Renziade - Da Rignano a Palazzo Chigi, l'epopea del Sindaco degli Italiani

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Comune di Forte dei Marmi

Comune di Forte dei Marmi

Segretario generale e Dirigente Sotto Servizio Speciale Musei e Satira politica Sergio Camillo Sortino

Una produzione:

Enrico Ceretti - Presidente Giacomo Pieve - Vice Presidente Massimo Bertellotti Massimo Galleni Vivaldo Tonini Luca Vagli

www.museosatira.it/mostre/renziade museosatira@gmail.com

Museo della Satira e della Caricatura Forte dei Marmi Direzione artistica del Museo: Cinzia Bibolotti Franco A. Calotti

Il Fortino

Assessorato alla Cultura Dirigente Laura Quadrelli

Con il contributo di:

Disegno di copertina e a pag.13: © Marilena Nardi Risvolto di copertina: © Stefano Disegni Immagini a pag. 4 e pag. 6: © Istituto Lupe Immagine a pag. 8: © Daniele Zendroni - l’Espresso Disegni frontespizio e IV di copertina: © Benny


REnziade Da Rignano a Palazzo Chigi l ’epopea del Sindaco degli Italiani Intervento critico di Marco Damilano A cura di Cinzia Bibolotti Franco Calotti Ha collaborato Eleonora Frediani

30 Luglio - 2 Ottobre 2016 Museo della Satira e della Caricatura - Forte di Leopoldo I - Forte dei Marmi



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atteo Renzi non era ancora nato nel 1972, quando per la prima volta, il Premio Satira Politica fece il suo ingresso ufficiale fra le manifestazioni cittadine. Classe 1975, il Presidente del Consiglio appartiene comunque alla generazione del Premio, che da quegli anni ha iniziato a graffiare con la sua pungente ironia i potenti di turno. Quindi, era prevedibile che anche lui, prima o poi e come i suoi numerosi predecessori, cadesse vittima delle feroci matite dei più noti disegnatori. Le espressioni e i vezzi, così come la politica che porta avanti ormai da due anni con il suo Governo, sono passati sotto la lente di ingrandimento dei satirici, che hanno preso nota e dato sfogo alla loro vena creativa. Le vignette che compongono Renziade ne sono il risultato, di cui mi auguro Renzi sappia essere orgoglioso, dal momento che, se trova il tempo di dare un’occhiata a tutti coloro che lo hanno preceduto, si renderà conto di essere in compagnia di illustri rappresentanti della cultura, dell’arte e della politica italiana degli ultimi due secoli. Benvenuto, dunque, al nostro Premier nella Città della Satira e della Caricatura. Adesso, dopo l’omaggio del Museo omonimo, diventerà veramente uno di noi.

Il Sindaco Umberto Buratti

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harlie Chaplin scriveva: «Attraverso la comicità vediamo l’irrazionale in ciò che ci sembra razionale; il folle in ciò che ci sembra sensato; l’insignificante in ciò che sembra pieno di importanza. Essa ci aiuta anche a sopravvivere preservando il nostro equilibrio mentale. Grazie all’umorismo siamo meno schiacciati dalle vicissitudini della vita. Esso attiva il nostro senso delle proporzioni e ci insegna che in un eccesso di serietà si annida sempre l’assurdo». Sfogliando questa “Renziade” come si fa a non essere d’accordo? Il Presidente del Comitato Enrico Ceretti

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«La satira è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria» Jonathan Swift

Renziade

Cinzia Bibolotti & Franco A. Calotti

S

e la libertà di un Paese si misura dalla libertà di satira, dalla possibilità di de-

ridere il Potere, anche ferocemente, l’Italia oggi può ritenersi un Paese libero.

Qui esiste il diritto di espressione e lo si esercita, fortunatamente.

Il Primo Ministro Renzi sembra attirare, come pochi altri (Berlusconi di sicuro è

stato tra questi), gli strali della satira, il graffio dell’ironia e lo sfottò della comicità. Del resto, come ci ha insegnato Bergson, il riso è un fenomeno sociale perché as-

solve a una funzione sociale, deride per correggere. Il piacere del riso, il godimento che se ne trae, viene impiegato dalla società per una finalità collettiva.

Oggi, a nostro avviso, queste teorizzazioni acquistano ancora più significato poiché viviamo sotto il dominio dei social network che fanno da amplificatore al

fenomeno Renzi: cinguettii ironici, fotomontaggi satirici, imitazioni spassose, parodie, web-serie dedicate, analisi del linguaggio del Premier, veri e propri graphic

novel umoristici, barzellette, pagine facebook satiriche che prendono in giro la sua conoscenza dell’inglese, la sua filosofia del fare... è tutto un florilegio di trovate esilaranti intorno al personaggio.

Un intero Museo del Ridere non basterebbe a ospitare tutta la vasta produzione umoristica a lui ispirata.

Noi vi proponiamo una galleria speciale di ritratti satirici ad opera dei più talen-

tuosi disegnatori italiani, che hanno elaborato la propria proposta con grande senso artistico e con un grande amore per la propria professione di liberi pensatori. Viva e sempre la satira.

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Come Napoleone Marco Damilano

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ome Napoleone. Lo raffigurammo così nel febbraio 2014, sulla copertina dell’ “Espresso”, Matteo Renzi al momento della sua conquista di Palazzo Chigi,

nella stessa posa che Jacques-Louis David, primo pittore della corte napoleonica, usò per immortalare il Generale più di due secoli fa, su un cavallo bianco, all’atto di valicare il Gran San Bernardo. Un’immagine ironica, un ritratto satirico per co-

gliere l’essenza del «Principe novo» arrivato da Firenze, il suo più profondo tratto identitario, il dna. Il potere dell’Io.

Non è una novità assoluta nella politica italiana, specie nell’ultimo ventennio. Eppure a lungo la Repubblica è stata dominata da potenti che custodivano per sé il

culto della segretezza, anzi, dell’impersonalità. Il potere italiano è frammentato, distante, senza volto, scriveva Umberto Eco. Il Palazzo pasoliniano, oscuro, insondabile. È stata la satira, in quegli anni, a ridare ai potenti una storia, i pensieri, le

ambizioni, gli odi che loro negavano nella nebulosità di una dichiarazione. Nella

storia repubblicana e nell’indice di gradimento dei satirici di tutte le generazioni

ci sono stati, in testa, Amintore Fanfani, Bettino Craxi, Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi. A seguire, Aldo Moro, Giovanni Spadolini, Romano Prodi, Giuliano

Amato. Sandro Pertini, il prediletto, un discorso a parte, come Marco Pannella. Francesco Cossiga, ma solo in veste di Picconatore. Enrico Berlinguer, venerato e

contestato. Tutti o quasi tutti, erano leader, segretari di partito, presidenti del Con-

siglio, che tendevano a occultare la loro fisicità. Hanno acquistato un corpo, per milioni di italiani, grazie all’immaginazione corrosiva di disegnatori, vignettisti, illustratori. Corpi da allungare, stirare, accorciare. Corpi comici. Fanfani e il tappo

dello spumante da far saltare, Andreotti e la gobba e le orecchie da pipistrello e i suoi armadi, gli archivi, i misteri. Craxi e la camicia nera e gli stivaloni, Spadolini e la nudità... Prodi il parroco, Berlusconi il banana in doppiopetto.

È stata la strada della satira italiana al racconto politico. Non è mai stata una caricatura del reale, al contrario, ha dato un volto alle formule incomprensibili e

metafisiche, le convergenze parallele, il compromesso storico, la solidarietà na11


zionale, l’incontro tra democristiani e comunisti che Pericoli e Pirella rappresenta con Berlinguer a carponi all’inseguimento di un tubo di fogna, irraggiungibile e puzzolente.

Da molti anni, in era berlusconiana, i faccioni della politica hanno invaso e oc-

cupato tutto. Si sono trasformati in un’ossessione per gli italiani. E la satira ha provato a sperimentare la via opposta: togliere, sottrarre, sfumare i contorni laddove dominavano bandane, lifting, statuette priapiche. Ma solo con Matteo Renzi

la rappresentazione benevola e solare che ogni potere vuole dare di sé si è fatta,

definitivamente e grazie anche al dominio dei social network, compiuta auto-rappresentazione. Raffigurazione che non accetta mediatori, che si fa da sé.

Matteo Renzi è un premier giovane, dotato di prepotente fisicità. Corre in magliet-

ta e pantaloncini, si getta un secchio d’acqua gelida in testa per una nobile causa, salta su e giù da un palco come una rock-star. Presenta le slides e i tweet sulla sua attività di governo, ha perfino inaugurato un social talk da lui condotto nello stu-

dio di Palazzo Chigi, con ospiti in studio e domande dal pubblico. Eppure, al tem-

po stesso, allo spettatore e al disegnatore appare come un corpo virtuale, mediati-

co. Né alto né basso, né grasso né magro, né bello né brutto. Senza spigoli, senza appigli, piatto come la superficie di un tablet o di uno smartphone. Adattabile alle

esigenze del momento. Un non-corpo. Il massimo dell’auto-rappresentazione, il

selfie ripetuto migliaia di volte sempre identico a se stesso si capovolge nel suo opposto, la trasformazione del corpo del leader in un fotogramma, un frammento, un frame.

La satira lo inquadra, lo fotografa, lo immortala in questa sua mutevolezza: Renzi è un non-corpo che diventa Fonzie, Thatcher, il premier che si arrampica su una montagna di parole, il Superman in accappatoio che si guarda allo specchio non

trovando nessuno, Renzi-Belushi in missione «per conto di io», Renzi-Leopoldo, «il gran dica della Toscana» (Giannelli) che occupa ogni segno zodiacale del calenda-

rio. Un essere cangiante che non vive sulla lunga durata, ma interpreta meglio di chiunque lo spirito del tempo della politica e della comunicazione. Un Narciso che danza in un paesaggio vuoto di protagonisti e di antagonisti.

È l’altra novità dell’era Renzi (e della satira che lo riguarda): l’assenza di un pa-

esaggio. La politica italiana è sempre stata affollata di personaggi, fino all’ultimo

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angolo, più di un riquadro di Jacovitti. Di destri e di sinistri, di preti e di operai, di imprenditori e di lavoratori, di santi e di navigatori, di spioni, piduisti, bomba-

roli. Il Contesto, in cui si muovevano i leader, con i comprimari, gli alleati sempre infidi, i nemici.

In questa galleria, e nella cronaca, invece, Renzi si muove sempre da solo. A volte, in qualche caso, compare al suo fianco Maria Elena Boschi, da stilizzata fatina del

renzismo, mai come numero uno e neppure come numero due, braccio destro modello Franco Evangelisti con Andreotti, Claudio Martelli con Craxi, Gianni Letta con Berlusconi. Né mai, tra centinaia di tavole, prende vita un rivale, un avversa-

rio. Il Rottamatore ama elencare gli ambienti che ostacolano il suo cambiamento. i

professoroni, gli editorialisti, i commentatori di quartiere, i sindacalisti, la vecchia

sinistra, il fronte del No. Non trovandoli, se li disegna da solo, con tratto disneya-

no, i gufi. Ma si capisce che c’è un unico nemico che davvero egli riconosca e di cui abbia timore: di nuovo, se stesso.

In queste storie satiriche, nelle Renziadi, c’è un elemento del potere di Matteo

sempre poco considerato dagli analisti. E invece chiarissimo a chi, per mestiere, è abituato a deformare la realtà, per comprenderla meglio. Visto da qui, dalla base, come fa Sergio Staino («Si può stare con il papa pur essendo atei? Più facile che stare con Renzi pur essendo di sinistra»), da un’altra ottica visuale spunta l’atti-

tudine educativa, pedagogica, tipica dell’ex capo-scout. La voglia di cambiare il mondo, un obiettivo che va ben al di là di fare una nuova legge sul mercato del lavoro e di riscrivere la Costituzione. Renzi vuole cambiare la testa, l’umore dei

governati. Ecco il nemico: il gufo che è in noi, l’indolenza degli italiani, la loro

diffidenza, il sospetto verso chi sta lassù, in alto, che spesso diventa qualunquismo oppure accomodamento e conformismo nei confronti di chi si affaccia dal balcone di turno, ma in altri momenti della storia ha permesso di non cadere nelle trappole sofisticate della propaganda o, come si chiama oggi, dello storytelling.

Berlusconi solleticava gli italiani nel loro carattere nazionale, come facevano i de-

mocristiani, si metteva alla pari, o al di sotto. Gli azionisti dell’alba repubblicana e

più di recente i tecnici alla Mario Monti volevano mutare la loro testa, il loro modo di ragionare, e sono stati rifiutati. Renzi si è presentato sulla scena come Matteo-

uno-di-noi, uno normale, il ragazzo della provincia venuto da Rignano sull’Arno, 13


in competizione con la retorica populista del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, uno-vale-uno. Ma è possibile che una volta vinte le partite più politiche si volterà

verso l’ambizione più nascosta, costruire l’italiano nuovo, dal dolce stile fiorentino. Si vedrà qui il Renzi petulante che vuole convincere il cittadino comune che il

brutto è bello, che ciò che è disgustoso va invece portato a casa e messo nella vaschetta del pesce rosso, il Renzi che fin da piccolo decide tutto lui, che strepita

che lui di scarpa porta il numero ventuno («non mi faccio imporre il numero delle mie scarpe da un venditore di scarpe, e neppure le riforme dall’Europa»), il Renzi in guerra con il mondo.

La satira lo ha già capito, è più avanti. E Altan, con la solita genialità, già tratteggia quale sarà il patto futuro tra il nuovo Capo e il suo popolo: «Dice il Renzi che se non ci garba, lui se ne sbatte». «Allora l’intesa è possibile».

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REnziade Da Rignano a Palazzo Chigi l ’epopea del Sindaco degli Italiani


Indice Saluti istituzionali............................................................................................................................ pag. Renziade di Cinzia Bibolotti e Franco A. Calotti................................................................................ pag. Come Napoleone di Marco Damilano............................................................................................... pag. Achille Superbi................................................................................................................................. pag. Allegra............................................................................................................................................. pag. Aloi.................................................................................................................................................. pag. Altan................................................................................................................................................ pag. Athos Careghi ................................................................................................................................. pag. Beduschi.......................................................................................................................................... pag. Benny............................................................................................................................................... pag. Beppe Mora...................................................................................................................................... pag. Bertolotti e De Pirro......................................................................................................................... pag. Bicio Fabbri...................................................................................................................................... pag. Bucchi.............................................................................................................................................. pag. Cecigian........................................................................................................................................... pag. Contemori........................................................................................................................................ pag. D. Paparelli...................................................................................................................................... pag. Darix................................................................................................................................................ pag. DM - Danilo Maramotti.................................................................................................................... pag. Donarelli.......................................................................................................................................... pag. F. Natali............................................................................................................................................ pag. Fabio Magnasciutti........................................................................................................................... pag. F. Bianco........................................................................................................................................... pag. Frago................................................................................................................................................ pag. Franzaroli........................................................................................................................................ pag. Giannelli.......................................................................................................................................... pag. Isca.................................................................................................................................................. pag. Istituto Lupe..................................................................................................................................... pag. Lele Corvi......................................................................................................................................... pag. Leo................................................................................................................................................... pag. Leoni................................................................................................................................................ pag. Luca Garonzi.................................................................................................................................... pag. M. De Angelis................................................................................................................................... pag. Ma - Mario Airaghi........................................................................................................................... pag. Mannelli........................................................................................................................................... pag. Marco Careddu................................................................................................................................ pag. Marco Scalia.................................................................................................................................... pag. Marengo........................................................................................................................................... pag. Massimo Presciutti........................................................................................................................... pag. Mauro Biani..................................................................................................................................... pag. Migneco e Amlo............................................................................................................................... pag. Milko................................................................................................................................................ pag. Minoggio.......................................................................................................................................... pag. Nardi................................................................................................................................................ pag. Natangelo........................................................................................................................................ pag. Passepartout..................................................................................................................................... pag. Pat.................................................................................................................................................... pag. Pillinini............................................................................................................................................ pag. PV.................................................................................................................................................... pag. Ricciarelli......................................................................................................................................... pag. Riverso............................................................................................................................................. pag. Roberto Mangosi.............................................................................................................................. pag. Sergio Staino.................................................................................................................................... pag. Stefano Disegni................................................................................................................................ pag. Vauro............................................................................................................................................... pag. Vincino............................................................................................................................................. pag.

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REnziade

Achille Superbi

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Allegra


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Aloi

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Altan


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Altan

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REnziade

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Athos Careghi


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Beduschi

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Benny


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Benny

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REnziade

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Beppe Mora


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Beppe Mora

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Bertolotti e De Pirro


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Bertolotti e De Pirro

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REnziade

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Bicio Fabbri


REnziade

Bucchi

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REnziade

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Bucchi


REnziade

Cecigian

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REnziade

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Contemori


REnziade

Contemori

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REnziade

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D. Paparelli


REnziade

D. Paparelli

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REnziade

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Darix


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Darix

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DM (Danilo Maramotti)


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DM (Danilo Maramotti)

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REnziade

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Donarelli


REnziade

Donarelli

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REnziade

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F. Natali


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F. Natali

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Fabio Magnasciutti


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Fabio Magnasciutti

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F.Bianco


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Frago

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Frago


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Franzaroli

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Giannelli


REnziade

Giannelli

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Isca


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Istituto Lupe

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REnziade

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Istituto Lupe


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Lele Corvi

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Lele Corvi


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Leo

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Leoni


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Leoni

Leoni

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Luca Garonzi


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Luca Garonzi

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M. De Angelis


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M. De Angelis

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Ma (Mario Airaghi)


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Mannelli

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Mannelli


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Marco Careddu

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Marco Scalia


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Marengo

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Marengo


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Massimo Presciutti

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Massimo Presciutti


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Mauro Biani

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Mauro Biani


REnziade

Migneco e Amlo

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Milko


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Minoggio


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Nardi

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Nardi


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Natangelo

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Passepartout

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Passepartout


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Pat

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Pillinini

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Pillinini


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PV

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REnziade

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PV


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Ricciarelli

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Riverso


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Roberto Mangosi

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Roberto Mangosi


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Sergio Staino

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Sergio Staino


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Stefano Disegni

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Stefano Disegni


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Vauro

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REnziade

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Vauro


REnziade

Vincino

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REnziade

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Vincino


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Il copyright dei disegni contenuti in questo catalogo appartiene agli Autori. I disegni sono qui riprodotti ai fini della documentazione della mostra realizzata a cura del Museo della Satira e della Caricatura di Forte dei Marmi

Il Satiro di Altan è © by Quipos

REnziade Da Rignano a Palazzo Chigi l ’epopea del Sindaco degli Italiani

© Museo della Satira e della Caricatura 2016 è vietata qualsiasi riproduzione Impaginazione e grafica: Franco A. Calotti Finito di stampare nel mese di luglio 2016 da Pixartprinting Srl - Quarto d’Altino VE 106


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