RENATO GUTTUSO: omaggio per il centenario della nascita

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RENATO RENATO GUTTUSO GUTTUSO O M AG G I O P E R I L C E N T E NA R I O D E L L A NAS C I TA oli, gouache e disegni


Città di Lonigo Assessorato alla Cultura

27 gennaio - 17 marzo 2013 Palazzo Pisani, piazza Garibaldi - Lonigo (Vi)

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Autore di una pittura inconfondibile e apprezzata non solo nel territorio nazionale ma internazionale, come dimostrano le mostre organizzate a Sydney, Washington, Londra e la più recente antologica retrospettiva ospitata al Complesso del Vittoriano di Roma, Renato Guttuso viene definito il “poeta” del pennello, un artista dalla sensibilità rivolta al sociale e per cui è difficile ipotizzare un’accurata analisi dell’opera, “astraendola dalla realtà da cui trae direttamente ispirazione”. “Mani nervose, duttili, eternamente in movimento. Mani impegnate a disegnare ovunque, in qualunque momento, con qualsiasi cosa: su un tovagliolo, su un fazzoletto, su un pacchetto di sigarette, su un qualsiasi pezzo di carta; con una matita, una penna usata, perfino un rossetto. Renato Guttuso era un uomo per cui il disegno, la sua smania incessante di disegnare, era diventata il vero “tramite” con la realtà. Visto dall’interno il mondo guttusiano era affollato, piacevole e vario. La sua curiosità era continua; il suo bisogno di sapere, di chiedere, di conoscere, di informarsi dava a ogni giornata un andamento imprevedibile. Inventore di situazioni simboliche, un raffinato visitatore e manipolatore di immagini drammatiche, da cui riesce ad estrarre il senso più profondo, soffrendo in senso lirico l’opera d’arte, come un poeta che deve trattenere il fluire disordinato delle emozioni, dando luogo alla parola, così come lui dà luogo alla visione.”


Renato Guttuso nasce a Bagheria, in Sicilia, il 26 Dicembre 1911 (ma sua madre lo denuncia all’anagrafe il 2 Gennaio del 1912). Della sua infanzia Guttuso stesso scrive “tra gli acquarelli di mio padre, lo studio di Domenico Quattrociocchi, e la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada, avevo sei, sette, dieci anni...”. Nel 1928 partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo. Dai primi quadri Renato Guttuso, fondamentalmente verista e naturalista, insegue un’esecuzione prettamente figurativa di temi ancorati al mondo contadino, rurale, popolare: temi sociali o soggetti dichiaratamente politici. In pochi anni, diventa il portavoce più eloquente di una giovane generazione di artisti che esprimevano sui giornali e attraverso le loro opere, le opinioni sulla libertà creativa e sull’imperativo morale del “realismo”, considerato popolare e accessibile alle masse e seguendo stilisticamente il periodo “Blu” di Pablo Picasso. Dal 1969 vive stabilmente a Roma, nella famosa via Margutta, la strada dei pittori, con la sua compagna Marta Marzotto, la splendida contessa ex mondina e modella, iniziando il periodo intimo con una serie di quadri autobiografici. Spesso lo spirito polemico affiora prepotente in Guttuso raggiungendo la punta massima con la grande tela “I funerali di Togliatti” del 1972.


Nonostante appartenga ad un’epoca piena di mutamenti, sociali e culturali, pur vivendoli da protagonista, Guttuso ha la forza di rimanere sempre il pittore illuminato dalla sua terra. Nonostante appartenga ad un’epoca piena di mutamenti, sociali e culturali, pur vivendoli da protagonista, Guttuso ha la forza di rimanere sempre il pittore illuminato dalla sua terra. Il vero e migliore Guttuso è rimasto un autentico siciliano, un poeta della rassegnazione e della morte, della sconfitta e del massacro, nonostante i principi rivoluzionari; la sua sicilianità di fondo lo condanna a sentire, da artista, solo il lirico disordine degli oltraggi. Eppure Guttuso tenta in ogni modo con la sua arte, di mutare il mondo nei suoi aspetti peggiori; egli raccoglie il lamento della gente cercando così di esortare alla riscossa tutti gli anelli più deboli della società. Tra gli artisti italiani più noti all’estero, Guttuso ha ottenuto numerose mostre prestigiose, fra cui una retrospettiva al Museo Puskin di Mosca e all’Ermitage di Leningrado. Ha insegnato pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma ed è stato Visiting Professor alla Hochschule fur Bildende Kunste di Amburgo. Nominato senatore della Repubblica nel 1976, muore a Roma il 18 Gennaio 1987 lasciando alla sua città natale molte opere che sono raccolte nel museo di Villa Cattolica a Bagheria.





OPERE





































DIDASCALIE


Pag. 12 - “Arando di notte” (Occupazione delle terre), 1949, olio su tela, cm 88,5x115 Pag. 14 - “Natura morta”, 1946, olio su tela, cm 46x33 Pag. 15 - “Figura di ragazza”, 1945, olio su tela, cm 64x35 Pag. 16 - “Natura morta con carte da gioco”, 1983, olio su tela, cm 60x80 Pag. 17 - “Terrazzino e tetti alla Kalsa”, 1976, olio su tela, cm 60,5x49,5 Pag. 18 - “Volto”, 1972, china acquarellata su carta, cm 30x30 Pag. 19 - “Jean Paul Sarte”, 1978, olio su tela, cm 55x65 Pag. 20 - “Busto disteso” (Ritratto di Diamante), 1981, olio su tela, cm 60x70 Pag. 21 - “Ritratto”, 1981, gouache su carta, cm 57x77 Pag. 22 - “Seggiola”, 1967, china acquarellata su carta, cm 73x51 Pag. 23 - “Torre al tramonto”, 1961, olio su tela, cm 64x55 Pag. 24 - “Marina”, olio su tela, cm 40x50 Pag. 25 - “Capri” , 1952, china acquarellata su cartoncino, cm 34x50 Pag. 26 - “Paesaggio di Velate”, collage e olio su cartoncino, cm 34x50 Pag. 27 - “Senza titolo”, gouache, cm 50x70 Pag. 28 - “Senza titolo”, gouache, cm 30x40


Pag. 29 - Studio per “La spiaggia”, 1954, china su carta, cm 31x41 Pag. 30 - “Figura con ombra”, 1977, gouache su carta, cm 51x36 Pag. 31 - “Figura con calze a righe”, 1981, china acquarellata su carta, cm 73x51 Pag. 32 - “Nudo sdraiato”, 1974, china acquarellata su carta, cm 51x73 Pag. 33 - “La lettura”, 1975, china acquarellata su carta, cm 73x51 Pag. 34 - “Senza titolo”, 1975, china acquarellata su carta, cm 73x51 pag. 35 - “Donna con calze”, 1970, china acquarellata su carta, cm 50x70 Pag. 36 - “Figura di schiena”, 1984, china acquarellata su carta, cm 73x51 Pag. 37 - “Figure con calze a righe”, 1981, china acquarellata su carta, cm 73x51 Pag. 38 - “Lumache sulla foglia”, 1978, china acquarellata su carta, cm 40x60 Pag. 39 - “Girasoli”, 1970, china acquarellata su carta, cm 51x73 Pag. 40 - Foglie”, 1969, china acquarellata su carta, cm 51x73 Pag. 41 - “Foglie di edera”, 1986, china acquarellata su carta, cm 40x60 Pag. 42 - “Pannocchie”, 1965, china acquarellata su carta, cm 51x73 Pag. 43 - “Albero”, 1956, olio su tela, cm 130x90 Pag. 44 - “Bosco a Velate”, china su carta, cm 51x73


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