Travelista | Summer Edition 2024

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TRAVELISTA

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Fantini Milano Via Solferino, 18 20121 Milano Ph. +39 02 89952201 fantinimilano@fantini.it

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Ph. Santi Caleca A.D. Graph.x Icona Design V. Van Duysen

GRANDE CUVÉE ALMA BRUT
LA NATURA AL CENTRO

L'estate è finalmente arrivata,

portando con sé la voglia di sole, mare e avventure indimenticabili. È proprio questo il momento perfetto per lasciarsi alle spalle la routine e immergersi in esperienze che rigenerano corpo e mente: in questo numero di Travelista vi proponiamo destinazioni esclusive e trend irresistibili, per vivere al meglio la stagione più attesa dell'anno.

Immaginatevi a bordo di una barca a vela nel magnifico arcipelago del Dodecaneso, esplorando isole incantate e baie nascoste. Oppure, regalatevi una pausa di benessere a SHA Wellness Clinic, dove trattamenti innovativi e programmi personalizzati vi restituiranno energia e vitalità.

Scoprite il fascino dei reading party, eventi che combinano la passione per la lettura con l'eleganza di un salotto letterario, e immergetevi in una sessione di private shopping da Saks Fifth Avenue, per un'esperienza di lusso tra le ultime collezioni. Per un soggiorno davvero unico vi portiamo alle Maldive, a dormire sotto le stelle in una Beach Bubble, circondati dalle onde e dalla natura incontaminata. Senza dimenticare di iniziare a pensare ai prossimi viaggi per la stagione invernale.

Buona lettura,

Ico

13

PRIVATE SHOPPING DA

SAKS FIFTH AVENUE

Un'icona di stile dall'essenza newyorkese

23

L'OROLOGERIA SVIZZERA

ALLA PROVA DEL TEMPO

La storia e le esperienze da provare a Ginevra

IL BOOM DEI READING PARTY 31

Da New York ad Amsterdam spopolano nuove iniziative di lettura

37

BHUTAN: IL PAESE PIÙ FELICE AL MONDO

Dalla felicità interna lorda alla costruzione della città del futuro

ALLA SCOPERTA DI TRIESTE

Un viaggio fra storia e tradizione vinicola

WELLBEING

SHA WELLNESS CLINIC 53

Benessere olistico per una vita più sana e più lunga

IN BARCA A VELA NEL DODECANESO 65

Un'esperienza trasformativa dove il mare è più blu

UNA BEACH BUBBLE SULLA SPIAGGIA 74

Fra natura e romanticismo al Finolhu Maldives

79

SINFONIA CARAIBICA

I 10 luoghi più suggestivi del Mar dei Caraibi

LE GOURMAND

IL POMODORO 105

Il protagonista indiscusso delle tavole estive

ARTE & ARCHITETTURA

DANIELE GALLIANO 117

Quando la pittura è contemporanea

NATURA

125

SLOW LIFE

Le 5 Isole del Canale della Manica

133

L’AURORA BOREALE E LE MERAVIGLIE DEL GRANDE NORD

I capolavori più autentici dell’artico per iniziare a pensare all’inverno

SCUOLA

147

I COMPITI DELLE VACANZE

Promuovere l'apprendimento e la creatività lontano dagli schermi

CREDITS

A cura di Ico Inanc ico@ilv.travel

Redattori

Martina Torrini martina@ilv.travel

Elisa Fasola elisa@ilv.travel

Editorialisti

Michele Abate, Micol Fischer, Federico Rui, Daniele Zanoni

Art Director & Graphic Design

Luca Mantovanelli luca@ilv.travel

Advertising & Marketing Director

Giovanni Pisani giovanni@ilv.travel

Digital www.travelista.it

Digital Content Editors

Martina Torrini martina@ilv.travel

Elisa Fasola elisa@ilv.travel

Digital Strategy Director

Giovanni Pisani giovanni@ilv.travel

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LIFESTYLE

PRIVATE SHOPPING DA SAKS FIFTH AVENUE 13

L’OROLOGERIA SVIZZERA ALLA PROVA DEL TEMPO 23

La storia e le esperienze da provare a Ginevra

Un’icona di stile dall’essenza newyorkese 31

IL BOOM DEI READING PARTY 37

Da New York ad Amsterdam spopolano nuove iniziative di lettura

BHUTAN: IL PAESE PIÙ FELICE AL MONDO 45

Dalla felicità interna lorda alla costruzione della città del futuro

ALLA SCOPERTA DI TRIESTE

Un viaggio fra storia e tradizione vinicola

Le sue vetrine, come gioielli scintillanti che illuminano la celebre quinta strada, attraggono appassionati di moda da ogni angolo del mondo. Ma Saks Fifth Avenue è più di un semplice luogo dove fare shopping: è una vera e propria esperienza.

PRIVATE SHOPPING DA SAKS FIFTH AVENUE

Un’icona di stile dall’essenza newyorkese

Nelle vibranti strade di New York, tra marciapiedi affollati e grattacieli che sfidano la gravità, si sente un’energia palpabile: è una metropoli che brulica di vita, di opportunità e di un’incredibile diversità culturale. È una città in continua evoluzione, che mantiene però saldi i suoi pilastri. Come Saks Fifth Avenue, uno dei templi della moda e del lusso nella Grande Mela, un’icona che incarna lo spirito cosmopolita e glamour di New York.

Le sue vetrine, come gioielli scintillanti che illuminano la celebre quinta strada, attraggono appassionati di moda da ogni angolo del mondo. Ma Saks Fifth Avenue è più di un semplice luogo dove fare shopping: è una vera e propria esperienza. Qui, tra le collezioni esclusive dei più grandi designer internazionali e fra i migliori tesori dell’alta gioielleria mondiale, ogni acquisto è un vero e proprio viaggio nella moda.

Testo di: Martina Torrini

E mentre le strade frenetiche di New York si muovono al ritmo incessante della vita metropolitana, da Saks Fifth Avenue il tempo si ferma, invitandovi a perdervi fra i suoi prodotti e servizi esclusivi. Qui il viaggio nello stile diventa un’esperienza indimenticabile, un capitolo prezioso nel racconto della città che non dorme mai.

La storia del brand inizia nel 1867, quando viene inaugurato il primo store a Washington D.C., in uno dei quartieri dello shopping della capitale. Nel 1902 Saks Fifth Avenue fa tappa a New York, prima in Herald Square e poi, nel 1924, sulla quinta strada, in una location magica proprio di fronte al Rockefeller Center: da allora l’espansione di Saks Fifth Avenue è stata inarrestabile, portando alla costruzione di 38 punti vendita in alcune delle maggiori città americane e non solo.

Con la recente ristrutturazione del flagship store di New York, che è stata seguita dal famoso designer e architetto Rem Koolhaas, ogni piano del negozio è ora un’autentica celebrazione di stile e sofisticatezza. Ogni piano mette inoltre in mostra la sua specialità: da quello delle scarpe, dove troverete più di 2.500 modelli realizzati dagli stilisti più in voga, a quello delle borse, dove scovare pezzi unici di brand americani e mondiali, passando per quello dei gioielli, visitabile solo su appuntamento. Un intero piano è dedicato poi al mondo del beauty: qui, oltre a prodotti dei migliori brand internazionali del settore, potrete rilassarvi con un trattamento viso eseguito con prodotti di marchi come Guerlain, Chanel, Dior, La Prairie e La Mer.

Saks Fifth Avenue offre anche una serie di ristoranti esclusivi, e la possibilità di vivere un’esperienza di shopping privata e su misura, sia fuori dagli orari di apertura dello store che attraverso il Fifth Avenue Club. Accedendo a questo servizio potrete entrare in una delle 30 suite private disponibili in altrettanti store del brand, ed essere seguiti da esperti di stile e personal shopper, che vi consiglieranno una serie di total look basati sul vostro gusto, sulle vostre preferenze e sulle vostre richieste. Trascorrerete una giornata all’insegna della moda, potrete stravolgere il vostro guardaroba o scegliere un outfit per un’occasione speciale, sempre coccolati dal savoir faire dello staff di esperti di Saks Fifth Avenue. L’esperienza, inoltre, può essere richiesta anche in italiano, ed è completamente gratuita: non è previsto un costo per l’occupazione della suite e per le consulenze, ma pagherete solo per i vostri acquisti.

La sezione maschile del Fifth Avenue Club a New York.

Fifth Avenue offre anche una serie di ristoranti esclusivi, e la possibilità di vivere un’esperienza di shopping privata e su

Saks
misura.

Se c’è una destinazione che più di tutte può raccontare la storia dell’orologeria e rappresentarla in tutto il mondo, questa è Ginevra. L’industria orologiera si è infatti sviluppata in questa città della Svizzera nel XVI secolo, in un’epoca in cui molti protestanti d’Europa trovavano rifugio qui dalle persecuzioni.

L’OROLOGERIA SVIZZERA ALLA PROVA DEL TEMPO

La storia e le esperienze da provare a Ginevra

Se c’è una destinazione che più di tutte può raccontare la storia dell’orologeria e rappresentarla in tutto il mondo, questa è Ginevra. L’industria orologiera si è infatti sviluppata in questa città della Svizzera nel XVI secolo, in un’epoca in cui molti protestanti d’Europa trovavano rifugio qui dalle persecuzioni, e venivano accolti da Calvino.

Fu proprio il teologo francese che diede una vera e propria spinta alla nascita dell’arte dell’orologeria di lusso: vietò l’uso dei gioielli in questo periodo particolarmente austero, costringendo gli orefici della città a trovare un’alternativa. La soluzione fu quella di puntare sugli orologi, che, da semplici oggetti di uso quotidiano, diventarono vere e proprie creazioni artistiche, decorate con cura e maestria con pietre e materiali rari e preziosi.

Testo di: Martina Torrini

Dal XVI secolo in poi, l’industria orologiera ginevrina ha continuato a svilupparsi e ad affinarsi: nel 1886 fu introdotto un vero e proprio standard d’eccellenza per garantire la qualità, la provenienza e l’affidabilità degli orologi prodotti nella città svizzera.

Dal XVI secolo in poi, l’industria orologiera ginevrina ha continuato a svilupparsi e ad affinarsi: nel 1886, ad esempio, fu introdotto un vero e proprio standard d’eccellenza per garantire la qualità, la provenienza e l’affidabilità degli orologi prodotti nella città svizzera. Si tratta del sigillo di Ginevra, un simbolo che garantisce l’autenticità degli orologi realizzati dai migliori artigiani locali, un riconoscimento che solo pochi riescono a ottenere.

Un orologio che viene premiato con il sigillo di Ginevra non è solo uno strumento per misurare il tempo, ma un’autentica opera d’arte: per ottenerlo, infatti, ciascuno dei suoi componenti dev’essere realizzato con la massima cura dei dettagli. I criteri per conseguire il sigillo di Ginevra riguardano la precisione, la riserva di carica e l’impermeabilità del modello: sono diventati più severi nel 1957 e, a partire dal 2012, il certificato non viene conferito solo al movimento, ma all’intero orologio.

Oggi, durante un viaggio a Ginevra, potrete scoprire da vicino l’eccellenza del settore con una visita al museo Patek Philippe, ripercorrendo la storia dell’orologio nei secoli. Il museo sorge nel quartiere di Plainpalais ed è stato inaugurato nel 2001, mette in mostra le creazioni più celebri e prestigiose della marca e una straordinaria collezione di orologi da polso e strumenti automatici realizzati fra il XVI e il XIX secolo, di origine ginevrina, svizzera, ma anche europea.

Dettaglio del movimento di un orologio.

Ma Patek Philippe non è la sola marca di lusso presente in città: qui potrete trovare boutique e manifatture dei grandi nomi dell’orologeria internazionale, come Rolex e Vacheron Constantin. Non è un caso che questi e molti altri rappresentanti del settore dell’orologeria di lusso abbiano aperto stabilimenti a Ginevra: poter incidere la scritta “Genève” sul proprio quadrante comunica un elevato standard tecnologico e qualitativo, oltre a innovazione, impegno e devozione.

Se invece preferite un contatto più diretto con l’arte dell’orologeria, perché non provare a diventare artigiani per un giorno? Nell’atelier di un mastro orologiaio potrete scoprire i segreti di un savoir-faire dalla storia secolare, che con il tempo si è radicato nel cantone di Ginevra ed è diventato l’emblema della precisione svizzera.

Attraverso insegnamenti pratici e teorici, apprenderete i misteri della meccanica degli orologi e imparerete a smontare e a rimontare alcuni componenti con gli strumenti del mestiere.

Un modello di orologio di Patek Philippe.

È la metropoli più piccola del mondo e la città più internazionale della Svizzera, un rinomato centro finanziario, ma anche ricco di storia e cultura, a pochi passi da importanti località dove la natura alpina si esprime al suo meglio: siamo a Ginevra, sulle sponde del lago Lemano, nel cuore della Svizzera francese.

Gli Stati Uniti influenzano da sempre le nuove tendenze, ma c’è una moda in particolare che vorremmo prendesse sempre più piede anche in Italia. Questa volta non parliamo di tecnologia, abbigliamento o social media, ma dell’intramontabile amore per la lettura.

IL BOOM DEI READING PARTY

Da New York ad Amsterdam spopolano nuove iniziative di lettura

Gli Stati Uniti influenzano da sempre le nuove tendenze, ma c’è una moda in particolare che vorremmo prendesse sempre più piede anche in Italia. Questa volta non parliamo di tecnologia, abbigliamento o social media, ma dell’intramontabile amore per la lettura e di un’iniziativa diversa dai club del libro che già conosciamo.

Tutto ha inizio lo scorso anno a New York, quando Reading Rhythms, nato da un’idea di quattro giovani amici, inizia a organizzare dei veri e propri reading party, eventi in cui gli amanti della lettura si ritrovano e coltivano la loro più grande passione: leggere. Già i primi incontri riscuotono un discreto successo, la voce si diffonde e in pochi mesi l’iniziativa diventa un vero e proprio fenomeno, con tanto di lunghe liste di attesa.

Testo di: Elisa Fasola

Partecipare a una di queste serate è molto semplice: basta portare con sé il libro che si sta leggendo al momento (o se ne può scegliere uno sul posto), mettersi comodi a leggere nel luogo scelto e poi scambiare le proprie idee su ciò che si è letto in un piccolo gruppo.

Il progetto ora si è strutturato e ingrandito: le serate sono divise in momenti di lettura e condivisione in gruppo, spesso accompagnate da musica dal vivo, e sono ospitate in pub accoglienti e bar dalle luci soffuse, ma anche in parchi e zone famose della città come Hudson Yards Backyard o il celebre club FourFiveSix di Williamsburg.

Nella società frenetica e iperconnessa in cui viviamo è sempre più difficile riuscire a ritagliarsi del tempo lontano dagli schermi, prendere in mano un buon libro e, soprattutto, concentrarsi nella lettura. Non è un caso, perciò, che la proposta abbia iniziato a spopolare anche in Europa.

Un nuovo modo di fare mostra.

Una nuova galleria d’arte.

Aperta nel 2020 in via Milazzo 6, la galleria di Camilla Prini propone un nuovo concept: in uno spazio intimo, arredato con eleganza, le opere d'arte dialogano con l'interior design. Come in una casa. La gallerista vuole proporre un nuovo modo di fare mostre, agli antipodi rispetto al concetto ormai superato di “white cube”, armonizzando i quadri nell’ambiente. Il nome anch’esso atipico della galleria deriva dall’idea originaria del progetto di organizzare mostre della durata di una sera nelle dimore private dei collezionisti. Successivamente è nato anche lo spazio permanente, per offrire sempre - e non solo in occasione delle mostre nelle dimore private - la possibilità di interagire con gli artisti e avere una consulenza diretta da Camilla.

Il

Salotto dell’arte nel cuore di Milano

ARTE IN SALOTTO DI CAMILLA PRINI

Arte in Salotto è una galleria di arte contemporanea e un nuovo modo di fare mostra, sia in dimore private, sia nel suo spazio permanente nel cuore di Milano. La galleria, arredata come un vero e proprio salotto e in cui le opere sono ambientate come in una casa, rappresenta artisti italiani ed internazionali accomunati da uno stile figurativo.

Atipica e poliedrica.

Non è solo il carattere intimo e domestico della galleria a caratterizzare in modo unico l’esperienza di mostra e di acquisto: Arte in Salotto è un luogo di condivisione e di scambi culturali, dimora per presentazioni di libri, incontri con artisti, approfondimenti su temi legati al collezionismo ed eventi dedicati a diverse realtà e brand.

“Cosa

mi consigli?”

Arte in Salotto fornisce una consulenza sull’opera da scegliere e, quando richiesto, offre dei consigli relativi alla collocazione delle opere d’arte all’interno delle case.

Arte in Salotto di Camilla Prini via Milazzo 6 - 20121, Milano info@arteinsalotto.com www.arteinsalotto.com +39 3755197217

In Olanda, ad esempio, The Offline Club propone diverse occasioni per passare del tempo di qualità lontani dalla tecnologia: non solo reading party, ma anche cene e weekend interamente offline. Nelle serate organizzate nei bar delle città principali, Amsterdam in primis, si può leggere, ovvio, ma anche lavorare a maglia, disegnare e ascoltare musica dal vivo.

Anche in Italia, soprattutto grazie all’iniziativa di piccole librerie indipendenti, gli incontri di questo tipo si stanno diffondendo da nord a sud: a Bari, ad esempio, è possibile partecipare ai Silent Reading Party, eventi pensati su modello di quelli newyorkesi in luoghi speciali della città, a Roma l’Urban Book Club organizza appuntamenti itineranti che alternano momenti di confronto tra appassionati di lettura e reading di scrittori e scrittrici, a Milano, invece, le book influencer Giulia Buzzoni e Gaia Lapasini hanno ideato il progetto "Viaggiare coi libri" che coinvolge reading party nel capoluogo lombardo e ritiri di lettura per leggere insieme un libro scelto in precedenza.

Che si tratti di una moda passeggera o destinata a rimanere, si fa sempre più evidente, soprattutto nelle giovani generazioni, l’esigenza di vivere nel presente e lontano dagli schermi. A noi questa tendenza piace moltissimo e non vediamo l’ora di cercare le prossime iniziative in zona e passare una serata offline, ancor meglio se in buona compagnia, e riappropriarci del piacere della lettura e del nostro tempo.

Close-up su alcuni libri.

Definito “L’ultimo Shangri-La” grazie ai suoi paesaggi incontaminati e al suo popolo pacifico e armonioso, il Regno del Bhutan è protetto dalle vette più alte del mondo, e aspetta solo di essere esplorato.

BHUTAN: IL PAESE PIÙ FELICE AL MONDO

Dalla felicità interna lorda alla costruzione della città del futuro

Un piccolo Stato arroccato tra le montagne fra l’India e la Cina, chiuso al turismo fino al 1974 e che oggi si apre sempre più al viaggiatore più appassionato, curioso e amante delle esperienze autentiche. Definito “L’ultimo Shangri-La” grazie ai suoi paesaggi incontaminati e al suo popolo pacifico e armonioso, il Regno del Bhutan è protetto dalle vette più alte del mondo, e aspetta solo di essere esplorato.

Una delle tante particolarità di questo territorio è insita nella sua cultura e nel desiderio di mantenere quanto più intatte le sue radici e tradizioni. Ma ciò che più colpisce del Bhutan è che è stato definito il “Paese più felice al mondo”: cercare di migliorare la felicità del singolo è infatti alla base di una vera e propria politica statale, che ha dato vita al concetto di Felicità Interna Lorda (FIL).

Questo indicatore è stato istituito nel 1972, diventando nel tempo una vera e propria filosofia di vita e un elemento fondamentale per la crescita del Regno.

Testo di: Martina Torrini

Il concetto si fonda su quattro pilastri fondamentali - uno sviluppo socio-economico equo e sostenibile, la protezione dell’ambiente, la promozione e conservazione culturale e una buona governance - che hanno un impatto positivo sulla vita della popolazione, e ne aumentano la felicità. Il FIL è quindi un indice di progresso economico e morale che, invece di concentrarsi solo su misure economiche quantitative, calcola il livello di felicità dell’intero Stato, tenendo conto di un insieme di elementi legati alla qualità della vita.

Nel 1972, l’allora re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck sosteneva che la felicità interna lorda fosse più importante del prodotto interno lordo, poiché permetteva la crescita di una società umana armonica, in grado di vivere in sintonia con se stessa e con la natura. Da allora il concetto ha continuato a svilupparsi e ad acquisire un’importanza sempre maggiore, tanto che nel 1998 è stato istituito un centro di ricerca dedicato al FIL, con l’obiettivo di definire un indice, di fissare indicatori che il governo possa seguire nelle sue linee di politica interna e di condividere i risultati con il resto del mondo.

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Ma, al di là del FIL, esiste un’altra ragione per cui i bhutanesi sono considerati il popolo più felice al mondo: seguendo i precetti della cultura buddhista, non temono la morte, ma utilizzano l’idea della fine come stimolo per rendere migliore il presente. La morte diventa così parte integrante della vita, anche perché secondo questa religione morire non è che l’inizio di una nuova esistenza, che si raggiunge attraverso la reincarnazione.

Da tutti questi concetti, oggi, nasce un progetto ambizioso: costruire la città del futuro combinando modernità economica e culturale con sostenibilità e rispetto per le tradizioni del Bhutan. La località si chiamerà Gelephu Mindfulness City e si baserà sulla filosofia della felicità interna lorda, incarnando lo stile di vita buddhista moderno.

Con un’area di oltre 1.000 chilometri quadrati, occuperà il 2,5% dell’intero Paese, e sarà una città ricca di biodiversità, con una serie di ecosistemi interconnessi che formeranno 11 quartieri modellati dal flusso dei 35 fiumi e torrenti che attraversano il sito. Ogni quartiere sarà progettato sulla base dei principi del Mandala, e sarà definito da una serie di linee ripetute e organizzate simmetricamente attorno a uno spazio pubblico centrale.

e tradizioni bhutanesi.

Cultura

Per proteggere lo sviluppo urbano dalle inondazioni durante la stagione dei monsoni, verranno costruite delle risaie lungo i corsi dei fiumi e degli affluenti, che avranno anche la funzione di corridoi di biodiversità, contribuendo alla conservazione della flora e della fauna locali.

I luoghi chiave all’interno della città saranno il nuovo aeroporto, un centro spirituale Vajrayana - dove si potranno seguire le pratiche quotidiane dei monaci e dei maestri della mindfulness - un centro medico in cui si seguiranno i precetti della medicina orientale e di quella occidentale, un’università, una serra idroponica e acquaponica che metterà in mostra le antiche pratiche agricole e la scienza moderna, un centro culturale per illustrare le usanze bhutanesi, un mercato tradizionale, una diga idroelettrica e un tempio. Il piano di Gelephu Mindfulness City è quello di una destinazione urbana a bassa densità per gli affari, la cultura e la spiritualità: il progetto verrà portato avanti con investimenti in energia sostenibile, infrastrutture di connettività fisica e digitale e istruzione, con l’obiettivo di rendere il Bhutan un hub economico per l’Asia meridionale.

Trieste non è solamente famosa per la bora e i luoghi legati alla letteratura, ma è celebre anche per il suo legame con il vino. Il FriuliVenezia Giulia è infatti conosciuto in tutto il mondo per la sua produzione di vini bianchi e rossi soprattutto nelle regioni del Carso e del Collio.

ALLA SCOPERTA DI TRIESTE

Un viaggio fra storia e tradizione vinicola

Trieste, capoluogo del Friuli-Venezia Giulia sferzato dal vento, ha una storia affascinante che ha visto fondersi culture e tradizioni diverse nel corso del tempo. Spesso meta per un weekend o tappa di viaggi verso la Croazia e la Slovenia, racchiude tanti piccoli gioielli da visitare. Primo fra tutti è Piazza Unità d’Italia, la piazza aperta sul mare più grande d’Europa, su cui affacciano alcuni dei palazzi storici più importanti della città. A pochi passi dalla piazza si trova, poi, il Borgo Teresiano, l’elegante quartiere costruito lungo il pittoresco Canal Grande, attraversato dal Ponte Rosso e conosciuto per la statua di James Joyce.

Numerosi sono gli artisti legati a Trieste e ricordati con statue in bronzo sparse per la città: insieme allo scrittore irlandese si possono incontrare Italo Svevo, Umberto Saba e Gabriele D’Annunzio. Oltre a musei, palazzi storici, teatri e degustazioni di caffè, immancabile è la visita al Castello di Miramare, situato a picco sul mare a pochi chilometri dal centro e circondato da un grande parco.

Testo di: Elisa Fasola
Calici di vino bianco del Friuli-Venezia Giulia.
Il Bar del Grand Hotel Duchi d’Aosta, a Trieste.
Una Master Suite del Grand Hotel Duchi d’Aosta.
La statua di James Joyce a Trieste.

Trieste, però, non è solamente famosa per la bora e i luoghi legati alla letteratura, ma è celebre anche per il suo legame con il vino. Il Friuli-Venezia Giulia è infatti conosciuto in tutto il mondo per la sua produzione di vini bianchi e rossi soprattutto nelle regioni del Carso e del Collio e vanta diverse

Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG) e Denominazioni di Origine Controllata (DOC). Ogni cantina è la storia di una passione tramandata per generazioni e di un legame profondo con il territorio e la natura.

Quali aziende nelle zone vitivinicole della regione meritano una visita?

Vodopivec, località Colludrozza, Sgonico

Produce il Vitovska, il vino del Carso, seguendo una lunga tradizione contadina familiare nel rispetto della natura e dei suoi tempi.

Kante, località Prepotto, Duino-Aurisina

Crea prodotti freschi, autentici ed eleganti portando avanti innovazione e sperimentazione nel rispetto della purezza della natura.

L’azienda vinicola Renato Keber, località Zegla, Cormons

Situata su una collina al confine con la Slovenia in un territorio particolarmente adatto alla produzione di Tocai, è la culla del pluripremiato Tocai Friulano.

Zidarich, località Prepotto, Duino-Aurisina

Produce vino autoctono del Carso, conservato in una cantina a più di 20 metri di profondità con temperatura e umidità costanti, e gode di gode di una bellissima vista sul golfo di Trieste.

La tenuta Ritter de Záhony, Aquileia

A metà strada tra le Alpi Carniche e il mare, sorge in un terroir ideale per la coltivazione dell’uva che conferisce ai vini caratteristiche inimitabili.

Bajta Salež, frazione di Sales, Sgonico

Porta avanti alcune delle tradizioni più autentiche del Carso, custodendo i segreti dell’orto, dell’allevamento e della vigna.

Il luogo ideale per partire alla scoperta delle bellezze di Trieste e del territorio è il Grand Hotel Duchi d’Aosta, un boutique hotel 5 stelle situato nella piazza principale, perfetto per chi vuole rendere omaggio alla storia della città e ai sapori della regione.

La struttura costruita nel 1873 conserva uno stile mitteleuropeo inconfondibile e l’elegante facciata, recentemente restaurata e riportata al suo splendore originale, è decorata con lesene corinzie, fregi floreali e una balaustra con le statue di Trieste e Mercurio.

L’hotel ospita al suo interno l’Harry’s Piccolo, ristorante due stelle Michelin, il più informale Harry’s Bistrot e l’iconico Harry’s Bar dove la cultura del vino e l’arte della mixology si incontrano. Le camere e suite, alcune con una vista incantevole su Piazza Unità d’Italia e qualche scorcio sul mare, alternano spazi legati alla tradizione – un omaggio agli stili asburgico e mitteleuropeo – e ambienti spaziosi e moderni.

Il Grand Hotel celebra, inoltre, lo stretto legame che Trieste ha con l’arte ospitando periodicamente nei suoi spazi le opere di artisti locali con l’intento di valorizzare e promuovere la creazione artistica e i talenti del luogo.

Gli esterni del Grand Hotel Duchi d’Aosta a Trieste.

WELLBEING

SHA WELLNESS CLINIC

Benessere olistico per una vita più sana e più lunga

Innovazioni mediche, terapie naturali e un’alimentazione sana per vivere meglio e più a lungo: il metodo di SHA Wellness Clinic, ad Alicante, integra otto discipline olistiche per aiutare gli ospiti a raggiungere i propri obiettivi e a sviluppare il proprio potenziale.

SHA WELLNESS CLINIC

Benessere olistico per una vita più sana e più lunga

Innovazioni mediche, terapie naturali e un’alimentazione sana per vivere meglio e più a lungo: il metodo di SHA Wellness Clinic, ad Alicante, integra otto discipline olistiche per aiutare gli ospiti a raggiungere i propri obiettivi e a sviluppare il proprio potenziale.

Tutto è partito con un’esperienza personale: dopo aver sofferto di problemi di salute per più di 30 anni, Alfredo Bataller Parietti è riuscito a guarire grazie alla medicina olistica e a un’alimentazione sana e terapeutica. Stupito dall’impatto di queste cure e abitudini, ha sentito il bisogno di condividere e diffondere le sue conoscenze. Grazie anche al sostegno della sua famiglia ha dato vita così a un progetto unico, in grado di unire tecniche e terapie di medicina tradizionale e naturale, per aiutare le persone a vivere meglio e più a lungo.

Così è nato SHA Wellness Clinic, con una visione ben definita e una missione ambiziosa: quella di permettere ai suoi ospiti di mantenere una salute ottimale, traendo beneficio dal loro pieno potenziale fisico, mentale e spirituale. L’approccio al tema della salute è olistico: i programmi si basano infatti sulle ultime scoperte della medicina classica e sulle terapie naturali più testate, con un’attenzione particolare a un’alimentazione sana ed equilibrata.

I programmi disponibili a SHA Wellness Clinic sono diversi, presentano vari obiettivi e si rivolgono a necessità differenti: non vi resta che scoprire quale sia quello più adatto a voi.

Dettaglio degli esterni di SHA Wellness Clinic.
Il ristorante SHAmadi.
Una delle Grand Suite di SHA Wellness Clinic.
Gli interni di SHA Wellness Clinic.

Ritardare gli effetti del tempo

Identificando gli indicatori dell’età biologica e i fattori che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita, il programma Healthy Ageing ha il fine di ritardare o ridurre gli effetti dell’invecchiamento, promuovendo uno stile di vita sano per migliorare il benessere generale degli ospiti, combinando terapie naturali alle conoscenze della medicina orientale, una corretta alimentazione e le ultime scoperte della medicina tradizionale. Cercando di invertire lo scarto fra età biologica ed età cronologica, avrete la possibilità di confrontarvi con medici esperti e specialisti di genetica e anti ageing, di dermoestetica, medicina rigenerativa, stimolazione cognitiva, medicina rivitalizzante, salute energetica e molto altro.

Advanced Detox

Liberare l’organismo dalle tossine

Le cattive abitudini e l’inquinamento esterno causano un accumulo di tossine nel fegato e nell’apparato digestivo: grazie a questo programma potrete purificare il vostro organismo attraverso trattamenti medicali e nutrizionali personalizzati, determinando il livello di stress ossidativo dell’organismo e prendendo i giusti provvedimenti per porvi rimedio.

Raccomandato per chi ha cattive abitudini come un eccessivo consumo di caffè, di tabacco, di bevande alcoliche o di medicine, il programma Advanced Detox di SHA Wellness Clinic si pone l’obiettivo di detossinare l’organismo sotto la supervisione di un’équipe di medici e professionisti, attraverso programmi nutrizionali e sanitari personalizzati, ma anche tramite terapie naturali, trattamenti medici e integratori appropriati per rinforzare i naturali meccanismi di purificazione del corpo.

Optimal Weight

Raggiungere il peso ideale

Il programma da seguire per raggiungere il proprio peso ideale in maniera sana, progressiva ed equilibrata, sotto uno stretto controllo di medici e nutrizionisti. Grazie alle abitudini e alle tecniche apprese durante il vostro soggiorno a SHA Wellness Clinic potrete continuare il percorso anche una volta tornati a casa, sia che desideriate perdere peso che abbiate bisogno di prenderne. Tutto il programma verte sulla ricerca del vostro peso ideale, attraverso programmi nutrizionali personalizzati in base alle vostre necessità, consulti e controlli della composizione corporea, esercizio fisico individuale e in gruppo, terapie naturali e trattamenti all’avanguardia.

SHA Wellness Clinic è nato con una visione ben definita e una missione ambiziosa: quella di permettere ai suoi ospiti di mantenere una salute ottimale, traendo beneficio dal loro pieno potenziale fisico, mentale e spirituale.

Rebalance

Imparare a prendersi cura di sé

Ritrovate il vostro equilibrio grazie a un’esperienza di completa disconnessione, durante la quale imparerete a prendervi cura del vostro benessere attraverso trattamenti e abitudini di vita sane. Vivete un’esperienza di completa libertà dalla realtà frenetica di tutti i giorni, prendendovi cura di voi stessi. Il programma è indicato per chi non ha uno specifico obiettivo da raggiungere in termini di salute, ma desidera migliorare il suo stile di vita e il suo benessere, imparando a prendersi cura di sé al meglio, grazie ai consigli di una solida équipe di professionisti.

Leader’s Performance

Far fronte alla pressione del proprio ruolo

Dopo anni di esperienza nell’aiutare i leader a raggiungere i propri obiettivi di salute, il team di esperti di SHA Wellness Clinic ha ideato un programma appositamente studiato per chi occupa alte cariche in diversi settori. In un mondo sempre più competitivo, raggiungere una posizione di leadership in qualsiasi campo richiede infatti numerosi sacrifici. Il programma Leader’s Performance ha l’obiettivo di aiutarvi a mantenere una buona salute di fronte alle tante attività, allo sforzo e allo stress accumulato, migliorando le vostre prestazioni e la produttività attraverso trattamenti di medicina tradizionale e olistica, in un percorso per migliorare il vostro benessere fisico e mentale.

Un laboratorio di analisi di SHA Wellness Clinic.

PRIMA DI COSTRUIRE UN DIVANO, ASCOLTIAMO L’ESPERIENZA, L’ISPIRAZIONE, LE TENDENZE. MA SOPRATTUTTO, ASCOLTIAMO TE.

Progettiamo i divani ascoltando il tuo pensiero, la tua idea di comfort, il tuo bisogno di massimo relax. Così nasce 3D Comfort, l’esclusiva tecnologia di imbottitura di Chateau d’Ax per un’esperienza di benessere mai provata prima.

www.chateau-dax.it

Il metodo SHA non si limita però solo alla Spagna: a gennaio di quest’anno è stata aperta una struttura anche in Messico, in una zona strategica della Riviera Maya, mentre il 2026 sarà l’anno degli Emirati.

Ciascuna location manterrà intatta la propria essenza, rispecchiando la cultura, l’architettura e il gusto locale, ma con un obiettivo comune: quello di aiutare gli ospiti a raggiungere uno stato di salute ottimale partendo da un approccio olistico.

MARE

IN BARCA A VELA NEL DODECANESO

Un'esperienza trasformativa dove il mare è più blu

UNA BEACH BUBBLE SULLA SPIAGGIA 74

Fra natura e romanticismo al Finolhu Maldives

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I 10 luoghi più suggestivi del Mar dei Caraibi SINFONIA CARAIBICA

Non è la Grecia come l’avete sempre immaginata, ma molto di più. Dimenticate le case e le chiesette caratteristiche di Mykonos e Santorini, i locali alla moda e i beach club più esclusivi per tuffarvi (letteralmente) in un’esperienza immersiva nel profondo blu dell’Egeo.

IN BARCA A VELA

NEL DODECANESO

Un’esperienza trasformativa dove il mare è più blu

Non è la Grecia come l’avete sempre immaginata, ma molto di più. Dimenticate le case e le chiesette caratteristiche di Mykonos e Santorini, i locali alla moda e i beach club più esclusivi per tuffarvi (letteralmente) in un’esperienza immersiva nel profondo blu dell’Egeo.

Esplorare le isole del Dodecaneso in barca a vela significa entrare in contatto diretto con il mare, svegliarsi con le prime luci dell’alba che tingono il cielo di un caleidoscopio di rosso e arancione, raggiungere baie sconosciute, vivere la realtà locale e addormentarsi sotto un’incredibile volta di stelle, cullati dal dolce e incessante rollio delle onde. Ma significa anche rinunciare ad alcuni comfort della vita “sulla terraferma” a favore di un’esperienza da provare almeno una volta nella vita: a bordo di una barca a vela, infatti, gli spazi sono ristretti, e l’acqua e l’elettricità vanno usate con parsimonia.

Se questa è una tipologia di viaggio che fa per voi, esplorerete alcuni territori altrimenti difficili da raggiungere, vivrete l’essenza più autentica della Grecia e della vita per mare, e sperimenterete la vera libertà. Partendo da Rodi, l’isola principale dell’arcipelago, salperete per un viaggio alla scoperta di Simi, Chalki e Alimnia, piccole e splendide gemme incastonate fra le onde dell’Egeo.

Rodi

La vostra avventura in barca a vela comincia a Rodi, un’isola profondamente legata alla storia e alla cultura greca, ma a pochi passi dalla Turchia.

Conosciuta per il mito del Colosso, è una località molto amata da viaggiatori provenienti da tutto il mondo, ed è conosciuta per il caratteristico colore azzurro del suo mare. Oltre alle spiagge da sogno (di cui quella di Lindos è la più famosa), però, Rodi custodisce anche importanti testimonianze di un passato lontano e delle diverse civiltà che l’hanno dominata. Achei, Dori, Macedoni, Romani, Genovesi, Cavalieri Ospitalieri, Ottomani e persino Italiani: Rodi è stato un melting pot di culture, e questo si riflette ancora oggi sulla sua architettura e sulle sue tradizioni.

Simi

Dalla costa nord occidentale di Rodi raggiungerete Simi, una piccola isola fuori dai radar turistici, famosa perché, secondo la leggenda, sarebbe il luogo di nascita delle Tre Grazie. Entrando nel porto con la vostra barca a vela non vi sembrerà nemmeno di essere in Grecia: il litorale dell’isola è infatti frastagliato e presenta ripide rocce e scogliere a picco sul mare, che si insinuano dolcemente fra le acque quasi come fiordi. L’immagine da cartolina è completata da eleganti palazzi e case di stampo neoclassico, caratterizzate da colori pastello come il giallo, l’azzurro, il rosa e il verde chiaro. Esplorare Simi per mare è la miglior soluzione per visitare anche spiagge, baie e piccoli isolotti altrimenti inaccessibili.

Challki

Navigando verso sud incontrerete Chalki, in un angolo di Dodecaneso spesso ignorato. La sua forza è la tranquillità: qui, infatti, il tempo scorre lento, secondo un ritmo tutto suo, e l’orologio può essere lasciato sulla barca.

Il mare che lambisce l’isola è di una sfumatura di azzurro abbagliante, mentre il porticciolo, dove si trova l’unico paesino dell’isola, è un trionfo di colori, con le sue casette pastello che si alternano a palazzi dalle tinte forti e variopinte.

Alimnia

Come ultima tappa del vostro viaggio, prima di rientrare al porto di Rodi, raggiungerete Alimnia, una piccola isola disabitata dove potrete vivere il vero e proprio spirito di un’avventura per mare. Circondati solo dall’acqua e dal silenzio, avrete la possibilità di entrare in contatto con la biodiversità unica di questo angolo di Grecia, dove vivono diverse specie rare di pesci. Ammirare le stelle dalla vostra barca a vela in una delle baie dell’isola è un’esperienza davvero memorabile.

Una volta tornati sulla terraferma potrete riprendere la vostra routine, ma con una nuova consapevolezza: quella che disconnettersi dalla frenesia del mondo moderno, dalla vita cittadina e dai ritmi incalzanti del nostro tempo è possibile. E che farlo entrando in contatto con il mare aperto e con una natura ancora incontaminata, in luoghi dove la realtà è più lenta e più semplice, rende l’esperienza ancora più unica.

UNA BEACH SULLA SPIAGGIA

Fra natura e romanticismo al Finolhu Maldives

BUBBLE SPIAGGIA

Alle Maldive tutto è possibile, e tutti i sogni diventano realtà. Anche quello di trascorrere la notte all’interno di una bolla trasparente, dotata di tutti i migliori comfort ma perfettamente immersa e integrata nella natura circostante.

L’arcipelago è da tempo sinonimo di paradiso tropicale, e forse fra le destinazioni più ricercate da chi sogna un soggiorno di puro relax fronte mare, dove non pensare a nulla se non a godersi l’esperienza, coccolati da un servizio personalizzato e di altissimo livello.

I resort che sono stati costruiti sulle isole sono tantissimi: ciascuno ha le sue particolarità, ma tutti sono accomunati da gusto ed eleganza nelle camere e nelle suite, da raffinati ristoranti pied-dans-l’eau e da una vasta offerta di attività fra la terra e il mare. Uno di questi resort ha saputo integrare l’esperienza di soggiorno più tradizionale con la possibilità di entrare in simbiosi con la natura maldiviana più pura.

Testo di: Martina Torrini

Si tratta del Finolhu Maldives, nell’atollo di Baa: è un vero e proprio angolo di paradiso dove il sole splende tutto l’anno, un’autentica gemma incastonata nella Riserva Mondiale della Biosfera dell’UNESCO.

Oltre a 125 ville private, 4 ristoranti, un reef di facile accesso e una serie di attività per vivere al meglio la natura locale, Finolhu Maldives offre una sistemazione davvero particolare: una vera e propria Beach Bubble dove trascorrere una romantica notte lontani da tutto e da tutti.

Dormire sotto le stelle, soli sulla spiaggia, sopra di voi solo l’infinito, l’oscurità della notte e la Via Lattea che squarcia il cielo: è questa l’atmosfera che accompagna l’esperienza offerta dal resort.

Un soggiorno nella Beach Bubble è un modo per vivere la natura in maniera ancora più stretta e particolare, senza però dimenticare i migliori comfort: con una doccia e un bagno privati, una pavimentazione in legno e un letto matrimoniale con lenzuola di alta qualità, la sistemazione ha tutto ciò di cui avrete bisogno per vivere il vostro sogno barefoot luxury.

SINFONIA CARAIBICA

I 10 luoghi più suggestivi del Mar dei Caraibi
Testo di: Martina Torrini

Quante volte avete sognato lunghe spiagge borotalco, acque cristalline e solo il rumore del mare a fare da sottofondo al vostro momento di relax?

Quando la vita è frenetica, una spiaggia caraibica è proprio il luogo verso cui si vorrebbe fuggire.

Le isole che compongono l’arcipelago sono quasi 7.000: ciascuna ha le sue caratteristiche, ma tutte sono accomunate da atmosfere da sogno, e permettono di vivere il mare a 360°, che sia dall’ombra di una palma, a bordo di una barca a vela o sulla spiaggia, sorseggiando un cocktail o leggendo un libro.

Oltre alle località più note, il Mar dei Caraibi cela però alcuni tesori nascosti, alcune località, baie e litorali assolutamente da non perdere durante un soggiorno nell’arcipelago. Scopriamone alcuni.

01 ENGLISHMAN’S BAY

Una splendida distesa di costa, dove il verde lussureggiante della foresta pluviale sembra quasi sfiorare le acque azzurre e turchesi dell’oceano calmo e ricco di vita sottomarina, che offre la condizione perfetta per nuotare e fare snorkeling. Prima di raggiungere Englishman’s Bay, vi consigliamo una sosta al punto panoramico sulla collina, per ammirare un panorama mozzafiato su questo tratto di costa dell’isola di Tobago.

02 BONAIRE NATIONAL MARINE PARK

Bonaire

Un parco marino che si estende su 2.700 ettari di barriera corallina, habitat di oltre 50 varietà di coralli e di oltre 350 specie di pesci. Al Bonaire National Marine Park, sull’omonima isola, flora e fauna proliferano a vista d’occhio, dando vita alla barriera corallina in migliori condizioni di tutti i Caraibi.

03 MORNE TROIS PITONS NATIONAL PARK

Dominica

Una lussureggiante foresta tropicale e scenografiche caratteristiche vulcaniche di grande interesse scientifico costituiscono questo Parco Nazionale, che ruota attorno al Morne Trois Pitons, un vulcano alto 1.342 metri. Con i suoi ripidi pendii, profonde valli, sorgenti termali, tre laghi d’acqua dolce, un “lago bollente”, altri quattro vulcani situati nei quasi 7.000 ettari di parco e la biodiversità più ricca delle Piccole Antille, il Morne Trois Pitons National Park è parte del Patrimonio dell’UNESCO.

04 PRINCESS DIANA BEACH

Un tempo nota come Access Beach o Coco Point Beach, questa spiaggia a forma di mezzaluna situata a Barbuda presenta una sabbia di un bianco che in particolari condizioni dà vita a suggestive sfumature di rosa. Oggi è chiamata in onore della Principessa Diana, che soggiornò spesso sull’isola.

Barbuda

05 ALTOS DE CHAVON

Repubblica Dominicana

Un piccolo scorcio mediterraneo nel bel mezzo del Mar dei Carabi: Altos de Chavón, a breve distanza da Bayahibe e dal litorale più frequentato dai viaggiatori in Repubblica Dominicana, è un villaggio progettato nel 1976 dall’architetto italiano Roberto Coppa, che richiama autentiche atmosfere mediterranee a migliaia di chilometri di distanza. Tutto il villaggio è realizzato in pietra corallina, ma riprende elementi classici dell’architettura italiana, come i classici tetti rossi dei borghi della Toscana o dell’Umbria.

Un viaggio da scartare, un’emozione da vivere.

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06 MUSTIQUE

St. Vincent e Grenadine

La meta ideale per i viaggiatori più facoltosi alla ricerca di privacy e riservatezza fra splendide insenature e acque cristalline, l’isola di Mustique è stata ed è ancora oggi rifugio privilegiato di nobili e reali inglesi, tra cui la regina Margaret e la famiglia Middleton, ma anche di artisti del calibro di David Bowie e Mick Jagger.

07 GUSTAVIA

St. Barths

Capitale dell’isola di St. Barths, Gustavia è un centro ricco di storia, famoso anche per i suoi ristoranti e i negozi alla moda, oltre che per le sue spiagge paradisiache. Rilassatevi su Shell Beach, chiamata così per l’incredibile numero di conchiglie che potrete trovare sul litorale, o dedicatevi allo snorkeling al largo di Corossol e Gouverneur Beach.

08 ISLA DE PROVIDENCIA

Colombia

A poco più di 80 chilometri dalla costa colombiana, nel Mar dei Caraibi, si trova la Isla de Providencia, un luogo che ha mantenuto le sue profonde radici e tradizioni e la sua bellezza incontaminata grazie al suo relativo isolamento. Scoprite uno dei gioielli più preziosi della Colombia e assaporate una cucina ricca di sapori e particolarità.

09 IN BARCA A VELA A SAN BLAS

Il modo migliore per scoprire l’arcipelago di San Blas, fra le acque caribeñe di Panama, è a bordo di una barca a vela, per vivere un’avventura nella natura più autentica e incontaminata. Le isole offrono un vero e proprio paesaggio da cartolina: acque color topazio, spiagge di sabbia bianca finissima e infinite distese di palme da cocco. Panama

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TORTOLA

British Virgin Islands

È la più grande delle British Virgin Islands: qui antiche rovine di insediamenti del passato si alternano a lussuosi resort sul mare e a moderni centri abitati. Sull’isola di Tortola si trovano anche alcune fre le spiagge di sabbia bianca più straordinarie al mondo, che invitano a romantiche passeggiate, al completo relax all’ombra di palme cullate dalla brezza del vento e a un tuffo in un mare dalle mille sfumature di blu.

LE GOURMAND

IL POMODORO 105

Il protagonista indiscusso delle tavole estive

Frutto originario delle Americhe, con la sua freschezza e il suo sapore succoso che delizia il palato ad ogni morso. Il pomodoro presenta una vasta gamma di varietà, ognuna con le proprie caratteristiche distintive.

IL POMODORO

Il protagonista indiscusso delle tavole estive

Frutto originario delle Americhe, con la sua freschezza e il suo sapore succoso che delizia il palato ad ogni morso. Presenta una vasta gamma di varietà, ognuna con le proprie caratteristiche distintive. È un tesoro culinario che offre molte possibilità di utilizzo, ottimo da gustare fresco in insalata o come snack, trasformato in salsa o utilizzato come ingrediente principale di un piatto elaborato, il suo sapore vibrante e la sua versatilità lo rendono un elemento imprescindibile della cucina estiva. Il pomodoro è una bacca nativa della zona dell’America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell’America Settentrionale.

Gli Aztechi lo utilizzavano come parte integrante della loro cucina e affermavano anche che avesse proprietà afrodisiache: questo sarebbe il motivo per cui i francesi originariamente lo definirono pomme d’amour. Si dice, inoltre, che, dopo la sua introduzione in Europa, sir Walter Raleigh avrebbe donato una pianta di pomodoro carica dei suoi frutti alla regina Elisabetta, battezzandola con il nome di apples of love

Laureato in Storia Economica con una tesi sulla Martini & Rossi di Torino nel 1999, l’anno successivo conclude il corso di qualifica professionale per Sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier di Milano e fa un tirocinio in enologia in collaborazione con l’azienda enologica del Canton Ticino Il Portico di Rivera. Nel 2006 diventa assaggiatore di formaggi presso l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio. Collabora alla pubblicazione di svariati volumi di enogastronomia in qualità di editor e crea il canale Wine & food di eBay Italia. Organizza serate di degustazione di vino, formaggi e salumi in alcuni locali milanesi in collaborazione con chef emergenti oltre a tenere corsi di avvicinamento al vino e di valorizzazione olfattiva. Da qualche anno dirige la piattaforma mypersonaltaster.it e da circa un anno conduce anche terreitalia.ch, canale di vendita e promozione dei prodotti enogastronomici italiani in Svizzera.

La data del suo arrivo in Europa è il 1540, quando il condottiero spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria con alcune piantine, la cui coltivazione diffusa si ebbe tuttavia solo nella seconda metà del XVII secolo. In Italia la storia documentata del pomodoro inizia a Pisa il 31 ottobre 1548, quando Cosimo de’ Medici ricevette dalla sua tenuta fiorentina di Torre del Gallo un cesto dei pomodori nati da semi regalati alla moglie, Eleonora di Toledo, dal padre, Viceré del Regno di Napoli. Appare verosimile, però, che la prima regione italiana a conoscere la nuova pianta fu la Sicilia, per la diretta influenza della Spagna sull’isola; sembra infatti che da lì provengano le ricette più antiche a base di pomodoro.

Dopo la metà dell’Ottocento si sviluppa l’industria del pomodoro, creatura tipicamente italiana, la cui culla sarebbe stata Parma, dove nelle campagne i contadini producevano pani di polpa essiccata al sole, chiamati “pani neri”.

Da oltre venticinque anni curiamo la produzione in Cina di articoli in porcellana dura feldspatica per l’industria del ca è. Disegnate in Italia per le maggiori aziende internazionali, le nostre tazzine garantiscono un elevato livello qualitativo. Stile, creatività, a idabilità e durata sono i tratti che contraddistinguono i nostri prodotti; precisione, accuratezza, personalizzazione e versatilità sono le caratteristiche che rendono unica la nostra consulenza, per grandi e piccole realtà. Per questo dal 1992 siamo il partner di grandi marchi e realtà specialty: perché conosciamo il valore sprigionato dall’incontro dell’aroma con la perfezione della porcellana. Nascosto in un gesto semplice, prezioso perché quotidiano.  Club House: designed in Italy, made in China.

So Touch collection

Avrebbe imposto la svolta un docente all’Istituto tecnico di Parma, il professor Rognoni, che avrebbe sperimentato la coltura, nei propri poderi, dal 1865, e sarebbe stato protagonista della diffusione dei primi processi razionali, presto adottati da numerosi laboratori artigianali. Ma nel 1875 fu l’astigiano Francesco Cirio che creò a Torino la prima industria conserviera italiana propriamente detta. Tante sono le varietà di pomodoro che si sono sviluppate dalla sua comparsa sul suolo europeo e molti sono stati gli interventi umani per creare varietà che rispondessero alle esigenze dei coltivatori e dei consumatori. Grazie al lavoro degli esperti agronomi e dei ricercatori, sono state sviluppate varietà di pomodoro che hanno rivoluzionato il settore agricolo e culinario.

Tra i più popolari è il pomodoro ciliegino o Pachino, varietà particolarmente apprezzata e diffusa, soprattutto in Italia, per il suo gusto dolce e la sua consistenza succosa. La sua storia affonda le radici nella provincia di Siracusa, in Sicilia, dove è nato nella zona di Pachino, da cui prende il nome. La nascita di questa varietà risale agli anni ‘80, quando gli agricoltori locali iniziarono a selezionare e ibridare le migliori piante di pomodoro presenti nella regione, cercando di ottenere un frutto con caratteristiche uniche e adatte alle condizioni climatiche del luogo.

Il risultato è stato il pomodoro Pachino, caratterizzato dalla sua forma rotonda, dalla polpa succosa e dalla dolcezza naturale. Questa varietà ha rapidamente conquistato l’attenzione del mercato internazionale per le sue eccellenti qualità organolettiche e la sua versatilità in cucina.

Una pizza con pomodori Pachino.

Altre varietà molto popolari sono il pomodoro cuore di bue, dalla polpa carnosa e dal sapore dolce, ideale per insalate e bruschette, il San Marzano, dal gusto intenso e dalla forma allungata, perfetto per la preparazione di salse e sughi. Il pomodoro Merinda è una varietà apprezzata per il suo gusto dolce e la sua consistenza succosa. Il Camone è una varietà pregiata, originaria della Sardegna, caratterizzata da una forma irregolare e da un colore rosso intenso, e conosciuta per il suo gusto dolce e aromatico.

Esistono anche varietà preziose di pomodori antichi e rari che rappresentano un patrimonio culinario e agricolo unico. Questi pomodori, spesso coltivati da generazioni in piccole comunità o regioni specifiche, sono caratterizzati da caratteristiche uniche che li distinguono dalle varietà più comuni.

Tra i pomodori antichi e rari vi sono varietà dalle forme e colori stravaganti, come il pomodoro nero di Crimea o il pomodoro arancione di Osu. Questi pomodori non solo sono esteticamente affascinanti, ma offrono anche una gamma di sapori complessi e sorprendenti, che spaziano dal dolce al piccante.

Ma le varietà non sono l’unico aspetto interessante del pomodoro estivo. Le sue molteplici possibilità di utilizzo lo rendono un ingrediente versatile in cucina. È la base di molte ricette tradizionali, ma può essere impiegato anche in piatti più creativi.

È anche un’ottima fonte di vitamine, come la vitamina C, A e la vitamina K, nonché di licopene, un potente antiossidante che può contribuire alla prevenzione di alcune malattie. Inoltre, il pomodoro è ricco di acqua e povero di calorie, rendendolo un alimento ideale per mantenere l’idratazione durante i mesi caldi.

Un piatto a base di pomodori.

ARTE & ARCHITETTURA

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DANIELE GALLIANO

Quando la pittura è contemporanea

Nel vasto panorama dell’arte contemporanea, Daniele Galliano si è guadagnato sin da subito un posto di primo piano nella scena pittorica italiana e internazionale.

DANIELE GALLIANO

Quando la pittura è contemporanea

Nel vasto panorama dell’arte contemporanea, Daniele Galliano si è guadagnato sin da subito un posto di primo piano nella scena pittorica italiana e internazionale. Dopo gli esordi nell’ambiente torinese dei primi anni Novanta, espone alla Galleria di Annina Nosei a New York (1996 e 1997), alla Galleria d’Arte Moderna di Roma (1996), alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1997, 1999 e 2004), alla Gam di Torino (1999, 2001 e 2006), a Palazzo Reale di Milano (2007), al Mart di Trento (2013), alle Biennali di Venezia (2009), de L’Havana (2006) e di Kerala in India (2016). Attraverso una carriera ricca di sperimentazioni e riflessioni, Galliano ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte, esplorando temi che spaziano dalla natura alla spiritualità, dalla storia alla cultura contemporanea.

Nel suo realismo fotografico interagiscono contemporaneamente figurazione e astrazione, fusi in una gestualità che dimostra un profondo legame e rispetto per le tecniche tradizionali. Per Galliano, la tradizione artistica non è un peso del passato da cui distinguersi, quanto piuttosto un punto di partenza per l’innovazione.

Nato a Milano nel 1975, inizia a lavorare nel campo dell’arte dal 1997, prima come assistente di galleria, poi in una casa editrice specializzata e infine all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2002 fonda la Galleria Pittura Italiana, ponendo particolare attenzione alla promozione di giovani artisti. Nel 2010 nasce Federico Rui Arte Contemporanea, con la quale partecipa alle più importanti fiere del settore e collabora con le principali case d’asta italiane. Ha organizzato e partecipato a mostre a Londra, Bruxelles, Roma, Genova, Venezia, Cape Town, pubblicando diverse monografie di artisti per Skira e Allemandi. Federico Rui è attualmente nel comitato scientifico di Grand Art – Modern & Contemporary Art Fair e membro dell’Angamc (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea).

“La Grigliata” di Daniele Galliano.
Una sala di un’esposizione dedicata a Daniele Galliano.
Opere di Daniele Galliano.
“Old Stories for Young Asses” di Daniele Galliano.

Il suo linguaggio trae origine sia dall’impressionismo, per lo studio della luce e la frammentazione, sia dall’espressionismo (in particolare del gruppo Les Fauves), per la rappresentazione della realtà filtrata dal proprio stato d’animo diviso da un sentimento di gioia e inquietudine, sia dalle esperienze dei Macchiaioli, per quella capacità di riconoscere una figura in una macchia di colore.

Il risultato finale a cui giunge è una sensazione di rapidità che l’artista percepisce nell’esistenza umana. La sovrapposizione di più strati e le pennellate istintive che vibrano sulle tele appaiono come i gesti ritmati di un direttore d’orchestra. La pittura densa e sfocata emerge sempre da uno sfondo, da cui l’artista inizia a dipingere per poi espandersi attraverso varie gradazioni cromatiche, invadendo lo spazio della tela, con una tensione che giunge quasi all’esterno dei suoi margini fisici.

La prima volta che ho visto i lavori di Daniele Galliano era il 1994. Lui, a soli trentatré anni, era uno dei più promettenti artisti, uno di quei pochi che credeva fermamente nella pittura, figurativa, in opposizione alle tendenze del momento. Timidamente chiesi al gallerista i prezzi e con altrettanta cortesia mi venne riposto che tutte le opere in mostra erano già state vendute.

Seguii il suo percorso artistico, anno dopo anno, i suoi successi e le sue sperimentazioni, rammaricandomi di non essere riuscito ad avere una sua opera. Comprai uno dei suoi primi cataloghi, edito da Castelvecchi nel 1997 con i testi di Luca Beatrice e Cristiana Perrella, che riassumeva i primi cinque/sei anni del suo lavoro. Rimase sulla mia scrivania per anni, e mi accompagnò nei miei numerosi traslochi.

Già in quel periodo si notava come tutto quello che circondasse la vita di Daniele Galliano era fonte di ispirazione: la città, i party, le folle, le case di ringhiera, le donne. Curioso, a tratti bulimico o forse semplicemente eclettico, ogni istante quotidiano diventava soggetto dei suoi quadri.

Quasi come in un social network ante litteram, sulla tela finivano amici, conoscenti, gente di passaggio, tramonti, pioggia, aperitivi, feste in discoteca. Un diario di immagini in continua evoluzione con uno stile che se da un lato richiama la fotografia, dall’altro è un’esaltazione della pittura nella sua crudezza, nella sua drammaticità e nella sua sintesi. Così come un musicista (quale Galliano è) sembra che il pennello sia il suo strumento, che lo trasporta in una dimensione armonica e di improvvisazione apparentemente imperfetta, ma proprio per questo reale.

Spesso la protagonista è la folla, non concepita come massa uniforme, ma come individui che scelgono di condividere esperienze collettive e rituali contemporanei. La ripetizione ossessiva di moduli formali lo portano quasi all’astrazione, in cui la fisicità di un luogo o di una collettività sconfina nell’idealizzazione degli stessi.

Nella produzione recente Galliano si sofferma molto sul paesaggio che diventa una nuova dimensione fisica e spirituale con cui confrontarsi, luoghi che lo portano a scoprire un senso di serenità e di illusione.

Si creano inoltre differenti percezioni visive dello spazio: da vicino l’opera appare astratta, ma da lontano si manifesta nella sua realtà. Le sue opere spesso evocano un senso di mistero invitando lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza e sul rapporto con l’universo. Daniele Galliano si presenta come un artista che abbraccia la tradizione senza esserne prigioniero, che sfida i confini dell’arte contemporanea con audacia e sensibilità. Attraverso il suo lavoro, ci invita a esplorare le profondità dell’animo umano e a riscoprire la bellezza e la complessità del mondo che ci circonda.

In un’epoca caratterizzata dalla frenesia e dalla superficialità, le opere di Galliano ci ricordano l’importanza di fermarsi, riflettere e contemplare il mistero della vita.

NATURA

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SLOW LIFE

Le 5 Isole del Canale della Manica

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L’AURORA BOREALE E LE MERAVIGLIE DEL GRANDE NORD

I capolavori più autentici dell’artico per iniziare a pensare all’inverno

Di fronte alla Normandia e a 150 chilometri dalla costa inglese, le Isole del Canale della Manica sono territori magici ma ancora poco esplorati, oltre che la via d’accesso per una Gran Bretagna più soleggiata.

SLOW LIFE

Le 5 Isole del Canale della Manica

Di fronte alla Normandia e a 150 chilometri dalla costa inglese, le Isole del Canale della Manica sono territori magici ma ancora poco esplorati, oltre che la via d’accesso per una Gran Bretagna più soleggiata, caratterizzata da spiagge sabbiose, da una storia unica e da una cultura influenzata da quella francese.

Nonostante la loro vicinanza al Regno Unito e alla Francia, le isole sono dipendenti dalla Corona ma indipendenti a livello di governo. Anche se qui si usa la sterlina.

Ciascuno di questi territori ha il suo charme particolare, ma tutti sono accomunati da paesaggi naturali incontaminati e da atmosfere fiabesche, fra alte scogliere a picco sul mare e casette variopinte, villaggi pittoreschi e acque cristalline, colline verdeggianti e lunghe spiagge di sabbia bianca.

Testo di: Martina Torrini

Le due isole principali sono quelle di Jersey e Guernsey.

La prima è la più grande dell’arcipelago, ed è conosciuta per la sua vicinanza culturale con la Francia, per i suoi mercati vittoriani e per le boutique di St. Helier, la capitale, in netto contrasto con il territorio bucolico che le fa da sfondo. A Guernsey, invece, potrete visitare St. Peter Port e partire all’avventura esplorando castelli e costruzioni del Neolitico, oltre che scoprire tutte le sue baie, protette dall’abbraccio di imponenti rocce a picco sul mare.

Alderney è la terza isola, una terra selvaggia dove vivono solo 2.400 persone secondo ritmi lenti, quasi fuori dal tempo rispetto alla velocità con cui si muove il resto del mondo. A Sark la natura è protagonista e non esistono le automobili: sull’isola possono transitare solo trattori agricoli, e, grazie a un’illuminazione pubblica ridotta al minimo, potrete meravigliarvi di fronte a uno splendido cielo stellato. Anche a Herm, la più piccola delle Isole del Canale della Manica, non possono circolare le automobili: con una superficie di soli due chilometri quadrati, è un angolo di paradiso per le famiglie in cerca di una villeggiatura tranquilla, lontana dalla frenesia delle grandi città.

Le due isole maggiori offrono una serie di sistemazioni adatte a qualsiasi tipologia di viaggiatore: a Jersey sono più diffuse le grandi strutture affacciate sul mare, mentre a Guernsey vanno per la maggiore i boutique hotel con poche camere.

Per quanto riguarda la gastronomia, in passato le isole esportavano molti dei propri prodotti, come le patate e i pomodori, il latte, la panna e il burro, verso la Gran Bretagna. Oggi, invece, non rimane molto da esportare: la ristorazione, infatti, è un settore in crescita sulle Isole del Canale della Manica. Andare a mangiare fuori è uno dei principali hobby dei locals, ma anche dei viaggiatori che visitano i territori e li apprezzano non solo per la loro natura e tranquillità, ma anche per la loro cucina. Dai ristoranti più eleganti di Guernesey ai chioschi sulla spiaggia di Jersey, non sorprende che il pesce sia il protagonista di tutti i menù delle isole. Branzino, merluzzo, capesante e granchio, tutti pescati localmente, sono gli ingredienti principali della cucina delle isole, più simile a quella mediterranea che a quella britannica.

Insomma, c’è tanto da scoprire in queste piccole isole disseminate nel Canale della Manica: se cercate un soggiorno dai ritmi lenti e rilassati, un luogo per assaporare uno stile di vita autentico e per staccare la spina dalla vita nelle città, perché non andarle a conoscere di persona?

Il Castello di Mont Orgueil, a Jersey.

C’è tanto da scoprire in queste piccole isole disseminate nel Canale della Manica: se cercate un soggiorno dai ritmi lenti e rilassati, un luogo per assaporare uno stile di vita autentico e per staccare la spina dalla vita nelle città, perché non andarle a conoscere di persona?

Non è ancora troppo presto per pensare all’inverno! La Norvegia settentrionale è oggigiorno molto più vicina di quanto possa sembrare: con circa 20 voli invernali diretti a Tromsø, la città più grande del nord Norvegia dista poco meno di 4 ore di aereo.

Testo di: Daniele

L’AURORA BOREALE

E LE MERAVIGLIE DEL GRANDE NORD

I capolavori più autentici dell’artico per iniziare a pensare all’inverno

Non è ancora troppo presto per pensare all’inverno!

La Norvegia settentrionale è oggigiorno molto più vicina di quanto possa sembrare: con circa 20 voli invernali diretti a Tromsø, la città più grande del nord Norvegia dista poco meno di 4 ore di aereo.

Chi amasse l’inverno potrà usufruire di una combinazione di fattori difficile da trovare altrove: coltri di neve immacolata, colori dalle incredibili sfumature, aurore boreali, aria rinvigorente, stile di vita “slow travel”, risorse gastronomiche locali, escursioni in slitte trainate dagli husky, escursioni con motoslitte, cultura Sami. È assolutamente impossibile mancare una visita.

Daniele è nato a Imola nel 1970, ha studiato informatica a Bologna e biologia marina a Tromsø (Norvegia), e ha iniziato la carriera come informatico in Italia all’inizio degli anni 90. Dall’anno 2000 ha iniziato a dedicarsi al turismo come guida e poi come promotore e ideatore di nuove soluzioni di viaggio nel nord della Norvegia, specializzandosi in prodotti di nicchia e slow travel, storytelling e marketing. Le sue grandi passioni sono i viaggi trasformazionali, la lettura, la subacquea, la cucina e la pallavolo, nonché l’immersione totale nella natura selvaggia e intonsa dell’artico.

Tromsø è a sua volta collegata egregiamente con altre località nordiche tramite piccoli aerei regionali, catamarani ad alta velocità, navi e traghetti, rendendo gli spostamenti veloci ed efficaci. È altresì possibile noleggiare un’auto e spostarsi in libertà e tranquillità vista l’efficienza delle autorità locali a ripulire le strade in caso di nevicate. Le altre destinazioni limitrofe sono Alta, Kirkenes, l’isola di Senja, gli arcipelaghi Vesterålen e Lofoten, Narvik e Bodø. Cosa fare e cosa aspettarsi? Lasciando sempre qualche piccola e piacevole sorpresa inaspettata, lasciatevi trasportare.

La principale ragione che spinge la maggior parte dei viaggiatori all’estremo nord è indubbiamente l’aurora boreale, fenomeno alquanto complesso e poderoso, ma spiegabile senza troppi termini stravaganti. La terra, una calamita gigante con uno dei due poli magnetici localizzato non molto lontano dal polo nord, ha le proprie linee magnetiche che intersecano, in entrata e in uscita, la superficie terrestre nei pressi del due poli dove si origina l’aurora boreale.

Queste linee sono complici nel convogliare e deflettere il cosiddetto vento solare costituito da elettroni che, al raggiungimento dell’atmosfera terrestre, urta i gas lì presenti rilasciando energia sotto forma di luce da 70 fino ai 400 km di altitudine con colori che spaziano dal classico verde-verdastro, al rosso, al giallastro, al porpora fino a blu. L’energia coinvolta, se si potesse accumulare per circa 25 minuti, fornirebbe elettricità per un anno alle regioni nordiche.

La cattedrale di Alta e l’aurora boreale.
La natura e la fauna di Tromsø.

L’aurora boreale è molto più tenue della luce solare per cui è osservabile solo da circa fine agosto a circa inizio aprile, dipendentemente dalla latitudine. Il resto dall’anno è permeato dalla luce o dal sole di mezzanotte.

Facciamo a priori tesoro di un proverbio norvegese che afferma che non esiste il cattivo tempo, ma solo vestiti inadatti («Det finnes ikke dårlig vær, bare dårlig klær!»), che a sua volta implica la grande volontà dei norvegesi a uscire di casa indipendentemente dal meteo che a queste latitudini varia inesorabilmente e imprevedibilmente. Un’escursione in natura con le slitte trainate dagli husky, per osservare l’aurora, o in motoslitta avrà diversi pregi a seconda che nevichi, che sia sereno oppure nuvoloso, ingredienti questi fondamentali per prepararsi a un’avventura che lascerà una traccia indelebile nella nostra anima.

A seconda della latitudine e dalla distanza dal mare a cui ci si trova, si può azzardare una data a partire dalla quale inizierà a esserci quasi sempre la neve: per esempio, a Tromsø, nei pressi dell’oceano, questo periodo è a intorno al 15 novembre, mentre a Karasjok, lontano dall’oceano, parliamo del 15 ottobre e a volte anche prima.

Dopo aver selezionato la località per l’osservazione dell’aurora boreale, vediamo cos’altro si può fare.

I Sami

Circa 7.500 anni fa, dopo il totale scioglimento dei ghiacci dell’ultima glaciazione, un popolo migrante dal distante oriente si stabilì nel nord in una zona che oggi copre il nord della Norvegia, il nord della Svezia, il nord della Finlandia e una piccola parte nel nord-ovest della Russia.

Qui iniziarono una vita nomade con gli inverni passati nell’entroterra e le estati nelle vicinanze del mare. La principale fonte di sostentamento era la renna e in parte minore la pesca. I Sami sono un popolo con una connessione alla natura molto forte e completamente diversa da altre: esiste nella loro cultura un estremo rispetto per ogni essere vivente e per le risorse di cui dispongono. Ad esempio, la renna viene utilizzata in ogni sua parte per produrre pietanze, vestiti, utensili.

In mezzo alla neve con amici a quattro zampe

Per addentrarsi nella taiga silenziosamente, si può ricorrere alle slitte trainate dagli husky. Questi simpatici cani sono praticamente nati per correre, e non vedono l’ora di mostrarvi le valli innevate cosparse di boschi di conifere. Noi, d’altra parte, dovremo aiutare i cani di quando in quando in caso di salite, e quindi dovremo avere una forma fisica adeguata.

Queste escursioni possono essere introduttive, ovvero di circa un’ora, oppure si possono usare le slitte durante 3-5 giorni per viaggiare nell’artico.

Le motoslitte

Questa è forse una delle attività più speciali che si possono eseguire, perché con la motoslitta possiamo addentrarci laddove non si riesce ad arrivare altrimenti. Per guidare questi veicoli basta essere in possesso della patente di guida tipo B. Una volta raggiunta la meta e spegnendo le moto, sarete avvolti dal completo silenzio e potrete godervi la pace e i colori come non mai.

Questa attività si può effettuare anche di notte per osservare le aurore boreali.

Tromsø

Anche detta “La Parigi del Nord”, “Il portale per l’artico” e “Il formaggio svizzero”, è sicuramente una meta facilissima da raggiungere da tutta Europa; in aggiunta è una città che vanta 15 anni di esperienza in turismo invernale.

Qui si può soggiornare per 4-5 giorni e tutto è raggiungibile dal centro: escursione con slitte trainata dagli husky, esperienza alla fattoria Sami con le renne, escursione in motoslitta, safari di avvistamento cetacei giornaliero e con pernottamento, ciaspolate di vario livello, musei con vari temi, bar di ghiaccio, mini crociere nei fiordi adiacenti e altro. Inoltre, Tromsø ha una variegata gamma di ristoranti e locali notturni per tutti i gusti possibili.

Anche denominata “Nordlysby”, ovvero la città dell’aurora boreale, è un po’ meno famosa della cugina Tromsø; ciò nonostante, è una perla del nord e offre praticamente lo stesso portafoglio di attività. La cittadina non è molto grande, ma ha concentrato il buon vino nella botte piccola.

Alta si raggiunge comodamente in inverno con un solo scalo a Francoforte ogni giovedì e domenica partendo da Milano Malpensa e Linate, da Verona, da Venezia, da Bologna e da Roma Fiumicino. Qui si possono eseguire anche escursioni sulle slitte trainate dagli husky per 3 o 5 giorni di fila, rimanendo lontano da tutto e tutti.

Isole Vesterålen e Isole Lofoten

Queste zone sono più conosciute in estate e sono sottovalutate il resto dell’anno. Le prime isole sono dotate di un profilo montagnoso ondulato e vario, mentre le seconde sono caratterizzate dalle vette appuntite e più compatte.

In questi arcipelaghi esistono tesori nascosti soprattutto a livello di alloggi e gastronomia.

Alta

Al momento non esistono strutture che offrono escursioni con husky, motoslitte o renne, ma si riesce a collegare Tromsø oppure Bodø facilmente per fare il resto.

Le isole Vesterålen hanno però un connotato che pochi altri luoghi hanno, ossia sono davvero vicine al bordo della piattaforma continentale dove vivono i capodogli, e sono quindi in grado di fornire un safari di osservazione cetacei tutto l’anno.

Bodø

Capitale europea della cultura nel 2024, offre un portafoglio di attività simile a quello di Tromsø con l’aggiunta dell’escursione a Saltstraumen, la corrente dovuta alle maree più forte del mondo: qui si viene a contatto direttamente cogli elementi della natura in maniera decisamente diversa.

Il museo dell’aviazione attira costantemente appassionati e merita senz’ombra di dubbio una visita. Al lato del museo è installato un simulatore di volo per i più intraprendenti.

L’isola di Senja

È soprannominata la Norvegia in miniatura, perché offre, in un’area alquanto ristretta, un po’ di tutto quello che offre la Norvegia intera: fiordi spettacolari sovrastati da montagne imponenti, la pesca, le aurore boreali, il sole di mezzanotte e tanto altro.

Senja si raggiunge comodamente in auto o in catamarano veloce da Tromsø oppure con Hurtigruten/Havila, i battelli postali norvegesi.

Kirkenes

Nell’estremo nord-est della Norvegia, ha uno dei pochi hotel del paese costruito interamente in neve e aperto tutto l’anno, anche in estate. All’interno sono presenti sculture di ghiaccio, un bar di ghiaccio e tutte le camere con letto di ghiaccio.

La temperatura interna è pressocché sempre 5 gradi sottozero, fornendo le condizioni ideali per un sonno ottimale e salutare. Tutte le famiglie norvegesi lasciano i loro bimbi piccoli, ben coperti, a fare sonnellini di 60-90 minuti all’esterno ogni giorno, soprattutto durante l’inverno.

Oltre a questa bizzarra esperienza, troverete anche esperienze con il granchio reale (il diametro con le zampe può raggiungere anche il metro): lo vedrete prima in acqua e poi potrete degustarlo. Va da sé che anche qui si possono effettuare escursioni con slitte/husky, motoslitte e per osservare le aurore boreali.

Lo

spettacolare fenomeno dell’aurora boreale.
Uno scorcio delle Isole Lofoten.
Cala la sera sul nord Europa.
Gli splendidi paesaggi delle Isole Versterålen.

Il nord è magnifico ed esprime un potenziale tutto suo durante l’inverno, lasciandovi spesso a bocca aperta. I norvegesi sono un popolo molto ordinato e affabile e basta poco per entrare in contatto con i residenti, cosa facilitata se lo fate in natura oppure davanti a una birra gelata.

Ora non vi resta che preparare i vostri abiti invernali e scegliere la destinazione che fa per voi.

Buon viaggio!

SCUOLA

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I COMPITI DELLE VACANZE

Promuovere l’apprendimento e la creatività lontano dagli schermi

Viviamo in un’era digitale in cui i dispositivi elettronici sono attori principali nelle vite di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, condizionando radicalmente la loro crescita e la loro educazione.

Testo di: Micol Fischer

I COMPITI DELLE VACANZE

Promuovere l’apprendimento e la creatività lontano dagli schermi

Viviamo in un’era digitale in cui i dispositivi elettronici sono attori principali nelle vite di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, condizionando radicalmente la loro crescita e la loro educazione.

Non ci sono dubbi che questi offrano risorse preziose, ma il loro uso non regolamentato ha portato già, e porterà sempre di più in futuro, a problemi significativi quali la diminuzione dell’attenzione e lo scarso tempo dedicato alle attività fisiche e sociali. Per far da contrasto a tutto questo, i compiti delle vacanze estive possono essere una soluzione positiva ed efficace.

Da sempre criticati da studenti e anche da genitori, oggi riprendono importanza diventando un fondamentale mezzo per distogliere bambini e ragazzi dagli schermi, riportandoli sulla strada della concretezza con attività didattiche di diverso genere. Saranno la lettura, i disegni, gli esercizi di matematica e scienze, a salvarli dalla passività restituendo loro competenze linguistiche, cognitive e creative come valida alternativa agli schermi digitali.

Nata a Milano nel 1974, formazione scolastica bilingue con Maturità estera, prosegue gli studi all’Università degli Studi di Milano dove consegue la Laurea in Scienze Politiche indirizzo Politico-Sociale (V.O). Corso di formazione post Laurea presso A.R.P Milano: “Tutor DSA: dalle difficoltà alle risorse nell’apprendimento”. Svolge attività continuativa nell’ambito dell’educazione specialmente come gestione tutoring in ambiti multiculturali e bilingue, tutor qualificato DSA. Docente presso A.R.P Milano: “Il Tutor per l’Apprendimento, strumenti, strategie e competenze”.

Gli smartphone e i tablet sono ormai i migliori amici, onnipresenti nelle vite dei più piccoli e fedeli “compagni” durante la crescita. L’uso dei dispositivi elettronici è oggi forse più che mai argomento centrale nella discussione sull’educazione e sullo sviluppo dei giovanissimi in questa nostra era digitale. Premesso che sono strumenti utili, anzi utilissimi, per l’educazione in senso ampio, dando l’opportunità di avere accesso a enormi risorse didattiche che possono raggiungere anche le zone più remote del Pianeta, restano comunque oggetti “pericolosi” se non usati con controllo e moderazione.

L’uso improprio e non regolamentato da parte dei giovanissimi porta a innumerevoli problemi, primo fra cui la diminuzione dell’attenzione. Con “attenzione” si intende anche il tempo dedicato ad altre attività fondamentali nelle vite di bambini/e e ragazzi/e, come stare all’aria aperta, fare attività sportiva e sociale. Il device gratifica il bambino e la bambina, il ragazzo e la ragazza come lo fa con gli adulti in generale. Il meccanismo è abbastanza similare: la gratificazione che lo strumento dà, dal gioco alle app alla visione compulsiva di video, crea una condizione di dipendenza, una comfort zone, limitando poi esperienze di qualsivoglia natura dal gioco in compagnia allo sport alla lettura e alle interazioni sociali con il gruppo dei pari. Va quindi trovato un equilibrio nell’uso degli strumenti digitali che promuova anche attività alternative specialmente per i più giovani.

Entrano in gioco i compiti delle vacanze estive, spesso criticati non solo dagli alunni stessi, ma anche da genitori stanchi di doversene occupare. Oggi possono invece rappresentare la salvezza da device, i compiti come strumento utile e necessario per distogliere i bambini dalla loro dipendenza dalla loro esistenza digitale, riportandoli al reale. Potranno trarre enorme beneficio sia i piccoli che i grandi da queste attività cartacee. Come è sempre stato ci si dovrà attrezzare di astucci completi di colori e strumenti: dalle forbici alla colla, dal compasso al righello per poter svolgere quanto richiesto. Che vengano assegnati i classici libri comprensivi delle varie attività presenti alla Scuola Primaria oppure libri di lettura più complessi per la Secondaria di Primo Grado o la preparazione di lavori di recupero per debiti acquisiti alla Secondaria di Secondo Grado, tutto ha come finalità oltre all’apprendimento tradizionale anche quello di togliere propriamente del tempo all’uso del telefono o del tablet.

Assegnando libri adeguati all’età e di argomenti di interesse si stimolerà la lettura migliorando le competenze linguistiche e cognitive, offrendo una valida alternativa allo schermo. Il bambino e la bambina saranno in grado di allenare la concentrazione e stimolare l’immaginazione troppo spesso ormai dimenticate dall’uso eccessivo e passivo dello strumento elettronico. Avere il compito assegnato dalla Scuola aiuta infinitamente in questa fase, perché diventa un’attività che è per tutti uguale e non a distinzione delle singole famiglie più o meno permissive. Organizzare i piccoli studenti e studentesse in “gruppi compiti” potrebbe essere il modo per fargli assaporare attività didattiche in compagnia, stimolando in loro la voglia di stare insieme per condividere un’attività e non a distanza, o peggio ancora insieme, ma ognuno con il proprio schermo, come spesso si vede fare anche quando si trovano in compagnia.

L’importanza dei compiti delle vacanze.

Sempre inserite all’interno delle attività assegnate dalla Scuola sono presenti quelle manuali e creative, come il disegno e la pittura, dove vengono stimolate capacità creative e motorie quasi dimenticate. L’antico “disegnare” per passare il tempo riacquista forza per tenere i bambini e le bambine lontani dai telefoni.

Oggi si tende a fare foto per poi postarle o mostrarle e condividerle sempre in forma digitale invece di partecipare a un progetto creativo reale con piccoli individui che parlano, creano, si sporcano di pittura e giocano insieme.

I compiti al posto del device.

Imparare invece che fruire passivamente, questo potrebbe essere il leitmotiv dei compiti delle vacanze, non più visti come una costrizione, una fatica, ma come la salvezza!

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