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Segreto di Stato
Anno I - Numero 11 / 30 settembre 2008
€ 0,50 COPIA OMAGGIO
La voce del Mare di Roma www.reporternews.eu
In “esclusiva” i documenti mai rivelati della Cai, da azienda per il commercio di filati a compagnia aerea. Il bilancio sempre in perdita, le magre disponibilità di cassa, il ruolo strategico di Intesa Sanpaolo. Mentre la Nuova Alitalia potrebbe decollare già a partire dal primo novembre prossimo
Semafori sui marciapiedi Ardea vietata ai disabili Dossier
L'associazione Vialibera ha presentato un dossier sullo stato dell’accessibilità nei luoghi pubblici ad Ardea: foto di barriere architettoniche e impedimenti fisici al passaggio di anziani, malati e portatori di handicap. Tra i casi eclatanti, cabine telefoniche ad ostruire i marciapiedi a Nuova Florida, pali della luce sulle discese per disabili, semafori sul marciapiede tra via Laurentina e viale Nuova Florida, proprio davanti all'ufficio tecnico comunale. Un dossier con il quale i responsabili di Vialibera sperano di sensibilizzare Comune, Provincia e Regione. a pag. 9
Allucinazioni da nuove droghe Il pericolo corre tra i giovani L'inchiesta
Alla scoperta di nuove emozioni “da sballo”, tra droghe più o meno leggere in voga in questo periodo. Se hashish, marijuana e cocaina resistono in testa alla classifica delle preferenze, si fanno largo tra i giovani nuove sostanze ad alto rischio per l'organismo. Reporter racconta gli effetti ed i rischi nell'assunzione di ognuna di queste droghe. a pag. 10 e 11
Galasso dal carcere chiede scusa ai parenti di Nelly L'appello
Pietro Galasso, il 20enne romano che durante la notte del 21 agosto aveva centrato in pieno l'auto di Nelly Gerardi, uccidendola assieme al feto della bambina che portava in grembo, chiede perdono ai familiari della 25enne di Ostia dal carcere di Velletri. «Capisco il loro dolore, e gli chiedo perdono, ma la colpa non è stata mia. La ruota anteriore sinistra della mia Audi era difettosa e si è staccata». Intanto Gianluca, il compagno di Nelly, chiede tranquillità. «Abbiamo deciso di non parlare, cercate di capire». a pag. 13
Il carabiniere eroe di Ostia ucciso per difendere la Patria Cultura
La storia di Romeo Rodriguez Pereira, comandante dei Carabinieri di Ostia ucciso durante l'eccidio delle Fosse Ardeatine, raccontata da Fabrizio, il nipote dell'eroe ricordato ancora oggi con una targa sulle mura del XIII Municipio. «Non bisogna pensare a un idealista - spiega Fabrizio - ma a un uomo che credeva nei valori della libertà e della patria. La patria era qualcosa per cui valeva la pena combattere, più di un inno sportivo o di una medaglia olimpica». a pag. 24
Masciarelli diventa donna, simpatica e “cicciona” L'intervista
Stefano Masciarelli, 50enne attore romano, racconta a Reporter la sua prossima avventura teatrale, che lo vedrà nei panni di una donna. «Faccio la cicciona, ballo, canto e mi diverto un mondo. Non è facile stare lì fermo ogni sera, per oltre due ore, a subire la tortura del “trucco e parrucco”. Ma è divertente il fatto di dare, attraverso il mio corpo, le sembianze a questa madre simpatica, cicciona e “tanta”. Per prepararmi a cambiare sesso ho osservato molto atteggiamenti e modi di fare di mia moglie e mia suocera». a pag. 25
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Alitalia-Cai Compagnia aerea “top secret” Piloti soddisfatti dell’accordo
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di Alessandra Zavatta
’è chi dice che la Cai, la società che si prepara ad acquistare Alitalia, è un’impresa nuova di zecca. Ma è nata nove anni fa. C’è chi sostiene che è ricca. Ma finora ha operato in perdita. E c’è chi giura che manterrà l’italianità della compagnia di bandiera. Ma alcuni soci risiedono in Lussemburgo. Sono molti i segreti della Cai, che “Reporter” è riuscito a svelare attraverso i documenti ottenuti dalla Camera di commercio di Milano, dove la compagnia aerea italiana è iscritta dal 14 settembre 2004 visto che ha sede nel capoluogo lombardo, in via Camperio Manfredo 9. Rovistando tra i faldoni della Sezione ordinaria della Camera di commercio si può scoprire la vera data di nascita della società (a responsabilità limitata e non per azioni): 12 marzo 1999. Il nome originario è Resco Uno srl, la sede è in provincia di Varese, dove si trova l’aeroporto di Malpensa, l’attività
La società, nata per vendere filati, non è un’azienda nuova. E’ stata costituita nel 1999. Modificato l’oggetto sociale dopo il vertice con Air France
Operai del settore Manutenzione scontenti
non riguarda affatto la gestione di linee aeree. La Resco Uno è una piccola azienda che si occupa di commercio all’ingrosso di filati. E, ufficialmente, è nel settore fino al 29 agosto 2008 quando lo statuto societario viene aggiornato cambiando l’oggetto sociale. Che dalla vendita di articoli di passamaneria diventa “l’esercizio in via diretto o attraverso società partecipate, enti e consorzi di linee e collegamenti aerei per il trasporto di persone e cose in Italia, fra l’Italia e paesi esteri e in paesi esteri”. Fin qui nulla di strano se un’impresa vuole ingrandirsi e occuparsi di nuovi affari. Ma se si concentra l’attenzione sulla data, il 29 agosto appunto, si possono trovare insolite coincidenze. Alla notte tra il 26 e 27 agosto risalirebbe, infatti, l’incontro top secret, avvenuto a Parigi, tra gli emissari di Banca Intesa e i vertici di Air France. Pubblicato dal quotidiano transalpino “La Tribune” e subito smentito. Al vertice, secondo quanto trapelato, si sarebbe parlato proprio della Cai (che ancora non era stata costituita) e del
destino di Alitalia. Cioè della possibilità, da parte del futuro acquirente della compagnia di bandiera, di cederla al Gruppo Air France-Klm una volta scaduto il periodo di “embargo” (cinque anni). Così da accontentare il Premier Silvio Berlusconi che sul mantenimento della “bandiera” attraverso l’impegno finanziario di una “cordata italiana” di imprenditori aveva scommesso e vinto le elezioni. E poi di rifarsi dell’investimento rivendendo la compagnia risanata, ovvia-
L’Affaire AirOne e i progetti di Carlo Toto
Carlo Toto, 64 anni, abruzzese di Chieti e presidente di AirOne, non apporterà capitali nella Cai, ma conferirà l’azienda, la flotta, i diritti di atterraggio e una quota di mercato interno pari al 23 per cento, il tutto valutato 300-350 milioni. La Nuova Alitalia si accollerà i suoi debiti. AirOne scomparirà ma Toto non avrà più nulla da pagare. Resterà come socio nella Cai attraverso il Gruppo Toto Costruzioni, leader nel settore delle costruzioni opere pubbliche ed attuale cogestore delle autostrade A24 e A25. AirOne l’ha fondata nel 1995 e ne ha fatto la prima compagnia aerea a rompere il monopolio Alitalia dapprima sulla tratta Roma-Milano e poi sulle altre rotte nazionali. Sviluppando inoltre una partnership con la Lufthansa.
mente ad un prezzo superiore a quello di acquisto. Perché proprio Banca Intesa avrebbe dovuto discutere di aerei e rotte con Air France essendo (il 27 agosto) ancora proprietaria di una piccola azienda di filati? Dal 21 novembre 2007 Intesa San Paolo spa, la banca guidata da Corrado Passera, controlla la Resco Uno srl dopo che il 22 luglio del 2004 ha acquisito le quote di capitale fino ad allora detenute dalla “Giva spa” (per 73.440 euro) e dalla “Zucchi Gerardo” (per 18.360 euro). E visto che Berlusconi, prima e dopo le elezioni dell’aprile 2008, chiede agli imprenditori del Belpaese di formare una cordata per salvare Alitalia che rischia di fallire a causa dei troppi debiti contratti, ecco saltare fuori l’ipotesi della Cai. Che diventa certezza soltanto il 29 agosto scorso, due giorni dopo l’incontro segreto con Air France. Ufficialmente mai tenuto ma evidentemente andato a buon fine. Perché proprio il 29 agosto la Resco
Uno si trasforma nella Cai srl e sedici imprenditori “benefattori” versano 10mila euro ciascuno per la sottoscrizione del capitale, che però è di 170mila euro. E così 10mila euro restano scoperti. Imprenditori con pochi liquidi? Macchè! Tra i sottoscrittori c’è il Gotha della finanza Made in Italy: i
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I 16 imprenditori della “cordata italiana” hanno sottoscritto quote per 10mila euro ciascuno garantendo però ulteriori 150 milioni a testa
Il confronto tra sindacati e Ministero del Lavoro
Boeing 767 ai pontili d’imbarco al Leonardo da Vinci
fratelli Luciano e Gilberto Benetton con Atlantia, Francesco Gaetano Caltagirone con l’Acqua Marcia spa, il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia con la Marcegaglia spa, Marco Tronchetti Provera con la Pirelli spa, il costruttore Salvatore Ligresti, gli armatori Aponte. Tra le società che entrano a far parte del capitale della Cai figurano anche Immsi spa, Lauro Qua-
ranta srl, Macca srl, Fingen spa, Finanziaria di Partecipazioni e Investimenti spa, Riva Fire spa, Marinvest srl, Fondiaria-Sai, due fondi comuni con sede nel Lussemburgo (Equinox Two e Findim Group) e naturalmente Intesa San Paolo. Nessuno di questi 15 soci sa nulla di aviazione civile. Se ne è invece oc-
cupato il sedicesimo socio, Carlo Toto, patron di AirOne. Compagnia aerea italianissima che sotto la sua gestione ha, però, accumulato 450 milioni di euro di debiti. Ma è proprio dalla Ap Holding, la controllante di AirOne, che arriva quello smilzo documento di cinque cartelle in sette punti che diventerà la base del Progetto Fenice, il dossier di 80 pagine redatto da Intesa San-
paolo, advisor del governo e partner della stessa AirOne, per rilanciare Alitalia. Come? Dimezzando personale e costi e acquistando AirOne. Ma la compagnia da salvare era Alitalia oppure AirOne? Chi ci capisce è bravo! Intanto Air France, cacciata dalla porta dai sindacati (ostili al piano industriale preparato per integrare Alitalia nel Gruppo francoolandese), rientra dalla finestra. Anzi, c’è chi dice non sia mai uscita. Visto che nel capitale di Alitalia, la società guidata da Jean Cyril Spinetta c’è sempre rimasta, seppure con una piccolissima quota. Che adesso si prepara ad allargare per poi (sostengono in molti) prendere il controllo della compagnia, facendo tirare un sospiro di sollievo agli imprenditori-benefattori che potranno tornare ad occuparsi di acciaio, nautica, edilizia, finanza e gomme per auto, mestieri in cui sono maestri. La Nuova Alitalia-Cai avrà comunque un’anima tricolore. In fondo gli avi di Spinetta erano italiani, toscani emigrati in Corsica.
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Jean Cyril, il còrso testardo e vincente come Napoleone
E’ Jean Cyril Spinetta, il còrso “duro e puro”, il deux ex machina che molto ha fatto (ma non ha detto) per salvare Alitalia. Non soltanto perché la compagnia di bandiera italiana è membro strategico dell’alleanza Sky Team, guidata da Air France-Klm, il gruppo aeronautico di cui Spinetta è presidente e amministratore delegato. Ma soprattutto perché, con l’aumento dei prezzi del carburante e la globalizzazione, il futuro del trasporto aereo è fatto per le alleanze e non per chi vuole restar solo. Sky Team, che riunisce 11 compagnie aeree e ogni giorno gestisce 16.409 voli verso 841 destinazioni in 162 paesi, nei cieli opera già come un’azienda integrata. A terra, invece, ci sono 11 società differenti, con 11 consigli di amministrazione e 11 piani industriali. L’intuizione di Spinetta, 65 anni, laureato all’Ena, la scuola dell’alta
1,7 mld €
Il prezzo di acquisto offerto da Air France per Alitalia
burocrazia francese, e braccio destro dell’ex primo ministro francese Lionel Jospin, è stata quella di voler trasformare Sky Team in una vera e propria compagnia. E così, dopo aver inglobato l’olandese Klm, a dicembre 2007 ha lanciato un’offerta di acquisto su Alitalia. Visto che il còrso che ammira Napoleone Bonaparte all’epoca siede nel cda di Alitalia in virtù dello scambio di azioni (il 2 per cento) tra le compagnie compiuto cinque anni prima. Quindi ha indotto Alitalia ad adottare lo scorso marzo un piano industriale che preludeva all’integrazione. Ma durante la trattativa sindacale per discutere i “tagli” al personale per traghettare piloti, hostess e impiegati della compagnia italiana al gruppo transalpino, ad aprile è piovuta la meteora Berlusconi con il dirompente progetto della “cordata italiana”. I sindacati (almeno
1 mld €
Il prezzo di acquisto offerto dagli imprenditori della Cai
40%
una parte) sono rimasti affascinati dal piano e hanno creato “difficoltà” a Spinetta. Che ha alzato i tacchi dal tavolo delle trattative aperto alla Magliana, è tornato a Parigi e s’è dimesso dal Cda di Alitalia. Poi ha atteso alla finestra che la “cordata italiana” e la Cai cuocessero a fuoco lento tra scioperi, proteste e piloti ribelli. Quindi ha nuovamente offerto aiuto, questa volta alla Cai. Visto che lui gli aerei li sa far volare, dalle compagnie sa spremere utili ed è ancora nel capitale di Alitalia, con le azioni possedute da Air France. Sccome è uno del mestiere, c’è da giurare che i novelli soci Cai gli chiedano aiuto su come strutturare la compagnia. Oppure lo hanno già fatto (nell’incontro top secret di agosto)? Ci sono voluti dieci mesi, ma alla fine Jean Cyril, il Testardo comincia ad assaporare la vittoria. (A.Z.)
L’aumento del prezzo del petrolio in 8 mesi obbliga aziende a fondersi
1.000 ml € I debiti accumulati da Alitalia in dieci anni
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La società che vuole comprare Alitalia è nata sulle ceneri della Resco Uno srl, azienda per la vendita all'ingrosso di filati Il capitale sociale si attesta oggi a 160mila euro, dopo quattro anni di perdita costante e disponibilità di cassa limitate
Cai, un capitale da taglio e cucito di Cosimo Bove
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(cosimo.bove@reporternews.eu)
al commercio di fibbie e nastri di organza, agli aerei. Una storia quasi decennale quella della Cai, nonostante la Compagnia aerea italiana sia nata ufficialmente il 28 agosto scorso sulle ceneri della Resco Uno srl, società controllata al 100% da Intesa Sanpaolo. Ed è proprio spulciando i documenti di bilancio della Resco Uno che si capisce da dove nascano le perplessità di alcuni operatori del settore circa la possibilità di affidare Alitalia ad una cordata di imprenditori poco avvezzi alla gestione di una compagnia aerea. Già, dai gomitoli di maglia al traffico aereo nazionale ed internazionale. La Resco Uno srl,
con sede a Milano in via Camperio, a pochi metri dal Duomo, nasce nel marzo del '99 con un capitale sociale di 160mila euro, non
prestando però alcun tipo di attività fino al settembre del 2004, quando il commercio all'ingrosso di articoli di merceria, filati e passamaneria non deve aver fruttato come sperato, dato che la società controllata da Intesa Sanpaolo ha registrato ogni anno una perdita pari a circa 12mila euro di media. Così anche alla chiusura dell'anno finanziario scorso, quando l'amministratore unico della società, Pietro Villa, ha dovuto registrare una perdita sul bilancio d'esercizio, il nono dell'attività sociale, pari a 10.192 euro, per costi di gestione. Perdita dovuta ai costi della produzione, pari a 10.391 euro, spesi per l'emolumento dell'amministratore, l'elaborazione dei dati contabili ed i rimborsi delle spese amministrative (8.975 euro), gli ammortamenti
Sul piatto un investimento stimato di circa un miliardo di euro
Fenice
Un capitale sociale di appena 160mila euro, ma grandissime prospettive per il futuro. I 16 soci della nuova Compagnia aerea italiana (Cai), ossia Atlantia, Intesa Sanpaolo, Aponte, Immsi, Riva, Toto, Fratini, Fondiaria-Sai, Clessidra, Equinox, Marcegaglia, Caltagirone Bellavista, Gavio, Fossati, Maccagnani e Tronchetti Provera), metteranno sul piatto circa un miliardo di euro (a tanto ammonta l'investimento previsto) con quote variabili da un minimo di 10 milioni ad un massimo di 150 milioni di euro. Soldi che serviranno al pagamento dei salari, all'aumento
delle rotte nazionali ed internazionali ed al rinnovamento della flotta aerea, con 60 nuovi velivoli entro il 2013. Nel piano “Fenice”, predisposto da Intesa Sanpaolo e Cai per il rilancio
della compagnia di bandiera, figura poi una clausola definita di lock-up (ossia un impegno a non vendere) che i soci della Cai dovranno rispettare sulle proprie quote per cinque anni, impegnandosi così a mantenere la maggioranza assoluta del capitale ad azionisti italiani. Il che ovviamente non esclude un possibile accordo con un partner internazionale, con la possibilità per quest'ultimo di partecipare al capitale della società seppur con una quota di minoranza. Così si giustificano gli incontri avvenuti in questi giorni con Air France e Lufthansa. (C.B.)
delle immobilizzazioni immateriali, ovvero le spese di costituzione della società (390 euro), ed imposte di bollo, tasse di concessione governativa, diritti camerali e spese bancarie (1.026 euro). Spese queste, alle quali non si sono contrapposti proventi ed oneri finanziari, se non per 198 euro derivanti da interessi attivi sul conto corrente. Interessanti alcuni dati relativi ad altrettante voci presenti in bilancio. Tra queste, le disponibilità liquide della Resco Uno srl, che come si legge nella nota integrativa al bilancio d'esercizio 2007, «ammontano a 27.485 euro: 27480 euro per disponibilità liquide a saldo del conto corrente acceso presso la Banca Intesa Sanpaolo, e 5 (cinque) euro per denaro e valori in cassa alla data di redazione del bilancio di esercizio in oggetto». Drastica, la riduzione sul capitale sociale applicata nel 2007. «A seguito della perdita – si legge ancora nella nota integrativa – che emergeva dal bilancio di esercizio al 31 dicembre 2006, il capitale sociale della società risultava essere ridotto di oltre un terzo. Pertanto si è provveduto, con deliberazione dell'Assemblea straordinaria del 19 aprile 2007, alla riduzione del capitale sociale da euro 91.800 ad euro 42.922, ed alla contestuale copertura integrale delle perdite pregresse». Oggi la Cai, la Compagnia aerea italiana formata da una cordata di imprenditori presieduta da Roberto Colaninno, può invece contare su un capitale sociale di 160mila euro, versati in parti uguali dai 16 soci che hanno acquisito il diritto di proprietà. Da qui le perplessità di chi opera in Alitalia e nel suo indotto. Troppi pochi soldi messi sul piatto per progetti, forse, troppo importanti.
I soci della Compagnia aerea Italiana Atlantia spa Immsi spa Lauro Quaranta srl Macca srl Fingen spa Toto costruzioni generali spa Finanziaria di partecipazioni e investimenti spa Acqua marcia spa Marcegaglia spa Riva Fire spa Findim group s.a (Lussemburgo) Equinox two s.c.a. (Lussemburgo) Marinvest srl Fondiaria-Sai Intesa Sanpaolo spa Pirelli & C. spa
Il futuro in numeri 10.000 €
la somma versata da ognuno dei soci della Compagnia aerea italiana per formare il capitale sociale di 160.000 euro
1.000.000.000 di €
l'investimento previsto dai soci
10/150 milioni di €
Le quote minime e massime stimate per ogni singolo socio della Cai per far fronte agli investimenti
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Intesa raggiunta con l'inserimento dei comandanti nella categoria dei dirigenti
L'accordo fa volare i piloti
Il 9% del nuovo personale sarà assunto con la formula del part-time I dipendenti
di Mario Scagnetti
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(mario.scagnetti@reporternews.eu)
ccordo quadro, contratto aziendale e verbale in allegato con le relative modifiche. Questi i tre documenti che riportano in calce la firma della Compagnia Aerea Italiana, accanto a quelle di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Il primo testo prevede l'assunzione di 12.500 dipendenti di Alitalia e AirOne, con 3.250 lavoratori in esubero che potranno comunque beneficiare degli ammortizzatori sociali; mentre il piano Cai 2009 – 2013 include anche attività di terra, di manutenzione di linea, di ground handling di servizi amministrativi e informatici. Le operazione di full cargo e manutenzione invece saranno esternalizzate, ma Cai manterrà una quota di minoranza, inoltre nel caso di quotazione in borsa, non prima di tre anni comunque, la società si è impegnata a mantenere la maggioranza assoluta del capitale. Per quanto riguarda il contratto aziendale si è optato per una durata di tre anni, con una parte comune e una distinta per ogni singola categoria: piloti, assistenti di volo e personale a terra. Cominciando da quest'ultimo il contratto prevede 38,5 ore la settimana, con 26 giorni di ferie e per la retribuzione i minimi corrispondono a quelli attuali di Alitalia su 14 mensilità. I piloti avranno qualifiche da comandante e da pilota e le ferie saranno di 30 giorni l'anno, con un incremento di un giorno ogni cinque anni di anzianità aziendale, fino a un massimo di 35, e un minimo mensile programmabile di otto giorni. La diaria di linea è di 42 euro al giorno oltre le 12 ore, mentre sotto questo limite temporale sarà di 3,50 euro ogni sessanta minuti. I piloti inoltre dovranno presentarsi a lavoro con i propri mezzi, così come gli assistenti di volo. La riduzione della retribuzione è pari al 6% – 7%, ma un pilota di seconda con
Preoccupazione tra i piloti
Assistente di terra a lavoro
36 mesi di anzianità avrà i gradi di pilota di prima. L'ok dei piloti, comunque, è arrivato soltanto dopo che sono riusciti a far accettare le prop r i e condizioni: al personale tecnico con qualifica da comandante sarà riconosciuta a tutti gli effetti di legge la categoria di dirigente, inoltre la Cai si doterà di un contratto collettivo di lavoro per dirigenti – comandanti, che sarà redatto entro l'inizio dell'attività della compagnia. Ed ancora, oltre ai
1.550 piloti che saranno assunti dalla Compagnia Aerea Italiana ci sarà spaz i o anche p e r altri 139 piloti: in pratica il 9% sarà impiegato con la formula del part time, per un totale 1.689 assunzioni. Infine l'eventuale futura necessità di piloti sarà soddisfatta attingendo dal personale che si trova in casa integrazione e mobilità, proveniente da Alitalia, Alitalia Express, Volare e AirOne, con criteri che però devono ancora essere definiti. Per quanto ri-
guarda gli assistenti di volo, invece, ci saranno due differenti qualifiche, e cioè assistente responsabile e assistente di volo. Per i giorni di ferie il contratto prevede lo stesso trattamento dei piloti, così come sono uguali la diaria di linea e la riduzione della retribuzione che oscilla sempre tra il 6% e il 7% del trattamento attuale a parità di ore volate. Altro discorso è quello legato alla malattia: Cai conserverà il posto di lavoro per 12 mesi ai dipendenti e nel caso in cui la causa della malattia è legata al servizio lo stipendio resterà invariato per le prime otto mensilità, poi sarà ridotto del 50%; nel caso in cui non si tratti di malattia di servizio, invece, i mesi in cui il lavoratore percepirà il 100% della retribuzione scendono a sei, poi scatterà la tagliola del 50%. Nei tre documenti firmati, inoltre, sono ancora due gli aspetti interessanti da analizzare: il bacino dei precari e il lavoro notturno per il personale di terra. In quest'ultimo caso il lavoro è di almeno sette ore consecutive tra mezzanotte e le cinque del mattino, e ai fini contributivi va dalle 20 e le otto del giorno successivo. Per i lavoratori precari, infine, la Compagnia Aerea Italiana si è riservata il diritto,nei prossimi tre anni, di poter attingere fino a 1.000 lavoratori tra il personale che negli ultimi 36 mesi ha svolto mansioni per società dei Gruppi Alitalia e AirOne, con contratto a tempo determinato.
La protesta delle hostess
Fiumicino
Fine dell'incubo
«La positiva conclusione della crisi Alitalia fa tirare un sospiro di sollievo alla gran parte degli addetti al sistema aeroportuale, il cui posto di lavoro era a rischio». Queste le prime di Mario Canapini, Sindaco di Fiumicino, dopo la fine delle trattative. «Inoltre – conclude il primo cittadino – va sottolineato e apprezzato il comportamento che dipendenti e sindacati hanno tenuto durante l manifestazioni. Anche in momenti di alta tensione non ci sono stati disagi per i viaggiatori»
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Nicola Merli, sindacalista Ugl, a favore del sì: «La situazione sarebbe stata difficile per tutti»
Aeroporti di Roma annuncia in settimana l'apertura delle ferie forzate per i dipendenti
L'indotto a rischio: «Potevamo finire in mezzo alla strada»
L
'indotto a rischio. La crisi Alitalia potrebbe trascinare dietro di sé i lavoratori impegnati nelle aziende collegate alla ormai quasi ex compagnia di bandiera. A spiegare
quella che è la situazione delle società satellite di Alitalia è Nicola Merli, sindacalista Ugl. «L'indotto Alitalia – chiarisce Merli – si divide in indotto diretto, che è quello rela-
tivo ai servizi di catering, con i pasti sugli aerei, e quello indiretto, che coinvolge bar, ristoranti, ed altre attività presenti all'interno dell'aeroporto. C'è da considerare che già in questi giorni c'è stato un crollo verticale dei guadagni, visto che gran parte dei passeggeri della tratta Roma – Milano hanno preferito utilizzare come mezzo di trasporto il treno anziché l'aereo. In molti quindi hanno registrato delle perdite». I numeri di coloro che sono impegnati all'interno del servizio catering di Alitalia parlano chiaro: Lsg Sky Chefs, la società di riferimento all'aeroporto di Fiumicino, conta 440 dipendenti all'interno dello scalo romano e circa 200 in quello milanese di Malpensa. A questi vanno calcolati quelli impiegati nella “periferia”, così come viene definita dagli addetti ai lavori, ossia gli aeroporti di Bologna, Genova e Venezia ad esempio: qui il servizio catering
viene effettuato da Servair Air Chef, che al suo interno conta più di 1200 dipendenti. Tutte persone che, se la crisi va avanti, rischiano sulla loro pelle. E a giudicare dai numeri emersi da una recente statistica sono tante: ogni addetto aeroportuale produrrebbe infatti almeno dieci addetti nell'indotto. Numeri spaventosi, ma che rendono bene l'idea di quello che potrebbe succedere di fronte ad un mancato accordo. Le “tute bianche” di Fiumicino, i 440 cuochi che quotidianamente preparano i pasti di bordo per la compagnia di bandiera, non ci stanno. Se Alitalia chiude, loro, sopravvissuti al passaggio prima alla francese Sodecaer e quindi alla tedesca Lsg Sky Chef, rischiano seriamente di finire per strada. «Aeroporti di Roma – continua Merli – ha comunicato che visto il calo del volato, dalla prossima setti-
mana se si dovesse continuare così, aprirà le ferie forzate per i dipendenti. E la stessa cosa si potrebbe verificare per il servizio di catering. Da quello che mi risulta poi, la Giacchieri ha già comunicato ai suoi dipendenti che non ha soldi e pagherà lo stipendio in tre tranches. La situazione si sta facendo difficile per tutti». Difficile anche perché dalla crisi dell'indotto potrebbero rimanere coinvolte le numerosissime aziende, con sede su tutto il litorale romano, che attorno all'attività di Alitalia facevano girare anche la loro, e che oggi potrebbero ritrovarsi di fronte ad una situazione drammatica. «E pensare che i piloti, che rischiano di far saltare l'accordo – conclude Merli – avrebbero dei privilegi che a noi non spettano. Per i lavoratori dell'indotto non c'è cassa integrazione, ma solo un'indennità di disoccupazione. Ce ne andremmo tutti quanti a casa».
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Fabio Frati, rappresentante della Cub Trasporti, denuncia: «Questi signori comprano due compagnie non sborsando un euro»
E sulla crisi spiega: «I nostri stipendi sono più bassi del 30% rispetto ai colleghi europei. Non siamo noi la causa del fallimento»
«No alla Cai E' il colpo del secolo»
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a Cai, Compagnia aerea italiana pronta a rilevare l'Alitalia, divide ancora gli operatori del settore. Se Cgil, Cisl e Uil hanno ratificato l'accordo d'intesa per il passaggio della compagnia di bandiera alla cordata d'imprenditori presieduta da Roberto Colaninno, non tutti, piloti compresi, sembrano essere d'accordo. «Quello che sta avvenendo è qualcosa di osceno – spiega Fabio Frati, rappresentante sindacale della Cub Trasporti di Fiumicino – perché queste persone stanno facendo il colpo del secolo: comprano due compagnie non sborsando un euro». Non solo, perché molti dei lavoratori coinvolti dal nuovo progetto della Cai sono ben lontani dagli stipendi d'oro sbandierati in questi giorni. «Abbiamo avuto oltre sei anni di blocco salariale – continua Frati – ed i nostri stipendi sono più bassi del 30% rispetto a quelli dei nostri colleghi europei. Di certo non si sta arrivando al fallimento per colpa nostra. Senza contare che in questi giorni si è parlato solo di personale di volo, ma noi di terra siamo più di 12.500, più 3.000 precari. Nessuno sembra essersi posto il problema». Il no al passaggio di Alitalia nelle
mani della Compagnia aerea italiana quindi, sembra essere giustificato da diversi motivi. Il fronte del no, anche se ridotto drasticamente rispetto ad un paio di settimane fa, rimane compatto, deciso. «Vorremmo far capire a questi signori – continua il rappresentante sindacale della Cub Trasporti – che ci sono delle leggi nazionali, dei contratti da rispettare. Vogliono scegliere le persone ad una ad una. Non è possibile.
Diciamo no alla Cai perché la Lega Nord vuole spostare gran parte dei voli da Fiumicino a Milano, con migliaia di esuberi, così come conferma la possibile scelta di Lufthansa come partner. Mentre Air France avrebbe puntato su Fiumicino, Lufthansa ha già fatto capire di voler rilanciare Milano. Perché quando c'era Air France che avrebbe pagato i debiti, ridotto gli esuberi alla metà di quelli che sono previsti oggi, e non sa-
rebbe andata ad influire sui contribuenti, non andava bene a nessuno ed ora questa situazione va bene?». Un no definitivo quindi, senza possibilità di ripensamenti, a meno che gli accordi non prevedano altre condizioni contrattuali. «Noi – spiega Fabio Frati – eravamo per la nazionalizzazione della compagnia di bandiera. Non crediamo alla privatizzazione, che già in altri settori non ha portato nulla di buono. In questi giorni di caos siamo gli unici che cercano di ragionare sulla situazione, mentre altri dicono già che Alitalia è fallita. Questi signori oltre che il corpo vogliono anche l'anima. Vogliono che l'accordo sia firmato anche dalle parti sociali al completo perché così eviterebbero di avere problemi in futuro di fronte ad eventuali cause». Che la Cai avesse delle difficoltà a raccogliere consensi tra tutti gli operatori coinvolti dall'acquisto di Alitalia era evidente sin dal principio, ma forse pochi si sarebbero aspettati questo ostracismo ad oltranza. Una situazione sulla quale la cordata guidata da Colaninno dovrà riflettere, sia che la trattativa vada in porto sia in caso contrario.
Lavori in corso
Ancora indeciso sul da farsi il fronte del “ni”
Tra chi ha già messo la firma sull'accordo con la Cai e chi si schiera ad oltranza contro la Compagnia aerea italiana, si sta facendo spazio quello che potrebbe essere definito un fronte del “ni”, composto da Avia e Sdl. «Sono stati fatti passi avanti, ma troppo millimetrici», ha commentato il coordinatore nazionale Sdl Fabrizio Tomaselli dopo l'incontro avvenuto a Palazzo Chigi venerdì scorso. «L'azienda - ha aggiunto Tomaselli - sta procedendo come un carrarmato, con un passo molto lento. Se continuiamo cosi, a passi millimetrici, per fare il contratto ci metteremo due anni. Spostamenti ci sono stati su alcuni punti ma non sono ancora significativi. Positivo è il fatto che il Governo intende mediare e la Cai intende andare avanti». Il confronto con il Governo ed i vertici della Cai quindi sembra andare verso l'intesa, anche se nessuno ha intenzione di sbilanciarsi fino in fondo. «Abbiamo fatto passi avanti, ma c'è ancora bisogno di riflettere - ha sintetizzato il presidente dell'Avia, Antonio Di Vietri – anche se il governo sta facendo la sua parte e la Cai sta prendendo atto di alcune cose». Meno soddisfatto il commento di Tomaselli: «passi avanti» ci sono stati, ma mancano ancora «una serie di verifiche sui contratti».
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Politica
30 settembre 2008
Il Barberini resta chiuso Nettuno
Da tre anni a questa parte è impossibile effettuare una lastra all'interno del territorio comunale di Nettuno. Nel 2005 infatti l'ambulatorio di radiologia dell'ex ospedale Barberini, struttura appartenente all'Azienda Sanitaria Rm H6, è stato chiuso per permettere l'inizio dei lavori di ristrutturazione ed il servizio è stato spostato all'interno di Villa Albani, che però si trova ad Anzio. Oggi l'ambulatorio ancora non ha ripreso a funzionare e il consigliere regionale Fabio Armeni ha deciso di presentare un'interrogazione scritta al presidente del Lazio Piero Marrazzo. «I lavori sono stati sospesi per lungo tempo a causa di modifiche progettuali e perizie di assestamento, ma neppure adesso che sono terminati, o quasi, è stata fissata una data per ripristinare il servizio di radiologia». Eppure i problemi cui sono costretti a far fronte tutti i residenti nettunesi sono concreti e quotidiani, come ha sottolineato lo stesso consigliere regionale del Lazio: «la popolazione si trova costretta a vivere una situazione di grave disagio, in maniera particolare gli anziani che non possono raggiungere ambulatori esterni al territorio comunale di Nettuno». Per adesso gli interventi avanti e l'unica certezza è un cartello della Regione Lazio datato febbraio del 2006, sul quale è scritto che «i lavori saranno ultimati in tempi brevi».
Anzio, c’è l'accordo per il Centro Commerciale Naturale. Bruschini: «Pronti a stanziare dei fondi»
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Il Senatore raddoppia e punta su porto e casinò
l progetto del Centro Commerciale Naturale è a un passo dalla realizzazione, il nuovo porto nel mese di gennaio vivrà la sua giornata più importante, l'apertura del casinò non è più un solo un sogno dopo la proposta di disegno di legge firmata dal senatore Candido De Angelis. La città di Anzio potrebbe cambiare volto nel giro di pochi mesi. Cominciando dal centro storico, commercianti e amministratori locali hanno trovato l'accordo per aderire al bando da 10 milioni di euro della Regione Lazio per il Centro Commerciale Naturale; l'intesa è arrivata durante un vertice tra il primo cittadino Luciano Bruschini, l'Assessore alle Attività Produttive Pasquale Perronace e gli esponenti della Confcommercio Comprensorio Litorale Sud di Roma.
«L'amministrazione – spiega il Sindaco – è pronta a fare la propria parte per rilanciare il centro storico, anche con uno stanziamento economico. L'importante è che pure gli stessi commercianti investano sulle proprie attività per migliorarle e per incrementare la competitività sul mercato». Gli addetti ai lavori dell'area dove nascerà il Centro Commerciale Naturale – piazza Pia, piazza Garibaldi, via XX Settembre, via del Porto Neroniano, via dei Fabbri, Corso del Popolo – ringraziano e fanno sapere che stanno prendendo in considerazione l'idea di proseguire con il progetto già approvato in Regione oppure di presentare un nuovo progetto a valere sul bando 2008. Intanto in questi giorni ci saranno
ulteriore riunioni per costituire l'associazione che si occuperà di gestire l'iniziativa. Per compiere il definitivo salto di qualità, però, la città di Anzio ha bisogno del nuovo porto e di un casino, ne è convinto anche Luciano Bruschini: «Per il rilancio del centro della città e per attrarre investimenti, è fondamentale realizzare il nuovo porto ed arrivare all’apertura della casa da gioco al Paradiso sul Mare». Ancora più convinto ne è il senatore Candido De Angelis, che ha guidato Anzio per dieci anni e due mandati, che ha sempre puntato sulla costruzione della nuova struttura portuale e che adesso ha presentato, come primo firmatario, il disegno di legge «Sulle disposizioni per la regolamentazione dell'esercizio delle case da gioco».
Per il porto la giornata storica sarà quella del prossimo 14 gennaio, quando ci sarà l'ultima Conferenza dei Servizi: se passerà il progetto definitivo della Capo d'Anzio Spa partiranno i lavori. Con il disegno legge firmato da De Angelis, invece, l'apertura della casa da gioco non è più un sogno irrealizzabile, visto che l'idea è quella di superare la legge che permette soltanto a quattro comuni di avere un casinò sul proprio territorio. La proposta vuole essere una regolamentazione del settore, introducendo una determinata procedura per l'autorizzazione all'apertura delle case da gioco, ma anche la sospensione e la revoca della stessa. Il tutto condito da rigorosi controlli nei saloni dei casinò e dal sogno tutto neroniano di tornare agli antichi fasti.
30 settembre 2008
L'associazione Vialibera stila un dossier sulle barriere architettoniche
Ardea città vietata ai disabili
Nuova Florida, le cabine telefoniche ostruiscono i marciapiedi di Giovanni Salsano
L
(giovanni.salsano@reporternews.eu)
otta per l’abbattimento di barriere architettoniche, difesa dei diritti di anziani e malati. Sono i temi fondanti della duplice iniziativa dell’associazione nazionale “Vialibera”, a Pomezia ed Ardea, a sostegno delle fasce deboli della popolazione. Nata col proposito di difendere le persone fisicamente o socialmente svantaggiate – da impedimenti architettonici, culturali, economici e relazionali imposti dalla società – “Vialibera” ha fatto sentire nei giorni scorsi la propria voce, segnalando situazioni di disagio sul territorio, cui le amministrazioni locali devono porre rimedio. Ad Ardea, in collaborazione con i comitati di quartiere Nuova Florida e Castagnola, ha presentato un dossier sullo stato dell’accessibilità nei luoghi pubblici: foto significative e indicative di barriere architettoniche e impedimenti fisici alla libera fruibilità di spazi pubblici non solo per disabili, ma anche, semplicemente, per passeggini e carrozzine. Il tutto corredato dalla spiegazione giuridico legale delle ripetute infrazioni commesse nella realizzazione di strade e infrastrutture – e dalla proposta di un modello di città a misura di tutti. Tra gli esempi da prendere in considerazione, marciapiedi troppo stretti sulla via Ardeatina, percorsi pedonali inaccessibili per anziani e disabili nella zona del Boschetto, a Nuova Florida, ca-
bine telefoniche che ostruiscono il passaggio ai disabili su viale Nuova Florida, pali della luce sulle discese per disabili, semafori sul marciapiede all'incrocio tra via Laurentina e viale Nuova Florida, proprio davanti all'ufficio tecnico comunale. Destinatarie del dossier, le amministrazioni locali (Comune, Provincia e Regione) su cui pesano gli errori rimarcati dalle tre associazioni e cui spetta il miglioramento della qualità della vita dei
cittadini. Un lavoro che potrebbe essere anche un valido strumento educativo, se portato nelle aule delle scuole del territorio, a formare negli studenti una preziosa coscienza civica. A Pomezia, invece, “Vialibera” ha formalmente diffidato la municipalizzata “Pomezia servizi”, per presunti gravi disservizi nel servizio di assistenza domiciliare ad anziani e malati, gestito appunto dalla società comunale. Secondo l’associazione, infatti,
«La Pomezia servizi non ha preso alcun provvedimento per garantire, nei giorni e negli orari stabiliti, l’assistenza a quelle persone sole, tra le quali molti disabili». Accuse, tuttavia, smentite dall’azienda municipalizzata, attraverso una nota ufficiale: pur ammettendo «Sporadici episodi dovuti ad impreviste assenze per malattia da parte dei nostri operatori, cui si è prontamente posto rimedio con invio di altri operatori in sostituzione».
Politica
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Consiglio comunale
La discussione intanto si sposta sul nuovo Prg
Un iter lungo e difficile, principalmente in un territorio come quello di Ardea, ben poco abituato alle regole in materia urbanistica. Sono giorni importanti per il futuro assetto dell’antica città dei rutuli: infatti, sta per andare al vaglio del Consiglio comunale la delibera di approvazione del documento preliminare d’indirizzo al Piano regolatore generale, tappa propedeutica alla stesura del principale strumento urbanistico cittadino. Una partita importante, in cui scendono in campo molteplici e grossi interessi. Il documento preliminare arriva in aula dopo una fase di consultazione tra l’amministrazione e le realtà cittadine (associazioni, gruppi politici, sindacati) iniziata lo scorso aprile, con lo scopo di rendere il Piano un oggetto partecipato tra chi vive e dovrà vivere la città. L’indirizzo rimane quello di un Piano regolatore basato principalmente sui servizi – aree verdi, infrastrutture e recupero delle zone abusive – scandalosamente ancora assenti ad Ardea. «Dopo questo passaggio previsto per legge – spiega il sindaco di Ardea, Carlo Eufemi – si potrà passare alla stesura del documento che dovrà tenere conto anche del Piano di coordinamento provinciale e del Piano territoriale paesistico regionale. Puntiamo al recupero dei nuclei abusivi, alla creazione di servizi importanti per la città, come zone commerciali, artigiane, aree verdi. (G.S.)
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Cronaca
30 settembre 2008
Consumo in rosa
Nel campo delle dipendenze è stata pienamente raggiunta la parità dei sessi. Ormai il numero delle consumatrici di cannabis, ecstasy e cocaina è pari a quello degli uomini.
Cocaina
Ice
Shaboo
Ecstasy
Nuove droghe Viaggio ai confini della realtà
Sono sempre di più le sostanze disponibili per chi va caccia di emozioni
Allucinazioni e dissociazione tra mente e corpo gli effetti più desiderati. Organismo e cervello, però, pagano a caro prezzo questo sballo. Con il flatiner si “viaggia” per otto ore
a mente si distacca dal corpo, il cuore inizia a pompare a ritmi vertiginosi, le parole escono da sole. I rapporti con gli altri si fanno più semplici, cresce il senso di euforia, ci sente più rilassati, la mente è più leggera e viaggia verso destinazioni che pochi istanti prima sembravano irraggiungibili. Sensazioni
lassamento, leggera euforia benessere fisico e psichico sono gli effetti più comuni, ma un uso eccessivo può portare anche a sensazioni di isolamento, demotivazione verso le normali attività quotidiane, nausea, tachicardia e ai veri e propri attacchi di panico. Cocaina Agisce direttamente sul cervello influenzando la vigilanza, la memoria, l’energia, l’umore e il piacere. Chi l’assume cerca energia e una forte stimolazione sessuale, ma può
forti e viaggi che fuggono dalla realtà. Emozioni che squarciano la vita quotidiana. Droga. E ce n’è per tutti i gusti. Hashish e marijuana Gli effetti dell’assunzione di queste due droghe sono immediati e possono durare anche per tre ore. Ri-
trovare anche ipertensione e tachicardia. Gli effetti poi si amplificano nel caso in cui la droga viene fumata e assunta endovena perché raggiunge prima il cervello. L’overdose può portare anche alla morte per arresto cardiaco, convulsioni e paralisi respiratoria.
Ecstasy Dietro a questo nome ormai si nasconde qualsiasi tipo di pasticca. La sostanza principale, comunque,
sono contenute le cyber-droghe. Queste agiscono sulle onde sonore a basse frequenze che vanno dai 3 ai 30 hertz, inviando al cervello suoni asincroni – nelle orecchie arrivano impulsi differenti a livelli di frequenze hertziane – e riproducendo gli effetti delle droghe materiali. I file
stupefacenti possono essere scaricati attraverso qualsiasi programma peer to peer, in rete è possibile trovare cartelle zippate contenti diversi tipi di droghe, nella maggior parte dei casi sono gratuiti e quando sono a pagamento arrivano a un massimo di 10 euro.
di Mario Scagnetti
L
(mario.scagnetti@reporternews.eu)
L'ultima tendenza degli stupefacenti arriva da internet Con I-Doser bastano un click e un paio di cuffie
La nuova frontiera dello spaccio e del consumo di droghe è sul web. Basta un click per scaricare il proprio sballo quotidiano. Dopo essere nato negli stati Uniti, infatti, sta attecchendo anche in Europa il fenomeno I-Doser, un programma che permette di scarica i file audio dove
è l’Mdma che deriva dall’amfetamina e può procurare un aumento della pressione sanguigna, della tensione muscolare, dei battiti car-
diaci e anche disidratazione. Un uso prolungato nel tempo porta a crisi d’ansia, depressione e paranoia.
Cronaca
30 settembre 2008
193%
L’aumento dei sequestri di droghe sintetiche nell’ultimo anno
51%
La percentuale degli studenti d’età compresa tra i 15 e i 19 anni che ritiene semplice acquistare
Ketamina La ketamina è un anestetico utilizzato in veterinaria e medicina. Solitamente viene assunta con dosaggi inferiori rispetti a quelli dell’anestesia e provoca una sensazione di dissociazione tra mente e corpo. Gli effetti poi possono cambiare in base alla qualità del “viaggio”, cioè all’approccio che una persona può avere con questa droga. In caso di good trip si ha la sensazione di es-
sere in una pianeta di gomma, con il tempo che si dilata e la mente più leggera; al contrario nel di bad trip, si sente il proprio corpo deformato come se fosse di legno oppure di plastica, si hanno attacchi di panico, allucinazioni e tremori. Lsd L’acido lisergico è l’allucinogeno più diffuso al mondo. Modifica la percezione della realtà e fa vedere cose che in realtà non ci sono; emozioni intense e contrastanti si sovrappongono. Gli effetti, comunque, cambiano molto in base al posto in cui ci si trova e allo stato emotivo di quel particolare momento. Anche una
200% L’aumento del consumo di cocaina negli ultimi cinque anni
31 mila
I chilogrammi totali di sostanze sequestrate dalla forze dell’ordine nel corso dell’ultimo anno
lontana traccia di inquietudine può far cambiare la direzione del “viaggio” e generare ansia, panico e allucinazioni paurose che si autoalimentano fino a far perdere il controllo. Anche un consumo moderato, però, può portare a danni permanenti con depressione, paranoia e flashback del viaggio che riappaiono improvvisamente. Speedball Si tratta di un mix tra eroina e cocaina oppure amfetamina. La co-
caina e l’amfetamina agiscono come stimolanti ma il loro effetto dura meno di quello dell’eroina e questo può portare a un’overdose ritardata: una grave depressione respiratoria quando plana l’effetto dello stimolante e l’eroina ne prende il posto. Può essere assunto endovena oppure inalato. Ice E’ una sostanza chimica che si presenta in piccoli cristalli e ricorda il ghiaccio. Può essere inalato, fumato, ingerito e iniettato in vena; tende ad alzare al massimo i livello di attenzione e riduce i freni inibitori, mentre i principali rischi sono convulsioni, pressione alta, para-
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I decessi causati dagli stupefacenti da dodici mesi a questa parte
noia e depressione. Gli effetti sull’organismo sono devastanti e provoca assuefazione già alla prima dose. Cobret E’ una sostanza che tende a sedere e per questo viene assunta a fine serata, per calmare gli effetti degli eccitanti presi in precedenza. Ancora non si conoscono bene i componente anche se dietro sembra esserci l’eroina. Shaboo, Crystal e Crunck
Si tratta di sostanza che derivano dall’amfetamina e che generalmente vengono fumate in pipe da crack. Possono dare sensazioni di eccitamento, benessere ed euforia ma provocano anche difficoltà cardiache, paranoie, depressioni e convulsioni. Flatiner Composto simile all’ecstasy viene venduto in pasticche ma si sniffa o si fuma dopo averlo ridotto in polvere. Provoca allucinazioni e e distaccamento dalla realtà che possono durare dai 30 minuti alle otto ore. Paralisi degli arti, convulsioni e senso di soffocamento sono gli effetti indesiderati.
Cambio ai vertici dell'impero della coca Rom imprenditori e italiani pusher al dettaglio
Cambio di guardia ai vertici delle organizzazioni dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti. Adesso il controllo delle operazioni è gestito da famiglie di etnia rom, che poi ricorrono all'aiuto di italiani, e in alcuni casi di africani, quanto riguarda la vendita al dettaglio della droga. Il potere comunque è passato nelle loro mani. Sono loro ad avere i contatti con i trafficanti dell'America Latina e a gestirli direttamente dai campi rom di Roma e del litorale. A conferma di tutto questo ci sono due distinte operazioni messe a segno negli ultimi giorni dai Carabinieri del Comando Provinciale capitolino e dalla Polizia di Anzio. Nel primo caso sono state eseguite 27 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dalla magistratura Antimafia di Roma, che hanno colpito proprio uomini di etnia rom. Gli arresti sono stati effettuati tra Roma, Pomezia, Anzio e Ardea; e proprio in queste ultime due città i militari hanno individuato alcune ville utilizzate come base operativa per il traffico di droga. Prima le stesse basi erano allestite nei campi rom, ma da quando questi vengono controllati in maniera assidue la droga stata spostata altrove. Nel corso delle indagini, poi, gli inquirenti hanno anche scoperto che a occuparsi degli aspetti imprenditoriali della vendita di cocaina, in totale nel corso dell'operazione White
Wolf, iniziata nel 2005 ne sono stati sequestrati 20 chilogrammi, erano nomadi appartenenti a grosse famiglie di bosniaci e croati, che poi si servivano di manovalanza italiana per far spacciare la droga al dettaglio. Sempre di etnia rom erano anche i personaggi che si trovavano a capo dell'organizzazione criminale, che importava cocaina in Italia passando dalla Spagna via Barcellona e Madrid, smantellata dalla Polizia di Anzio. Aprilia, Nettuno e il campo nomadi di Castel Romano sono stati passati al setaccio per eseguire le ordinanze di custodia cautelare e alla fine sono stati arrestati Vehbija Hamidovic di 39 anni, sua moglie Hasnija Osmanovic di 38 anni e il fratello Safet Osmanovic: tutti e tre di etnia rom, tutti e tre residente nel campo di Castel Romano. Con loro in manette anche un nettunese di 48 anni, Carmine Valente. Loro erano le menti dell'organizzazione – l'accusa è traffico internazionale di sostanze stupefacenti – che importava dalla Spagna massimo un chilo e mezzo di cocaina alla volta, a gestire i contatti con i trafficanti di Barcellona e Madrid erano sempre comunque i rom, che volavano in Spagna almeno due volte al mese. Ancora una volta agli italiani, sette sono finiti ai domiciliari, era affidata soltanto la vendita di droga al dettaglio. (M.S)
Cronaca
30 settembre 2008
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Con Galasso agli arresti ancora non si placa il dolore della famiglia di Nelly Gerardi
Richiesta di perdono dal carcere «Quella sera non mi ero drogato» di Mario Scagnetti
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(mario.scagnetti@reporternews.eu)
l dolore ancora non è passato. E forse non succederà mai. Sicuramente, dopo poco più di un mese dalla notte dell'incidente, è troppo presto per chiedere alla famiglia di Nelly Gerardi e al compagno Gianluca di perdonare e dimenticare. Eppure Pietro Galasso, il ventenne di Roma che viaggiava a bordo dell'Audi che ha colpito la Suzuki Swift guidata dalla venticinquenne al quinto mese di gravidanza, ha voluto chiedere perdono ai familiari. E lo ha fatto dal carcere di Velletri, dove si trova con l'accusa di omicidio colposo aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti, affidando le sue parole agli avvocati difensori Pasquale Cardillo Cupo e Giacomo Marini: «La colpa dell'incidente non è la mia, ma chiedo lo stesso perdono ai familiari di Nelly Gerardi,
perché capisco il loro dolore. La ruota anteriore sinistra della mia Audi era difettosa e si è staccata». Il giovane romano, inoltre, ci tiene anche a smontare l'accusa di essersi drogato la sera stessa dell'incidente. «Non è vero che ero drogato quella notte, avevo assunto sostanze stupefacenti ma alcuni giorni prima. Comunque, pur non riconoscendomi responsabile dello scontro, voglio
chiedere perdono». Lui chiede perdono, ma sia la famiglia di Nelly Gerardi che Gianluca vogliono soltanto essere lasciati in pace; Gianluca e Nelly sarebbero dovuti andare a vivere insieme, per crescere insieme il loro bambino, ma la sera del 21 agosto una famiglia è stata distrutta in pochi istanti. Gianluca appena sente pronunciare il nome di Nelly salta in piedi dalla sedia del suo ristorante di
Anzio, dove lo abbiamo raggiunto. Inizia a camminare nervosamente, ma riesce a mantenere la calma e a spiegarsi. «Insieme alla famiglia abbiamo deciso di non parlare di quanto successo. E' un mese che la stampa si occupa di quella sera, con giornalisti in fila qui fuori. Basta. Ci sono state fin troppe strumentalizzazioni. Cercate di capire». E come è possibile non capire. Nel frattempo, però, gli avvocati di Pietro Galasso sono già al lavoro per verificare se la tesi del guasto meccanico, sostenuta dal loro assistito, corrisponda alla verità e lo faranno con una serie di perizie. La tesi sulla quale si potrebbe basare la difesa del ventenne di Roma, infatti, potrebbe puntare sul fatto che la positività ai test risulta anche diverse settimane dopo l'assunzione della sostanza stupefacente e che alla base del tragico schianto potrebbero esserci una serie di concause, come quella ruota anteriore sinistra che si stacca dalla macchina.
La tesi difensiva L'incidente
L'Audi A3 di Pietro Galasso si è scontrata frontalmente con la Suzuki Swift di Nelly Gerardi. Il ragazzo sostiene che l'anteriore sinistra dell'auto era difettosa e si è staccata
La droga
Il giovane romano assicura di non aver assunto sostanze stupefacenti la sera della tragedia, ma di essersi drogato alcuni giorni prima
Le analisi
Secondo gli avvocati difensori Pasquale Cardillo Pupo e Giacomo Marini la positività ai test antidroga può risultare anche diverse settimane dopo l'assunzione.
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Cronaca
30 settembre 2008
Insicurezza in classe Il punto
Pochi soldi e scuole sempre meno sicure per gli studenti. Questa la fotografia fatta agli istituti italiani da “Cittadinanzattiva”, che ha reso noto in questi giorni il suo sesto Rapporto sullo stato di salute delle scuole. Un'indagine che ha messo sotto controllo sicurezza, qualità e comfort delle strutture scolastiche: 132 scuole quelle prese in esame, di ogni ordine e grado, dislocate in 12 regioni, per un totale di oltre 41.269 studenti. Il campionario di casi “al limite” illustrato da “Cittadinanzattiva” è lunghissimo. Più di metà degli edifici monitorati (69 per la precisione) si colloca in zone a rischio sismico, il 38 per cento ha l'ingresso situato direttamente sulla strada, 35 su 100 hanno registrato episodi di vandalismo: «Tutti elementi spiegano gli esperti dell'associazione - che fanno da contorno ad una situazione generale di insicurezza». I luoghi da “bollino nero” sono aule, palestre a bagni. Le prime «presentano crolli di intonaco in un caso su cinque e altri segni di fatiscenza nel 29 per cento dei casi». In un'aula su cinque il pavimento è sconnesso e in un quarto le finestre sono rotte. E le cose non vanno meglio sugli arredi se il 15 per cento dei banchi è danneggiato e più della metà di armadi e librerie non sono ancorati alle pareti. Alle aule spetta anche il titolo di «ambiente più sporco» con polvere, sporcizia e imbrattamenti soprattutto sugli arredi almeno in un terzo dei casi. Una situazione disastrosa, tanto che “Cittadinanzattiva chiede al Governo «continuità nei fondi per la messa in sicurezza delle scuole, interventi immediati per evitare il sovraffollamento delle aule e per garantire l'adeguata assistenza degli studenti disabili nel rispetto di quanto previsto dalla legge». E pensare che il 25 novembre si svolgerà in tutta Italia la sesta Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole.
Ritardi nell'assegnazione delle cattedre da parte della Regione. L'assessore Gregoretti: «Senza professori non si possono fare le aule»
Partenza tra i lavori in corso Unici assenti gli insegnanti
Q
ualche ritardo sulla tabella di marcia ma l’esercito degli studenti è di nuovo in classe. L’anno scolastico ha preso il via tra lavori in corso e situazioni ancora da definire tra Anzio e Nettuno. Prima tra tutte l’ampliamento dell’asilo nido di Santa Barbara, un intervento da mettere in campo al più presto, in seguito al quale sarà possibile ospitare tutti quei bambini che per adesso restano fuori. Diversi i lavori ancora da eseguire in varie strutture elementari e medie di Nettuno, come ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici Catia Baldetti, soprattutto a livello di sicurezza e manutenzione ordinaria, ma anche sulla gestione delle aree verdi ci sarà da lavorare: è il caso della scuola di Sandalo, di Piscina Cardillo, di via Capitan
Canducci. Dalla Regione Lazio sono stati messi a disposizione 240mila euro per la manutenzione straordinaria, adesso non resta che completare il piano degli interventi. Il prossimo 21
I problemi non dipendono dal Comune. I solleciti sono continui, ma non siamo ascoltati
ottobre intanto, scadrà il bando di gara di pubblico incanto per la manutenzione straordinaria della palestra della scuola media comunale di via Capitan Canducci. Nel bando, firmato dalla dirigente dell'Area Lavori pubblici
Costanza Staiano e pubblicato sul sito internet del Comune di Nettuno, si chiederà alla ditta vincitrice dell'appalto, di terminare i lavori entro 120 giorni, consentendo così ai ragazzi di usufruire della palestra magari già dopo le festività natalizie. E mentre a Nettuno l’assessore Catia Baldetti spiega che «grossi problemi per il nuovo anno scolastico non ce ne sono», ad Anzio il problema più forte riguarda le liste d’attesa e la capienza delle aule. Oltre cento bambini non sono ancora entrati in classe, e molti degli insegnanti non sono ancora stati nominati. «Non dipende dal Comune ma dalla Regione Lazio – spiega l’assessore alla Pubblica Istruzione Ivana Gregoretti – i solleciti sono continui. Purtroppo se non ci sono gli
insegnanti non si possono formare le classi». Anche nel comune neroniano sono in fase di completamento alcuni lavori che sarebbero dovuti terminare entro l’inizio delle lezioni. Nel plesso di via Miglioramento e in quello della Sacida è stata aperta una nuova aula, stesso discorso per la media Orazio Flacco, che di aule nuove ne conta due. Meno interessate dai grandi lavori le scuole superiori del territorio, dove il rientro per centinaia di studenti è stato regolare. Situazione in bilico quella dell’istituto alberghiero: resta ancora in attesa il trasferimento degli alunni dalla sede di via Gramsci a quella di viale Antium. La situazione comunque, al momento sembra essere abbastanza tranquilla.
Cronaca
30 settembre 2008
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La Asl Roma D apre cinque nuovi presidi sanitari negli istituti di Ostia, Acilia e Infernetto
L’infermiera torna a scuola
Riaprono le infermerie nelle scuole di Ostia, Acilia e Infernetto. Dopo un esperimento condotto l’anno scorso presso la elementare “Garrone”, la Asl Rm D in collaborazione con il XIII Municipio, ha deciso di rendere operativi cinque nuovi presidi sanitari alle elementari “Leonori” (Acilia) e “Mozart” Infernetto), alle medie “Vivaldi”, “Quinqueremi” e “Amendola” (Ostia). In
ogni presidio sarà presente un infermiere professionale (ne sono stati distaccati sei per questo compito, uno per ogni presidio più una riserva in caso di indisponibilità). Avrà una sala medica attrezzata collegata via Internet alla rete dei medici di famiglia e dotata delle attrezzature per un primo soccorso. L’infermiere avrà a disposizione un telefono cellulare per le chiamate ai familiari dei ragazzi in
I bambini chiedono asilo
Tremila alunni in lista d’attesa nelle materne e nidi del XIII Municipio
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caso di bisogno. “L’obiettivo - afferma il dottor Chinni, direttore del secondo distretto sanitario della Asl Rm D - è quello di ridare serenità alle famiglie e garantire una buona prevenzione sanitaria, sia a livello individuale e sia a livello scolastico. Abbiamo concordato con i Servizi sociali che i giovani in età scolare, con eventuali problemi di salute e bisognosi di essere seguiti da personale sanitario, vengano iscritti nei plessi dove ci sono i presidi sanitari. Attraverso l’infermeria scolastica, in caso di intervento, saranno avvertiti anche i medici di famiglia”. (M.L.)
A lezione di pronto soccorso
di Enzo Bianciardi
uemila i bimbi in lista d’attesa nelle scuole materne e negli asili nido. Alle medie e superiori mancano le insegnanti di ruolo. Le scuole di Ostia e Acilia pagano uno sviluppo urbanistico e un tasso di natalità superore alla media degli altri quartieri romani e una programmazione sbagliata. Mancano aule e scuole, soprattutto nell’hinterland. A preoccupare di più è la situazione delle materne, dove la lista d’attesa ha raggiunto quota 1.458, in pratica, su 2.522 domande pervenute sono stati ammessi 902 bambini. L’apertura di due nuovi asili all’Infernetto, in via Ernesto Boezi e via Bossi, ha fatto lievitare di 277 posti l’offerta pubblica per un totale di 980 ammessi. Restano fuori, su 1.758 domande presentate dai genitori, 895 bambini. “Rispetto all’anno scorso spiega l’assessore municipale alla Scuola Lodovico Pace - l’offerta pubblica è migliorata. I nidi comunali, ad esempio, sono passati da 9 a 10, le sezioni-ponte da 2 a 3, i nidi privati convenzionati da 12 a 20. Uno sforzo notevole, a fronte di un aumento percentuale delle richieste del 15 per cento che ha fatto saltare la programmazione”. “L’accordo con i privati per le convenzioni -
sottolinea Pace - ha significato un passo avanti concreto, ma siamo ancora lontani dalle esigenze
reali di questo territorio”. A preoccupare di più è la situazione della scuola materna, le
liste d’attesa gonfiate sin quasi a 1.500 bambini, circa 200 in più dell’anno scorso nonostante l’arrivo di una sezione in più a Dragona. “La strada delle convenzioni - continua Pace adottata per gli asili è quella giusta. La costruzione di nuovi plessi va programmata ma i tempi sono lunghi”. Intanto si va a scuola con la supplente.“I presidi lamentano la mancata nomina del 20-30 per cento ad istituto delle insegnanti di ruolo - segnala Ornella Bergamini, presidente del XXI Distretto scolastico e consigliere municipale - Questo significa il ricorso massiccio alle supplenti per consentire l’avvio del calendario scolastico, per poi dover ricominciare tutto daccapo o quasi all’arrivo dell’insegnante di ruolo. Il Provveditorato ha assicurato di ultimare l’iter delle nomine presto”. Alle elementari, su circa 4mila maestre sono almeno 800 in attesa della sospirata nomina.
In occasione dell’inaugurazione delle attività didattiche dell’Istituto “Aristide Leonori” di Acilia, il presidente della Federazione italiana dirigenti sportivi Maurizio Perazzolo, ha presentato il progetto “Un impegno per la vita” per la promozione dell’utilizzo del defibrillatore all’interno delle scuole. Alla manifestazione erano presenti il presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani e il capogruppo del Pdl in Campidoglio Dario Rossin. La Fidis, insieme alla Laerdal, ha presentato il kit Mini-Anne agli alunni e ai genitori. In collaborazione con l’associazione Castelli e l’Ares 118 è previsto un corso di formazione gratuito per gli insegnanti. La scuola di Acilia sarà la prima ad essere coinvolta nel progetto di formazione all’uso del defibrillatore. A partire dal prossimo 10 ottobre, la Fidis in collaborazione con la Regione Lazio, avvierà il progetto “Sai salvare una vita?” articolato in due fasi: un convegno presso il palazzo delle Federazioni, a Roma, per riflettere sulle norme in materia e proporre un emendamento alla Legge Regionale in materia di Sicurezza sul lavoro che comprenda l’obbligatorietà del defibrillatore. Poi i corsi di formazione presso le scuole.
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Cronaca
La ciclopista “rubata” a Ostia L’itinerario per le biciclette esteso per 13 chilometri fino all’aeroporto
«Il percorso originario arrivava agli Scavi archeologici», protesta il Pd. «Ci sarà una diramazione per il Lido», ribatte l’assessore all’Ambiente
P
di Giovanni Scorpati
edalare tra cielo e terra, da Roma a Fiumicino. “Il Comune di Roma – spiega Fabio De Lillo assessore capitolino all’Ambiente - costruirà 60 chilometri di piste ciclabili e altri 40, che riguardano progetti già in corso, verranno ultimati entro il 2009. Prima, tra le tappe, la costruzione della pista ciclabile adiacente all’autostrada Roma-Fiumicino con un possibile svincolo verso Ostia e il rifacimento del fondo del percorso sul lungotevere. “L’idea, è la realizzazione di una sorta di “grande raccordo - così lo definisce l’assessore - delle piste ciclabili che dalla periferia convergono al centro”. Al riguardo, l’amministrazione comunale sta vagliando la possibilità di estendere i servizi a supporto dell’iniziativa per “mettere in sicurezza le piste ciclabili lontane dal centro storico” oltre ad approvare
una delibera che regoli il parcheggio delle biciclette all’interno dei condomini e gli orari in cui è possibile portare le due ruote su metrò e treno. Attualmente nella Capitale sono 110 i chilometri di ciclopiste e l’intento della Giunta Alemanno è di aumentarle del 55 per cento. A Roma solo lo 0,3 per cento degli spostamenti avviene in bicicletta, 30 volte in meno rispetto ad altre capitali europee, proprio per la mancanza di piste ciclabili. Contrario, al tracciato della pista sulla dorsale Fiumicino-Roma, il consigliere comunale del Pd Alessandro Onorato in quanto “i cittadini romani e i turisti non avranno più il versante ciclabile Ostia-Roma”. “Il percorso originario - scrive Onorato - doveva unire Ostia a Roma passando lungo il Tevere, ma è stato modificato regalando al Comune di Fiumicino l’ultimo tratto della pista, circa 13 chilometri. Così il Campidoglio danneggia Roma a vantaggio di Fiumicino, dimenti-
cando il secondo sito archeologico per estensione in Europa, quello di Ostia Antica e la straordinaria ricchezza ambientale del percorso che avrebbe attraversato la pista nel XIII Municipio”. La risposta di De Lillo non si è fatta attendere: “Il progetto è
stato sviluppato, sulla riva destra del Tevere, su precisa richiesta della Regione Lazio. La pista avrà anche un collegamento con Ostia. Per ampliare il progetto abbiamo chiesto agli uffici competenti di quantificare il costo della nuova infrastruttura”.
30 settembre 2008
Soldi per chi compra le ecoauto
E’ la settimana dedicata alla Mobilità Sostenibile, promossa dall’assessorato regionale all’Ambiente del Lazio con il supporto di Sviluppo Lazio, per ridurre il consumo di energia e migliorare la qualità dell’aria. L’iniziativa promuove incentivi, pari a mezzo milione di euro, per l’acquisto di veicoli elettrici, come biciclette, scooter, vetture. E punta a tutelare l’ambiente nelle aree più critiche del Lazio, Roma e Frosinone in testa, per l’alto indice d’inquinamento, offrendo degli incentivi differenti in ragione del veicolo acquistato. A partire dai prossimi giorni, infatti, sarà possibile ottenere il rimborso pari al 30 per cento del prezzo di vendita e con un massimale compreso tra i 700 e 2mila euro per ciascun mezzo, direttamente dai rivenditori al momento dell’acquisto. L’assessorato stima una richiesta superiore all’offerta, per questo sarà stilata una graduatoria, in modo che i primi a presentare le domande potranno ricevere il “bonus”. Beneficiari gli abitanti di Roma e Frosinone. (G.S.)
Cronaca
30 settembre 2008
Isola Sacra si fa “scippare” da Santa Severa il Mondiale di Long casting
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A Fiumicino pastori contro pescatori Il campionato avrebbe dovuto svolgersi al Faro ma l’area, di proprietà della Regione Lazio, è stata occupata abusivamente dalle pecore
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Lenze&Mulinelli Punti chiave
di Enzo Bianciardi
iumicino era stata scelta quale sede ideale per ospitare il mondiale di Long Casting, organizzato dalla Fipsas, la Federazione della pesca sportiva. La “Formula 1 del mare” prevedeva la partecipazione di oltre 50 atleti in rappresentanza di 9 paesi, oltre ad una vasta delegazione di dirigenti sportivi, arbitri e tecnici del settore, insomma, il primo passo per diventare una delle mete più ambite per lo sport nazionale ed internazionale, complice la vicinanza dell’aeroporto Leonardo Da Vinci. Quando era tutto pronto, stampati manifesti e locandine, organizzata la conferenza stampa di presentazione (in Campidoglio), la manifestazione è stata trasferita in tutta fretta a Santa Severa. Tutto per colpa di una “lite” tra pastori e pescatori. Gli organizzatori del meeting, giunti a Fiumicino per prendere possesso dell’area, regolarmente assegnata dalla Regione Lazio perché “pubblica”, sono stati aggrediti da un pastore. Aveva occupato abusivamente il terreno all’ombra del vecchio Faro dove i campioni avrebbero dovuto gareggiare con canne e lenze. E sul quel terreno aveva portato le pecore. Nel prendere possesso dell’area, invece, il pastore e i suoi “agguerriti” figlioli hanno intralciato le operazioni di allestimento del Villaggio d’accoglienza per i pescatori, impedendo l’accesso agli automezzi con gli stand da al-
Il Long casting è la Formula 1 del mare Consiste nel lanciare lenze e relativi pesi dalla spiaggia Vince chi arriva più lontano. Si usano canne hi-tech
lestire. A pochi giorni dal via ufficiale della manifestazione è scoppiato il caos e la Federazione pesca sportiva è stata costretta a trovare una soluzione alternativa, avviando al contempo una battaglia legale nei confronti della Pisana per il rimborso delle spese sostenute e abbandonando in tutta fretta Fiumicino. Risultato? La competizione di “long casting”
è stata trasferita a Santa Severa. E Fiumicino ha incassato la “figuraccia” internazionale. “La richiesta per la concessione del terreno era stata presentata a dicembre 2007 - racconta Alessandro Londi, presidente della Fipsas - Tre mesi dopo la Regione ha dato l’okay. Lo scorso luglio abbiamo fatto un primo sopralluogo e siamo stati affrontati a brutto
muso da un energumeno che si diceva vantare diritti sul quel terreno, tanto che l’aveva recintato e chiuso con un cancello. Ho avvertito subito la Pisana, la quale ha provveduto ad inoltrare una denuncia-querela nei confronti del pastore, rassicurandomi sull’assegnazione e la disponibilità dell’area”. “Il 5 settembre, quando siamo andati a preparare il terreno, bisognava tagliare l’erba e montare le strutture, abbiamo trovato prima il cancello sbarrato con un lucchetto e poi è iniziata la gazzarra che ci ha costretto a cambiare campo di gara - sottolinea Londi - Abbiamo inoltrato richiesta di rimborso spese per circa 50mila euro. Non era garantita la sicurezza per gli atleti e per le costose attrezzature”. Il long casting, infatti, consiste nel lanciare dalla spiaggia 4 pesi differenti (100, 125, 150 e 175 grammi) alla maggiore distanza possibile, mediante l’utilizzo di canne da pesca munite di mulinello. Le attrezzature sono soggette a sollecitazioni tali che permettono al piombo di raggiungere la distanza di 280 metri e una velocità di oltre 400 chilometri orari. La prima volta del long casting sulla spiaggia di Roma. Per la cronaca (sportiva) ha vinto l’Italia.
L'appalto finisce in Procura
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Cronaca
Proprio quando la raccolta entrava a regime
E’ il sistema che gestisce lo smaltimento di rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Al servizio “Raee”, già attivo su tutto il territorio nazionale, ha aderito di recente anche il comune di Anzio. Nel deposito “Usa e Getta” di via della Campana, da poco riaperto dopo l’adeguamento alla normativa ministeriale, entrerà in funzione il servizio di ritiro gratuito dei rifiuti elettronici, che verranno trasportati in centri di trattamento idonei massimizzando il recupero dei materiali mediante dei sistemi collettivi. Un passo in avanti per il comune di Anzio, che per incentivare la raccolta differenziata ha già attivato un numero verde (800126429) per il ritiro a domicilio degli ingombranti e quello gratuito delle potature. Il problema delle discariche abusive non è ancora del tutto risolto. Il servizio di raccolta, gestito dal primo agosto
dalla ditta Ecopolis 2000, sta entrando a regime e nei giorni scorsi è stata effettuata l’ennesima bonifica su via della Campana. Per di più, sono in arrivo nei prossimi giorni 500 nuovi cassonetti e cestini portarifiuti. Intanto la questione del nuovo appalto rifiuti è finita in Procura. Il sindaco Luciano Bruschini ha trasmesso ai Carabinieri il documento con cui la Dc per le Auto-
nomie getta ombre sull’aggiudicazione dell’appalto, segnalando carenze nel servizio da parte della Ecopolis. E mentre l’assessore all’Ambiente Patrizio Placidi difende l’iter seguito per l’affidamento dell’appalto, Adriano Murgia, dirigente del settore Ambiente si rivolge ai legali e valuta la possibilità di una denuncia per diffamazione. (R.S.)
invito i cittadini al rispetto delle norme», chiarisce il sindaco Chiavetta. In prima fila, durante l’inaugurazione, alcune scolaresche di Nettuno: a loro il messaggio più importante per il rispetto dell’ambiente e l’educazione alla raccolta differenziata. «Stiamo lavorando assieme alla società Ecopolis – spiega l’assessore all’Ambiente Flavio Biondi – per portare la raccolta differenziata all’interno delle scuole, a breve contatteremo i dirigenti dei circoli didattici per partire». Appena riaperto ma già al passo, l’ecocentro di Nettuno ha aderito al progetto nazionale “Raee” stipulato dall’Anci e dal Ministero per l’Ambiente, che permetterà lo smaltimento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Sulla differenziata si sta lavorando a pieno ritmo: proprio in questi giorni a Nettuno è in fase di completamento la rimozione delle vecchie campane gestite dalla Provincia, che saranno sostituite dai nuovi contenitori per la differenziata, 850 in tutto. A gestirle sempre la Ecopolis 2000. Da ottobre l’intero territorio comunale dovrebbe essere servito. Diverso il discorso per le attività commerciali: ai gestori verranno forniti dei cassonetti in base alla grandezza dei negozi e alla quantità di rifiuti smaltiti. Nel borgo medioevale partirà la raccolta porta a porta mentre per gli altri saranno disponibili delle buste speciali, le “Materbi”, che sono riciclabili e sono già disponibili nei negozi. Via le buste di plastica.
Nettuno coinvolge i bambini nella differenziata
A scuola di ambiente
E
di Roberta Sciamanna
sce dal buio il centro di raccolta ingombranti sulla Nettuno-Cisterna, chiuso da due anni, riaperto soltanto lo scorso 25 settembre. Problemi burocratici e amministrativi avevano sbarrato i cancelli dell’ecocentro, inaugurato pochi giorni fa, a due mesi dall’entrata in servizio della ditta Ecopolis 2000 (la stessa che gestisce l’appalto ad Anzio). Da tempo si attendeva la riapertura della struttura, un’area attrezzata per il conferimento delle varie tipologie di ingombranti, vecchi frigoriferi, mobili, lavatrici, potature, calcinacci. «Adesso che siamo riusciti a superare tutti i problemi che impedivano la riapertura del centro,
30 settembre 2008
Cambio nella Gdf: Aiello va via, arriva Dell'Aquila Pomezia
Cambio al vertice alla compagnia della Guardia di Finanza di Pomezia. Dopo 5 anni, il maggiore Antonio Aiello, 41 anni, ha lasciato il comando della Compagnia pometina per andare a dirigere il Nucleo operativo del Gruppo Aeroportuale della GdF di Fiumicino. «Un incarico di prestigio – ha sottolineato – che
mi vedrà in prima linea nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti». Al suo posto, il capitano Augusto Dell’Aquila, proveniente dal Gruppo di Ostia: a lui il comando dei 70 uomini delle fiamme gialle di via Cavour, con giurisdizione sui due comuni di Pomezia e Ardea. (G.S.)
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A bordo
30 settembre 2008
Il nuovo bacino all’Idroscalo è divenuto la “passerella” di Ostia. Lungo i moli negozi, bar e ristoranti meta dei giovani
Sul fronte del porto s’accende la movida del Mare di Roma
I
di Enzo Bianciardi
l Porto turistico di Roma, nuova meta dello struscio cittadino di Ostia, rappresenta di fatto una delle attrazioni del Lido di Roma. Il porto, nell’immaginario collettivo lidense, ha affiancato e sostituito il pontile, il simbolo di Ostia. Con il porto è arrivato un nuovo lungomare, sulle spiagge abban-
donate al degrado, sono comparsi i chioschi che hanno portato musica, attrazioni e servizi. I giovani, per primi, hanno riscoperto Ostia Ponente e con le nuove spiagge, il porto di Roma, i suoi negozi, i locali e le serate in riva al mare a cantare e ballare. Il porto turistico di Roma sorge presso la foce del Tevere, all’Idroscalo. Il progetto, realizzato dall’Ati, si è ispirato, per la diga foranea, al Portus Romae, l’unico porto realizzato a Roma circa duemila anni fa dall’imperatore Claudio che sorgeva a pochi chilometri dall’attuale approdo turistico, a Fiumicino. Anche nel moderno porto, che conta 800 posti barca, è possibile leggere i segni dell’architettura romana. Per la parte commerciale, ad esempio, il riferimento è l’architettura romana classica, dove gli archi e i porticati rivestiti con co-
lonne in travertino predominano negli edifici. Il progetto ha previsto, alle spalle della struttura portuale, la realizzazione di un grande parco naturalistico ecologico, destinato al ripopolamento faunistico. La salvaguardia ambientale resta uno dei temi fondamentali dell’opera e in questo caso si coniuga con la rivalutazione di un area dalle molte potenzialità, offrendo così, ai dipartisti di tutto il mondo, l’occasione unica di sbarcare a Roma, avendo a disposizione oltre ai musei, le piazze, i monumenti di una fra le città più belle del mondo le spiagge, i parchi, i locali notturni del litorale, le spiagge, gli stabilimenti. Il bacino portuale è stato progettato per accogliere barche di tutte le dimensioni, la sua profondità varia, infatti, dai 5 metri dell’imboccatura dell’avamporto ai 4,50 metri del bacino settentrionale, destinato alle barche più grandi, fino ad un minimo di 3,50 metri per il bacino meridionale, riser-
In arrivo un hotel 5 stelle e un supermarket
Nel 2007 l’Ati ha avviato il completamento delle strutture delle strutture “a terra” del porto di Ostia. L’obiettivo è quello di dotare il polo nautico di una serie di servizi turistici: un residence con 400 miniappartamenti e un albergo a cinque stelle, capaci di promuovere il turismo e trasformare il porto in una base di partenza per le crociere nel Mediterraneo, sfruttando le sinergie naturali con l’aeroporto di Fiumicino. L’offerta è diretta al comparto dei maxi-yacht che fanno tappa a Roma per raccogliere gli ospiti. I cantieri Rizzardi garantiscono una qualità di servizio superiore e vantano grande esperienza. Nel piano previsti anche un supermercato e un distributore di benzina.
vato alle barche di dimensioni ridotte. I due moli garantiscono la protezione delle imbarcazioni, anche in caso di mareggiate violente. Un efficace impianto di depurazione agisce attraverso l’immissione forzata, all’interno del bacino, di acque prelevate in mare aperto evitando la stagnazione delle acque. I pontili fissi e le banchine sono provvisti di tutte le dotazioni nautiche: bitte, anelloni, parabordi, scalette alla marinara e reali. I servizi offerti comprendono la fornitura di acqua ed elettricità, oltre alla rete antincendio, e il rifornimento carburante e gasolio. In posizione dominante rispetto all’ingresso portuale e all’avamporto, sulla diga nord, si trova la Torre di controllo, alta 10 metri. Le segnalazioni marittime sono
garantite da due fanali, uno a lampi rossi, della portata di 8 miglia, uno a lampi verdi, della por-
A bordo
30 settembre 2008
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Cantieri e banchine ad alta tecnologia per accogliere i diportisti. Trattori elettrici e mezzi ecologici per spostarsi
Yacht e velieri hanno preso il posto delle triremi di Claudio e Traiano
tata di 3 miglia, che segnalano l’ingresso principale e quello secondario. Il fronte è caratterizzato
da edifici bassi, porticati, che ospitano i locali commerciali, supermarket, lavanderia, farmacia, banca, negozi delle migliori griffe; nella piazza principale, punto di riferimento della vita turistica della marina, si colloca l’edificio destinato a yachting club, con bar, ristorante e centro servizi. Le aree pedonali sono nettamente separate dalle aree carrabili, comprendenti box coperti e parcheggi, per un totale di oltre duemila posti auto; gli spostamenti all’interno del porto sono garantiti da mezzi elettrici. Infine, una pista ciclabile corre lungo tutto il perimetro del porto e congiunge l’area dell’Idroscalo con il lungomare, dove si innesta sulla pista di Ostia Ponente per raggiungere il pontile e il centro storico del Lido di Roma.
In principio fu l’imperatore Claudio nel 42 dopo Cristo ad edificare accanto alla foce del Tevere un porto completamente nuovo ad Ostia, ma si deve a Traiano, nel 113, l’espansione e la creazione del Portus Romae, che resterà in funzione per più di cinque secoli, in pratica sino alla caduta dell’Impero. A nord del ramo destro del delta del Tevere si aprivano due grandi moli semicircolari. Al centro, sorgeva dal mare il faro, una costruzione che poggiava su un piedistallo di granito, dove di giorno e di notte bruciavano falò intrisi di pece, una luce che permetteva una rotta sicura verso
800
I posti barca nel porto di Ostia
l’Urbe. Le manovre di ingresso richiedevano abilità e i chiari riferimenti del faro e della statua di Nettuno (vero spartitraffico che regolava la circolazione in entrata e in uscita), permettevano alle imbarcazioni di doppiare il porto, mettendosi così al riparo per tutte le prime operazioni necessarie di attracco. La nave poi o restava alla fonda nel bacino o poteva avanzare, attraverso un grande canale, la fossa traianea (l’attuale canale navigabile di Fiumicino) verso il bacino esagonale interno, dove esistevano i nodi di interscambio fluviale, i cantieri, le banchine per l’attracco, i moletti per il carico e
600
Le imbarcazioni attualmente ormeggiate lungo i moli
1920
lo scarico delle merci e da dove partivano le “navette” che avrebbero risalito la corrente del Tevere per arrivare a Roma. Dalla scomparsa dell’antico porto la Capitale ha poi dovuto attendere molto tempo prima di vedere il suo approdo principale tornare a nuova vita. Risale al 1920, ad esempio, un primo progetto di realizzazione di un porto a Ostia ma si è dovuto attendere il 2001 perché Roma potesse finalmente riavere il moli e banchine. Dopo soli due anni dalla posa della prima pietra l’Ati Spa, presieduta da Mauro Balini, ha realizzato l’imponente struttura.
L’anno del primo progetto del porto
2001
L’anno in cui è iniziata la costruzione
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Turismo
30 settembre 2008
L'idea dell'albergo diffuso arriva al Borgo Medievale di Nettuno
Gli attori
Il direttore
E' un esperto di marketing coinvolto nella vita, negli eventi e nella cultura del luogo
Il promoter
Si occupa di stimolare la domanda organizzata professionale e non professionale. Attraverso web marketing e marketing diretto entra in contatto con gli intermediari per commercializzare le offerte
L'hotel c'è ma non si vede A
rriva l'albergo diffuso. Un modello nuovo e originale di ospitalità e sviluppo turistico del territorio, che nasce per offrire agli ospiti l'esperienza di vita di un centro storico di una città. A disposizione dei turisti ci sono tutti i classici servizi alberghieri – accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni – soltanto che questi non si trovano sotto il tetto di un solo grande edificio, ma sono dislocati all'interno dello stesso nucleo urbano e messi in rete tra loro. L'albergo diffuso è un insieme di piccole strutture alberghiere – quali stanze e appartamenti concepiti non per turisti ma per residenti, seppure temporanei – dislocate in edifici vicini con servizi unificati. Il cuore della struttura ricettiva è la recption. È qui, infatti, che vengono accolti i turisti, che si forniscono le informazioni sul soggiorno all'interno dell'hotel, che vengono illustrati gli
Cameriere divulgatore
Guida i turisti nella conoscenza del territorio, della sua storia e della comunità di persone che ci abitano
itinerari programmabili, la storia degli immobili e le risorse del territorio. Ed è sempre qui che avvengono le operazioni di check in e check out. Altra caratteristica particolare dell'albergo diffuso riguarda i compiti di chi vi lavora: il direttore è un esperto di marketing coinvolto a pieno titolo nella vita della comunità dove è inserita la struttura; il promoter si occupa di stimolare la domanda professionale e non professionale, attraverso il web marketing entra in contatto diretto con gli intermediari; il cameriere – divulgatore è il
vero punto di riferimento dei turisti e li guida nella conoscenza del territorio. In Italia la prima volta che si è parlato di albergo diffuso è stato nel 1982 a Carnia, in Friuli Venezia Giulia, quando un gruppo di lavoro aveva come obiettivo quello di recuperare turisticamente case e borghi ristrutturati in seguito al terremoto degli anni '70. Adesso l'idea, messa a punto da Giancarlo Dall'Ara, docente di marketing turistico, è arrivata anche nella Regione Lazio, dopo che nel 2008 è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite come innovazione trasferibile nei paesi in via di sviluppo e dopo che è stata riconosciuta per la prima volta a livello formale in Sardegna nel 1998. Tra i tanti comuni laziali che stanno valutando l'idea di aderire al bando per la realizzazione dell'albergo diffuso
c'è anche quello di Nettuno. L'antico Borgo Medievale rappresenta l'area ideale per dare vita al progetto, che ha come obiettivi la promozione di destinazioni di valore storico e ambientale, lo sviluppo di forme di integrazione e di rete tra le offerte e le risorse locali e la valorizzazione del patrimonio edilizio e storico a scopi turistici. Tra i commercianti del centro storico nettunese alcuni si stanno già muovendo e stanno anche prendendo contatti con l'amministrazione comunale per arrivare alla realizzazione pratica del progetto; il compito dell'ente è quello di aiutare e incentivare i promotori dell'iniziativa, curando ad esempio gli aspetti legati all'arredo urbano, che deve essere coerente nell'area scelta. L'albergo diffuso non rappresenta un semplice soggiorno, ma riesce a far immergere i visitatori nello stile di vita della città.
Soggiorno autentico e sostenibile
Le origini
Le tipologie
I pregi
Promozione del patrimonio storico, adozione di un'ottica di sviluppo sostenibile, autenticità e originalità. Tanti i punti di forza dell'albergo diffuso. Tra questi c'è anche la capacità di essere in sintonia e venire incontro ai desideri di una domanda esigente ed esperta, composta cioè da persona che hanno il gusto di viaggiare e che hanno alle spalle già parecchie esperienze in diversi tipi di struttura, ma ora cercano qualcosa di nuovo. E di diverso l'albergo diffuso può offrire loro parecchio: la possibilità di sperimentare il modo di vivere del luogo e la partecipazione attiva al recupero artistico e culturale dei piccoli centri.
Inoltre per gli stessi centri c'è anche la possibilità di incrementare il reddito e l'occupazione, mantenendo oppure aumen-
tando la popolazione, senza però avere impatti negativi nei confronti della cultura, dell'ambiente e dell'identità dei luoghi. Inoltre c'è da considerare anche l'effetto autenticità che viene generato nei turisti, che hanno la possibilità di vivere l'esperienza di un soggiorno in case e palazzi nati e concepiti come vere e proprie abitazioni. Infine la declinabilità, nel senso che le esperienze di albergo diffuso hanno mostrato la capacità di adeguarsi al territorio, ai progetti di sviluppo locale e alla caratterizzazione dell'offerta sulla base di un tema specifico oppure di una formula di gestione particolare.
Il progetto nasce a Carnia L'albergo diffuso nasce a Carnia, in Friuli Venezia Giulia, in seguito al terremoto del 1976 e alla necessità di utilizzare a fini turistici case e borghi disabitati. Il termine viene coniato all'interno del progetto pilota Comeglians del 1982, portato avanti da un gruppo di lavoro guidato da Leonardo Zanier e dalla consulenza di Giancarlo Dall'Ara. L'idea comincia a farsi strada negli ottanta, con diversi tentativi di applicazione in Friuli Venezia Giulia e nel piccolo comune di Vitulano, provincia di Benevento, fino al riconoscimento ufficiale 2008 delle Nazioni Unite.
Vacanza tra libri e quadri Il progetto si fa in tre. Tante le tipologie dell'albergo diffuso. Oltre a quello tradizionale, infatti, si può puntare anche sull'albergo diffuso letterario e su quello d'arte. Nel primo caso la caratteristica è l'ubicazione nei pressi di luoghi legati a scrittori, a ambienti e scenari descritti nei romanzi e nei testi della letteratura. Nel secondo caso, invece, l'hotel può trovarsi vicino a importanti opere artistiche, avere sede in strutture rilevanti dal punto di vista artistico oppure architettonico e la gestione dello stesso può essere particolarmente sensibile al mondo dell'arte.
Turismo
30 settembre 2008
Laghi e fiumi ricchi di pesce, terme e sorgenti attirano 300mila italiani ogni anno
Slovenia, la passione nell’acqua
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Lubiana venne fondata dagli Argonauti che risalirono il corso del Danubio
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Il tesoro dei Balcani
di Alessandra Zavatta
i pesca, si fa il bagno nelle sorgenti bollenti che escono dal Carso, si naviga sulle gondole come a Venezia, ci si arrampica lungo i costoni a strapiombo del massiccio del Triglav e si cavalca della putza, la pianura nel cuore dell’Europa. La Slovenia, paese dai tre volti (slavo, italiano e ungherese), è divenuto meta del turismo alternativo. Di chi, alle grandi capitali del Vecchio Continente, preferisce un’Europa selvaggia e affascinante, ancora da scoprire. Ricca di storia e, soprattutto, di sorprese. Dalle Alpi Giulie alle foreste della Carniola, alle vallate dell’Istria, alle misteriose grotte del Carso. Quelle di Postumia, intreccio di gallerie e sale, dove le gocce d’acqua hanno scavato spettacolari stalattiti, sono le più visitate dagli italiani. Trecentosettantamila l’anno i visitatori Made in Italy che sbarcano ogni anno in Slovenia e che contribuiscono alla crescita economica di un paese piccolo piccolo (si estende per appena 20.256 chilometri quadrati e conta 2 milioni di abitanti) ma agguerito. Con il prodotto interno lordo che cresce del 5,2 per cento ogni dodici mesi (una velocità spaziale rispetto all’Italia) e uno sguardo attento all’Europa del futuro. Dal 2004 la Slovenia fa parte della Ue e da poco più di un anno, nella gestione degli affari, l’euro ha messo da parte il vecchio tallero. Il turismo, però, è ancora a basso costo e, visto che la Slovenia è un paese ricco d’acqua, è la meta preferita dai pe-
Il castello di Predijama
Il centro storico di Lubiana
scatori romani, milanesi, napoletani. Sono 45 i fiumi che superano i 25 chilometri di lunghezza e nessuno è uguale all’altro. Isonzo, Timavo, Ribano, Drava, Sava: i corsi d’acqua sbucano irruenti dalle grotte del Carso e scorrono nella verdissima campagna slovena. Poi ci sono i laghi, quello di Cerknica che si riempie e si svuota ogni stagione, quello di Bohinj ai piedi del
Tricorno, e quello di Bled, gioiello azzurro dove si può navigare soltanto con colorate barche a remi che assomigliano alle gondole veneziane. Nei fiumi e nei laghi si può pescare di tutto: trote, salmoni, lucci, siluri, cavedani. Ma in Slovenia si possono fare molte altre cose. Scoprire castelli nascosti come Predjama, rifugio del Robin Hood in salsa balcanica che rubava ai ricchi per donare ai poveri. Morì nella toilette del maniero. Non per un malore. I soldati che assediavano il castello bombardarono con catapulte e massi il bagno della fortezza, un cubo di mattoni appeso sulla roccia e l’eroe morì precipitando lungo la montagna. A Lubiana, invece, la leggenda racconta
che prima dei Romani che costruirono la città battezzandola Emona, giunsero Giasone e gli Argonauti. Risalendo il corso del Sava e del Danubio, arrivarono fino al bacino di Lubiana. Poi giunsero tutti gli altri: i Franchi di Carlo Magno, i magiari di Re Stefano, i Veneziani agli ordini del Doge, gli Asburgo e gli Ottomani. Popoli, culture e religioni si mescolarono e creano un’insolita (per i Balcani) ricetta di convivenza. Che in cucina ha prodotto menù transnazionali e unici al tempo stesso. Sulle tavole di Portorose, Pirano, Dobrovnik fino alla lontana Maribor si possono gustare i datteri alla triestina, il risotto all’istriana, i “fuži”, i tartufi all’austriaca.
Cucina istriana
Terme a Moravske
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Cultura
30 settembre 2008
L’incredibile vicenda di Romeo Rodriguez Pereira raccontata dal nipote Fabrizio
Il carabiniere eroe di Ostia
Ucciso dai nazisti alle Fosse Ardeatine per non avere tradito i compagni
A
di Angela Valenti
Ostia una targa sulle mura della sede del XIII Municipio ricorda il tenente dei carabinieri Romeo Rodriguez Pereira, medaglia d’oro al valore militare, trucidato alle Fosse Ardeatine il 29 marzo 1944. Qualche mese fa è stata presa a martellate, distrutta e deturpata con scritte inneggianti al fascismo. Ma in pochi forse sanno che Romeo Rodriguez Pereira è stato non soltanto un eroe italiano ma anche il comandante della Compagnia dei carabinieri di Ostia. E a Ostia vive il nipote, Fabrizio Rodriguez, che dello zio-eroe custodisce ancora la corda con cui gli i soldati del Terzo Reich guidati dal colonnello Herbert Kappler gli legarono i polsi prima di ucciderlo con un colpo alla nuca insieme ad altri 335 uomini nelle cave di pozzolana lungo la via Ardeatina. Una rappresaglia ordinata da Adolf Hitler in persona a seguito dell’attentato compiuto il 23 marzo ‘44 in via Rasella, a Roma, dai partigiani dei Gap. “Per vendicare i 33 soldati del battaglione Bozen uccisi e i 38 feriti - racconta Rodriguez – il comandante tedesco della piazza di Roma ordinò che venissero uccisi dieci italiani per ogni tedesco morto. Affidò il compito a Kappler che venne coadiuvato dal capitano Erich Priebke. La maggior parte delle vittime venne prelevata dal carcere di Regina Coeli e dalle celle del comando nazista di via Tasso, cinquanta furono scelte e consegnate dal questore fascista Caruso”. “Mio zio fu tra quelli prelevati a Regina
Coeli - ricorda Fabrizio - Era finito in carcere perché il 10 dicembre 1943 era stato sorpreso con altri militari durante una riunione clandestina. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, fu tra i militari che si opposero all’ingresso dei tedeschi nella Capitale. Venne arrestato e avviato verso un campo di concentramento in Germania. Ma a Pordenone, durante una sosta del convoglio di deportati, riuscì ad evadere. Tornò a Roma ed entrò nelle file della Resistenza militare. Quando venne arrestato mio zio aveva solo26 anni, ma bisogna considerare l’epoca: i giovani crescevano in fretta, la vita li consumava. Non bisogna pensare a un idealista ma a un uomo concreto che credeva profondamente nei valori della libertà e della patria. Non parlò neanche quando fu presa la amatissima moglie, né tradì i suoi compagni”. Il tenente Romeo Rodriguez Pereira, classe 1918, era un uomo tutto d’un pezzo. Figlio di un musicista brasiliano giunto in Italia per studiare al Conservatorio, trascorse l’infanzia tra la Napoli e San Paolo. Rimasto orfano di padre, tornò con la mamma in Italia e si stabilì a Roma. A 22 anni uscì dall’Accademia militare di Modena col grado di sottotenente dei carabinieri reali. Volontario in Africa settentrionale nella seconda guerra mondiale, medaglia di bronzo sul campo, nel 1942 gli venne affidata la tenenza di Roma-Ostia e poi quella di Roma-Appia , dove si trovava al momento dell’armistizio. “Durante il soggiorno a Regina Coeli - sottolinea il nipote
del carabiniere eroe - tutti hanno temuto per la sorte di Romeo. Durante una visita, la madre e la moglie vennero avvicinate da uno dei suoi carcerieri, un sottufficiale tedesco, che promise la libertà del prigioniero in cambio di oro. La famiglia
raccolse tutto l’oro possibile: la madre si privò persino della fede nuziale. Il patrigno Nicola, sposato in seconde nozze dalla madre, mia nonna, si comportò come se fosse il vero padre donando fino all’ultimo oggetto. La consegna avvenne tramite Marcella, la giovane moglie che pregò e si raccomandò. Ma non servì a nulla, il tedesco sparì con i gioielli e mio zio nel pomeriggio del 24 marzo, poco dopo il tramonto, venne prelevato insieme ai suoi compagni da Regina Coeli. Caricati su alcuni camion, venne loro detto che sarebbero stati portati in un campo di lavoro in Germania. Invece i camion si fermarono alle cave di pozzolana della via Ardeatina”. “Allora era aperta campagna e l’eccidio si consumò senza testimoni”, il volto di Fabrizio si rattrista. “Ma i colpi sparati e la bomba fatta esplodere, affinché la pozzolana seppellisse i corpi, allertarono i frati che vivevano in un convento proprio di fronte alla cava. Nei giorni seguenti le voci sull’accaduto spinse i parenti a chiedere notizie a Regina Coeli dove però nessuno disse niente tranne insistere sulla storia della deportazione in Germania”. Ma le voci cominciarono a correre. Voci confermate dall’impossibilità di avvicinarsi all’area. Solo dopo il 4 giugno, a liberazione avvenuta, furono portati allo scoperto i cadaveri. Oggi sul luogo dell’eccidio è sorto il Mausoleo ardeatino.
La storia siamo noi
L’eccidio in un famoso quadro
Via Rasella, luogo dell’attentato
Erich Priebke
Soldati del Terzo Reich
Cultura
30 settembre 2008
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Stefano Masciarelli diventa “donna” nel ruolo che fu di John Travolta a Broadway «Per prepararmi a cambiare sesso ho osservato molto mia moglie», spiega l’attore romano
Mascia, la “cicciona” di Hair Spray di Mafalda Bruno
«F
accio la “cicciona”, ballo, canto e mi diverto un mondo”. Stefano Masciarelli, attore romano, classe 1958, dal 30 settembre al 26 ottobre prossimo diventerà “donna”. Dove? Al Teatro Sistina di Roma, dove interpreterà il ruolo di una simpatica grassona nella commedia musicale “Hair Spray”, che racconta di un mondo dove la bellezza interiore trionfa sulla superficialità di quella esteriore. Masciarelli, come ci si sente ad essere una donna oversize? “Non è facile stare lì fermo ogni sera, per oltre due ore, a subire la tortura del “trucco e parrucco”. Ma è divertente il fatto di dare, at-
traverso il mio corpo, le sembianze a questa madre simpatica, cicciona e “tanta”. Sembianze a parte, come ci si cala nei panni del sesso opposto? “Nell’interpretare una donna era importante evitare di scadere nel “macchiettane” e nel “mascherone”: ho cercato di essere il più possibile credibile e ho studiato molto, soprattutto gli atteggiamenti, i modi di fare di mia moglie e di mia suocera e anche il rapporto che c’è tra loro due. Ma essendo un uomo ho voluto assolutamente evitare di scadere nel trans”. John Travolta nel 2007
ha recitato nel suo stesso ruolo: non teme confronti? “Su questo punto non c’è tanto da dire. Travolta è inimitabile e ogni confronto è inopportuno e impossibile. Inoltre, io recito in teatro e lui in un film: sono due modi diversissimi di lavorare”. Masciarelli cosa prova quando sale sul palco? “L’emozione che mi procura il contatto con il pubblico in teatro è qualcosa di indescrivibile. Una sensazione straordinaria. Al Sistina, inoltre, mi legano vari ricordi. Quel teatro
ha una ritualità che altri stabili non hanno. Una sorta di luogo magico dove ancora si “avverte” la presenza di Garinei e Giovannini, i re del musical all’italiana”. Secondo lei, qual’è l’elemento vincente di “Hair Spray”? “E’ un musical che racconta un mondo ideale dove la bellezza autentica trionfa sulla superficialità e sulla voglia di apparire a tutti i costi. E’ uno spettacolo tra fiaba, cartoon e vita reale. E’ un messaggio che invita a non fermarsi mai all’esteriorità delle persone, ma a conoscerle bene dentro prima di dare giudizi. Altro punto vincente sicuramente le musiche che rievocano i fasti e l’allegria del rock & roll degli Anni Sessanta con travolgenti incursioni rhythm&blues e gospel: briv-
idi ed emozioni in una colonna sonora che non permetterà al pubblico di restare fermo sulla poltrona”. Potrà così portare sul palco le sue passioni: la musica e la danza. “Certamente! Mi diverto a girare per l’Italia con il mio gruppo composto da otto maestri d’orchestra e una corista. Ed è stata la passione per la musica a farmi accettare la partecipazione, su RaiUno, a “Ballando con le stelle” e “Notti sul ghiaccio”, oltre all’affetto fraterno per la conduttrice Milly Carlucci. E poi sono pure dimagrito”. Ma com’è il vero Stefano Masciarelli in privato? “Diciamo che cerco di vivere con lievità. Prendersi troppo sul serio non fa bene, neanche alla salute”.
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Economia
Anche i vigili possono sbagliare
La Corte di Cassazione “toglie” la multa a una donna passata col semaforo rosso Il verbale di contravvenzione può essere annullato se il conducente riesce a provare con dei testimoni che chi l'ha sanzionato ha visto male di Francesco Pastoressa
M
(francesco.pastoressa@reporternews.eu)
ultati per essere passati ad un incrocio col semaforo rosso? Se ci sono testimoni che possono affermare il contrario, la sanzione è nulla. Questa la decisione adottata nei giorni scorsi dalla Suprema Corte di Cassazione, che con la sentenza numero 21816 ha accolto il ricorso presentato da un’automobilista romana che era stata multata per essere passata con il rosso, cassando la sentenza emessa da un Giudice di Pace che aveva respinto il ricorso «non ammettendo la prova testimoniale». Una sentenza questa, che evidenzia la possibilità di essere tratti in inganno dalla «errata percezione di corpi o di oggetti in movimento» da parte dei vigili urbani e dagli altri agenti di polizia stradale, in quanto la valutazione non è stata fatta per una realtà statica. Una buona notizia quindi per chi ha la sensazione di aver subito una punizione ingiusta. Il verbale di contravvenzione dei vigili urbani o degli agenti della polizia stradale, può essere annullato se il condu-
cente riesce a provare con dei testimoni che chi l'ha multato ha visto male, come nel caso dell'automobilista romana premiata in Cassazione, che nel 2005 si era vista respingere il ricorso da un Giudice di Pace della capitale che aveva convalidato il verbale di contravvenzione. La seconda sezione civile della Corte di Cassazione però, ha deciso di accogliere le richieste della donna, precisando che in questi casi il verbale dei vigili non fa «piena prova fino a querela di falso». Confermato da quanto scritto nella sentenza circa i casi in cui la contravvenzione può essere annullata. «I giudizi valutativi che esprime il pubblico ufficiale, in quelle circo-
stanze relative a fatti i quali, in ragione delle loro modalità di accadimento repentino, non si siano potuti verificare e controllare secondo un metro sufficientemente obbiettivo, e
abbiano pertanto potuto dare luogo a una percezione sensoriale implicante margini di apprezzamento, come nell'ipotesi in cui quanto attestato dal pubblico ufficiale concerna non la percezione di una realtà statica, bensì, come appunto nella specie, l'indicazione di un corpo o di un oggetto in movimento». Un modo laborioso per spiegare che nel caso in cui ci siano testimoni che dimostrano un'errata valutazione dei fatti, e non trattandosi di una situazione statica, e quindi suscettibile di diverse ricostruzioni, la multa può essere annullata. Purché non si arrivi, com'è nella consuetudine italiana, ad una vera e propria ricerca di “testimoni di professione”.
30 settembre 2008
L'esempio del T-red
Migliaia le proteste rilevate da Federconsumatori. On line i moduli da scaricare Nell'hinterland milanese sono più di 40mila gli automobilisti che proprio in questi giorni stanno minacciando una vera e propria guerra senza quartiere per ottenere il rimborso delle pesantissime sanzioni inflitte dal T-red, l'apparecchio installato su diverse strade ad alta percorrenza del Nord Italia che rileva chi passa col rosso. In diversi casi, una vera e propria truffa, così come rilevato dalle indagini delle forze dell'ordine, con presunti appalti truccati e un cartello tra le società che fornivano i dispositivi da montare sui semafori per cogliere in fallo le auto che passavano col rosso. Tanto che nelle prossime settimane inizierà il nuovo valzer di ricorsi. Stavolta però, non sarà per ottenere l’annullamento delle multe, ma per chiedere ai sindaci la restituzione di migliaia di euro pagati dagli automobilisti fotografati ai semafori. «Bisogna rendere giustizia – spiegano da Federconsumatori, che nelle ultime ore ha predisposto dei moduli (scaricabili anche on-line) per chiedere ai Comuni il rimborso delle multe - alle decine di migliaia di automobilisti che in buona fede hanno pagato le multe e sono stati penalizzati con la perdita dei punti sulla patente di guida».
Curiosità dal mondo
30 settembre 2008
Sogna Sydney, va in Canada Australia
Disavventura per una turista argentina che voleva visitare Sydney, che si è ritrovata in una città omonima in Canada. La signora ha regolarmente preso l'aereo, ma ha capito tutto solo poco prima dell'atterraggio, rimanendo in Canada.
Abbracciati dopo 2000 anni Ankara
Gli scheletri di due amanti sono stati trovati, abbracciati, da un gruppo di studiosi in una tomba dell'antica città di Laodicea, in Turchia. Si amavano al punto di farsi seppellire insieme per continuare il loro amore anche nell'aldilà.
Dinosauro come un pollo
Calgary
Stupefacente scoperta di un ricercatore canadese, che ha trovato, vicino al Red Deer, ad Alberta, il più piccolo dinosauro del Nord America, alto circa 70 centimetri e grande come un pollo, che si nutriva insolitamente di insetti.
Nuova scoperta di Boris Stuck all'ospedale universitario di Mannheim, in Germania
Sogni d'oro tra profumi delicati
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La fase onirica sarebbe influenzata dagli odori sparsi per la stanza da letto
li odori che ci avvolgono durante la fase rem del sonno, determinano la natura dei nostri sogni. Questa la scoperta effettuata nei giorni scorsi da un gruppo di ricercatori, guidati da Boris Stuck dell'ospedale universitario di Mannheim, in Germania, che ha analizzato l'effetto degli aromi su un gruppo di quindici volontari. Persone che si sono rese disponibili a dormire esposti a sostanze chimiche al profumo di rose o di uova marce. A spiegare la natura dell'esperimento è stato lo stesso Boris Stuck, coordinatore dell'equipe di medici e scienziati. «La maggior parte degli odori quotidiani è caratterizzata da due elementi, quello dell'odore reale ed un altro che può irritare il naso. Il
nostro gruppo di ricercatori è stato in grado di stimolare i volontari con alte dosi di componente chimico, senza svegliarli. Abbiamo atteso fino a quando sono entrati nella fase Rem del sonno, quella in cui si verificano più sogni, per esporli per dieci secondi ad una dose elevata d’aria maleodorante. Dopo un minuto, abbiamo svegliato i volontari, invitandoli a raccontare i loro sogni. I volontari esposti al profumo di rosa, hanno parlato di sogni positivi. Un effetto negativo è stato segnalato invece dai volontari esposti all'odore d’uova marce». Un estratto di lavanda, dunque, ha reso i sogni dei pazienti dolci e piacevoli favorendo un ottimo riposo. «La relazione tra gli stimoli esterni, il
sonno e il contenuto dei sogni - ha continuato Stuck - è un campo ancora tutto da esplorare; non vi è dubbio, però, che alla composizione dello spazio onirico contribuiscano tutti e cinque i sensi». Il lavoro di Stuck e della sua equipe, presentato in occasione della riunione annuale d’otolaringologia della “American Academy of Otolaryngology” a Chicago, potrebbe adesso rivoluzionare la conoscenza che fino ad oggi delle cause dei sogni umani. Sogni profumati o maleodoranti dunque. Secondo gli scienziati, gli odori sono in grado di influenzare la colorazione emotiva del sogno. Ora attendono con impazienza di osservare l'effetto degli odori sulle persone che soffrono d’incubi.
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Cucina
30 settembre 2008
Cantina nobile Trilussa, l'arte in cucina
Al ristorante di Nettuno, sapori e aromi della tradizione vengono mescolati sapientemente dagli chef Una vera e propria Steak house all’italiana in un ambiente semplice ed elegante al tempo stesso. La carne assoluta protagonista
U
na “Steak house” nostrana, ispirata al modello americano, ma avvolta nei colori e nei profumi delle tradizioni italiane. La Cantina Nobile Trilussa, inaugurata il 23 luglio del 2007 da Francesco Salustri in via Olmata25, a Nettuno, mescola ad arte tradizione ed innovazione culinaria, abbinando prodotti di prima scelta e sapori dell'entroterra, ai vini della cultura italiana. Ad accompagnare i clienti della Cantina nobile Trilussa in questo immaginario viaggio tra le delizie del Belpaese, uno staff di primi livello, coordinato proprio da Francesco Salustri, tornato da otto anni di esperienza in Florida in locali da lui stesso inaugurati e portati al successo. Poi la decisione di tornare in
Italia, portandosi comunque dietro un pezzo d'America: l'idea della “Steak house”, abbinata al buon gusto ed alla ricerca di uno stile raffinato ma al tempo stesso familiare, in grado di non riservare sorprese, tranne quelle del palato. L'ambiente è del tutto particolare: due piani finemente arredati con un'esplosione di colori, in uno stile informale ma ricco di dettagli eleganti, il bancone con gli stuzzichini, delicate tartine di salumi e formaggi, l'affettatrice a manovella, buona musica e luci soffuse per garantire romanticismo ed un pizzico di privacy. La filosofia della Cantina Nobile Trilussa, così come la definisce Francesco, si assapora appieno in tavola, a partire dagli
antipasti: otto portate per dare il benvenuto nei sapori di casa nostra. Tra i più ricercati, l'involtino di petto d'anatra lardellato ripieno di verdurine su letto di cicoria, oppure il radicchio trevigiano lardellato alla piastra con fonduta di formaggio dop. Sempre che non si voglia provare il brivido di assaggiare quanto
di meglio ha da offrire la casa, con un antipasto misto caldo o con un antipasto misto classico con formaggi e salumi dal sapore artigianale. Il viaggio culinario prosegue poi con i primi piatti, quindici in tutto presenti sul menù, una serie di paste fatte in casa preparate come la tradizione insegna. Speciali le ta-
gliatelle carciofi e speck, il risotto al melone e le fettuccine alla boscaiola, anche se nel ricco menù offerto dalla casa non mancano vere specialità a base di pesce, preparate secondo le più tradizionali ricette del litorale: lo gnocchetto vongole, calamari e bottarga, ed il tagliolino Nobile, con calamari, vongole, cozze, scampi e gamberetti. Il tutto accompagnato da circa 150 etichette di vini nazionali ed esteri consigliati personalmente dal proprietario del locale, per abbinare aromi e sapori della cucina italiana ad un calice di buon vino. E' sui secondi piatti di carne però, che la Cantina Nobile Trilussa raggiunge il top: bistecche di lombo argentino, entrecote danese, filetto in crema di barolo su cipolline di Tropea, filetto alla Valdostana ripieno di prosciutto di Parma e mozzarella di bufala, tagliata di entrecote su rucola, pachino e scaglie di grana. E per chi avesse ancora voglia di qualcosa di buono, non mancano i dessert fatti in casa, per chiudere con un po' di dolcezza una serata speciale. Un mix di sapori semplici e raffinati da gustare magari ascoltando della musica dal vivo o ammirando le mostre d'arte periodicamente organizzate da Francesco Salustri.
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Quindicinale di attualità, cronaca, economia, turismo e cultura
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