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Ribelli d’Italia
Anno I - Numero 14 / 15 novembre 2008
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La voce del Mare di Roma www.reporternews.eu
Piloti e hostess dichiarano sciopero “a sorpresa” e lasciano a terra migliaia di viaggiatori a Fiumicino. Aperta un’inchiesta giudiziaria per trovare i responsabili. Anpac, Up, Anpav, Avia e SdL chiedono il ritiro del Lodo Letta per far ripartire la trattativa
Nettuno va controcorrente I tagli non toccano la cultura Scuola
Tra mille proteste per l’attuazione del decreto Gelmini anche una piccola oasi felice, a Nettuno, dove due scuole medie del territorio, anche grazie ad un finanziamento della Fondazione Roma, investono su cultura e tecnologia, incentivando i ragazzi con la creazione di laboratori informatici e di lingua. A Ostia intanto il rovescio della medaglia, con gli studenti in piazza per protesta supportati dagli insegnanti. Tra questi, la professoressa Teresa Niro, dell’Itis Faraday. «La nuova legge - spiega riduce notevolmente le possibilità per studenti e professori». a pag. 8
La rivolta dei taxi, tra fax misteri e licenze sparite Anzio
Ncc in rivolta ad Anzio. Guadagni scarsi, difficoltà crescenti ogni giorno che passa, macchine abusive, licenze assegnate ed immediatamente sparite. Senza contare i problemi con le Ztl di Roma, per le quali è necessario prima della corsa inviare dei fax per ottenere autorizzazioni che rischiano di non essere rilasciate. «Tanto più che questo fax non si capisce neanche in che mani finisca» a pag. 10
L’ultima tendenza sono i nuovi eco-stabilimenti Ostia
Il debutto è arrivato con largo anticipo, per essere pronti ed efficienti in tempo per l’estate. Ad Ostia cinque stabilimenti balneari, Sporting Beach, La Bonaccia, La Capannina a mare, La Playa e la Lega Navale producono energia fotovoltaica per alimentare le strutture. Un progetto ideato da Regione Lazio ed Assobalneari che si propone come obiettivo quello di promuovere il rispetto dell’ambiente cercando al tempo stesso di abbattere i costi per il mantenimento delle strutture turistiche presenti sul litorale. a pag. 18
Il sogno americano rinasce grazie a Gianluca Sposito Il personaggio
Il sogno americano può essere vissuto fino in fondo, al di là dei classici viaggi turistici proposti dalle agenzie. Ad insegnare agli italiani come vivere fino in fondo lo spirito degli States, è Gianluca Sposito, imprenditore romano quarantenne che crea per i propri clienti itinerari in America per viaggiatori doc, con la voglia di apprezzarne tutte le qualità. Tra le mete più caratteristiche, la Route 66 in Harley Davidson e la “rotta dell’oro” in Alaska. a pag. 23
Corrado Augias alle prese con la passione di Cristo L’intervista
Il giornalista e scrittore Corrado Augias, che presenterà a Fiumicino il suo libro in uscita, “Inchiesta sul Cristianesimo”, si racconta a Reporter, spiegando il suo interesse per la religione. «Le ragioni - racconta Augias - principalmente sono due: la prima è che la religione ha occupato un posto di rilievo, forse eccessivo, nella vita pubblica, mentre la seconda è che la storia sacra, come è stata raccontata dalla chiesa, viene proposta agli uomini come una serie di favolette». a pag. 24
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Primo Piano
15 novembre 2008
Il cappio al collo
Il punto
Hanno ragione i piloti a voler lottare per un ottenere un contratto adeguato che garantisca sicurezza e tutele sociali con la Cai. Hanno ragione le hostess a battersi affinché non venga tolta alle madri lavoratrici della Nuova Alitalia la possibilità di non effettuare turni la notte se hanno a carico figli minori oppure familiari disabili. Hanno ragione gli steward a voler essere considerati operatori del trasporto aereo e non “schiavi” da sbattere in capo al mondo per far quadrare il bilancio d’azienda. E hanno ragione pure Anpac, Unione piloti, Anpav, Avia e SdL, i sindacati autonomi che difendono gli equipaggi e che chiedono il rispetto degli accordi di settembre da parte della Cai, quegli accordi raggiunti a fatica e che prevedono già sacrifici (10mila licenziamenti e taglio dello stipendio per chi resta) per i lavoratori Alitalia. Ma hanno ragione anche le migliaia di passeggeri rimasti intrappolati nello “sciopero selvaggio” a chiedere una compagnia aerea che funzioni. Insomma, nella vicenda Alitalia tutti hanno ragione. E piloti, hostess e steward, che la protesta hanno portato avanti tra l’incredibile silenzio delle migliaia di impiegati della Magliana, si trovano ora con il cappio al collo. Perché se la rivolta dovesse proseguire fuori della legalità, pagheranno duramente con sanzioni pecuniarie e penali la battaglia. Se, al contrario, la lotta per scongiurare l’annullamento delle tutele sociali per i lavoratori dovesse proseguire comunque, nel rispetto della legge, la Compagnia aerea italiana potrebbe considerare “troppo costosa” l’operazione e ritirarsi di nuovo. E a restare disoccupati saranno tutti. (A.Z.)
P
iloti e hostess “ribelli” bloccano i cieli d’Italia e finiscono in tribunale. La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo per accertare se lo sciopero selvaggio che ha paralizzato il Paese nei giorni scorsi possa rappresentare “interruzione di pubblico servizio e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”. Cioè della precettazione del Ministero dei Trasporti. Un’altra indagine è stata avviata dalla procura di Civitavecchia sui disservizi prodotti dallo sciopero partito da Fiumicino e poi dilagato come un’onda anomala negli altri aeroporti. Per ora il fascicolo è intestato come “Atti relativi” in attesa di approfondire la situazione. La procura ha ricevuto dal commissariato di Fiumicino segnalazioni di cancellazioni di voli e disservizi subiti dai passeggeri, costretti a centinaia a dormire sulle panche dell’aeroporto e poi a restare in coda
per ore nella speranza di ottenere il posto su un nuovo volo. Lo “sciopero selvaggio”, dichiarato dal Comitato di lotta lunedì scorso contrario alle condizioni proposte da Cai per acquisire Alitalia, di fatto è durato una manciata di ore. Finchè non è arrivata la precettazione. Ma ha prodotto disagi per tre giorni, con oltre 200 voli cancellati soltanto al Leonardo da Vinci e decine di migliaia di passeggeri rimasti a terra dalle Alpi alla Sicilia. Sciopero che però ha visto contrari i
sindacati ribelli Anpac, Unione piloti, Anpav, Avia e SdL. “Azioni di lotta non programmate rischiano di danneggiare la vera battaglia spiega Andrea Cavola, coordinatore nazionale dell’SdL - Il piano presentato da Cai per rilevare gli asset di Alitalia può essere valido a patto che vengano rispettati gli accordi presi a Palazzo Chigi lo scorso settembre”. “Diecimila lavoratori e 4mila precari resteranno disoccupati con l’Operazione Cai, avallata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl - sottolinea Antono Divietri,
segretario dell’Avia - Ma ci sono diversi modi per portare avanti la trattativa sindacale e bloccare il trasporto aereo in Italia senza preavviso non mi sembra la soluzione giusta”. Loro, i sindacati ribelli, il preavviso lo hanno infatti dato. Domenica scorsa hanno annunciato 15 giornate di sciopero, a partire dal 25 novembre e fino al 26 maggio prossimo “affinché Cai intenda che se vorrà imporre regole e contratti unilateralmente, non avrà vita facile”. Intanto l’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, ha chiesto ad Alitalia di fornire i nominativi dei membri di equipaggio che non si sono presentati al lavoro per avviare la procedura sanzionatoria. E l’Unione Europea ha dato l’okay all’operazione Cai, bocciando il prestito ponte da 300 milioni di euro considerato un aiuto di Stato: dovrà essere rimborsato dalla 'bad company' di Alitalia.
Primo Piano
15 novembre 2008
Fabio Berti (Anpac) e Massimo Notaro (Up) spiegano le ragioni del Fronte del No
«Quello sporco poker della Cai»
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I piloti accusano il presidente Colaninno di aver cambiato le carte in tavola
S
di Alessandra Zavatta
aranno 861 i piloti Alitalia che resteranno disoccupati se verrà attuato il Piano Fenice. Quello messo a punto da Cai per rilevare la compagnia di bandiera. E loro, le Aquile Ribelli, non ci stanno. “Non perché non siamo disposti a fare sacrifici, ma perché hanno cambiato le carte in tavola e poi vogliono addossare un eventuale fallimento dell’operazione su di noi”, spiega Fabio Berti, presidente dell’Anpac, il sindacato autonomo che tutela i piloti dell’aviazione civile. “Chiediamo il rispetto degli accordi firmati lo scorso settembre a Palazzo Chigi riguardo il piano di salvataggio di Alitalia e la cancellazione del Lodo Letta”, interviene Massimo Notaro, presidente dell’Up, l’altro sindacato dei piloti. Berti e Notaro sono i leader della rivolta scoppiata nei cockpit di Alitalia. Dei 1.800 piloti neppure 300 “stanno”con Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che lo scorso 31 ottobre hanno sottoscritto
il Lodo Letta. “Con questo atto sono state cambiate le carte in tavola - accusa Berti - Un mese prima avevamo firmato un documento e poi ce ne siamo ritrovati davanti un altro, che riduceva le tutele sociali per i lavoratori. La nostra è una battaglia per i posti di lavoro e la sicurezza, non certo per i privilegi. Il contratto Cai così com’è nell’ultima stesura è fuori da ogni contesto europeo”. “Avevamo accettato sacrifici e ci eravamo impegnati ad accettare un contratto simile a quello di AirOne - riprende Notaro - Poi, per qualche misterioso e incomprensibile motivo, tutto è cambiato, annullando il percorso sindacale che era riuscito, pur tra le difficoltà, a trovare un’intesa. In questo contesto è scattato lo “sciopero selvaggio” che ha bloccato i cieli d’Italia e che non ci ha trovato d’accordo. N o n
possiamo, però, essere d’accordo neppure con la Cai”. “Avevamo dato disponibilità a lavorare 900 ore al mese, come fanno i colleghi di molte compagnie europee, che comunque hanno stipendi maggiori dei nostri - incalza Notaro - Ma non possiamo mettere in discussione la sicurezza dei viaggiatori. E il presidente di Cai Roberto Colaninno che cosa ha risposto di fronte alle nostre, legittime rivendicazioni? Che assumerà i piloti di Ryanair, dimostrando la totale inesperienza e incompetenza a trattare di argomenti aeronautici”. “Eppure è il presidente della Compagnia aerea italiana!”, sottolinea con ironia il presidente dell’Up. “Forse Colaninno e molti dei soci Cai non sanno che ogni pilota è abilitato a guidare un solo tipo di jet per volta. Comandanti e primi ufficiali della low cost irlandese al momento hanno la certificazione per condurre i Boeing 7 3 7 , l’unico tipo di velivolo che ha
Ryanair. E l’unico tipo di velivolo che Alitalia non ha mai avuto”. “Certo - aggiunge Berti - Cai potrebbe far loro il corso per il “passaggio di macchina” che dura tre mesi e costa 30mila euro per ogni pilota. Questo significa che se nessuno di noi firmerà il contratto quando arriveranno le chiamate individuali e Cai dovrà attendere 90 giorni per decollare con i piloti Ryanair, a patto che loro accettino un contratto così penalizzante”. “Io non lavorerò con Cai, questo è sicuro”, afferma Notaro. “Ai miei colleghi lasciò comunque la libertà di scegliere ma mi aspetto compatezza nell’azione, perché è in gioco non soltanto un semplice contratto ma il futuro del trasporto aereo e del lavoro in Italia. Se passa il contratto Cai molte aziende sono pronte ad uniformarsi, per abbattere il costo del lavoro, in danno poi dei consumatori e cioè dei passeggeri”.
La rivolta nel cockpit
Equipaggi in sciopero
Aerei a terra
Passeggeri in coda
Cristian Terrevoli
«Fiumicino al centro»
A bordo
I Dieci Comandamenti per “rallentare” i voli
Un decalogo per protestare senza violare la legge. Si intitola “Evitiamo il degrado della sicurezza, eleviamo il livello di attenzione”. Lo hanno distribuito piloti e hostess di Alitalia all’aeroporto di Fiumicino. Il decalogo invita gli equipaggi a “rispettare scrupolosamente le disposizioni di legge vigenti e i regolamenti della compagnia” ed elenca una serie di “consigli ai naviganti” per produrre disagi e dis-
servizi, garantendo la massima sicurezza ai passeggeri. Ad esempio viene suggerito agli equipaggi di verificare la documentazione relativa al volo da effettuare. Viene poi consigliato di “verificare l’effettivo stato di efficienza dell’aeromobile”, controllando l’usura degli pneumatici, le tracce di perdite dagli impianti idraulici, la pulizia dei vetri, del cockpit e delle toilette. Si possono richiedere pure i test per l’accerta-
mento dell’eventuale presenza di acqua nel cherosene e, prima di chiudere il portellone, si possono contare “a mano” i passeggeri per
verificare che il numero dei viaggiatori presenti corrisponda a quello indicato sulla lista d’imbarco.
“Fiumicino non va penalizzato e deve restare al centro del sistema, qualsiasi soluzione venga applicata per rilanciare Alitalia”. Lo scrive Cristian Terrevoli, del Dipartimento regionale per gli aeroporti del Lazio di Alleanza nazionale. “Da anni ci si chiedeva quando si scoprissero le carte e che soluzione trovare alle conseguenze di una possibile crisi. Questo è avvenuto e si è notato lo spirito di responsabilità dimostrato da Cigl, Cisl, Uil e Ugl. Nonostante ciò abbiamo assistito ad uno scontro con chi ancora porta avanti vecchie concezioni non più applicabili”.
Primo Piano
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Il sindaco Mario Canapini: «Il Comune non può far fronte all’emergenza sociale» “I piloti devono sacrificarsi. Non si può far chiudere Alitalia e le decine di aziende dell’indotto aeroportuale. Perché l’indotto non ha cassa integrazione e i lavoratori in difficoltà con il pagamento del mutuo e del canone di affitto verranno a bussare al Comune e difficilmente potremo far fronte al problema per tutti”. Il sindaco di Fiumicino Mario Canapini mette in guardia contro gli “scioperi sel-
vaggi” e mobilitazioni a oltranza. “A Fiumicino vivono centinaia di dipendenti di Alitalia che tra qualche settimana potrebbero restare senza lavoro e non avrà soldi per saldare l’affitto e il mutuo”, sottolinea il Sindaco, che chiede al Governo l’apertura di un “tavolo interistituzionale” per delineare procedure che permettano alle piccole imprese creditrici di Alitalia di essere pagate.
Quattromila dipendenti dell’indotto potrebbero restare a casa
I cuochi contro le hostess
C
In pericolo la busta paga e lo stipendio di novembre
uochi contro piloti. Donne delle pulizie contro hostess. Facchini contro steward. A Fiumicino la crisi Alitalia ha già messo in difficoltà le aziende dell’indotto, che non riescono a pagare gli stipendi ai dipendenti. Gli operai delle imprese di pulizie, catering e facchinaggio che operano al Leonardo da Vinci, quattromila persone che lavorano per Snam Lazio Sud, Bonadea, Linda, Phedra, Team Italia, Ades, Sodexo, Giacchieri, Iet e La Nitida Vesuviana, martedì scorso hanno scioperato per 24 ore consecutive, lasciando lo scalo romano nell’immondizia e bloccando i servizi. A fine novembre cuochi, pulitori, vigilantes potrebbero ritrovarsi con la busta paga vuota. “Alitalia spiega la Fisascat Cisl - non sta pagando più le imprese dell’indotto a cui ha appaltato determinati servizi. E così le società appaltatrici non sono più in
grado di versare gli stipendi ai propri dipendenti”. “Confermiamo il nostro gravissimo stato di liquidità e l’impossibilità di far fronte al pagamento degli sti-
pendi che matureranno - recita la lettera inviata il 6 novembre scorso da La Nitida Vesuviana al commissario straordinario della compagnia di bandiera Augusto
Fantozzi - Il debito di Alitalia spa nei nostri confronti ha esposto la società verso le banche, che ci hanno di recente revocato i fidi richiesti proprio per far fronte ai mancati incassi”. All’impresa napoletana la compagnia di bandiera “deve” 189mila euro. “Con la Lsg Sky Chef, che prepara soltanto a Fiumicino 18mila pasti di bordo al giorno, Alitalia ha debiti per 15 milioni di euro - interviene Nicola Merli del direttivo provinciale dell’Ugl - Nello scalo romano metà degli 800 lavoratori della Lsg allestisco pasti per Alitalia e, nonostante la Lsg sia un colosso europeo del catering, prima o poi i problemi arriveranno pure qui”. Con Aeroporti di Roma il debito della compagnia aerea, pare, superi i 40 milioni di euro. Sono 60mila, secondo l’Ugl, i lavoratori dell’indotto aeroportuale che potrebbero restare disoccupati nella provincia di Roma.
Hostess Alitalia
Facchino in aeroporto
Operaio in rampa
Primo Piano
15 novembre 2008
Il sindacato autonomo Cub mette in allerta i lavoratori del Gruppo Alitalia
A rischio liquidazione e indennità
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«Presentate un’istanza di ammissione al credito per avere quanto vi spetta» Curiosità
Lo sciopero bianco va in scena così
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ltre al danno il rischio è quello di subire una vera e propria beffa. A renderlo noto, attraverso un comunicazione sindacale rivolta a tutti i lavoratori Alitalia, è il Cub, Confederazione unitaria di base. «In merito alla gestione della procedura di amministrazione straordinaria che in questo momento occupa tutti i lavoratori del Gruppo Alitalia - spiegano dal sindacato - dopo aver richiesto pareri e informazioni al nostro ufficio legale riteniamo opportuno precisare che ciascun lavoratore deve presentare un'istanza di ammissione del proprio credito alla procedura di insolvenza in atto per i crediti maturati, come Tfr, permessi, ferie, retribuzioni non corrisposte, festività, compensativi, rol, ratei 13°, ratei 14°, indennità varie, preavviso, ed ore extra, ossia le cosiddette competenze finali del rapporto, per le quali è opportuno che ogni lavoratore effettui una prima verifica della esattezza delle cifre indicate dal Commissario
Straordinario e segnali eventuali incongruenze». La stessa istanza con la quale dovranno essere richiesti ulteriori crediti vantati dai lavoratori c o m e somme non corrisposte a vario titolo, richiesta di superiore livello, Eda, ed altro. Tanta la carne sul fuoco messa dai sindacalisti del Cub, che attraverso il loro ufficio legale hanno cercato di trovare una soluzione anche ai problemi paventati dai precari. «E’ opportuno considerare - continuano i sindacalisti Cub nell’informativa stilata per i lavora-
tori - che i cosiddetti precari (con contratto subordinato a tempo d e t e r- minato, di collabor a zione o altro) poss o n o puntare, tra gli ulteriori crediti, al riconoscimento del contratto a tempo indeterminato (ossia al riconoscimento dell’illegittimità delle tipologie contrattuali e delle modalità di utilizzo con cui sono stati assunti negli anni precedenti) presentando una istanza di ammissione al passivo: l’unica condizione per tentare di accedere anche agli ammortizzatori so-
ciali previsti per i dipendenti “fissi” del Gruppo AZ». Richieste che potrebbero non essere accolte nell'immediato, ma l'eventuale giudizio per tali ulteriori crediti non è di ostacolo all'ammissione delle altre domande (cioè degli importi indicati nei documenti forniti dall’azienda) che saranno liquidate nei tempi e nelle modalità previste per tutte le lavoratrici ed i lavoratori. E’ importante sottolineare come tutti coloro che abbiano cause pendenti, dovranno presentare istanza con le modalità sopra descritte, pena la perdita di ogni loro diritto e rivendicazione. L’attenzione dei lavoratori quindi dovrà essere rivolta al calendario stilato dal Tribunale di Roma per la presentazione delle domande, che dovranno essere spedite necessariamente entro il 16 novembre per i lavoratori di Alitalia – Linee aeree italiane, entro il 13 gennaio 2009 per quelli di Alitalia Express e Volare, ed entro il 19 gennaio 2009 per i lavoratori di Alitalia Servizi e Alitalia Airport.
Sciopero bianco per evitare la precettazione del ministro Matteoli. I dipendenti Alitalia non si sono persi d’animo, scegliendo di attenersi rigidamente all’applicazione del regolamento. Ma in che modo il rispetto delle regole può influire sul servizio offerto ai clienti Alitalia? Tanti i passaggi necessari prima del decollo di un aereo in partenza. Da briefing fino alla richiesta di una rotta diretta fino a destinazione sono tante le occasioni per far ritardare un volo. Si comincia col briefing center, dove il pilota riceve informazioni sulle condizioni meteo, il carburante e le rotte, prima di raggiungere il suo aereo in 15/20 minuti, a seconda dei ritardi del pullman. La seconda fase, anche questa passibile di ritardi, è quella dei controlli interni, con gli assistenti di volo impegnati nella ricerca di oggetti smarriti nelle tasche dei sedili e nei bagni, oltre ad altre operazioni di routine. La terza fase invece vede impegnato il pilota, che dalla cabina controlla che tutto fili liscio tra personale di terra ed aeroporto e dopo una firma dà il via al decollo. Quarto passaggio, in molti casi decisivo, la puntualità dei bus per il trasporto dai terminal fino all’aereo, spesso ritardatari. Ultima, ma solo per una questione cronologica, la fase che vede il pilota impegnato in una vera e propria”preghiera” ai controllori dello spazio aereo per avere una rotta diretta fino all’aeroporto di destinazione e cercare di recuperare un po’ di tempo perso. Operazione che però in molti casi anziché agevolare gli utenti li danneggia, facendo accumulare al volo altri minuti di ritardo. (C.B.)
Politica
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Chiari i risultati parziali del sondaggio di Reporter: residenti contrari al progetto che toglie autonomia alle piccole città
Scossa nell’Udc
Della Millia dopo 14 anni dà le dimissioni
Proposta di Piero Cucunato, presidente della Commissione Riforme: «Informiamo gli amministratori sui loro ruoli futuri»
L’Area metropolitana non decolla La Provincia si avvicina ai Comuni di Cosimo Bove
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(cosimo.bove@reporternews.eu)
entre i residenti si schierano quasi completamente contro il progetto di Area metropolitana, la Provincia di Roma cerca di avvicinarsi il più possibile ai 121 comuni del territorio per coinvolgerli e renderli partecipi dell’iniziativa. A dare voce all’Ente presieduto da Nicola Zingaretti, è Piero Cucunato, Presidente della Commissione Riforme per l’Area metropolitana della Provincia di Roma. «Stiamo predisponendo un vademecum il più ampio possibile - spiega Cucunato al termine della Commissione che si è svolta la scorsa settimana a Palazzo Valentini - all’interno del quale tutti gli amministratori degli enti locali
dei 121 comuni della Provincia e i Consiglieri dei 19 Municipi Romani possano trovare quanto è stato prodotto in sede normativa su Roma Capitale e sulla riforma della futura Area Metropolitana da parte di tutte le forze politiche e da parte di tutte le associazioni degli enti locali». Un modo come un altro per coinvolgere tutti nel progetto spie-
gando quali saranno le novità relative ai comuni dopo la costituzione dell’Area metropolitana. «E’ un lavoro preparatorio - continua Cucunato per dare una comunicazione-informazione la più è dettagliata possibile ai tanti amministratori, forze sociali ed economiche - continua il Presidente Piero Cucunato - a molti cittadini che
non conoscono bene il tema delle Riforme e fanno confusione sul Ruolo che dovranno avere le nuove entità amministrative. Dare strumenti per poter accedere ad un informazione ampia e dettagliata, non solo è un dovere istituzionale, ma anche un modo per raccogliere idee e confronti, per poi lavorare per costruire un’idea condivisa e proposta comune. Questo è il proposito che porterò avanti, sperando di trovare la sintesi migliore da proporre al Consiglio Provinciale prima e al Governo Nazionale poi». Resterà da capire, considerato lo scetticismo dei residenti, che nel referendum lanciato da Reporter si sono schierati nettamente contro il progetto, come reagiranno i sindaci dei 121 comuni a questa mano tesa dalla Provincia di Roma.
Giancarlo Della Millia non è più il segretario comunale dell’Udc di Nettuno. La decisione è stata presa dallo stesso Della Millia nei giorni scorsi, attraverso una lettera inviata a Pierferdinando Casini, Lorenzo Cesa e Luciano Ciocchetti. «Le note vicende politiche di Nettuno – spiega l’ex segretario comunale dell’Udc, in carica dal ’94 – hanno sconvolto la vita politica locale. Avremmo voluto la vicinanza dei vertici ma non è mai arrivata. Un po’ quanto accaduto durante le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Così, dopo 14 anni ho deciso di rassegnare le dimissioni, non identificandomi più nel partito». Una sorpresa per i vertici dell’Udc, che nei giorni seguenti alle dimissioni di Della Millia, hanno nominato il nuovo commissario del partito a Nettuno: Alberto De Carolis. «Con la nomina di De Carolis - spiegano il segretario provinciale Mario Ferrante e dal segretario regionale Luciano Ciocchetti - l'Udc vuole aprire a Nettuno una nuova famedi rilancio. In città abbiamo una tradizione che va recuperata, soprattutto da un punto di vista organizzativo. Riteniamo che De Carolis abbia esperienza necessaria e caratteristiche giuste».
Politica
15 novembre 2008
De Fusco sperimenta il Bilancio Partecipato. I cittadini potranno indicare le priorità d'intervento
A Pomezia decide chi paga di Giovanni Salsano
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(giovanni.salsano@reporternews.eu)
Pomezia, i cittadini possono contribuire a determinare come l’amministrazione comunale può spendere i loro soldi, attraverso la partecipazione alla stesura del bilancio comunale. Non presentando specifici progetti e iniziative, bensì (solamente) indicando i settori e le priorità di intervento, di cui il Comune dovrà (dovrebbe) tenere conto. È il progetto del Bilancio Partecipato, avviato ancora in via sperimentale dall’amministrazione De Fusco, che può essere – se effettivamente concretizzato – un importante strumento di democrazia diretta e volontaria, attraverso il quale la popolazione
può partecipare attivamente alla vita pubblica della propria città e discutere ed effettuare proposte concrete sulle politiche pubbliche: un’iniziativa resa possibile
anche grazie al contributo della Regione Lazio, che da tempo sostiene i processi di partecipazione della cittadinanza alle scelte finanziarie. In particolare, su quattro specifici ambiti d’intervento (Ambiente, Servizi Sociali, Cultura e Trasporti) è stato avviato un percorso di coinvolgimento dei cittadini e degli enti pubblici e privati, che attraverso un questionario potranno fornire agli amministratori la propria opinione. Al termine delle consultazioni sarà redatto un “Documento di partecipazione” che raccoglierà i contributi espressi dalla collettività e che sarà allegato alla proposta di bilancio previsionale. In tal modo, il Comune potrà verificare le esigenze e le priorità d’intervento segnalate, per tenerne conto in
La maggioranza diserta il consiglio Rifondazione va all'attacco Ardea
Torna nel pantano l’attività del consiglio comunale di Ardea e l’assise saltata lo scorso 6 novembre ha suscitato pesanti polemiche tra i cittadini, sempre in attesa di vedere risolti i tanti problemi che affliggono la città. Già prima della riunione andata deserta (per l’assenza di 5 esponenti della maggioranza: Fulvio Bardi e Ettore Antinucci di An, Bruno Cimadon di Fi, Romolo De Paolis della Dc, e Gino Marcoccia della Lista Eufemi), e che ha vissuto momenti di tensione, Rifondazione Comunista aveva pesantemente attaccato l’amministrazione, parlando di paralisi amministrativa. E il comitato di quartiere Nuova Florida non usa mezze misure: «Il
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mancato svolgimento del consiglio comunale – sostiene il comitato – è un grave schiaffo ai cittadini. L’impedirne scientemente lo svolgimento equivale non solo a tradire il mandato ricevuto dagli elettori, ma è anche una grave mancanza nei confronti di tutti coloro interessati a seguirne i lavori». Invece, il sindaco Carlo Eufemi (anche lui giunto in ritardo all’assise) smorza i
toni: «Credo – dice il primo cittadino – si sia trattato solo di superficialità, non credo la maggioranza sia spaccata. L’amministrazione sta continuando a lavorare attraverso importanti delibere di giunta». Intanto, pur con le difficoltà della politica locale, diversi politici di Ardea ottengono importanti riconoscimenti a livello sovracomunale: Antonino Abate del Pd è membro della commissione garanzia per il tesseramento del partito, Riccardo Iotti di An è membro dell'esecutivo provinciale di Azione Giovani e l’assessore Roberta Ucci è entrata nella segreteria dell’assessore ai servizi sociali di Roma Sveva Belviso. (G.S.)
Servizi Sociali, Ambiente, Cultura e Trasporti i temi sui cui esprimere le proprie opinioni
sede di decisione sulle scelte di bilancio. Scelte che, alla fine, spetteranno comunque all’amministrazione comunale. «È un modo per ascoltare la voce della popolazione – dice l’assessore pometino Francesco Palazzo, presente al lancio dell’iniziativa – che ci indicherà quelle che sono le priorità di intervento, i problemi maggiormente sentiti. In base a queste indicazioni il Comune stilerà il bilancio». L’esperienza più famosa di bilancio partecipativo è quella iniziata nel 1989 in Brasile, a Porto Alegre, città di 1,3 milioni di abitanti, per permettere ai cittadini di partecipare attivamente allo sviluppo e all'elaborazione della politica municipale. In questo caso – poiché le amministrazioni comunali, per i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del bilancio comunale – si è partiti dal 10% del bilancio comunale, fino ad arrivare, lentamente, al 25%. In Italia, invece, il Bilancio Partecipato ha iniziato ad avere una certa diffusione, soprattutto nei comuni del centro Italia, a partire dalla fine degli anni ‘90. A Pomezia è ancora in via sperimentale e, infatti, in una prima fase è ancora necessaria un’opera di informazione e sensibilizzazione nei confronti di associazioni, enti, comitati di quartiere e singoli cittadini per spiegare il loro ruolo e le possibilità di intervento nell’iniziativa. Il prossimo incontro è in programma il 27 novembre a Torvaianica, nella sala espositiva da poco inaugurata all’interno dell’ex ostello della gioventù sul lungomare delle Sirene.
Bit generation
Dai giovani nuove idee per la politica
Educare i più piccoli alla partecipazione alla vita attiva e amministrativa e alla politica di una città serve a creare, per gli anni a venire, cittadini più consapevoli dei loro diritti e doveri e più smaliziati di fronte alla classe politico – amministrativa che governerà le loro città. Per questo riveste un importante significato l’approvazione da parte della Regione Lazio dell’istituzione del “Consiglio dei bambini e dei ragazzi di Ardea”, un progetto già approvato dal consiglio comunale “dei grandi” nello scorso giugno. Il consiglio dei ragazzi sarà un’assemblea di 15 componenti, dagli 8 ai 14 anni, che potrà esprimere pareri, formulare proposte e svolgere interrogazioni alla massima assise cittadina. L’ideale sarebbe che la freschezza delle idee dei piccoli smuovesse idee e progetti di consiglieri e amministratori in carica. «L’idea dell’amministrazione – spiega il delegato per le Politiche giovanili, Riccardo Iotti – è quella di impostare una politica a favore dei giovani in forma sistemica, con l’obiettivo prioritario di favorire la partecipazione alla vita civile ed associativa della città ed incentivando il senso di appartenenza anche con strumenti innovativi che ridefiniscano il patto tra giovani e istituzioni». (G.S.)
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Cronaca
15 novembre 2008
Mentre dilaga la rivolta a Nettuno arriva il progetto della Fondazione Roma
I numeri dell'iniziativa
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Gli alunni coinvolti
100
I nuovi personal computer
Alle medie controcorrente
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l mondo della scuola è in rivolta, tra proteste e scioperi. Tra tagli e riforme che non piacciono agli addetti ai lavori. Eppure delle oasi felici ci sono. Si trovano a Nettuno e portano i nomi di Ennio Visca e Mario De Franceschi. Le due scuole medie si trovano rispettivamente in via Olmata e via Romana, sono guidate dal dirigente scolastico Anna Maria Cervoni e sono al centro del progetto della Fondazione Roma. La Fondazione che ha lanciato un'iniziativa per favorire l'innovazione tecnologica in ambito didattico, mettendo a disposizione delle scuole medie del Lazio dei lauti finanziamenti. Per avere accesso a questi fondi bisognava, però, redigere dei progetti, che poi sarebbero dovuti passare al vaglio dello stesso ente. «Abbiamo realizzato il progetto – spiega Anna Maria Cervoni – e questo è stato accolto dalla Fon-
dazione. Con il consistente finanziamento che ci è arrivato abbiamo allestito ben sei laboratori multimediali, che possono contare su tecnologie di ultima generazione. Le sedi di via Olmata e di via Romana ora hanno a disposizione un laboratorio linguistico, uno d'informatica e un altro d'informatica per diversamente abili. Inoltre alla De Franceschi siamo riusciti anche a completare l'aula del Centro Territoriale Permanente, dove 200 adulti possono imparare a utilizzare il computer». Tornando ai giovani studenti, adesso circa 850 ragazzi possono contare su 100 nuovi personal computer; elaboratori che vengono utilizzati in particolar modo dalle insegnati di matematica e di
eduzione tecnica. «Con questo progetto la scuola diventa un supporto per un utilizzo teorico e cognitivo dello strumento computer. I ragazzi stanno imparando a utilizzare diversi programmi per creare le loro
Un futuro che mette paura
Gli studenti
Hanno paura del futuro e si aspettano uno standard di vita inferiore a quello dei genitori. Tempi duri questi per gli studenti. E non soltanto per quelli universitari che stanno guidando la protesta; a preoccuparsi dei tagli sono anche i colleghi delle scuole superiori di Anzio e Nettuno, in procinto di scegliere la propria facoltà. Nella città neroniana, poi, quella di continuare il proprio percorso di studio all'interno di un ateneo è una scelta quasi obbligata per gli studenti del liceo classico e dello scientifico. Due scuole che storicamente non garantiscono una formazione rivolta al mondo del lavoro. Il
classico e lo scientifico sono anche le scuole che vantano il maggior numero di studenti. Meno problemi, invece, per i colleghi degli istituti professionali come il Colonna (commerciale e aziendale) e il Marco Gavio Apicio (alberghiero): loro terminati gli studi potranno ten-
tare direttamente l'avventura nel mondo del lavoro, ma il compito della scuola è quello di formarli e quindi la preoccupazione per quanto sta succedendo è anche la loro. Nella città di Nettuno l'unico liceo è quello tecnologico scientifico, ma a farla da padrone è l'istituto tecnico industriale Luigi Trafelli, l'Itis dove sono passati migliaia di studenti. Poi ci sono anche gli istituti nei quali si studia turismo e moda, il Gatti, e ragioneria, l'Emanuela Loi. Di possibilità di scelta per chi ha voglia di impegnarsi tra i banchi, quindi, ce ne sono parecchie. Come parecchie, però, sono le preoccupazioni per il proprio futuro.
presentazioni da portare in classe e agli esami di terza media, dove presentano il percorso interdisciplinare che hanno sviluppato. Per quanto riguarda il lab o r at o r i o riservato ai diversam e n t e abili, invece, ci sono dei
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I laboratori di informatica, di informatica per diversamente abili e di lingue
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Gli adulti a lezione di pc nel Centro Territoriale Permanente di via Romana
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Il giorno di dicembre in cui è prevista l'inaugurazione delle nuove strutture software che permettono agli studenti di avere un approccio migliore con il pc, ovviamente in base alla loro diversità. L'inaugurazione delle nuove strutture ci sarà il 10 dicembre». Da quest'anno, poi, all'interno delle scuole è stata anche installata l'adsl e quindi per gli alunni c'è la possibilità di navigare più velocemente, scandagliando ogni angolo del web alla ricerca delle informazioni necessari ai loro studi. Altri computer, in questo caso portatili, e un videoproiettore sono stati installati all'interno della biblioteca di via Romana e della sala teatro di via Olmata. Grazie a un contributo arrivato dalla Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, infine, Anna Maria Cervoni ha potuto disporre la messa in sicurezza delle scuole e del laboratorio linguistico della De Franceschi.
Lavori di ampliamento al liceo classico
Nel segno dei Cappelluti
Nuove aule per il Chris Cappell College. Di pari passo con l'incremento della popolazione scolastica, e con l'aumento delle richieste di iscrizioni, cresce anche la struttura che ospita il liceo classico di Anzio. Una struttura che la famiglia Cappelluti ha voluto regalare alla città, in memoria del giovane Christian. Un musicista di talento strappato prematuramente all'affetto dei propri cari, al quale oggi è dedicata una scuola che rappresenta un punto di riferimento per i giovani di Anzio, Nettuno, Ardea, Aprilia, Pomezia e Latina. I lavori di ampliamento sono stati presentati alle 10 del 14 novem-
bre, alla presenza ovviamente di papà Franco e mamma Adriana, i signori Cappelluti. Per la nuova struttura, che ospita la scuola neroniana neroniana, inoltre è arrivata anche la benedizione di monsignore Giovanni D'Ercole. Le aule si vanno ad aggiungere ai numerosi e innovativi laboratori già presenti e alla biblioteca multimediale. «A nome della città – conclude il sindaco Luciano Bruschini – ringrazio i coniugi Cappelluti per questo nuovo e nobile gesto, che consentirà a tanti giovani del territorio di studiare in un ambiente confortevole e tecnologicamente avanzato».
15 novembre 2008
Intervista alla professoressa Teresa Niro dell’Itis Faraday di Ostia
«La scuola non si tocca»
Nodo cruciale delle proteste il taglio all’istruzione pubblica
Cronaca
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Le reazioni
La marcia dei giovani: «Fateci studiare»
di Marco Ciapetti
«L
(marco.ciapetti@reporternews.eu)
a scuola non si tocca, non abbiamo paura. La nostra lotta sarà ancora più dura». Era uno degli slogan più cantanti nei giorni di protesta, quelli che hanno preceduto l’approvazione da parte della Camera dei deputati del decreto Gelmini. L’hanno cantato milioni di studenti in tutta Italia, uniti da un solo obiettivo: opporsi alla riforma, che a loro dire, avrebbe distrutto l’istruzione. E per la prima volta nella storia delle manifestazioni studentesche si è assistito a qualcosa di unico: assieme ai ragazzi, con la testa rasata, i capelli ingelatinati, i piercing o la barba lunga, assieme alle ragazze con la chefia o con la messa in piega, assieme a brufoli e a ormoni impazziti, c’erano loro. I professori, con le giacche di velluto, i capelli grigi e una laurea nel cassetto. Uniti nella lotta per difendere la scuola. Tra loro, la professoressa Teresa Niro, insegnante di informatica nell’istituto tecnico industriale di Ostia Itis Faraday, che alle colonne di Reporter ha spiegato il suo punto di vista. Professoressa, qual è la sua posizione nei confronti del decreto Gelmini? «Innanzitutto ci tengo a precisare che troppo presto ci si è affrettati a definire la riforma della scuola come decreto Gelmini. Se andiamo a vedere i dettagli ci accorgeremo che, a parte il voto in condotta e il ritorno al maestro unico, si tratta esclusivamente di
manovre incluse nell’ultima legge finanziaria. Tagli, esclusivamente tagli. E come può essere il parere di una professoressa, madre di famiglia rispetto a una legge che riduce notevolmente le possibilità per studenti e professori? Negativo, ecco». Tagli, dunque. Che coinvolgono molti suoi colleghi... «Certo. Moltissimi insegnanti non di ruolo, precari a cinquant’anni verranno fatti fuori da queste riforme. Non ci sarà posto dopo i tagli di personale, mentre invece aumenterà il numero degli alunni. I colleghi che rimarranno in servizio si troveranno a far fronte a classi di trenta persone, mentre gli esclusi... che ne sarà di loro?» E i ragazzi? Come stanno vivendo questo momento?
«Beh, noi abbiamo cercato di informali il più possibile. Provando in ogni modo a non influenzarli, ma limitandoci a spiegargli cosa stava succedendo. E devo dire che seppur giovani e immaturi hanno espresso preoccupazione sul loro futuro, sulle difficoltà che incontreranno nel cercare di accedere all’università, una volta che sarà diventata fondazione privata. Si, hanno dimostrato interesse. Anche se devo dire che negli ultimi anni il livello culturale medio degli studenti si è abbassato. Ma non per colpa dei ragazzi». E per colpa di chi, o cosa? Quando c’è stato questo cambiamento? «Sicuramente nel momento in cui sono aboliti gli esami di riparazione. Da lì gli studenti si sono sen-
titi legittimati a non studiare. E le conseguenze si sono viste. La vita che si conduce fuori dalla scuola, poi, non è adattissima a formare una forte base culturale. I modelli forniti dalla tv, dai fatti di cronaca non aiutano. La scuola potrà aiutare a far tornare la cultura nei ragazzi ma ci vorranno molti anni.» Anche se la scuola è quella che verrà cambiata dalla Gelmini? «No. Dovrà essere prima la scuola a cambiare, per poi cambiare che ne usufruisce. Attualmente sembra quasi che ci sia l’intenzione a creare un popolo di ignoranti, e a far diventare l’università un qualcosa di accessibile solamente a una cerchia ristretta di persone più benestanti. Così ci ritroveremo un popolo di caproni ignoranti e manovrabili».
Fausto ha 17 anni, adora la Roma, ascolta musica hip hop e frequenta il quarto superiore. E pensa che l'università non lo vedrà protagonista. «Ma non perché io non sia portato per lo studio – spiega – ma perché se diverranno fondazioni private non potrò permettermi di frequentarla. So quali sono le condizioni economiche della mia famiglia, e so benissimo già da subito che tra due anni dovrò andare a lavorare. Peccato, si, ma non possiamo fare miracoli». A lui si aggiunge Elisa, 16 anni di combattività, determinazione e voglia di lottare: «E' un disegno criminale, vogliono un popolo di ignoranti, ma non ci staremo. Uccideranno la scuola? E noi riempiremo le biblioteche, i cineforum, faremo cultura fai da te. Non fermeranno la nostra voglia di sapere». Profonda, nonostante la giovane età, la riflessione fatta da Maurizio, 18 anni: «Strano eh... vedono la scuola come fonte di sprechi, noi credevamo che fosse una risorsa...» (M.C.)
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Cronaca
15 novembre 2008
Ad Anzio Ncc sul piede di guerra. Troppe le difficoltà, pochi i guadagni
Problemi&Proposte Corsie preferenziali
I conducenti chiedono la creazione di carreggiate esclusive per il passaggio dei loro mezzi
Tavolo di concertazione
Dagli addetti ai lavori la richiesta di un vertice su viabilità e nuove normative
Parcheggi
Quelli riservati agli Ncc sono sempre occupati da altre macchine
Ztl
Per entrare nel centro di Roma i conducenti sono costretti a inviare una richiesta preventiva all'Atac
di Mario Scagnetti
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(mario.scagnetti@reporternews.eu)
n fischio arriva dal marciapiede, una macchina gialla riconosce il segnale e accosta, un avventore sale e chiede a un perfetto sconosciuto di portarlo verso la propria metà. L'immagine romantica dei taxi non regge più. Il mondo dei tassisti si è trasformato in una vera giungla, al punto che molti di loro hanno deciso di riciclarsi in Ncc, auto a noleggio con conducente. Ad Anzio la trasformazione è avvenuta tra il 1991 e il 1992, quando la nuova legge quadro dei trasporti individuali non di linea ha imposto delle regole più rigide, come la possibilità di scovare clienti soltanto all'interno del co-
mune che ha rilasciato la licenza. Il mondo del noleggio, invece, non è così restrittivo e gli Ncc possono sia muoversi liberamente in diverse città che lavorare anche su prenotazione. «Con l'entrata in vigore della legge quadro – spiega Piero Scenna, noleggiatore storico della città neroniana – il nostro lavoro di tassisti è diminuito del 50% e allora abbiamo deciso di diventare auto a noleggio con conducente». La trasformazione, però, non è stata la panacea di tutti i mali, e oggi i problemi sono parecchi. Talmente tanti che gli addetti ai lavori neroniani hanno inviato una relazione all'amministrazione comunale: il nodo principale riguarda i parcheggi riservati agli Ncc, che grazie a una delibera del 15 febbraio del 2001 –
firmata dall'allora sindaco Candido De Angelis – hanno il diritto di occupare le aree pubbliche riservate ai taxi, visto che quest'ultimo servizio è stato assorbito in gran parte da quello di noleggio con conducente. «Il parcheggio di via Mimma Pollastrini è sempre occupato – è scritto nel documento – così come i due della stazione ferroviaria, quello del porto nella zona di imbarco e sbarco di traghetti e ali-
L'occhio indiscreto delle Ztl
Roma
L'occhio elettronico che regola l'entrata nelle zona a traffico limitato di Roma. Questo l'incubo più grande di tutti gli addetti ai lavori del settore Ncc di Anzio. Per entrare nel centro storico capitolino, infatti, l'Atac chiede agli stessi conducenti di avere una copia di diversi documenti, in maniera tale da effettuare dei controlli incrociati tra i dati in suo possesso e la vettura che entra nel cuore della Capitale in un dato momento. Altrimenti nulla è permesso. Una copia della patente, il certificato di abilitazione professionale, l'autorizzazione comunale a esercitare la professione, una copia del libretto di circolazione e una del bollino blu, ad indicare che la macchina non inquina. Altri documenti invece devono essere all'interno del mezzo, come il libro dei corrispettivi e il blocco delle fatture. Le stesse regole valgono anche per i pullman
turistici. Ma non è ancora finita qui: «Alemanno – conclude Piero Scenna – ha deciso che dobbiamo anche scaricare un modulo dal sito internet del Comune e riempirlo con i nostri dati personali, con tanto di posizione Inail e Inps, d'indicazione della rimessa di partenza e del percorso da coprire. Lo stesso modulo poi deve essere inviato a un numero di fax, prima della par-
tenza per Roma e del passaggio nelle zone ztl. Il problema è che noi non sappiamo in mano a chi finiscono i nostri dati, sul modulo non c'è nessuna intestazione ma soltanto un numero di fax, e poi così se ci capita un cliente da prendere al volo diventa tutto più complicato perché prima dobbiamo inviare il fax e non sempre troviamo un'attività aperta da dove spedirlo».
scafi e quello di piazza Lavinia. Inoltre chiediamo anche dei permessi scritti per entrare e uscire dalla zona a traffico limitato del porto, mentre quest'estate l'autorizzazione ci è stata concessa soltanto in f o r m a orale, e l'installazione di cordoli in gomma, come quelli che segnalano le corsie preferenziali nelle grandi città, nei parcheggi
Macchine abusive
Un fenomeno dilagante
La piaga dell'abusivismo ha colpito anche il mondo del noleggio con conducente di Anzio. Tre le auto in competizione illegale con gli Ncc regolari: una Fiat Idea, una Volvo Station Wagon e una Passat nera Station Wagon. A segnalare il problema sono gli addetti ai lavori, che hanno inviato una relazione all'amministrazione neroniana e che hanno anche trovato dei biglietti per pubblicizzare il servizio, lasciati nei pressi dell'ospedale di Anzio e Nettuno. A incentivare il fenomeno è anche la cattiva abitudine di alcuni comuni, che pur avendo pochissimi abitanti rilasciano un elevato numero di licenze.
di via Mimma Pollastrini». Dal mondo degli Ncc, comunque, non sono arrivate soltanto delle lamentele ma anche delle proposte per migliorare il servizio. Oltre alla creazione di nuovi parcheggi nei pressi del pronto soccorso dell'ospedale Riuniti, c'è anche l'idea della realizzazione di vere e proprie corsie preferenziali. Gli uomini dell'Ncc, inoltre, inoltre chiedono anche «l'apertura di un tavolo di concertazione sulla viabilità e le nuove normative, la presenza di addetti ai lavori nella commissione trasporti, il blocco di eventuali e ulteriori licenze stagionali e annuali e l'apertura di un'indagine su due taxi di Lido dei Pini e Lavinio, che non si sono trasformati in Ncc e che operano abusivamente sul territorio di Pomezia».
La trasformazione
Le licenze scomparse
In origine erano dieci ed erano taxi. Poi si sono trasformati in Ncc e lo hanno fatto in due differenti tranche da cinque conducenti. In questo passaggio, avvenuto agli inizi degli anni '90, la situazione si è fatta caotica: alcune licenze sono state restituite e altre vendute. Oggi, però, all'appello ne mancano due che sono ferme in garage, visto che gli Ncc operativi sul territorio comunale di Anzio sono soltanto otto. Altri due taxi, che prima operavano a Lavinio e Lido dei Pini invece non si sono trasformati in Ncc e, a quanto pare, oggi lavorano abusivamente in altri comuni limitrofi a quello di Anzio.
15 novembre 2008
I pendolari di Casal Palocco, Infernetto e Axa protestano per la viabilità bloccata
Colombo, soffocati dal traffico
I comitati civici presentano il progetto per la realizzazione delle complanari Il comune di Roma: «Subito autobus per la mobilità interna, poi il sottopasso» di Enzo Bianciardi
C
asal Palocco, Infernetto e Axa scendono in strada per protestare contro il traffico-caos in via Cristoforo Colombo. I pendolari sono costretti a trascorrere almeno due ore in fila sull’arteria per raggiungere uffici e fabbriche a Roma. Si calcola, infatti, che ogni pendolare passi mediamente 15 ore in auto a settimana per percorrere quaranta chilometri al giorno. All’incrocio tra via Colombo e via Pindaro si sono dati appuntamento oltre 800 residenti per chiedere interventi urgenti, sia per la messa in sicurezza dell’arteria e sia per snellire un traffico sempre più caotico. I residenti sono preoccupati: nel XIII Municipio sono previsti nuovi insediamenti, soprattutto a Madonetta, all’Infernetto e all’Axa, che si tradurranno, inevitabilmente, in un nuovo aumento del traffico. “Servono più strade e meno case - ha spiegato Piero Dosio, del Comitato civico “Sostrafficolombo” - La Colombo è un’arteria tracciata sessant’anni fa, quando le esigenze erano di-
verse. Ora servono interventi strutturali per adeguarla alle nuove realtà. Abbiamo redatto la bozza di un progetto per il prolungamento delle corsie laterali, da Acilia sino a via di Mezzocamino, l’interramento ove possibile della Colombo nel tratto compreso tra via Pindaro e Malafede, lasciando al traffico interno le strade attuali”.
Sul tappeto ci sono già due progetti operativi: il sottopasso di via di Acilia, che deve essere realizzato dai privati per le opere di urbanizzazione, il sottopasso di via di Malafede, finanziato dal Comune di Roma con circa 12 milioni di euro. L’assessore capitolino alla Mobilità Sergio Marchi, presente alla manifestazione, ha annunciato una serie di
interventi: “Il primo punto sarà quello del potenziamento delle linee Atac e l’istituzione di un tavolo permanente per la progettualità della mobilità urbana. In secondo luogo dobbiamo individuare le risorse disponibili per il prolungamento delle complanari a via Colombo”. “Il terzo punto - ha aggiunto Marchi - sarà il potenziamento della Roma-Lido. Si
Cronaca
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chiave Puntichiave Punti
Via Cristoforo Colombo è stata inaugurata nel 1952 Oggi ci vogliono 2 ore in auto da Ostia all’Eur I pendolari 15 ore a settimana in coda
tratta però di un piano a lungo termine. C’è da risolvere, ad esempio, con la Regione Lazio la questione della proprietà della linea ferroviaria. Oggi il Comune è responsabile dei treni utilizzati sulla tratta ferroviaria e la Regione detiene la proprietà della linea”. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere provinciale Piero Cucunato: “Ho già sollecitato con un programma d’interventi gli organi competenti per accelerare i lavori sulla Colombo. Inoltre ho chiesto l’istituzione di un fondo permanente per la manutenzione dell’arteria, così come per la via del Mare e la Pontina”. “Avvieremo una cabina di regia per risolvere le criticità legate alla Colombo e che interessano, in modo particolare, l’incrocio tra via Pindaro e via Wolf Ferrari - ha annunciato Davide Bordoni, assessore comunale alle Attività produttive e a al Litorale – E’ già allo studio il progetto per le complanari e verrà finanziato il sottopasso tra Axa e Infernetto. Senza dimenticare gli altri sottopasso all’altezza di Acilia, di Malafede e di via Canale della Lingua”.
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Cronaca
15 novembre 2008
A Ostia i Verdi si oppongono all’opera di prolungamento di via Acque Rosse
«Cemento nella Riserva? No grazie»
Il portavoce Gianluca Cavino spiega: «E’ un’idea dannosa e inutile». Quindi la controproposta: «Si potrebbe portare a termine solo il primo troncone della strada fino al parcheggio per la scuola» di Marco Ciapetti
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(marco.ciapetti@reporternews.eu)
na strada da creare, prolungando via delle Acque Rosse fino a congiungerla con via delle Azzorre. Perché? Per alleggerire il traffico nel quadrante del nuovo commercio di Ostia, secondo il comune di Roma. Secondo i Verdi del XIII municipio, invece, si tratta di un'opera inutile, dannosa all'ecosistema della natura lidense. «In base alla legge sulla trasparenza - ha dichiarato Gianluca Cavino, portavoce dei Verdi nel XIII municipio siamo venuti in possesso di lettere che testimoniano l'intenzione, da parte del Comune di voler portare a termine un'opera che da subito abbiamo definito dannosa e inutile». Dopo ogni bocciatura, come di consuetudine, ecco una controproposta. «Non capisco - ha aggiunto
Cavino - il motivo per cui il comune di Roma non ha voluto recepire la nostra richiesta sostenuta da oltre mille firme, che chiedeva di portare a termine il primo troncone della strada fino al parcheggio che servirà alla scuola Acque Rosse rinunciando al secondo troncone che servirebbe solamente a doppiare via delle Azzorre e a far morire una grossa porzione di pineta in area protetta». Si, perché il tratto di verde interessato non è una porzione di natura qualunque, bensì si tratta di area compresa nella riserva Statale del litorale Romano. Etichetta che per molte opere di viabilità ha rappresentato da sempre un niet automatico (vedi via Mar Rosso...), dunque la decisione del Campidoglio appare ancor più strana alla luce dei fatti. I verdi, però, non sono stati con le mani in mano. Dopo aver richiesto alla Regione Lazio un parere a riguardo si sono sentiti ri-
Interventi sul Ponte 2 Giugno Messa in sicurezza
Via ai lavori di manutenzione del ponte 2 Giugno, a Fiumicino. Fino al 25 novembre saranno sospese le manovre di sollevamento per consentire alla Fiumicino Servizi SpA di effettuare i lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza del viadotto.
Rivoluzione nella viabilità Lavori pubblici
Una circonvallazione per decongestionare il traffico tra Fiumicino e Isola Sacra, tra via Coni Zugna e via della Scafa, parallela a via del Faro. La nuova strada sarà larga 7 metri con marciapiedi su ambo i lati di 2 metri.
Degrado alla Pineta di Procoio La segnalazione
Elettrodomestici e rottami meccanici all’interno della pineta di Procoio. Un’interrogazione è stata presentata dal consigliere Alessandro Onorato (Pd), al sindaco Alemanno. «E’ una vergogna – spiega – serve un intervento urgente».
spondere che l'opera avrebbe potuto vedere luce solamente in seguito a una valutazione di impatto ambientale. Che riportiamo qui di seguito, redatta in data 21 gennaio 2008: «... da tali riscontri si rileva come qualora si fosse voluto allargare la sezione stradale si sarebbe potuto fare senza provocare un'interruzione della normale continuità
di un ecotipo. Al contrario l'interruzione della continuità della pineta e il depauperamento sia vegetazionale che degli habitat della microfauna possono derivare effetti negativi». In sostanza: creare una strada nella pineta danneggerebbe l'ambiente, allargare via delle Azzorre no. E non solo. «Si determinerebbe un'ulteriore estensione del
piano stradale sconnesso, pericoloso e inadatto alla fluidità del traffico». E al coro di proteste si è unito Sandro Lorenzatti, dell'esecutivo regionale dei Verdi del Lazio: «Pensare di realizzare una strada in pieno centro urbano, a poche decine di metri da altre strade, in una pineta in area protetta, è una follia, oltre che un non senso».
Martial Arts, il più grande evento benefico di arti marziali sbarca a Fiumicino
Martial Arts in tour. Il più grande evento sportivo italiano di arti marziali a scopo benefico diventa un appuntamento itinerante. La manifestazione ideata ed organizzata dall’associazione Nereide presieduta da Federico Coccorese, dopo il successo dell’edizione 2008 a Nettuno, parte per un “viaggio” all’insegna della solidarietà nei confronti dei meno fortunati. L’idea è quella di realizzare una casa famiglia per ragazzi disabili sul litorale romano. Il primo appuntamento del tour, che toccherà varie città in tutta Itala, è al palazzetto dello sport di Fiumicino, il prossimo 30 novembre, grazie alla collaborazione dell’associazione locale “Il Faro all’orizzonte”, di Stefano Conforzi. Ospiti di prestigio, Marcello Pezzolla, allenatore della nazionale olimpica di taekwondo, e Simone Lettere, olimpionico di lotta greco-romana. L’incasso della serata verrà così diviso: il 70% all’associazione “Il Faro all’orizzonte”, che lo devolverà in beneficenza
a progetti locali, ed il 30% all’associazione Nereide, che li impegnerà a appunto per la realizzazione di una casa famiglia.
Cronaca
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Nelle aree verdi, prima prese d’assalto dai bambini, oggi soltanto cartacce bottiglie di birra e scarsa sicurezza
In stato di abbandono i giardini Pallotta e quelli in piazza Ener Bettica. Dimenticato del tutto il Lido di Ponente
Anzio e Nettuno vanno a lezione di ambiente
di Marco Ciapetti
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(marco.ciapetti@reporternews.eu)
econda puntata di Reporter sui parchi del XIII municipio, o meglio, tra quello che ne rimane. Si, perché uno sconfortante paesaggio di desolazione ha preso il posto di quello che una volta era il verde pubblico del mare di Roma. Non si tratta dell'ingiallire delle foglie autunnali, né dei fiorellini estivi che lasciano il posto al gelido inverno. No. Si tratta di degrado, desolazione abbandono, incuria. Inciviltà. Come nel caso del parco di piazza Ener Bettica, a due passi da via Costanzo Casana. Basta guardare a terra per capire cosa non va: cartacce, giornali vecchi (anche di due settimane!), bottiglie di birra (alla faccia dell'ordinanza antivetro,,,) e tutto quello che servirebbe per evitare un corretto utilizzo del parco giochi. Dove almeno tre generazioni di bambini hanno improvvisato veri e propri tornei di calcio, cosa che ora risulterebbe alquanto difficile. Il commento di una mamma a passeggio con il suo piccolo di
sette anni la dice lunga sul punto di vista dei cittadini: «Vivo qui da quando sono nata, anche ora che ho un figlio. Posso affermare che da bambina sono letteralmente cresciuta in questo parco, e scene come queste non ne ho mai viste. Mio figlio è iscritto a una scuola calcio, non voglio che si rotoli nell'immondizia». Un esempio ancora più palese, è quello offerto dal parco Pallotta. Nato in un’area di Ostia Ponente com-
pletamente abbandonata e che da tempo era diventata una vera e propria discarica a cielo aperto, ha visto la luce grazie all’amministrazione Veltroni, che con un investimento di oltre un milione di euro, nel maggio del 2006, ha consegnato a quel quadrante di Ostia un polmone verde di circa 25.000mq. A distanza di soli due anni, però, l'area è totalmente abbandonata a se stessa e agli atti di alcuni vandali e di alcuni ladri,
come il caso delle sedici centraline per l’irrigazione smontate e portate via nel mese di settembre, che quotidianamente lo danneggiano e lo vandalizzano. Lo spettacolo che si offre a chi passa per quella che dovrebbe essere un’area verde attrezzata è assolutamente indecoroso: si va dai cestini dell’immondizia che straboccano alle vasche colme di ogni tipo di rifiuti, dalle scritte con vernice spray sui monumenti all’abbandono e alla totale incuria del verde e della vegetazione. Ma oltre al pessimo spettacolo che si offre ai cittadini c’è anche un problema di incolumità e di sicurezza per chi frequenta il parco. Infatti numerosi residenti hanno già denunciato la presenza e la relativa pericolosità di diversi tombini rialzati rispetto al livello della strada e di almeno altri due di collegamento alla corrente elettrica parzialmente scoperti e non sigillati.
L'Ecomondo di Rimini è la fiera internazionale leader per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile. Anzio e Nettuno non potevano certo disertare un appuntamento del genere. E così alla volta della città romagnola sono partiti Flavio Biondi, assessore all'ambiente nettunese, e Giovanni Garito, portavoce dei Verdi di Anzio e Nettuno. I due hanno curiosato tra gli oltre 1000 stand sparsi sui 75mila metri quadri della fiera, e hanno preso confidenza con le nuove opportunità tecnologiche, i sistemi, le attrezzature e i servizi per risolvere gli scottanti problemi ambientali. «E' stato importante partecipare – spiega Biondi – per conoscere progetti, prodotti e soluzioni già impiegate in altre parti d'Italia, che potrebbero tornarci utili». Biondi e Garito si sono soffermati in maniera particolare nei settori dedicati al ciclo dei rifiuti, alla riduzione degli imballaggi alle varie differenziazioni del rifiuto, soprattutto per quanto riguarda l'umido, ai prodotti di riciclo, agli acquisti verdi, e negli stand dedicati alle energie rinnovabili. «Da questa fiera – conclude Giovanni Garito dei Verdi – l'amministrazione di Nettuno ha potuto capire come tutto quello che chiediamo da diversi anni sia possibile e anche economicamente vantaggioso».
La zappa, l'aratro e il rastrello
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Cronaca
Dal comune di Nettuno “orti sociali” per la terza età
di Roberta Sciamanna (roberta.sciamanna@reporternews.eu)
Mantenersi in forma facendo economia familiare. E’ questo l’obiettivo dell’iniziativa promossa dal comune di Nettuno, in collaborazione con l’Università Agraria, rivolta a cittadini residenti nel Comune e di età superiore ai 56 anni. L’amministrazione promuove infatti la nascita di “orti sociali”, appezzamenti di terreno coltivabili nel territorio comunale o nelle zone confinanti, fino ad un raggio di dieci chilometri. L’orto sarà concesso in comodato d’uso e gratuitamente, a tutti quei cittadini che abbiano sufficienti capacità fisiche e che non siano proprietari, comproprietari, o affittuari di terreni coltivabili. Un’iniz i a t i v a sociale interessante, lanciata per incentivare attività di svago, di esercizio fisico, e perché no, di economia familiare. Chiunque fosse interessato può presentare entro il 31 dicembre domanda di adesione su apposito modulo di-
sponibile presso l’ufficio Urp del comune, a via Matteotti 38. Per informazioni ufficio.servizisociali@comune.nettuno.roma.it, o 0698889242 – 06988893330698889337.
Un quartiere in tilt
Anzio Due: antenna fa impazzire i telefonini
C
ancelli elettrici che non si aprono, telecomandi in tilt, schermi dei cellulari che diventano completamente bianchi, computer che impazziscono. Succedono cose strane ad Anzio Due. E succedono da tre anni a questa parte. «I primi problemi – spiega una residente – sono cominciati quando è stato installato un ripetitore per cellulari in una zona vicino molto vicina al nostro quartiere. Lì per lì nessuno di noi ci ha fatto caso, ma poi ci siamo ritrovati a lamentare gli stessi pro-
blemi di salute: sbalzi di pressione, stati d'ansia dovuti a un precario equilibrio del nostro corpo, perché le onde magnetiche influiscono sul sistema nervoso, e tachicardia. Personalmente ho venti referti di urgenze al pronto soccorso del Riuniti, e non sono l'unica a stare male. Secondo i medici si tratta di attacchi di panico, ma non è possibile che la maggior parte di chi vive in questo quartiere soffra di attacchi di panico. Io appena mi allontano da casa di qualche chilometro mi sento immediata-
mente bene». Di sicuro la situazione è strana, anche perché in alcuni momenti cancelli, computer, telecomandi e telefonini funzionano alla perfezione e gli abitanti di Anzio Due non lamentano più nessun disturbo. «Secondo noi la causa di tutto è l'antenna che è stata installata circa tre anni fa. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare una raccolta di firme, in maniera tale da sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di questo problema».
15 novembre 2008
15 novembre 2008
Il XIII Municipio vara il piano di interventi per evitare nuovi allagamenti
Acilia mai più sott’acqua
Dieci milioni di euro per la nuova rete di raccolta di Enzo Bianciardi
L’
alluvione del 17 ottobre ha lasciato dietro di sé una scia di fango e proteste. A Madonnetta e Ostia Antica i residenti hanno fatto una prima stima dei danni, minacciando un’azione legale nei confronti del Comune di Roma per ottenere il rimborso, mentre la sicurezza idraulica, compromessa da piogge sempre più abbondanti e violente in grado di riversare in un’ora oltre 110 millilitri di pioggia per centimetro quadrato, è diventata la prima emergenza del litorale. Il punto di partenza nella prevenzione di nuovi possibili allagamenti nell’hinterland del XIII Municipio è la realizzazione di una rete fognante adeguata alle mutate esigenze del territorio. “A Casalbernocchi e nelle aree adiacenti - spiega il minisindaco Giacomo Vizzani -abbiamo individuato le aree più critiche dove bisognerà intervenire con urgenza. Si tratta di una situazione che è il risultato negativo delle scelte urbanistiche effettuate dalle precedenti amministrazioni. Si tratta di errori di programmazione che hanno riguardato il rilascio di concessioni edilizie senza tener conto della necessità di provvedere alla realizzazione delle infrastrutture e le conseguenza sono sotto gli occhi di tutti. Bastano due gocce d’acqua e il Lido di Roma si trasforma in una città lagunare”. Il primo atto, dunque, per la progettazione e la realizzazione di una rete fognante adeguata allo sviluppo urbanistico del Municipio è stato la pubblicazione di un bando internazionale da dieci milioni di euro, in-
detto dal XII Dipartimento del Comune di Roma per la nuova fognatura che dovrà servire i quartieri di Casalbernocchi, Bagnoletto, Dragoncello, Saline, Madonetta e Stagni di Ostia, le aree più soggette agli allagamenti. “E’ una priorità del territorio - ricorda l’assessore municipale ai Lavori pubblici Amerigo Olive - L’attuale rete fognante è insufficiente a convogliare ai depuratori gli scarichi e le acque meteoriche di Acilia. A soffrire sono soprattutto i quartieri che si trovano sotto il livello del mare. L’alluvione dello scorso ottobre ha fatto suonare il campanello d’allarme in tutta la zona. Inevitabilmente si tratta di interventi radicali per i quali occorreranno tempi lunghi. Dal canto nostro stiamo cercando di reperire fondi straordinari per la pulizia dei pozzetti assorbenti, mentre per l’area di Ostia Antica abbiamo dato in appalto una prima tranche degli inter-
venti previsti per la ricalibratura dei canali di bonifica (circa 800 mila euro), opera per la quale ci sono fondi regionali a disposizione”. L’altra emergenza, in fatto di allagamenti, è la pulizia ordinaria dei pozzetti assorbenti lungo le strade. Nel XIII Municipio sono circa 20mila e per il 2008 la cifra disponibile, compresi canali e caditoie, per la manutenzione ordinaria è di 350 mila euro. Una spesa sufficiente a garan-
tire la pulizia di soli 2mila pozzetti. La manutenzione ordinaria, infatti, è una delle voci in cui nei bilanci, i tagli del Campidoglio sono stati più significativi: nel 1998 l’Ufficio tecnico del Municipio aveva a disposizione un miliardo 800 milioni di lire, ossia, oltre 900mila euro, fondi oggi ridotti ad un terzo.“Abbiamo indicato una serie di priorità al sindaco di Roma Gianni Alemanno - afferma Olive - Abbiamo chiesto più risorse anche in considerazione delle necessità obiettive che investono Acilia”. In questi giorni, intanto, si sono svolti una serie di incontri nella sala operativa della Protezione civile per mettere a punto un piano operativo per prevenire ulteriori allagamenti in vista della stagione invernale. Tra i punti critici è stata indicata la via del Mare e il sottopasso di Acilia. L’Ama ha garantito un intervento straordinario di pulizia che riguarderà anche le vie di fuga del sottopasso.
Cronaca
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Autorizzata dalla Asl
All’Infernetto arriva la terza farmacia Terza Farmacia in arrivo all’Infernetto. Il Coordinamento dei Comitati di quartiere dell’Infernetto ha comunicato nei giorni scorsi che la Regione Lazio ha inserito la costituenda terza farmacia nella Pianta Organica delle farmacie autorizzate e operanti nel Lazio, dopo che la Asl Roma D ha fornito alla Regione la documentazione necessaria che conferma l’assenso. Prossimamente la Regione Lazio delibererà la graduatoria delle candidature e assegnerà l’incarico per l’apertura della farmacia che dovrà essere dislocata nell’area compresa tra viale di Castelporziano, via del Canale della Lingua, via Nicolini, e via Salorno. Inoltre, la Asl Roma D ha confermato che i turni del personale medico e i conseguenti orari di apertura delle farmacie in via Torcegno e via Wolf Ferrari, specie nei weekend, introdotti nell’agosto 2006, sono entrati in vigore a titolo definitivo. Nei prossimi giorni, in aggiunta, la farmacia di via Wolf Ferrari dovrebbe operare in orario continuato, senza la pausa di metà giornata, aumentando il livello di servizio disponibile ai cittadini. Il Coordinamento dei Comitati di quartiere ha fatto rilevare che la mobilitazione dei cittadini, avviata tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006 in merito alla situazione delle farmacie, ha trovato una soddisfacente soluzione. (E.B.)
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L’Inchiesta
15 novembre 2008
Focus
Tante le cause di povertà riscontrate nel rapporto stilato prima dalla Caritas e poi dall’Istat. Tra le famiglie più a rischio quelle con anziani, con due o più figli, o con disabili
Anziani in difficoltà
Sempre più poveri
I figli, croce e delizia
Disabili in difficoltà
Famiglie in crisi I soldi sono finiti
Le cifre sono state rese note nei giorni scorsi dall’Istituto nazionale di statistica
A rischio quasi sette milioni e mezzo di italiani. Altrettanti quelli appena sopra la soglia di povertà, mentre si cercano soluzioni. Al Sud i problemi maggiori
ltro che crisi economica e preoccupazione per i piccoli risparmiatori costretti a fare i salti mortali per arrivare a fine mese. La realtà è ancora peggiore di quello che è emerso negli ultimi mesi: l’Italia è sempre più povera.
panti: nel 2007 infatti, sono 7 milioni 542 mila i poveri in Italia (12,8% dell'intera popolazione), mentre raggiungono quota 2 milioni 653 mila le famiglie povere (11,1% di quelle residenti sul territorio). Il calcolo è stato fatto sulla soglia convenzionale di spesa per consumi effettuata dalle famiglie italiane, soglia a di sotto della quale una famiglia viene de-
A rendere noti gli ultimi dati sulla ricchezza delle famiglie italiane, è l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, che ha calcolato, poche settimane dopo la Caritas l’incidenza della povertà sugli italiani. E le cifre emerse sono preoccu-
finita povera in termini relativi. «La soglia di povertà per una famiglia di due componenti spiega l'Istituto di statistica - è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2007 è risultata pari a 986,35
euro. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a
mento medio é stato del 12 per cento», avverte l’organizzazione parigina, e questa tendenza è proseguita durante i primi anni novanta. In questo modo, da livelli di disuguaglianza in linea con la media, ora l’Italia si ritrova a valori che invece sono più da «Europa del
Sud», dice ancora l’Ocse. Il rapporto riconosce che sono state adottate delle contromisure: «L`Italia ha in parte colmato il crescente gap tra ricchi e poveri aumentando la tassazione sulle famiglie e spendendo di più in prestazioni sociali per le persone povere».
di Cosimo Bove
A
(cosimo.bove@reporternews.eu)
Il rapporto dell’Ocse parla chiaro: Italia al sesto posto nel mondo per disuguaglianza sociale
Aumenta il gap tra ricchi e poveri. L’Italia, secondo un recente rapporto stilato dall’Ocse, è risultata sesta su 30 tra i campioni di disuguaglianza, superata soltanto Messico, Turchia, Portogallo, Usa, e Polonia. «Si tratta del più elevato aumento nei paesi Ocse, dove l’au-
tale valore vengono quindi classificate come relativamente povere». Certo è che i dati diffusi
dall’Istat, così come quelli resi noti pochi giorni fa dalla Caritas, evidenziano le difficoltà econo-
L’Inchiesta
15 novembre 2008
7,5 milioni Le persone in Italia costrette a vivere al di sotto della soglia di povertà
986,35 € La spesa media mensile per persona calcolata dall’Istat
miche del paese, con quasi 15 milioni di persone che vivono al di sotto, o poco al di sopra, della soglia di povertà stabilita con parametri obiettivi. Povero è, ancora oggi, secondo l’Istat il 13% della popolazione italiana, costretto a sopravvivere con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con meno di 500-600 euro al mese. Accanto ai poveri, poi, ci sono i “quasi poveri”, ossia persone al di sopra della soglia di po-
11%
Le famiglie considerate a rischio povertà sul territorio nazionale
48,9%
Quasi la metà delle famiglie povere è concentrata nel Mezzogiorno
Inoltre, il nostro Paese è al di sotto della spesa media per la protezione sociale: è il costo della previdenza che ha l'effetto di destinare ben pochi fondi ad altri comparti del Welfare. Nel 2007 sono state erogate prestazioni a fini sociali per 366.878 milioni di euro, di cui il 66,3% per pensioni, con un aumento del 5,2% rispetto all'anno precedente. La spesa per la previdenza incide sul Pil per il 15,6%, quella
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30mila
Le famiglie che in un anno sono state trascinate sotto la soglia di povertà
scendo anche a fare peggio del passato, e passando dal 7% del 2006 al 7,9% del 2007. Percentuali comunque lontane anni luce dal 27,6% della Sicilia o dal 26,3% della Basilicata, ma allarmanti se si considera che la media di povertà delle regioni del Centro Italia è ferma al 6,4%. Quello della povertà comunque, rimane fenomeno che continua a essere più diffuso nel Mezzogiorno, dove l'incidenza di po-
Adusbef e Federconsumatori confermano i dati. La ricetta: «Subito bonus fiscali e aiuti concreti»
vertà per una somma esigua, che va dai 10 ai 50 euro al mese. E che di certo non possono considerarsi fuori pericolo. Ma non è tutto. Il rapporto Istat infatti evidenzia che in Italia le misure anti povertà sono tra le meno efficaci se rapportate agli interventi messi in atto da Paesi come la Svezia, la Danimarca, l'Olanda, la Germania, l'Irlanda, dove la spesa sociale è in grado di ridurre del 50% il rischio povertà. In Italia questo impatto è valutato appena al 4%. Un primato in negativo che viene battuto solo dalla Grecia.
per la sanità per il 6,2%, per l'assistenza sociale si scende all'1,9%. Vero è che l’analisi portata a termine dall’Istat ha evidenziato una certa stabilità nel livello di povertà negli ultimi cinque anni, ma i dati in periodi di recessione economica come quello che stiamo vivendo in questo momento non possono non fare paura. Segnali di miglioramento si osservano, infatti, solo per le famiglie toscane, tra le quali l’incidenza di povertà da 6,8% è scesa al 4%, mentre il Lazio ha confermato il suo trend negativo riu-
vertà relativa è quattro volte superiore a quella osservata nel resto del Paese, e tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni. E' inoltre più diffuso tra le famiglie con componenti anziani - nonostante il miglioramento osservato negli ultimi anni - soprattutto se si tratta di più anziani conviventi tra loro o con altre generazioni. Ad incidere infine, sono i bassi livelli di istruzione, bassi profili professionali e l'esclusione dal mercato del lavoro.
Troppi poveri in Italia, e con troppe, profonde, disuguaglianze. Ad ammetterlo prima la Caritas, poi l’Istat, ed infine le associazioni a tutela dei consumatori, che sono intervenute sull’argomento chiedendo interventi urgenti per porre fine alla crisi delle famiglie. «Anche i dati diffusi dall'Istat - spiegano Adusbef e Federconsumatori - seppur sottostimati rispetto a quelli della Caritas, confermano un grave disagio sociale di milioni di famiglie. Il rapporto della Caritas – continuano le due associazioni di consumatori - meno edulcorato quindi più realistico, denunciava che il 13% degli italiani vive con meno di 500-600 euro al mese ed è considerato sotto la soglia della povertà, ma sono a rischio, in totale, circa 15 milioni di persone». Tanto che il rischio concreto sembra essere quello di arrivare ad una sperequazione sociale, tale da ricordare alcuni paesi dell’America Latina, dove il quinto delle famiglie con il reddito più alto, percepisce il 40,8% del reddito totale. Una situazione di emergenza tale da richiedere interventi tempestivi per evitare un aumento costante della soglia di povertà. La ricetta delle due associazioni di consumatori è chiara: «Provvidenze urgenti a favore delle famiglie più povere
e sotto i 25.000 euro, come il bonus fiscale di 1.500 euro. Detassazione delle tredicesime, provvedimenti per bloccare i pignoramenti e le procedure immobiliari, aiuti tangibili a favore di 3,2 milioni di famiglie indebitate a tasso variabile per precise responsabilità delle banche». Destinatario delle richieste il Governo. «Meno aiutini alle banche e maggiori impegni per le famiglie e le piccole e medie imprese», concludono le due associazioni. Sulla stessa lunghezza d’onda il rapporto stilato dalla Caritas in collaborazione con la Fondazione Zancan, che ricorda a malincuore la posizione dell’Italia rispetto agli altri Paesi Ue. «Insieme alla Grecia e all’Ungheria - si legge - siamo in Europa l’unico Paese non dotato di misure basilari di intervento contro la povertà. Paesi come l’Inghilterra destinano alla lotta all’esclusione sociale l’1,7 per cento del Pil, contro lo 0,1% italiano. Mentre in Europa la media è dello 0,9%». Tra le proposte contenute nel Rapporto: l’adozione di una misura universale di sostegno al reddito, maggiori investimenti in servizi pubblici essenziali nel Mezzogiorno, tutela ad anziani e portatori di handicap, che costituiscono una «emergenza» per molte famiglie italiane.
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Cronaca
Debuttano i primi cinque impianti balneari con pannelli solari
A Ostia gli eco-stabilimenti
La Playa, La Capannina, La Bonaccia, Lega Navale e Sporting Beach producono energia fotovoltaica per alimentare le strutture di Cinzia Pagliaroli
A
Ostia i primi stabilimenti balneari con pannelli solari. I cinque impianti permettono di produrre energia pulita in autonomia ad altrettanti stabilimenti balneari: Sporting Beach (46 Kwp = Kilowatt picco), La Bonaccia (19,8 Kwp), La Capannina a’ mare (48 Kwp), La Playa (48,9 Kwp) e la Lega Navale (40 Kwp). La produzione è indicata da un cartellone direttamente collegato all’impianto che mostra la potenza istantanea generata in Kw, l’energia prodotta in Kwh e principalmente la quantità di anidride carbonica non emessa in atmosfera grazie all’im-
pianto stesso. L’iniziativa è partita nel 2007 e fa parte del progetto “Il Fotovoltaico sul mare”, frutto dell’accordo tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio e l’Assobalneari Litorale Romano. “Noi abbiamo colto questa opportunità - spiega Angelo Radano, gestore dello stabilimento La Playa L’iniziativa ci venne proposta attraverso un contributo del 20 per cento cumulabile con gli incentivi previsti dal Conto Energia del 2007. Il rispetto per l’ambiente è la nuova regola per gli impianti turistici, tagliando gli sprechi e offrendo qualità. Per questo motivo vorremmo che diventino tutti, al più presto, dei veri e propri ecostabilimenti, attraverso l’adozione
di pratiche sempre più sostenibili, a beneficio degli utenti e più in generale della collettività”. In merito a ciò è doveroso ricordare che proprio La Playa iniziò, ben tredici anni fa, a muovere i primi passi verso le energie alternative, con l’installazione di una eliopompa per la produzione di acqua calda. Da sette anni, poi, ha definitivamente abbandonato il sistema di alimentazione a gasolio. A oggi è il primo stabilimento balneare, in Europa, riuscito ad ottenere la certificazione Emas (verifiche annue su fonti di energia, acque di scarico, gestione rifiuti e servizi offerti alla clientela ndr), la più rigorosa per gli standard ambientali. L’unica cosa che è mancata fino ad
oggi è stato il coraggio, di investire in questi campi, ma l’obiettivo della Regione Lazio è ora di estendere e incrementare questo progetto di autosufficienza energetica a tutto il sistema balneare del Lazio. “Abbiamo la fortuna e la ricchezza di essere il paese del sole - aggiunge Pasquale Lubrano da La Capannina a’ mare - La natura ci offre le condizioni favorevoli per poter sviluppare al meglio il fotovoltaico, per questo ci auguriamo che un’iniziativa così importante venga accolta anche dagli altri gestori del litorale laziale”. Più che diritto, l’Ambiente diventa un dovere dell’uomo, al quale corrisponde quello della natura ad essere considerata e protetta. Le emissioni d’anidride carbonica sono il principale nemico da combattere e ricordiamo che lo 80 per cento di queste provengono dalla combustione del petrolio, del metano e del carbone. Bisogna, comunque, liberalizzare il settore creando concorrenza, e far abbassare di molto il prezzo della materia prima, anche per arginare il fenomeno dei furti “verdi” che sta nascendo sul litorale romano: a La Bonaccia i “soliti ignoti” hanno rubato novanta nuovissimi pannelli solari appena installati.
15 novembre 2008
Mattoni elettrici
Il silicio applicato ai materiali per l’edilizia genera corrente. Il progetto hi-tech di Enel e Sharp
Il fotovoltaico in Italia è troppo poco sviluppato anche se si stanno studiando sempre più nuove tecnologie da applicare all’edilizia. Alcuni esempi: mattoni fotovoltaici, tegole, piastrelle, pianelle e anche un gel al silicio, in grado di trasformare il doppio vetro in veri e propri pannelli fotovoltaici. Nel nostro Paese manca l’uranio e la produzione di petrolio è limitata, abbiamo, in compenso, tantissimo silicio. Non potendo trascurare questo importantissimo particolare, per non lasciarsi sfuggire un’occasione di sviluppo e occupazione, Enel e Sharp faranno nascere, tra fine 2009 e inizio 2010, la prima fabbrica in Italia (ma forse sarà più di una) di pannelli solari dell’ultima generazione, quelli a film sottile di silicio, capaci di assumere forme complesse adattandosi anche alle costruzioni esistenti. All’inizio i moduli verranno assemblti in Giappone. (C.P.)
Cronaca
15 novembre 2008
Nuova sala operativa ad alta tecnologia per la Polaria e Adr Security
Il Grande Fratello in aeroporto
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Cinquecento “occhi elettronici” per tutelare 34 milioni di turisti l’anno
l Grande Fratello a guardia dell’aeroporto di Fiumicino. Poliziotti “armati” di mouse, computer e megaschermi al plasma osservano sale d’imbarco, check-in, parcheggi, piste e jet. Loro vedono tutto, attraverso 500 telecamere dislocate nello scalo. Ma nessuno può vedere loro. Il pool di agenti ad alta tecnologia della Polaria lavora nella nuova centrale di sicurezza del Leonardo da Vinci, inaugurata ieri. Tre stanzoni celesti incastonati in cima al molo B, due riservati alla polizia e uno alle guardie giurate di Adr Security, la società che effettua i controlli su passeggeri e bagagli in collaborazione con le forze dell’ordine. Il Grande Fratello di Fiumicino lavora 24 ore su 24 e su 24 schermi giganti scruta l’aeroporto. Può “pedinare” un passeggero sospetto dal check-in all’imbarco, può scovare valigie e borse abbandonate che potrebbero contenere bombe abbandonate da sospetti terroristi. Trenta linee telefoniche, collegamenti radio e software dell’ultima generazione permettono di far intervenire, in caso di necessità, le pattuglie presenti in aeroporto. I computer ovviamente lavorano con codici criptati e non c’è possibilità per i pirati informatici di entrare nel sistema che deve garantire la sicurezza ai 36 milioni di passeggeri che ogni anno transitano nello scalo romano e ai 30mila addetti che vi lavorano. Duecentosei decodificatori di segnali proteggono i computer dalle intrusioni. E, in caso di black out, niente paura: gli occhi elettronici resteranno accesi grazie a due generatori di corrente autonomi. “Questa centrale integrata è la realizzazione pratica della “sicurezza partecipata” di cui si va parlando da tempo - ha spiegato il
Prima del volo
Poliziotti al lavoro
capo della polizia Antonio Manganelli, che ha inaugurato la struttura - Un nuovo modo di fare sicurezza che può essere esportata in altre realtà, anche con la collaborazione di Regioni e Comuni”. Per realizzare il Grande Fratello aeroportuale ci sono voluti sei anni e tre milioni di euro di spesa. “Il risultato ottenuto permette ora al Leonardo da Vinci di essere scalo leader in tema di security in Italia e in Europa”, ha sottolineato il presidente di Aeroporti di Roma Fabrizio Palenzona. Per addestrare gli addetti ad utilizzare le dotazioni hi-tech della nuova sala operativa, comprese le 200 videocamere comandate a distanza e le 14 wor-
kstation operative, ci sono volute mille ore. Parete multiscreen composta da otto monitor al plasma da 5 pollici, può essere suddivisa in numerosi sottoschermi, in modo da poter vedere contemporaneamente l’immagine di più telecamere. Oppure tenere sotto controllo nello stesso momento più viaggiatori che collegati ad un eventuale “pedinamento virtuale”. Il Grande Fratello di Fiumicino non “osserva” soltanto come il Big Brother televisivo, ma può anche intervenire per gestire il sistema di allarme delle porte delle aerostazioni, il controllo varchi e il controllo luci e inserire l’impianto antintrusione al T5, il terminal
I numeri della sicurezza
Gli apparati hi-tech
500
Le telecamere impiegate
24
Monitor al plasma da 50”
206
Decodificatori di segnale
1.000
Le ore di addestramento dove fanno scalo le compagnie a rischio terrorismo, le statunitensi Delta Airlines, Northwest, US Airways, American Airlines, United Airlines e l’israeliana El Al.
Telecamere&polemiche
I vigilantes di supporto
La Pro Loco denuncia
Focene ha paura
Ardea
di Giovanni Salsano (giovanni.salsano@reporternews.eu) Venti occhi elettronici a vigilare su strade e luoghi pubblici di Ardea. E ad accendere la polemica. È pronto per passare al vaglio del consiglio comunale rutilo il progetto per l’installazione di un impianto di videosorveglianza in una ventina di luoghi “sensibili” con telecamere collegate al comando della Polizia municipale, per garantire maggiore si-
curezza ai cittadini e prevenire reati nei luoghi pubblici, individuare scarichi irregolari di rifiuti e ingombranti e controllare la viabilità sulle strade maggiormente trafficate. Il costo si aggira sui 60 mila euro: da qui la polemica. «Puntiamo soprattutto a fare opera di prevenzione - spiega il sindaco di Ardea Carlo Eufemi - in modo particolare nei confronti di reati contro l’ambiente, quindi scoraggiando l’azione di quei maleducati che scaricano sul territorio rifiuti ingombranti e
calcinacci. Le videocamere saranno installate nei quartieri in cui c’è maggiore presenza di attività ai limiti della legalità e della decenza e potranno garantire
anche un maggiore rispetto del codice della strada da parte di coloro che utilizzano le nostre strade come se fossero delle piste da Formula 1».
Raccolta firme indirizzate al sindaco di Fiumicino Mario Canapini e al prefetto di Roma Carlo Mosca per chiedere più sicurezza a Focene. Promotrice della sottoscrizione è la Pro Loco del quartiere balneare a seguito dei ripetuti furti nelle abitazioni messi a segni nelle scorse settimane. “Viviamo nel terrore di svegliarci la notte in balia dei malviventi”, scrive il presidente della Pro Loco Massimo Sforna.
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Turismo
15 novembre 2008
Dal 16 febbraio i nuovi voli per Amburgo. Collegamenti rafforzati con la capitale
Fiumicino diventa “hub” italiano della low cost tedesca Air Berlin
A
di Alessandra Zavatta
ir Berlin punta su Fiumicino. La compagnia tedesca farà decollare, a partire dal 20 febbraio prossimo, la rotta RomaAmburgo. In discussione c’è anche la possibilità di aprire collegamenti diretti tra Fiumicino e Norimberga che, dal 16 febbraio, aprirà nuovi voli per l’aeroporto milanese di Malpensa. E intanto posti esauriti sui collegamenti per Berlino in occasione dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario della caduta del muro che ha diviso in due la capitale tedesca fino al 1989. Air Berlin, dopo aver acquisito il controllo di NikiFly (la compagnia fondata dall’ex pilota di Formula 1 Niki Lauda); della Dba Luftfahrtgesellschaft München che opera soprattutto voli interni in Germania, e della svizzera Be-
lair, nel 2007 ha sorpassato Alitalia con 27,9 milioni di passeggeri trasportati. E adesso guarda all’espansione nel mercato italiano.
A Malpensa, oltre al nuovo volo per Norimberga, aumenterà da 2 a 3 le frequenze per Düsseldorf. La città tedesca verrà unita allo
scalo Marco Polo di Venezia dopo il successo registrato sulla tratta Fiumicino- Düsseldorf. “Il nostro traffico in Italia - spiega Marco Fontana, Country Manager di Air Berlin - è cresciuto del 60 per cento soltanto nell’ultimo anno e con i festeggiamenti per la caduta del Muro di Berlino, che dureranno fino a novembre 2009, è destinato ad aumentare ancora”. Nel 2007 Berlino ha ospitato 7,6 milioni di turisti e ha registrato 17,3 milioni di pernottamenti in alberghi e pensioni. A cui vanno aggiunti 132 milioni di turisti giornalieri e 6 milioni di visitatori che hanno pernottato in appartamenti privati. Con 147 milioni di presenze, Berlino è divenuta la terza destinazione turistica dopo Londra e Parigi, sorpassando Roma. Se i tedeschi che sbarcano nella capitale d’Italia sono in crescita, sono comunque di più i ro-
mani che scelgono Berlino per le vacanze. Da gennaio a luglio 2008 si è registrato un aumento del 3,6 percento degli arrivi di visitatori italiani, che hanno raggiunto quota 117.087. Nello stesso periodo, i pernottamenti negli alberghi sono cresciuti del 6,5 per cento, raggiungendo quota 339.447. Gli italiani, dopo gli inglesi, sono i maggiori frequentatori della capitale della Germania. Per questo tra Roma e Berlino sono in crescita i collegamenti aerei. A Fiumicino ci sono i voli di Air Berlin e Alitalia, a Ciampino quelli di EasyJet. Ma Berlino può essere anche la base di partenza per viaggi più lunghi. Air Berlin ha infatti stipulato un accordo di codeshare con la russa S7 raggiungendo Mosca e formando un network ormai internazionale che conta 138 destinazioni dagli Stati Uniti alla Thailandia, dall’Egitto a Cuba.
Turismo
15 novembre 2008
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Boemia Boemia segreta segreta Rinascere con i massaggi
Wellness per bambini
Il tempio della salute
A Karlovy Vary lo scrittore curava gli “acciacchi” dell’età. Ci andava pure Chopin
Tutti pazzi per le terme di Marx
T
di Giovanni Scorpati
utti pazzi per le terme di Karl Marx. A Karlovy Vary, cittadina boema nel cuore dell’Europa, amava curare i mali con l’acqua di sorgente l’autore del Manifesto del Partito comunista. E ora che il comunismo non c’è più è divenuta meta dei turisti di tutta Europa, italiani in particolare. Più di cento sorgenti di acqua calda rendono Karlovy Vary una meta termale particolarmente preziosa, che offre alle migliaia di visitatori soggiorni curativi e rigeneranti in strutture dall’atmosfera elegante e confortevole. A una manciata di chilometri ci sono Mariànske Làzne con le sue quaranta sorgenti, Làzne Kynzvart uniche terme della Repubblica Ceca specializzate esclusivamente nella cura delle patologie dei bambini, Jàchymov e Frantiskovny Làzne dove si trovano bel ventidue fonti attive. Terme e cultura, sin dai tempi più antichi sono sempre andate di pari passo e quelle di Karlovy Vary citano con orgoglio, i soggiorni di poeti, scrittori e musicisti. Nelle sue acque si sono immersi Goethe, Schiller, Chopin, Beethoven, Wagner e Marx, appunto. E prima ancora re e impe-
ratori. Dall’anno della sua fondazione (1350 per opera di Carlo IV) ad oggi questa città ha guadagnato una tradizione d’ospitalità cosmopolita e ai luoghi termali si aggiungono altre mete affascinanti che la circondano. Come Cheb, il cui castello romanico spicca in bellezza e suggestione e Teplà con il suo monastero premonstratense la cui
biblioteca storica contiene 82mila libri. Rilassarsi è d’obbligo dopo aver fatto un bel tour della città e visitato il teatro comunale, la chiesa barocca di Santa Maria Maddalena, quella cattolica di Sant’Andrea e quella ortodossa dei Santissimi Pietro e Paolo e l’imponente colonnato del Pozzo del Mulino. In questi luoghi, immuni da smog, si può sorseggiare, co-
modamente seduti in uno dei tanti bar all’aperto, quello che a oggi rimane il souvenir più gradito (da non dimenticare anche le porcellane, il vetro Moser e le cialde “rose pietrificate”), Tredicesima fonte, quella della Becherovka, il liquore color menta che piace e contemporaneamente cura, divenuta un simbolo dell’intera regione.
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Turismo
15 novembre 2008
Anzio nel mondo
Umberto Succi
Giusy Canzoneri
Roberto Santillo
Luciano Bruschini
La città tirrenica protagonista alla Fiera del Turismo Archeologico
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Nerone sbarca a Paestum
untare sull'archeologia. Questo l'input arrivato dall'assessore al turismo Umberto Succi e recepito sia dagli uffici che dall'intera amministrazione Bruschini. Potenziare il filone culturale e destagionalizzare l'offerta turistica, portando gente ad Anzio anche nei mesi di marzo, aprile, ottobre, novembre e dicembre. Gli obiettivi sono chiari e il punto di partenza è la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, in programma dal 13 al 16 novembre. La città neroniana sarà presente con un proprio stand all'interno del quale sarà pubblicizzato proprio il pacchetto relativo al soggiorno archeologico. «La fiera di Paestum – spiega Umberto Succi – è soltanto il punto di partenza. Abbiamo deciso di puntare sull'aspetto culturale per allargare la stagione e uscire dal classico schema di città balneare. A fare da traino sarà il Museo Civico Archeologico, che per il 2009 ha in cantiere numerose iniziative». Tra queste ci sono il Trekking Archeologico, il Museo in Bicicletta, il Museo in Barca e la mostra il Ninfeo di Ercole, che sarà aperta fino al 31 luglio del prossimo anno. Su tutte, però, c'è la mostra su Nerone, che si svolgerà a luglio del 2009 e che sarà organizzata in collaborazione con un importante museo europeo. L'evento è stato voluto per
celebrare i primi 10 anni di vita del Parco Archeologico, sottratto nel 1999 a una lunga serie di abusi e restituito alla collettività. A Paestum l'amministrazione ha deciso di arrivare preparata e per questo ha commissionato la realizzazione di un video promozionale alla società Marenostrum, di Roberto Santillo. “Anzio città dell'Archeologia” dura otto minuti e presenta le bellezze neroniane. Per funzionare il progetto ha bisogno dell'appoggio delle associazioni degli albergatori, dei commercianti e dei ristoratori: «Per questo motivo – aggiunge ancora Succi – apriremo un tavolo dove confrontarci con gli operatori di set-
tore e da dove tirare fuori delle idee per sfruttare le grandi potenzialità archeologiche di Anzio». E le prime idee stanno già arrivando. L'azienda di promozione turistica Guida Anzio, infatti, ha preparato un pacchetto di quattro giorni e tre notte da offrire sul mercato. L'iniziativa non sarà soltanto legata al territorio comunale neroniano, visto che durante due di questi giorni i turisti avranno l'occasione di visitare Roma; nei restanti due giorni invece potranno scoprire l'archeologia anziate, oltre al Borgo Medievale che al Santuario di Nostra Signora delle Grazie di Nettuno. Infine, Anzio ha completato
il suo tour mondiale passando per Mosca. Il 13 novembre Guida Anzio, infatti, è stata l'unica associazione di promozione turistica – dopo aver chiuso un contratto di esclusiva nazionale con L'Enit di Mosca – a trattare con 50 operatori russi, tra tour operator e agenzie di viaggi. Antonio Marino e soci hanno rilanciato il marchio Riviera di Roma, estendendo così i confini del territorio da visitare. Da aprile a settembre, grazie alla joint venture tra la stessa Guida Anzio e Gioia Bus, azienda neroniana di trasporti, i turisti in arrivo dalla Russia avranno la possibilità di visitare tutte le città del litorale capitolino.
Una guida per tutti i reperti
Anzio nel mondo attraverso la sua archeologia. L'idea è quella di realizzare una guida di tutti i reperti ritrovati nel territorio neroniano, oppure a esso collegati, che sono sparsi nei vari musei del mondo. Il progetto è firmato da Giusy Canzoneri, responsabile del Museo Civico Archeologico di Anzio, e l'iniziativa è già partita. «D'accordo con l'assessore al turismo Umberto Succi abbiamo già cominciato le nostre ricerche. Stiamo indagando in Germania, Francia e Spagna. Al termine della nostra indagine realizzeremo una vera e propria brochure con una mappatura di tutti i reperti archeologici che sono sparsi per il mondo. Sarà uno strumento che potranno utilizzare tutti i turisti neroniani in vacanza all'estero, oppure altri visitatori non del nostro territorio, ma comunque interessati a un determinato periodico storico». Oltre all'indicazione del museo dove si trova il reperto, sulla stessa guida ci sarà anche la sala dove trovare il pezzo che si è scelto di vedere dal vivo, e ancora sarà possibile sapere se questo è esposto oppure si trova negli scantinati del museo. E così anche se magari non saranno mai esposti nella stessa sala i reperti più importanti di Anzio saranno almeno virtualmente uniti da un percorso museale che si snoderà all'interno delle più importanti strutture d'Europa. Fanciulla d'Anzio, Venere anziate, Gladiatore Borghese e Ninfeo d'Ercole, attraverso la nuova guida, quindi, porteranno in giro per il mondo il nome di Anzio.
Turismo
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Gianluca Sposito, l’imprenditore romano che crea itinerari per viaggiatori doc
L’uomo che vende l’American Dream Lungo la Route 66 in Harley Davidson e in Alaska sulla “rotta dell’oro”
C’
di Alessandra Zavatta
è chi sogna l’America del Far West alla John Wayne, tutta da conquistare. C’è chi sogna l’America hi-tech alla Bill Gates, zeppa di computer e futuribili invenzioni. E c’è pure chi sogna l’America ribelle e appassionata alla Rossella O’Hara, dove il profumo della terra del Sud si mescola ai ritmi jazz e blues. Ognuno ha un proprio modo di immaginare il Sogno americano. E lui, Gianluca Sposito, quarant’anni, romano, imprenditore decisamente fuori dal comune, ha deciso di vendere l’American Dream. Ha creato un’impresa decisamente fuori dal comune, la Konrad Travel, che insegna agli italiani a vivere l’America che, come di dice lui, “non è soltanto un continente ma un luogo dello spirito, dell’anima e della mente”. “L’America
non è quella scorre fuori i finestrini di un pullman extralusso - spiega L’America è quelle delle piste del Far West dove si respira polvere, quella delle foreste dell’Oregon dove la pioggia ti bagna il viso, quella dell’asfalto bollente delle strade infinite dell’Arizona, delle spiagge deserte della California frustate dalle onde giganti dell’oceano”. A sognare l’America Gianluca ha iniziato fin da bambino: “A dieci anni, mentre i miei compagni di scuola si scatenavano in interminabili partite di calcio, io studiavo l’inglese e m’immergevo nei libri di John Steinbeck, ripercorrendo con “Furore” la Route 66. Con Erskine Caldwell sognavo di essere sulla “Via del tabacco”. Divoravo libri ma anche film, can-
zoni e tutto ciò che riguardava gli Usa”. “Ma invece di calmarsi, la mia “fame” d’America crebbe sottolinea - A diciotto anni sono andato in California. Non avevo soldi e mi sono iscritto al City College di Los Angeles, l’università pubblica. Mi ero preparato a trascorrere ore sui libri. Ma ho subito scoperto che l’America non è teoria ma pratica. Ho trascorso poco tempo in classe, tantissimo invece nei laboratori”. “Tornato a Roma, ho deciso che l’America sarebbe stata il mio destino - continua Sposito - Ho lavorato in alcune agenzie di viaggio, pensando di realizzare il mio sogno. Per anni ho accompagnato gruppi di turisti negli States ma ero insoddisfatto. Ero in America ma non la vivevo. Ho deciso così di licenziarmi e creare la mia azienda, per far vivere a tutti il sogno americano che mi bruc i av a
dentro”. Una scommessa che Gianluca ha intrapreso nel 1998 insieme ad un gruppo di amici. E sono arrivati subito i primi “sognatori”. Un’ex impiegata sessantasettenne che con il marito voleva festeggiare la pensione con un viaggio lungo la Route 66 a bordo della mitica Harley Davidson. Poi un gruppo di studenti che voleva attraversare l’Alaska sulle slitte trainate dai cani come ai tempi della Febbre dell’oro. E quindi una coppia di surfisti in viaggio di nozze a caccia di “un mercoledì da leoni” sulle spiagge della California. I “sognatori” non dormono in lussuose suite in anonimi grattacieli di New York ma nelle tende Sioux in Dakota. S’inerpicano sulle Montagne Rocciose con lo zaino in spalla, viaggiano in bicicletta lungo i sentieri del Kansas, respirano l’aria pungente del Wisconsin e la salsedine dell’Atlantico nei villaggi del Massachusettes. Sono seicento i romani che ogni anno realizzano il Sogno americano. Che, visto il successo riscosso, è stato allargato all’interno continente, dal Canada alla Terra del Fuoco. Perché l’America non è soltanto a “stelle e strisce” e il Sogno c’è chi lo ha realizzato nella pampa argentina, nelle foreste dell’Amazzonia e nelle fazendas dello Yucatan.
A stelle e strisce
Nel Far West con John Wayne
In moto come gli hippies
Sul set a Hollywood
Come nasce il mito
Il sogno di Horatio
Gli Usa? Si vincono con la Green Card Lottery Strano ma vero
Sono stati 214 gli italiani che nel 2007 hanno potuto realizzare il Sogno americano quello vero. E cioè divenire cittadini statunitensi. Come? Partecipando alla Green Card Lottery, la singolare lotteria gestita dal Servizio immigrazione della Repubblica federale degli Stati Uniti che mette in palio ogni anno, attraverso il sito Internet www.usafis.org, migliaia di permessi di soggiorno permanente. Con la possibilità, appunto, di ottenere la
cittadinanza Usa. La lotteria fa parte del “Diversity Visa Program” per il rilascio del visto permanente. The intention of the program is to make America more diversified, which means a balance of different ethnicities joining into the melting pot of America. L’obiettivo del programma, nato nel 1995, è quello di rendere l’America la più diversificata possibile, facilitando l’ingresso di persone di culture e razze diverse. Alla lotteria possono partecipare i
cittadini di tutte le nazioni del mondo tranne quelle che già producono rilevanti flussi di immigrati verso gli Usa, come ad esempio il Messico, la Cina e l’India. Quest’anno sono già 6,4 milioni i partecipanti. Nel 2007 a richiedere la
Green Card sono stati 5 milioni e mezzo di persone. Il 30 per cento dei “sognatori” non supera il primo gradino di selezione. In Italia i “sognatori” a stelle e strisce sono diminuiti negli ultimi dieci anni, dai 565 vincitori del 1998 ai 214 del 2007.
C’era una volta Horatio Alger, ex maestro, ex pastore della chiesa unitaria, che nel 1864, a 32 anni, scoprì il “riscatto sociale”. L’impegno dei ragazzi poveri di New York, lustrascarpe, scaricatori di porto, carrettieri, e lo descrisse in una lunga serie di novelle. In cui i protagonisti, grazie al lavoro, alla fatica, all’onestà e al coraggio, riescono sempre a riscattarsi, ad uscire dalla miseria ad accedere ad una vita migliore. Cioè a realizzare il proprio sogno. Che proprio partendo dalle novelle di Alger venne definito “sogno americano”.
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Cultura
15 novembre 2008
Corrado Augias, il giornalista scrittore alle prese con la Passione di Cristo
«Il mistero e il fascino della fede» di Mafalda Bruno
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ottor Augias, lei è uno scrittore, divulgatore culturale a tutto campo. La passione per il “giallo” è una costante dei suoi scritti. Come mai questa predilezione per il mistero? “E chi lo sa.. queste passioni affondano chissà dove le loro radici. Se poi dovessi cercare di capire, direi che esaminare fatti o personaggi alla luce di un crimine è una procedura fortemente rivelatrice. Si capiscono meglio le cose, si vedono meglio le persone e si inquadrano gli avvenimenti in un’ottica tutta particolare. Far luce sui misteri, almeno provarci, è un’avventura affascinante”. In una recente intervista televisiva lei ha detto che “leggere
non è naturale come, ad esempio, guardare”… “E lo confermo. Leggere è una cosa del tutto innaturale”. E, aggiungeva, che “per leggere occorre essere invogliati da messaggi seduttivi”. Lei da chi o da cosa è stato sedotto? “Io sono stato “sedotto” sicuramente ai tempi del ginnasio dal mio professore di italiano il quale, in una mattina qualunque, leggendo e facendomi leggere “I Sepolcri” di Ugo Foscolo improvvisamente mi fece capire, e capii io stesso, che quella sarebbe stata la mia passione. Verso “I Sepolcri” ho da sempre e ancora oggi un amore forte, inossidabile”. Oggi la tecnologia ha quasi del
tutto soppiantato la carta stampata. Ha nostalgia dei mezzi di una volta o la sua mente si è subito aperta all’innovazione? “Uso il computer da molti anni e non potrei più farne a meno. Anzi, mi chiedo come ho fatto, in passato, a scrivere non già articoli, ma libri interi con la macchina per scrivere. Oggi non potrei sicuramente farlo più. E’ chiaro che l’elettronica ha una funzione e la carta ne ha un’altra e che quest’ultima è possibile che sparisca del tutto tra qualche decennio, ma non per gli uomini della mia generazione”. In una sua tetralogia, lei descrive Roma, Parigi, New York e Londra, inframmezzando le
città con storie tinte di noir. Le grandi città sono quindi una fucina di racconti di vita? “Certo: le città sono un poderoso contenitore di storie: di accadimenti non fossilizzati nella pietra, ma di vicende umane. E se uno le sa, passa in
una strada, davanti ad un portone e sa cosa è successo in quel determinato portone, allora possiamo tranquillamente dire che le pietre parlano, i portoni, i palazzi hanno dei sentimenti. Faccio passeggiate in campagna, in montagna e al mare ma il mio habitat naturale, dove sto veramente bene, è la città, a contatto con il duro cemento, con l’asfalto”. Lei presenterà, il prossimo 29 novembre al teatro Traiano, a Fiumicino, il suo ultimo libro “Inchiesta sul Cristianesimo”: altro argomento, la religione, da lei ripetutamente analizzato. “Le ragioni del mio interesse verso la religione, da non credente, sono due: la prima è che la religione ha occupato un posto di rilievo, forse eccessivo, nella vita pubblica, intervenendo addirittura su sentenze della Cassazione; io credo che non competa alla religione fare proclama pubblici, ancor meno alla vigilia di una sentenza, magari a rischio di influenzarla. La religione deve occuparsi di anime. La seconda ragione è che, secondo me, la storia sacra, come è stata raccontata dalla chiesa, sia un poco riduttiva e proposta agli uomini come una serie di favolette. Con questo libro, ho cercato di capire, aiutato e supportato dal professor Remo Cacitti, che insegna Storia del Cristianesimo alla Statale di Milano, come è stata costruita la religione cattolica. E’ una storia affascinante, bella e drammatica”. La presentazione del suo libro avverrà a Fiumicino, luogo di viaggio per antonomasia. “Fiumicino come foce del Tevere ha in sé un destino storico. Sappiamo che venti secoli fa Fiumicino stava molto più indietro e ha man mano conquistato il territorio, il mare è avanzato, poi c’è stata la costruzione dell’aeroporto e nuove occasioni di sviluppo. Mi auguro che si faccia buon uso di queste potenzialità; sono occasioni ghiotte che offrono purtroppo fortissime tentazioni di farne un uso cattivo”.
15 novembre 2008
Il Campidoglio ha interrotto i finanziamenti al teatro comunale
Lido, il sipario strappato
Nonostante gli spettacoli bloccati, spesi 100mila euro
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Cultura
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A Nettuno
Tredici appuntamenti per il ritorno sul palco
di Angela Valenti
l Teatro del Lido è chiuso. Nessuna programmazione, lavoratori licenziati e l’espulsione del consorzio Le Sirene dalla programmazione del cartellone. “Senza nessuna ragionevole spiegazione il Comune di Roma ha posto fine alla nostra esperienza - spiega Giovanni Greco del direttivo dell’associazione - Il Teatro del Lido, dopo i tentativi estivi di privatizzazione - si è parlato anche di Maurizio Costanzo direttore artistico - continuerà ad esistere? Forse sì, forse no, ma, a quanto pare, senza di noi”. Il primo novembre scorso l’associazione le Sirene ha messo in scena “Pier Paolo Pasolini - Una vita futura”, esibizione di danza, musica e teatro nel cortile esterno del teatro con lo slogan “Riapriamo il Teatro del Lido” scandito dalle associazioni del territorio, dal pubblico e dagli artisti stessi. La Provincia di Roma, la Regione Lazio e il XIII Municipio si sono espressi a favore della proroga del modello di gestione partecipato (che vede il consorzio Le Sirene all’interno della commissione di programmazione) e del reinserimento occupazionale dei lavoratori, ma l’assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi non ha ancora preso una posizione ufficiale. “Otretutto - sottolinea Greco - il teatro, anche chiuso, continua a costare ai contribuenti un prezzo salato per i costi della vigilanza armata. Sono stati spesi dal 30 giugno più di centomila euro, risorse che dovevano essere invece utilizzate per la programmazione culturale, ormai a
rischio a causa dei continui slittamenti dovuti alle indecisioni politiche della nuova amministrazione comunale”. “Oggi il consorzio, che riunisce venti associazioni culturali che opera “in rete” è considerato un’anomalia - aggiunge Greco - Né privato né pubblico bensì “privato sociale” che negli anni si è sostituito alle mancanze del pubblico. Il 30 giugno è scaduta la convenzione con il Palaexpo, che aveva generato una gestione mista che ha funzionato e ha prodotto risultati. Abbiamo avuto incontri con la Giunta Alemanno, poi la notizia che eravamo stati messi fuori. Il risultato è il teatro chiuso e i lavoratori a spasso”. La qualità altissima dell’offerta, i costi molto accessibili degli spettacoli, una politica attenta alle esigenze formative dei
giovani hanno saputo cogliere e valorizzare i fermenti multipli della scena contemporanea, portando a Ostia la danza, la musica, la poesia, la letteratura e la prosa, con grandi nomi in ambito nazionale e internazionale ma anche con spazi dedicati ai centri anziani, alle compagnie
amatoriali, agli studenti. Un teatro della città e per la città. “Chi ci conosce - prosegue Giovanni Greco ha apprezzato la programmazione eclettica e attenta alle differenti esigenze del pubblico. Lo sa bene il mondo della scuola e il mondo della cooperazione: il Teatro del Lido ha mantenuto una forte vocazione nel sociale promuovendo politiche partecipative con settori vulnerabili della società: l’infanzia e i minori “a rischio”, gli immigrati, gli anziani, le persone diversamente abili. Il rischio che si corre è la morte del teatro o la nascita di un altro tipo di teatro, magari un teatro privato che, da qui a breve, non assolverà più una funzione civile e pedagogica ma risponderà solo a logiche commerciali di botteghino”.
Nettuno e la sua prima rassegna teatrale. E’ l’associazione culturale “In Progetto” diretta da Roberto Lucci e Gianni Isaia a promuovere l’iniziativa “Teatro a Nettuno”: tredici spettacoli di altrettante compagnie locali e non, che daranno vita ad un cartellone teatrale del quale da tempo, a Nettuno, si sentiva la mancanza. Fino al primo febbraio 2009, ogni week end andrà in scena un diverso gruppo teatrale, presso la sala della Gts Danza, nel piazzale Scacciapensieri. Il sabato alle ore 21 e la domenica in replica alle ore 18, gli amanti del teatro potranno finalmente sedere comodi e godersi lo spettacolo. «La nostra iniziativa nasce per lanciare un segnale forte sul territorio – spiega Roberto Lucci – e per incentivare la cultura teatrale in un comune che, purtroppo, non dispone di una struttura adeguata ed è fortemente penalizzato in tal senso. L’intento è mettere insieme le forze, superare ogni forma di campanilismo, e valorizzare il lavoro delle tante compagnie che da sempre seguono la loro passione contando solo sulle proprie forze”. Per informazioni sul programma e sui biglietti: www.inprogetto.org. (R.S.)
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Economia
Il business del caro estinto La recessione non colpisce le onoranze funebri, regine del mercato
Le spese sostenute per dare l’ultimo addio ruotano attorno ai 3.500 euro. Un giro d’affari che oltrepassa i due miliardi di euro e che non conosce crisi di Francesco Pastoressa
M
(francesco.pastoressa@reporternews.eu)
ai come in questo caso un detto fu più azzeccato. Già perché quello legato al caro estinto, in periodi di recessione economica e di spese sempre più ridotte, è un business sempre più caro e redditizio. Altro che la morte è uguale per tutti: si va dall’ultimo viaggio in prima classe, con trasporto in fuoriserie, cure di tanatoestetica (make up per defunti) e tombe di marmo pregiato e bronzi, al funerale low cost, che per alcuni significa addirittura passare da un istituto di anatomia per essere studiati in cambio del pagamento delle spese funebri. Tant’è vero che forse proprio per evitare “trattamenti” come questo “l’industria della morte” non risente di crisi, e le circa 6mila imprese del settore (con circa 30mila dipendenti) risulta ancora essere uno dei mercati più appetibili. La cifra spesa dagli italiani per l’ultimo saluto ai propri cari è stata recentemente stimata in due miliardi di euro. E le cifre richieste dalle agenzie funebri per offrire un servizio di primo li-
vello con qualità cortesia non sono certo di poco conto: la media nazionale di spesa per un funerale con tanto di bara, tomba, lapide, trasporto del feretro, fiori, allestimento della camera ardente, annunci mortuari, formalità burocratiche e cerimonia religiosa, si aggira attorno ai 3 mila e 500 euro. Molto di più, per fare un esempio, delle spese sostenute da portoghesi (1.705 euro) e spagnoli (2.907 euro). Con difficoltà notevoli per il bilancio familiare, anche se nessuno potrà mai negare l’ultimo saluto ad un proprio caro. Nota dolente, per molti degli intervistati da Altroconsumo, è la mancanza del preventivo: su 100 persone solo 29 hanno ricevuto
prima di sostenere le spese per il funerale, un preventivo scritto dettagliato, mentre 34 hanno avuto solo una stima sommaria a voce e 30
non hanno ricevuto alcun tipo di preventivo. Solo chiedendolo espressamente all’agenzia funebre, le percentuali cambiano, ma il 61% degli intervistati dimentica di farlo. Una dimenticanza più che lecita, considerando le circostanze. Stesso discorso per l’emissione della fattura, mai consegnata al 10% dei clienti delle onoranze funebri, rilasciata con un importo inferiore al 27%, e precisa e dettagliata soltanto per il 50%. Non tutto però va per il verso sbagliato: a fronte di dimenticanze come queste, molte agenzie funebri offrono ai propri clienti efficienza e cortesia, mostrando anche il massimo rispetto per i morti e destando quindi ottime impressioni.
15 novembre 2008
Un tabù annunciato Quasi nessuno esprime la propria volontà sui modi di sepoltura. Cremazioni dimenticate
Il tabù è evidente. Nonostante per molti rappresenti «l’unica certezza della vita», la morte resta ancora uno degli argomenti di cui parlare il meno possibile. E lo conferma l’esigua percentuale di persone che dichiara di aver ricevuto indicazioni sull’eventuale sepoltura o cremazione dai propri cari prima di morire. Un tabù in piena regola, anche se tra le ultime volontà, resta comunque in testa la sepoltura, con il 57% delle preferenze, seguita dalla cremazione, all’8%. Cremazione che per molti resta un mistero. Che fine fa l’urna cineraria con le spoglie dei propri cari? Pochissimi coloro che decidono di tenerla in casa (il 6%), oppure, come ripreso da tanti film e serie televisive, disperdere le ceneri in mare o nell’aria (il 2%). Gran parte delle urne oggi, vengono infatti tumulate in loculi o nicchie cinerarie (38%), sepolte assieme ad altri cari già scomparsi (31%), o piazzate all’interno di una tomba di famiglia (16%). Certo è, che l’Italia rimane molto indietro rispetto alla media europea in fatto di cremazioni, con una percentuale del 12% rispetto al 36% di tanti paesi dell’Ue. Un pregiudizio mai caduto, tanto che per favorire questo genere di sepolture il comune di Torino tempo fa lanciò uno slogan atto a colpire l’immaginario dei parenti delle vittime. «Il fuoco brucia il corpo, non l’anima».
Curiosità dal mondo
15 novembre 2008
Auto: paghi una, prendi due Gran Bretagna
Per superare la recessione nella vendita delle autovetture, un concessionario inglese ha deciso di dar vita a dei veri e propri saldi: “Paghi uno, prendi due”. Il sito internet si è bloccato per i troppi contatti ma questo non ha impedito che si vendessero auto come panini.
Diventa supplente a 70 anni Reggio Calabria
Ha atteso 35 anni prima di ricevere il primo conferimento di supplenza. Nel 1973 la donna presentò domanda e il mese scorso si è vista recapitare una lettera di assunzione, ma dopo un giorno di servizio, le è stato detto di tornarsene a casa.
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Software conta-capelli
Australia
La nuova frontiera per verificare l’efficacia di creme depilatorie e cure contro la calvizie, è il software conta-capelli. A crearlo, alcuni ricercatori dell’Ente nazionale di ricerca australiano. Il software si affida a immagini catturate da uno scanner pressato sulla pelle.
Gli studiosi americani hanno definito il nuovo fenomeno “money disorder”
La Borsa cala? Aumenta lo stress
Un numero verde aiuterà i risparmiatori italiani con consulenze psicologiche
A
rriva lo stress da crisi per i lavoratori coinvolti nella recessione economica in atto nell’ultimo periodo. Questa la scoperta effettuata negli Stati Uniti dall’Apa, l’associazione degli psicologi americani. Un disturbo che è stato definito scientificamente “money disorder”. Tanto che ad ogni crollo delle Borse mondiali, sale proporzionalmente l’ansia dei risparmiatori. Per questo motivo gli psicologi hanno deciso di scendere in campo in aiuto dello stress da crisi economia, e lo hanno fatto attraverso la creazione di un numero verde, 800/430400, grazie al quale un task-force di esperti (del gruppo di psico - emergenze), nel cuore della finanza italiana, sarà a disposizione dei cittadini spiazzati da crack e timori di povertà. Ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi il presidente dell'Ordine degli psicologi della Lombardia, Enrico Molinari, a margine del convegno “La psicologia risponde ai nuovi bisogni dei cittadini”. «Con la crisi si profilano due tipi di problemi - spiega Molinari - quelli reali di chi ha perso
denaro e quelli legati alla paura generata dai media. A pranzo e a cena - conferma - ci nutriamo di notizie catastrofiche sul caos dell'economia mondiale. E se i più
positivi e creativi restano a galla, questi messaggi deprimono le persone predisposte». Gli italiani sono un popolo di risparmiatori, e di fronte a crolli re-
pentini delle Borse mondiali, la reazione è di quelle che non ti aspetti. «Se si tocca il risparmio – continua Molinari - si tocca l'autostima e si possono generare
paure per il futuro e timori di un impoverimento incontrollabile. I sintomi sono depressione, rabbia, irritabilità e in alcuni casi insonnia e problemi di alimentazione». Negli States, dove gli studi sul “money disorder” sono in fase più avanzata, gli esperti hanno già intervistato un campione di 7500 persone, ed una su sette ha dimostrato di essere affetta da questo disturbo psico-finanziario. Il timore, è che questo genere di malattia posa contagiare presto anche il popolo di risparmiatori italiani. Serve una cura immediata. «Se si tratta solo di panico generato da paura - conclude Molinari - lo si può attenuare con terapie cognitive che si ricollegano alla personalità di partenza. Nei casi più gravi, invece, si può lavorare a livello individuale ma sono valide anche le terapie di gruppo, magari con l'affiancamento di un esperto finanziario. Bastano anche un paio di mesi, il tempo di far capire al piccolo risparmiatore, il più colpito dalle nevrosi da crisi finanziarie, che può sopravvivere anche senza una riserva aurea».
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Cucina
Mucho Macho tra tendenze e relax
15 novembre 2008
Nel centro storico di Anzio cocktail energetici, rum agricoli e aperitivi Dop
Andrea, Max e Raffaele guidano i clienti in un viaggio culinario a base di sapori tradizionali e piatti innovativi. Da non perdere il lunch a buffet
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ualità, ampia offerta e attenzioni particolari nei confronti di tutti i clienti. Vecchi e nuovi che siano. Mucho Macho è un friendly bar, un angolo di relax nel pieno centro storico di Anzio. A gestire il locale, che si affaccia su piazza Garibaldi ed è stato aperto nell'aprile del 2008, sono Raffaele, Andrea e Max, che da solo vanta 25 anni di esperienza nel settore della ristorazione e dei bar; esperienza che ha maturato soprattutto nei lunghi 10 anni in cui ha girato tra Londra e Miami. Mucho Macho offre nume-
rose opportunità ai propri clienti, guidandoli sapientemente attraverso sapori culinari tradizionali e innovativi, in un viaggio che parte dalla colazione e arriva fino al dopo cena. Si comincia la mattina alle 7,30 con la caffetteria e un'ampia selezione di pasticceria e poi si passa per l'aperitivo, fino ad arrivare al lunch a buffet, dove è possibile gustare diversi primi, secondi e contorni a prezzi più che accessibili. Il pomeriggio si riparte con la sala da thè e la pasticceria, per arrivare al secondo aperitivo di giornata e alla cena. «Ai
nostri clienti – spiegano i proprietari del locale anziate – offriamo anche la possibilità di cenare ai tavoli su prenotazione, a loro disposizione ci sono piatti a base di pesce e carne, e se poi qualcuno cerca delle pietanze particolari è sufficiente mettersi in contatto con noi. All'interno del locale abbiamo deciso di puntare sulla qualità e sulle attenzione nei confronti dei clienti, che qui si sentono sempre coccolati. Per quanto riguarda gli aperitivi, inoltre, ogni giorno proponiamo tartine, salumi e formaggi Dop, sce-
gliendo tra pietanze particolari come il tartufo d'Alba e prodotti regionali». Passata l'ora di cena, poi, Mucho Macho si trasforma in un cocktail bar: mojito, caipirinha, caipiroska, negroni e alexander sono i classici, ma Raffaele, Max e Andrea hanno deciso di non fermarsi qui. Infatti nel menù del locale neroniano ci sono anche altri cocktail alla frutta fresca, e quindi analcolici, e energetici a base di taurina e guaranà. E poi non manca neppure un'ampia selezione di vini, sia rossi che bianchi, sia in bottiglia che alla mescita, di champagne, prosecco e Franciacorta. E per chi ancora non avesse trovato qualcosa da bere ci sono grappe, whiskey e rum, anche agricoli, e cioè non commerciali e invecchiati di 30 anni. Il Mucho Macho è frequentato dai politici neroniani, dai giovani e meno giovani di Anzio in cerca di relax, dai turisti in visita alla città che fu di Nerone, e rappresenta anche un punto di riferimento per chi arriva da Roma e Latina. È qui che inizia il relax. Tra l'offerta musicale, la possibilità di leggere quotidiani e periodici e quella di assistere a tutti gli eventi in onda su Sky. «Come locale ci diamo un bel 9+ per arrivare al 10 e lode ci manca soltanto la veranda esterna coperta, in stile via Veneto».
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Quindicinale di attualità, cronaca, economia, turismo e cultura
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