"The Two Types" by Jon

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4 Direzione artistica Cinzia Bibolotti e Franco Angelo Calotti

Una produzione

Presidente Giacomo Pieve

Con il contributo e patrocinio di


Due Tipi curiosi...

Sono passati sessant’anni da quel 16 agosto del ’44 quando i Due Tipi apparvero per la prima volta sul

Notiziario dell’VIII Armata. E sessanta anni sono un tempo sufficiente per poter guardare a quei drammatici eventi che caratterizzarono quei lunghi e tristi anni di guerra con occhio meno coinvolto, tale perlomeno da far sorridere anche noi italiani delle peripezie, dei tic e delle eccentricità di questi due ufficiali inglesi. Nati dalla matita del disegnatore William John Philpin Jones, i Due Tipi allietarono le pagine di vari giornali dell’Armata britannica che dall’Africa era sbarcata in Sicilia per risalire fino al Nord Italia, durante la liberazione alleata del nostro Paese.

Questa mostra, realizzata dal Museo della Satira, vuol essere dunque un garbato omaggio a quel

ricordo, con la speranza di dimostrare, ancora una volta, come la satira possa essere sempre e in ogni contesto, il sale di una democrazia.

Arruolatosi nel 1940, il cartoonist Jones, sorry... il Capitano Jones viene oggi ricordato soprattutto

per questi due baffuti ufficiali inglesi, restii a togliersi, nell’Italia del 1944-’45, la divisa del deserto, sospettosi delle lire e degli italiani, e nostalgici della vita del Cairo, sebbene passassero pomeriggi alla Casina Valadier di Roma o al Savoia di Firenze.

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Jones sbarcò a Capo Pachino, in Sicilia, il 10 luglio 1943, assieme ai soldati inglesi che fecero da

testa di ponte al D-day siciliano: “Fu qui - racconta - che mi venne l’idea dei Due Tipi osservando due ufficiali vestiti con garbo appoggiati alla jeep e intenti ad abbronzarsi al sole pur nel trambusto generale.” I Due Tipi con i loro atteggiamenti stereotipati divennero la quintessenza caricaturale degli ufficiali dei reparti dell’VIII Armata che operarono in Nord Africa - i Desert Rats - e poi in Italia, facendo sorgere subito, fin dalle loro prime apparizioni stampate, qualche perplessità in ordine alla disciplina militare, visto il loro subitaneo e travolgente successo tra le truppe. Tuttavia, quando gli alti gradi compresero come ricorda Hugh Cudlipp, Comandante e direttore del Mediterranean Service Newspapers - che i Due Tipi non ridevano degli ufficiali, ma con gli ufficiali, nessuno mise più in dubbio la loro satira sottile.”

Jon, come Jones firmava i disegni dei Due Tipi, realizzò tra il 1943 e il 1946 circa 300 cartoon che

vennero anche raccolti in due album Two Types e Two Types in Italy, dei quali furono venduti, durante la guerra, un milione di copie.

Ovviamente, vista la situazione, non mancarono anche le incomprensioni e gli incidenti diplomatici:

“Non mi resi conto ad esempio - raccontò Jones - che la vignetta che mostrava i Due Tipi a Londra che dicevano ad un prigioniero di guerra italiano «Sì, sì, sì abbiamo conosciuto tua sorella a Napoli», potesse avere due significati. Così ci furono ben ventisei editoriali di altrettanti giornali italiani che mi condannarono, fui sfidato a duello da un conte italiano e fu necessaria una scorta per ritornare al lavoro a Roma”. I Due Tipi non ebbero mai un nome, proprio per avvalorare il loro valore simbolico. Jones stesso


7 ricorda, infatti, che: “Avevo evitato deliberatamente di dare loro un nome, anche perché ogni reparto che visitavo aveva i Due Tipi nei propri ranghi”.

Ciò non impedì ai i due eroi di ricevere onori e gloria: Jon, infatti, fu premiato da Winston Churchill

con l’M.B.E. (Member of the British Empire) per il contributo che i Due Tipi dettero al morale degli Alleati, e sir Harold Alexander, Comandante supremo del Quartier Generale delle Forze Alleate in Italia, nel 1945, dopo aver ricevuto gli album dei Two Types, scrisse a Jones: “Li ho letti e mi sono deliziato nel ritrovare molte vecchie vignette che mi erano piaciute e per questo sarò sempre felice di mantenere questo volume come esempio dello spirito che ha dato un così grande contributo al successo della Campagna italiana”.

Finita la Guerra, Jon, pensò che anche per i suoi Due Tipi fosse scattata l’ora di rientrare nei ranghi

civili della City londinese, magari come bancari o assicuratori. Ma va detto che per le centinaia di migliaia di soldati che li avevano letti in branda o in trincea, riuscendo a stemperare per un attimo la tensione tra le bombe e gli sbarchi, i Due Tipi non lasciarono mai l’Italia. Rimasero dai tanti Alfredo, dai Groppi e nelle tante osterie che avevano visitato sulle colline italiane. O forse vicino ai fiumi Sangro e Rapido dove rimarranno per sempre. Franco A.Calotti - Cinzia Bibolotti


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Una medaglia per ridere

Nel 1944, i personaggi più popolari dell’Ottava Armata britannica impantanata in Italia erano due

capitani, inglesi fino al midollo, anonimi ma perfettamente riconosciuti a colpo d’occhio: i “Two Types” (“Due tipi”), creati da “Jon” ed apprezzati da un pubblico che andava indifferentemente da Flaiano a Churchill. Il vignettista fu addirittura nominato Member of the British Empire (MBE), la decorazione creata per riconoscere il contributo allo sforzo bellico dei militari non impegnati direttamente in combattimento, nonché del personale ausiliario femminile e dei civili sul fronte interno.

William John Philpin Jones, questo il vero nome di “Jon”, nacque nel 1914 a Llandrindod, in Galles.

Dopo aver frequentato la Birmingham School of Art per tre anni, iniziò a collaborare con il «Western Mail» di Cardiff. Si trasferì poi a Londra, lavorando come disegnatore presso un’agenzia di pubblicità.

Allo scoppio della guerra, Jones si offrì volontario. Fu assegnato alle Coldstream Guards, trascorrendo

sette mesi in addestramento. Nel tardo novembre 1940, passò alla scuola allievi ufficiali di Sandhurst, uscendone come sottotenente nel reggimento gallese. Lo sbarco in Sicilia lo trovò presso una divisione

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10 canadese, con l’incarico di Assistant Military Landing Officer (AMLO), incarico che mantenne anche a Salerno ed Anzio. Dopo quest’ultimo sbarco, Jones passò alla British Army Newspaper Unit - Central Mediterranean Force, per la quale creò i “Two Types”.

Pubblicati per la prima volta dall’«Eighth Army News» il 16 agosto 1944, i “due tipi” comparvero

presto su tutti i giornali editi dalla Newspaper Unit, raggiungendo «Crusader» il 15 ottobre e tutte le edizioni di «Union Jack» dal 7 novembre. Questo contribuì a diffonderne la popolarità anche fuori dal teatro operativo d’origine, raggiungendo presto la stessa Inghilterra. Pochi mesi dopo, la Newspaper Unit diede alle stampe la raccolta The Two Types, venduta a 20 lire a sostegno di speciali iniziative per il benessere del personale promosse dall’Army Welfare Services Fund. Fece seguito un secondo fascicolo di 72 pagine, Two Types in Jtaly. Questo consentì loro una diffusione capillare, tanto che non è raro trovarne copie negli archivi e nelle biblioteche inglesi. Ciò spiega anche perché i personaggi fossero noti a Flaiano e appaiano familiari anche ad una certa generazione di italiani cresciuti durante e subito dopo la guerra.

Come gli shakespeariani Rosencranz e Guildenstern, i due capitani non hanno identità distinte ma

vivono in simbiosi, distinti solo dal colore dei baffi, si caratterizzano innanzitutto quali veterani della guerra del deserto. Tutta la loro esistenza, dall’eccentrico abbigliamento che disprezza le norme regolamentari fino alle matricole delle jeep scritte in caratteri arabi, è segnata in maniera indelebile dal deserto, al quale tutto deve essere ricondotto. Così, un fiume è un wadi “misteriosamente” pieno d’acqua e la polvere delle strade è benvenuta in quanto ricorda la sabbia del deserto. E’ l’ossessione della classe media inglese per


11 il deserto, senza però l’afflato eroico di T.H. Lawrence o l’epopea del Long Range Desert Group: pura e semplice nostalgia della sabbia, una sorta di “mal d’Africa” in salsa inglese.

L’ltalia, al contrario, è una dimensione sconosciuta, verso la quale i due capitani non provano un

briciolo d’affetto. Privata del sole, dominata da pioggia e fango, il suo ruolo si riduce a quello di “centro licenze” per il teatro operativo medio orientale. Gli italiani sono piccoli e scuri, in genere poco onesti, ladri di pneumatici ed accessori delle jeep, distillatori di alcolici di dubbia qualità (“Itye gin”, “Demon Wine”), trafficanti al mercato nero, misteriosamente appassionati di politica ed anelanti alla libertà.

Tra questi cliché, l’occhio acuto di Jon riesce comunque a percepire alcuni fenomeni che l’ortodossia

storiografica italiana trascurerà per lungo tempo. E il caso dello stupore di fronte all’ostentazione, a guerra finita, di una militanza resistenziale prima del tutto invisibile. Oppure dell’interrogarsi, in altra vignetta, circa la posizione politica britannica sulla scena italiana.

Significativa appare l’assenza del nemico e delle ragioni della guerra. Pur accettandone la natura di

prodotto destinato al sostegno del morale delle proprie truppe, la distanza rispetto agli analoghi prodotti avversari è notevole ed immediatamente percepibile.

A distanza di anni, alcune delle vignette sono di difficile comprensione per la presenza di una

componente gergale che era patrimonio esclusivo del personale militare britannico. Altrettanto vale per


12 certi giochi di parole (le sigarette V-2, con amaro riferimento ai missili tedeschi) o per taluni simboli grafici (la X inscritta nel cerchio, ad indicare luogo nel quale i militari alleati non possono entrare), oggi comprensibili per via intellettuale ma senza possibilità di riso spontaneo: un po’ come potrebbe accadere a chi, nel 2040, volesse leggere la storia politica italiana attraverso le vignette di Forattini o il Cipputi di Altan.

Nonostante questo, nei loro momenti più riusciti i Due Tipi ricordano la trilogia di Evelyn Waugh:

la stessa gioiosa incapacità di affrontare una guerra moderna, la stessa malcelata invidia per gli alleati americani e le loro risorse apparentemente infinite. I “Two Types” costituiscono quindi un efficace spaccato della mentalità e dell’atteggiamento britannico nella campagna d’Italia, sotto molteplici punti di vista. A questo contribuisce anche la disponibilità di Jon’s Complete Two Types, una selezione di oltre 200 vignette curata dallo stesso Jones, poi scomparso nel 1992, e tuttora distribuita dalla Political Cartoon Society, l’associazione che riunisce i vignettisti britannici contemporanei. Gregory Alegi

Gregory Alegi insegna storia dell’aeronautica presso l’Accademia aeronautica di Pozzuoli e svolge attività didattica e di ricerca presso la Luiss-Guido Carli di Roma.

Per gentile concessione di “Nuova Storia Contemporanea - Bimestrale di studi storici e politici sull’età contemporanea”,


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BENVENUTO AI NOSTRI LIBERATORI “Nessun clamore come questo nel deserto, vecchio mio”.


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“Di quale D-Day parlano, vecchio mio?”


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“Mio caro, non stia lì a dirmi che non ha mai sentito parlare del Punch”.


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“Preferisco una tempesta di sabbia tutti i giorni�.


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“Meno male che nel deserto non c’erano muri!”


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In Italia, Paese del sole “Abbastanza superfluo, vero, vecchio mio?”

Ancora in Italia, Paese del sole “Ricordi quella settimana senz’acqua al wadi Zem-Zem?” wadi = fiume in secca


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“Costano meno che a Napoli, vecchio mio, vuole solo 10.000 lire!�


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“Qualche lamentela, vecchio mio?”

“Queste pianure non sono piatte come il deserto, vecchio mio”.


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“Come se tutti si vestissero veramente così!”

“Accidenti, questo non era mai successo nel deserto!”


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“No, grazie, abbiamo portato il nostro�.


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“Ehi, non avete sentito dire che la cara vecchia guerra è finita?”


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“SĂŹ, si signore, ma quanto costa in akkers? akker= moneta in uso tra i militari


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“Fai bene il tuo lavoro, vecchio mio, e non ti chiederemo la ricevuta!�


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“Mi domando se ciò significhi che possiamo proseguire!”


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“è una lingua abbastanza facile, qualche alzata di spalle, un basta ogni tanto, capito?”


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“Continuo a sostenere che Roma sia il luogo migliore in Medio Oriente dove trascorrere un congedo�.


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“Per chi votiamo, noi, vecchio mio?”


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“è arrivato il momento in cui dobbiamo unirci all’UNRRA per farci dare un mezzo di trasporto”. UNRRA= United Nations Relief and Rehabilitation Administration - Ufficio delle Nazioni Unite per il soccorso e la riabilitazione


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“L’ufficiale medico non sa se il mio catarro sia provocato dalla “L’Union Jack ha fatto un altro scoop. Dice che in Italia questo Pianura Padana o dal pessimo Gin”. è l’inverno più caldo degli ultimi trent’anni!” Union Jack= Giornale quotidiano delle Forze armate britanniche


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“Ora tutto quello che dobbiamo fare, vecchio mio, è impacchettarlo e fare in modo che l’ufficiale incaricato delle spedizioni lo accetti”.


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“E’ sorprendente come riescano a trovare la benzina”.


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“Mi sono scocciato del loro pessimo vino!�


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“Avete il gioco delle freccette, qua, vecchio mio?”


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“Mi domando quando potremo ritirare dall’officina la nostra jeep”.

“Potresti usare un paio di gondolieri, vecchio mio”.


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“Quei mascalzoni hanno rubato perfino la batteria”.


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“Mi domando se i Due Tipi esistano veramente, vecchio mio?”


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“Congratulazioni, sei un tenente generale�.


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“Blimey, non avreste imparato a cucinare gli spaghetti se il vostro congedo fosse stato fissato per il prossimo mese�.


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“Sì, sì, signore – per arrivare a Via Po dovete superare l’ufficio del Cassiere del Campo, girare a sinistra dopo la Medicheria, a destra dopo l’Officina, passare davanti all’ufficio del Maggiore, continuare a destra nei pressi della Dispensa ed è poco oltre il punto di rifornimento di benzina”.


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“Non si permetta, signore!”

“Un po’ diverso dal nostro teatro egiziano”.


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“How about a black-market Python, miei capitani – 10,000 lire a month”. “Che ne dite di un congedo illimitato al mercato nero, miei capitani, per 10.000 Lire il mese”.


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“Sigarette – americane, inglesi, nazionali e Vs”.

“No grazie, vecchio mio, noi fumiamo soltanto le Vs”.

Vs = sigarette di dubbia origine, forse fabbricate con vecchi calzini americani e sterco di cammello


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“Vuoi una V-2, vecchio mio”. Nella battuta c’è un gioco di parole tra il nome delle sigarette “Vs” e i celebri missili tedeschi V-2

“Mi domando se riusciremo a farci prestare il camioncino del Campo”.


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“Fa un certo effetto quando si fa il confronto con la vecchia razione di base in Inghilterra, eh capitano?�


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“Capisco che sia molto gentile da parte loro averci trainato, ma sarĂ imbarazzante attraversare Roma in questo modoâ€?.


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“Ecco quello che mi piace di Roma: la cultura, i monumenti storiciâ€?. Nel cartello: Questo bar fu scoperto per la prima volta nel 1944 ed è stato lo scenario di una terribile baruffa tra un gruppo di neozelandesi ed un gruppo di sudafricani. Detiene il primato di numero di jeep rubate al suo esterno tra tutti i locali di Roma.


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La vignetta si riferisce alla predilezione dei “Due Tipi” per il liquore italiano Strega.

“Devo smettere di bere lo Strega al boccale”.


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“Dieci chilometri e gli spaghetti non sono ancora cotti�.


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“Il vecchio Nobby Clarke è molto cambiato da quando ha saputo che sta arrivando sua moglie”.


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“No, sorella, a lui fa piacere sedere nel retro�.


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“Ecco come ci riprendiamo il nostro, vecchio mio!”


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“Il vecchio non vuole correre rischi da quando gli hanno rubato la sua Humber Snipe”. Humber Snipe = modello di autovettura in dotazione all’esercito


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Sul cartello: Procedere lentamente. Burrone. “Burrone, burrone? – Immagino che intendano wadi” wadi = fiume africano in secca


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“Canzone affascinante, vecchio mio”.


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“Vuole sapere se queste rose appartengono alla varietà di quelle deserto!”


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“Attenti, arriva l’ufficiale di giornata!”


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DI RITORNO A LONDRA “Cosa! - Niente Eighth Army News?” Eighth Army News= Giornale quotidiano delle Forze armate britanniche


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“Not so much of the subito, old man, and a little more of the per favore”. ALL’ANGLO-ITALIANO CLUB DI LONDRA “Meno rapidità, vecchio mio, ma un po’ più di cortesia”.


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IN HYDE PARK “E infine, signori, il mio programma è meno Python, più LIAP, birra migliore per i soldati e maggiori interessi in Egitto”. Python= Congedo ogni 4 anni per le truppe all’estero - LIAP= Leave in addition to Python - Congedo ogni 2 anni e mezzo per le truppe all’estero NAAFI= Navy, Army, Air Force Institute - Istituto che riforniva provviste e quant’altro necessario alle truppe


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ALLA CITY DI LONDRA “Non ti preoccupare, vecchio mio, il soldato Blenkinsop mi ha promesso che ci troverà un lavoro”.


Breve storia della Campagna d’Italia Mentre i Due Tipi risalivano con molto humour britannico la nostra Penisola attraverso le vignette di Jon, in Italia proseguivano le azioni degli Alleati: 19 mesi di guerra durissima e drammatica. Questo un breve resoconto degli avvenimenti della Campagna d’Italia: La Campagna militare che condurrà alla liberazione dell’Italia scattò con il D-day siciliano tra il 9 e il 10 luglio 1943, quando tre divisioni americane, una canadese e tre inglesi sbarcarono sulle coste a sud della Sicilia, dopo aver occupato in precedenza le isole di Pantelleria e Lampedusa. A metà agosto gli Alleati avevano già superato le resistenze delle quattro divisioni italiane e delle due tedesche presenti sull’isola, mentre a Roma gli eventi precipitavano. Il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo aveva infatti rovesciato Mussolini, che venne arrestato per ordine del Re (che da qualche mese meditava il cambiamento di alleanze), e a Capo del Governo venne nominato il maresciallo Pietro Badoglio, il quale avviò immediate trattative per la resa e l’armistizio che venne poi firmato il 3 settembre a Cassibile, ma annunciato solo l’8. La reazione nazista alle decisioni italiane fu pesantissima e le truppe del maresciallo Albert Kesselring occuparono l’Italia centro settentrionale, mentre Vittorio Emanuele III e il Governo fuggivano da Roma verso Brindisi lasciando l’esercito e il Paese allo sbando. Intanto Mussolini, liberato dai tedeschi il 12 settembre e trasferito al nord, venne messo alla guida della neo-costituita Repubblica di Salò.

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64 Il 3 settembre l’VIII Armata, guidata dal Gen. Montgomery, attraversava lo Stretto di Messina e sbarcava a Reggio Calabria, iniziando così la risalita della penisola che si concluderà 19 mesi dopo. Taranto fu raggiunta il 9 senza particolari resistenze, mentre nello stesso giorno la V Armata americana, al comando del generale Mark Wayne Clark, sbarcava sulla costa di Salerno, di fronte ad una pesante reazione germanica. Il 16 settembre l’ala sinistra dell’VIII Armata poté unirsi all’ala destra della V, e successivamente la stessa V Armata avanzò lungo la costa occidentale, occupando Napoli ai primi di ottobre, dopo che era già stata liberata dai napoletani con le Quattro Giornate. Il 12 ottobre gli Angloamericani avevano così già attestato le loro linee dal fiume Volturno fino a Termoli, ma l’avanzata stava per rallentare: alla fine del 1943, dopo la vittoria alleata nella battaglia di Montelungo, dove ci fu un importante apporto di alcuni reparti del rinnovato Esercito italiano, i tedeschi riuscirono a bloccare gli Alleati a un centinaio di chilometri a sud di Roma. Dopo alcuni attacchi alla rocca di Cassino saldamente in mano germanica, gli Alleati sbarcarono ad Anzio il 22 gennaio con l’obiettivo di prendere alle spalle la Linea Gustav che attraversava l’Appennino fra Gaeta e Termoli. Ma non ci furono i risultati sperati, visto che i tedeschi resistettero e contrattaccarono al punto che la testa di ponte alleata fu mantenuta con difficoltà. Le armate di Clark (americani, britannici, francesi e polacchi) sferrarono l’attacco decisivo solo l’11 maggio; Cassino fu presa il 18 e cinque giorni dopo i tedeschi in ritirata lasciarono aperta la strada verso Roma, che fu liberata il 4 giugno. La ritirata tedesca si attestò prima sul Trasimeno, poi nell’aretino e quindi sull’Arno. Mentre gli Alleati, dopo aver preso Ancona e Firenze, nella seconda settimana di agosto si attestarono sulla Linea Gotica. Qui il fronte restò fermo a lungo poiché, con l’arrivo dell’inverno, gli Alleati si misero sulla difensiva in attesa della battaglia di


65 primavera, mentre nel nord occupato dai nazisti continuava a crescere la Resistenza partigiana. Il 5 aprile, dopo cinque mesi di stallo, venne decisa l’offensiva finale verso l’Italia settentrionale dove i tedeschi contavano 27 divisioni, di cui 4 italiane, contro le 23 degli Alleati (Inghilterra, Stati Uniti, Polonia, Brasile e Italia) che disponevano però di superiorità nei cieli e dell’appoggio dei partigiani italiani. Il 14 e il 16 aprile 1945, la V Armata e l’VIII Armata sferrarono l’attacco finale verso il Po e la Pianura Padana. Il 10 aprile i partigiani ricevettero l’ordine dell’insurrezione generale - fissata per il 25 - dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, l’organismo in cui erano confluite tutte le diverse componenti dell’antifascismo. Le fabbriche del nord, intanto vennero paralizzate dagli scioperi e i partigiani tra il 18 e il 25 aprile riuscirono a far ritirare i nazisti ancor prima che sopraggiungessero le truppe alleate. Il 27 aprile con la cattura di Mussolini in fuga usciva di scena anche la Repubblica fascista di Salò. Mentre i comandi tedeschi trattavano la resa totale con gli Alleati fissata per il 2 maggio, la V Armata americana raggiungeva Torino, e l’VIII Armata britannica arrivava fino a Trieste. L’Italia era finalmente di nuovo unita e libera. Nella Campagna d’Italia erano morti 42.000 tra marinai, soldati ed aviatori delle Forze Armate Alleate.

Questa mostra vuol essere un omaggio a quanti, sessant’anni fa, operarono per liberare il nostro Paese


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In copertina e a pag. 1 sono riprodotte rispettivamente le copertine degli album originali di “The Two Types” e “Two Types in Italy”. Si ringraziano:

Enrico Mannucci; Giovanni Gentile, Francesco Perfetti, Gregory Alegi di “Nuova Storia Contemporanea”; Fabio De Pasquale. Graphic designer: Gabriele Moriconi Impaginazione: Editografica Stampa: Pacini Editore

©Fondazione Città di Forte dei Marmi, 2004 Il copyright delle opere in catalogo appartiene agli aventi diritto. Dette opere sono qui riprodotte al solo fine di documentare la mostra organizzata nel periodo riferito dal Museo della Satira e della Caricatura. È vietata ogni riproduzione anche parziale. Non essendo riusciti a rintracciare gli aventi diritto delle tavole pubblicate nel catalogo, siamo disponibili a riconoscere i loro eventuali diritti.

Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dallʼart.. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dallʼaccordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni per uso differente da quello personale sopracitato potranno avvenire solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dagli aventi diritto.


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