Rilevato che, il suo elevato apporto ha consentito la promozione della Comunità Mottese, con il miglioramento dell’immagine in sede nazionale ed internazionale, portando così il giusto riconoscimento ai minatori mottesi. Considerato ancora, che l’opera del dott. Edoardo Lamberti si pone in ideale sintonia con gli alti valori di difesa della legalità, di sviluppo civile e democratico, da sempre perseguiti da questa Amm. Comunale. Ritenuto che, per tali motivi, il dott. Lamberti possa essere insignito di un riconoscimento onorifico da parte del Comune di Motta San Giovanni, mediante l’iscrizione simbolica tra la popolazione della città; tutto ciò premesso e considerato: delibera di conferire al dott. Eduardo Lamberti Castronuovo la cittadinanza onoraria del Comune di Motta San Giovanni che sarà conferita il 17 Dicembre 2006 nel corso della consegna del premio ‘’il minatore d’oro’’ 4^ edizione. Nel ringraziare, il dott. Lamberti che, in un mondo in cui tanti premi vengano elargiti, non per merito, ma per accaparrarsi dei futuri favori, Motta ha agito al contrario: ha premiato quanti hanno saputo distinguersi con il proprio lavoro e con sacrifici. Per decisione un anime della commissione composta da : Angelina Surace, Eduardo Lamberti, Domenico Ambrogio, Silvio Borrello, Antonino Verduci, Santo Calabrò, Francesco Minniti, Giuseppe Melito e dal Sindaco

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Giovanni Verduci il ‘’minatore d’oro ‘’ 2006 viene assegnato alla memoria di Sua Santità Giovanni Paolo II°. Il premio viene Ritirato da Sua Eccellenza Cardinale Giorgio Cotiè Teologo Emerito della Casa Pontificia.

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Motivazione: durante la sua vita in Polonia le visite Apostoliche in Sardegna, in Bolivia, in Messico Papa Giovanni Paolo II° ha manifestato la sua attenzione per il sacrificio del minatori, essendo stato egli stesso minatore a Cracovia. Ad Oruru nel 1988 rivolgendosi ai minatori disse : nei vostri volti si intravedono i segni di una vita austera, che vi ha insegnato a fare a meno anche per le cose indispensabili, vi ha data una tempra vigorosa e vi ha insegnato ad avere speranza nelle avversità. Interviene il Cardinale e ricorda che Giovanni Paolo II°, durante la sua giovinezza lavorò in condizioni tali da somigliare a una servitù, con grande sforzo e grande fatica fisica. Quando parlava del mondo del lavoro, parlava con comprensione della fatica fisica, della famiglia del lavoratore, delle persona lavoratore. L’Enciclica del 1981 è concentrata prettamente al vostro tema; dieci anni dopo, una II° Enciclica sul lavoro molto personale ci ricorda la grandezza e la nobiltà del lavoro, un testo che merita di essere profondamente meditato. Alcuni punti : I° il compito della chiesa è di richiamare il compito e i diritti del lavoro – II° stigmatizzare le situazioni in cui essi vengono violati – III° contribuire ad orientare i cambiamenti indispensabili al progresso dell’uomo e della società. La guida della ragione del Papa Giovanni Paolo II° è la Bibbia, una affermazione che illumina tutta la nostra problematica; come persona, l’uomo è soggetto del lavoro, creato ad immagine di Dio e come tale deve dominare la terra. Il lavoro un bene dell’uomo e dell’umanità. Oggi esiste la necessità di una corretta interpretazione del lavoro dell’uomo che gli permette di diventare più umano, non già di degradarsi a causa del lavoro. Perciò esistono i codici

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del lavoro : obbligo e diritto Il lavoro deve essere sicuro, non precario e giustamente remunerato. E’ necessario assicurare la salute e l’assistenza ai lavoratori e agire contro la disoccupazione che può diventare una vera e propria calamità naturale. Seconda esigenza è la giusta remunerazione e l’assistenza sanitaria sul lavoro. Il premio il ‘’minatore d’oro’’ al di là di un atto nobile verso i caduti sul lavoro costituisce un richiamo forte e profetico, di un valore chiave del nostro patrimonio umanistico e cristiano. Che il papa Giovanni Paolo II° dall’alto benedica la vostra generosa iniziativa ! Vi ringrazio di cuore d’avermi associato ad un così bello e significativo avvenire. Conclude la cerimonia il Sindaco Giovanni Verduci che ringrazia ancora una volta gli intervenuti, ricordando che durante il suo lungo mandato

ha lavorato per dare prestigio alla memoria dei minatori mottesi. Ringrazia ancora il Cardinale per

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avere partecipato e ricordato la figura di Papa Giovanni Paolo II°. MAGGIO 2007 Il sindaco Giovanni Verduci concluso il mandato, eletto Consigliere Provinciale si candida, anche come consigliere al Comune di Motta per il quinquennio 2007/2012, aderendo alla lista 2° e sostenendo la candidatura a Sindaco del Sig. Santo Crea della frazione Lazzaro. Le liste presentate: 1^ con il motto ‘’ insieme per il futuro ’’ sindaco Santo Crea 2^ con il motto ‘’ nuovi orizzonti ‘’ sindaco Vincenzo Mallamaci 3^ con il motto ‘’ intesa per Motta – Lazzaro – Valinidi ’’ sindaco Paolo Laganà risultati: Crea Santo 1565 voti Mallamaci Vincenzo 674 voti , Laganà Paolo 2160 voti Alla luce del risultato : Sindaco Dr. Ing. Paolo Laganà Presidente del consiglio Sig. Giovanni Gattuso Vice Sindaco Vincenzo Mallamaci. Giunta Comunale : I Sgg. Ing. Paolo Laganà , Dr. Antonino Verduci , Rocco Campolo, Gianni Gattuso, Nato Pedà, Benedetto Giuseppe. Paolo Paviglianiti. Dopo qualche esitazione la Commissione giudicante per esaminare le proposte - Assegnazione del premio ‘’ il Minatore d’oro ‘’ 2007 viene così costituita : Presidente Dr. Ing. Paolo Laganà Componenti Sgg. Dr. Ambrogio Santo, Dr. Cuzzocrea Domenico, Mallamaci Vincenzo, Apollaro Maria, Checco Giuseppe, Calabrò Santo, Segretario Dr. Francesco Minniti . Il 24 – 12 – 2007 la commissione delibera l’assegnazione del premio ‘’ il Minatore d’oro ‘’ per l’anno 2007 al Dr. Benedetto Mallamaci. La cerimonia viene programmata per il 29 – 12 - .2007 .

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29 Dicembre 2007

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Motta San Giovanni 2007 Premio : ‘’ Il Minatore d’oro ‘’ 2007 anno V° La cerimonia inizia in P.zza Alecce sede del Comune ove di prima mattina c’era già un forte brulichio di voci che man mano passava il tempo aumentava d’intensità; alle ore 10.00 circa il Sindaco e tutta l’Amministrazione ricevono le autorità civili, militari e politiche. Il corteo con in prima fila una corona di fiori quale omaggio ai caduti, le autorità locali, il Sindaco Dr Ing. Paolo Laganà il Prefetto Antonio Musolino ed altre autorità intervenute, si snoda per le vie principali della città fino a giungere al parco delle rimembranze.

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Il “parcoâ€? rappresenta per la comunitĂ il centro solenne di tutti i caduti di guerra, per il lavoro e sul lavoro. Dopo una pausa di silenzio viene deposta la corona.

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Il Sindaco illustra ai presenti e al Prefetto l’importanza del monumento per i mottesi, il ‘’Parco del Minatore’’ del sacrificio eroico dei minatori. Il corteo si dirige al Centro Sociale “S. Giordani” , sede dell’Associazione Minatori Mottesi (Commemorare per Ricordare).

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Al tavolo della Presidenza : in rappresentanza della Regione Dott. Praticò, il Sig. Giovanni Gattuso Presidente del Consiglio Comunale di Motta, il coordinatore dei lavori Dott. Paolo Pollichieni, il Prefetto Dott. Antonio Musolino il Sindaco Ing. Paolo Laganà, la Sig.ra Checchina Vedova Dott. Benedetto Mallamaci, l’On. Arnoldo Veneto. Inizia i lavori il Sindaco Dr. Ing. Paolo Laganà porgendo un saluto particolare al Prefetto Dr. Musolino, che con la sua presenza, così come quella di tanti amici della Deputazione Europea, Nazionale, Regionale, e Provinciale con tutti gli altri amici che qui sono presenti arricchiscono questa ricorrenza che è il momento e la sintesi di questa comunità. Saluta

singolarmente l’ on. Arnoldo Veneto, gli onorevoli Fuda e Fedele in rappresentanza del Parlamento Italiano, l’assessore regionale Pasquale Tripodi che è sempre attento e molto vicino alla comunità mottese, il Sindaco di Calanna che è qui in

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rappresentanza dei colleghi sindaci di questo versante nostro, devo salutare i rappresentanti

istituzionali della Provincia e della Regione che è qui rappresentata dal Dr. Praticò, in rappresentanza della presidenza del Consiglio regionale, il Presidente Bova che ha voluto fortissimamente che si realizzasse questa manifestazione, che è molto vicino alle problematiche, alle tematiche del mondo del lavoro, purtroppo, per un lutto che ha colpito l’On. Frasca in questo momento non ha potuto essere presente. E continua: saluto gli amici, la Sig.ra Franca e vedo con piacere il consigliere provinciale, ex Sindaco Giovanni Verduci che di questo premio ne ha fatto il simbolo della sua attività, riservando molta attenzione, molto lavoro

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negli anni passati. Saluto il capitano del comando dei Carabinieri di Melito Porto Salvo, così come i nostri rappresentanti dell’ordine della nostra stazione locale, così voi tutti, che in questo momento siete in sala; ringrazio tutti, tutti, indistintamente tutti, così come ringrazio la famiglia Mallamaci e la Sig.ra Checchina che è qui, insieme a noi, ritenuto giusto fosse presente qui a questo tavolo, in questo momento. Mi riservo, di fare alcune riflessioni sulle motivazioni del premio, sulle motivazioni che stanno alla base di questa annuale ricorrenza, lo farò successivamente, però, devo fare ancora una volta un ringraziamento a Paolo Pollichieni che per essere qui stamattina è partito molto presto da Cosenza; l’ho conosciuto quando insieme andavamo ad omaggiare i nostri minatori in Belgio. Non per complimenti, ma Paolo, oltre ad essere un grande giornalista è un grande calabrese, uno di quelli di cui, personalmente mi vanto di essere amico, oltre che riconoscergli uno spessore culturale di assoluto primo livello. Paolo coordinerà questi lavori, questa manifestazione e nel ringraziarvi ancora, per essere presenti, gli passerei la parola. Ringrazio per le belle parole e per l’invito che mi avete rivolto, ma io nei panni del moderatore mi trovo male, chi mi conosce sa che tutto sono, tranne che un moderato, mi riconosco il difetto di prendere troppo spesso le cose di petto. In una realtà come questa calabrese è quasi inevitabile farsi

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da parte, uno dei motivi per cui mi sono tenuto lontano della politica militante, dove necessariamente

bisogna mediare, quasi quotidianamente. Durante l’introduzione, li al ‘’Parco del Minatore ’’ il pensiero che mi è venuto è il discorso che Kennedy faceva davanti al muro di Berlino: chi vuole sapere cos’è la democrazia venga qui davanti al muro che stanno costruendo – Chi vuole sapere cosa significa il lavoro, l’impegno di lavoro, la frontiera di lavoro, dovrebbe starsene a passeggiare cinque minuti tra quelle stele con i nomi dei morti, che sono più di tutte le guerre; in tutti i paesi abbiamo i monumenti ai caduti. Ci sono due facce della Calabria. Poco lontano da noi c’è un altro paese, dove i caduti di tutte le guerre coloniali e mondiali è inferiore anche alla metà di quanti sono caduti nella faida di Ciminà, questa è la Calabria, ha due facce che è difficile spiegare al mondo; la faccia di chi offre prima le braccia poi il cervello al mondo per

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progredire; e l’altra faccia di chi ha un fardello della criminalità organizzata, da cui difficilmente riesce a liberarsi. Purtroppo, la nostra immagine non la fanno i morti sul lavoro ma … - Possiamo discutere a lungo, dare la colpa ai media, ai rappresentanti della mia categoria, sull’ingiustizia, ma questa è la realtà con la quale la nostra terra quotidianamente si deve confrontare. Forse diventerà importante pensare alla buona politica per cui penso che, arrivare alla quinta edizione del premio, per poi ricordare un concittadino; che nelle altre edizioni si è guardato fuori di Motta San Giovanni, un concittadino, un calabrese; non ho mai sentito nulla che non fosse di elogio alla politica svolta da Benedetto Mallamaci. Questo ci fa pensare anche al fatto che, quando in Calabria eravamo meno potenti, avevamo forse qualche qualità in più nella politica. Lo dico con spirito costruttivo, non per polemica, ma per darvi una immagine della Calabria, che non sia quella della criminalità, l’esigenza di recuperare qualche cosa c’è, con una buona politica, potrebbe esserci, se ci riusciamo, con un momento di riflessione che il 5° premio del ‘il Minatore d’oro ‘ , ci insegna oggi; tra l’altro la consegna avviene in un auditorio molto affollato e particolarmente attento, facciamo un passo avanti, dobbiamo farlo per forza. Io non sono della teoria di Beppe Grillo che : abbiamo toccato il fondo e abbiamo cominciato a scavare, no, sono dell’idea che abbiamo toccato il fondo e da cui possiamo risalire se si sta insieme rispettando le regole. La parola va al Prefetto Musolino che precisa di essere stato Commissario di questa cittadina e ricorda con piacere quel periodo e i volti di quanti ha conosciuto e rivisto

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qualche ora prima in Comune. E’ rimasto sorpreso dalla partecipazione, l coinvolgimento della collettivitĂ

e anche la partecipazione di tanti politici e amministratori che non solo danno lustro a questa manifestazione, ma evidentemente testimoniano come sia diffuso il bisogno di perpetuare la memoria importante dei nostri paesi, come nella memoria i nostri paesi riescono a trovare l’identità a confermarsi per quelli che sono e trovare forse nella memoria gli spunti per andare avanti nel corso di miglioramento, non soltanto economico ma anche culturale. Nel momento della deposizione della corona con il Sindaco ho commentato come sia triste pensare che tante persone abbiano perso la vita per assicurarsi la sopravvivenza e per assicurarla alle proprie famiglie. Non ho detto a caso abbiano dovuto, hanno dovuto,

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perché il bisogno di allora era un bisogno così stringente che non consentiva di scegliere tra lavori più o meno rischiosi, si doveva lavorare, si doveva portare avanti la propria famiglia e lo si faceva anche a costo della vita. 500 persone l’hanno persa così, ed è veramente gravissimo che questo sia accaduto. Molto bello che noi oggi lo ricordiamo, che tutte queste persone lo ricordano riunite, davvero, in un abbraccio ideale con chi non c’è più, ma che hanno lasciato una eredità che non è solo quella economica, ma nell’avere dato vita a questo paese, l’eredità di valori, che nella perpetuazione del ricordo con cerimonie di questo genere, evidentemente trovano ulteriore spazio, ulteriore affermazione. Ringrazia tutti e saluta augurando un felice anno dato che si è in clima natalizio. Il Dr. Pollichieni passa la parola all’On. Arnoldo Veneto che rivolgendosi al Sig. Sindaco e alle autorità presenti ringrazia e saluta tutti, poi si dice onorato e orgoglioso di servire il proprio paese in Europa, e di servire in particolar modo il Sud e la Calabria, servizio che diventa orgoglio, allorché, accanto al lavoro impegnativo, al Parlamento Europeo si acquisisce anche la consapevolezza che ci si può vantare di venire da una terra che ancora oggi insegna quale sia il valore della vita, del lavoro, della famiglia, i grandi temi, i grandi valori, sui quali si fonda la nostra comunità la nostra stessa esistenza. Continua: posso garantirvi che tra i funzionari, che tra coloro che frequentano, sono migliaia a Bruxelles, al Parlamento Europeo, è sempre viva, costantemente viva, la lezione di vita che è venuta proprio dai minatori italiani, che in quel distretto minerario, non solo hanno perso la vita, ma continuano oggi a

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lavorare per sostenere la grande battaglia che non è soltanto la battaglia per la sopravvivenza, ma la battaglia per la dignità per la dignità dell’essere umano, per la dignità delle loro famiglie, e dei loro figli.

Oggi, con questa assemblea, così vissuta, così partecipata, come Sua Ecc. il Prefetto ha avuto modo di sottolineare, date netta l’idea che tutti quanti vivete questa realtà e quindi partecipate alla costruzione di un mondo nuovo e diverso, nel quale non conterà, speriamo non conti più l’impegno a vivere per se stessi, ma a vivere nella solidarietà, nel ricordo, nel pensiero di coloro che sono stati e nella prospettiva di coloro i quali dovranno venire. In questo contesto il ricordo di Benedetto Mallamaci diventa un faro di riferimento, e se si pone la circostanza che quest’anno è stato prescelto un grande uomo, al quale io mi onoro

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di sentirmi amico insieme a coloro i quali, istituzioni e singoli sono stati premiati precedentemente, allora avrete certamente l’idea che l’eccellenza non è lontana da queste mura, che l’eccellenza vive in questo meraviglioso lembo di provincia italiana. Dunque, gli auguri più belli, sono quelli di rafforzarci sempre di più nel culto delle persone, della vita e del lavoro, nel culto della pace, che poi è il simbolo dell’Europa nuova, alla quale noi vogliamo dare un contributo. Conclude con gli auguri per il nuovo anno a tutti. Il coordinatore, prima di passare la parola all’Ass Tripodi saluta l’On. Maria Grazia Laganà con particolare affetto. Anche L’On. Tripodi inizia con i saluti per tutti e si dice emozionato nel porgere i saluti e nel fare alcune considerazioni. Ricorda quanto provato al “Parco del Minatore” e fa riferimento ai Sepolcri del Foscolo che rendono grandi i nostri avi, perché restano vivi nella nostra memoria. Rammenta anche la bella occasione che ebbe per conoscere il Sindaco Benedetto Mallamaci, ancora giovanissimo si è recato a Motta insieme al Sindaco Pizzi. Quest’ ultimo, al ritorno ebbe a dire del Sindaco Mallamaci: è un uomo pronto a spendere la sua vita per il bene della nostra terra. Proprio nel ricordo del Sindaco Benedetto Mallamaci, della sua passione per la poesia, l’Ins. Sig.ra Francesca Triolo viene invitata a leggere due poesie da Lui scritte sull’argomento, una intitolata “Il Minatore” l’altra “Alla Calabria”. Riconoscimenti: l’Amministrazione Comunale offre , primo fra tutti, al Prefetto di Reggio Cal. Dott. Antonio Musolino ; consegna il premio il Sindaco Ing. Paolo Laganà motivando per l’attenzione dimostrata per la città.

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La commissione con la quale ci siamo riuniti nell’assegnare il premio “Il Minatore d’oro” ha inteso rivolgere un riconoscimento alle persone e a chi per questo premio si è speso. Nell’occasione della visita

di S.E. il Prefetto di Reggio Calabria Antonio Musolino abbiamo inteso riconoscere per l’attenzione dimostrata alla città di Motta S. Giovanni che ne ricorda l’impegno di Amministratore attento e sensibile ai bisogni della sua gente, ed è con orgoglio e stima che lo seguiamo in questa sua prestigiosa attività di governo della provincia di Reggio Calabria.

Riconosciamo questa particolare valenza e conferiamo un premio. Un secondo riconoscimento, dice il moderatore, va alla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria . Viene ritirato da un delegato del Presidente Bova.

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Viene ricordata la particolare attenzione che il Presidente Regionale e la presidenza del Consiglio Regionale hanno voluto rivolgere alla nostra comunità, in particolare hanno voluto che questo premio si tenesse per la valenza, non solo culturale, ma profondamente sociale. All’On. Dr. Giuseppe Bova, Presidente del Consiglio Regionale della Calabria perché ha dato continuità a questa manifestazione mantenendo vivo il ricordo del sacrificio dei minatori di Motta San Giovanni. La comunità mottese, apprezzando e stimando il gesto, riconoscente ne sottolinea il valore. Il terzo riconoscimento, ma non certo in ordine d’importanza, va all’Associazione dei Minatori Mottesi. Sempre il Sindaco invita il Presidente dell’Associazione Gullì, in rappresentanza di tutti i minatori mottesi, perché abbiamo inteso sottolineare il valore, il lavoro, la profonda gratitudine che tramite noi facciamo ai minatori mottesi . Una

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associazione che con tanto sacrificio, anche con molta passione e dedizione, viene portata avanti, è un esempio per l’intera comunità. La motivazione con la quale vi consegniamo questo premio è un segno di stima per i minatori mottesi “Commemorare per Ricordare” che con impegno e dedizione mantiene vivo il ricordo dei nostri concittadini che si sono sacrificati nelle miniere di tutto il mondo contribuendo al progresso sociale ed economico. Si mette in risalto la particolare attività dell’Associazione finalizzata a trasferire alle nuove generazioni i valori fondanti del mondo del lavoro di cui nostri minatori sono esempio di laboriosità. La Città di Motta San Giovanni apprezzando l’opera conferisce questo premio.

Il Dott. Pollichieni riprende il discorso sulle poesie scritte dal Dott. Benedetto Mallamaci ed esprime il desiderio di conoscere in quale anno fu scritta quella sulla Calabria; la cosa che lo colpisce di più è di volersi identificare nella realtà calabrese in generale, citando

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tutte le città della Calabria . Si suppone che l’abbia scritta in un periodo non lontano dagli anni ’70, in quell’epoca era difficile pensare di scrivere lontano dall’ombra del proprio campanile. Anche quel verso sul minatore: “agonizzando vive i suoi vent’anni” ci fa affermare che è stato Sindaco e custode di un sacrario. Con queste parole conclude e ringrazia ancora una volta per essere stato invitato. La parte finale spetta al Sindaco Dr. Ing. Paolo Laganà che, sottolinea ancora una volta quanto nell’animo dei mottesi sia vivo il ricordo profondo e l’esempio di questi nostri padri, di questi nostri concittadini. Non seguendo il protocollo canonico lascio lo spazio finale al riconoscimento del premio che doverosamente va fatto all’Uomo e alla famiglia, però prima ringrazio in modo particolare l’On. Maria Grazia Laganà che ha lasciato ogni impegno per essere presente alla cerimonia, così come faceva il marito (On. Franco Fortugno) , del quale la mia comunità, ed io in particolare ho un ricordo vivo, un esempio per tutti i calabresi ! Ringrazio, altresì, le due Dr.sse Calabrò e Benedetto, che con forza accelerante hanno concentrato in breve periodo tutta l’attività organizzativa di questa manifestazione. Abbiamo attinto anche dall’opera che era stata fatta negli anni precedenti. Ringrazio il Consiglio Regionale che ha sostenuto la spesa per questa organizzazione anche gli sponsor : La Cassa Edile, la Conad, la Marzigot, la Natural-gas , la Fata Morgana. Sottolineo che il premio ha una valenza e un riconoscimento di assoluto primo livello, con l’alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio:

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- Senato della Repubblica - Camera dei Deputati - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Regione Calabria - Consiglio Regionale della Calabria - Amm. Provinciale di Reggio Calabria - Associazione Invalidi L’ultimo ringraziamento va alla commissione che ha curato i lavori di assegnazione di questo premio, i partecipanti : Vincenzo Mallamaci, Dr, D. Cuzzocrea, Rag. Checco, la S.ra Apollaro, il Presidente Santo Calabrò e il Dr. Santo Ambrogio assente per impegni di lavoro. Doverosamente ricordo che la Città di Motta San Giovanni è stata profondamente segnata durante il secolo scorso, da numerosi eventi luttuosi che hanno sconvolto le dinamiche quotidiane della comunità. I cinquecento mottesi e lazzaresi caduti sul lavoro o deceduti a causa di malattie contratte in miniera fanno della nostra Città un caso unico fra tutti i comuni calabresi. La storia del nostro paese, come quello di tanti calabresi onesti e laboriosi è strettamente legata a questa tragica dimensione che segna da oltre mezzo secolo la vita dell’intera comunità. Mille episodi ci riportano alla mente queste nostre radici solide, è una storia che dobbiamo tenere viva, che dobbiamo richiamare alla memoria dei più giovani, testimoniando l’orgoglio di chi non si è arreso ed ha contribuito a scrivere un capitolo importante dell’economia nazionale, pagando purtroppo, molto spesso con la morte. La nostra comunità ha avuto la capacità e la forza di rendere omaggio non solo a 500 dei mottesi , che hanno perso la vita in miniera e a causa della silicosi contratta nei cantieri di mezzo

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mondo, ma anche a tutti quei calabresi che con grandi sacrifici, abbandonarono gli affetti più cari e hanno assicurato al loro paese un futuro. Gli anni del dopo guerra, fino agli anni ’80 sono stati devastanti per l’intera comunità, che ha assistito attonita ed impotente al decesso di giovani vite, falciate dalla silicosi; malattia inesorabile che non conosceva e non conosce cura. Erano gli anni in cui, i minatori mottesi contribuivano inconsapevolmente e con grande sacrificio al miracolo economico italiano. Si può dire, senza timore di essere smentiti che il sudore dei nostri concittadini ha bagnato gran parte delle grandi opere italiane ed europee. L’importanza e la drammaticità del fenomeno “silicosi” emerge sin dai primi anni ’50 , inducendo nel ’56 il Consiglio Comunale Mottese, con a capo il Sindaco Prof. Davide Catanoso a rivolgere una petizione al capo dello Stato e agli Onorevoli Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica chiedendo norme a favore dei minatori affetti da silicosi. Aumenti salariali e una super alimentazione a totale carico dello Stato, consistente in un litro di latte, cento grammi di carne al giorno e l’abbassamento a 55 anni dell’età pensionabile.n E’ negli anni ’60 , tuttavia che la battaglia dei mottesi per il riconoscimento dei diritti dei minatori ha una svolta decisiva, grazie alla tenacia e all’impegno dell’allora Sindaco Dott. Benedetto Mallamaci. Dall’osservatorio privilegiato di medico di famiglia matura l’idea irreversibile che al danno creato dovesse essere riconosciuto il giusto riconoscimento da parte dello Stato. E’ con questa chiave di lettura che va interpretata la data del 13 aprile ’66, giorno in cui l’Amm. Com. di Motta S.G. con a capo il Sindaco

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Mallamaci concede la cittadinanza onoraria all’allora Presidente della Repubblica On. Giuseppe Saragat. In occasione della sua visita al nostro centro cittadino, dove inaugura una piazza a riconoscimento del sacrificio dei minatori mottesi. Ormai la strada istituzionale era stata tracciata, e poste le basi del riconoscimento legislativo della silicosi, quale malattia invalidante. La Legge 482 del ’68 i nostri concittadini la conoscono benissimo; è con questa Legge che venivano applicate le stesse norme previste per gli invalidi caduti sul lavoro. Ricordo che, oltre i 500 morti, noi abbiamo avuto altri 100 morti in gallerie, cioè morti sul posto del lavoro, e vi esorto ad una riflessione: 500 morti in 20 anni, su una popolazione di 6.000 abitanti, quasi il 10% , da immaginare questa dimensione rapportata ad una città più grande come poteva essere Reggio Calabria. L’istituzione di questa Legge, la battaglia vinta sotto il profilo legislativo e la ricaduta in termini di benessere economico e sociale che ne segui creò le condizioni di base, perché le famiglie di Motta, di Lazzaro e di Valanidi potessero affrontare un futuro diverso da quello che finora gli era stato storicamente riservato. Oggi, la sfida comune della nostra cittadinanza è contribuire con maggiore incisività e successo all’azione costruttiva della nostra città, da sempre patrimonio di talento, mestiere ed altruismo con la consapevolezza che è tempo di raccogliere nuove sfide e lanciare nuovi stimoli ci sprona nell’azione quotidiana di cui i minatori sono un alto esempio. Viene data lettura della motivazione del premio da parte del relatore : la Commissione Comunale presieduta dal Sindaco Ing. Paolo Laganà ha conferito il premio “Il Minatore

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d’oro” V^ edizione 2007 alla memoria del Dott. Benedetto Mallamaci con la seguente motivazione : con la stessa tenacia e determinazione dei minatori che lui stesso definì impasto di prestanza, miniera di altruismo e di coraggio il Dott. Benedetto Mallamaci si è reso protagonista di una lunga stagione di battaglie istituzionali, condotte e vinte all’insegna del loro riscatto sociale, riuscì ad abbattere il muro della resistenza di quanti non volevano riconoscere la silicosi quale malattia professionale, restituendo dignità alla nostra categoria di lavoratori, per troppi anni lesa ponendo in tal modo le basi per la crescita culturale ed economica della città di Motta San Giovanni. Il premio è consegnato da Sua Ecc. il Prefetto alla vedova Mallamaci che così si esprime ricordando: tra tutti questi visi ho rivisto tutta la mia vita, ho vissuto accanto a mio marito tutte le ansie, le angosce di quelle persone, di quelle donne, di quei figli che accorrevano per chiamarlo in momenti di grande pericolo. Ricordo, in modo particolare, non perché mi ha colpito di più, ma perché era il momento in cui mi ha colpito , quando dopo pochi giorni dal nostro matrimonio è arrivato a chiamare d’urgenza, per il padre di Franco Gullì, a cui mio marito era particolarmente affezionato e naturalmente sperava di poterlo salvare. Quando è tornato ho capito dal suo viso, dalla sua espressione che aveva avuto la più grande sconfitta ho vissuto le morti di tanti, che ci sono state in tante famiglie, questa però è stata la prima morte alla quale io sono stata testimone. Io , vi ho amati tutti, nei vostri visi e anche nei visi dei vostri figli trovo la traccia di tutti perché siete impressi

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nella mia memoria, piÚ che come compaesani, come parenti. Vi ho voluto bene, vi ho amati e vi voglio bene ora. Dopo questo momento toccante, il Sindaco, chiude la cerimonia nel ringraziamento totale da parte sua e della cittadinanza con l’augurio di ritrovarsi in momenti piÚ allegri e di gioia.

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