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L’impatto di ambiente e stile di vita sulla pelle

Una ricerca su 80 città del mondo stila la classifica delle migliori e delle peggiori: Milano all’undicesimo posto

Impatto di aria, sole e stress sulla salute dermatologica, ma anche temperatura annuale media, numero di giorni di sole all’anno, radiazione UV annuale media, umidità, qualità dell’aria in un anno, velocità annuale media del vento, consumo medio giornaliero di sigarette per fumatore, congestione stradale e media settimanale delle ore lavorative per persona. Sono i fattori presi in esame da Chemberry, motore di ricerca svizzero che aiuta i suoi clienti a trovare gli ingredienti chimici giusti nei prodotti di cura personale e della casa, per valutare le conseguenze sulla salute e il benessere della pelle in 80 città del mondo.

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Si tratta delle metropoli con la popolazione più alta di tutti i Paesi membri dell’Organizzazione per la Collaborazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e di quelle più popolat'e al mondo. Milano risulta prima tra le due città italiane considerate dalla ricerca, classificandosi all’undicesimo posto globale con risultati particolarmente positivi nelle categorie sole e aria. In particolare, Milano ha ottenuto ottimi punteggi per quanto riguarda l’indice di radiazione UV annuale medio, la qualità dell’aria e la velocità del vento. L’altra città italiana prese in esame è Roma, che si trova al quarantunesimo posto nel ranking, con un punteggio relativamente basso nella categoria stress, soprattutto per via del fattore congestione stradale: si classifica tra le peggiori 25 città al mondo. Phoenix vince e si classifica la città migliore al mondo per la pelle, seguita da Oslo e Montreal. Punteggi alti anche per le città europee di Monaco di Baviera, Stoccolma e Madrid, che figurano tra le migliori metropoli per la salute cutanea. Nella classifica, la città peggiore per la pelle è risultata Mumbai a causa degli alti livelli di stress connessi alla congestione stradale, la bassa qualità dell’aria e l’alta umidità, che indeboliscono le funzionalità della barriera cutanea e portano a lla comparsa di malattie dermatologiche, come l’acne. n

Le seguenti tabelle rivelano la classifica delle migliori e peggiori città per la salute della pelle:

I risultati delle città italiane

Posizione Città Indice di radiazione Umidità Congestione Punteggio in classifica UV medio annuale media Finale 11 Milano 4 75% 30% 7.8 41 Roma 5 75% 39% 6.5

Le 5 migliori città per la pelle

Posizione Città Paese Indice di radiazione Umidità Congestione Punteggio in classifica UV medio annuale media stradale Finale 1 Phoenix Stati Uniti 6.9 36% 17% 10.0 2 Oslo Norvegia 2.3 74% 21% 9.41 3 Montreal Canada 4.0 63% 27% 9.04 4 Monaco di Baviera Germania 3.8 67% 30% 9.00 5 Vancouver Canada 3.5 70% 38% 8.41

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Ganassini, modello virtuoso di Corporate Social Responsability

Da sempre impegnata a rispondere concretamente alle esigenze degli altri, attraverso iniziative e progetti socialmente responsabili

Essere al centro delle relazioni umane, avere un ruolo da protagonista nel miglioramento della società e fare scelte di responsabilità sociale non è per Istituto Ganassini una moda dell’ultima ora, ma un’esigenza primaria fin dalla nascita, una parte fondamentale del suo modello di impresa, diventata il fondamento di tutte le decisioni aziendali. Così, se per molte aziende avere un’immagine socialmente consapevole è diventata oggi una scelta di convenienza, che passa dalla consapevolezza che non ci sia business senza etica e senza creazione di valore condiviso, che consente di intercettare le preferenze di consumatori e stakeholder e aiuta a creare fiducia, sensibilizzare e incoraggiare il cambiamento sociale, per Istituto Ganassini questo impegno etico è nel DNA stesso dell’azienda. È il presupposto della ricerca, dell’innovazione, del lavoro quotidiano, da sempre. Si sa, infatti, che oggi più che mai i consumatori, quando usano un prodotto o un servizio di un’azienda socialmente responsabile, sentono di essere coinvolti in prima persona, ritengono così facendo di fare la propria parte. Perciò, maggiore è la responsabilità sociale di un’azienda e maggiore sarà il coinvolgimento della comunità e dei consumatori. A fare da ago della bilancia in questo ambito sono, soprattutto, i millennials e i giovanissimi, che non concepiscono che le aziende non debbano essere coinvolte nel miglioramento della società e, da consumatori, danno la propria preferenza solo a quelle aziende che esprimono apertamente il proprio impegno e la propria responsabilità L’impegno di Istituto Ganassini negli anni si è tradotto in un’ampia serie di iniziative,

individuate, selezionate e coordinate da Vittoria Ganassini, Direttore della Ganassini Social Responsibility e riconducibili essenzialmente a cinque aree di intervento: Bando Responsabilità Sociale, Education, Impresa Sociale, Responsabilità Sociale sul territorio, Ambiente e Sport. In questo momento sono davvero tanti i fronti che vedono Istituto Ganassini in prima linea. Il primo, importantissimo, è quello della sostenibilità ambientale, che riflette la filosofia green ed eco-sostenibile dell’azienda che tocca tutti i passaggi della filiera produttiva: dalle formulazioni dei prodotti, alla scelta dei packaging, sempre più in plastica riciclata e riciclabile o, per i prodotti spray, con propellenti ecologici, non dannosi per lo strato di Ozono.

ISTITUTO GANASSINI Spa DI RICERCHE BIOCHIMICHE Via Gaggia, 16 20139 Milano Tel. 02.5357041 www.ganassinisocialresponsibility.com

Da anni negli stabilimenti e uffici viene utilizzata energia rigorosamente rinnovabile, certificata al 100%, azzerando così le emissioni di CO2. L’azienda ha investito molto per minimizzare gli impatti diretti dell’attività produttiva, sia in termini di efficienza energetica che di gestione sostenibile dei rifiuti. Un impegno che passa anche dai dipendenti, chiamati a partecipare al Progetto Plastic Free in tutte le aziende del Gruppo (in Italia e all’estero), con l’adozione di borracce e l’eliminazione di tutte le bottiglie di plastica. Tra le tante iniziative a sostegno di cultura e istruzione, si colloca l’impegno dell’azienda a finanziare il restauro delle 23 tele con il “Ciclo di Orfeo”, create per adornare Palazzo Visconti (poi Palazzo Verri), il progetto umanitario Saat School in Cambogia, che offre ad oltre 300 bambini poveri di età compresa tra i 6 e i 22 anni l’opportunità di un futuro migliore e il bando per le Onlus italiane che si occupano di progetti a tutela del patrimonio italiano, appena assegnato all’Associazione Antonia Vita Carrobiolo. Non meno importante poi, in questo ambito, la donazione all’Alma Mater (Università di Bologna) del volume “De curtorum chirurgia per insitionem”, testo redatto nel 1597 dal Prof. Gaspare Tagliacozzi, considerato il maestro della Chirurgia Plastica Ricostruttiva in Occidente: al suo interno il “metodo italiano” per le ricostruzioni chirurgiche del volto, in particolare della piramide nasale, labbra e padiglione auricolare. Guri I zi è poi il nome dell’ormai famosissimo progetto di micro-imprenditorialità tessile femminile che, grazie al sostegno di Istituto Ganassini ha portato, per esempio, 70 donne all’accesso al lavoro e a un reddito stabile, alla formazione professionale costante, a local training in gestione e sviluppo di imprese sociali,

ma anche alla costruzione di una rete idrica nel villaggio di Kryethi. Ultima, ma non ultima, un’iniziativa importantissima di salute pubblica: la collaborazione Rilastil-Fondazione ANTper offrire visite gratuite di diagnosi precoce del melanoma in 7 città italiane (fino a maggio 2020) grazie al tour della Prevenzione. A bordo dell’Ambulatorio mobile-Bus della prevenzione ANT, i professionisti della Fondazione offrono, con l’ausilio della dermatoscopia controlli dermatologici gratuiti mirati alla diagnosi tempestiva di lesioni sospette o neoplastiche. In conclusione, vale la pena sottolineare come, il Parlamento Europeo ritenga che il potenziamento della responsabilità sociale e ambientale delle imprese, collegato al principio della responsabilità imprenditoriale, rappresenti un elemento essenziale del modello sociale europeo, della strategia europea per lo sviluppo sostenibile e al fine di rispondere alle sfide sociali della globalizzazione economica. Il percorso intrapreso da Istituto Ganassini è pienamente in linea con questa mission e, se i modelli virtuosi come spesso accade fanno proseliti, i consumatori saranno premianti, ma i benefici saranno a vantaggio di tutti. n

Silvana Sassi

Vittoria Ganassini Direttore Ganassini Social Responsabilty

MeTmi srl è una società specializzata in interventi di trade intelligence, realizzati da professionisti provenienti da diversi settori della consulenza aziendale e in servizi di marketing e customer satisfaction, basati sui più avanzati strumenti informatici e su una puntuale conoscenza degli operatori dei canali distributivi, censiti con i database georeferenziati MMAS - Micro Marketing Analysis System. GianPaolo Macario Senior Partner di MeTMi

Colazione da re, pranzo da principe e cena da povero*

Come ci siamo inventati l’obesità, dimenticandoci del meccanismo biologico della piramide calorica

Rispetto agli anni passati, la dietologia ha fatto passi da gigante, facendo evolvere in modo formidabile il concetto di “schema dietetico”, che in precedenza era essenzialmente circostanziato alla selezione di una lista di cibi che il medico prescriveva al paziente sulla base dei suoi parametri fisiologici, come: l’indice di massa corporea, massa grassa, peso, percentuale d’idratazione e valutando le sue necessità metaboliche. In pratica, nel tempo si è poi capito che il modo di alimentarci è invece strettamente connesso al nostro comportamento quotidiano, il quale è differente nel caso che il soggetto svolga un lavoro impegnativo, con tempi stretti e serrati, piuttosto che un’attività più programmata, con la possibilità di inserire anche momenti di maggiore distensione o di distrazione. Il primo ed il secondo contesto di vita sono evidentemente diversi, sia sotto l’aspetto delle necessità e del consumo energetico ma, si è scoperto da qualche anno, che ciò è ancor più dipendente dalla “sequenza temporale” con cui avviene questa richiesta energetica da parte del nostro corpo nell’arco della giornata. Si è quindi anche capito che, applicare uno schema dietetico tradizionale, unicamente basato

*Questo articolo è stato scritto sulla base degli elementi raccolti nel corso di un’intervista con il Dr. Gianluca Macario – Medico Nutrizionista,Medico di Pronto Soccorso all’Ospedale di San Donato Milanese, musicista ed interprete teatrale. Di seguito riporto un link sullo spettacolo tenuto all’Auditorium Padre Reina di Rho. http://www.legnanonews.com/news/eventi/929297/ teatro_colazione_da_re_la_storia_della_piramide_ calorica_come_ci_siamo_inventati_l_obesita_. In questo articolo il farmacista può trovare spunti interessanti di riflessione per offrire un consiglio concreto ai pazienti obesi che chiedono il suo parere. Come ad esempio scoprire che una barretta di cereali consumata a metà pomeriggio può essere fondamentale per invertire la piramide alimentare del paziente ed aiutarlo a ritrovare un sistema dietetico in equilibrio.

su una lista alimentare programmata, può ricondurre a risultati opposti a quelli sperati e che, anche se portato avanti con attenzione, uno schema dietetico in molti casi induce il paziente a rinunciare nel tempo o a ribellarsi a quanto prescritto dal medico. La dietologia è una scienza relativamente moderna, con circa 50 anni di storia ed è spesso rappresentata da casi di fallimento, con frequenti situazioni in cui il paziente non è nel tempo riuscito ad osservare le prescrizioni dietetiche del medico ed uscendo dallo schema di alimentazione che gli era stato indicato. Si chiama effetto rimbalzo o effetto yo-yo, noto anche come ciclicità del peso, dove avviene una perdita e riacquisto ciclico di peso corporeo, in seguito a diete eccessivamente ipocaloriche (cioè a basso tenore di calorie). La dietologia moderna si è creata quindi un nuovo modello che, partendo dallo studio del paziente, dalle sue abitudini di vita e dall’analisi delle capacità di adattare il suo comportamento al contesto in cui vive, progetta un “terapia sistemica”, ossia cerca di individuare e di risolvere il disagio che il paziente avverte nello svolgere

questo suo sforzo di adeguarsi alla situazione circostante. In pratica, cerca di fornire al paziente un sistema di alimentazione da adottare nella giornata, piuttosto che sostituirgli gli alimenti che lui ordinariamente assume con altri. È possibile fare un’analogia con ciò che avviene nell’ambito della psicoterapia, dove normalmente il medico cerca di individuare nel paziente lo stimolo iniziale e il meccanismo reattivo che lui adotta quando è depresso, aiutando il paziente stesso ad evolvere e ad uscire dalla situazione di disagio. La dietologia moderna, infatti, cercando di capire quale è lo stimolo che porta il paziente ad alimentarsi di più (perché l’obesità è il risultato di una iperalimentazione!) e riuscendo a rendere il paziente consapevole del momento in cui ciò avviene, riesce concretamente a risolvere il problema alla radice, evitando un effetto rebound nel tempo. Normalmente, quando il nostro fisico rileva una diminuzione delle forze, attiva uno stimolo ipoglicemico e quindi la richiesta di alimentarci. Tuttavia, in alcuni pazienti, questo può accadere anche quando lo stimolo proviene da altre fonti come un momento di solitudine oppure al contrario di eccitazione, dando luogo alla circostanza più dannosa per la nostra salute, perché si introduce cibo quando il corpo non avrebbe effettivamente la necessità di essere alimentato. In una situazione normopeso, lo sconforto

o l’euforia potrebbe trovare sfogo nel colloquio con un familiare oppure giocando una partita al pallone o si espande in una serata di ballo, mentre in una situazione di obesità spesso si sfoga con l’assunzione di cibo, particolarmente energetico, come i dolci o i farinacei. Per questo motivo, il sistema alimentare preferibile è quello basato su un comportamento razionale, che suggerisce di iniziare ad assumere alimenti nel momento migliore, e cioè il risveglio, che è anche la circostanza dove c’è bisogno del maggior apporto nutrizionale, per proseguire poi con altre tappe alimentari programmate nel corso di tutta la

Il sistema alimentare preferibile è quello basato su un comportamento razionale, che suggerisce di iniziare ad assumere alimenti nel momento migliore, e cioè il risveglio “

I cibi più calorici sono quelli che statisticamente vengono assunti più velocemente “

giornata. Oltretutto, poiché gli stimoli psicologici e depressivi o comunque di risposta funzionale si manifestano quasi sempre alla sera a seguito degli eventi accaduti sul lavoro, se nel corso della giornata si è mantenuto un sistema di alimentazione corretto, il paziente non è indotto a introdurre ulteriore cibo perché non si trova in stato ipoglicemico ed è già in una situazione di soddisfazione del bisogno alimentare. Questo risultato si ottiene nel 90% dei casi rendendo il paziente consapevole che deve reagire all’inappetenza della mattina, alimentarsi gradualmente anche a metà mattina (perché lo spuntino di metà mattina è quasi più importante del pranzo), crearsi uno spazio adeguato da dedicare al pranzo e poi concludere il proprio sistema alimentare con una cena

più povera. Consapevolezza che si raggiunge ancor più facilmente se si convince il paziente a tenere un registro o diario di quello che mangia. Da un’indagine che abbiamo condotto recentemente è emerso un macroscopico paradosso, e cioè che i cibi più calorici sono quelli che statisticamente vengono assunti più velocemente (una piadina da 800 calorie, viene spesso mangiata in 3’ 30”). Questa tipologia di cibi, quindi, dovrebbe essere mangiata a pranzo e non a cena, cioè quando il tempo è limitato e non quando il metabolismo viene bloccato, perché il paziente si siede sul divano, di fronte alla tv, oppure va a dormire ed il corpo non utilizza più le calorie introitate. Il modello proposto dalla Dietologia Sistematica è quindi quello di mettere il paziente in condizione di invertire nei mesi quella che è chiamata piramide calorica. Piramide calorica che significa, nel detto

più antico: “Colazione da re, Pranzo da principe e Cena da povero”. Mentre nel diario alimentare a “schema dietetico” si esaminava l’alimentazione del paziente, i nutrienti, gli zuccheri, le proteine, ecc., nel diario alimentare “piramidale” si analizza la cronologia calorica e cioè quanto e quando il paziente distribuisce e suddivide le calorie nel corso della giornata, con l’obiettivo di ricondurlo al comportamento corretto. Chi combatte l’inappetenza alla mattina, risulterà alla sera inappetente, chi al contrario alla mattina si mette al lavoro bevendo unicamente un caffè, alla sera avrà una fame da lupo e si mangerà anche le gambe del tavolo, salvo poi aver dormito male, con il reflusso esofageo, perché lo stomaco di notte deve essere vuoto per comunicare al cervello il comando “riposa” e ritrovarsi inappetente al mattino, procrastinando il sistema. Buona parte di questo comportamento è legato allo sviluppo della civiltà umana ed alla maggiore disponibilità di illuminazione, prima con il fuoco, il petrolio e le candele, oggi con l’elettricità. Infatti, nel mondo moderno l’obesità è diffusa perché sempre di più si è abituati a tenere il pasto principale la sera tardi. È un circolo vizioso, più si introducono calorie la sera, non le si utilizza e si ingrassa, e più i centri della fame sono inappetenti al risveglio e non desiderano fare colazione, perché questa coda calorica che nella notte non viene utilizzata prosegue a soddisfare il bisogno energetico già dal mattino. Un altro studio che abbiamo condotto in questi anni ha preso in analisi il comportamento di 20 dirigenti di una società che erano stati convocati tutti una sera per la convention aziendale, di cui 10 di loro erano obesi e 10 normopeso sportivi. Interrogati con poche domande sul comportamento alimentare adottato nel corso della giornata antecedente la cena, si è notato

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che gli obesi avevano anticipato una forma di digiuno preoccupati di“dover poi mangiare necessariamente durante la cena”, mentre i normopeso sportivi avevano mangiato in modo consueto anche durante il giorno. Con il suo modo di fare, l’obeso ha generato un doppio danno al suo corpo: il primo quello di assumere cibo in quantità significativa durante la cena e il secondo quello di produrre uno stato di inappetenza il giorno successivo. L’obeso osserverà con invidia il comportamento del normopeso obiettando che, nonostante i suoi sforzi nel sostenere il digiuno durante il giorno precedente, lui invece è ingrassato. L’esperimento è poi proseguito introducendo nella serata 5 particolari non comuni: tutti i tendaggi bianchi ed uno rosso, tutti i camerieri con la cinta nera ed uno rosso, tutti i tavoli arredati con bouquet di fiori ed uno con delle piante grasse, tutte musiche pop di sottofondo salvo un brano tratto da Bizet, con il Direttore del Personale che visitava i tavoli raccontando aneddoti della sua vita salvo inserire la narrazione di un evento stravagante. Ebbene, i 10 dirigenti normopeso sportivi avevano riconosciuto tutti e 5 i particolari citati, mentre i dirigenti obesi arrivano ad individuarne al massimo 2, a dimostrazione che l’inappetente (ossia i normopeso sportivi) erano stati maggiormente in condizione di seguire la serata e avevano prestato meno attenzione al cibo che veniva servito. D’altronde già nell’antica Roma i banchetti nelle case patrizie si protraevano tutta la notte e spesso fino alla mattina successiva, mentre in periferia ogni lumino veniva attentamente spento dopo le 6 della sera, ora in cui si andava a dormire, laddove l’ora nona, che era il momento della cena, era collocata nel pomeriggio intorno alle 15. Un comportamento sociale che distingueva un ceto di benestanti che ostentava la sua pinguedine ed al contrario una classe di soldati che sottostando a direttive e regole precise, erano robusti, muscolosi e con notevole resistenza fisica.La piramide calorica effettivamente è un meccanismo fisiologico che,

oltre a farti perdere massa grassa, ti fa acquistare massa muscolare. In conclusione, il suggerimento di base che possiamo consigliare come linea generale di comportamento comune, è quello di impegnarsi a mangiare tutto ciò che si desidera alla mattina: liquidi, zuccheri, proteine, ecc., interrompere la mattinata con l’integrazione di vitamine e sali ad esempio con un frutto, dedicare un tempo adeguato per mangiare un piatto di carboidrati a pranzo, integrare il proprio sistema nel pomeriggio con l’assunzione di una barretta di cereali e concludere la giornata con la cena mangiando eventualmente qualche proteina, insieme a molti ortaggi. Gli ortaggi sono i migliori alimenti che la natura ci fornisce, a basso contenuto di calorie, ricchi di vitamine e fibre alimentari che non necessitano di funzioni digestive per progredire nel tubo digerente. n

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Hairstyle ed haircare hanno conquistato il web. Da qualche anno la Rete vanta un numero impressionante di ricerche in questo ambito e i post su instagram sono milioni. I più ossessionati da questi temi sono i Millenials, ma l’interesse tocca trasversalmente tutte le generazioni. Così come tocca un po’ tutti la passione green, che ha portato i consumatori dapprima a sostituire gli ingredienti sintetici con quelli naturali nei prodotti per la pelle, poi a privilegiarli anche nell’hair care. Al bando, dunque, solfati e siliconi, nonostante la loro innegabile funzione di “riempimento” e pulizia del capello e porta aperta agli ingredienti naturali.

“Il 49% delle donne preferisce formule senza solfati e senza siliconi”- dice Yann Lamoureux, Direttore marketing Lazartigue, il marchio di prodotti per capelli appena acquisito dal gruppo HLD, principale azionista di Filorga. Creato da Jean-François Lazartigue, pioniere della consulenza e della cura dei capelli su misura, che ha aperto il suo primo parrucchiere nel 1963 a Parigi, offrendo trattamenti botanici e vegan, il marchio eredita tutta la filosofia del suo “visionario” fondatore. “La parola green non vuole essere un claim di marketing – aggiunge Lamoureux – ma un impegno a creare formule con il 95% almeno di ingredienti naturali botanici, con un INCI snello, di pochi ingredienti, senza coloranti artificiali, senza siliconi e solfati e senza oli minerali”. “Siamo favorevoli ad una pulizia delicata dei capelli – dice ancora Lamoureux – per questo utilizziamo un trio di tensioattivi naturali, derivati dal cocco. Olio di carota e clorofilla, sono gli unici coloranti naturali presenti nei nostri prodotti. I siliconi sono sostituiti da una combinazione di oli vegetali ad alta penetrazione, con una superficie leggera, per una pulizia delicata e rispettosa della pelle (argan, cocco, camelia, soia). Le nostre formule sono vegan ed eco-friendly: riduciamo al minimo i pack esterni e utilizziamo solo plastica riciclata e riciclabile, per ridurre l’impatto ambientale dei nostri prodotti”. Fin qui la naturalità, la qualità e le performances delle formule. Ma, Lazartigue promette di conquistare anche i sensi, con il fascino della sua schiuma ricca, abbondante e straordinariamente cremosa, la morbidezza delle sue maschere, il potere lenitivo, purificante e rinfrescante dei suoi prodotti per la cura del cuoio capelluto e quello inebriante delle sue fragranze, sviluppate da talentuosi profumieri, principalmente a Grasse, che lavorano per marchi parigini di moda. Il listino Lazartigue comprende 29 prodotti e 9 nuances. Tra questi, ci sono alcuni prodotti star come: Huile des rêves, l’olio secco nutriente sublimatore a base di argan, albicocca, camelia e geranio egiziano, che nutre in profondità, dona brillantezza e disciplina i capelli; i sieri anticaduta agli estratti naturali di trifoglio rosso Tricker&Stronger; lo Shampoo Extra-Gentle ultra delicato, a base di latte di riso e oli essenziali; la maschera ad alta nutrizione Nourish Mask, dalla fragranza vegana che ricorda una millefoglie o, ancora, lo Scrub pre-shampoo che detossica delicatamente il cuoio capelluto. n

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