TRAVELISTA LIFESTYLE
VIAGGI
Epicureo / epiku’r o/ s. m. [dal lat. Epicureus, gr. Epikoúreios] chi si dedica solo al godimento della vita.
Lifestyle <làifstail> s.m. ingl., genere che mette in scena la vita quotidiana intesa come insieme di usi, costumi, gusti.
Vïàggio s.m. [lat. viatĭcum]. L’andare da un luogo ad altro luogo, per lo più distante per piacere.
EUR 15 | AED 60 | CHF 15 | HKD 120 | JPY 1800 | USD 17 | ZAR 275
EPICUREO
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GRANDE CUVÉE ALMA BRUT L A N AT U R A A L C E N T R O
I cieli sono ancora tersi, ma nelle città come nelle campagne le foglie degli alberi iniziano a colorarsi dei colori caldi di questa stagione di passaggio in cui le giornate sono più corte e fredde, in cui la natura va in letargo, ma nella quale non si ferma la voglia di viaggiare e di continuare a scoprire il mondo. È arrivato l’autunno e con lui il nuovo numero di TRAVELISTA: un viaggio fra gli eventi più spettacolari, le esperienze da non perdere e le località da scoprire in questa stagione, ma anche un tuffo fra i ricordi di un’estate appena trascorsa, ma non dimenticata.
Buona lettura a tutt ,
Ico Inanc, Editore
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LIFESTYLE
ARTE & ARCHITETTURA
MONACO FAST VS SLOW
IN GIAPPONE SULLE TRACCE DI TADAO ANDO
I due lati del Principato a confronto
I t i n e ra r i fra mi n i ma l is m o e n a t u ra
5 CURIOSITÀ SULL’OMAN
Cosa sapere prima del vostro prossimo viaggio
DOWNTON ABBEY MADE IN IRELAND Itineario slow in Irlanda del Nord
WELLBEING
SICILIA À LA RELAIS & CHÂTEAUX Gli hotel di charme della Costa Orientale
JOALI BEING
La nuova frontiera delle Maldive
I COLORI DEL FOLIAGE
Dove ammirare l’autunno in Europa
URBAN
LE GOURMAND
THE ROAD TO WEST HOLLYWOOD
LA FRUTTA AUTUNNALE
La città più inclusiva degli Stati Uniti
Viaggio tra colori, profumi e sapori della stagione
DUBAI: UN MONDO DI SAPORI
VIENNA CITTÁ DELLO SHOPPING
Cucina stellata e non solo
A spasso tra gli Atelier storici della capitale austriaca
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CREDITS A cura di Ico Inanc
ico.inanc@USBWFMJTUB JU
Redattori Martina Torrini
social@USBWFMJTUB JU
Editorialisti Ico Inanc, Robyn Phillips, Federico Rui, Chiara Traversi Art Director & Graphic Design Luca Mantovanelli
luca@enfantprodige.net
Advertising & Marketing Director Giovanni Pisani
giovanni.pisani@USBWFMJTUB JU
Digital www.travelista.it Digital Content Editor Martina Torrini
social@USBWFMJTUB JU
Digital Strategy Director Giovanni Pisani
giovanni.pisani@USBWFMJTUB JU
Ringraziamenti Stefania Fumagalli, Tiziana Lorillo, Flavia Sbrojvacca e Alessandro Venturini
Alcune delle immagini presenti nel magazine provengono da siti internet e sono contrassegnate come libere dai diritti di utilizzo; qualora violassero il diritto d’autore si prega di contattare marketing@ilviaggio.biz per farle rimuovere o segnalarne l’attribuzione.
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LIFESTYLE MONACO FAST VS SLOW I due lati del principato a confronto
5 CURIOSITÁ SULL’OMAN Cosa sapere prima del vostro prossimo viaggio
DOWNTON ABBEY MADE IN IRELAND Itineario slow in Irlanda del Nord
SICILIA À LA RELAIS & CHÂTEAUX Gli hotel di charme della Costa Orientale
I COLORI DEL FOLIAGE Dove ammirare l’autunno in Europa
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Testo di: Martina Torrini
MONACO FAST vs SLOW , GXH ODWL GHO 3ULQFLSDWR D FRQIURQWR Incastonato fra le montagne e lo splendido mare della Costa Azzurra, il Principato di Monaco è conosciuto in tutto il mondo per il glamour, gli hotel di lusso, la sfrenata vita notturna, i casinò, i ristoranti stellati e il Gran Premio. Tutto questo è il suo lato “fast”, fatto di ricchezza, sfarzo ed eccessi: lo si può notare dagli alti grattacieli che si affacciano sul mare, dai porti affollati di yacht e dai locali che servono piatti e cocktail ricercati. Ma lo Stato sovrano più piccolo al mondo dopo il Vaticano non è solo questo: Monaco ha anche un lato “slow”, fatto di verdi giardini, di importanti musei e di Spa dove ritagliarsi uno spazio tutto per sé e per ritrovare il tanto desiderato equilibrio fra corpo e mente. Scopriamo il Principato di Monaco attraverso queste sue due facce, tanto agli antipodi quanto complementari, per vivere appieno tutte le sue atmosfere
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Jardin Petite Afrique
Musée d'anthropologie préhistorique
Vista panoramica del Principato di Monaco
Coya Monte-Carlo et Jimmy's
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0RQDFR Ŧ)DVWŧ Se si pensa a Monaco non si possono non sognare le vibes della sua vita notturna. Fra i protagonisti della nightlife spiccano i casinò: il più noto è il Casinò di Monte-Carlo, caratterizzato da un’architettura Belle Époque e punto di riferimento in Europa e nel mondo del gioco d’azzardo e del divertimento; ma c’è anche il Casinò Café de Paris, con la sua vasta offerta di slot machines e giochi da tavolo. Un altro punto di forza della Monaco più “fast” sono i ristoranti stellati: dal celebre tre stelle Louis XV - Alain Ducasse à l’Hôtel de Paris, con una cucina ispirata alla Riviera, che mette in risalto prodotti, sapori e colori del territorio, al giapponese Yoshi, una stella Michelin, che sorge all’interno dell’Hôtel Métropole Monte-Carlo e che si distingue per le sue atmosfere zen e per i piatti gustosi e ricercati, passando per il due stelle Blue Bay, dove lo Chef Marcel Ravin, originario dei Caraibi, coniuga i sapori delle Antille con quelli del Mediterraneo. E dopo una cena gourmet, perché non concludere la serata in uno dei club più esclusivi della città? Al Twiga Monte-Carlo vivrete un’esperienza senza pari: non è un semplice club, ma anche un ristorante e lounge bar, e la notte si anima con DJ set tenuti da artisti internazionali, sound unici e cocktail realizzati a regola d’arte. Il Sass Café, invece, è dal 1993 luogo d’incontro fra generazioni, ed è caratterizzato da arredi eleganti e ricercati, da sempre parte della sua vibe. Monaco è senza dubbio anche una capitale internazionale del lusso, e questo aspetto si ritrova nelle sue boutique e nei suoi negozi di alta moda, dai grandi marchi di abbigliamento e degli accessori a quelli della gioielleria e della profumeria: nel nuovo quartiere di One Monte-Carlo, ad esempio, potrete passeggiare fra 24 boutique di grandi firme internazionali, come Chanel, Lanvin, Louis Vuitton, Balenciaga, Fendi, Prada, Céline, Saint Laurent, Cartier e molti altri. E che ne direste di un po’ di shopping nella Harrods monegasca?
Shopping nel Principato di Monaco
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Attraverso un itinerario in queste zone sareWH FRQGotti verso un’altra eSRFD, Ira il XVI e il XVII seFROR, quando Úbeda e Baeza erano al FHntro dello sviluppo artistLFR e FXlturale della Spagna.
La storia del Metropole inizia nel 1980 dall’incontro fra il viaggiatore libanese Nabil Boustany e il Principato di Monaco, di cui si innamora, immaginando di realizzare qui un complesso sorprendente, in piena Monte-Carlo: nel 1988 viene inaugurato il Metropole Shopping Monte-Carlo, un luogo magico sia per la bellezza dei suoi arredi e della sua architettura che per i tesori che custodisce. Oggi ospita infatti 80 boutique e 6 ristoranti, spaziando dall’abbigliamento agli accessori, dal food alla gioielleria, dall’orologeria al beauty. Vero emblema della Monaco “fast” è il Gran Premio, che si terrà dal 23 al 26 maggio 2024: tutti i migliori piloti hanno sognato di vincere sul tracciato del Principato, il più difficile del campionato del mondo di Formula 1, dove il minimo errore può essere fatale.
Relax nelle migliori Spa di Monaco
0RQDFR Ŧ6ORZŧ Alla Monaco della velocità, della vita notturna e del lusso si contrappone il suo lato “slow”, fatto di luoghi di puro relax e di contemplazione. Fra questi i tantissimi parchi e giardini che punteggiano tutto il Principato: i più famosi sono il Roseto Princesse Grace e i Giardini del Casinò, ma non mancano angoli meno noti e tutti da scoprire, come i Giardini Saint-Martin - un tempo composti da una vegetazione tipicamente mediterranea e in seguito arricchiti da piante esotiche che sono state fatte acclimatare al luogo - il Giardino Giapponese - creato nel 1994 come un angolo del Paese del Sol Levante all’interno del Principato - e il Parco Paesaggistico di Fontvieille - un percorso pedonale di scoperte botaniche e culturali, arricchito da diverse opere d’arte. Anche i musei sono fra gli highlights di Monaco: potrete visitare il Museo Oceanografico con le sue più di 6.000 specie e con il suo nobile obiettivo di amare e tutelare gli oceani o la Collezione di automobili di S.A.S. il Principe di Monaco, una mostra unica al mondo che raggruppa circa 70 veicoli, fra cui le auto da corsa che hanno fatto la storia del Rally di Monte-Carlo e le Formula 1 del Gran premio di Monaco. E dopo una giornata di esplorazione della città, perché non rilassarsi in una fra le migliori Spa? Al primo piano della Tour Odéon sorge l’Odéon Spa, uno spazio a cinque stelle di 1.800 mq, dove si trovano una straordinaria piscina con hammam, sauna e vasca idromassaggio, e dove poter indugiare in trattamenti elaborati da una solida équipe di professionisti; al settimo piano del Fairmont Monte-Carlo, invece, potrete provare la Vallée Spa Cosmos, che offre un vero e proprio viaggio fra l’energia del cosmo e il flusso del mare, dove ogni dettaglio è pensato per permettere all’ospite di abbandonarsi completamente al relax. Negli spazi dell’Hôtel Métropole Monte-Carlo, infine, la Spa Métropole by Givenchy è un lussuoso angolo di paradiso dedicato alla bellezza e al benessere, dove dimenticarsi dello scorrere del tempo e assaporare la vera essenza della Monaco più “slow”.
Il casinò di Monte Carlo ©BVergely
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Testo di: Martina Torrini
5 CURIOSITÀ SULL’OMAN Cosa sapere prima del vostro prossimo viaggio Lontano dalle atmosfere appariscenti di Dubai o dagli immensi numeri di viaggiatori che visitano la Giordania, l’Oman è uno degli Stati della Penisola Arabica relativamente meno conosciuti e, probabilmente, più sottovalutati. Se desiderate scoprire quello che questo territorio ha da offrire, è bene considerare che qui è possibile avventurarsi tra paesaggi particolari e molto diversi tra loro, dalla città di Muscat, ricca di cultura e caratterizzata da una tipica architettura islamica, a zone desertiche incredibili, dove si può vivere l’esperienza di una o più notti in tenda, passando per veri e propri canyon e fiordi. Scopriamo l’Oman e tutte le sue ricchezze paesaggistiche e culturali attraverso 5 curiosità per conoscere meglio il Paese, che, quando arriverete, cattureranno subito la vostra attenzione.
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In Oman non esistono grattacieli Seppur strettamente legato alle sue radici e tradizioni, l’Oman è un Paese all'avanguardia. A differenza dei vicini Emirati Arabi, però, la sua modernità non si traduce in grattacieli che sfidano la gravità o in alti edifici dall’architettura futuristica: secondo una legge locale, infatti, nessuna costruzione in Oman può superare l’altezza del minareto di Muscat. Anche gli edifici più moderni sono quindi bassi, e questo conferisce alle città un senso di ordine architettonico molto particolare. 2
/H UHJROH GHO ULWR GHO FDƛª Se durante il vostro viaggio in Oman vi verrà offerto del caffè, non rifiutate, ma partecipate a quello che è un vero e proprio rito accompagnato da rigide regole: il caffè viene versato da uno speciale contenitore chiamato “dallah” in tazzine senza manico, che devono essere sempre tenute con la mano destra. Il caffè omanita non è come il nostro classico espresso, ma un mix fra caffè e cardamomo, ed è sempre accompagnato da un dattero dalla dolcezza incredibile.
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L’importanza della tolleranza Il Sultano Qaboos bin Said, che ha governato l’Oman dal 1970 al 2020, ha avviato un processo di trasformazione del Paese che continua ancora oggi, rendendolo molto più moderno e tollerante rispetto ad altri Stati confinanti, lasciando alla popolazione la libertà di scegliere secondo il proprio giudizio personale rispetto all’applicazione di alcune regole della religione musulmana. La maggioranza degli abitanti dell’Oman appartiene alla corrente degli ibaditi - a metà fra sunniti e sciiti crede nella moderazione e rifiuta la violenza. Le donne in Oman lavorano, guidano l’auto e studiano liberamente da moltissimi anni.
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Non solo città e deserti di sabbia Sapevate che in Oman si possono ammirare tanti paesaggi diversi fra loro? Visitando alcuni di questi non vi sembrerà nemmeno di trovarvi nella Penisola Arabica: il Wadi Ghul, ad esempio, è soprannominato il Grand Canyon d’Arabia per la maestosità e la grandezza delle sue pareti verticali di roccia, e ricorda il più famoso canyon in Arizona. La penisola del Musandam, separata geograficamente dal resto del Paese, invece, presenta una natura selvaggia e arida, nella quale il mare cristallino si è scavato nei secoli una via tra i monti Hajar, dando origine a veri e propri fiordi simili a quelli norvegesi.
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Le scuole sono gratuite In Oman tutte le scuole sono gratuite e pensate per tutti, e se ne trova sempre almeno una anche nei villaggi e nei paesi più piccoli. L’istruzione non è obbligatoria, ma è un diritto: la popolazione ha da sempre colto l’opportunità di studiare e il livello di scolarizzazione supera infatti l’80%. Quasi tutti in Oman parlano anche inglese.
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Una terra dai panorami drammatici, dove vivere esperienze indimenticabili: l’Irlanda del Nord ha un’anima antica, fatta di miti e vecchie leggende, ma anche di castelli, di musica tradizionale, creatività e letteratura.
Testo di: Martina Torrini
DOWNTON ABBEY MADE IN IRELAND Itinerario slow in Irlanda del Nord
Una terra dai panorami drammatici, dove vivere esperienze indimenticabili: l’Irlanda del Nord ha un’anima antica, fatta di miti e vecchie leggende, ma anche di castelli, di musica tradizionale, creatività e letteratura. Storicamente e politicamente separata dal resto del Paese, è parte del Regno Unito, con cui ha avuto lungo lo scorrere dei secoli diversi e terribili scontri con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza: tra i più tristemente noti la Rivolta di Pasqua del 1916 e il periodo dei Troubles, tra la fine degli anni Sessanta e quella degli anni Novanta, concluso con la firma dell’accordo del Venerdì Santo nel 1998. Oggi è un Paese che incarna il meglio dei due mondi, una nazione diversa ma con particolari affinità con la natura e le tradizioni del territorio che la ospita, ma anche con la storia britannica. È una terra di contrasti a livello geografico, politico e culturale, a partire dalla capitale: una passeggiata per il centro di Belfast mette in evidenza le ferite del conflitto passato, ma anche segni di speranza per un futuro più luminoso.
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Si può partire dalle zone nord e ovest della città per scoprire le tracce delle ostilità fra Irlanda del Nord e Regno Unito attraverso una serie di murales descritti da Simon Calder – giornalista e corrispondente di viaggio per The Independent – come “la più grande galleria d’arte all’aperto al mondo”, o seguire gli esempi di Bill Clinton e del Dalai Lama e lasciare un proprio messaggio sul Peacewall, un muro che divide quelle che un tempo erano le due fazioni che spaccavano in due la città e l’intera nazione. Fuori dalla capitale, uno dei luoghi più famosi dell’Irlanda del Nord è The Giant’s Causeway, il Sentiero del Gigante. Situato lungo la splendida Antrim Coast, dà vita a uno scenario irreale e sospeso nel tempo formato da circa 40.000 colonne di roccia, il risultato dell’attività vulcanica dell’epoca preistorica. Ma è anche protagonista di una leggenda popolare: secondo il racconto il sentiero venne infatti costruito dal gigante Finn McCool per raggiungere a piedi la Scozia e combattere contro il suo rivale Benandonner. Oltre a essere l’unico sito UNESCO dell’Irlanda del Nord, The Giant’s Causeway è una Riserva Naturale Nazionale e offre un paesaggio davvero mozzafiato, che può essere ammirato al meglio guidando da Belfast a qui, seguendo un percorso scenico che attraversa anche numerosi e pittoreschi villaggi, sempre più caratteristici man mano che ci si avvicina al Sentiero.
Vista sul fiume Foyle e sulla città di Derry.
Il municipio di Belfast.
Il Peace Bridge a Derry.
Strade del centro di Belfast.
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Proseguendo verso nord si raggiunge la città di Derry, dove è possibile ripercorrere la storia di una nazione in continua lotta ed evoluzione, dall’assedio del 1689 alla battaglia di Bogside del 1969, fino alla terribile Bloody Sunday del 30 gennaio 1972. A dispetto della sua storia, Derry è però anche una località vivace e suggestiva, caratterizzata da casette color pastello, dalle ripide stradine del centro storico circondate da antiche mura del XVII secolo e dalle incantevoli guglie delle chiese, e negli ultimi anni è stata protagonista di una rinascita culturale e sociale soprattutto nel centro e nei suoi vivaci pub. Per scoprire la natura e la storia dell’Irlanda del Nord è imperdibile un itinerario della contea di Fermanagh, dove, senza alcuna fretta di raggiungere il mare, il fiume Erne serpeggia indisturbato fino a formare un enorme lago composto da due bacini e punteggiato da più di 150 isole, una delle quali ospita il capoluogo, Enniskillen. Il lago è una vera e propria oasi per uccelli, fiori, piante selvatiche e pescatori, e può essere esplorato attraverso una navigazione che faccia tappa anche sulle principali isole, come Devenish Island, dove si trova uno degli antichi siti monastici più famosi d’Irlanda, un luogo di estrema pace e tranquillità dove ammirare i resti di chiese e luoghi sacri risalenti al VI secolo. E come lasciarsi sfuggire un’autentica serata in stile Downton Abbey? I cancelli del magnifico Crom Castle si aprono per invitarvi a vivere un’esperienza indimenticabile, sentendovi parte della famiglia Crawley – quella della serie – ma anche i più graditi ospiti per Lord Erne e sua moglie, la Contessa di Erne, che vi condurranno alla scoperta degli immensi terreni del castello e vi inviteranno a un esclusivo e ricco banchetto. Avrete l’opportunità di cenare insieme a loro e di vivere le atmosfere di un vero castello dei primi anni del XVII secolo, ma anche di scoprire da vicino tutto ciò che in Downton Abbey è stato ricostruito alla perfezione. Lo splendido Belfast Castle.
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In Sicilia orientale, fra coste lambite da acque di un azzurro cristallino, città storiche dove il barocco è il vero e proprio protagonista e l’imponente vulcano attivo più alto d’Europa, sorgono tre dimore ricercate dove sentirsi accolti dal meglio dell’ospitalità italiana, ma à la Relais & Châteaux.
Testo di: Martina Torrini
SICILIA À LA RELAIS & CHÂTEAUX Gli hotel di charme della costa orientale
Raffinatezza, eleganza, cura ed estrema attenzione al dettaglio: sono queste le caratteristiche che accomunano gli hotel e i ristoranti Relais & Châteaux. Solo in Italia sono tantissime le strutture di charme che fanno parte dell’Associazione, che condividono i suoi valori e l’impegno nel preservare il patrimonio locale e ambientale, e che invitano a scoprire l’art de vivre e la cultura di ogni regione. In Sicilia orientale, fra coste lambite da acque di un azzurro cristallino, città storiche dove il barocco è il vero e proprio protagonista e l’imponente vulcano attivo più alto d’Europa, sorgono tre dimore ricercate dove sentirsi accolti dal meglio dell’ospitalità italiana, ma à la Relais & Châteaux: Monaci delle Terre Nere, la Locanda Don Serafino e Il San Corrado di Noto.
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La piscina e i terreni di Monaci delle Terre Nere
Il ristorante stellato della Locanda Don Serafino
Gli interni di una delle ville di Monaci delle Terre Nere
Cala la sera sulla tenuta di Monaci delle Terre Nere
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Zafferana Etnea
Monaci delle Terre Nere Monaci delle Terre Nere si definisce come Country Boutique Hotel e Wine Resort, ed è proprio così: circondato da un terreno di 25 ettari di vigneti, giardini, frutteti autoctoni e orti, le sue camere, suite e ville – tutte diverse fra loro – sono dislocate per tutta la tenuta e raggiungibili a piedi o in golf cart attraverso sentieri immersi nella natura e nel profumo dell’erba appena tagliata e delle piante aromatiche coltivate nella proprietà. È una delle prime realtà ricettive della Sicilia a essere stata certificata come Eco-Bio: l’offerta gastronomica dello Chef Crescenzio Galatola si basa interamente su prodotti freschi e a chilometro zero, prodotti nell’Azienda Agricola o selezionati da piccole produzioni locali strettamente legate al territorio, alla stagionalità e alla filiera Slow Food. L’attenzione al tema della sostenibilità si nota anche dal fatto che a Monaci delle Terre Nere la parola d’ordine sia basso impatto: le camere sono arredate con mobili e oggetti d’antiquariato, riciclati e sottoposti a un sapiente restauro che ha tenuto conto delle origini e della storia dei materiali, metà del riscaldamento dell’hotel viene alimentato da fonti di energia rinnovabili e non esistono accessori monodose e imballaggi in plastica. Anche i vini prodotti nei vigneti della tenuta sono certificati come biologici, e si distinguono per forza, finezza ed eleganza, rappresentando anche in un solo calice tutta la ricchezza del terroir dell’Etna: il produttore e proprietario della struttura, Giudo Coffa, coltiva terreni a bassa resa per dar vita a vini di alta qualità, nel pieno rispetto per la natura e grazie all’utilizzo di tecniche innovative. Una delle esperienze più interessanti per comprendere a fondo lo spirito e l’anima di Monaci delle Terre Nere è proprio una degustazione dei vini della tenuta nell’Antico Palmento e in compagnia di un esperto Sommelier: un vero e proprio viaggio alla scoperta dei gusti e dei sapori dell’Etna. La vicinanza con il vulcano è un altro aspetto che rende speciale il soggiorno a Monaci delle Terre Nere: partendo per un’escursione in Jeep sull’Etna o sorvolandolo in elicottero dalla tenuta potrete vivere una Sicilia diversa e inaspettata, selvaggia e indomabile, che rimarrà per sempre nei vostri ricordi di viaggio più avventurosi.
Ragusa Ibla
Locanda Don Serafino Percorrendo la strada panoramica che conduce a Ragusa Ibla ci si trova di fronte a un’antica chiesa Patrimonio UNESCO, la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli. Seguendo il percorso che sale da qui si raggiunge il ristorante stellato della Locanda Don Serafino, che propone una cucina dove la cultura del territorio, i sapori più autentici e l’arte gastronomica si combinano alla perfezione, in un viaggio indimenticabile attraverso i cinque sensi.
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La cucina è il regno dello Chef Vincenzo Candiano, in grado di (re)interpretare con abile maestria pietanze della tradizione siciliana e una selezione di eccellenti materie prime, dando vita a piatti raffinati, bilanciati e curati nei minimi dettagli, da abbinare a una selezione di più di 1.900 etichette di vini provenienti da tutto il mondo e custoditi nella ricchissima cantina del ristorante. Scegliendo fra uno dei menù degustazione del ristorante avrete l’opportunità di assaggiare il meglio della cucina siciliana in chiave moderna, provando vere e proprie opere d’arte culinaria. Anche le sale valgono una visita: il ristorante della Locanda Don Serafino è infatti costruito in un’antica grotta, ed è stato arredato e ristrutturato nel pieno rispetto dell’ambiente circostante. La stessa location suggestiva ospita anche una Luxury Suite, al piano di sopra rispetto al ristorante e dotata di accesso indipendente tramite una scala esterna: è il luogo perfetto per un soggiorno di charme e di relax, poiché può vantare anche uno splendido e intimo giardino privato con vista sulla città. A pochi passi da qui, procedendo verso il centro storico di Ragusa Ibla, si trovano tutte le altre camere dell’hotel, ognuna con il suo stile unico, con mobili su misura e tessuti pregiati. Alcune di queste sono costruite all’interno di ambienti in pietra naturale come il ristorante e la Luxury Suite, e rappresentano la soluzione ideale per vivere un’esperienza unica e non convenzionale, di totale immersione nelle atmosfere del luogo.
Contrada Belludia
Il San Corrado di Noto Come un’oasi in un deserto verde di infinite distese di ulivi, aranci e mandorli, Il San Corrado di Noto promette un’esperienza chic e sofisticata a breve distanza dal mare e dalla più famosa città barocca di tutta la Sicilia. In origine masseria del XVIII secolo di proprietà del principe Nicolaci, oggi esalta con estrema eleganza la tradizione siciliana attraverso una profonda attenzione ai dettagli e ai materiali – come le decorazioni realizzate dagli ebanisti locali e i pavimenti esterni in pietra di Modica – sia nelle suite e nelle ville private che negli spazi comuni, come il ristorante, il bar a bordo piscina, la zona Wellness, la Green Pool e la Blue Pool, ma anche il Beach Club. Tutti gli ambienti sono infatti curati nei minimi particolari e sono stati soggetti a un periodo di restauro durato tre anni, durante i quali l’architetto Corrado Papa ha selezionato materiali, forme e arredi che hanno permesso di mantenere un perfetto equilibrio e un’innata armonia fra storia e tradizione locale e dettagli contemporanei. Silenzio, quiete e tranquillità sono i pilastri dell’hotel: soggiornando al San Corrado di Noto avrete l’opportunità di ritrovare un’intima dimensione di benessere e pace, grazie al contatto con la rigogliosa natura circostante in grado di stimolare corpo, mente e spirito.
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Una Experience Junior Suite alla Locanda Don Serafino
Una Junior Pool Suite al San Corrado di Noto
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Il resort è infatti costruito attorno all’ospite, ma in forte e concreta alleanza con l’ambiente: è una genuina espressione del territorio, del passato e del presente della Sicilia, e racchiude in sé i millenni di contaminazioni e i secoli di dominazioni che hanno caratterizzato la storia della regione, in un’opera d’arte senza eguali. Un soggiorno al San Corrado di Noto è un viaggio sensoriale che culmina con il gusto e l’olfatto, grazie alla cucina dello Chef Paolo Gionfriddo, che propone un percorso orientato alla scoperta di un’espressione territoriale originale, onesta e sorprendente, nella quale i sapori della tradizione siciliana si fondono in maniera sublime con suggestioni contemporanee, in un’insolita e rinnovata veste.
Gli esterni e il paesaggio che circonda Il San Corrado di Noto
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Anche i più convinti amanti dell’estate non possono negare la bellezza e l’incanto di un paesaggio autunnale, con i suoi inconfondibili colori. Quando le giornate iniziano ad accorciarsi, le foglie cominciano a cadere dagli alberi, in un turbinio di vento ed emozioni, diventando le protagoniste indiscusse della stagione.
Testo di: Martina Torrini
I COLORI DEL FOLIAGE Dove ammirare l’autunno in Europa Anche i più convinti amanti dell’estate non possono negare la bellezza e l’incanto di un paesaggio autunnale, con i suoi inconfondibili colori. Quando le giornate iniziano ad accorciarsi, le foglie cominciano a cadere dagli alberi, in un turbinio di vento ed emozioni, diventando le protagoniste indiscusse della stagione: dall’esplosione di rosso intenso degli aceri e dei ciliegi selvatici alle tonalità più brillanti di giallo, ocra e arancione mescolate ai toni del marrone dei faggi e delle antiche querce, tutti i boschi, le foreste e i parchi cittadini dell’emisfero boreale si trasformano da fine settembre a fine novembre in angoli di pura magia, da riscoprire con nuovi occhi. È così che nasce l’interesse per il fenomeno del foliage, per le foglie che cadono dagli alberi e per gli immensi tappeti dalle sfumature dorate che caratterizzano la stagione. Ogni anno in questo periodo torna la voglia di passeggiare nella natura, per lasciarsi travolgere da atmosfere poetiche e suggestive, fra paesaggi dalla bellezza mozzafiato. Macchina fotografica alla mano, partite alla ricerca dello scatto perfetto – soprattutto al mattino e prima del tramonto, quando la luce intensifica tutti i colori – in alcune fra le località europee più incantevoli dove ammirare il fenomeno del foliage.
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Scozia
P e r t h s h i re Nelle Highlands scozzesi, fra altipiani, gelide e splendide brughiere, ampie vallate e fitti boschi attraversati da sentieri e impetuosi torrenti, si trova “la zona più bella del regno del nord” secondo Sir Walter Scott. Il Perthshire è un territorio tutto da scoprire, fatto di paesaggi davvero maestosi, che in autunno si tingono di colori caldi che invitano all’esplorazione e alla contemplazione.
Norvegia
Flåm L’autunno in Norvegia offre uno spettacolo meraviglioso, fatto di colori caldi in grado di ricoprire tutto il paesaggio che circonda i caratteristici paesini e gli imponenti fiordi, amalgamandosi perfettamente con il verde delle conifere. Nel cuore del fiordo di Aurland, fra boschi, cascate e corsi d’acqua, si trova uno dei villaggi di montagna più caratteristici al mondo: si tratta di Flåm, un tipico paesino norvegese fatto di casette in legno bianche e colorate dal tetto spiovente, circondato da una natura rigogliosa, che in autunno si tinge di colori sorprendenti.
Germania
Pa rc o N a z i o n a l e d e l l’ H a r z Con i suoi fitti boschi e le sue immense foreste, la Germania offre senz’altro alcuni fra gli scorci più belli per ammirare il foliage d’autunno. In particolare il Parco Nazionale dell’Harz, a nord del Paese, con i suoi sentieri e percorsi escursionistici, è da sempre al centro di miti e leggende popolari in grado di rendere omaggio a un paesaggio misterioso e caratteristico, soprattutto durante la stagione autunnale.
Austria
Hallstatt Una vera e propria immagine da cartolina: la cittadina austriaca di Hallstatt si affaccia sull’omonimo lago ed è considerata la località più pittoresca di tutto il Paese, tanto da essere stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Il suo fascino è innegabile durante tutto l’anno, ma in autunno il paesaggio si veste degli incredibili colori delle foglie che cadono dagli alberi che circondano il villaggio, in una cornice di pura magia. 26
La sorprendente natura di Flåm.
La foresta del Parco Nazionale dell’Harz.
I colori autunnali del Perthshire.
Il pittoresco villaggio di Hallstatt.
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L’autunno in Provenza.
Lo spettacolo del Treno del Foliage.
Lo scenario suggestivo dell’Alpe di Siusi.
Uno scorcio sul lago di Bled.
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Slovenia
Lago di Bled A pochi chilometri dall’Italia, il lago di Bled è un luogo dal fascino straordinario, da scoprire in tutte le stagioni ma soprattutto in autunno, quando la foresta attorno al lago incanta con tutte le sue sfumature che vanno dal verde scuro al giallo e all’arancio.
Italia
Alpe di Siusi Sull’altipiano più grande d’Europa lo spettacolo pittoresco dei boschi in autunno non ha rivali. Le attività outdoor non si fermano con la fine dell’estate: fra nordic walking, percorsi di trekking, sentieri da percorrere in mountain bike o e-bike, potrete ammirare paesaggi e colori straordinari da un punto di vista privilegiato.
Italia - Svizzera
I l Tre n o d e l Fo l i a g e In autunno i treni che collegano Domodossola a Locarno attraversano tutti i giorni una serie di paesaggi mozzafiato, in un quadro multicolore composto da boschi che si tingono di tutte le tonalità del rosso, del giallo e dell’arancione. Per scoprire questi 52 chilometri di angoli panoramici infiammati dai colori autunnali basta salire a bordo del Treno del Foliage – i cui biglietti sono disponibili dal 13 settembre – e sedersi vicino a una delle ampie vetrate del treno, per lasciarsi incantare dalla bellezza dei colori e degli scorci naturali del percorso che collega l’Italia con la Svizzera, attraversando la Val d’Ossola, la Valle Vigezzo e le Centovalli in poco meno di due ore.
Francia
L a Ro u t e d e l a L a v a n d e In Provenza, la Route de la Lavande è famosa per le sue caratteristiche tinte lilla e viola che si possono ammirare in primavera e in estate, ma non è meno affascinante in autunno, quando questi colori lasciano spazio a tonalità più calde e dorate, sulle colline tra Valensole e Sault. 29
LE GOURMAND 85 LA FRUTTA AUTUNNALE Viaggio tra colori, profumi e sapori della stagione
DUBAI: UN MONDO DI SAPORI Cucina stellata e non solo
Erbe, fiori, colori, il primo caldo e tanti nuovi odori e sapori: è il risveglio della natura, cominciano a spuntare nei boschi, sugli argini e nei prati varietà di piante che un tempo erano parte integrante della dieta contadina e che oggi vengono riconosciute come vere e proprie prelibatezze.
Castagne, melagrane, cachi e bacche di rosa sono i frutti dell’autunno vero e proprio, quando i vigneti si colorano di rosso, il foliage entra nel vivo e i boschi cominciano a prepararsi all’imminente arrivo dell’inverno
Testo di: Michele Abate
LA FRUTTA AUTUNNALE Viaggio tra colori, profumi e sapori della stagione
Uva, pere e mele rappresentano nell’immaginario collettivo i frutti emblematici dell’autunno ma nell’epoca in cui stiamo vivendo sono colture che vengono raccolte e proposte nei mercati già durante il periodo estivo. Altri sono i frutti dell’autunno vero e proprio quando i vigneti si colorano di rosso, il foliage entra nel vivo e i boschi cominciano a prepararsi all’imminente arrivo dell’inverno.
Michele Abate Laureato in Storia Economica con una tesi sulla Martini & Rossi di Torino nel 1999, l’anno successivo conclude il corso di qualifica professionale per Sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier di Milano e fa un tirocinio in enologia in collaborazione con l’azienda enologica del Canton Ticino Il Portico di Rivera. Nel 2006 diventa assaggiatore di formaggi presso l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio. Collabora alla pubblicazione di svariati volumi di enogastronomia in qualità di editor e crea il canale Wine & food di eBay Italia. Organizza serate di degustazione di vino, formaggi e salumi in alcuni locali milanesi in collaborazione con chef emergenti oltre a tenere corsi di avvicinamento al vino e di valorizzazione olfattiva. Da qualche anno dirige la piattaforma mypersonaltaster. it e da circa un anno conduce anche terreitalia.ch, canale di vendita e promozione dei prodotti enogastronomici italiani in Svizzera.
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Camminare tra boschi e vigneti d’autunno alla ricerca di frutti e godendo del foliage è certamente una delle attività più ricreative e rilassanti che ci possano essere tanto che molte persone sono disposte a fare lunghi viaggi per goderne. Non è un caso imbattersi spesso in boschi o in alberi colmi di frutti che danno un senso ancor più interessante a queste passeggiate senza per forza essere cercatori di funghi. Primo fra tutti i frutti autunnali è la castagna, frutto calorico che può essere conservato a lungo e sfruttato in molteplici preparazioni dolci e salate. Per anni è stato alla base dell’alimentazione contadina delle popolazioni del nord Italia ma anche lungo tutto l’Appennino italiano dal nord al sud. Oggi forse divenuto cibo d’élite in quanto necessita di lunghe preparazioni per essere pulito e per poter essere addomesticato, ma che fornisce risultati di effetto e grande soddisfazione, si pensi solo alla crema di castagne o ai marron glacé tra i dolci.
Un albero di cachi
Castagne tra il foliage autunnale
Dettaglio di una pianta di melagrane
Le bacche di rosa
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Prima di tutto la distinzione è d’obbligo tra marroni e castagne. I primi sembrano essere infatti utilizzati soprattutto in pasticceria mentre le seconde tanto nei dolci quanto nei piatti salati. Di fatto però si tratta di selezioni effettuate dall’uomo in quanto nei boschi non si trovano piante di marroni in natura ma solo i castagni, qui sta la base della differenziazione e alla fine del prezzo a cui compriamo questo prelibato frutto. I marroni sono una evoluzione delle castagne in quanto selezionati per essere frutti più grandi, più carnosi e più facilmente lavorabili. È praticamente impossibile eliminare la pellicina delle castagne mentre per i marroni è molto più semplice e da qui la produzione del frutto glassato di zucchero. Il frutto del marrone è più grande, solo tre per riccio, più zuccherino e con la pasta più compatta. Dalla castagna più piccola, più farinosa e con fino a otto frutti per riccio si ottengono infatti la farina di castagne, da cui mille preparazioni, castagnaccio, ravioli di castagne. A prima vista è la buccia ad essere differente: bruna e resistente nelle castagne più chiara, quasi rossiccia e striata nei marroni. La melagrana o granata è uno dei frutti che con i precedenti simboleggia l’autunno, a seconda delle zone e delle tipologie matura tra settembre e novembre e arricchisce le tavole tradizionali di molte regioni italiane. Gustato come succo, come frutto o come ingrediente per la preparazione di piatti dolci e salati, la melagrana è un frutto di origini antichissime che proviene dalle zone arido desertiche dell’Oriente. Da qui la sua diffusione è stata planetaria, anche perché ben si prestava ad essere caricata sulle navi durante le traversate data la sua lunga conservabilità. Gli spagnoli l’introdussero in sud America dopo che i romani la portarono dalle coste della Palestina per tutto il Mediterraneo. Si tratta di un frutto dai forti significati simbolici per diversi popoli culture e religioni, tra cui quella greca, ebraica, araba e cristiana. Si trova riprodotta una melagrana anche nello stemma della bandiera spagnola e il nome della città di Granada pare derivi proprio dai luoghi di coltivazione nella penisola iberica. Ma anche in Messico, in Armenia e Turchia è simbolo di fertilità, abbondanza e matrimonio. Ma durante le passeggiate autunnali non brillano solo queste piante: nel loro momento di foliage ci appaiono quasi come alberi illuminati nei corti pomeriggi autunnali le piante dei cachi, o diospiro, che mentre perdono le foglie fanno maturare i loro frutti e li fanno apparire come infuocati. Di colore arancio intenso, quasi porpora, sono frutti dolcissimi che possono essere gustati al cucchiaio da soli senza nient’altro o trasformati in creme, composte, gelati e accompagnati perfettamente dalle sopracitate castagne con le quali formano un connubio perfetto. Ci sono più varietà di cachi che non sempre coincidono con l‘immagine del frutto liquescente. La varietà mela, ad esempio, rimane soda anche da matura, mentre il lampadina, il vaniglia, il loti, si distinguono per sentori differenti che ampliano la gamma di un frutto poco considerato. Da qualche tempo si è cominciato a conservare il cachi anche sott’olio come se fosse una verdura da inserire nella giardiniera per accompagnare formaggi o bolliti. In questo caso il frutto si utilizza leggermente acerbo in modo che durante la preparazione non si sfaldi e possa poi essere immerso nell’olio extra vergine di oliva opportunamente condito.
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Un altro colpo d’occhio assoluto nei panorami autunnali sono le bacche di rosa in genere, ma di rosa canina soprattutto. Una rosa selvatica molto apprezzata in cucina le cui bacche sono perfette per i dolci e non solo. Novembre è il mese ideale per raccogliere questi falsi frutti, sono l’occasione per proseguire le nostre passeggiate e ci consentono oltre che di gustarle di prevenire i malanni di stagione, le bacche di rosa infatti sono un tonico naturale. È un arbusto che cresce nei sottoboschi e lungo i sentieri di campagna fino a 1500 metri slm e di cui si può utilizzare quasi tutto, radici e foglie, ma il frutto ha un contenuto di vitamina C cento volte maggiore degli agrumi, antiossidanti e una serie di sostanze antiinfiammatorie e disintossicanti che vanno a contrastare infiammazioni dell’apparato respiratorio e infezioni virali, un toccasana per il periodo… la natura non fa mai le cose per caso d’altronde. In cucina si utilizzano per tisane, ma anche per composte e marmellate che accompagnano la pasticceria ma anche stracotti di carne e brasati.
Dettaglio di una pianta di bacche di rosa
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nel passato, XQ YLDJJLR QHO WHPSR ƜQR DO 5LQDVFLPHnto spagnolo: EHGD H %DH]D VRQR FRQVLGHrate Patrimonio dell’UNESCO dal 2003.
Dubai è un caleidoscopio di culture, tanto da annoverarsi tra le mete-sinonimo di multiculturalità per antonomasia. E la cucina non fa certo eccezione
Testo di: Elena Carrubba
DUBAI: UN MONDO DI SAPORI &XFLQD VWHOODWD H QRQ VROR Dubai è un caleidoscopio di culture, tanto da annoverarsi tra le mete-sinonimo di multiculturalità per antonomasia. E la cucina non fa certo eccezione: declinazioni avanguardistiche e reinterpretazioni fusion o gourmet contro street food, in una rapsodia di sapori che fa girare il mondo attraverso il palato. Per i nostalgici alla ricerca di casa anche oltre confine, la cucina italiana è egregiamente rappresentata dai due ristoranti stellati Il Ristorante - Niko Romito, dalla cucina che fa sognare le campagne italiane immersi nelle eleganti e sofisticate atmosfere del Bvlgari Hotel, e l’Armani/Ristorante, dove l’anima del Bel Paese rivive nei colorati piatti dai sapori ricercati in chiave contemporanea, mentre si ammirano gli chef all’opera nella centrale cucina a vista oppure i giochi d’acqua della Dubai Fountain dai primi piani del Burj Khalifa.
Una suggestiva sala dell'Armani/Ristorante
Jardin Petite Afrique
Musée d'anthropologie préhistorique
Vista panoramica del Principato di Monaco
Coya Monte-Carlo et Jimmy's
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Salendo qualche piano (per l’esattezza, fino al 122esimo) di questo celebre edificio, si arriva all’iconico ristorante At.mosphere, il ristorante più alto del mondo. Qui eleganza e panorami mozzafiato certo non mancano, ma la vera protagonista è senz’altro la cucina, che porta tra le nuvole la cucina francese Art Deco in chiave gourmet con i suoi menu degustazione. Per chi invece desidera entrare in contatto con la tradizione locale, una tappa è da riservare al SMCCU (Sheikh Mohammed Centre for Cultural Understanding) nel quartiere storico di Al Fahidi, dove si può apprendere di più sulla cultura locale con tour e conferenze programmate e gustare i sapori emiratini. Modernità e tradizione si incontrano invece a Siraj nel Suk Al Bahar, dove la cucina locale viene reinterpretata in chiave moderna e da gustare in un’atmosfera da mille e una notte, tra sculture equestri in metallo e scritte arabe che decorano ampie arcate dalle pietre a vista e tonalità sabbia.
Armani/Ristorante
Gli scintillanti esterni dell’Armani/Ristorante
Aperitivo con vista all'Armani/Ristorante
Attraverso un itinerario in queste zone sareWH FRQGotti verso un’altra eSRFD, fra il XVI e il XVII seFROR, quando Úbeda e Baeza erano al FHntro dello sviluppo artistLFR e FXlturale della Spagna.
La storia del Metropole inizia nel 1980 dall’incontro fra il viaggiatore libanese Nabil Boustany e il Principato di Monaco, di cui si innamora, immaginando di realizzare qui un complesso sorprendente, in piena Monte-Carlo: nel 1988 viene inaugurato il Metropole Shopping Monte-Carlo, un luogo magico sia per la bellezza dei suoi arredi e della sua architettura che per i tesori che custodisce. Oggi ospita infatti 80 boutique e 6 ristoranti, spaziando dall’abbigliamento agli accessori, dal food alla gioielleria, dall’orologeria al beauty. Vero emblema della Monaco “fast” è il Gran Premio, che si terrà dal 23 al 26 maggio 2024: tutti i migliori piloti hanno sognato di vincere sul tracciato del Principato, il più difficile del campionato del mondo di Formula 1, dove il minimo errore può essere fatale.
Gli eleganti interni dello stellato Nobu Dubai
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Esperienza immersiva nella cultura locale al SMCCU
Non resterà deluso nemmeno chi cerca declinazioni più asiatiche. Lo stellato Trèsind è considerato uno dei migliori in fatto di cucina molecolare e indiana contemporanea; talmente intimo da poter ammirare il “tavolo dello chef” indipendentemente da dove sarete seduti, gustando i personali aneddoti dello Chef Saini assieme alle sue opere d’arte culinaria. Se poi nello stellato NOBU Dubai il Giappone si fonde con il Perù creando tapas nipponiche, all’Indochine la Francia incontra il Vietnam, in un’avventura eno-culturale tutta da sperimentare. Per chi cerca un’esperienza gastronomica senza precedenti, al KRASOTA la cucina è uno spettacolo, letteralmente: un’esperienza immersiva che fonde arte, immagini, movimento e alta cucina in una pièce esclusiva per soli 20 commensali. Se dunque siete alla ricerca di un ristorante dove trascorrere la serata dopo un’intera giornata sulla spiaggia, dopo un tour nel deserto o dopo una visita di alcuni tra i grattacieli più alti del mondo, ecco qualche consiglio per vivere un’esperienza gastronomica senza paragoni, che rimarrà impressa nei vostri ricordi di viaggio.
Gli h
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di charme della Costa Orientale
ARTE & ARCHITETTURA IN GIAPPONE SULLE TRACCE DI TADAO ANDO Itinerari fra minimalismo e natura
Le forme rigorose, semplici ed essenziali e i materiali innovativi dell’architettura di Ando danno vita a edifici statici, sospesi nel tempo, ben radicati nella tradizione e nella filosofia giapponese.
Testo di: Martina Torrini
IN GIAPPONE SULLE TRACCE DI TADAO ANDO Itinerari fra minimalismo e natura Da autodidatta ad archistar internazionale, Tadao Ando è considerato uno degli architetti più influenti della nostra epoca e il rappresentante per eccellenza del minimalismo giapponese. Vincitore del Premio Pritzker nel 1995, ha progettato edifici dal Giappone all’Italia, passando per la Francia, ed è particolarmente amato da stilisti e imprenditori della moda come Karl Lagerfeld, Tom Ford e Giorgio Armani, che nel corso degli anni gli hanno affidato diversi progetti per trasportare la semplicità e il minimalismo delle sue architetture nelle loro creazioni. Le opere di Ando si legano in maniera indissolubile con le più antiche tradizioni giapponesi, ma hanno anche una forte connessione con la natura e l’ambiente: le architetture e le rifiniture interne dialogano sempre con l’esterno e con elementi come la luce, l’acqua e l’aria, in grado anche di definire gli spazi delle costruzioni. Le forme rigorose, semplici ed essenziali e i materiali innovativi, come il vetro e il cemento armato, danno vita a edifici statici, sospesi nel tempo, ben radicati nella tradizione e nella filosofia giapponese. Un viaggio nella Terra del Sol Levante può ispirarsi alle costruzioni più celebri dell’architetto, in un itinerario alla scoperta dei luoghi simbolo del suo genio e della sua modalità di concepire l’arte delle costruzioni.
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L a C a p p e l l a s u l M o n t e Ro k k o , Ko b e Una geometria semplice, giochi di luce e ombre, calcestruzzo a vista, metallo e vetro a creare moduli architettonici studiati nei minimi dettagli, un progetto di illuminazione naturale diretta e indiretta: sono questi gli elementi principali della Cappella sul Monte Rokko, una delle costruzioni più particolari di Tadao Ando, utilizzata per la celebrazione di matrimoni. Con la sua splendida posizione arroccata sul monte, offre viste mozzafiato sulla baia di Osaka, e presenta una struttura orizzontale, intervallata solo da un campanile verticale – elemento dell’architettura occidentale che per Ando svolge un ruolo di rottura nella forma.
I l C o m p l e s s o re s i d e n z i a l e Ro k k o I , Ko b e Lungo il versante del monte Rokko, su un terreno scosceso con vista sulla baia di Osaka, si trova un insediamento residenziale che Ando ha continuato ad ampliare per più di trent’anni, tanto che oggi ricopre tutto il fianco della montagna. La costruzione è studiata per favorire le relazioni umane fra i suoi residenti e si articola su un progetto a griglia quadrata, in cemento armato, che delimita gli spazi di ciascuna abitazione. Ma la vera e propria protagonista è la vegetazione: la natura circonda infatti tutto il complesso e lo nasconde dall’esterno.
L a C h i e s a d e l l a L u c e , I b a ra k i , O s a k a Alle porte di Osaka, nella città di Ibaraki, sorge un edificio dalla forma di una scatola, una delle opere architettoniche più emblematiche di Tadao Ando. Si tratta della Chiesa della Luce, una costruzione dalle forme minimali, dai materiali e dai colori molto semplici, in grado di riflettere alla perfezione il personale pensiero religioso dell’artista: la struttura si fonde completamente con il paesaggio circostante e la luce è la protagonista indiscussa dello spazio.
Casa Azuma, Osaka Uno dei primi esempi della messa in pratica delle cifre stilistiche di Ando: l’utilizzo della luce, l’importanza dei muri e degli spazi divisori, il rapporto fra natura e geometrie essenziali. Casa Azuma è un’abitazione di 65 mq dagli spazi spogli e lineari, isolata in mezzo a villette a schiera in legno, ed è una rivisitazione delle case tradizionali giapponesi. 66
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Gli interni minimal della Benesse House.
La suggestiva Collina del Buddha.
Il potere della luce nell’architettura di Ando.
La vista da Setouchi Aonagi Retreat.
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L a C a p p e l l a s u l l’A c q u a , To m a m u , H o k k a i d o All’interno del nostro mondo possiamo creare degli spazi trascendenti di serenità e spiritualità? Secondo Tadao Ando sì, e ne è un esempio la Cappella sull’Acqua, dove l’architetto riesce a esprimere, in una vincente combinazione, il suo pensiero sul profano, il sacro, il vuoto e l’infinito. Nella remota città di Tomamu, in Hokkaido, si trova infatti una cappella in grado di connettersi perfettamente con la natura circostante, composta dall’intersezione di due volumi – un cubo e un prisma a base quadrata. Di fronte alla cappella c’è uno stagno, una zona d’acqua visibile dall’interno, che rappresenta il punto di contatto fra il naturale e l’artificiale.
L a C o l l i n a d e l B u d d h a , S a p p o ro , H o k k a i d o Non lontano dal cimitero di Makomanai Takino, a Sapporo, Ando ha costruito un imponente tempio per valorizzare una gigantesca statua del Buddha, un luogo di raccoglimento e meditazione in completa armonia con il contesto naturalistico. Il risultato è un’immensa collina ricoperta di piante di lavanda che avvolgono la statua sacra, creando percorsi sotterranei di avvicinamento alla divinità.
Naoshima Il centro della produzione di Ando è l’isola di Naoshima, un tempo marginalizzata e inquinata dall’attività industriale clandestina. Negli anni Novanta è iniziata la rinascita di questo territorio, grazie a Soichiro Fujutake, businessman e presidente della Benesse Corporation, arrivato sull’isola con il sogno di costruire un’utopia utilizzando la potente arma dell’arte. Dopo anni di cantieri e lavori, Naoshima è diventata il fulcro dell’arte e dell’architettura nipponica: Ando ha costruito qui un lussuoso hotel – la Benesse House – e il Chichu Art Museum, ma sono famose anche le opere di Yayoi Kusama, come una gigantesca zucca a pois gialli e neri posizionata su una passerella verso l’orizzonte, versione pop del torii, il portale in legno all’entrata dei templi shintoisti o in prossimità della costa. Nel villaggio di pescatori di Honmura è inoltre possibile visitare il Museo Ando, un’antica casa tradizionale in legno che nasconde un progetto in cemento totalmente inaspettato, in grado di far immergere il visitatore nell’universo dell’architetto.
Benesse House – Naoshima Per un autentico soggiorno sulle tracce di Tadao Ando e per vivere la sua arte e la sua filosofia a 360°, si ha l’occasione di trascorrere una o più notti alla Benesse House, un luogo da sogno in 69
cui gli ospiti possono scoprire la natura in tutte le sue sfaccettature, attraverso quattro diverse sistemazioni realizzate dall’architetto, ciascuna con le sue particolarità.
S e t o u c h i A o n a g i Re t re a t – S h i k o ku Oppure si può provare Setouchi Aonagi Retreat, un eden sulla terra in cui lasciarsi alle spalle tutto ciò che non è necessario e abbandonarsi alla calma e alla tranquillità del luogo. Con sole sette suite progettate e costruite da Tadao Ando, l’hotel combina il retaggio storico, culturale e naturale del Giappone in un ambiente moderno e silenzioso.
Gli interni di Setouchi Aonagi Retreat.
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WELLBEING 55 JOALI BEING La nuova frontiera delle Maldive
Non è un semplice wellness resort, ma un tempio dove iniziare un viaggio verso il proprio rinnovamento; non offre semplici trattamenti, ma programmi personalizzati focalizzati su pelle, mente, microbioma ed energia
Testo di: Ico Inanc
JOALI BEING La nuova frontiera delle Maldive
Quando si parla di wellness, il rimando alla natura è quasi inevitabile. Esiste, però, un luogo che lo ha fatto diventare la sua filosofia di vita, trasformando un’intera isola nell’eden del benessere. Alle Maldive, nel remoto atollo di Raa, lì dove i grandi flussi turistici non sono ancora approdati, sorge il nuovissimo JOALI BEING – nella piccola isola di Bodufushi – dove ogni cosa è molto più di quanto non potrebbe sembrare. Non è un semplice wellness resort, ma un tempio dove iniziare un viaggio verso il proprio rinnovamento; non offre semplici trattamenti, ma programmi personalizzati focalizzati su pelle, mente, microbioma ed energia, a cura di una équipe di esperti che vi prenderà per mano e vi accompagnerà attraverso la vostra rinascita. Qui Madre Natura è la padrona di casa e l’uomo è solo un ospite: ogni dettaglio del resort è un omaggio alla natura maldiviana, dal moderno design biofilico alle linee sinuose che lo integrano in perfetta armonia con l’ambiente.
Ico Inanc Viaggiatore nell’animo e nei fatti. Figlio d’arte, associa l’odore del cherosene degli aeroplani alla sua infanzia. Esterofilo convinto che ritiene l’Italia il Paese più bello del mondo. Si sente a casa a Cape Town e Londra, come a Tokyo ed Istanbul; confessa che vivrebbe in soli due posti: Copenaghen e la sua Milano.
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Qui Madre Natura è la padrona di casa e l’uomo è solo un ospite: ogni dettaglio del resort è un omaggio alla natura maldiviana, dal moderno design biofilico alle linee sinuose che lo integrano in perfetta armonia con l’ambiente
JOALI BEING è stato inaugurato nel novembre del 2021, ed è diventato da subito il punto di riferimento per tutti quei viaggiatori che desiderano intraprendere un percorso di completa trasformazione e rinnovamento, combinando le ultime innovazioni della scienza medica con trattamenti dalla tradizione secolare, sentendosi circondati e coccolati dagli effetti rilassanti della natura locale. Il resort offre una serie di programmi completamente personalizzabili secondo le esigenze e gli obiettivi degli ospiti, e costruiti sulla base di quattro pilastri chiave: pelle, mente, microbioma ed energia. I trattamenti sono tantissimi e possono vertere su forza e vitalità, chiarezza mentale e benessere, equilibrio ormonale, riequilibrio del peso, digestione, sonno, movimento, salute e immunità. Uno dei programmi più richiesti è quello per il ringiovanimento della pelle: al JOALI BEING potrete infatti sperimentare numerosissimi trattamenti pensati per lenire e proteggere la vostra pelle, rendendola visibilmente più sana e più giovane. Chi desidera provare questo tipo di terapia vedrà tonificate e addolcite le proprie espressioni facciali e rinnovato l’aspetto dell’epidermide attraverso peeling al viso, maschere al carbone e lifting a infusione di ossigeno. Tutto questo all’interno di una serie di spazi e sale trattamenti che si ispirano a tutte le sfumature della natura maldiviana: solo alcuni degli ambienti all’avanguardia del JOALI BEING, dove si trovano anche una stanza per l’idroterapia, una per la terapia del suono, un percorso immersivo nella natura e tanto altro. Chiaramente anche lo sport e l’attività fisica e mentale sono parte integrante di un viaggio verso il rinnovamento e la rinascita di corpo e mente. Dalle infinite possibilità di vivere avventure acquatiche alle conferenze in cui imparare come prendersi cura della propria alimentazione e del proprio benessere, passando per lezioni di gruppo di danze africane, Tai Chi, pilates e meditazione, ma anche boxe, kickboxing e tennis, al JOALI BEING tutti avranno l’occasione di trovare la propria dimensione, di entrare più in contatto con se stessi e di restaurare quel tanto sognato equilibrio originario, spesso purtroppo dimenticato, con una natura materna e accogliente.
Gli interni di una Grand Beach Pool Villa
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JOALI BEING è il punto di riferimento per i viaggiatori che desiderano intraprendere un percorso di rinnovamento, combinando le ultime innovazioni della scienza medica con trattamenti dalla tradizione secolare
URBAN THE ROAD TO WEST HOLLYWOOD La città più inclusiva degli Stati Uniti
VIENNA CITTÀ DELLO SHOPPING A spasso fra gli atelier storici della capitale austriaca
Non è un quartiere, un set cinematografico o un luogo frequentato solo da celebrità e paparazzi: West Hollywood è un’autentica piccola città nascosta tra le vicine Beverly Hills, Santa Monica e Los Angeles, dove tutti sono i benvenuti
Testo di: Martina Torrini
THE ROAD TO WEST HOLLYWOOD La città più inclusiva degli Stati Uniti
Non è un quartiere, un set cinematografico o un luogo frequentato solo da celebrità e paparazzi: West Hollywood – o WeHo, come viene chiamata dai locali – è un’autentica piccola città nascosta tra le vicine Beverly Hills, Santa Monica e Los Angeles, dove tutti sono i benvenuti. Gran parte dei residenti di West Hollywood fa infatti parte della comunità LGBTQ+, e la città è sede di The Abbey, uno dei più grandi e celebri locali gay degli Stati Uniti. Due eventi annuali – LA Pride a giugno e Halloween Carnaval a ottobre – mostrano l’amore di WeHo per il divertimento e la diversità. È anche una delle città più creative della California meridionale, dove è possibile sperimentare atmosfere sospese fra l’urban-chic, il rilassato e l’eccentrico: qui non troverete le lunghe spiagge caratteristiche di questa zona, ma tantissime piscine e rooftop instagrammabili dove scattare la foto perfetta per il vostro feed godendovi un servizio impeccabile e ogni possibile delizia culinaria.
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Gli appassionati di arte e design troveranno a West Hollywood il loro luogo dei sogni: le gallerie d’arte sono tantissime e si concentrano principalmente su Melrose Avenue, un viale che inizia da Santa Monica Boulevard e confina con Beverly Hills. Oltre alle gallerie, qui si trovano anche alcune delle opere di street art più famose della California, come il Paul Smith Pink Wall (8221 Melrose Avenue) e la Danza delle Farfalle (621 N La Cienega Boulevard). Il cuore del quartiere del design è il Pacific Design Center, un centro che si estende per 500.000 metri quadrati e comprende più di 100 showroom di fascia alta, che rappresentano 2.200 linee di prodotti di interior designer, architetti, decoratori e rivenditori, oltre che quartier generale di moltissimi stilisti, negozi alla moda e originali concept store. Sempre rimanendo in tema di architettura e design, a West Hollywood non potrete lasciarvi sfuggire una visita alla Schindler House, casa del famoso architetto californiano Rudolph M. Schindler, progettata nel 1922 da lui e dalla moglie come esperimento di vita in comune da condividere con un’altra coppia, la famiglia Chace.
È composta da due appartamenti a forma di “L” di circa 300 metri quadrati, ciascuno pensato per una delle due famiglie, composti da stanze individuali e da alcuni spazi in comune come la cucina, il giardino giapponese e alcune verande per dormire all’aperto durante le giornate più calde. Con il passare del tempo, la casa è diventata un vero e proprio punto di riferimento per i circoli artistici dell’epoca, in cui venivano organizzati incontri con personaggi di spicco dal mondo della pittura, dell’arte e della letteratura; oggi è uno spazio artistico e un laboratorio di design concepito con l’obiettivo di trasmettere i valori dell’arte e della cultura americana a cittadini e viaggiatori da tutto il mondo, dove si tengono mostre, presentazioni ed eventi. Un altro lato di West Hollywood è quello che nasce dal suo legame con la musica: lo spirito del rock ‘n’ roll è infatti ancora fortissimo dappertutto in città. Famosi gruppi rock come i Rolling Stones, i Led Zeppelin, gli Who e i Doors hanno soggiornato presso l’hotel Andaz – su Sunset Boulevard – durante le loro tournées. L’hotel è stato persino soprannominato “The Riot House”: si dice infatti che John Bonham, il batterista dei Led Zeppelin, abbia attraversato i corridoi dell’hotel con la sua moto; Keith Richards fece cadere un televisore della sua camera, mentre Jim Morrison fu sfrattato per essere rimasto precariamente appeso alla finestra con la punta delle dita. Uno dei locali più famosi della storia della musica è il Whisky a Go Go, epicentro della scena rock di West Hollywood in cui è nata la go-go dance a metà degli anni Sessanta: fra il maggio e l’agosto del 1966, i Doors furono la house band del locale, fino a quando non vennero licenziati a causa di un comportamento troppo sopra le righe di Jim Morrison. Una suite dell’hotel Andaz
Fra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta qui si sono esibiti regolarmente artisti del calibro di Janis Joplin, i Motley Crüe e i Guns N’ Roses, che hanno reso il Whisky a Go Go un luogo sacro per tutti gli appassionati di rock. Anche il Roxy Theatre è uno dei simboli del legame fra West Hollywood e la musica rock: Bruce Springsteen tenne un concerto di grande successo nel 1975, e, fra gli altri, suonarono qui anche David Bowie, Neil Young e Prince. Fu persino la location scelta per il debutto dell’iconico musical The Rocky Horror Show nel 1974, e oggi ospita tantissime band e musicisti emergenti. Dopo i concerti, i più famosi rocker degli anni Sessanta e Settanta frequentavano il Mel’s Diner, che all’epoca era noto come Ben Frank’s. Oggi questo diner rétro è il luogo perfetto per assaggiare le tipiche specialità americane, come hamburger, frullati, torte e caffè, ma, se si è abbastanza attenti, si potrà notare che questo è anche il ristorante del film American Graffiti e della serie HBO Entourage.
Il Goldenes Quartier è la nuova area dello shopping di lusso nel centro storico di Vienna, dove sorgono le boutique di alcuni fra i più importanti marchi internazionali © WienTourismus/Christian Stemper
Testo di: Martina Torrini
VIENNA CITTÀ DELLO SHOPPING A spasso fra gli atelier storici della capitale austriaca
Patria della Sezession (lo stile Liberty austriaco), città imperiale in grado di combinare le ricchezze e gli sfarzi del passato con atmosfere più trendy, attuali e innovative, Vienna offre ai viaggiatori importanti musei, antichi palazzi, suggestivi giardini ottocenteschi, caffè storici e luoghi di tendenza. Le residenze aristocratiche, i palazzi Liberty e gli edifici modernisti costruiti all’epoca di Klimt, Freud, Schiele e Mahler sono i simboli più autentici e tradizionali della città, ma non mancano le occasioni per scoprire una località sofisticata e al passo con i tempi, fra gallerie d’arte contemporanea, nuovissimi ristoranti gourmet e raffinate vie dello shopping. Come il Goldenes Quartier, la nuova area dello shopping di lusso nel centro storico di Vienna, dove sorgono le boutique di alcuni fra i più importanti marchi internazionali, come Louis Vuitton, Prada, Miu Miu, Chanel e Saint Laurent, solo per citarne alcuni. Ma il lusso nella capitale austriaca è parte di una vera e propria tradizione di lunga data: anche se la monarchia austro-ungarica non esiste più dal 1918, ci sono ancora diverse aziende che esibiscono con fierezza l’insegna dei fornitori di corte imperialregi per sottolineare che il loro elevato livello qualitativo è rimasto invariato dall’epoca in cui vendevano merci e servizi alla corte imperiale.
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I fornitori imperialregi appartengono a tutti i settori, dall’arredamento all’abbigliamento, dall’arte alla cucina: uno fra gli esempi più celebri è quello della Torta Sacher, ormai conosciuta in tutto il mondo, che viene realizzata nella pasticceria dell’Hotel Sacher dal 1832 secondo una ricetta segreta custodita gelosamente da allora. In passato la tavola reale veniva riccamente apparecchiata con pezzi di J. & L. Lobmeyr, un’azienda che produce preziosi oggetti in vetro come raffinati servizi di bicchieri e scintillanti lampadari, e che ancora oggi ha una magnifica boutique in Kärntner Straße, dove tutto è iniziato: qui potrete ammirare la collezione privata di vetri dell’azienda, l’archivio e alcuni disegni da esposizione, ma anche prenotare una cena privata ed esclusiva nello storico negozio, con tavoli apparecchiati con pezzi in vetro Lobmeyr e porcellane e argenteria dei principali produttori europei.
© WienTourismus/Peter Rigaud
E non mancano di certo le gioiellerie: nella bottega di A. E. Köchert sono ancora oggi disponibili alcune edizioni limitate delle stelle di diamanti che il gioielliere realizzò in occasione del primo anniversario di nozze di Elisabetta e Francesco Giuseppe, che l’imperatrice amava indossare fra i capelli. I veri viennesi si fanno realizzare abiti su misura nella boutique di moda maschile Kniže, che fin dall’Ottocento è stata il principale fornitore degli arciduchi della casa asburgica; oggi la sartoria, che sorge lungo l’elegante Graben, produce frac, smoking e cut, abiti da uomo, blazer e stresemann. Nello storico calzaturificio artigianale Rudolf Scheer & Söhne, in attività ormai da sette generazioni, avrete invece la possibilità di osservare le forme in legno delle scarpe dell’imperatore Francesco Giuseppe e di altri nobili clienti, senza dimenticare di acquistare il vostro perfetto paio di calzature su misura, da uomo o da donna. L’antiquariato è un altro autentico punto di forza del settore del lusso viennese: sono tantissimi, infatti, i negozi di questo tipo nel centro storico della città e nelle strette viuzze trasversali del Graben, come Dorotheergasse, Stallburggasse, e Bräunerstraße. Armadi barocchi, bauli di epoca rinascimentale, eleganti tappeti, preziosi orologi, e poi dipinti, porcellane e antichi gioielli sono solo alcuni fra i tesori che avrete l’opportunità di scovare fra gli scaffali e gli ambienti dei negozi di antiquariato più forniti. Potrete trovare classici dell’argenteria viennese riprodotti fedelmente alla Wiener Silber Manufactur, fra cui le posate disegnate da Josef Hoffmann e Oswald Haerdtl, mentre alla casa d’aste Dorotheum, fondata nel 1710, scoprirete l’eden degli appassionati di oggetti antichi. Oltre alle realtà più storiche e alle boutique di alta moda internazionale, anche tantissimi stilisti viennesi hanno il loro atelier nel centro storico della capitale: fra gli altri spiccano Michel Mayer, Schella Kann, l’esperto di accessori Robert Horn, il calzaturificio Ludwig Reiter e la cappelleria Mühlbauer, che annovera fra i suoi clienti personalità del calibro di Madonna, Brad Pitt, Lady Gaga, Victoria Beckham e Kate Moss.
La cappelleria Mühlbauer - © WienTourismus/Peter Rigaud
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