Reporternews18

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Attualità - Cronaca - Economia - Turismo - Cultura

Zingari da sfrattare

Anno II - Numero 1 / 15 gennaio 2009

€ 0,50 COPIA OMAGGIO

La voce del Mare di Roma www.reporternews.eu

Anzio, Nettuno, Fiumicino e Pomezia non vogliono ospitare i nomadi di Roma. I Sindaci: «Non c’è spazio per nuovi campi nelle nostre città. Se sono gitani non dovrebbero risiedere in case prefabbricate»

Nasce la nuova Alitalia, ma ci guadagna Air France Leonardo Da Vinci

Parte la nuova Alitalia, ma lo fa pagando pegno ad Air France, che con l’acquisizione del 25 per cento del capitale della Cai, deciso lunedì scorso, potrà contare su un bacino di 99 milioni di passeggeri l’anno. Trentasette in più della rivale Lufthansa. Alle 21 del 12 gennaio la nascita ufficiale della Cai, quando l’Ente nazionale di assistenza al volo ha concesso la licenza di operatore aereo alla società presieduta da Roberto Colaninno. Una nascita sbloccata proprio dall’intervento di Air France-Klm che ha messo sul tavolo 323 milioni di euro in contanti per chiudere l’accordo. a pag 10

Acilia come Eurodisney con il parco della romanità Lavori in corso

Entro 4 anni nascerà un grande parco tematico della romanità tra Acilia e Casalpalocco, dotato di tecnologie futuristiche che non avranno nulla da invidiare ad Eurodisney. Parola del sindaco Gianni Alemanno. Tra i divertimenti virtuali, trovarsi fra il pubblico del Colosseo, vincere una gara di bighe al Circo Massimo, e girare nel quartiere natio di Giulio Cesare. a pag 15

Dilaga la moda dei rave Giovani tra alcol e droghe L’inchiesta

Come confermato dai recenti blitz delle forze dell’ordine sul litorale romano che va da Ostia a Nettuno, sono sempre di più i giovani, in molti casi anche minorenni, alla ricerca dello sballo. La moda dei rave party in capannoni abbandonati alla periferia delle città, ha preso piede nonostante i ripetuti controlli delle forze di polizia. Nata per diffondere i concetti della controcultura, oggi la carovana degli ex ribelli dei party illegali si muove a ritmo di musica techno, alcol e droghe psichedeliche. a pag 16 e 17

Rivive lo Sbarco di Anzio, tra storia e menu tipici Cultura

Anzio si prepara per festeggiare il 65° anniversario dello Sbarco degli Alleati, e lo fa con una serie di iniziative atte ad avvicinare i giovani alla storia. Attenzione particolare verrà data alle sfilate di mezzi storici ed agli incontri con i veterani della Seconda Guerra mondiale, oltre che al palato, con menù degustativi dello Sbarco offerti dai ristoranti a prezzi speciali. Una settimana ricca di iniziative adatte ad ogni età,per non scordare mai. a pag 22

Ercolino, il sottufficiale papà di Pinocchio Il personaggio

Ercolino Albinante, 61 anni, abruzzese, costruisce il burattino più famoso del mondo davanti ai turisti. Il moderno Geppetto, 61 anni, è un ex sottufficiale dell’esercito in pensione che lavora all’interno dell’aeroporto Leonardo da Vinci. «Mi piace intagliare i burattini qui, davanti a tutti come facevano in passato i nostri nonni artigiani nelle strade e nelle piazze d’Italia: gli stranieri soprattutto americani, spagnoli e anche i giapponesi vanno pazzi per Pinocchio». a pag 24


Primo Piano

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Baraccopoli in via Ortolani, ad Acilia

U

di Alessandra Zavatta

na cintura di campi nomadi rischia di separare Roma dalle città della provincia. Il prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro ha chiesto ai 121 sindaci di individuare aree dove far sorgere i nuovi e regolari campi sosta dove trasferire i Rom che vivono in condizioni di precarietà nella Capitale. E i sindaci, per tutta risposta, hanno rispedito al mittente l’invito. «Questo progetto non s’ha da fare» hanno ribadito all’esterrefatto prefetto che, in virtù della delega conferitagli dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni quale commissario per l’emergenza nomadi nel Lazio, probabilmente qualche risposta positiva s’aspettava. E, invece, nella riunione convocata lo scorso 8 gennaio a Palazzo Valentini, s’è “beccato” centoventuno, inequivocabili e irremovibili “no”. Gli zingari che vivono a Roma, secondo il censimento effettuato nel 1995, sono 5.467 (per il 50 per cento minorenni). Ma potrebbero essere il

15 gennaio 2009

Il Campidoglio vuole spostare nell’hinterland i 26 insediamenti che ospitano zingari immigrati da Bosnia, Croazia, Montenegro, Serbia e Romania

Zingarelli chiedono elemosina

triplo, considerando anche la massiccia immigrazione di tribù rom dopo il recente ingresso della Romania nell’Unione Europea. Abitano in 26 campi, da Testaccio al Foro Italico, da Ponte Marconi ad Acilia, Tor de’ Cenci e Casilino. Quindici insediamenti sono completamente abusivi, negli altri l’amministrazione comunale ha messo bagni chimici e fontanelle pubbliche per garantire un minimo di standard igienici. Ma il peso dell’emergenza nomadi sulla Capitale è grande, visto che quelli che lavorano sono pochissimi e la maggior parte vive nell’illegalità. «Roma vorrebbe risolvere il problema spostando gli zingari nelle cittadine di provincia, che questo problema non hanno», spiega il sindaco di Bracciano Giuliano Sala. «Non siamo disponibili ad accogliere insediamenti nomadi, in quanto il trasloco non risolverebbe l’emergenza esistente nella Capitale. Solo la grande città è attrezzata e ha i mezzi per prestare i servizi essenziali ai Rom, quali la scolarizzazione per i più piccoli, l’in-

serimento nella società e nel mondo lavorativo, la prestazione di servizi sociosanitari». «E poi questi nomadi rischiano di non essere affatto nomadi; in Italia le soluzioni temporanee diventano troppo spesso definitive», sottolinea Luciano Bruschini, primo cittadino di Anzio. A preoccupare i sindaci è una frase inserita dal prefetto nella lettera spe-

Ferdy, dalla roulotte alla casa del Grande Fratello

Per la prima volta uno zingaro fra i protagonisti di un reality show. Nella nona edizione del Grande fratello, in onda su Canale 5, c’è anche Ferdy, un ex clandestino montenegrino, giunto in Italia all’età di dieci anni a bordo di un gommone. Per sfuggire ad una vita da nomade. Nella Casa del Grande Fratello è in compagnia di Daniela Martani, l’hostess Alitalia immortala con il cappio al collo durante le manifestazioni di protesta dei dipendenti della compagnia aerea; di Gerry, un ragazzo di origine calabrese che vive a Roma ed è cieco dalla nascita; di Marcello, un fornaio di Bergamo che al GF vorrebbe trovare la donna della sua vita. Quindici i concorrenti. Al vincitore andranno in premio trecentomila euro.

dita ai sindaci, quella che chiede di “individuare aree idonee all’allestimento di piazzole di sosta temporanea per camper e caravan di famiglie nomadi in transito, ovvero alla costruzione di insediamenti con caratteristiche abitative di maggiore stabilità». In altre parole non tutti gli zingari che verranno trasferiti nei campi attrezzati in provincia saranno “nomadi”, visto che abiteranno in edifici prefabbricati. «Sicuramente i Rom devono avere strutture adeguate dove vivere e in condizioni di sicurezza ma non si può risolvere il problema scaricandolo sugli altri», afferma Alessio Chiavetta, sindaco di Nettuno. Cittadina portuale che con Anzio tre anni fa ha già dovuto sopportare il trasferimento forzato di duecento famiglie di senzatetto da Roma. «Vivono in alloggi acquistati dal Campidoglio ma per quanto riguarda servizi sociali, scuola e tra-

sporti gravano sui bilanci dei nostri municipi», aggiunge Chiavetta. Analogo problema è ricaduto su Pomezia. «Da noi sono arrivate 181 famiglie di sfrattati “romani” a cui dobbiamo garantire i servizi - fa sapere il sindaco Enrico De Fusco Senza contare che a tre chilometri


Primo Piano

15 gennaio 2009

Tutti e 121 i comuni-satellite della Capitale hanno detto «No». Cade nel vuoto l’invito del Prefetto ad individuare aree idonee per la sosta di camper

dai nostri confini, a Castel Romano, c’è il più grande campo nomadi d’Europa, con oltre mille residenti. L’insediamento rientra nel perimetro di Roma ma, di fatto, grava sulla nostra città». Contrario è anche Fiumicino. Un comune che vive di turismo e, come

Proteste contro i rom

Anzio, Nettuno, Bracciano, Anguillara e Pomezia, vede l’arrivo dei Rom come una possibile turbativa all’ordine pubblico destinata a ripercuotersi proprio sul turismo, pilastro dell’economia locale. La prevenzione e della repressione dei reati compiuti dagli zingari è uno dei motivi che spinge i sindaci della provincia a rifiutare qualsiasi mediazione. Pare, infatti, che le cittadine che si dimostreranno disponibili ad ospitare avranno “in cambio” facilitazioni e finanziamenti per opere pubbliche. Ma il Fronte antizingari, al momento, resta unito. Niente baraccopoli né piazzole per la sosta di rom, sinti, khorakané, rudari, kanjarja e kalderasha, le principali etnie nomadi presenti nella Capitale. «Roma vuole ripristinare la legalità sul proprio territorio? Va benissimo. Ma anche noi teniamo alla sicurezza delle nostre città», sottolinea il sindaco di Ardea Carlo Eufemi.

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Controlli della Polizia nei campi

Canapini: «Prima di accogliere i gitani va garantita la sicurezza»

«L’emergenza nomadi presenta molti aspetti complessi e che difficilmente i Comuni della provincia di Roma potranno aderire all’invito del Prefetto finalizzato ad individuare nuovi siti per delocalizzarli. Gli zingari rubano, inutile negarlo». Mario Canapini, sindaco di Fiumicino, si è fatto portavoce della protesta delle cittadine della provincia, che non vogliono ospitare campi attrezzati per i gitani. Il discorso è chiaro, secondo Canapini: «Almeno fino a quando i cittadini delle comunità locali non avranno concrete garanzie

5.467

I nomadi che risiedono stabilmente a Roma

in ordine alla sicurezza pubblica, il cui livello di percezione attualmente è molto basso, sarà piuttosto arduo traslocare i nomadi da Roma ai Comuni dell’hinterland». «Non possiamo aderire all’invito del Prefetto - sottolinea il battagliero sindaco - perché ci preoccupiamo dei nostri concittadini. Non ce la sentiamo di esporli ad un aumento del rischio di reati contro la persona e contro il patrimonio. Inoltre a Fiumicino sono pure diminuiti i poliziotti in servizio, dai cento presenti dieci anni fa agli attuali settanta. Conside-

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Gli insediamenti nella Capitale

2.500

rando che all’epoca Fiumicino aveva appena 36mila abitanti e oggi ne conta oltre 67mila». Insomma, dove ci sono Roma, i reati lievitano. Ne sono testimoni le statistiche stilate dalle forze dell’ordine. E dove polizia e carabinieri hanno pochi uomini in campo, di ospitare zingari proprio non se ne parla. «Questo non vuol dire che non bisogna lavorare per una piena integrazione, sociale e lavorativa, dei Rom così che verranno anche a cadere molti pregiudizi che si hanno nei loro confronti», conclude Canapini.

I bambini che vivono nei campi

121

I Comuni della provincia che devono ospitarli


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Primo Piano

A pensare male ci si indovina

Un anno fa le prime indiscrezioni di un possibile arrivo degli zingari a Nettuno Le voci si erano rincorse all'impazzata senza mai trovare conferme. Politici e associazioni contrari da subito di Mario Scagnetti

«A

(mario.scagnetti@reporternews.eu)

pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca» era solito ripetere un famoso politico italiano, Giulio Andreotti. E anche stavolta a forza di pensare male gli abitanti della città di Nettuno hanno indovinato la previsione. Le prime voci sulla possibile apertura di un campo rom sono datate gennaio 2008. Residenti, associazioni culturali, movimenti politici e amministratori locali le hanno prese talmente sul serio al punto da arrivare a organizzare riunioni e raccolte di firme in piazza. Addirittura era già stata individuata la zona dove avrebbero preso la nuova residenza gli zingari cacciati da Roma, e cioè il terreno che si trova in via Ugo La Malfa, nei pressi del centro commerciale Le Vele. Tra i primi a intervenire l'attuale Assessore provinciale a Caccia, Pesca e

Agricoltura, Aurelio Lo Fazio, che aveva condiviso lo stato di preoccupazione dei cittadini e chiesto una smentita ufficiale da parte delle istituzioni. Poi era toccato ai ragazzi dell'associazione culturale Libertà e Azione, che avevano incontrato i residenti di Nettuno, all'interno di uno stand allestito nello stesso centro commerciale, per spiegare loro cosa stesse effettivamente accadendo; avevano parlato con il proprietario del terreno di via Ugo La Malfa, che aveva confermato loro di essere in trattativa con un ente mai meglio specificato per la cessione del terreno; avevano organizzato una raccolta di firme contro il campo rom, arrivata a quota 3mila sottoscrizioni. La stessa iniziativa era stata presa anche dalla Fiamma Tricolore. Un anno fa l'allarme era sembrato eccessivo, anche perché da parte degli enti preposti erano arrivate soltanto smentite, e l'unica giustificazione alle tante voci era

15 gennaio 2009

L’editoriale

Inutile chiudere gli occhi di Cosimo Bove (cosimo.bove@reporternews.eu)

il “Patto per Roma Sicura”: il documento che prevedeva la realizzazione di quattro villaggi solidali al di fuori dell'anello del Grande Raccordo Anulare, senza però specificare se i campi sarebbero dovuti essere costruiti o meno sul territorio comunale di Roma. Qualcuno aveva anche pensato a

un'abile manovra politica per destabilizzare l'ambiente in vista delle elezioni amministrative di Anzio e Nettuno, che si sono svolte ad aprile dello scorso anno. Con il senno di poi, invece, ha avuto di nuovo ragione Andreotti: «A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca».

I campi rom sbarcano nei comuni della Provincia di Roma. Quella che per anni si era manifestata come una paura dei residenti della zona a sud della capitale, rischia di diventare realtà dopo il vertice a Palazzo Valentini con i 121 sindaci della Provincia. Le paure dei residenti dell’hinterland rischiano di materializzarsi se il progetto di cui si è discusso alla presenza del Ministro Maroni, commissario per l’emergenza nomadi nel Lazio, dovesse essere portato a conclusione nonostante la risposta più che negativa dei primi cittadini. Ci si chiede come si possa cercare di risolvere il problema rom trasferendo gli insediamenti dalla periferia della capitale ai paesi limitrofi. Come se eliminando questi agglomerati fatiscenti di baracche e sporcizia dalla vista dei romani, si riesca a risolvere i mali del Lazio. I Sindaci della Provincia sono stati abbastanza chiari, decisi nel far capire il loro punto di vista al Prefetto ed al Ministro Maroni. Certo è che, se tutto si dovesse concludere come ormai ci si aspetta, qualcuno inizierebbe a storcere il naso, e di certo gli uomini delle forze dell’ordine avrebbero le loro grandi difficoltà a mantenere l’ordine pubblico con dei nuovi insediamenti. Soluzioni alternative andrebbero cercate e trovate.


Primo Piano

15 gennaio 2009

Le forze dell’ordine spiegano perché, oggi, sia un errore spostare i campi rom dalla capitale all’hinterland romano

«Non siamo ancora pronti» di Cosimo Bove

«N

(cosimo.bove@reporternews.eu)

on siamo preparati all’insediamento di rom sul nostro territorio». E’ un coro unanime quello dei rappresentanti delle forze dell’ordine: la possibilità di accogliere sul litorale a sud di Roma i nomadi della capitale viene respinta con forza. Da Nettuno a Fiumicino nessuno vuole avere sovraccarichi di lavoro. Polizia, Carabinieri e Vigili urbani sono pronti a fare il proprio dovere, ma le considerazioni da fare, così come raccontato da tutti gli addetti ai lavori, sono infinite. Intanto l’aumento della popolazione, ed è chiaro che aumentando il numero di presenze sul litorale aumenterebbe la percentuale di delinquenza. Il che

comporterebbe l’innesco di una reazione a catena, tanto che per supportare l’arrivo dei rom servirebbero maggiori strutture e servizi, una conoscenza specifica dell’argomento, e un rinforzo appropriato del numero di uomini operativi sulla zona. Un problema questo, già sentito dai rappresentanti delle forze dell’ordine, troppo spesso costrette a sdoppiarsi

per assicurare i servizi di prevenzione sul territorio di loro competenza. L’arrivo di insediamenti nomadi sul litorale non farebbe altro che peggiorare la situazione, costringendoli ad occuparsi più della repressione dei crimini che della loro prevenzione. E senza una specifica conoscenza dei nuovi, o presunti, delinquenti spediti sulla zona. «C’è

Il litorale rischia di essere invaso «Va tenuto conto della loro dignità»

Il Prefetto

L’altra faccia della moneta. La dignità delle persone buone, quelle che nonostante lo spirito nomade vivono nella legalità, cercando l’integrazione con il popolo italiano. Un tema toccato dal Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro nell’incontro a Palazzo Valentini con i 121 sindaci della Provincia di Roma. «E’ emersa – ha spiegato il Prefetto - anche l'esigenza di dare dignità a queste persone, perché non ci troviamo di fronte a cittadini di serie B». Dal censimento effettuato dagli uffici comunali emergono dati inquietanti: sono oltre 7mila i nomadi a Roma, distribuiti equamente

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tra sette campi legali, 60 abusivi, e 15 semi attrezzati e tollerati, se così vogliamo definirli, dal comune di Roma. Di questi, almeno 6, andranno quindi

smantellati nei prossimi due anni. Una situazione da vagliare al meglio, tanto che subito dopo la fine dell’incontro con i sindaci, a Palazzo Valentini ci si è immediatamente messi al lavoro per valutare le possibili ipotesi di destinazione dei campi rom prima della data del 22 gennaio prossimo, quando una scelta dovrà essere fatta ad ogni costo. La speranza dei primi cittadini, delle forze dell’ordine, ed in primis dei residenti, è che nei prossimi giorni si continui a seguire lo spirito di collaborazione già avviato fino ad oggi, per provare a trovare una soluzione che accontenti tutti.

Carenza di uomini e mezzi, abbinati ad un alto tasso di delinquenza, tra i fattori che sconsigliano l’arrivo dei nomadi

da considerare questo – ammette il comandante Giorgio Tomassetti, a capo della Polizia municipale di Nettuno – e cioè che mentre Roma ha all’interno del suo comando di Polizia municipale, un settore apposito in grado di occuparsi dei campi rom, da queste parti non siamo ancora preparati ad un’eventualità del genere. Hanno un tipo di preparazione acquisita negli anni e l’esperienza necessaria per affrontare qualsiasi tipo di eventualità, mentre per noi la mancanza di una conoscenza specifica dell’argomento sarebbe il primo handicap, seguito dalla difficoltà nel gestire i rapporti tra i nomadi e la cittadinanza, che senza dubbio si farebbero più tesi». Insomma una serie di fattori da tenere sotto osservazione prima di arrivare ad una decisione definitiva. Di dubbi ne esistono pochi: la necessità più impellente sembra essere quella di aumentare il numero di uomini e mezzi a difesa del territorio, dopodichè il resto verà da sé. I sindaci hanno ribadito il loro No, come era inevitabile che fosse. I residenti hanno fatto lo stesso. La speranza è che le loro non rimangano urla nel deserto. Va sottolineato comunque l’atteggiamento tenuto dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in rotta rispetto al passato. Così come chiarito dall'assessore capitolino alle Politiche sociali, Sveva Belviso. «Una consapevolezza spiega - che se si sposta un campo non si può prescindere dall'accettazione di sindaci e minisindaci ad accogliere questi campi sul loro territorio. Anche se poi, se entro il 22 gennaio prossimo - ha concluso - i sindaci, nonostante la disponibilità del prefetto, non saranno in grado di consegnare un elenco di aree dove far sorgere i campi, Pecoraro avrà la possibilità di decidere comunque e in piena autonomia».

I reati

Pecore bianche e pecore nere

La paura cresce. I telegiornali e gli organi di stampa ne parlano ogni giorno. I reati connessi alla presenza di rom sul territorio dei comuni sono frequenti, cadenzati, mai banali, talvolta lasciano basiti. Ma sono quasi sempre gli stessi. In un certo senso la specialità della casa. E proprio le abitazioni sono il primo bersaglio dei delinquenti appartenenti ad alcune famiglie nomadi della capitale e dell’hinterland romano. I furti in appartamento o in villa, approfittando dell’assenza dei padroni di casa, o magari addormentandoli con degli spray soporiferi. Tutto pur di arrivare all’obiettivo: svuotare le cassaforti, ripulire le abitazioni di ogni oggetto prezioso. L’allarme cresce, e sono in tanti ormai ad avere paura di dover fare i conti con un fenomeno in costante crescita. Ma non finisce qui. Sono diversi i reati connessi alla presenza di nomadi sul territorio. Rapine, scippi, e reati contro il patrimonio in genere: sembrano nascere con una caratteristica ben sviluppata del dna, quasi fosse un loro destino. Se gli stranieri coprono sul territorio nazionale e locale, una percentuale vicina al 50% di reati commessi e scoperti dalle forze dell’ordine, certo i rom, stando alle statistiche, ne coprono una buona fetta. Ma generalizzare non basta. Anche tra i nomadi, così come per ogni razza, ci sono pecore bianche e pecore nere.


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Intervista doppia

15 gennaio 2009

Tra le priorità, la creazione di punti di aggregazione in ogni quartiere

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Alessio Chiavetta suona la carica «Darò alla città il lustro che merita»

l sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, si mette in gioco, e lo fa dando la sua disponibilità a confrontarsi con Mariachiara Onori, minisindaco eletto dal consiglio comunale dei giovani. Un’intervista doppia, sui temi cari ai giovani e alla città. Presente e futuro di Nettuno nelle parole dei due sindaci. Nome Alessio Cognome Chiavetta Età 30 Città di nascita Velletri Ruolo istituzionale Sindaco di Nettuno Titolo di studio Laurea

Il primo obiettivo del 2009 La prima cosa che vogliamo fare è trovare una soluzione definitiva per

la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade. Bisogna trovare il modo di assicurare una manutenzione continua e costante, magari cercando una soluzione sistematica con dei fondi in previsione di bilancio.

Un pregio e un difetto di Nettuno Il pregio maggiore di Nettuno e della sua gente secondo me, è quello di essere una città volitiva, con una gran voglia di rimboccarsi le maniche per andare sempre avanti. Il difetto invece, è che negli ultimi anni c’è stata una mancanza di rispetto delle regole, come nel caso degli abusivismi edilizi, un lassismo dettato anche dalla mentalità del “volemose bene” tipica del centro sud. Questo sicuramente va rivisto. Cosa farai per i giovani della città

L’idea principale è quella di ridare ai ragazzi un teatro ed un cinema, più la biblioteca, magari con l’università civica. Si tratta di tre opere fondamentali per i giovani, e da parte nostra la volontà di fare qualcosa per loro di certo non manca. In città poi, negli ultimi tempi sono nati dei gruppi teatrali che stanno portando avanti dei progetti importanti, e meritano delle risposte per tutto l’impegno che ci stanno mettendo.

Carenze e potenzialità degli edifici scolastici Tra le carenze riscontrate in questi mesi, spicca la mancata manutenzione degli edifici scolastici nel corso degli anni, e per questo stiamo cercando di reperire delle risorse per garantire la sicurezza e la tranquillità degli studenti delle nostre scuole. Il punto di forza degli istituti di Nettuno invece, è la loro qualità e la voglia di fare di inse-

gnanti e studenti. Con una buona base il futuro non può che essere roseo.

Cosa manca alla città Di cose che mancano ce ne sono parecchie, e le carenze si sono acuite nel corso degli anni. A mio parere mancano i punti di aggregazione: dalle piazze dei quartieri fino a quelli culturali. Senza questi diventa difficile crescere, perché ognuno sta per conto suo e non si crea lo spirito di una comunità unita. Il momento in cui sei stato più orgoglioso di ricoprire l’incarico Per me è stata la processione di maggio, perché mi sono emozionato tantissimo: è stata la prima volta da sindaco, appena eletto, con quell’atmosfera. E’ stato uno dei momenti più belli, forse più della vittoria. Quella è la tradi-

zione, la storia della città, e io ne stavo facendo parte. Il sogno nel cassetto Migliorare le condizioni di Nettuno quando finirà il mio mandato. Spero che la città allora avrà un’immagine differente all’esterno. Vorrei far diventare Nettuno un punto di riferimento per quanto riguarda lo sport e la cultura. Vorrei dargli la dignità ed il prestigio che merita per la sua storia

Una promessa per i tuoi elettori Non sono abituato a fare promesse a vuoto. Posso garantire che ci metteremo tutto l’impegno per risolvere tutti i problemi della città prima di ripartire. A breve l’intenzione è quella di chiudere quelle che sono state delle scelte sbagliate fatte in passato. Vanno risolte per poi ripartire.


Intervista doppia

15 gennaio 2009

Mariachiara Onori guida bambini e ragazzi di Nettuno e sogna di diventare ballerina

Idee chiare e tanta voglia di fare

«Non chiedetemi di tappare le buche, ma voglio una biblioteca e un teatro» di Mario Scagnetti

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(mario.scagnetti@reporternews.eu)

a forza delle idee, quella sana ingenuità che porta a credere nel lavoro come unico mezzo per raggiungere gli obiettivi, le idee chiare. Una carriera politica appena iniziata. E soprattutto tanta voglia di fare e di crescere. Questo l’identikit del Sindaco del consiglio comunale dei bambini e dei ragazzi, iniziativa lanciata dall’amministrazione comunale di Nettuno per avvicinare le nuove generazioni alla vita politica dell’ente. Questo l’identikit di una giovanissima studentessa che si è conquistata il diritto di indossare la fascia tricolore e di rappresentare tutti i ragazzi d’età compresa tra gli otto e i 14 anni. Nome? «Mariachiara». Cognome? «Onori». Età? «13 anni». Città di nascita? «Sono una cittadina di Nettuno, anche se effettivamente sono venuta alla luce all’interno dell’ospedale di Anzio». Ruolo istituzionale? «Sindaco del consiglio comunale dei bambini e dei ragazzi». Titolo di studio? «Licenza elementare, ma solo per ora. Quest’anno infatti sosterrò gli esami di terza media e poi voglio iscrivermi al Liceo Linguistico di Anzio, perché mi piacciono le lingue e da grande mi vedo bene come interprete».

Il primo obiettivo del 2009? «In realtà i primi progetti che voglio portare avanti sono due. Uno è l’inaugurazione di una biblioteca comunale, mentre l’altro riguarda l’apertura di un centro di aggregazione per noi giovani. Quando esco con le mie amiche, infatti, non abbiamo nessuna alternativa alla solita passeggiata sul lungomare». Un pregio e un difetto di Nettuno? «Il mare e le spiagge sono sicuramente due pregi. Per i difetti, invece, ci sono i graffiti sui muri e il problema rifiuti, anche se ultimamente la situazione sta miglio-

rando. Il Borgo Medievale, invece, è una via di mezzo, uno di quei posti che non sono brutti ma che potrebbero essere migliori». Cosa farai per i giovani della città? «Oltre alla biblioteca e a un punto dove divertirci, vorrei creare maggiori occasioni per mettere in comunicazione tra loro i giovani e gli anziani. L’idea è quella di realizzare degli appuntamenti periodici nei quali noi giovani potremo incontrare gli anziani. Inoltre, dei gruppi di ragazzi potrebbero anche girare per le varie case di riposo, io vado spesso in questi posti per in-

contrare i miei nonni e alcune signore sono sempre sole. Mi fanno tenerezza». Carenze e potenzialità degli istituti scolastici? «I bagni indecenti, le sedie, le lavagne e i banchi vecchi e rotti sono sicuramente delle carenze. Quando mi sono iscritta all’Ennio Visca i professori della mia classe hanno chiesto una lavagna nuova, perché la nostra è da buttare, eppure sono arrivata agli esami di terza media sempre con la stessa lavagna. I laboratori, invece, rappresentano le nostre potenzialità migliori. Noi ne abbiamo uno d’informatica e uno

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di ceramica, oltre a una sala teatro e a una palestra che, anche se piccola, non è per niente male». Cosa manca alla città? «Un bowling, un cinema e un teatro. Per quanto riguarda il teatro, comunque, so che a breve partirà il progetto per la sua costruzione». Il momento in cui sei stata più orgogliosa della tua carica? «Il momento più bello è quando sono entrata nell’ufficio del sindaco Alessio Chiavetta per un colloquio privato. Dopo i funerali dell’ex primo cittadino Giuseppe Monaco, infatti, il mio collega più grande mi ha chiesto di tornare in Comune con lui per parlare un po’. In quell’occasione gli ho esposto tutti i miei obiettivi e gli ho parlato dell’apertura di un internet caffè. Lui ha riflettuto qualche istante o poi ha accolto con entusiasmo la mia idea, mi sono tolta un grande peso perché pensavo non fosse d‘accordo». Il tuo sogno nel cassetto? «Fare la ballerina. Da otto anni faccio danza classica e quest’anno ho cominciato anche quella moderna. Prima di tutto, però, vengono gli studi». Una promessa per i tuoi elettori? «Quando sono stata eletta ho detto che non mi rimangio mai la parola data e quindi sono sicura che tutti i giovani consiglieri e io riusciremo a rendere migliore la città di Nettuno. Certo non posso dire che riuscirò a chiudere le buche, fino a ora me l’avranno chiesto un milione di persone, ma sono sicura che presto finalmente avremo una biblioteca e un teatro».


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Politica

15 gennaio 2009

Astrid Fragalà è stata chiamata alla guida del Comprensorio Litorale Sud dell'associazione

Nuovo Presidente per la Confcommercio di Gianluca Contiero Cambio di guardia ai vertici del Comprensorio Litorale Sud della Confcommercio di Roma. Astrid Fragalà è stata eletta nel ruolo di Presidente, e questo chiude il periodo buio del commissariamento della stessa associazione commercianti. La Faragalà, già Presidente della Confcommercio di Pomezia e Torvaia-

nica, infatti va a sostituire l'ormai ex commissario Franco Del Monaco, Presidente del Coordinamento Provincia e componente della giunta della Confcommercio Roma. Nel nuovo consiglio direttivo hanno trovato spazio anche Gabriella Stella, già Presidente della Confcommercio di Nettuno e ora anche vice Presidente Vicario del Comprensorio Litorale Sud, Daniele Occhiodoro e Angelo Graziosi, che ricopriranno la

Ardea è preoccupata per la sua salute e la Sinistra Unita si ribella

Inceneritore? No grazie

di Giovanni Salsano (giovanni.salsano@reporternews.eu)

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arte dal centrosinistra di Ardea, in particolare dal Laboratorio Cittadino per la Sinistra Unita (Verdi, Sinistra Democratica e Partito Socialista) una nuova

battaglia contro l’inceneritore di Albano Laziale, un’opera che, tuttavia, la Regione sembra intenzionata a portare avanti senza ripensamenti. I rappresentanti del Laboratorio, comunque, hanno chiesto al Presidente del consiglio comunale di Ardea, Policarpo Volante, di presentare una loro mozione nella prossima assise (non avendo rappresentanti in consiglio) per far dichiarare ufficialmente al Comune rutulo il proprio “no” all’impianto. «L’inceneritore al confine

con Ardea – dicono i rappresentanti del Laboratorio – riverserebbe su Albano Laziale e Ardea, e più in generale sui Castelli Romani – Litorale Pontino, decine di tonnellate all’anno di polveri disperse contenenti sostanze tossiche e centinaia di migliaia di tonnellate all’anno di fumi contenenti, tra l'altro, diossine, furani,

idrocarburi policiclici, piombo, mercurio e cadmio. Concordiamo con il Coordinamento contro l’inceneritore sul fatto che l'accelerazione delle procedure per l’apertura del cantiere dell’impianto, inutile e dannoso, debba produrre un’immediata risposta da parte dei cittadini e delle istituzioni di tutte le aree interessate,

non solo di quelle dei Castelli Romani». Per questo, il Laboratorio ha aderito all’iniziativa presa dal Coordinamento che ha organizzato per sabato 17 gennaio, alle 17 presso l’auditorium comunale di Genzano, un’assemblea pubblica alla quale interverrà Paolo Mondani, giornalista di Report e autore de “L’oro di Roma”.

carica di consiglieri. «Ringraziamo Del Monaco – dice la neo Presidente Astrid Fragalà – per aver messo a disposizione la sua grande esperienza sindacale durante il periodo di commissariamento e per aver gestito, con professionalità, la fase transitoria che ha portato all'elezione degli organi sociali». Adesso la Confcommercio potrà tornare a svolgere nel migliore dei modi il suo lavoro, e cioè promuovere e coordinare le attività associative nei territorio di Anzio, Ardea, Nettuno e Pomezia, ovviamente in collaborazione con le associazioni locali già esistenti e operative.

Operazione mare pulito

Pronti 11 milioni per combattere l'inquinamento della costa rutula

In attesa che – tra qualche anno – porterà meno inquinamento da monte sul territorio di Ardea, il nuovo depuratore dei Castelli Romani ha già portato un’ottima notizia per la città rutula: un finanziamento regionale di poco meno di 11 milioni di euro per realizzare opere complementari allo stesso depuratore. Secondo il protocollo d’intesa recentemente firmato da Comune e Assessorato regionale all’Ambiente, con i fondi regionali, si spera in tempi brevi (o comunque ragionevoli), sarà realizzata la nuova condotta adduttrice che dalla Castagnetta arriverà al serbatoio interrato di via Campo di Carne, a Tor San Lorenzo (per una spesa di 5,6 milioni di euro), sarà completata la rete fognaria di Lungomare degli Ardeatini (cui saranno destinati 1,38 milioni di euro) e ampliato il depuratore di via Bergamo (il cui costo è di 4 milioni di euro). «Il depuratore – dice il Sindaco di Ardea, Carlo Eufemi – vedrà convogliare le acque reflue dei Castelli per rendere più pulite le acque dei nostri fossi e del nostro mare. È un’opera attesa da tempo e che, grazie a queste intese, contribuirà a definire una volta per tutte lo sviluppo del territorio». L’opera è attesa soprattutto perché servirà alla depurazione delle acque che da monte giungono sul territorio comunale. Dai Castelli, infatti, arrivano le principali fonti di inquinamento per la costa che, la scorsa estate, contava quasi 5 chilometri di divieto di balneazione. (G.S.)


15 gennaio 2009

Ad Anzio rinviata al 18 febbraio la conferenza dei servizi

Il nuovo porto resta al palo

di Roberta Sciamanna

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(roberta.sciamanna@reporternews.eu)

a svolta del nuovo porto è all’angolo. Prevista inizialmente per il 14 gennaio, la Conferenza dei Servizi per l'approvazione del progetto definitivo ad Anzio slitta al 18 febbraio, ore 10, ufficio del sindaco. Il motivo: improrogabili impegni dell'ente comunale non meglio definiti. Una delle ultime tappe nel lungo e travagliato iter che ha portato alla redazione del progetto da parte della società Capo d’Anzio Spa, di cui è diventato presidente Luigi D’Arpino. Salvo ulteriori obiezioni, come quelle sollevate dalla Regione Lazio su questioni procedurali che avevano messo un freno all’iter, nell’ufficio del sindaco Luciano Bruschini si deciderà il futuro di un’opera storica, che promette il rilancio della città da ogni punto di vista, turistico e culturale, economico e occupazionale. Quello di cui si parla da anni, tra consigli comunali infuocati, assemblee pubbliche, stop forzati, salite e ripartenze. Nel mese di giugno la società incaricata di redigere il progetto aveva conse-

Il vertice programmato per il 14 gennaio, è stato posticipato per improrogabili impegni del Comune. Per iniziare i lavori manca solo il via libera da parte della Regione al progetto definitivo

gnato formalmente il documento al sindaco Bruschini per un successivo esame da parte dell’ufficio tecnico comunale e della giunta. La tappa successiva all’approvazione del progetto definitivo, dopo la conferenza del 18 gennaio, dovrebbe puntare alla consegna delle aree e degli specchi d’acqua che saranno oggetto dei lavori per la realizzazione delle nuove opere portuali. At-

torno al progetto, coordinato dall’ingegnere Gianluca Ievolella, girano cifre imponenti, con un investimento interamente autofinanziato da parte del Comune di 130 milioni di euro. «Una grande occasione di sviluppo economico ed occupazionale», come ha ribadito più volte il primo cittadino Luciano Bruschini, che si trova oggi a proseguire un lavoro avviato nove anni fa dall’ex sindaco

Candido De Angelis, attualmente senatore. Un intervento che prevede complessivamente 1256 posti barca riservati alle imbarcazioni turistiche (860 nella darsena nord del vecchio porto, 396 in quella sud del nuovo porto), 34 ormeggi per pescherecci, un pontile d’attracco per aliscafi e mezzi veloci di collegamento con le isole e con i maggiori porti italiani, tre attracchi per traghetti e navi da crociera, una darsena riservata ai mezzi di Polizia ed Esercito, cinque cantieri navali, una stazione marittima con una torre di controllo. Ed ancora quattro circoli velici, due strutture per la pesca, uno yacht club, una sezione velica della Marina Militare, un parcheggio multipiano, due aree commerciali, una sala espositiva museale e 2350 posti auto. Numeri che rivoluzioneranno da cima a fondo il volto della città, che sulla realizzazione del nuovo bacino punta tutte le carte.

Politica

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Nasce la costituente dell'Udc Pomezia

di Giovanni Salsano (giovanni.salsano@reporternews.eu)

È stata istituita anche a Pomezia la costituente dell’Unione di Centro, il cui direttivo è composto da rappresentanti delle liste di Pomezia Unita e dell'Unione Democratici di Centro (Udc), entrambe presenti nel consiglio comunale pometino. «La costituente dell’Unione di Centro - si legge in una nota - in analogia con quanto già in essere a livello nazionale, nasce anche a Pomezia con il presupposto che i partiti non sono e non possono essere oligarchie e che la politica non è e non può essere soltanto una tecnica mediatica. Partiti e politica devono essere strumenti in mano ai cittadini per rendere viva una democrazia».


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Cronaca

15 gennaio 2009

Il piccolo genio còrso Jean Cyril Spinetta

Con il sì del cda all’offerta di Air France per rilevare il 25 per cento del capitale della Compagnia aerea italiana si chiude l’estenuante querelle della privatizzazione di Alitalia. Iniziata due anni fa e terminata lunedì scorso con l’ingresso della compagnia di bandiera francese e la vittoria del suo presidente Jean Cyril Spinetta, corso di origine italiana. Così come pronosticato da “Reporter” fin dalla scorsa estate. Del resto la RescoUno srl, società di passamaneria facente capo a Banca Intesa, è stata trasformata il 29 agosto scorso nella Cai proprio perché l’accordo con i francesi c’era già stato. Alla notte tra il 26 e il 27 agosto risalirebbe, infatti, l’incontro top secret, avvenuto a Parigi, tra gli emissari di Banca Intesa e i vertici di Air France. Pubblicato dal quotidiano transalpino “La Tribune”, subito smentito e ora attuato. Altrimenti perché la cordata di imprenditori italiani, novizi in materia di trasporto aereo, avrebbe impegnato soldi e tempo? La risposta è ovvia: perché sapeva che poteva contare su un partner d’esperienza. Air France, appunto! Lufthansa e British Airways non avevano alcuna chance, nonostante i proclami di ministri, deputati e sindaci vari. Non soltanto perché Alitalia è indissolubilmente legata ad Air France nell’alleanza Sky Team mentre i Tedeschi fanno parte di Star Alliance e gli Inglesi di One World. E per uscire dall’alleanza la fallita Alitalia avrebbe dovuto sborsare 200 milioni di euro che non aveva e che si sarebbe dovuti accollare il partner entrante come sovrapprezzo. Ma soprattutto perché nel 2003, a livello europeo, è stata decisa la spartizione dei cieli del Vecchio Continente e i paesi più forti all’epoca (Francia, Germania Gran Bretagna) hanno deciso le linee di espansione. Ad Alitalia è toccata Air France, visto che già gravitava nell’orbita di Sky Team così come era già accaduto per l’olandese Klm. I sindacati lo hanno detto più volte, fin dall’inizio, che l’abbraccio con Air France andava fatto “alle migliori condizioni”. Rinviarlo ha portato ad un accordo alle peggiori condizioni”, per i lavoratori s’intende. A Spinetta invece è andata benissimo. Invece di versare il miliardo di euro preventivato all’inizio e rilevare pure i debiti, ha pagato soltanto 323 milioni per la quota Cai divenendo di fatto azionista di riferimento. (A.Z.)

È

di Alessandra Zavatta

una irresistibile ascesa quella che ha portato Air France a divenire prima compagnia in Europa. Con l’acquisizione del 25 per cento del capitale della Cai, deciso lunedì scorso, la società transalpina potrà contare su un bacino di 99 milioni di passeggeri l’anno. Trantasette in più della rivale Lufthansa, che già da tempo ha acquisito la Swiss e ora guarda con interesse all’Austrian Airlines e alla scandinava Sas. Visto che l’accordo Cai-Air France gli ha tolto la leadership. La Cai è nata ufficialmente il 12 gennaio alle 21, quando l’Ente nazionale di assistenza al volo ha concesso la licenza di operatore aereo alla società presieduta da Roberto Colaninno. Una nascita sbloccata proprio dall’intervento di Air France-Klm che ha messo sul tavolo 323 milioni di euro in contanti per chiudere l’accordo. Con l’apporto economico dei sedici imprenditori della cordata italiana il valore della compagnia ha ora raggiunto 1,2 miliardi di euro. Il gruppo franco-olandese sarà il primo e più importante azionista e avrà tre rappresentanti nel consiglio di amministrazione. A Fiumicino è andata bene. «Il Leonardo da Vinci è il nostro hub di riferimento e lo sarà fino a quanto non avremo trovato un'intesa con la Regione Lombardia e il Comune di

Milano», spiega l’amministratore delegato di Alitalia-Cai Rocco Sabelli mettendo a tacere le polemiche con Malpensa. L'accordo prevede l'ampliamento dell'offerta di voli nazionali, europei e intercontinentali da e per Roma e Milano, e il miglioramento della qualità e dell'efficienza del servizio. Fiumicino diventerà riferimento nei collegamenti tra Europa, Mediterraneo e Sud America. I nuovi collegamenti che l'alleanza attiverà su questa di-

rettrice di traffico, infatti, partiranno dagli aeroporti italiani, che serviranno tutti i clienti europei. L'accordo di partnership consentirà, inoltre, ad Alitalia di sviluppare le rotte per il Nord America: prevede inoltre l'opportunità di entrare nella joint venture atlantica che Air France-Klm sta costituendo con le statunitensi Delta Airlines e Northwest. Per quattro anni, fino al 12 gennaio 2013, nessun socio italiano potrà ce-

dere le azioni all'esterno di Alitalia né potrà cederle ad AirFrance-Klm. Al quinto anno il trasferimento delle azioni a terzi sarà possibile, solo a condizione che gli altri soci italiani non abbiano esercitato il diritto di prelazione e che il trasferimento sia approvato dal cda di Alitalia. Il lock up viene meno, necessariamente, soltanto nel caso di quotazione in Borsa, a partire dal terzo anno. «C’è l'impegno a concentrare le rotte intercontinentali su Malpensa e di massimizzare presenza e redditività delle rotte verso il Mediterraneo, l'estremo Oriente e il Sudamerica da Fiumicino», ci tiene a ribadire il presidente Roberto Colaninno. «Un'operazione solo industriale e non speculativa che consente un investimento di lungo periodo. Una cosa è certa: vogliamo essere competitivi e quindi non pensiamo di risolvere i nostri problemi aumentando il prezzo dei biglietti».


15 gennaio 2009

Cronaca

Ottomila piloti, hostess e operai restano a terra e non avranno subito la cigs

La “guerra dei vinti” inizia ora

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I sindacati promettono battaglia legale. Già pronti centinaia di ricorsi

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a nascita di Cai l’hanno pagato ottomila piloti, hostess, operai e impiegati. I dipendenti “in esubero” nella vecchia Alitalia, rimasti ora senza lavoro. Migliaia di loro vivono a Ostia, Fiumicino, Acilia, Pomezia. Per i prossimi quattro anni saranno in cassa integrazione. Poi scatterà l’indennità di mobilità. Poi il nulla. «Madri lavoratrici, divorziate e vedove, ma anche ragazzi disabili e sindacalisti sono stati scartati dalla Cai, che nelle assunzioni ha fatto ciò che ha voluto», denuncia Paolo Maras dell’SdL. «Non sono stati rispettati gli accordi di Palazzo Chigi sottoscritti il 31 ottobre scorso e si è andati avanti lo stesso. E’ stata un’operazione di macelleria sociale». «La Cai - annuncia Andrea Cavola, segretario nazionale dell’SdL e cassintegrato - nasce sotto una pioggia di ricorsi giudiziari. Gli irregolari criteri adottati per le assunzioni in Cai, senza rispettare né l’anzianità di servizio né i “carichi familiari” (figli minori, anziani e malati da accudire) apre la porta a numerose vertenze. Perché chi è rimasto fuori non è certo disposto a stare zitto con la promessa di una possibile riassunzione». «Adesso mi daranno 1.100 euro al mese di cassa integrazione guadagni. Ho moglie e figli e non starò certo in silenzio”, s’arrabbia Fabio Frati, lo stakanovista della Cub Trasporti messo fuori dalla porta da Alitalia. La Cai non lo ha voluto, come molti altri sindacalisti “ribelli” che hanno guidato la rivolta a Fiumicino. «Purtroppo per i contribuenti, i lavoratori dell'azienda, l'indotto e i

piccoli azionisti - sostiene Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma - si sarebbe potuta risparmiare questa operazione, e cioè la vendita alla Cai, che ritorna al punto iniziale ovvero la cessione di Alitalia ad Air France, in barba alla difesa dell'italianità. I francesi sono comunque l’azionista di riferimento in Cai e l’operazione è costata cara al Paese per gli ottomila esuberi e per i 3,5 miliardi di euro di debiti scaricati sulle spalle degli italiani». Intanto la Regione Lazio sta lavorando con Unionfidi per cercare di poter anticipare quanto spetta ai la-

voratori Alitalia in cassa integrazione. Visto che l’indennità di cigs non verrà pagata subito e per al-

cuni mesi molti resteranno senza sostegno economico. «Ci impegniamo a fare fronte noi come Re-

gione a questa emergenza per quanto ci sarà possibile», giura il presidente Piero Marrazzo. «Con la legge finanziaria 2008 abbiamo deciso di attivare un Fondo di Garanzia sulle ricadute occupazionali per 10 milioni di euro, a sostegno delle aziende dell'indotto diretto ed indiretto Alitalia», rende noto l'assessore regionale al Lavoro Alessandra Ribaldi. «Non lasceremo sole le lavoratrici e i lavoratori della ex compagnia di bandiera espulsi dal processo produttivo oppure assunti dalla nuova compagnia secondo criteri di selezione discriminatori». «Cai si impegna a riportare nel perimetro aziendale i lavoratori attualmente messi in cassa integrazione e i precari», ribatte il presidente Roberto Colaninno, che definisce l'obiettivo «un punto fondante dell'etica» della Nuova Compagnia. La gestione delle relazioni industriali, aggiunge, «sarà orientata alla soddisfazione delle persone che lavorano in Alitalia, che sono un patrimonio importante». « Le ricadute sono drammatiche e si ripercuotono su tutti i lavoratori: precari, cassaintegrati e nuovi assunti, tanto delle società coinvolte direttamente che dell'indotto», interviene Gualtiero Alunni , responsabile Nazionale Trasporti di Rifondazione comunista, che ha chiesto «l'immediata sospensione del processo delle assunzioni e la realizzazione di liste pubbliche per una graduatoria che tenga conto dell'anzianità e dei carichi familiari e l'aumento dell'organico attingendo al personale cassintegrato e precario».


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Cronaca

15 gennaio 2009

Dalla Regione Lazio pesanti tagli alla sanità di Ostia. I precari scendono in piazza per non perdere il lavoro

Giacomo Vizzani: «La decisione è stata presa a tavolino e senza la benché minima conoscenza del territorio»

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Licenziati in 30 tra medici e tecnici Il Grassi rischia la paralisi

tagli della Regione Lazio rischiano di paralizzare il Grassi. In arrivo, dopo il taglio dei posti (poi “restituiti” dopo una sollevazione “popolare”) quello del personale, nel mirino, infatti, sono finiti i precari che, se non accadrà niente nelle prossime ore, vedranno rescisso il rinnovo. Una decisione annunciata dalla regione che se verrà attuata, in considerazione della situazione organizzativa del Grassi, provocherà gravi ripercussioni ed in alcuni casi, anche la sospensione dei servizi. «Il provvedimento riguarda 31 persone (che sono rimaste tutte al lavoro, nonostante la conclusione del contratto) – spiega Eugenio Bellomo, portavoce della Rsu del Grassi – tra cui: nove medici (su un organico di

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tempo, una delegazione ha occupato il sesto piano dell’edificio di Casalbernocchi che ospita gli uffici della Asl Rm D. «Da qui non ce ne andremo – dichiara lo stesso Bellomo, sottolineando le ragioni della lotta – aspettiamo una risposta. Qualcuno deve dirci cosa si vuole fare con questo ospedale». Il direttore generale Giusy Gabriele attende direttive da parte della Regione. Intanto, Lodovico Pace, Assessore agli Affari Sociali del Municipio annuncia la mobilitazione a sostegno del Grassi. «Prima il taglio di 27 posti – ricorda Pace – poi, la questione spinosa dell’Anffas, ora il mancato rinnovo del contratto a 30 precari, decisione che getta nel caos i servizi ospedalieri. Siamo dalla

parte dei lavoratori ed il consiglio municipale compirà tutti i passi per scongiurare i licenziamenti». «Una città come Ostia – afferma Mario Falconi, Presidente dell’Ordine dei Medici, che è voluto essere presente alle manifestazioni di protesta del personale precario – finisce per pagare i costi della politica e l’incapacità di quanti amministrano la sanità pubblica. Infatti, in alcuni casi, si ritiene più utile tenere aperti ospedali molto costosi e spesso vuoti, mentre per il Grassi, insufficiente a soddisfare la richiesta dei servizi non si fanno gli investimenti necessari». Ferma la condanna dei sindacati dei medici. «Si sta mandando a casa – ricorda Riccardo Margheriti dell’Anao – operatori

che lavorano quali precari da più di dieci anni e che risultano fondamentali per l’espletamento dei servizi. Per fare fronte alle esigenze del Pronto Soccorso e coprire i buchi in organico, si dovranno utilizzare i medici in servizio nei reparti ospedalieri, con il risultato finale che si finisce per ridurre i posti letto disponibili». Per il presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani si tratta di un’operazione senza senso. «E’ un a decisione presa a tavolino – sottolinea – e senza nessuna conoscenza del territorio. Non si possono tagliare la metà dei medici in servizio al Pronto Soccorso senza tenere conto delle conseguenze di adottare una decisione come questa».


Cronaca

15 gennaio 2009

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Ore Contate Contate Resta incerto il futuro della struttura lidense. Sindacati sul piede di guerra

Sant'Agostino e il grande enigma

dall'ospedale. Pochi mesi dopo si sfiora la tragedia: un cornicione si stacca e cade da venti metri accanto alla porta delle vaccinazioni infantili. Il piazzale per fortuna è vuoto, e nessuno riporta ferite. Ma i dubbi sull’integrità della struttura aumentano. Arriva Pasqua, e con lei forti raffiche di maltempo che flagellano Ostia. Il vento la fa da padrone e butta giù due muri di cinta dell’ex ospedale lidense, che vengono raccolti addirittura dopo un mese. L’estate passa tranquilla, ma con il ritorno dell’inverno tornano i dubbi. In un clima di smobilitazione generale, lo scorso mese

I

di Marco Ciapetti

(marco.ciapetti@reporternews.eu)

l futuro del Sant’Agostino è ancora nascosto dietro un enorme punto interrogativo. Mentre si attende l’inizio dei lavori (inaugurati l’11 aprile 2008) che trasforme-

ranno l’ex ospedale nella Casa della Salute della Donna e del Bambino, infatti, avanzano i dubbi di utenti e dipendenti dell’intero presidio RomaD sul futuro del primo ospedale di Ostia. Attualmente la struttura è ridotta in condizioni di degrado e abbandono, nonostante al suo interno resistano

servizi sanitari molto importanti; visto da fuori l'ospedale dà veramente l’idea di un palazzo abbandonato. Esattamente un anno fa il primo scandalo sullo stato di abbandono in cui versava la struttura: scatoloni ammassati nell’umidità agli angoli delle scale, muffa sulla pareti, cabine elettriche piene di

immondizia, fili scoperti, mobili abbandonati sui piani. E ancora, ruggine sui tubi idrici, calcinacci ammassati accanto alle porte di ingresso. Nessuna sorveglianza e soprattutto un archivio di cartelle relative a pazienti degli ultimi vent’anni dimenticato su una libreria e accessibile a tutti. L’inchiesta toccò sul vivo i vertici aziendali, che si affrettarono a diramare tempi e modi di realizzazione della Casa della Donna e del Bambino. Struttura che avrebbe accorpato assistenza ginecologica e pediatrica. I lavori, però, non sono mai partiti. «Per un difetto di forma nel bando di assegnazione dell’appalto per i lavori» spiegò con un comunicato la RmD. Rinviando il tutto a data da destinarsi. Nel frattempo, però, il servizio Tsmree (Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva) veniva trasferito da Caslbernocchi proprio al Sant’Agostino. In una struttura prossima allo sgombero. Tra l’incredulità dei dipendenti costretti in pochi giorni a cambiare sede di lavoro. Mentre altri servizi venivano allontanati

sono tornati a farsi sentire i Cobas RmD, il gruppo sindacale più attento e vigile alle vicende aziendali, che in coda a un lungo comunicato diffuso agli organi di stampa lanciavano un’interessante domanda: «Perché in questi anni si è proseguiti imperterriti con decisioni, scelte e provvedimenti improvvisati e contraddittori? Da una parte si è andati avanti con spostamenti e trasferimenti di alcune attività, servizi e funzioni, come la Direzione del Distretto 2, la Protesica, la Guardia Medica, il Cad, il Servizio Disabili Adulti, la Scuola Infermieri Professionali; dall’altra, successivamente, si decideva di trasferire senza oggettivi e plausibili criteri e ragioni nella stessa struttura, oltretutto in spazi e locali non idonei e divenuti oramai inagibili, l'ex Medicina Preventiva e la Direzione del Tsmree». I dipendenti, dunque, restano sul piede di guerra, ma adesso nessuno sa davvero cosa sarà del Sant’Agostino. Anche se Ostia avrebbe davvero bisogno di una struttura sanitaria che supporti quelle già presenti.


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Cronaca

Sigillati il luogo di culto degli Evangelisti, il teatro e il cineforum

Palocco, sfrattata la chiesa

Le attività erano ospitate nei capannoni del Centro di iniziativa, “abusivamente” secondo la magistratura che ne ha ordinato la chiusura

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di Angela Valenti

hiusi i capannoni dei centri di iniziativa a Casal Palocco. Sfrattati il Cineforum, il teatro e perfino la chiesetta degli Evangelisti. L’ufficiale giudiziario ha posto nei giorni scorsi i sigilli su un’area di 2.200 metri quadrati dove operano, dal 1981, venti associazioni culturali, due sedi di partito e la chiesa evangelica. L’elemento del contendere è la natura della proprietà del terreno se privata oppure, come sostiene il Comune di Roma, pubblica. La contesa nasce quando la società che ha costruito Casal Palocco fallisce. Era il 1993: alcuni appezzamenti, tra cui il terreno su cui sorgono i capannoni, vennero acquistati da un privato che ne rivendica ora la proprietà. Per il Comune di Roma, invece, quelli dei capannoni sono terreni di attinenza alla strada, zone per così dire di servizio e, quindi, pubbliche. Il primo grado di giudizio ha stabilito che si tratta di proprietà privata e sono così stati apposti i sigilli. Bisognerà attendere la corte d’appello per una sentenza definitiva ma, nel frattempo, il ruolo di aggregazione svolto all’interno dei capannoni, fondamentale per la comunità palocchina, è terminato. Il consigliere comunale del Partito democratico Alessandro

Onorato si è fatto carico della situazione: «Bisogna garantire il proseguimento dell’unico punto di aggregazione sociale del quartiere e le relative attività e contestualmente evitare che 2.200 metri quadrati di verde e cultura diventino una colata di cemento. Questo non può e non deve avvenire. L’unica strada, qualora venga confermata dalle sentenze dei prossimi giorni la proprietà privata dei terreni, è l’esproprio. Questo ci deve garantire il sin-

daco Gianni Alemanno. E’ già stata inviata una lettera al primo cittadino affinché ci riceva insieme alle associazioni operanti e al neocomitato nato in difesa di questi spazi». Onorato e il movimento d’opinione, nato spontaneamente tra gli abitanti di Casal Palocco, chiedono, quindi, in caso di conferma della sentenza a favore della proprietà privata, un intervento decisivo da parte del Cam-

pidoglio. Il movimento, attivo anche su Internet tramite il portale Facebook, si è strutturato ufficialmente come “Comitato per la difesa degli spazi sociali e del verde di Casal Palocco” ed è presente con un presidio permanente che propone un piano di mobilitazione continua e la raccolta di una petizione popolare da presentare al Sindaco di Roma. Il gazebo, attivo dalle 10 alle 18, ha avuto in questi giorni

grande affluenza di persone di tutte le età. Quello che colpisce è la composizione anagrafica dei firmatari: dai venti agli ottant’anni, coprono tutti gli archi generazionali a testimonianza di quanto siano necessari i luoghi di aggregazione in un quartiere come Palocco. «La nostra richiesta - spiega Claudio Fusco, vicepresidente del comitato - è che sia attivato tempestivamente un tavolo di confronto e di lavoro con il Comune di Roma per la tutela dei cittadini e del territorio». Tra le associazioni sfrattate anche l’Anffass, che si occupa dell’assistenza ai bambini portatori di handicap e alle loro famiglie, il comitato di quartiere di Casal Palocco, un commercialista e una scuola di pittura.

15 gennaio 2009

Ostia, arrivano i farmer market

Per rilanciare il commercio Ostia parte dai mercati e mercatini, che vanno valorizzati e sistemati. «I mercati di Casal Bernocchi e Casal Palocco stanno morendo - afferma Stefano Salvemme, presidente della Commissione Attività produttive del XII Municipio - Saranno necessari interventi di promozione e prevedere lo spostamento di servizi nelle vicinanze per ridare slancio ai due plateatici. Stiamo aspettando l’esito del bando comunale che ha messo a concorso 8 postazioni a Casal Bernocchi e 25 a Casal Palocco. A Casal Bernocchi, un mercato decentrato, si potrebbe aprire, in accordo con le poste italiane, un nuovo ufficio postale, mentre, per l’altro mercato di Acilia potrebbero essere utili interventi promozionali, manifestazioni e spettacoli. Oppure potrebbero divenire mercati tematici, come il mercato del pesce e i “farmer market” dei produttori». Su quest’ultimo punto, tra l’altro, il XIII Municipio ha promosso il bando pubblico (in scadenza il prossimo 15 gennaio) per l’allestimento dei mercatini di prodotti biologici. Con una mostra-mercato in piazza Tor San Michele e via Domenico Purificato. Sulla stessa lunghezza d’onda la proposta di prevedere lo svolgimento di mercatini amatoriali dove i collezionisti potranno incontrarsi e scambiare i pezzi migliori. Si tratta, in totale, di 12 manifestazioni. Ad oggi, i mercatini per collezionisti sono due, a Casal Palocco (Le Terrazze) e all’Infernetto, entrambi in programma la prima domenica di ogni mese. (E.B.)


Cronaca

15 gennaio 2009

In progetto la realizzazione di un percorso integrato tra i siti archeologici

Anzio e il tour di Nerone di Gianluca Contiero Un percorso integrato tra i tesori di Anzio. A lanciare l'idea è stato l'archeologo Andrea Di Renzoni, lo scopritore della Tomba della Civetta della gens Mulakia. Il progetto si inserisce perfettamente nel contesto della “svolta archeologica” voluta dall'assessore comunale al Turismo

Umberto Succi per il futuro neroniano; il punto di partenza è stata la partecipazione alla Borsa Internazionale del Turismo Archeologico di Paestum e quello d'arrivo sarà proprio la possibilità di visitare tutto d’un fiato i siti storici di Anzio. L'iniziativa è ancora in fase embrionale, ma le potenzialità ci sono tutte. Tra le varie bellezze che può offrire la città tirrenica, infatti, ci sono la Villa Imperiale

Sorgerà ad Acilia il parco a tema sugli antichi Romani

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I gladiatori di Cesare

di Nerone, l'antico porto neroniano, il Parco Archeologico, la Tomba dei Mulakia, il Vallo Volsco, ormai quasi pronto, e il museo civico archeologico di Villa Adele, che con le sue molteplici iniziative funzionerebbe anche da vero e proprio punto di raccordo tra gli stessi siti. Inoltre, ai tesori appena nominati potrebbe aggiungersi anche l'antica cisterna di Anzio. Di Renzoni e colleghi avevano presentato un progetto di recupero alla Regione Lazio, che aveva risposto stanziando dei fondi, ma ora la situazione è in stallo. La speranza è che i finanziamenti possano venire sbloccati nel giro di pochi mesi.

Bloccati gli scavi a Villa Fralana

di Cinzia Pagliaroli

omunque vada, sarà pur sempre degno di gratitudine il fatto che io abbia provveduto, nei limiti delle mie possibilità, a perpetuare la memoria delle gesta compiute dal più grande popolo della terra”, scriveva Tito Livio in “Ab Urbe condita”. A quanto pare, dopo il grande storico latino, il sindaco di Roma Gianni Alemanno si impegna a farci rivivere le avventure degli antichi Romani. Da qui a breve, per tutti coloro che hanno sempre avuto curiosità e passione per le imprese e la vita di coloro che hanno fatto di Roma il “caput mundi”, ci sarà un luogo dove incontrare Cesare e Augusto sarà possibile. “Entro quattro anni realizzeremo un grandissimo parco tematico della romanità, a un livello tecnologico e spettacolare che non abbia nulla da invidiare a Eurodisney, l’amministrazione si occuperà solo delle infrastrutture, mentre i costi del parco saranno a carico dei privati”: è quanto ha affermato Alemanno. Sul luogo esatto dove sorgerà il parco a tema ancora non si hanno notizie ben precise. Il sindaco parla di “waterfront di Ostia”, un’area che si estenderà tra il litorale fino al quadrante nordovest e sudovest di Roma (comprendendo l’Eur), come una sorta di trapezio. Considerando che l’afflusso turistico dovrebbe addirittura moltiplicarsi,

la localizzazione sembra possa avvenire tra Acilia e Casal Palocco, anche in relazione ai futuri progetti di collegamento, come la nuova stazione della metropolitana Acilia Sud. Quello di Alemanno è un progetto dedicato a tutta la famiglia, ai massimi livelli di divertimento e modernità, e ha deciso di inserirlo nel piano di sviluppo da presentare in

consiglio comunale. Contro la crisi del turismo tradizionale prende vita questa idea del parco a tema, che tra i suoi divertimenti virtuali permetterà, ad esempio, al visitatore di ritrovarsi fra il pubblico del Colosseo, vincere una gara di bighe al Circo Massimo, recarsi ai Fori Imperiali e girare nel quartiere natio di Giulio Cesare, la Suburra. E magari

proprio con il Dittatore potrà fermarsi a mangiare in uno dei tanti ristoranti i piatti tipici dell’antica Roma, brindando con dell’ottimo vino, fino ad arrivare ai dolci, dunque “edamus, bibamus, gaudeamus!” “mangiamo, beviamo, godiamo!” Dopo un bel pranzo, l’ospite sarà certamente pronto per combattere al fianco di Marc’Aurelio o per lui impegnarsi nella pericolosa carriera del gladiatore e gareggiare nell’arena nella speranza di vincere e non subire la decisione di quel pollice rivolto verso l’alto, “mitte” (salvo) oppure verso il basso, “jugula” (morte). Tutto questo, dunque, fa parte del piano ludico del Campidoglio, la storia nella storia, la magia in una città già magica. La città che tutti dovrebbero visitare per vivere un’esperienza da sogno e poter sentire il saluto dei gladiatori: “Ave, Caesar, morituri te salutant!”

Scavi bloccati per la villa rustica di epoca romana in località Fralana, nei pressi di Malafede. A denunciare la vicenda è l’associazione culturale Severiana. “Costruita nel II secolo, la villa è ricca di elementi decorativi ma versa in uno stato di degrado”, scrive il presidente dell’associazione Andrea Schiavone. “Eppure la villa riveste un grande significato per la storia del territorio ostiense, così come le altre disseminate tra la via di Acilia e via di Malafede. Purtroppo la villa di Fralana non è stata del tutto scavata e oggi versa in uno stato di abbandono che stride con la volontà espressa nel 2001 dagli abitanti di Malafede addirittura di cambiare il nome del loro quartiere proprio in Villa Fralana”. “La villa è oggi visitabile, in quanto completamente incustodita, all’interno del parco pubblico in via Gigi Chessa - sottolinea Schiamone Ma lo spettacolo è deprimente, così come lo stato di manutenzione del parco stesso: panchine danneggiate, irrigatori rotti. Scomparso pure un sepolcreto rinvenuto nell’area dove oggi sorge la scuola elementare di via Oscar Ghiglia”.


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L’inchiesta

15 gennaio 2009

Il manifesto

I raver utilizzano internet per organizzare le loro feste e per esprimere la loro cultura attraverso un manifesto pubblicato nel web. Poi, appena raggiunta la meta, inizia il delirio

Sono sempre di più i giovani alla ricerca del “delirio”. In aumento i minorenni

Nata per diffondere i concetti della controcultura, oggi la carovana degli ex ribelli dei party illegali si muove a ritmo di musica techno, alcol e droghe psichedeliche

orpi sospesi tra un movimento continuo e l’estasi degli sguardi, musica assordante, suoni glaciali e cibernetici, che arrivano direttamente al cervello. Ritmi ipnotici, fiumi di alcol e droghe di ogni genere. Il giardino dell’Eden al contrario, per la maggior parte delle persone; sogno sublime per chi ha fatto propria la cultura di certi appuntamenti. Rave, in una sola parola.

zioni imposte dalla società. Il tutto mirato alla ricerca di una libertà fisica e mentale totale, anche attraverso strumenti come la danza e le droghe, soprattutto quelle sintetiche. Il rave party nasce ufficialmente negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘80, in un momento storico in cui si formano le prime controculture che hanno come scopo quello di denunciare problemi economici, politici e sociali. Da Detroit le feste si espandono a macchia d’olio, arrivando prima in Gran Bretagna e poi anche in Italia,

Etimologia e storia La parola rave deriva dall’inglese e letteralmente significa “delirio”. In un senso più ampio, però, il termine indica la voglia di liberarsi dalle regole e dalle conven-

dove nei primi anni ‘90 sono ancora legali, al punto da essere organizzate all’interno di grandi discoteche, che per un sera decidono di puntare sulla musica techno, e da avere tutti i permessi

Siae necessari. La svolta illegale arriva quando i rave entrano nei centri sociali e trovano terreno

fertile fatto di disagio e protesta. I luoghi Il posto migliore dove organiz-

il Pill Test. E così chi decide di assumere una pasticca può conoscerne prima i principi attivi e i rischi. Sia chiaro, nessuno invito al consumo di droga da parte di nessuno, ma una presa di coscienza del problema di alcuni governi

europei, che hanno deciso di non far finta di nulla mentre i giovani continuano a morire alle feste illegali. Inoltre, informare gli assuntori delle sostanze contenute nelle pasticche può funzionare anche da deterrente.

In Italia, però il Governo non ci pensa neppure all'introduzione del Pill Test, e l'unica associazione a farsi portavoce della battaglia è Lab 57 Alchemica, che dal 1997 lotta per la riduzione del rischio prodotto da sostanze illegali.

di Mario Scagnetti

C

(mario.scagnetti@reporternews.eu)

Pill Test per conoscere il contenuto degli stupefacenti prima di assumerli. In Europa è già una realtà

Analizzare le pasticche di droga prima di assumerle è una pratica comune in tanti paesi europei. Spagna, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Olanda e Austria piazzano volontari e operatori sanitari fuori le discoteche, oppure all'interno dei rave, per effettuare

zare un festa illegale, che andrà avanti per diversi giorni, è un luogo che fino all’istante prece-


L’inchiesta

15 gennaio 2009

1990

Le feste illegali arrivano in Italia

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I ragazzi morti a un rave party negli ultimi 10 anni

dente nessuno conosceva. Un non luogo che in pratica non esisteva. In concreto, il popolo del rave solitamente sceglie i capannoni ormai dimessi di ex fabbriche, anche perché solitamente queste strutture sono situate alla periferia delle città. Per sballarsi, comunque, va bene anche un grande spazio verde, come una pineta oppure in bosco. D’estate, invece, è meglio puntare su una

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La fascia d’età nella quale si partecipa per la prima volta a una festa non autorizzata

2mila

I ragazzi che hanno preso d’assalto lo stabile di Ostia Antica dopo essere stati allontanati dalla città di Anzio

giovani. A muoversi al ritmo sfrenato della musica sono ragazzi di diverse estrazioni sociali: studenti figli di operai, giovani ricchi mantenuti da affermati professionisti, ribelli dei centri sociali e tantissimi ragazzi comuni, che durante la settimana la mattina vanno a scuola e il pomeriggio fanno i compiti. E non tutti hanno già festeggiato il diciottesimo compleanno, anzi tanti di

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Le denunce scattate per l'invasione dell'ex sede della Prosider

trocoltura, sono rimaste soltanto orde di ragazzini ai quali genitori e stato hanno temporaneamente concesso il permesso di cercare di uccidersi. Oggi a farla da padrone sono la musica techno e le sostanze psichedeliche, come lsd, funghi allucinogeni e mdma, principio alla base dell’ecstasy Il nomadismo La carovana del rave è nomade per definizione. Una festa del ge-

Polizia e Carabinieri costretti agli straordinari Il popolo dei raver invade il Mare di Roma di Gianluca Contiero

spiaggia. La scelta di occupare per diversi giorni un’area industriale, inoltre, non è assolutamente casuale e porta insiti dentro di se valori e concetti della cultura rave: la stigmatizzazione delle condizioni di migliaia di operai disoccupati e la liberazione dell’uomo dalle catene del lavoro. I raver Chi oggi frequenta le feste illegali ha poco a che fare con la cultura che ha portato alla loro nascita. Ormai dietro a ogni rave c’è soltanto una sfrenata e irresistibile voglia di sballo da parte dei più

loro sono minorenni. Nell’ultimo periodo, infatti, l’età media di chi decide di partecipare a questo tipo di feste si è abbassata parecchio, e quindi nella maggior parte dei raver c’è una minore consapevolezza dei rischi legati alla musica sparata a certi volumi, all’alcol e alle droghe. La cultura del rave Sballo a ogni costo, nella speranza di alterare il prima possibile il proprio stato mentale. Cercasi disperatamente un distacco dalla realtà. Ormai la cultura rave ha perso i propri fondamenti di ribellione e con-

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nere, illegale, non può mai essere riproposta nello stesso posto, se non a distanza di anni, perché una volta smantellato il rave chi nella società ha compiti di controllo – le forze dell’ordine nel caso specifico – sarebbe troppo avvantaggiato. A testimonianza di questo il fatto che a ogni rave arrivano giovani da ogni parte dell’Italia e dell’Europa. Per scegliere il posto e darsi appuntamento la tribù utilizza internet, navigando nelle pagine di siti che propongono feste illegali e che rappresentano dei veri e propri catalizzatori di raver.

Un rave tira l'altro. E così le forze dell'ordine del litorale sud di Roma sono costrette ai lavori straordinari per controllare il proprio territorio di competenza. Il popolo delle feste illegali, infatti, nell'ultimo periodo ha preso d'assalto spazi verdi, spiagge ed edifici industriali dimessi del litorale. Da Fiumicino a Nettuno nessuno sembra essere al sicuro. Emblematico il caso di Capodanno, quando il popolo dei rave si è dato appuntamento all'interno del territorio comunale di Anzio per salutare l'arrivo del nuovo anno, ma poi si è dovuto spostare in uno stabile industriale di Ostia Antica. Dalla città neroniana, infatti, i ragazzi sono stati immediatamente allontanati, ma ormai l'organizzazione del rave era partita e la macchina non poteva assolutamente fermarsi. A quel punto 2mila ragazzi in cerca di sballo si sono spostati, come detto a Ostia Antica, e hanno invaso un vecchio stabile fatiscente e dimesso di via dei Romagnoli. Quella che una volta era la sede della Prosider ha ospitato un megaparty illegale, che è andato avanti per ben quattro giorni e ha creato numerosi problemi alla circolazione stradale, ai residenti e ai titolari delle officine artigiane della zona. Al quarto giorno di rave, però, i Carabinieri di Ostia hanno sorpreso gli ultimi nostalgici, quelli

che proprio non riuscivano a tornare a casa, mentre stavano abbandonando la sede dell'ex fabbrica. I venti giovani sono stati fermati e denunciati a piede libero, dopo che l'amministratore delegato della società a cui appartiene l'immobile di via dei Romagnoli ha formalizzato la denuncia. Lanciato l'allarme rave sul litorale romano, poi, le forze dell'ordine hanno intensificato i controlli e i Carabinieri della Compagnia di Anzio, guidati dal maggiore Emanuele Gaeta, sono riusciti a sventare l'organizzazione di un'altra festa illegale. I militari hanno incrementato il numero delle pattuglie in strada e potenziato i controlli, con l'obiettivo di scongiurare l'organizzazione di altre feste illegali, dopo quella di Capodanno. I frutti del loro lavoro sono arrivati quando hanno fermato, e allontanato, una decina di ragazzi nel quartiere periferico Padiglione di Anzio. I giovani, provenienti da diverse parti d'Italia, si erano dati appuntamento nella zona industriale per effettuare una sorta di sopralluogo prima di organizzare il rave. Sempre nella stessa zona, infine, a maggio dello scorso anno la Guardia di Finanza aveva posto sotto sequestro uno stabile di 45mila quadrati, dove venivano stoccati rifiuti tossici e dove solitamente si dava appuntamento il popolo del rave per le feste illegali organizzate tra Anzio e Nettuno.


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Cronaca

Pioggia di fondi dopo il maltempo

Ad Ardea stanziati 300mila euro contro le buche della città di Giovanni Salsano (giovanni.salsano@reporternews.eu)

Il nuovo anno ha già portato due novità nella viabilità di Ardea: le strisce blu nel centro storico e l'attesissima riparazione delle strade cittadine. E se la prima è già una realtà, per la seconda invece non mancano problemi e rallentamenti. Sulla Rocca, la sosta a pagamento – provvedimento previsto già dallo scorso mese di giugno – è in vigore nella centralissima piazza del Popolo e, non appena sarà realizzata dal personale dell’autoparco comunale l’apposita segnaletica, sarà attiva anche nella vicina via Silla. «L’ordinanza – spiega il Sindaco di Ardea, Carlo Eufemi – non mira a fare cassa per il Comune, ma a razionalizzare la sosta e la viabilità in una zona in cui ci sono tanti esercizi commerciali, gli uffici comunali e la posta». I parcheggi sono a pagamento dal lunedì al venerdì, a esclusione dei giorni festivi, dalle 8.30 alle 20 e i ticket sono disponibili nei parcometri automatici installati lungo il perimetro della

piazza. La tariffa è di 50 centesimi di euro per ogni ora o frazione successiva, mentre la sosta è gratuita e illimitata il sabato, la domenica e nei giorni festivi. Al via anche i lavori di ripristino del manto stradale sulle strade del territorio, disastrate dopo il maltempo delle scorse settimane, per i quali sono stati stan-

ziati 300mila euro e rinviati a dopo le festività natalizie per la mancanza del materiale necessario. Intanto, è possibile presentare le richieste di risarcimento danni causati dalle buche, corredate da apposita documentazione, al protocollo del Comune in via Garibaldi.

della zona. Nel cantiere aperto in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto intanto, sono già iniziati i lavori per la scarificazione e la rimozione del vecchio asfalto ormai logoro, mentre durante le prossime due o tre settimane gli operai della ditta appaltatrice provvederanno quindi alla stesura del binder e del tappetino d’usura. «Ci scusiamo per gli inevitabili disagi alla circolazione portati dall'apertura del cantiere – spiega

l'assessore ai Lavori Pubblici Catia Baldetti – ma d'altra parte era necessario chiudere il tratto di strada in questione per permettere i lavori sul manto d'asfalto. In questa fase lavoreremo tra via Adda, via Piave e piazza Cavalieri di Vittorio Veneto. Dopodichè emetteremo nuovi ordini di servizio per i successivi lavori che porteranno al ripristino della sicurezza nelle strade di Santa Barbara».

Partiti i lavori di rifacimento della pavimentazione

Nettuno, strade sicure

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asta panoramiche da guerra lungo le strade di Nettuno. Il sindaco Alessio Chiavetta lo aveva promesso alla fine dello scorso anno, e a quanto pare ha tutta l’intenzione di mantenere la parola data. Sono partiti alla fine della scorsa settimana, i lavori di rifacimento totale del manto stradale nel quartiere Santa Barbara: la prima fase di una serie di interventi volti al ripristino della sicurezza sulle strade

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Turismo

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Dal 15 al 18 gennaio alla Nuova Fiera di Roma il Festival degli itinerari dello spirito

Ad organizzare JospFest è l’Orp, che punta a far confrontare culture e religioni

A

Canta e cammina in viaggio con santi, pellegrini e turisti

Fiumicino s’incontrano santi e pellegrini. Dal 15 al 18 gennaio prossimo la Nuova Fiera ospiterà Josp Fest, il primo festival internazionale degli itinerari dello spirito. Ideato e organizzato dall'Opera Romana Pellegrinaggi, Journeys of the Spirit Festival, farà incontrare non solo soltanto coloro che viaggiano per il piacere dell’anima ma punterà a fuoco quel patrimonio valoriale, comune a tutte le religioni, e sul quale il dialogo è possibile. Il Festival trarrà beneficio dal contributo di tutte le culture nell’ottica di una conoscenza più profonda, e si concretizzerà attraverso una serie di iniziative, tavole rotonde ed eventi di cultura e spettacolo, che mirano a dimostrare quanto le religioni possano essere vere e proprie “scuole” di educazione e di pace. “In tutte le religioni è insita la trascendenza e Josp Fest coglie questo aspetto e lo valorizza come terreno di incontro - spiega Padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell'Opera Romana Pellegrinaggi - Josp Fest si propone di essere un pellegrinaggio attraverso i continenti, un’occasione per scoprire

Da San Pietro a Lourdes in 40mila

la bellezza che il mondo offre a chi è veramente motivato a viaggiare e a conoscere”. “E’ nel viaggiare che i nostri cuori e i nostri occhi si aprono e si può sco-

prire e imparare”, sottolinea Padre Atuire. Al “think tank”, che è Josp Fest, prenderanno parte i santuari, gli enti di promozione turistica, le agenzie di

viaggi, i prodotti strutturati, le offerte ricettive e le aziende di trasporto da tutto il mondo. Per il pubblico ci sarà la possibilità di uno scambio di idee, informazioni e anche offerte per conoscere i luoghi che promuovono i “viaggi dello spirito”. Josp Fest si servirà inoltre del linguaggio universale dell'arte, della musica, del teatro, della danza e del cinema. A fare da filo conduttore a queste giornate all’insegna del dialogo interculturale è tema della prima edizione di Josp Fest “Canta e cammina”, celebre frase di Sant’Agostino, nel quale emerge lo spirito con cui tutti i popoli parteciperanno all’evento.

Saranno 150 gli espositori, provenienti da quattro continenti, a Josp Fest. Evento innovativo dedicato ai pellegrini e a tutti coloro che desiderano “mettersi in cammino” con lo scopo di contribuire alla propria crescita spirituale e che punta a raccogliere 40mila visitatori. Il festival offrirà ampi programmi, spettacoli e convegni che faranno divertire, ma anche informare, approfondire e sensibilizzare su alcune tematiche inerenti i viaggi dello spirito. Cinque le mete storiche di pellegrinaggio presenti: Guadalupe (10 milioni visitatori l’anno), Lourdes (9 milioni), San Pietro (7 milioni), Santiago de Compostela (6 milioni) e Gerusaleme (3 milioni). Quattro le aree espositive, con villaggi dedicati all’Italia e ai giovani. Otto le aree festival per spettacoli e convegni.


Turismo

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Spagna Spagna segreta segreta La cattedrale di Siviglia

La corrida nell’arena di Cordoba

Ballerine di flamenco

Alla scoperta dell’Andalusia misteriosa dormendo in castelli, fortezze e fazendas

L’anima araba dell’Europa

C

di Giovanni Scorpati

ordoba, Siviglia, Cadice, Granada e Malaga sono i simboli dell’Andalusia, la Spagna dei Mori. Là dove l’Europa sa d’Africa. Ottocento chilometri di coste divise tra Mediterraneo e Atlantico dallo sperone di Gibilterra. Grande quanto il Portogallo, Al Andalus, “la campagna” degli arabi che la dominarono per otto secoli, è una regione fertilissima e, come tutti i sud del mondo, è calda in tutti i sensi. E’ stata la culla della corrida, delle tapas, del flamenco e della chitarra. Le fiestas qui sono più chiassose e pittoresche che in qualsiasi angolo della Spagna, le processioni più spettacolari e coinvolgenti, le corride più partecipate, l’estate più torrida, la gente più viva. Dall’Andalusia passarono, provenienti dall’Africa, gli uomini preistorici che colonizzarono l’Europa, qui approdarono attorno al 1000 avanti Cristo i Fenici, che vi portarono la scrittura, la moneta, il tornio, l’olivo e la vite, l’asino e la gallina, la salatura del pesce e la musica, seguiti poi da Greci, Cartaginesi e Celti. I Romani vi si trovarono tanto bene da restarvi per sei secoli, facendone una delle province più ricche e civilizzate del-

l’impero: vi edificarono imponenti città e costruirono strade, ponti e acquedotti tuttora funzionanti. L’Andalusia riforniva Roma di olio, vino, argento, pesce e garum, una salsa speziata molto apprezzata da Traiano, Adriano e Teodosio. Dall’Andalusia arrivarono nell’Urbe molti uomini di cultura: Seneca, Marziale, Quintiliano e Lucano. Nel 711 arrivarono i musulmani che invasero tutta la penisola ma, dopo es-

sere stati fermati ai Pirenei dai Franchi di Carlo Martello, si attestarono in Andalusia. “Sotto gli arabi visse un periodo di grande prosperità materiale e culturale - spiega Adienium, tour operator specializzato in itinerari culturali - Esperti in irrigazione, vi introdussero la coltivazione di arance, limoni e angurie e soprattutto la matematica (dai numeri all’algebra), l’astronomia, la medicina, la botanica, sintesi del sapere

antico classico, arabo, ebraico e cristiano. Ripercorrere la storia dell’Andalusia soggiornando in castelli e fortezze è la nuova moda”. Nel

900 Cordoba contava 300mila abitanti, 800 moschee e 700 bagni pubblici, una pregiata università con ricche biblioteche, un faro culturale nel buio del Medioevo. Poi la cattolica Spagna riconquistò il mussulmano Al Andalus: nel 1492 cadde Granata, ultimo baluardo moresco, per mano di Ferdinando e Isabella di Aragona-Castiglia, i finanziatori dell’impresa di Cristoforo Colombo.


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Cultura

15 gennaio 2009

Anzio ricorda l'arrivo degli alleati tra cultura, cucina e dibattiti

I

l 22 gennaio del 1944 le truppe alleate sbarcarono sulla costa di Anzio per liberare la città dall'occupazione tedesca. Il 22 gennaio del 2009 Anzio ricorderà, come ogni anno, gli eventi che hanno cambiato la sua storia per sempre, in maniera indelebile. Da allora sono passati 65 anni e gli amministratori locali neroniani non hanno mai mancato una ricorrenza. Ricco di appuntamenti, organizzati per ricordare lo Sbarco delle Truppe Alleate sotto ogni sua singola sfaccettatura, anche il programma di eventi stilato per quest'anno: dal 17 al 25 gennaio, tra la mostra “Bandiere sul Mare: divise della marina militare della seconda guerra mondiale”, ospitata dal palazzo della Capitaneria di Porto, e il lancio dei paracadutisti avvolti nelle bandiere

di Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania. Nel mezzo tanta cultura, numerosi ricordi e diversi momenti di confronto tra i reduci dello Sbarco e le nuove generazioni di oggi. La giornata

clou dell'intero programma sarà quella del 22 gennaio, quando ricorrerà proprio il 65° anniversario dello Sbarco delle Truppe Alleate; per l'occasione saranno tanti i tuffi nel passato e gli omaggi floreali nei cimiteri di guerra e in quelli civili, dal Beach Head Commonwealth Cemetery di Falasche, al War Commonwealth Cemetery di Santa Teresa, dal Sicily – Rome American Cemetery di Nettuno al Campo della Memoria, dal Monumento ai Caduti di Anzio fino alla deposizioni di fiori sotto la targa commemorativa del Molo Innocenziano dedicata all'equipaggio dello Spartan, incrociatore britannico affondato a largo di Anzio dopo un bombardamento. A fare

da cornice alle celebrazioni ci saranno anche altre iniziative culturali e culinarie, organizzate dal Museo dello Sbarco di Anzio, dal Sindaco neroniano Luciano Bruschini e dall'Assessore al Turismo e alla Cultura Umberto Succi. «Dal 20 al 25 gennaio i ristoranti della città proporranno uno speciale menù dedicato agli eventi del 22 gennaio del 1944 – spiega Patrizio Colantuono, Presidente del Museo dello Sbarco di Villa Adele – e per gli avventori ci

sarà la possibilità di gustare le specialità marinare di Anzio a prezzi stracciati. Inoltre il 22 gennaio ci sarà l'annullo filatelico presso la stesse struttura di Villa Adele. Per i giovani, invece, abbiamo organizzato due convegni all'interno del cinema Astoria, 23 e 24 gennaio le date, nei quali saranno proiettati dei filmati storici, saranno presentati il mio libro “Dallo Sbarco alla Battaglia di Anzio” e quello di Gianfranco Cotronei “Lo Sbarco di Anzio e Nettuno – 1944 – foto, personaggi, curiosità”, ci saranno gli interventi dello storico Gianni Bisiach e del giornalista Felice Borsato e ci sarà l'opportunità di ascoltare i racconti dei veterani». Per l'occasione ne arriveranno 30 dall'Inghilterra. A chiudere le celebrazioni, infine, saranno la sfilata e l'esposizione di veicoli militari – jeep, motociclette e mezzi anfibi, tra gli altri – che partirà sempre da Villa Adele e si snoderà tra piazza Pia e la riviera Zanardelli.


15 gennaio 2009

L’idea è intitolare una via al “fascista” Giaquinto

Ostia non vuole dimenticare Il 17enne morì nel 1979 dopo una protesta di piazza

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di Enzo Bianciardi

na strada in ricordo di Alberto Giaquinto, militante missino ucciso negli Anni di Piombo. Sono passati trenta, lunghissimi anni dalla morte di Alberto, all’epoca dei fatti solo diciassettenne. Il giovane venne assassinato il 10 gennaio del 1979. Le organizzazioni giovanili del Movimento Sociale avevano organizzato manifestazioni di protesta in diversi quartieri di Roma; gli animi erano caldi e la situazione tesa, la polizia aveva infatti vietato un corteo silenzioso nel centro storico. Siamo nel quartiere Centocelle. I palazzi fatiscenti rendono la borgata cupa a triste. Nella zona c’è una sede della Democrazia Cristiana, è lì che giovani missini hanno deciso di andare ad urlare la loro rabbia, individuando in quella sede il simbolo di tante ingiustizie. Finita la manifestazione i ragazzi cominciano ad allontanarsi, solo Alberto e un amico si attardano nell’abbandonare la piazza. Sopraggiunge una macchina civile della polizia, una 128 bianca, dalla quale scendono due agenti in borghese. Da quel momento le versioni dei fatti divergono, per i poliziotti Alberto aveva una pistola: aprono il fuoco colpendolo alle spalle. Per la questura si è trattato di legittima difesa, per gli amici, i famigliari, i tanti militanti del Msi, è stato invece un omicidio. Alberto Giaquinto era figlio di Teodoro e Maria, titolari di una farmacia ad Ostia. Andava a scuola all’Eur: frequentava la III F del liceo scientifico Peano. La sua vicenda si inserisce nel drammatico contesto

degli Anni di Piombo, un periodo caratterizzato da terrore, violenza e stragi. Una vittima predestinata, condannata dal clima stesso di quei giorni, alla quale oggi si vuole dare un segno tangibile di rispetto, nel ricordo di un fatto tragico e doloroso. Diego Balistreri, presidente del Comitato spontaneo di cittadini ha avviato la raccolta di firme, ritiene “l’intestazione di una strada, un atto doveroso verso una vittima innocente”. In un primo momento, infatti, la ricostruzione dei fatti presentata dalla questura parlò di un giovane militante missino ucciso da un agente in risposta al gesto del ragazzo che, dopo aver rovesciato alcune auto, si sarebbe voltato verso gli

agenti puntando una pistola. Nel corso dell’istruttoria, tuttavia, il procuratore della repubblica ritenne che non vi fosse stato uso legittimo delle armi. La versione della polizia verrà smentita definitivamente dall’autopsia che confermerà come il colpo mortale sia entrato dalla nuca e uscito dalla fronte, contrariamente a quando sostenuto dagli agenti che dichiaravano di aver colpito frontalmente il presunto attentatore. Sul piano processuale, il 7 aprile 1988 la Corte di Cassazione, con sentenza definitiva, riconobbe che Alberto era disarmato e che stava fuggendo dai tafferugli. Nel 2002 la battaglia giudiziaria del padre di Alberto ottenne come risultato una sentenza del tri-

bunale civile di Roma che condannò il Ministero dell’Interno ad indennizzare la famiglia Giaquinto. “Oggi - afferma Cristiano Rasi, consigliere del XIII Municipio che ha presentato la proposta in aula credo sia giusto rendere giustizia a questo ragazzo intitolandogli una strada, un parco o una piazza a Ostia, che amava e alla quale era molto legato. Siamo in un momento storico in cui l’odio politico è finito. Anzi, quanto è capitato ad Alberto, può servire da monito ad altri”. “Stiamo pensando di dedicargli una strada tra quelle nuove del territorio - sottolinea il presidente del Municipio Giacomo Vizzani - oppure a rinominare una già esistente”.

Cultura

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Destra&Sinistra

C’erano una volta gli Anni di Piombo

Cosa sono gli Anni di Piombo? Semplicemente quel periodo storico racchiuso tra l’attentato di piazza Fontana, nel 1969, al rapimento di Aldo Moro, nel 1978. Un periodo in cui l'insoddisfazione per la situazione politicoistituzionale caotica (governi che duravano anche pochi giorni) si tradusse in violenza di piazza prima e, successivamente, in lotta armata, perpetrata da gruppi organizzati (di Destra e di Sinistra) che usarono il terrorismo nell'obiettivo di creare le condizioni per influenzare o sovvertire gli assetti istituzionali e politici del Paese. Il termine Anni di Piombo è stato coniato successivamente e riprende l’omonimo film della regista tedesca Margarethe Von Trotta sul terrorismo Anni Settanta. Il primo scontro violento che prelude gli Anni di Piombo è la Battaglia di Valle Giulia, a Roma, dove gli studenti della facoltà di Architettura vennero alle mani con la polizia. Il primo morto è Antonio Annarumma, ucciso il 19 novembre 1969 a Milano, mentre il primo atto della strategia della tensione che caratterizzò quegli anni fu la strage di piazza Fontana avvenuta a Milano il 12 dicembre 1969. Molti associano questo periodo alle imprese di organizzazioni extraparlamentari di sinistra (Lotta Continua, il Movimento Studentesco) e terroristiche (Prima Linea e Brigate Rosse). Ma in quel periodo operarono anche gruppi di estrema destra come i Nar e Ordine Nero.


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Cultura

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Ercolino Albinante, 61 anni, abruzzese, costruisce il burattino più famoso del mondo davanti ai turisti Come Mastro Geppetto intaglia le figure nel legno impiegando gli antichi attrezzi dei falegnami

A Fiumicino il papà di Pinocchio è un sottufficiale dell’esercito P

di Giovanni Scorpati

inocchio ammalia i passeggeri in partenza dall’aeroporto di Fiumicino. Il famoso burattino creato dalla fantasia di Carlo Lorenzini, alias Collodi, prende vita da un tronco di faggio. Questa volta non per opera di Mastro Geppetto ma grazie al sapiente lavoro di Ercolino Albinante. Il “moderno” Geppetto, 61 anni, è un ex sottufficiale dell’esercito in pensione, originario di Belvedere Fogliense, un paesino in provincia di Pesaro. Molte le simmetrie tra Geppetto ed Ercolino, si va dalla barba all’arguto sguardo, al sorriso ironico e al linguaggio ricco di riferimenti al passato con metafore che rispecchiano quel piz-

zico di saggezza popolare che lo rendono familiare a chiunque gli si avvicini: ma soprattutto fa il falegname e costruisce burattini di legno come il mitico Geppetto. La differenza tra i due è il luogo dove è esercitato il mestiere. Ercolino non lavora in un’anonima bottega di un paesino sperduto tra i monti toscani, ma all’aeroporto di Fiumicino sotto lo sguardo sbigottito dei turisti. Nel laboratorio dove crea Pinocchio è un susseguirsi di orologi a pendolo di tutti i tipi che lo sguardo fatica a seguire, e di cani e gattiparalume, di fucili a molla e cavalli a dondolo, moto d’epoca e burattini ovunque, e tanto altro ancora tra il suono dei carillon e solo dopo, ci si accorge che c’è un ebanista all’opera. «Mi piace in-

tagliare i burattini qui, davanti a tutti come facevano in passato i nostri nonni artigiani nelle strade e nelle piazze d’Italia: gli stranieri soprattutto americani, spagnoli e

anche i giapponesi vanno pazzi per Pinocchio», racconta Ercolino seduto al bancone da ebanista pieno di attrezzi tutti manuali e originali degli Anni Quaranta. «I turisti sanno tutto delle avventure di Pinocchio, del suo vizietto di dire bugie per poi vedersi allungare il naso e dei ragazzi del paese dei Balocchi. Francesi e spagnoli studiano a scuola il libro e all’estero Pinocchio rappresenta uno dei simboli dell’italianità». «Tutti prodotti fatti a mano”, sottolinea Albinante e ricorda, l’incontro con Francesco Bartolucci, il Mastro intagliatore che gli ha indicato, come dice lui, “la strada di Pinocchio». «Era il suo preferito: ma era anche il mio! A 12 anni già intagliavo tronchi di legno e a 15 ho scolpito il mio

primo Pinocchio», ricorda. «Al primo incontro con Mastro Francesco, ci siamo capiti al volo e mi ha dato dei suggerimenti utili. Ora creo Pinocchio in tutte le salse, ma non tutti sono allegri, alcuni piangono e si disperano, come nella fiaba. Ognuno è diverso ed è proprio il volersi appropriare di un pezzo unico che seduce i turisti di ogni parte del mondo». «Per fare un Pinocchio? Bè, ci vogliono almeno tre-quattro ore a partire dal tronco, che deve essere di faggio - sorride Ercolino - e la richiesta è tanta». Così tanta che il suo Maestro ha aperto dieci negozi in Italia e cinque all’estero, dando lavoro a 41 artigiani, per vendere il burattino con il naso lungo più famoso del mondo.


Cultura

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Nicola Prudente racconta i segreti del successo delle trasmissioni con Federico Quaranta

Fede&Tinto, orizzonte (di)vino

Alla radio e in televisione conducono l’Italia sui sentieri dell’enogastronomia

S

di Mafalda Bruno

ono la coppia più “pazza” della televisione. Federico Quaranta e Nicola Prudente, conduttori di “Orizzonti”, la rubrica di Linea Verde, percorrono i sentieri del gusto e della tradizione italiana in un affascinante viaggio tra le bellezze dell’Italia. Fede&Tinto” il loro nome d’arte. A Nicola Prudente, alias Tinto, trentatreenne brindisino, abbiamo chiesto i segreti del successo dell’infaticabile, spregiudicato e travolgente duo televisivo. RaiUno, RadioDue, Rai Sat: siete ovunque, come il prezzemolo… «Eh sì, questo è quello che si dice quando aumenta la visibilità, ma a Federico e me piace il prezzemolo che, tra le altre qualità, è sempre fresco e non puzza come l’aglio». Fede&Tinto: quanto c’è di preparato e quanto lasciate all’improvvisazione nei vostri programmi? «La cornice deve essere sempre preparata, mentre l’esecuzione del quadro è spontanea e improvvisata. Se facciamo un servizio sui latticini, ad esempio, la risposta del pastore ad una domanda sul formaggio di pecora non possiamo saperla, ma possiamo essere ben documentati su quel formaggio, e questo ci dà il “la” per improvvisare sì, ma con cognizione di causa». Siete una sorta di Fiorello&Baldini dell’enogastronomia insomma… mai una crisi di coppia? «No, perché alla base c’è l’amicizia. E abbiamo un obiettivo comune,

come una squadra, cioè quello di arrivare a vincere la partita. Capita che a volte discutiamo ma serve pure quello a rafforzare il rapporto». Da sei anni siete la coppia più enogastronomica dell’etere. Quali gli eventi del 2009? «Al di là di questa o quella manifestazione, il consiglio è di fidarsi del proprio istinto. Il vino non va apprezzato solo nei wine bar ma è bello saperne di più, assaporarlo, anche nella parte iniziale, dove si produce. E’ come incontrare una persona andando a casa e non in mezzo alla strada o alla confusione. La si conosce e si apprezza meglio». Il tuo magg i o r pregio «La spensieratezza. Che non va confusa con la superfi-

cialità. Ho sempre avuto valori forti legati alle origini, alla famiglia e al mio percorso formativo. Tengo molto in modo particolare a queste radici. E, da credente, le mie basi sono anche di origine spirituale. Se non hai punti di riferimento forti come i valori che ho citato, con la vita poi è difficile spuntarla». Qual è il tuo peggior difetto «Essere troppo buono, forse». Perché ti definiscono “l’inutile Tinto”? «Probabilmente perché quelli utili sono quelli che seguono il programma. Comunque la definizione mi sta bene: sono uno a cui piace volare basso,

con umiltà. Purtroppo di gente umile se ne vede sempre di meno, tutti bravi, tutti preparati ma al dunque non è sempre così». Con chi ti piacerebbe lavorare in Tv in futuro? «Sempre con Federico: il nostro, a dispetto di quello che si pensa, è un lavoro difficile perché a monte c’è preparazione, studio, devi sempre documentarti e aggiornarti. E metti che per un periodo non stai bene, magari stai attraversando un momento difficile, dalla Tv e dalla radio non deve trasparire nulla e non è facile, anzi direi che è piuttosto faticoso. Però un sogno ce l’ho: mi piacerebbe condurre un programma di educazione alimentare dedicato ai bambini». Un programma che non sopporti? «I programmi che non hanno valori aggiunti da comunicare al pubblico». Tipo i reality show? «Non necessariamente: i reality ci sono perché questa è la loro epoca. Il problema non è nel programma ma nella società che in quel momento richiede questo o quel prodotto». A parte quella che conduci, qual è la tua trasmissione cult? «Mi piace molto Report anche se a volte, secondo me, bisognerebbe non solo denunciare ma dare delle soluzioni. Mettiamo ad esempio la questione del latte cinese: cosa si è fatto in concreto per educare i consumatori prima che scoppiasse il caso?»

Nine

Ciak! Anzio vive il suo sogno cinematografico

Anzio vive il suo sogno cinematografico. Sono iniziate nei giorni scorsi, all’interno della Sala degli Specchi del Paradiso sul Mare, le riprese di «Nine», il musical diretto dal premio Oscar Rob Marshall sulle orme del celebre «Otto e ½» di Federico Fellini. In città stanno sbarcando in queste ore star nazionali ed internazionali come Penelope Cruz, Daniel Day-Lewis, Nicole Kidman, Kate Hudson, Sophia Loren, Ricky Tognazzi, Valerio Mastrandrea, Elio Germano e Martina Stella. All'avvio delle riprese presenti il proprietario della Weinstein Company, Harvey Weinstein, ed il produttore italiano Matteo De Laurentis. «Per allestire le scene ambientate in hotel – spiega Matteo De Laurentis – abbiamo scelto il Paradiso sul Mare, come in Otto e ½». «Abbiamo scelto Anzio per tutta una serie di motivi – ammette Harvey Weinstein – tra cui la presenza della città in Amarcord di Fellini, dove si vede il Paradiso sul Mare».


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Economia

L’Adiconsum attacca le banche sui tassi per i mutui

«Giù le mani dai risparmi»

Al centro delle proteste dell’associazione a tutela dei consumatori, gli aumenti indiscriminati nel margine di guadagno degli istituti di Francesco Pastoressa

L’

(francesco.pastoressa@reporternews.eu)

Adicosum si schiera contro l’operato delle banche. Al centro delle proteste dell’associazione a tutela dei consumatori, il raddoppio del cosiddetto spread, ovvero quello che nella lingua di tutti i giorni potrebbe essere definito scarto, o margine. In parole povere si tratta del ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo, secondo quello che è il classico principio commerciale: il commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo stabilito (il tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (lo spread, appunto). Le prime notizie raccolte da Adiconsum sulle banche, «poche ma le più importanti», evidenzierebbero uno spread in aumento per i mutui riferiti all’Euribor (da 0,90%-1,10% a 1,21%-1,41%) e addirittura per i mutui ancorati alla Bce il raddoppio dello spread: tra l’1,90% e il 2,25%. «In altre parole ciò significa che le banche stanno aumentando il loro guadagno a scapito del consumatore – spiegano dall’Adiconsum attraverso un comunicato stampa – perché le nuove condizioni praticate dalle banche non solo non rispettano lo spirito della legge che vuole essere un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà, ma allo stesso testo Decreto 185/085 che prevede espressamente che le due tipologie di mutuo (tasso variabile

Tutto ciò che c’è da sapere Euribor

Il tasso interbancario di offerta in euro, altro non è che un tasso di riferimento, calcolato giornalmente, che indica l’interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee. L'Euribor varia solamente in funzione della durata del prestito e non dipende dall'ammontare del capitale.

Spread

In finanza è un termine che può essere applicato a diverse operazioni, ma è conosciuto principalmente come l’oscillazione applicata dagli istituti di crdito alle operazioni di prestito, fiduciario ed ipotecario. Lo spread viene quindi aggiunto al costo del denaro e la somma dei due, dà il tasso nominale

Rate variabili

Le rate di questo genere di mutui variano ad ogni scadenza in base all’andamento dei tassi rilevati sui mercati finanziari. Sono adatti per chi chiede un finanziamento superiore perché i tassi sono più bassi, ma se si impennano la rata da pagare può diventare molto pesante, specie all’inizio.

Decreto anti crisi

e tasso Bce) debbano essere in linea». Tanto che «a solo titolo di esempio – continua l’Adiconsum - un mutuo a tasso Euribor a un mese oggi costerebbe mediamente il 3,95% (2,45 Euribor + spread 1,40%), con l’Euribor a tre mesi 4,13% (2,73% + 1,40%), un mutuo a tasso Bce 4,40% (2,50%

+ 1,90% minimo). La promessa agevolazione del tasso Bce è invece un danno per i mutuatari, per questo chiediamo l’immediato intervento del ministro Tremonti, della Banca d’Italia e dell’Antitrust per far cessare immediatamente un comportamento contrario alla legge».

Dallo scorso 1 gennaio è entrata in vigore la disposizione contenuta nel decreto anti-crisi approvato a fine novembre 2008, che introduce un tetto del 4% alle rate del mutuo a tasso variabile, al di sopra del quale interviene lo Stato accollandosi la differenza di interessi.

15 gennaio 2009


Curiosità dal mondo

15 gennaio 2009

In auto a sei anni Virginia

Perde lo scuolabus, e decide di avviarsi a scuola guidando da solo l’auto di mamma. E’ accaduto qualche giorno fa a Wicomico Church, in Virginia, dove un bambino di sei anni ha guidato per circa 15 chilometri prima di fermarsi contro un palo.

Svelati genitori in provetta Sidney

I figli concepiti in provetta avranno potranno incontrare i loro genitori naturali. A 20 anni dalla nascita del primo registro al mondo di donatori di sperma a Melbourne, in Australia, una legge consente di rintracciare il donatore, che può non accettare.

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Partorisce per sbaglio

Canada

Pensava di avere una colica dovuta a calcoli renali, ma esce dall’ospedale con un bambino tra le braccia. Questo quanto accaduto ad una donna canadese, che ha detto di non avere sospetti perché da sempre robusta e senza nausee di alcun genere.

Nel Mall of Emirates, piste da sci, alberi di natale e seggiovie a quattro posti

A Dubai la neve nel deserto

Il sogno diventa realtà anche per i campioni: al mare la mattina e in montagna la sera

L

a nuova tendenza è lo sci tra le montagne del deserto. Un paradosso naturale, ma che negli ultimi anni sta iniziando a diventare realtà, grazie alla fantasia ed agli investimenti degli emiri arabi in terra di Dubai. Il sogno si realizza al coperto, su una pista di circa 400 metri, grazie all’impianto del Mall of Emirates. Un vero e proprio paradiso artificiale quello di Ski Dubai: 40 gradi all’ombra all’esterno della struttura, il deserto classico, con sabbia e dune immerse in un mondo troppo caldo anche solo per immaginarla, la neve. All’interno invece, il termometro si attesta attorno agli otto gradi sotto lo zero. Nel Mall of Emirates l’aria condizionata alimentata dalla neve riciclata dalla pista, trasporta turisti ed amanti dello sci, in un sogno alpino su un panorama desertico. Il miracolo dello sci indoor sulla Sheikh Zayed Road si materializza in un secondo, tra alberi di Natale, spazzaneve, sciatori, seggiovie a quattro posti, ed un’infinità di neve. Un miracolo reso possibile grazie ad un procedimento simile in tutto e per tutto a quello usato nelle stazioni di

montagna, con l’acqua raffreddata, mandata attraverso dei tubi verso i cannoni a bordo pista, che di notte la sparano al massimo della potenza conservandola con

una temperatura di circa 8 gradi sotto lo zero. A garantire la compattezza della pista innevata, un’intercapedine di cinque metri tra il tetto ed il soffitto dell’impianto, e dei tubi contenenti glicolo etilenico sotto la pista per mantenere la temperatura della neve a meno 16. Un sogno a poco prezzo per i fortunati in vacanza a Dubai, con il biglietto d’ingresso al Mall of Emirates fissato a 180 dirham, 40 euro, per due ore,

comprensivi di scarponi, calzini, sci, attacchi e tuta da neve: tutto l’occorrente per trascorrere una giornata spensierata senza spendere una fortuna. Unici accessori extra, i guanti ed il cappello, comunque venduti all’interno dello shopping center Snow Pro. E il futuro sembra ancora più roseo, con progetti faraonici in cantiere: tra tutti quello di Dubailand, che

prevede uno Snowdome esteso per 1,4 milioni di metri quadrati contro gli attuali 22.500 di Ski Dubai. I progettisti parlano di piste di pattinaggio su ghiaccio, un hotel e nove torri residenziali a forma di iceberg, shopping mall, ristoranti. Lo ski dome sarà contenuto all'interno di una cupola trasparente alta 75 metri. Il sogno è già realtà: neve la mattina, e

mare il pomeriggio, tanto che negli ultimi tempi anche molti dei campioni dello sci hanno scelto Dubai per i loro estenuanti allenamenti. L’esilio al freddo è finito. Anche le coppie spaccate tra mare e montagna, hanno trovato la loro oasi felice. Con la neve nel deserto è finalmente iniziata una nuova era. (C.B.)


Scatti d'autore 28

Tendenze

15 gennaio 2009

Raniero Avvisati ha presentato il suo ottavo calendario su Anzio e Nettuno

L'opera è realizzata in copia unica e ritrae angoli e sfumature nascosti delle due città con vista sul palcoscenico del Tirreno

Anzio e il volo sul bagnasciuga di uno stormo di gabbiani. Queste alcune delle fotografie scelte da Avvisati per il 2009 delle due città. «Dietro i 12 scatti inediti che ho scelto di inserire nel calendario – spiega l'artista di Nettuno – c'è il lavoro di un anno, fatto di oltre 800 fotografie. Le immagini presenti nell'opera sono tutte inedite e non saranno mai più utilizzate per nessuna

D

odici scatti d'autore per l'ottava meraviglia di Raniero Avvisati. “Nettuno e Anzio... Un palcoscenico sul Tirreno” è il titolo del calendario 2009 firmato dal fotografo nettunese, che anche quest'anno ha immortalato le due città tirreniche attraverso i loro simboli e loro sfumature più nascoste. Un'immagine inedita di Nostra Signora delle Grazie, un'istantanea di Francesco D'Aniello appena atterrato a Fiumicino dopo il trionfo olimpico di Pechino, piazza del Mercato i n pieno autunno, il Paradiso sul Mare nel culmine dell'estate, l'alba di un nuovo giorno che inizia sulla spiaggia di Cretarossa, una ve-

ho voluto dare vita a un gemellaggio fotografico, usando anche degli scatti che ritraggono Anzio. Inoltre in ogni mia creazione ho sempre inserito un modo di dire e quest'anno ho scelto “chi vuol vivere e star bene pigli il mondo come viene”. In questa maniera posso lanciare dei messaggi personali a tutti quelli che verranno a vedere il calendario». L'opera, stampata in un'unica copia, è

duta di Torre Astura circondata da diverse barche a vela, una panoramica del litorale che parte da Nettuno e arriva a d altra pubblicazione. Il primo calendario l'ho realizzato nel 2001 e fino al 2005 ho utilizzato esclusivamente immagini della città di Nettuno. Negli ultimi tre anni, invece,

esposta all'interno del bar Volpi, che si trova a Nettuno in via Matteotti, nel pieno centro storico della città, e alla presentazione ha partecipato anche Nicola Burrini, Presidente del consiglio comunale nettunese. «Il calendario di Raniero - sottolinea il titolare del

In campo con Pasma di Giovanni Salsano (giovanni.salsano@reporternews.eu)

Una giornata di sport per Batute Pasma Oueslati, la 13enne, grande appassionata di calcio, investita e uccisa da un’automobile pirata a Tor San Lorenzo, il 6 marzo del 2008. Il secondo Memorial Pasma Oueslati, torneo giovanile di calcio femminile, è stato organizzato lo scorso 6 gennaio dall’Usd Tor San Lorenzo, società in cui la ragazzina ha giocato per alcuni anni, prima di passare ad allenarsi con l’Axa Calcio. «L'iniziativa – spiega Maurizio Colini, dirigente della società biancoverde – è nata ricordare Pasma». E per ricordarla, oltre a familiari e amici, è arrivato anche il console tunisino in Italia Mohamed Tahar Arbaoui.

bar - per noi ormai rappresenta una vera e propria tradizione a cui siamo legati in maniera particolare». Per Raniero Avvisati, invece, è già tempo di pensare al 2010: «Il prossimo anno il calendario sarà realizzato su tela e tra gli scatti ci saranno anche fotografie di Anzio e Nettuno nel mese di gennaio e di alcuni cavalli sotto il castello di Villa Borghese». (Fotoservizio Edoardo Manna)


Cucina

Al Sirha solo piatti di tendenza

15 gennaio 2009

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Dal 24 al 28 gennaio Lione ospiterà la più importante kermesse di cucina internazionale

Food Trends. Questa volta, a sfidarsi sotto gli occhi del pubblico delle grandi occasioni uno chef di fama internazionale e un giovane promettente talento. Alla fine avrà la meglio chi riuscirà a miscelare nella maniera migliore accostamenti semplici e sapori audaci. E visto che al Sirha 2009 non ci sono assolutamente cibi precotti, i due maghi dei fornelli gareggeranno tra loro dal vivo. L'appuntamento di Lione, però, vuol dire anche ristorazione salutare, ovviamente senza mai dimenticare il gusto delle pietanze, e per analizzare quest'aspetto della cucina internazionale è stato organizzato un convegno. Restauration

Gusti ricercati e sapori audaci saranno gli elementi delle sfide tra i migliori chef al mondo e i talenti emergenti. Al pubblico l'ultima parola

N

di Paola Bernieri

uove tendenze culinarie, sapori sempre diversi e ricercati, grandi chef e talenti emergenti. E poi ancora, grande attenzione alla ristorazione salutare ma senza perdere di vista il gusto. Tutto questo, e molto altro ancora, sarà il Sirha 2009, il Salone Internazionale della Ristorazione, dell'Industria Alberghiera e dell'Alimentazione, che sarà di scena a Lione dal 24 al 28 gennaio all'interno dell'Eurexpo. È qui

che si lanciano le tendenze per la cucina del futuro. Ed è sempre qui che muovono i primi passi le giovani promesse dei fornelli e si affermano a livello internazionale i grandi chef. Il Sirha 2009 si propone come un luogo unico e incomparabile. Gli stand saranno oltre 2mila, di cui 430 internazionali, e rappresenteranno un'inestimabile fonte di ispirazione per tutti i visitatori, trasformando il salone in un grande spazio aperto all'interno del quale sarà possibile mettere in condivisione esperienze e professionalità. Oltre a girare per gli

stand, poi, i visitatori potranno anche assistere alle varie e prestigiose competizioni internazionali. Bocuse d'Or, Coupe du Monde de la Patisserie e International Caseus Award sono soltanto alcune delle sfide che vedranno come protagonisti i migliori giovani talenti del mondo culinario, e come spettatori tutti i curiosi e gli appassionati che arriveranno a Lione. La novità esclusiva del 2009 sarà l'evento Food Studio: cinque stand di tendenza saranno animati da professionisti di settori come ristorazione, arte della tavola,

caffetteria, panetteria e pasticceria, che porteranno in scena le ultime innovazioni del proprio campo di competenza. Da non perdere anche un'altra iniziativa, e cioè il Lyon

Nutrition Plaisir nasce da una riflessione sulla nutrizione, che il Sirha porta avanti da alcuni anni con la collaborazione dei migliori specialisti del mondo.


San Pietro. Casa vacanze 140 metri quadrati, tre camere, due bagni, idromassaggio, grande cucina, per week end oppure lungo periodo. Metro A. Telefono 340/7376739 Aurelia. Villa due livelli e monolocale 50 metri quadrati. Affitto per week end oppure brevi periodi. Ben collegata, a 35 minuti dal centro. Telefono 329/7742791 Isola Sacra centrale. Appartamenti nuovi. Pronta consegna. Ampi terrazzi vista mare in piccola palazzina con ascensore. A partire da 208mila euro. No commissioni. Telefono 338/3392853 Isola Sacra, Fiumicino. Vendesi villini a schiera varie tipologie. Pronta consegna. Fuori terra con giardino e posto auto a partire da 330mila euro. No commissioni. Telefono 338/3392853 Affittasi Casalpalocco centro appartamento ristrutturato e arredato, salone, camera da letto, cucina, bagno, giardino, portineria, 900 euro mensili. Telefono 06/5053842 e 339/7946831 Lavinio Stazione. Affittasi appartamento ammobiliato da 70 metri quadrati con riscaldamento autonomo metano e garage a 600 euro mensili. Contattare pastrorello01@libero.it. Telefono 347/5957810 Fiumicino, via Porto Placidiano. Vendesi appartamento secondo piano, ingresso, salone, due stanze, cucina con tinello, bagno, ripostiglio e ampia balconata. Euro 240mila. Telefono 06/6580212 Affittasi appartamento Casalpalocco centro, ristrutturato e arredato, ampio salone, camere da letto, cucina, bagno, giardino e portineria. Telefono 06/5053843 e 339/7946831 Isola Sacra, Fiumicino. Vendesi villini bilivelli a schiera fuori terra, rifiniti. 330mila euro

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Quindicinale di attualità, cronaca, economia, turismo e cultura

Autorizzazione del Tribunale di Velletri n° 7/08 del 25 febbraio 2008 Direttore responsabile: Cosimo Bove cosimo.bove@reporternews.eu Vice direttore: Mario Scagnetti mario.scagnetti@reporternews.eu Editore: associazione Reporter News Europa Sede legale e redazione: via dei Mughetti n°9 00048 Nettuno, Roma Tel. 06 97846775 Fax 06 97846746

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