Travelista | Spring Edition 2023

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TRAVELISTA

anno 3 numero#9 | spring edition MMXXII | 5782 EUR 15 AED 60 CHF 15 | HKD 120 | JPY 1800 | USD 17 ZAR 275
2 Ph. Santi Caleca A.D. Graph.x Icona Design V. Van Duysen Fantini Milano Via Solferino, 18 20121 Milano Ph. +39 02 89952201 fantinimilano@fantini.it Fratelli Fantini SpA Via M. Buonarroti, 4 28010 Pella (NO) Ph. + 39 0322 918411 fantini@fantini.it www.fantini.it icona Nickel PVD Matt Copper PVD Matt British Gold PVD Matt Gun Metal PVD
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GRANDE CUVÉE ALMA BRUT LA NATURA AL CENTRO
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Le giornate si allungano, nei parchi e nei giardini iniziano a sbocciare i fiori, la natura si risveglia e colora le città e le campagne di nuove sfumature.

primavera!

Con l’arrivo della bella stagione è uscito anche il nuovo numero di TRAVELISTA, con tanti spunti e suggerimenti per vivere il meglio di questo periodo dell’anno e non solo: oltre a un viaggio alla scoperta dei colori e dei profumi della primavera nella Riviera Ligure di Ponente o a tanti consigli per visitare diverse località dove la natura è la vera protagonista, a breve distanza da New York City, inizieremo a pensare all’estate con un viaggio in Corsica, una delle mete più insolite e di nicchia del Mediterraneo.

Ci interrogheremo sulle sfide e le infinite possibilità del turismo sostenibile, una realtà sempre più importante nel contesto in cui viviamo, e visiteremo tante altre località in tutto il mondo.

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Ico Inanc, Editore Buona
lettura,
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AMBURGO 61 Città del futuro ESSERE (GREEN) O NON ESSERE (GREEN)? 13 Le sfide del turismo sostenibile 8 LOCALITÀ PER UN WEEKEND DA NEW YORK CITY 21 Quando la metropoli incontra la natura COLORI E PROFUMI DI PRIMAVERA AD ALASSIO 29 I Giardini e la Villa della Pergola 10 CONCERTI IMPERDIBILI IN ITALIA NEL 2023 35 Tutti i migliori artisti e le date THE TRAVELLER IN VIAGGIO CON... 43 Indimenticabile Namibia LE GOURMAND L’UOVO 49 Tra sacralità e festività NATURA IL MEDITERRANEO PIÙ INSOLITO 73 Un’estate in Corsica SAFARI, NATURA E RELAX NEL BUSH SUDAFRICANO 79 Un soggiorno a Makanyi Private Game Lodge CULTURA GERUSALEMME OLTRE GERUSALEMME 89 Il mondo si incontra qui SCUOLA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE A SCUOLA 105 Il caso di Chat GPT
LIFESTYLE URBAN
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CREDITS

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LIFESTYLE 8 LOCALITÀ PER UN WEEKEND DA NEW YORK CITY 21 Quando la metropoli incontra la natura ESSERE (GREEN) O NON ESSERE (GREEN)? 13 Le sfide del turismo sostenibile 29 I Giardini e la Villa della Pergola COLORI E PROFUMI DI PRIMAVERA AD ALASSIO 35 Tutti i migliori artisti e le date 10 CONCERTI IMPERDIBILI IN ITALIA NEL 2023

Oltre alle singole azioni quotidiane che ognuno di noi può portare avanti nel proprio piccolo, l’impegno per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni deve provenire dalle istituzioni e dai maggiori settori produttivi, come quello turistico.

ESSERE GREEN O NON ESSERE GREEN ?

Le sfide del turismo sostenibile

Estati caldissime, inverni miti e perturbazioni sempre più rare o violente: in un mondo più che mai minacciato dai cambiamenti climatici è importante e necessario che ciascuno faccia la propria parte per garantire un futuro più sereno alla nostra Terra.

Ma oltre alle singole azioni quotidiane che ognuno di noi può portare avanti nel proprio piccolo, l’impegno per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni deve provenire dalle istituzioni e dai maggiori settori produttivi, come quello turistico. Secondo il World Travel & Tourism Council, infatti, l’8-10% delle emissioni globali di CO2 è causato dai viaggi, e in particolar modo dagli spostamenti per raggiungere una destinazione: treni, aerei, automobili o navi che siano, i mezzi di trasporto vengono alimentati grazie a fonti come petrolio e gas, rilasciando anidride carbonica, che, immessa nell’atmosfera, la riscalda.

È pertanto diventato fondamentale per tutti i compartimenti del turismo stabilire nuovi standard per rendere l’esperienza di viaggio più sostenibile. Vediamo alcuni esempi delle strategie più vincenti che sono state messe in atto finora per assicurare un futuro più green al settore dei viaggi.

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L’aereo è il modo più semplice di viaggiare perché consente di raggiungere le destinazioni più lontane nel minor tempo possibile.

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Gli esterni del Six Senses Douro Valley, conosciuto per l’attenzione alla sostenibilità.

Verso voli sempre più sostenibili

È il modo più semplice di viaggiare perché consente di raggiungere le destinazioni più lontane nel minor tempo possibile, ma è anche quello più inquinante: circa il 2% delle emissioni di CO2 proviene infatti dal settore dell’aviazione.

Tuttavia, sfruttando le nuove tecnologie, diverse compagnie aeree stanno sempre più iniziando a parlare di voli a basso impatto ambientale: nel 2022 ad esempio, durante la conferenza sulla mobilità sostenibile dell’Unione Europea, Wizz Air ha presentato il primo volo ecologico con una dimostrazione sulla rotta fra Bucarest e Lione; in questa occasione è stato in parte utilizzato un carburante ottenuto dalla miscela di combustibile convenzionale e di tipo biojet, ricavato da scarti, che può ridurre le emissioni di anidride carbonica fino al 90% nel corso del suo ciclo di vita.

Un’altra proposta per un’aviazione a basso impatto ambientale è quella di una gestione digitalizzata del traffico aereo, con il fine di ridurre al minimo il ritardo dei voli e di conseguenza di risparmiare carburante. In questo modo si possono diminuire le emissioni di CO2 sia integrando iniziative esistenti come la regolazione del rullaggio con un solo motore al decollo e all’atterraggio, sia sfruttando informazioni meteorologiche avanzate. Questo programma, chiamato Iris, è nato dalla collaborazione fra Inmarsat - leader mondiale nei servizi per le telecomunicazioni mobili satellitari - l’Agenzia Spaziale Europea e Airbus, e sostiene anche la modernizzazione dello spazio aereo: la soluzione maggiormente percorribile ad oggi per raggiungere l’obiettivo di rendere i voli più sostenibili.

Nel prossimo futuro si concretizzeranno progetti ancora più ambiziosi. Entro il 2035 si stima che diventeranno realtà i primi aerei alimentati a idrogeno, con i primi test previsti già per il 2026: questi velivoli potrebbero essere impiegati per voli a corto e medio raggio, ma il costo del carburante è ancora da valutare. Si ipotizza poi la realizzazione di aerei a turboelica per i collegamenti regionali, di aerei a turboventola e di jet di nuova concezione per i viaggi medi, ma non sarebbe lontana anche l’idea di produrre aerei elettrici, prendendo spunto dal settore delle automobili. La difficoltà maggiore sarebbe però relativa alle batterie: dovrebbero infatti essere potenti tanto da permettere all’aereo di rimanere in quota anche per lunghe distanze, con il rischio di allungare i tempi a causa della necessità di ricarica a ogni tappa.

Cosa significa essere sostenibile per un hotel?

Spesso si pensa che sia sufficiente eliminare la plastica monouso e utilizzare fonti d’energia rinnovabili per definire il proprio hotel green, ma oggi queste attenzioni non sono più abbastanza, per quanto fondamentali. Le strutture ricettive devono impegnarsi per offrire ai propri ospiti esperienze che non abbiano un impatto sull’ambiente e sulle comunità locali, pensando non solo al benessere dei viaggiatori ma anche a quello di coloro che vivono in quel luogo.

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Come sottolinea Jeff Smith, Vice President Sustainability di Six Senses Hotels Resorts Spas, in un articolo pubblicato su Vanity Fair “ciò significa proteggere tutte le risorse naturali e umane, tenendo conto anche di fattori esterni, come le catene di approvvigionamento, le comunità e la fauna locale, risorse senza le quali la filiera dell’hôtellerie non può sopravvivere”.

Six Senses è per l’appunto uno degli esempi più virtuosi di brand alberghiero che punta nella direzione giusta quando si parla di sostenibilità: oltre ad adottare buone pratiche all’interno di tutte le strutture, finanzia progetti locali al di fuori degli hotel. Fra i numerosi impegni quello di fornire accesso all’acqua potabile alle comunità in Cambogia, in Thailandia e alle Maldive, di preservare le specie di scimmia in via d’estinzione in Vietnam, di iguana alle Fiji e di asino in Portogallo, o ancora di produrre localmente gli ingredienti dei propri ristoranti proponendo una cucina sostenibile, biologica e radicata nel territorio.

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Un altro esempio è quello del Relais & Châteaux Suján Sher Bagh, nello Stato indiano del Rajasthan: qui, per ridurre l’impatto sul tessuto socio-economico del territorio, è stato messo a punto un programma di corporate social responsibility a cui gli ospiti possono partecipare per creare valore, non solo per sé ma anche per gli altri, tramite il viaggio. Un importante impegno viene portato avanti in collaborazione con l’associazione no profit locale Dastkar, che favorisce l’emancipazione femminile attraverso l’artigianato: acquistando abiti, accessori e biancheria per la casa realizzati a mano dalle donne di questa comunità, i viaggiatori possono sostenere concretamente l’economia locale.

Non mancano anche casi tutti italiani in quanto ad attenzione per la sostenibilità: in Lombardia e in Trentino, presso i Lefay Resorts vi è un importante sforzo di contenimento del fabbisogno energetico tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili prodotte con sistemi ad alto rendimento, come caldaie a biomassa e impianti di cogenerazione. In Toscana Borgo Santo Pietro punta sulla natura come fonte di principale sostentamento della vita quotidiana della struttura: un’équipe di agricoltori, giardinieri e chef collabora ogni giorno per portare in tavola i prodotti della tenuta, concepita come una vera e propria realtà autosufficiente che comprende anche una Herb House, dove le erbe degli orti vengono trasformate in oli essenziali e utilizzate per una linea cosmetica.

Questi sono solo alcuni esempi di realtà che ogni giorno si impegnano in maniera virtuosa per rendere l’esperienza di viaggio sostenibile per il nostro Pianeta. Ora sta ai viaggiatori fare la propria parte per concorrere alla trasformazione del settore turistico in ottica green, sostenendo questi e molti altri progetti per il benessere della Terra.

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I giardini del Lefay Resort & SPA Lago di Garda.

Fra una passeggiata a Central Park e una serata in uno dei teatri più storici di Broadway, durante il vostro prossimo viaggio a New York potrete anche partire per una piccola fuga in una fra le località più amate dai local per un weekend lontano dalla frenesia della metropoli.

8 LOCALITÀ PER UN WEEKEND

DA NEW YORK CITY

Quando la metropoli incontra la natura

New York è sempre New York. È la Grande Mela, la città che non dorme mai, terra di sogni e speranze. Perché come diceva Frank Sinatra: “If I can make it here, I can make it anywhere”. È una metropoli in continuo movimento, e ogni volta che la si visita offre qualcosa di nuovo da vedere, fra i suoi imponenti grattacieli, gli spettacolari rooftop e gli immensi musei, ricchi di opere d’arte del passato e capolavori contemporanei.

Ma fra una passeggiata a Central Park e una serata in uno dei teatri più storici di Broadway, durante il vostro prossimo viaggio a New York potrete anche partire per una piccola fuga in una fra le località più amate dai local per un weekend lontano dalla frenesia della metropoli.

Dalle atmosfere posh degli Hamptons alla quiete di Lake Placid, seguite i nostri consigli e scoprite infiniti spazi di natura a breve distanza da una delle città più densamente popolate al mondo.

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Una spiaggia degli Hamptons. Gli Hamptons, il rifugio dell’élite newyorkese per staccare dal caos urbano. Una splendida vista panoramica su Lake Placid.
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Le Taughannock Falls, nella regione dei Finger Lakes.

Hamptons

A circa due ore di automobile da New York City sorge una lingua di terra emersa, il confine fra il mare e il cielo di un’America in cui i sogni possono ancora essere realizzati. Gli Hamptons – così vengono chiamate le cittadine di Southampton e East Hampton – occupano la punta finale di Long Island e possono essere raggiunti attraversando Brooklyn e il Queens percorrendo poi tutta la Suffolk County: sono un’altra Manhattan, il rifugio dell’élite newyorkese per staccare dal caos urbano.

New York

North Fork e Shelter Island

L’alternativa meno posh agli Hamptons: sempre a Long Island, a circa due ore di automobile da New York, potrete scoprire la natura incontaminata e i piccoli ma vivaci villaggi della penisola di North Fork e della vicina Shelter Island. Raggiungete la cittadina di Greenport, la principale, conosciuta per il suo porto, le casette dei pescatori, per i vigneti e per i campi di lavanda che sboccia a luglio, e poi scoprite la vicina isola via traghetto, dove vi aspettano sentieri di trekking, fitte foreste e spiagge protette.

New York

Finger Lakes

Una zona completamente circondata dai vigneti, perfetta da visitare in ogni stagione. La regione dei Finger Lakes, raggiungibile in circa quattro ore e mezza di automobile da New York, offre un’ottima occasione per scoprire un territorio ricco di natura e una delle aree più incontaminate dello Stato, oltre che una delle destinazioni più in degli Stati Uniti per gli amanti del buon vino, con le sue più di cento cantine.

New York

Lake Placid

A circa cinque ore di automobile da New York, Lake Placid è una delle mete più famose per una fuga d’inverno dalla città che non dorme mai, ma è perfetta da visitare anche in tutte le altre stagioni. Sul calmo Mirror Lake, caratterizzato da incredibili trasparenze, potrete dedicarvi all’esplorazione in canoa e in kayak, mentre dalla zona della Brewster Peninsula partono tanti sentieri di trekking da percorrere a piedi o in mountain bike.

New York
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L’attrazione principale di Martha’s Vineyard sono le famosissime Gingerbread Houses del paesino di Oak Bluff, casette tutte colorate, rosa, viola o azzurre, in stile vittoriano.

Rhode Island

Newport

Nel piccolo Stato del Rhode Island, a tre ore di automobile da New York, potrete vivere un’avventura dalle mille sfaccettature: a Newport potrete ammirare chilometri e chilometri di spettacolari panorami costieri, scoprire un’architettura in stile coloniale, passeggiare sul vivace lungomare, scoprire spiagge incontaminate e antiche dimore storiche.

Massachusetts

Martha’s Vineyard

Rifugio di artisti e presidenti americani, questa isola a cinque ore di traghetto da New York affascina per la sua natura e per il buon cibo, per le sue casette variopinte e per i suoi villaggi dai colori pastello. L’attrazione principale di Martha’s Vineyard sono le famosissime Gingerbread Houses del paesino di Oak Bluff, casette tutte colorate, rosa, viola o azzurre, in stile vittoriano, ciascuna con il suo grazioso giardinetto e una bandiera americana che sventola.

Massachusetts

Berkshires

Nella parte più a ovest del Massachusetts, a tre ore e mezza di automobile da New York City, i monti del Berkshire offrono una straordinaria cornice naturale a piccole città ricche di storia e cultura. Qui potrete percorrere per un po’ il famoso Sentiero degli Appalachi, attraversando valli, cime spettacolari e le tipiche cittadine del New England.

Connecticut

Mystic

Sulle sponde del fiume Mystic sorge l’omonima cittadina, tappa imperdibile di qualsiasi itinerario in New England e raggiungibile in circa due ore e mezza di automobile da New York City. È un antico villaggio marinaro, che ha mantenuto negli anni le sue atmosfere vivaci e pittoresche: da non perdere il Mystic Seaport Museum, il più grande museo marittimo al mondo.

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La pittoresca cittadina di Mystic. La natura di Harvard, nel Berkshire. La costa di Martha’s Vineyard.
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Un faro sulla baia di Newport.

Ad Alassio si trovano i Giardini di Villa della Pergola: un parco storico

costruito alla fine dell’Ottocento e affacciato sul mare, eletto nel 2022

il Parco più bello d’Italia”. Ph. Matteo Carassale

COLORI E PROFUMI DI PRIMAVERA AD ALASSIO

I Giardini e la Villa della Pergola

Sono in molti a parlare della bellezza poetica del mare d’inverno, o a preferire di visitare le località balneari in estate, quando il caldo sole abbronza la pelle e invita a trascorrere interminabili ore fra le acque cristalline che bagnano le spiagge. Ma se in Italia esistesse una cittadina di mare in grado di sprigionare colori e suggestioni anche in primavera? Un luogo dove, al di là di un pittoresco lungomare e di uno storico centro città, ci si può immergere in un immenso giardino rigoglioso, ricco di verde e di piante provenienti da ogni parte del mondo?

Tutto questo è possibile ad Alassio, sulla Riviera Ligure di Ponente, dove si trovano i Giardini di Villa della Pergola: un parco storico costruito alla fine dell’Ottocento e affacciato sul mare, eletto nel 2022 “il Parco più bello d’Italia”.

La storia più recente dei Giardini risale al 2006, quando furono restaurati grazie alla famiglia Ricci e all’intervento dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone: i 22.000 metri quadri di terreno vennero recuperati, conservati e arricchiti di nuove fioriture autoctone ed esotiche, fra cui la più importante collezione italiana di glicini, composta da ben 34 varietà di questa pianta, e la principale collezione di agapanto in Europa, con quasi 500 specie diverse.

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Oltre ai colori di queste e di molte altre piante e fiori stagionali, la flora mediterranea ed esotica sempreverde tinge i Giardini di Villa della Pergola di tante e diverse sfumature di verde date dall’accostamento di pini marittimi, carrubi, mirti, ulivi, mandorli, cipressi, cedri del Libano, lecci, cactus, palme e di una ricchissima collezione di agrumi, che danno un tocco di colore insieme alle jacarande, alle ninfee, alle bouganville, agli oleandri, alle rose e alle tantissime altre varietà di piante e fiori che popolano il Parco.

Visitare i Giardini di Villa della Pergola significa immergersi in un percorso fatto di profumi e di colori, di scenari e di paesaggi diversi in tutte le stagioni; significa ammirare il mare da una terrazza fiorita, da un’oasi di natura non molto lontana dal centro di Alassio; significa prendersi una pausa dalla vita delle grandi città e scoprire curiosità e leggende su piante rare ed esotiche, rimanendo estasiati di fronte alla bellezza e al potere della natura.

Ph. Matteo Carassale La fioritura dei glicini ai Giardini di Villa della Pergola. Ph. A. Le Mure. Gli esterni del ristorante Nove. Ph. Matteo Carassale. Una camera del Relais & Châteaux Villa della Pergola. Ph. Matteo Carassale.
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La collezione di agapanto dei Giardini di Villa della Pergola. Ph. A. Le Mure.

Uno dei momenti migliori in cui la fioritura si trova al suo massimo splendore è sicuramente la primavera, quando diverse specie di piante e fiori sbocciano a nuova vita: tra gli eventi più attesi ogni anno c’è quello della fioritura dei glicini, che avviene nel mese di aprile, quando un imponente pergolato e altri angoli del Parco si colorano di una splendida sfumatura di lilla, in grado di spiccare sul verde delle piante sempreverdi circostanti. In occasione della fioritura dei glicini, ai Giardini vengono organizzati eventi e workshop tematici, oltre alle consuete visite guidate.

Ma per chi desidera vivere l’esperienza di completa fusione con la natura e con la flora locale per più di una visita, esiste la possibilità di soggiornare presso Villa della Pergola, una struttura Relais & Châteaux letteralmente immersa nel verde dei Giardini, un luxury hotel che offre ai suoi ospiti 15 suites divise tra la Villa, il Villino, Casa del Sole e Casa Wisteria. L’hotel, che riaprirà per la stagione 2023 dal 1° maggio, rientra a pieno titolo nel novero delle dimore storiche liguri perfettamente conservate nella loro struttura originaria, come Villa Hanbury alla Mortola, Villa Ormond e Villa Nobel a Sanremo, Villa Altachiara e il Castello Brown a Portofino e Villa Marigola a Lerici. Si tratta di un relais de charme intimo e curato nei minimi dettagli, che è stato ristrutturato mantenendo la sua anima originaria, con poche camere, molta emozione e un profondo senso di un tempo perduto, dove anche la ristorazione ha una grande importanza: all’interno di Villa della Pergola potrete infatti provare il ristorante stellato Nove, dove viene dedicata la massima attenzione alla ricerca e alla qualità delle materie prime – rigorosamente del territorio – nel più assoluto rispetto verso la stagionalità dei prodotti e attraverso continue sperimentazioni.

Non esiste miglior luogo di questo per celebrare la natura e la primavera.

Lo spettacolo del pergolato con i glicini in fiore. Ph. A. Le Mure.
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Quando arriva la bella stagione si avvicina anche il periodo dei concerti, all’aperto, negli stadi o all’interno di festival che animano la scena musicale di tutta Italia.

10 CONCERTI IMPERDIBILI IN ITALIA NEL 2023

Tutti i migliori artisti e le date

Quando arriva la bella stagione si avvicina anche il periodo dei concerti, all’aperto, negli stadi o all’interno di festival che animano la scena musicale di tutta Italia. Se il 2022 è stato l’anno della ripartenza – con il ritorno a piena capienza delle sale da concerto – il 2023 sarà quello della completa ripresa degli eventi.

Già durante l’anno appena trascorso cantanti italiani come Vasco Rossi e Ligabue si sono distinti per lo straordinario numero di spettatori che hanno acquistato i biglietti per i loro concerti; ma non sono mancati anche record di artisti stranieri, come gli Imagine Dragons, che hanno registrato il maggior numero di biglietti venduti fra i concerti internazionali. Ma non finisce qui: secondo dati SIAE, si stima infatti che il totale di spettatori sia aumentato del 37% rispetto al 2019, nonostante il numero inferiore di concerti.

Vediamo quindi quali sono gli eventi più attesi e da non perdere per il 2023 in Italia.

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Coldplay

La band inglese che raggiunse il successo nel 2000 con il brano “Yellow” torna in Italia con due tappe di più giorni del tour mondiale “Music of the Spheres”:

i Coldplay saranno a Napoli il 21 e il 22 giugno allo Stadio Diego Armando Maradona e a Milano il 25, il 26, il 28 e il 29 giugno allo Stadio San Siro.

Bruce Springsteen

Nel documentario “A Letter to You”, Bruce Springsteen aveva annunciato che nel suo prossimo tour avrebbe incluso quattro serate di fila a San Siro, a Milano, poi saltate a causa della pandemia.

Per tutto il 2021 si sono susseguite notizie e rumors riguardo i suoi concerti, e finalmente adesso sono state rese note le date:

il Boss si esibirà il 18 maggio a Ferrara, al Parco Urbano Bassani, il 21 maggio a Roma, al Circo Massimo, e il 25 luglio a Monza, all’Autodromo Nazionale.

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Depeche Mode

Dal nuovo album “Memento Mori”, che invita a vivere ogni giorno al massimo delle sue potenzialità, i Depeche Mode partiranno per un tour che li porterà a Roma il 12 luglio allo Stadio Olimpico, a Milano il 14 luglio allo Stadio San Siro e a Bologna il 16 luglio allo Stadio Dall’Ara.

Poterli vedere dal vivo sarà un’esperienza unica, accompagnata non più solo da ritmi techno-pop, ma anche da un vero e proprio blues elettronico.

Maroon 5

I Maroon 5 tornano in Italia, dove saranno gli headliner di Firenze Rocks 2023.

La band californiana capitanata da Adam Levine ha annunciato il suo nuovo tour e la partecipazione ai maggiori festival d’Europa, fra cui quello di Firenze il 18 giugno , che li porterà a esibirsi sul palco della Visarno Arena.

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Imagine Dragons

Ormai da alcuni anni gli Imagine Dragons sono fra le band straniere più amate in Italia.

Con i loro singoli nominati Dischi di Platino “Bones” e “Sharks” e con molte altre hit, saranno nel nostro Paese con un’unica data, il 5 agosto al Circo Massimo di Roma.

Florence + The Machine

Il gruppo britannico, fra gli esponenti di maggiore rilievo nella scena alternative rock a partire dagli anni 2010, torna in Italia il 22 giugno durante l’I-Days Festival, all’Ippodromo SNAI di Milano , dopo quattro anni dagli straordinari concerti di Torino, Bologna e Milano Rocks.

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Red Hot Chili Peppers

Altri importantissimi ospiti dell’I-Days Festival di Milano sono i Red Hot Chili Peppers, che terranno il loro concerto nel capoluogo lombardo il 2 luglio, sempre all’Ippodromo SNAI.

Questa tappa italiana avviene dopo il loro tour più lungo: 40 date negli stadi, fra cui show sold out a Londra, Parigi, Los Angeles e molte altre città.

Sting

Cantautore, polistrumentista e attore britannico, Sting ha esordito come bassista e frontman dei Police, per poi intraprendere una carriera da solista di successo, con influenze musicali che includono rock, jazz, reggae, pop, musica classica, new-age, progressive rock e worldbeat.

Quest’anno suonerà a Mantova l’11 luglio, in piazza Sordello, in provincia di Torino il 12 luglio, al Sonic Park Stupinigi, e a Roma il 14 luglio , all’Auditorium Parco della Musica.

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Harry Styles

Il“Love on Tour” di Harry Styles si chiuderà con un imperdibile appuntamento tutto italiano presso la RCF Arena di Reggio Emilia, il 22 luglio.

Sarà un’occasione unica per celebrare l’amore dell’Italia per la superstar mondiale, che in soli sei anni di carriera solista è riuscita a diventare una vera e propria icona del pop e a conquistare gli stadi più importanti al mondo.

Gli OneRepublic tornano in Italia con quattro tappe diverse in quattro città: l’11 luglio saranno a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, il 12 luglio a Napoli, presso l’Arena Flegrea, il 14 luglio a Mantova , in Piazza Sordello, e il 16 luglio a Lucca , in Piazza Napoleone e in occasione del Lucca Summer Festival.

OneRepublic 40

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THE TRAVELLER In viaggio con..

Germana De Luca

Nata a Monza, vive a Milano. Avvocato, è responsabile dell’Ufficio Legale del Teatro alla Scala di Milano. Vive per viaggiare. Appena può parte per esplorare una parte del nostro meraviglioso mondo, ed è contenta solo quando ha almeno tre viaggi in cantiere.

Indimenticabile Namibia

Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto nella mia vita, ho provato fortissime emozioni di fronte a paesaggi e monumenti in ogni parte del mondo, ed ero convinta di non riuscire a trovare un luogo che me ne facesse provare ancora, pensando di essere ormai assuefatta alla bellezza.

Ma poi è arrivato il viaggio in Namibia!

Di solito per indole scelgo destinazioni in cui le opere dell’uomo prevalgono sulla natura, ma per la Namibia, caratterizzata da paesaggi spettacolari, sentivo di dover fare un’eccezione, e non me ne sono pentita. Per apprezzarla al meglio, insieme a mio marito abbiamo scelto di viaggiare con un piccolo aereo privato, con il quale abbiamo sorvolato tutto il paese.

E sicuramente vedere anche dall’alto i suoi spazi infiniti e il deserto che improvvisamente si fa mare, ha contribuito ad accrescere il fascino di un viaggio senza tempo. Non dimenticherò mai le albe e i tramonti che hanno dato una luce speciale alla terra gialla del deserto, spesso arricchiti da buffet magicamente allestiti dalla nostra guida mentre eravamo impegnati a scattare fotografie. Siamo partiti da Windhoek alla volta della Namib Rand Nature Reserve, dove abbiamo alloggiato nello splendido Wolwedans Dunes Lodge, base perfetta per esplorare i dintorni e incontrare gli orici.

I colori che cambiano nel deserto rosso del Namib man mano che passavano le ore ci hanno lasciato senza fiato…

Ci siamo poi spostati nella regione di Sossusvlei, per ammirare le mitiche dune rosse, e siamo arrivati fino al Fish River Canyon, che nulla ha da invidiare al Grand Canyon americano. La tappa successiva è stata Luderitz, tranquilla cittadina che ricorda la colonizzazione tedesca, e a Komanskop, la città fantasma… un luogo abbandonato dai lavoratori delle miniere di diamanti nella metà del 1900. Siamo poi ripartiti in aereo per sorvolare la Skeleton Coast, dove il giallo e il blu dell’oceano formano un contrasto cromatico davvero abbagliante e calamitante, e abbiamo raggiunto Walwis Bay, da dove siamo partiti in fuoristrada e percorso la lunga spiaggia, accompagnati dalle otarie, fino a Pelikan Point: un luogo meraviglioso, di un fascino assoluto, da cui non si vorrebbe mai ripartire.

Qui ci attendeva una delle esperienze più coinvolgenti del nostro itinerario: abbiamo percorso le dune del deserto su e giù in riva all’oceano fino a Sandwich Harbor con un fuoristrada, il cui autista che ci ha fatto vivere momenti davvero adrenalinici!

Ma le emozioni non erano ancora finite perché abbiamo volato verso nord attraversando il roccioso Damaraland per raggiungere la regione del Kaokoland, dove ci attendevano altre escursioni nel deserto per incontrare elefanti e leoni. E per finire ci siamo spinti nella Hartmann’s Valley, al confine con l’Angola, dove abbiamo soggiornato nello splendido Serra Cafema lodge, che ci è rimasto nel cuore per la sua bellezza e il lusso inaspettato. Qui abbiamo potuto divertirci moltissimo guidando i quad su e giù per le dune, e soprattutto abbiamo incontrato gli Himba, che ci hanno accolto nel loro territorio con grande ospitalità.

Che dire? Un’esperienza davvero indimenticabile, ricca di magia non solo per i paesaggi ma anche per le popolazioni incontrate e, non ultimo, il fascino discreto dei lodges in cui abbiamo alloggiato: la consiglio a tutti!

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LE GOURMAND

L’UOVO 49 Tra sacralità e festività

Pochi prodotti simboleggiano la rinascita della vita primaverile dopo la stagione invernale come l’uovo. Foto tratta da: “Cucina bruta, Tommasi editore e Carlo Cracco Gribaudo editore”.

L’UOVO

Tra sacralità e festività

Pochi prodotti simboleggiano la rinascita della vita primaverile dopo la stagione invernale come l’uovo. Alto il suo significato simbolico, così come alto il suo valore gastronomico. Storicamente la produzione di uova si interrompeva durante la stagione più fredda per riprendere con il riallungarsi delle giornate e con i primi tepori primaverili.

Simbolo dell’origine primordiale del mondo, l’uovo era considerato il modello in grado di riportare ogni elemento alla sua purezza originaria, risanando la corruzione della materia. Ricorre in particolare nelle scene funerarie dell’antico Egitto, dell’antica Grecia e degli Etruschi, dove allude alla rinascita dell’anima defunta in una vita ultraterrena. Con l’avvento del Cristianesimo, in numerose chiese dell’Abissinia e dell’Oriente cristiano-ortodosso veniva spesso appeso nel catino absidale un uovo come segno di vita, di nascita e di resurrezione.

La Pala di Brera di Piero della Francesca è un esempio oltremodo calzante di quanto questo simbolismo abbia attraversato i secoli e le religioni.

Laureato in Storia Economica con una tesi sulla Martini & Rossi di Torino nel 1999, l’anno successivo conclude il corso di qualifica professionale per Sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier di Milano e fa un tirocinio in enologia in collaborazione con l’azienda enologica del Canton Ticino Il Portico di Rivera. Nel 2006 diventa assaggiatore di formaggi presso l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio. Collabora alla pubblicazione di svariati volumi di enogastronomia in qualità di editor e crea il canale Wine & food di eBay Italia. Organizza serate di degustazione di vino, formaggi e salumi in alcuni locali milanesi in collaborazione con chef emergenti oltre a tenere corsi di avvicinamento al vino e di valorizzazione olfattiva. Da qualche anno dirige la piattaforma mypersonaltaster.it e da circa un anno conduce anche terreitalia.ch, canale di vendita e promozione dei prodotti enogastronomici italiani in Svizzera.

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Anche la tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi popoli orientali, dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, spesso rudimentalmente decorate a mano. L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò nel Medioevo come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l’uovo decorato, da simbolo della rinascita primaverile della natura, divenne il simbolo della rinascita dell’uomo.

La diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova, in origine bollite e avvolte con delle foglie, o insieme a dei fiori, in modo da assumere una colorazione dorata. Da qui probabilmente prese piede anche una nuova tradizione: la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali e pietre preziose, ovviamente destinata agli aristocratici e ai nobili. Le colorazioni vengono effettuate attualmente con coloranti alimentari tipici della pasticceria, ma in passato si utilizzavano prodotti vegetali, tra cui la buccia esterna delle cipolle rosse.

fotografia © Giulia Iacolutti www.grappanonino.it #GrappaNonino ‘Migliore Distilleria del Mondo’ SPIRIT BRAND - DISTILLER OF THE YEAR 2019 Antico simbolo degli alcoli BEVI RESPONSABILMENTE È la prima volta per l’Italia e per la Grappa 52

Successivamente, nel XX secolo, ma con esempi torinesi risalenti al Settecento, è invalsa la moda dell’uovo di cioccolata arricchito al suo interno da un dono. Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l’uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale. La produzione delle uova di cioccolato è affidata per la maggiore alle grandi ditte dolciarie. Attualmente, però, sembrano ritrovare ampi campi di diffusione le uova artigianali, cioè uova di Pasqua incentrate su una tipologia particolare di cioccolato con decorazioni di tipo artistico e con una produzione limitata. Ma non solo sacralità e festività: l’uovo è un alimento consumabile direttamente o come ingrediente in numerosi piatti delle cucine di tutto il mondo.

Il più utilizzato è l’uovo di gallina, ma si consumano anche le uova di altri volatili: quaglia, anatra, oca, struzzo, così come di pesci e di tante altre specie in ogni cultura. Nell’uso corrente il termine “uovo” senza altre precisazioni indica quello di gallina.

Il colore del guscio dipende esclusivamente dalla razza della gallina e non ha alcuna influenza sulle caratteristiche organolettiche o nutrizionali dell’uovo. Il colore del tuorlo dipende invece dai pigmenti contenuti nel mangime e quindi dall’alimentazione. Questi pigmenti prendono il nome di xantofille e hanno un’attività antiossidante. Sono loro a dare al tuorlo diversi tipi di colorazione, che vanno dal giallo pallido all’arancione acceso. A livello biologico, queste molecole hanno il compito di proteggere le vitamine contenute nelle uova dall’ossidazione.

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Alcune ricette a base di uovo.

“L’uovo sta alla cucina come gli articoli al discorso” sosteneva Grimod de la Reynière, ma nella cucina contemporanea e nelle mani di grandi interpreti è diventato esso stesso protagonista del piatto anzi piatto vero e proprio.

Come ingrediente è universale, dall’essere un primo piatto a un secondo, dolce o salato, grasso o magro, e può assumere svariate consistenze: legante e croccante, liquido, cremoso o stracciato, e a chi lo gestisce chiede una grande sensibilità e una tecnica sopraffina, in quanto la sua semplicità scade subito nel banale ma punta all’incredibile e all’estremo.

In cucina l’uovo alla base di salse e preparazioni della cucina classica è stato lavorato da crudo così come da cotto, montato a neve e trasformato in delicate meringhe e creativi macaron colorati. Si cuoce in cocotte, per farne sufflè, e si trasforma in soffici pan di spagna dolci e salati.

Tantissime le ricette codificate e sembrerebbe impossibile dargli volti nuovi, che invece sono arrivati negli ultimi quindici anni con lunghi studi che ne hanno trasformato la percezione partendo da una semplice marinatura del tuorlo. Un semplice trattamento con sale affumicato e purea di fagioli che consente di intensificare gusto e profumi, aumentando struttura e fornendo un aspetto nuovo.

Il colore diventa ambrato e traslucido, la forma resta circolare ma le sensazioni si intensificano. Proprio con il tuorlo marinato all’incirca dal 2004 lo chef Carlo Cracco, prima dei suoi successi televisivi, riesce a fornire nuovi orizzonti e a varcare nuove frontiere. Grassezza, aromaticità e gusto persistente sono le caratteristiche di questa preparazione che riesce ad avere una versatilità quasi paragonabile a quella dell’uovo fresco.

Dal tuorlo marinato si passa a quello essiccato, che può essere utilizzato proprio come una bottarga, quindi grattugiato in finitura dei piatti.

Nella trasformazione del tuorlo si arriva a poterlo stendere col mattarello proprio come un impasto e a ricavarne così una pasta d’uovo da cui creare tagliolini ma anche garganelli e raviolini.

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Uova decorate per Pasqua.
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Foto tratta da: “Cucina bruta, Tommasi editore e Carlo Cracco Gribaudo editore”.
AMBURGO 61 Città del futuro
URBAN

Amburgo per anni ha rappresentato il primo porto della Germania e tra iprimi al mondo come traffico di container, oggi pulsa di novità ecosostenibili.

Testo di: Loredana Tartaglia

AMBURGO

Città del futuro

Per anni ha rappresentato il primo porto della Germania e tra i primi al mondo come traffico di container. Oggi pulsa di novità ecosostenibili: Hafen City è il quartiere realizzato nell’antica zona portuale dove nel 2017 è stata inaugurata anche la Elbphilarmonie, una delle sale da concerto più grandi ed acusticamente avanzate a livello mondiale, nota con il soprannome di “Elphi”.

Insel Park è il parco pubblico del ventunesimo secolo, con spazi avventura e divertimento per tutte le età, nonché piste ciclabili e grandi progetti per le energie alternative come la sperimentazione futuribile di The Alga House, una palazzina con microalghe coltivate nelle vetrate, usate per generare energia e controllo dell’illuminazione.

Ma non è tutto. Accanto al parco 2.0 si incontra anche Zu Verkaufen, una passivhaus, come dicono i tedeschi, con pannelli fotovoltaici per l’energia, montati insieme a grandi tubi in acciaio per procurare un gradevole effetto décor.

Loredana Tartaglia

Romana, curiosa onnivora, da sempre scrive di viaggi e food, lifestyle, costume, tendenze. Vorrebbe avere più tempo per andare in bicicletta o girovagare per le grandi metropoli, ma lavorare per giornali come Dove e La Repubblica le impedisce di avere il sospirato tempo libero. Il viaggio più bello è quello che non ha ancora fatto.

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Niente febbre speculativa ad Amburgo nei nuovi quartieri, pochi boutique hotel o gallerie à la page, bensì solo edifici interamente alimentati da energie alternative. Come il Raphael Walder Haus, una costruzione in legno green economy all’ingresso di Insel Park che aderisce al progetto “sleep green” ovvero “hotel per un futuro migliore”, dove all’interno c’è anche un piccolo museo naturalistico dedicato ai piccoli.

Hafen City, l’area del porto che si apre verso il cuore della città, ha restituito ad Amburgo il suo porto e ha trasformato una zona a lungo off-limits in un progetto di integrazione tra centro e periferia. Ponti, metropolitana e percorsi ciclabili qui sono diventati un volano per il rilancio dell’area dove non a caso negli ultimi anni sono arrivate la Casa della Fotografia - Deichtorhallen Internationale Kunst und Fotografie - ricavata in alcuni edifici storici di architettura industriale dei primi del Novecento in vetro, acciaio e mattoni, la sede di Der Spiegel, 27.000 metri quadrati affacciati sull’acqua, progettati dallo studio danese Henning Larsen Architects, nonché la nuova Elbphilarmonie, edificio ideato dagli architetti svizzeri Herzog & de Meuron con due sale da concerto, appartamenti e una grande piazza affacciata sul fiume.

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Basta una passeggiata nei dintorni per capire il fermento da queste parti, come nella Terrazza Magellano, un ampio spazio all’aperto dove c’è un susseguirsi di reading letterari, lezioni di tango en plein air, attività per bambini e spettacoli soprattutto nella stagione più calda. Punto di partenza per l’esplorazione del nuovo quartiere può essere proprio la Elbphilarmonie con la sua “plaza”, una terrazza da dove ammirare lo skyline della città. Poi si fa un salto alla Deichtorhallen, una delle principali sedi espositive di arte contemporanea e fotografia in Europa. Le due sale storiche in acciaio e vetro furono costruite tra il 1911 e il 1914 nell’ex stazione ferroviaria di Berlino e rappresentano un esempio di architettura archeologico-industriale. In programma mostre interessanti, nonché all’interno il nuovo ristorante e bar “Berliner Bahnhof” con cucina cosmopolita e ottima lista dei vini.

Nelle vicinanze vale un pit stop la brasserie Carl’s, con i tavoli all’aperto affacciati proprio di fronte all’Elbphilarmonie. Da provare il “piatto anseatico”, un mix ricco di Omega3 tra gamberetti, ostriche, storione, anguilla, servito su un grande piatto con ghiaccio.

La domenica? La dritta è il Fischmarkt, un mercato vivace che si tiene solo dalle 5 alle 9:30 del mattino. È divertente all’alba vedere i ragazzi usciti da qualche club ancora con la birra in mano che si mescolano ai mattinieri arrivati per la spesa: per tutti la prima tappa è uno dei furgoncini di coffee&go per un cappuccino. Il rito d’obbligo però è il panino con aringa e cipolla da mangiare al mercato a 4/5 euro nel banco di Rolf Moritz, un ragazzone dal simpatico faccione che ha un camion ambulante piuttosto grande, ben visibile anche da lontano.

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La splendida architettura della Elbphilharmonie.

Alle 9:30 suona la sirena e in mezz’ora il mercato che guarda il porto viene smontato, ma prima di andare via si può comprare una camicia a righe bianche e blu stile lupo di mare, made in Hamburg in puro cotone piuttosto rigido, targata Fisher Hemdem Uwe: è l’originale. Temperature più calde? Quando c’è il sole molti vanno da Strand Pauli, una baita in stile tailandese costruita di fronte al porto che in piena estate diventa addirittura una spiaggia artificiale con tavoli e arredi colorati riciclati sulla sabbia artificiale. Tuttavia vecchio e nuovo convivono negli altri quartieri come Schanz, dove nell’antico mattatoio sono sorti locali di tendenza: è il caso di Elbgold, una torrefazione roastery di nuova generazione dall’aria industrial-design: si compra e si beve caffè scegliendo la miscela dai grandi silos e ci si accomoda sulle grandi panche con tavoli comuni.

A qualunque ora invece la sosta per un classico dello street food tedesco doc è da Lucullus, chiosco singolare all’aperto che per una metà ospita i bagni pubblici vicino alla zona rossa e hard, ma è uno dei migliori currywurst della città. Da mangiare in piedi leccandosi le dita per non sporcarsi.

E se i quartieri di Altona e Ottensen riservano passeggiate più tradizionali tra palazzi residenziali e locali cozy, per ammirare uno skyline romantico si va all’Altona Balcon, un belvedere sull’Elba perfetto per ammirare il tramonto. Sulle alte sponde del fiume c’è una vista spettacolare: trambusto allegro del porto con i container e vista sul ponte Köhlbrand.

A piedi poi si può raggiungere l’isola pedonale di Lange Reihe per una passeggiata tra i locali della movida gay e bar dall’atmosfera retrò come il Caffè Gnosa, una pasticceria molto famosa in città: tra arredi d’epoca, tavoli in legno e divanetti di velluto, ci si conforta con una fetta di torta o una zuppa calda. Da qui l’Amburgo dalle architetture ardite e della sperimentazione è lontana, ma ci si culla dolcemente tra passato e futuro in un cantiere di idee, perché proprio qui, e non è un caso, il popolo hipster organizza mostre d’arte, di fotografia o incontri culturali.

Che preparano, ovviamente, il domani.

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Un tradizionale mercato di Amburgo.
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NATURA IL MEDITERRANEO PIÙ INSOLITO 73 Un’estate in Corsica SAFARI, NATURA E RELAX NEL BUSH SUDAFRICANO 79 Un soggiorno a Makanyi Private Game Lodge

La Corsica offre lo scenario ideale per un soggiorno di puro relax fra le onde e la spiaggia e per un tuffo nella vita degli antichi borghi marinari.

IL MEDITERRANEO PIÙ INSOLITO

Un’estate in Corsica

Avete già qualche idea riguardo a dove trascorrere le vacanze estive quest’anno? Che preferiate partire ad agosto, che cerchiate il luogo perfetto per il vostro primo bagno della stagione a giugno, o che siate alla ricerca di una località in cui rilassarvi nella calma di settembre, la Corsica sarà la scelta giusta per voi.

Questa splendida isola francese a nord della Sardegna offre lo scenario ideale per un soggiorno di puro relax fra le onde e la spiaggia e per un tuffo nella vita degli antichi borghi marinari: acque cristalline, candide falesie, lussureggianti colline, paesini arroccati e affacciati sul mare, villaggi storici, stretti vicoli antichi e la tipica filosofia di vita isolana, secondo cui ogni momento va assaporato appieno.

La frenesia della città sarà solo un ricordo lontano, perché qui tutto scorre lento.

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Soprannominata

Île de Beauté (Isola della Bellezza), la Corsica vanta un paesaggio naturale ancora selvaggio e incontaminato, fatto non solo di spiagge, baie e località balneari, ma anche di un entroterra brullo e ricco di pinete, boschi e vigneti, da cui si ricava da secoli un ottimo vino locale. Nei borghi sono ancora vive le tradizioni delle feste, gli usi e i costumi tipici, la lingua locale – il corsu – e le specialità culinarie, mentre sulle montagne si ha la possibilità di seguire suggestivi sentieri e percorsi di trekking immersi nella natura. Ma il fiore all’occhiello dell’isola sono senza alcun dubbio le spiagge: in Corsica troverete infatti uno dei mari più belli d’Europa, dove le acque riprendono tutte le sfumature dell’azzurro e del turchese. Alcune spiagge sono di sabbia bianca e finissima, con fondali bassi e digradanti, più adatte e accessibili a tutti, mentre altre, più selvagge e impervie, si fanno strada fra imponenti rocce e falesie a picco sul mare, regalando scorci mozzafiato.

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La spiaggia di Santa Giulia è forse la più nota e la più sorprendente della Corsica: si tratta di un vero e proprio angolo di paradiso terrestre, caratterizzato da una laguna turchese, da acque cristalline e da una stretta lingua di sabbia bianchissima, circondata dalla macchia mediterranea e dalle rocce granitiche e affacciata sull’arcipelago delle isole Cerbicales, classificate come Riserva Naturale. Ma anche la spiaggia di Saleccia non è da meno: situata a nord dell’isola, è un’oasi tropicale nascosta e difficilmente raggiungibile, il che la rende ancora più esclusiva e selvaggia.

È circondata da una ricca macchia mediterranea e dal suggestivo deserto degli Agriates, un’area incontaminata che ha preservato la spiaggia dallo sfruttamento turistico e dall’affollamento.

Altre spiagge che vale assolutamente la pena di visitare si trovano nella zona sud-est dell’isola: quella di Palombaggia, con le sue acque turchesi e poco profonde, e la spiaggia di Rondinara, l’ideale per una nuotata in famiglia per la sua conformazione nell’abbraccio di un piccolo golfo. Chi invece preferisce i litorali rocciosi non potrà fare a meno di visitare la zona nei dintorni della località di Porto, sulla costa ovest, dove imponenti scogliere a picco sul mare regalano panorami mozzafiato, da raggiungere attraverso percorsi di trekking ed escursioni nella natura più pura.

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Le spettacolari acque cristalline della Corsica.

Da Makanyi Private Game Reserve potrete partire per emozionanti safari dove la natura si mostra in tutte le sue mille sfaccettature, fra tante specie di animali.

SAFARI, NATURA E RELAX NEL BUSH SUDAFRICANO

Un soggiorno a Makanyi Private Game Lodge

Un luogo in cui la natura e l’educazione al rispetto per l’ambiente coesistono in maniera perfetta: Makanyi Private Game Lodge è stato inaugurato nel 2015 non solo come raffinata struttura ricettiva nel cuore del Sudafrica, ma anche come una destinazione in cui espandere i propri orizzonti e imparare come prendersi cura del nostro Pianeta.

Il lodge è situato nella parte più a sud della Riserva Naturale di Timbavati, in una zona in cui gli ospiti hanno l’opportunità di partire per emozionanti safari in ettari ed ettari di terreno adiacente a quello del Parco Nazionale Kruger, dove la natura si mostra in tutte le sue mille sfaccettature fra tante specie di animali, fra cui i famosi Big Five, i cinque mammiferi più grandi della savana: il leone, l’elefante, il leopardo, il rinoceronte e il bufalo.

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La struttura è contemporanea e caratterizzata da linee pulite e semplici, che si mimetizzano senza sforzo con il paesaggio circostante. Le sue suite e ville private sono sette in totale: tutte hanno un’ampiezza maggiore di 140 mq, e sono fra le più grandi del bush africano.

Come per tutti i lodge del continente, la sfida principale nella costruzione di Makanyi Private Game Lodge è stata quella di riuscire a competere con la bellezza dell’ambiente in cui è inserito: nella Riserva Naturale di Timbavati, infatti, la natura è incontaminata e autentica, popolata da diverse famiglie di elefante, da feroci leoni e da eleganti giraffe.

È stato necessario quindi realizzare qualcosa di speciale per eguagliare lo spettacolo della natura senza interferire con i suoi ritmi ed equilibri: un lodge perfettamente inserito nell’ambiente circostante, custode rispettoso della flora e della fauna sudafricana, caratterizzato da arredi che combinano forma e funzionalità con un’eleganza e una raffinatezza sottili.

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Grazie all’intervento dell’interior designer sudafricana Bianca Black, Makanyi Private Game Lodge ha incorporato una palette cromatica più chiara rispetto a quella delle strutture più tradizionali, dove il marrone e tutte le sue sfumature più scure sono protagoniste, mentre i mobili e le finiture sono stati selezionati per creare un ambiente contemporaneo, contraddistinto da tessuti naturali e dettagli ricercati. La scelta delle attività che possono arricchire il vostro soggiorno in questo lodge è pressoché infinita: safari in jeep o a piedi – sempre accompagnati da una guida esperta – picnic nel bush, pesca in un uno dei tanti corsi d’acqua abitati dagli ippopotami e serate da trascorrere ammirando la spettacolare volta celeste del Sudafrica, circondati solo dal silenzio e da una natura incontaminata. Ma non mancano le escursioni al Blyde River Canyon – il terzo canyon del mondo in ordine di lunghezza e una delle meraviglie naturali del Paese – o ai Monti dei Draghi – la catena montuosa più grande, alta e imponente del Sudafrica, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2000.

Chi cerca l’occasione per trascorrere un soggiorno più slow potrà trovare a Makanyi Private Lodge il perfetto rifugio per assecondare i propri ritmi, fra un tuffo in piscina, un massaggio o un trattamento in camera o presso la Spa, un cocktail al tramonto e una serata attorno al fuoco, accompagnata da un calice di vino e da una buona lettura, nel perfetto spirito della Riserva Naturale di Timbavati. Il ricordo delle splendide sensazioni e dello stretto contatto con la natura che proverete qui rimarrà con voi per tutta la vita.

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Gli interni di una camera di Makanyi Private Game Reserve.

Il ricordo delle splendide sensazioni e dello stretto contatto con la natura che proverete qui rimarrà con voi per tutta la vita.

CULTURA GERUSALEMME OLTRE GERUSALEMME 89 Il mondo si incontra qui
Pellegrini e laici, amanti dell’archeologia e semplici curiosi, prima o poi tutti passano da Gerusalemme. Un luogo che, come Roma e Atene, è parte delle nostre radici, del DNA della nostra cultura e della nostra storia.

GERUSALEMME OLTRE GERUSALEMME

Il mondo si incontra qui

Pellegrini e laici, amanti dell’archeologia e semplici curiosi, prima o poi tutti passano da Gerusalemme. Un luogo che, come Roma e Atene, è parte delle nostre radici, del DNA della nostra cultura e della nostra storia.

Gerusalemme è il Santo Sepolcro, il Muro del Pianto, la città murata antica come il nostro mondo. Ma c’è molto altro da fare e da vedere, in un itinerario fuori dai soliti itinerari che guarda anche al contemporaneo e alla joie de vivre.

Perché, secondo l’Ufficio Centrale di Statistica, l’83,3 % degli israeliani si dichiara felice e soddisfatto della propria vita. Ecco 10 spunti per scoprire Gerusalemme.

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Il Santo Sepolcro, a Gerusalemme. Ph. Noam Chen.
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Le mura della Città Vecchia. Ph. Noam Chen.

1 _ Si inizia dall’alto

“Un luogo del cuore? La passeggiata sulle mura. Crea un contatto fisico con le antiche pietre” confessa l’eminente archeologo e biblista Marcello Fidanzio, che ha diretto scavi nelle Grotte di Qumran, quelle dei famosi rotoli del Mar Morto. E in effetti il primo approccio con Gerusalemme, per chi non c’è mai stato, sono le Rampat Walks, due passeggiate lungo le mura fatte innalzare 450 anni fa da Solimano. Perché dall’alto si legge la città come una mappa tridimensionale. Ma proprio per riconoscere monumenti e luoghi della storia, il consiglio è di affidarsi a una brava guida. C’è il giro lungo la sezione settentrionale che regala scorci sui quartieri cristiano ed ebraico e sul Santo Sepolcro. E l’itinerario sul lato sud tra la Porta di Jaffa e quella di Dung, con vista sulla Torre di David, la chiesa della Dormizione e il quartiere armeno.

2 _ Quartiere Armeno

È un mondo a parte nel Quartiere Cristiano, chiuso e diffidente, un’enclave che alle 22 chiude le porte e nessuno può entrare. Eppure non bisogna mancare la messa cantata delle 15, la più suggestiva (anche per i laici) di Gerusalemme nella cattedrale di San Giacomo che risale all’XI-XII secolo.

E non ha elettricità. Solo candele, lampade a olio, raggi del sole a illuminare l’interno. Affascinante anche la Chiesa di San Marco, forse la prima della Cristianità ai suoi albori, forse la casa della madre dell’Evangelista Marco. Per alcuni il vero luogo dell’Ultima Cena, anche se ormai si colloca il vero sito del Cenacolo al piano superiore della Tomba di Davide. Sono armeni due negozi del Quartiere Cristiano, Sandrouni Armenian Art Centre, ceramiche artigianali, molte decorate con il motivo dei melograni - sandrouni.com.

E un negozio paragonabile a un archivio storico, Elia Photo Service, dove comprare foto storiche della città. Elia Khavedjian arrivò a Gerusalemme da bambino, dopo aver perso tutta la famiglia nel genocidio armeno in Turchia. Da adulto diventò fotografo anche per l’esercito Britannico e le immagini che si acquistano nel negozio sono davvero un patrimonio della memoria. Qui si trova anche il libro che raccoglie le sue foto, Jerusalem Through My Father’s Eyes - eliaphoto.com .

3 _ Musica e oltre

Eric Clapton e Bob Dylan hanno tenuto concerti nella Piscina del Sultano, acquattata in una valletta fuori dalle vecchie mura. Forse faceva parte del sistema di approvvigionamento idrico voluto da Erode il Grande, ma ora non contiene acqua. È uno spazio per eventi musicali, in estate per il Jerusalem International Film Festival e l’Hutzot Hayotzer, la fiera della Arti e dei Mestieri.

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Ma il posto più incredibile per ascoltare musica a lume di candela è la Zedekiyah’s Cave, tra la Porta di Damasco e quella di Erode. Non è una grotta naturale, bensì scavata dall’uomo, probabilmente ai tempi di Erode il Grande per estrarre le pietre servite alla trasformazione del Tempio. Una location suggestiva che ospita concerti - fb: zedekiyahucaveevents.

Nachalat Shiv’a è un piacevole quartierino pedonale, il terzo nato fuori dalle mura storiche nel 1869. E tirato a lucido. Con il Museo della Musica ebraica, anzi delle musiche viste le tante influenze d’oriente e occidente (hebrewmusicmuseum.com), interattivo, si visita con tablet e occhiali 3D. Accanto c’è Art&Music Gallery, votata alla modernità, con sculture, quadri, oggetti a tema musica, e diretta da Elios Attal, specialista di arte contemporanea. Tutti i negozi della Yoel Moshe Salomon, stradina di pietre chiare, guardano al design come le ceramiche dei 15 artigiani di Cadim Gallery - fb: CadimCeramicArtGallery. Pochi passi ed ecco la piazzetta dove si va alla sera ad ascoltare concerti open air (c’è un palcoscenico), dal jazz al rock, alle nuove interpretazioni della musica hassidica, che nasce da una corrente mistica del XVIII secolo, e può essere gioiosa fino all’euforia, meditativa fino alla malinconia - kikar-hamusica.com.

La piazza è gremita di giovani per l’aperitivo, per cenare nei tanti ristorantini come Andalusia (tapas e ottima carne) a Kinor Bakikar (cucina kosher gourmet). Pochi passi in più e, vicino a Zion Square, Ticho House è un polo culturale e sede di mostre d’arte, in un edifico con giardino che risale al 1860, diventato poi (nel 1924) l’abitazione di Anna Ticho, artista famosa per i suoi disegni e acquerelli che raffiguravano soprattutto i colli di Gerusalemme.

4 _ Gli imperdibili

Monumenti iconici delle tre religioni monoteiste a parte, un’esperienza imperdibile è visitare la Knesset, forse il parlamento più rinomato al mondo. Tour a giorni e orari precisi (m.knesset. gov.il/en) per ammirare soprattutto la Chagall State Hall, con i mosaici dell’artista e tre arazzi a tema biblico, realizzati dalla Manifattura di Gobelin su disegni di Chagall. La Knesset è vicina all’altro posto imperdibile, l’Israeli Museum.

Imperdibile per ripercorrere la storia lunga, antichissima, travagliata di questo lembo di terra e scoprirne i tesori, non solo archeologici. Non si può esplorare questo museo in un solo giorno, quindi o si sceglie di scaglionare le visite, o di limitarsi a temi ed epoche che interessano.

Di certo non si può trascurare il Santuario del Libro con gli enigmatici Rotoli del Mar Morto. E neppure le sezioni pittoriche, una summa cronologica dell’arte da Rembrant a Van Dick, da Monet a Renoir e Duchamp. Sfilata di capolavori che prosegue all’aperto, nel Billy Rose Art Garden con sculture e installazioni di Picasso, Henri Moore, Rodin, Tinguely.

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Ticho House ora è amministrata dall’Israeli Museum. Il mercato della Città Vecchia. Ph. Noam Chen. Gli interni della cupola del Santo Sepolcro. Ph. Noam Chen. La Knesset. Ph. Noam Chen.
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I Western World Tunnels. Ph. Noam Chen.

Due consigli. Pranzare al Modern, ristorante del Museo che propone ricette secolari da ogni angolo del mondo, specchio della fusion cosmopolita del popolo ebraico - en.modern.co.il

E seguire lo sventolio della bandiera greca sul monastero di Santa Croce (1050 d.C., forse più antico), che è una vera fortezza murata con un’unica, piccola, spessa, porticina d’ingresso. Un’oasi di pace e silenzio che taglia fuori gli affanni del mondo, nonostante la sua importanza in quella nebulosa fra storia e leggende che nasce dai libri sacri: si dice che la Croce di Gesù sia stata costruita con un albero piantato qui da Adamo (secondo una versione), curato da Abramo, forse anche Lot.

Ph. Noam Chen.
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La vista più scenografica sulle mura e la Old Town è dal Rooftop del lussuoso Mamilla Hotel. Visione imperdibile. Si sale lassù per pranzo, cena o per un aperitivo - mamillahotel.com.

L’altro super panorama sulla città vecchia, fino al Monte degli Ulivi è dalla terrazza all’ultimo piano dell’Austrian Hospice, guest house cristiana lungo la via Dolorosa che risale al 1863. È uno degli indirizzi più famosi di Gerusalemme per il suo caffè viennese Triest dove ordinare, di rigore, una fetta di Sacher Torte o lo strudel alle mele. Ascoltando musica classica, qualche volta barocca. Infine un altro belvedere nella vecchia città, la terrazza sopra l’Ordine di Malta.

6 _ Yoga & templar

Nessuna meraviglia di avvistare persone in posizione yoga o a braccia in su seguendo i dettami dell’istruttore di pilates. Capita alla First Station, storica stazione ferroviaria che ha visto arrivare nel 1892 il primo treno. Da Jaffa.

Da tempo rinata dopo un periodo di abbandono, ora è il compound del tempo libero. Si viene qui per fare spesa (kosher) al Culinary Bazar o curiosare negli altri mercatini di design e moda. Per flanellare, incontrare amici, mangiare l’ottima carne di adom.rest, l’hummus organico di Abu Shukri - Fb: AbuShukriRestaurant, il gelato senza conservanti e coloranti di Vanilla.

E per passeggiare nella German Colony, fondata dai Templari nell’800 e protetta come sito storico dal 1975 per le sue architetture lungo la Emek Refain e la Cremieux street.

7 _ Undeground

A ovest (e sotto) del Muro del Pianto ci sono i Western Wall Tunnels, un percorso sotterraneo di circa mezzo chilometro, ma con passaggi tortuosi fra strade romane, bagni antichi, capitelli, corsi d’acqua, resti di un edificio amministrativo che risale al Primo Tempio (960 a.C.).

Una full immersion di un’ora ai tempi del Secondo Tempio, con postazioni interattive. Per proseguire l’esperienza undergruound, usciti dal tunnel, si passano altri controlli e il metal detector sbucando all’ingresso di Betweeen The Arches, ristorante sotterraneo fra muri che risalgono all’epoca dei Crociati.

I tavoli sono trasparenti e appoggiati su antichi capitelli e, sotto il vetro, si intravedono vasetti e altri reperti archeologici.

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5 _ Le terrazze

Artist Colony o Hutzot Hayotze è un’occasione più che un luogo, quella di incontrare sotto le mura gli artisti e gli artisti artigiani nei loro atelier, fra gioiellieri, scultori, calligrafi, pittori e designer - artistscolony.co.il. Non è distante il ristorante Eucalyptus, giustamente celebre come il suo chef Moshe Basson che propone ricette di origine biblica, frutto di una lunga ricerca su ingredienti, spezie, erbe aromatiche - the-eucalyptus.com.

Un altro indirizzo per conoscere le tendenze creative d’Israele è hansen.co.il, ex lebbrosario oggi centro multiculturale che ospita anche la Bezabel Accademy of Arts e Design, e mostre d’arte contemporanee. È il cuore della Design Week che si tiene ogni anno a giugno.

9 _ Ci vanno tutti

Mahane Yehuda è il mercato per eccellenza, un vero show di profumi e colori. Frutta, verdura, spezie, olive, infusi, te, dolci e pane fresco, formaggi, pistacchi, caffè. Turistico per forza, ma anche popolare, dove vanno gli abitanti di Gerusalemme a fare la spesa prima dello Shabbat. Fascinoso alla sera, pieno di luci e frequentato dai giovani che si accalcano al Ber Bazaar, locale che offre la scelta fra varietà di 100 birrifici israeliani.

Venti minuti in auto o bus e si sale ad Ein Kerem, villaggio collinare con case in pietra, vicoli acciottolati, ulivi, cipressi e alberi di fichi. Un borgo giardino, meta di pellegrinaggi molto diversi fra loro. C’è quello nelle chiese, perché è il luogo di nascita di Giovanni Battista. C’è quello degli irriducibili dell’arte diretti all’ ospedale, cioè nella Sinagoga dell’Hospital Hadassah per ammirare le magnifiche vetrate di Marc Chagall, dedicate alle tribù di Israele. Salgono fin qui anche gli appassionati di musica classica per i concerti di altissimo livello dell’Eden Tamiz Music Centre - edentamir.org. E poi giovani che sciamano alla sera fra pub e locali, cenano alla Brasserie Ein Kerem (ottima carne, - fb: brasserie1) o sulla terrazza di Sweet N kerem che è anche una cioccolateria artigianale - sweetnkarem.co.il. Appena fuori città, vicino all’Ambasciata Americana, il Kibbutz ramatrachel.co.il, è circondato dal suo frutteto di 50 acri dove coltivano ben 17 varietà di ciliegie, spettacolare nella stagione della fioritura. Si sale quassù per mangiare, assaggiare il loro liquore (di ciliegie), comprare il miele, visitare la fattoria organica e l’uliveto. E se si fa tardi ed è giovedì, si va ad ascoltare jazz nel vicino quartiere Talpiot, da yellowsubmarine.org.il, che ospita festival musicali. Altra esperienza country, a una trentina di chilometri, è - izapzizadairy.com, vera fattoria rustica dove allevano molto amorevolmente capre, preparano formaggi squisiti, organizzano cheese tasting che si concludono con torte casalinghe. C’è anche un piccolo negozio non solo di formaggi, ma anche di marmellate, miele e tisane alle più incredibili erbe aromatiche.

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8 _
Artisti e designer
10 _ Fuoriporta
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Un’opera d’arte all’Israel Museum. Ph. Noam Chen. Il quartiere di Ein Kerem.

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SCUOLA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE A SCUOLA 105 Il caso di Chat GPT

Chat GPT è in grado di rispondere in modo dettagliato alla maggior parte dei quesiti scolastici, se non a tutti.

Testo di: Micol Fischer

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE A SCUOLA

Il caso di Chat GPT

“Ciao! Sono ChatGPT, un grande modello di linguaggio addestrato da OpenAI. Sono programmato per elaborare e generare testo su una vasta gamma di argomenti, utilizzando la mia conoscenza e comprensione del linguaggio naturale. Sono in grado di rispondere a domande, fornire informazioni, generare testo creativo e molto altro ancora. In pratica, sono un assistente virtuale con una vasta conoscenza e capacità di elaborazione del linguaggio naturale.”

Ecco a voi la risposta che mi ha fornito Chat GPT alla mia domanda:

“Ciao Chat GPT, come ti definiresti?”

Nata a Milano nel 1974, formazione scolastica bilingue con Maturità estera, prosegue gli studi all’Università degli Studi di Milano dove consegue la Laurea in Scienze Politiche indirizzo Politico-Sociale (V.O). Corso di formazione post Laurea presso A.R.P Milano: “Tutor DSA: dalle difficoltà alle risorse nell’apprendimento”. Svolge attività continuativa nell’ambito dell’educazione specialmente come gestione tutoring in ambiti multiculturali e bilingue, tutor qualificato DSA. Docente presso A.R.P Milano: “Il Tutor per l’Apprendimento, strumenti, strategie e competenze”.

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Dobbiamo cominciare con ordine, col dire che Chat GPT è entrata in modo dirompente nel mondo della scuola poco più di un paio di mesi fa, e da allora per molti, molto è cambiato.

Questo innovativo e potentissimo strumento è in grado di rispondere in modo dettagliato alla maggior parte dei quesiti scolastici, se non a tutti. Nelle risposte a domande mirate è un campione, quando si tratta di fare analisi più approfondite a testi meno noti è meno specifico, ma è solo una questione di tempo. Chat GPT impara con il concetto di machine learning che è già presente da molto tempo specialmente nel campo scientifico. Viene già utilizzato da studenti e studentesse per fare compiti, ricerche, tesine e tutto quanto richieda una produzione scritta.

Insieme a questo sviluppo incredibile dell’Intelligenza Artificiale stanno comparendo degli strumenti in grado di identificare la percentuale all’interno di un documento di Intelligenza Artificiale e di Intelligenza Umana. Questo complica un pochino le cose perché non ci si può più limitare a formulare la domanda e poi far copia incolla come sembrava possibile fare agli albori di Chat GPT, senza essere scoperti.

Come Italiani, progettiamo tazzine da ca è per valorizzarne aroma, gusto e piacevolezza. Come produttori internazionali, ci avvaliamo delle più moderne tecniche di produzione e delle migliori materie prime per realizzare articoli in porcellana capaci di o rire caratteristiche uniche per cura del dettaglio, preziosità, resistenza e qualità. Dal 1992 siamo il partner di grandi marchi e realtà specialty con oltre 8 milioni di pezzi annui prodotti, in molteplici forme, colori, design e caratteristiche. Per o rire ad ogni interlocutore il perfetto mix di stile Italiano e fine porcellana della tradizione Cinese, capace di fornire ad ogni torrefattore o specialty co ee la migliore espressione della propria identità.  Club House: designed in Italy, made in China.

108 Club House S.r.l. via Padana Superiore, 63 - 25045 Castegnato (BS) Italy tel. +39 030 214 0217 www.clubhouse.ch

Ci troviamo dunque a navigare fra siti che creano, altri che ne identificano l’origine, altri ancora che calcolano il plagio e ancora altri che parafrasano tutto, dallo scritto copiato e incollato dal web a quello prodotto dall’Intelligenza Artificiale per renderlo più unico. Questa unicità fa sì che dopo le varie trasformazioni il documento non sia più soggetto a penalità scolastiche, ma se ci soffermiamo a pensare al percorso svolto dallo studente o studentessa capiamo subito che probabilmente ha perso di vista la consegna in favore di tutte queste rimodulazioni semantiche. Risultato: con buona probabilità non si sa nemmeno di cosa tratti il proprio scritto.

Chat GPT potrebbe realmente diventare una sorta di assistente virtuale come lui stesso si definisce, ed essere un valido aiuto per arricchire il sapere e sviluppare tecniche utili di apprendimento fornendo informazioni e aiutando a capire meglio quei concetti che magari non erano chiari o si erano persi durante le ore di scuola. Saranno i concetti di responsabilità ed etica di utilizzo a essere vincenti per farlo diventare non semplicemente un banale copia incolla, ma uno strumento fondamentale a una piena comprensione di concetti e nozioni. L’idea dovrebbe essere quella di utilizzare l’Intelligenza Artificiale come interazione attiva e sfruttare la sua immensa conoscenza in modo da ampliare la comprensione delle materie studiate e del mondo circostante.

Sarà forse interessante quando tutti coloro che ruotano nel mondo della Scuola potranno avvalersi e beneficiare dell’Intelligenza Artificiale come strumento utile al proprio lavoro.

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Momenti di studio.

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