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Cemento selvaggio
Anno II - Numero 2 / 30 gennaio 2009
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La voce del Mare di Roma www.reporternews.eu
Ad Acilia realizzate con condoni edilizi “facili” le Terrazze del Presidente: indaga la Procura. A Nettuno un intero quartiere fatto costruire dal Comune è ancora abusivo. E finisce nella bufera pure la Fornace di Anzio con il tunnel sotto l’Ardeatina
Il Borgo medioevale scopre il porta a porta Il progetto
Progettare l’educazione ambientale dei bambini, dando al tempo stesso un input ai più grandi. Chiaro l’obiettivo dell’amministrazione comunale di Nettuno, che proprio in questi giorni ha dato il via a due progetti per incentivare la raccolta differenziata sul territorio cittadino. Mentre l’area del Borgo medioevale è già stata scelta per la partenza della raccolta porta a porta, si punta sui giovani, con l’avvio di “Riciclandia” e della diffusione di opuscoli informativi sull’ambiente all’interno delle scuole, cercando così di coinvolgere i ragazzi nella differenziata. a pag 7
L’aeroporto illumina Roma con i pannelli fotovoltaici Leonardo da Vinci
Un impianto fotovoltaico installato vicino l’aeroporto di Fiumicino e capace di produrre 2,7 megawatt di energia. Questo il risultato di un protocollo d’intesa siglato tra Aeroporti di Roma ed Acea. «La corrente – spiega Franco Giudice, direttore generale di Adr – andrà una parte all’aeroporto e un’altra verso Roma, aumentando l’energia pulita per romani e turisti» a pag 9
Torri faro ovunque, tra proteste e paura L’Inchiesta
In viaggio tra le antenne selvagge installate da Nettuno a Fiumicino, tra polemiche, proteste dei residenti e paura per la salute. Diversi i casi segnalati sul litorale, come quello di Torre Acea, ad Ostia, dove i residenti sono riusciti ad ottenere lo smantellamento delle torri faro. Peccato che il sapore sia quello di una beffa. Alla società infatti, sono stati concessi 4 anni per rimuovere l’antenna. Intanto ad Anzio, l’amministrazione sospende l’installazione delle torri faro in attesa di un regolamento comunale. a pag 16 e 17
Nine, dietro le quinte tra star e comparse Spettacolo
Il Paradiso sul Mare blindato per le riprese del film hollywoodiano ispirato al celebre “8 ½” di Fellini. A raccontare i retroscena del musical, Giuliano, comparsa locale a contatto con le stelle. «Tra una scena e l'altra - spiega - loro giravano tra di noi, mentre quando c'era la pausa generale si chiudevano nelle loro roulotte, parcheggiate davanti allo stabilimento balneare Tirrena, per mangiare e riposare. Un’esperienza unica». a pag 22
Fabio Polito, l’arbitro alla conquista del mondo Il personaggio
Il nettunese Fabio Polito, 36 anni, è tra i quattro fischietti internazionali di beach soccer. La sua passione, lo ha portato a Rio de Janeiro, Dubai, Marsiglia, Durban, Atene, Maiorca, Portimao. Nel suo palmares quindi, spiagge bianche, posti da sogno e tre Mondiali arbitrati fino ad oggi. Ma la sfida è sempre aperta. «Il mio sogno nel cassetto - racconta a Reporter - è quello di partecipare al quarto Mondiale. Il massimo proprio sarebbe dirigere la finalissima». a pag 25
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Primo Piano
30 gennaio 2009
Senza licenza né legge
Fiumicino
Quando è nato, il 4 aprile 1992, Fiumicino era il comune più abusivo del Lazio. Tre quarti delle diciannovemila famiglie che vivevano nella ex XIV circoscrizione di Roma abitavano in case costruite senza licenza edilizia. Un’eredità che il neocomune ha dovuto prendersi in carico a causa della mancata pianificazione urbanistica del Campidoglio negli Anni Sessanta e Settanta. Ai pescatori, contadini, impiegati e operai immigrati dal Mezzogiorno non venne data la possibilità di “farsi casa” nella legalità. E, siccome non avevano i soldi per acquistare gli appartamenti venduti a caro prezzo in città dai “palazzinari” all’epoca padroni della Capitale, si ritrovarono a tirar su la casa abusiva in riva al mare, a Isola Sacra, Focene, Maccarese, Aranova e Passoscuro. Vent’anni più tardi arrivarono sanatorie e controsanatorie; le pagarono e regolarizzarono villette e palazzine che abusive non erano più. E poi arrivò il Comune di Fiumicino, che con i piani particolareggiati ricucì all’urbanistica legale gli ex quartieri-fantasma. Un lavoro immenso che ha impegnato l’ex sindaco Giancarlo Bozzetto per ben nove anni per far approvare il primo piano regolatore della Fiumicino autonoma. E che impegna ancora l’attuale sindaco, Mario Canapini, ad applicare quel piano e a reprimere i nuovi tentativi di abusare del territorio. Il comune più abusivo del Lazio è adesso, incredibilmente, uno dei più virtuosi. Come? Rendendo più semplice ottenere le licenze e costruire nella legge. Risultato? Fiumicino è cresciuta, oggi conta 68mila abitanti ed è la terza città della provincia dopo Roma e Guidonia, attira investimenti e imprese da tutta Italia e dall’estero. Lottare contro l’abusivismo edilizio l’ha premiata. (A.Z.)
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alsi condoni e abusi edilizi per oltre cento milioni di euro. Nella rete stavolta è finito un pesce grosso: il complesso immobiliare “Le Terrazze del presidente”, ad Acilia. E’ stato posto sotto sequestro preventivo su ordine della procura della Repubblica di Roma nell’ambito di una indagine sulla sanatoria edilizia che ha mandato sotto inchiesta per falso e abuso d’atti d’ufficio, quindici persone tra funzionari dell'Ufficio condono edilizio del Comune e dell’Ufficio tecnico del XIII Municipio, più i tecnici e i rappresentanti legali delle società costruttrici che si sono succedute a partire dal 2003. A ridosso della via Cristoforo Colombo, tra Roma e Ostia, sono sorti dodici palazzi e sono stati realizzati un migliaio di appartamenti, in buona parte già venduti a privati che li hanno acquistati in buona
fede e che non sono state iscritti nel registro degli indagati. Secondo i magistrati, agli inizi degli Anni Novanta venne presentato un progetto per la costruzione di un complesso produttivo da parte della società Eur Servizi srl, ma nel febbraio del 1995, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che aveva ravvisato una lottizzazione abusiva dell’area (in quanto non preceduta dalla necessaria pro-
grammazione urbanistica), i cantieri vennero bloccati e i fabbricati rimasero “scheletri” di cemento. Con l’entrata in vigore della legge 724/94, la società titolare presentò tre domande di condono edilizio le quali, basate su falsa documentazione, vennero accolte dal Comune di Roma tra il 2003 e il 2004. La Procura di Roma sarebbe, infatti, convinta che le tre originarie richieste di concessione
di condono siano state poi ampliate in maniera illegittima fino ad arrivare alla regolarizzazione di ben 970 unità immobiliari, fino a superare oggi il migliaio di appartamenti. I magistrati ritengono, in proposito, che i titolari abbiano concordato con il Campidoglio di eseguire le opere di urbanizzazione necessarie, scomputando i costi dagli oneri concessori dovuti all’amministrazione comunale. Opere che non sarebbero mai state completate, secondo gli inquirenti. Di questi interventi di urbanizzazione, è stata realizzata solo una minima parte. Il raddoppio di via di Acilia e il sottopassaggio in via Cristoforo Colombo, opere previste dal Campidoglio ed ancora in attesa di realizzazione nell’area, ora rischiano di essere definitivamente rinviate a data da destinarsi. (E.B.)
Primo Piano
30 gennaio 2009
L'area di Anzio è sottoposta a un vincolo ambientale e paesistico della Regione
I panni sporchi nella Fornace
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I primi lavori nel 2006. Oggi un tunnel sotto l'Ardeatina porta sulla spiaggia di Mario Scagnetti
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(mario.scagnetti@reporternews.eu)
na tipica storia infinita all'italiana. Tutti hanno ragione e tutti hanno in mano le carte per dimostrare la tesi che sostengono. Intanto la Fornace, area che si trova nel quartiere Marechiaro di Anzio e che è sottoposta a vincolo ambientale e paesistico della Regione Lazio, nel giro di tre anni si è trasformata da un'area protetta a uno stabilimento balneare con tanto di maxi-parcheggio. Tutto è cominciato nel febbraio del 2006 quando Piero Marigliani, importante imprenditore della città di Anzio, che comunque ha sempre ribattuto alle accuse permessi alla mano ed ha anche incontrato i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e i cittadini per spiegare le proprie ragioni, ha iniziato i lavori. La Fornace è divisa in due parti dalla strada statale Ardeatina, in quella a monte una volta venivano cotti i mattoni, mentre in quella a mare c'erano le navi in attesa del carico; il tutto era collegato da un tunnel che passava sotto l'Ardeatina. Proprio la riapertura di questo tunnel ha dato il via all'inizio della storia fatta di sequestri, ricorsi, polemiche e altri sequestri. Per riaprire il sottopasso, infatti, è stata necessaria un'imponente opera di sbancamento di una parte della costa neroniana e oggi, a causa dell'esponenziale aumento del volume di traffico che interessa l'Ardeatina, la struttura potrebbe non sopportare il continuo transito della macchine e
quindi crollare. I primi a intervenire sono stati gli uomini della Polizia Municipale di Anzio, che all'epoca avevano semplicemente interrotto i lavori, ma poi il caso è passato nelle mani della Squadriglia Navale della Guardia di Finanza di Anzio, guidata dal comandante Luigi Marrazzo, che ancora oggi se ne sta
occupando. Dopo il tunnel, comunque, è stata la volta della costruzione di una struttura, adibita a bar e ristorante, sulla riva della costa di Me-
rechiaro, che si è conquistata anche l'appellativo di “ecomostro” e la poco ambita bandiera nera da parte dell'associazione Legambiente. Infine ci sono stati i lavori di piantumazione e pavimentazione del tunnel che dal parcheggio permette di scendere direttamente sulla spiaggia. E qui è scattato di nuovo un se-
questro da parte degli uomini delle Fiamme Gialle, che stanno costantemente monitorando la situazione. «Il sottopasso è
ancora sotto sequestro – spiega il comandante della Finanza Luigi Marrazzo – anche se in questi giorni abbiamo temporaneamente riaperto il transito ai mezzi. Il comune di Anzio, infatti, ha chiesto la verifica di alcune condizioni ritenute essenziali per quanto riguarda la struttura che si trova sulla spiaggia, e per effettuare la perizia è stato necessario riaprire il tunnel, proprio per consentire il transito dei mezzi. Appena terminato il lavoro dei tecnici, comunque, chiuderemo di nuovo il sottopasso. Noi, comunque, stiamo vigilando sul caso, perché se cominciamo un lavoro poi lo portiamo a termine. Far restare certi provvedimenti sulla carta è un errore della burocrazia, ma noi siamo decisi a far diventare concreti gli interventi che abbiamo effettuato». La storia infinita della Fornace, quindi, è ancora tutta in divenire e tutt'altro prossima alla sua conclusione. L'unica certezza è che chi di dovere sta vigilando sull'evolversi della questione.
Alla Sacida 13 nuclei abusivi presto in regola con la variante al Prg
Marechiaro
Sognando il parco
La promessa
di Gianluca Contiero Il comune di Anzio è al lavoro per regolarizzare la posizione dei nuclei abusivi presenti sul suo territorio. In particolare, gli amministratori neroniani si stanno concentrando sull'aggiornamento della perimetrazione dei 13 nuclei che si trovano a nord di via delle Cinque
Miglia, nella zona della Sacida, all'estrema periferia. Gli interventi sono stati decisi alla luce dei condoni del 1994 e del 2003. «L'aggiornamento – spiega il vicesindaco Ruggero Garzia – è un atto propedeutico alla successiva variante speciale, ai sensi della legge regionale 28/80 rivolta ai nuclei abusivi. L'obiettivo è un razionale inserimento di questi insediamenti all'in-
terno del territorio urbano. Una volta conclusa la fase analitica di aggiornamento, comunque, verrà convocato un consiglio comunale per l'adozione delle perimetrazioni e solo dopo arriverà il via libera per l'iter procedurale». Lo stesso Garzia ha già incontrato i progettisti incaricati di occuparsi della questione:
«Terminata la prima parte dell'iter – conclude il vicesindaco e Assessore alle Politiche del Territorio del comune di Anzio – l'amministrazione incaricherà un professionista, attraverso un bando pubblico, che dovrà redigere la variante speciale con i contenuti di piano particolareggiato».
Dove oggi c'è un parcheggio Legambiente e i Verdi sognavano di realizzare un parco. Un parco per tutti gli abitanti del quartiere di Marechiaro. Gli ambientalisti, appena scoppiato il caso Fornace, hanno anche lanciato un sondaggio tra i cittadini per far dire loro cosa avevano in mente per l'area. Alla fine, invece, hanno vinto di nuovo il cemento e le automobili. Il parco è rimasto solo un bel sogno, di cui si è smesso di parlare troppo presto.
Primo Piano
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A Nettuno 321 appartamenti ancora sotto sequestro. Gli inquilini sono i custodi giudiziari degli immobili che hanno già pagato
Entro l'estate dovrebbe arrivare il condono edilizio. Comune e comitato di quartiere in costante contatto
Eschieto I e il grande incubo con le ruspe sempre in agguato
di Mario Scagnetti
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(mario.scagnetti@reporternews.eu)
ase sotto sequestro, il continuo rischio di veder demolire la propria abitazione. E soprattutto il fatto di non essere il legittimo proprietario dell'appartamento comprato con tanti sacrifici, e nella stragrande maggioranza acquistato con un mutuo. Vivere all'interno del quartiere Eschieto I di Nettuno non è assolutamente semplice per le 321 famiglie che nell'aprile del 2006 hanno visto la Guardia di
Finanza apporre i sigilli del sequestro alla propria casa. L'operazione Coven Garden della Fiamme Gialle è partita dalla relazione della commissione d'accesso, che nel novembre del 2005 ha portato allo scioglimento del consiglio comunale, e ha messo in luce alcune irregolarità nel rilascio delle concessioni edilizie: nel 2000 la Commissione all'Urbanistica ha approvato una variante al Piano Regolatore Generale ma poi non è stato completato il normale iter, che prevedeva una ratifica da parte del consiglio comunale e un pas-
saggio in Regione. Nonostante questo l'amministrazione dell'epoca ha rilasciato ugualmente i permessi per costruire e di fatto la lottizzazione è risultata abusiva. Alla fine sono arrivati 27 avvisi di garanzia, tra funzionari pubblici e imprenditori nettunesi, sui quali erano ipotizzati rispettivamente i reati di abuso d'ufficio e lottizzazione abusiva a scopo edificatorio. Per chi ha comprato casa alla periferia di Nettuno è stato un vero e proprio shock, ma gli ignari residenti non si sono arresi e hanno continuato la propria lotta, creando un comitato di quartiere. Oggi finalmente gli abitanti della zona Eschieto I cominciano a vedere la luce in fondo al tunnel: «Abbiamo contatti settimanali con l'Assessore all'Urbanistica Alberto Andolfi – spiega la signora Luciana, Presidente dello stesso comitato – e negli ultimi due mesi Assessore e Commissione hanno redatto una relazione, che ha già ricevuto il benestare dagli avvocati, per mettere fine a questa storia. Adesso la relazione seguirà il regolare iter previsto dalla legge; noi
siamo fiduciosi e la prossima settimana incontreremo di nuovo Andolfi, che ci metterà a conoscenza degli ultimi risvolti. L'obiettivo è quello di arrivare a un condono e prima dell'estate dovremmo farcela». Essere solo i custodi giudiziari della propria casa, invece che i legittimi proprietari, comunque non è assolutamente semplice. «Uno dei problemi più grandi che abbiamo – conclude il Presidente del comitato di quartiere – riguarda le utenze di gas, acqua e luce. Nessuno vuole farci firmare un regolare contratto perché noi di fatto siamo abusivi. Il comune di Nettuno, comunque, ci ha assicurato una mediazione con i gestori quando i nostri appartamenti non avranno più i sigilli. La battaglia è stata, e sarà ancora, dura ma finalmente siamo vicini a una soluzione. L'unico rammarico è che non tutti i residenti dell'Eschieto I hanno partecipato, alcuni sono rimasti tranquilli e impassibili, ma io ho pagato 92mila euro la mia casa e quello che è successo è semplicemente inaccettabile».
La speranza arriva da Verona Il precedente
Chi compra una casa di una lottizzazione abusiva non può vedere sequestrata la propria abitazione, a patto che sia dimostrata la sua buona fede nel momento dell'acquisto. Il precedente che lascia ben sperare gli abitanti dell'Eschieto I arriva dalla Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, che con la sentenza 42741/08 ha gettato le basi per un nuovo inquadramento dell'articolo 44 del Dpr 380/2001. Sul Lago di Garda un centro alberghiero si è trasformato in un complesso abitativo da 323 unità in corso d'opera, Gip di Verona e Tribunale del Riesame hanno posto tutto sequestro ma gli acquirenti, in gran parte tedeschi, hanno impugnato le ordinanze e la Corte di Cassazione ha dato loro ragione. La notizia è arrivata fino a Nettuno e i residenti dell'Eschieto I sono tornati a sperare.
Primo Piano
30 gennaio 2009
A Tor San Lorenzo ci sono oltre 500 abitazioni abusive all'interno dei 706 ettari di terreno dove regna il caos
Le Salzare terra di nessuno T
di Giovanni Salsano
(giovanni.salsano@reporternews.eu)
ra le priorità indicate dall’amministrazione comunale di Ardea, negli interventi a breve termine da attuare per lo sviluppo della città, vi è anche la definizione della questione relativa ai 706 ettari delle Salzare. Di che si tratta? Di un intero quartiere abusivo, con più di 500 abitazioni costruite irregolarmente (ed è una stima per difetto, dato che il numero aumenta costantemente), esercizi commerciali a rischio chiusura, strade dissestate, insediamenti di nomadi. Soprattutto è un territorio senza regole: a cominciare dalla titolarità, fino ad arrivare ai comportamenti di alcuni abitanti che approfittano della situazione per perpetrare attività irregolari, prima fra tutte l’abusivismo edilizio. Non è una bella cartolina quella che arriva dalle Salzare, a Tor San Lorenzo: gli oltre 700 ettari di territorio, inoltre, sono senza una proprietà definita, a causa di una lunga storia di contenziosi tra ex proprietari (i terreni erano parte di latifondi appartenuti a famiglie dell’antica nobiltà) e Stato, che si trascina da più di 80
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anni, e che ha reso questa fetta del comune di Ardea una vera e propria terra di nessuno, lasciata praticamente a se stessa, con situazioni di degrado ed illegalità sotto gli occhi di tutti. Qui, infatti, si registra la più alta concentrazione di insediamenti abusivi di zingari (sia nelle vie a ridosso della Laurentina, che nel complesso a ferro di cavallo Le Salzare) e più volte nella zona si sono registrati gravi fatti di cronaca: da sparatorie in mezzo alla strada, all’utilizzo di bambini come vedette anti – forze dell’ordine davanti ai laboratori della droga, al ritrovamento di mezzi rubati. La zona – per fare un po' di storia – fa parte di un’ori-
ginaria proprietà feudale Sforza Cesarini – Torlonia ed è gravata per intero da uso civico in favore della popolazione di Ardea. Per effetto di diversi contenziosi, il primo dei quali è iniziato nel 1927 tra gli originari proprietari e il comune di Ardea, instaurato innanzi la giurisdizione speciale del Commissariato Usi Civici, il comprensorio è a tutt’oggi privo di certezze riguardo la natura giuridica, ma ancor più del tutto privo dell’esercizio dei poteri e diritti del proprietario, con conseguente illegalità diffusa. In più, vi è un altro giudizio pendente, davanti la giurisdizione civile, riguarda l’accertamento della titolarità del di-
I residenti chiedono la sanatoria e intanto continuano a versare le tasse. Difficile stabilire a chi spetti la proprietà
ritto di proprietà tra l’Agenzia del Demanio (per conto dello Stato) e la società La Fossa (che vanta una scrittura privata di compravendita sottoscritta con l’originaria proprietà). In sostanza, attualmente è terra di nessuno, quindi preda di tutti. Ancora da definire, infatti, è la natura giuridica del territorio, senza la quale non è possibile definire e avviare le regole della pianificazione urbanistica. Non solo: nel corso dei decenni, alcuni degli originari assegnatari dei lotti di terreno, hanno venduto le loro quote ad altri privati (spesso con scritture private illegali) e questi ad altri ancora, ma sempre senza che prima ne sia stata definita la proprietà, col risultato che ogni casa e ogni costruzione delle Salzare è risultata essere abusiva. Eppure – contraddizione evidente – le abitazioni, seppure abusive, sono dotate di servizi e i residenti sostengono di pagare le tasse. Dal canto loro, gli attuali abitanti del comprensorio, che comunque conoscono la loro più che precaria situazione e che spesso sono scesi in piazza manifestando per difendere le loro case, chiedono una soluzione definitiva che possa sanare l’intero quartiere e le loro abitazioni.
Un 2009 da “demolire” Ardea
Ad Ardea il 2009 sarà un anno di demolizioni. La Squadriglia Navale della Guardia di Finanza di Anzio, che ha competenza anche nel territorio rutulo, infatti sta portando un importante lavoro contro l'abusivismo edilizio, che risale al periodo compreso tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '70. «Nel corso di quest'anno – spiega il comandante Luigi Marrazzo – ci sarà la demolizione di diverse strutture. Ad Ardea la situazione è davvero caotica da questo punto di vista, ma ormai è più di un anno che stiamo seguendo questo filone. Ci sono delle sentenze passate in giudicato e ormai inoppugnabili. Abbiamo già preso contatti sia con il Comune che con l'Agenzia del Demanio». Il lavoro delle Fiamme Gialle è ancora in corso, e per questo Marazzo, non ha potuto rivelare ulteriori particolari. Fatto sta che il 2009 di Ardea sarà un anno di demolizioni.
Politica
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Fiumicino
Basta fughe protette
Renzo Morini
Riccardo Iotti
Policarpo Volante
Fabrizio Acquarelli
Ad Ardea patto tra maggioranza e Sindaco per uscire dalla crisi
Il decalogo della rinascita
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di Giovanni Salsano
(giovanni.salsano@reporternews.eu)
ibro dei sogni o new deal all’ombra della Rocca? Accolto con ottimismo dal centrodestra e bollato come “sogno” dall’opposizione di centrosinistra dentro e fuori il consiglio comunale, il documento programmatico sottoscritto dai rappresentanti della maggioranza di centrodestra di Ardea indica la strada che, da qui a sei mesi, l’amministrazione comunale rutula dovrà intraprendere per far uscire dal pantano amministrativo in cui si era cacciata e far ripartire lo sviluppo cittadino, fermo da ormai troppe stagioni. «Il documento – dice il Sindaco di Ardea, Carlo Eufemi – indica dieci grandi aree di intervento
che la maggioranza prende come impegno per il 2009 ed è la testimonianza che la coalizione di governo rilancia, tutta insieme, l'intero programma di mandato. Siamo coscienti che si tratta di impegni complessi, difficili e che sono attesi da anni dalla città. Su questi punti c'è stata una comunione d'intenti
che vede la maggioranza di governo sostenere il programma che abbiamo presentato agli elettori. Non si tratta di un libro dei sogni perché su questi temi gli uffici stanno già operando per definirli una volta per tutte». Nelle dieci aree di intervento, ci sono la riorganizzazione della macchina
amministrativa, l’urbanizzazione del territorio e la ripresa delle demolizioni, l’avvio del piano triennale delle opere pubbliche, la definizione delle nuove gare per l’appalto di refezione scolastica e per il servizio rifiuti (che dovrebbe finalmente puntare all’avvio della raccolta differenziata porta a porta) e, ancora, l’approvazione della variante di salvaguardia al Prg (che portò alla caduta della precedente amministrazione guidata da Eufemi nel 2007). Entro febbraio, inoltre, l’amministrazione si impegna ad approvare il bilancio di previsione 2009 e a indicare soluzioni per le questioni relative all’area dei “Palazzoni” di Nuova Florida (scheletri inutilizzati, mai terminati, a Rio Verde), all’area Puccini di Tor San Lorenzo, ai 706 ettari ex Sforza Cesarini.
Fiumicino non ci sta e prende una posizione netta contro la “protezione” assicurata da certi stati a terroristi rossi. Su tutti Cesare Battisti. «Chiediamo l'intervento del Sindaco di Fiumicino per far presente agli organi competenti il desiderio di porre fine a tutte queste fughe “protette” verso paesi europei e internazionali - spiega Massimiliano Graux, capogruppo Pdl a Fiumicino - e quindi di tenere alta la pressione su questi stati, come Francia e Brasile». La magistratura italiana ha condannato Battisti all'ergastolo, ma nel 1981 il terrorista evase dal carcere di Frosinone e si rifugiò in Francia con altri 40 terroristi, prima del responso della corte d'appello transalpina scappò di nuovo e si rese introvabile. Oggi è prossimo all'uscita dal carcere con lo status di “rifugiato politico”, con il Presidente del Brasile Lula che chiede addirittura all'Italia di far rientrare le proprie richieste di estradizione. Da qui la polemica e da qui la mozione a firma del capogruppo Pdl Graux. «Siamo vicini a tutte le famiglie che hanno subito un lutto su azione del terrorista rosso».
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Se Nettuno fa la differenza
Il Comune ha deciso di puntare sul porta a porta. Si parte dalla città vecchia
L'assessore all’Ambiente Biondi ha scelto il Borgo come quartiere pilota. E per coinvolgere gli studenti nasce “Riciclandia” di Roberta Sciamanna
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(roberta.sciamanna@reporternews.eu)
ettuno scommette sulla differenziata. L’amministrazione ha dato il via ufficiale al progetto pilota di raccolta dei rifiuti porta a porta, che avverrà all’interno del Borgo Medioevale. Tra le mura della città vecchia parte una delle iniziative più attese sul fronte ambientale e più volte annunciata. Un’assemblea cittadina nella sala consiliare del Comune, nei giorni scorsi, è stata l’occasione per promuovere un primo ciclo di incontri con la cittadinanza, per sensibilizzare ed informare gli utenti sulle modalità di gestione e di riduzione dei rifiuti solidi urbani. «Gli abitanti del Borgo saranno i primi a sperimentare le modalità del porta a porta, un sistema che con la sua capillarità e il
rapporto diretto con l’utenza – spiega l’assessore all’Ambiente Flavio Biondi – ha già permesso ad altri comuni di raggiungere degli ottimi risultati facendo avanzare in maniera consistente le percentuali di raccolta differenziata». Sono sempre più numerosi infatti, in Italia, i comuni che scelgono di promuovere il progetto della raccolta a domicilio, che oltre a ridurre la quantità di rifiuti e incrementare quella dei materiali riciclati, rappresenta un sistema comodo e incentivante per i cittadini. Coinvolgere tutti, a partire dai più giovani, è l’obiettivo dell’amministrazione comunale che da giorni sta effettuando anche una serie di visite presso le scolaresche del territorio, per presentare il progetto “Riciclandia”. «Un’iniziativa – spiega l’Assessore – che ha come finalità la diffusione di una maggiore coscienza ecolo-
gica tra i bambini di Nettuno, i primi a poter apprezzare l’importanza della tutela dell’ambiente attraverso i vantaggi della raccolta differenziata». Gli incontri, avviati all’inizio di gennaio, proseguiranno fino al 4 febbraio e sono già centinaia gli studenti che hanno incontrato l’assessore all’Ambiente per venire a conoscenza delle varie funzioni e dei benefici della diffe-
renziata. Agli alunni sono stati distribuiti opuscoli e materiale informativo da portare a casa, per avviare la raccolta all’interno delle pareti domestiche. «Il primo obiettivo – conclude Biondi – è quello di far conoscere ai ragazzi le problematiche legate allo smaltimento, scoprendo le possibilità di ridurre i rifiuti attraverso il riutilizzo dei materiali».
Politica
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Pomezia
Cresce la raccolta a domicilio
La giunta comunale di Pomezia ha finalmente deliberato l’ampliamento del servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta, a marzo scorso partito sperimentalmente nei quartieri di Martin Pescatore e Torvaianica. La risposta dei cittadini è stata ottima e l’esperienza ha incuriosito e stimolato gran parte della città, che ha indicato il settore ambiente e il porta a porta quali ambiti prioritari di intervento nel questionario sul bilancio partecipato, distribuito dal Comune. «L'estensione del porta a porta – dicono soddisfatti i rappresentanti di Fare Verde – ci rincuora e del resto è anche una risposta ai cittadini che hanno chiesto a gran voce più attenzione da parte del Comune verso l'ambiente. Noi da tempo lavoriamo contro la distruzione della materia negli inceneritori, puntando sul recupero dei materiali con il sistema della raccolta differenziata porta a porta». (G.S.)
Cronaca
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30 gennaio 2009
Intervista a Giovanni Bisignani, direttore e amministratore delegato della Iata
«Fiumicino unico hub in Italia e con Cai tornerà a crescere»
«F
di Alessandra Zavatta
iumicino? E’ l’aeroportohub naturale per l’Italia. Malpensa non potrà mai essere hub. In Europa ci sono già Londra, Parigi e Francoforte a svolgere il ruolo. E bene ha fa la Nuova Alitalia a puntare su Roma». Giovanni Bisignani, direttore generale e amministratore delegato della Iata, l’associazione mondiale delle compagnie aeree, non ama gli inutili giri di parole. Il trasporto aereo lo conosce come le proprie tasche e Alitalia pure, visto che è stato alla cloche della compagnia dal 1989 al 1994. E il futuro della Cai lo vede indissolubilmente legato al Leonardo da Vinci. Dottor Bisignani, perché Fiumicino è l’unico hub possibile per l’Italia? «Perché in ogni paese europeo
esiste soltanto un “hub”, un perno su cui poggia il trasporto aereo domestico. Gli aeroporti secondari riforniscono di passeggeri l’hub, che poi li smista per il mondo intero. Avere due hub può penalizzare un paese e non avvantaggiarlo». Ma in Germania ci sono due hub, Francoforte e Monaco. In Italia non potrebbe essere lo stesso con Fiumicino e Malpensa? «A mio avviso, no. E lo dico senza pregiudizi riguardo Malpensa ma analizzandone i “numeri”: l’aeroporto di Milano ha pochi voli, soltanto 3mila a settimana. Mentre un hub deve partire almeno da 9mila. E poi ci vuole un grande bacino di viaggiatori business. E’ qui che le compagnie aeree realizzano i guadagni. Monaco ha un traffico business che oscilla tra 1,2 e 1,5 milioni di passeggeri all’anno.
Malpensa arriva appena a 400mila. A favorire il Leonardo da Vinci ci sono poi ulteriori fattori».
Quali? «Fiumicino è ben collegato a Roma da treni veloci e Ciampino non gli sottrae passeggeri essendo uno scalo quasi interamente riservato alle compagnie low cost. Mentre per fare di Malpensa un vero hub occorrerebbero collegamenti ferroviari veloci con Milano oltre ridurre l’operatività di Linate alla sola navetta RomaMilano e limitare i voli dagli scali del Nord verso il mondo. Perché se da Venezia, Torino e Genova si può raggiungere l’America che senso ha spostarsi a Milano? Tutti questi elementi sono stati posti fin dal 1990, quando Mal-
pensa doveva ancora nascere: nulla è stato realizzato». Risultato? «Fiumicino è al momento, e per il prossimo futuro, l’unico hub in Italia. Malpensa non sarà hub ma ha molti slot disponibili e compagnie aeree extraeuropee che vorrebbero atterrarvi. Quindi ha prospettive di sviluppo, così come le ha il Leonardo da Vinci con il debutto, brillantissimo, della Nuova Alitalia che sta cercando di riorganizzare linee e rotte adeguandole alle esigenze di un mercato sempre più competitivo». La Nuova Alitalia nasce in momento drammatico per il trasporto aereo. Nel 2008 le compagnie hanno perso 5 miliardi di dollari e 35 sono fallite. Come vede il 2009? «Ancora difficile ma con una speranza. Quest’anno le compagnie prevedono perdite per altri due miliardi e mezzo di dollari. Coloro che non unireranno le proprie forze, come stanno facendo Lufthansa con Swiss, Sas e Austrian Airlines ed Air France e Klm con Alitalia, potrebbe vedersela brutta. Il traffico passeggeri si è ridotto del 4,6 per cento e quello merci del 13,5 per cento. Il prezzo del carburante è però calato. E chi riuscirà a superare questa difficile congiuntura, nel 2010 potrà iniziare nuovamente a sperare».
Cronaca
30 gennaio 2009
Cogenerazione e pannelli solari renderanno il Leonardo da Vinci autosufficiente
L’aeroporto s’illumina con il gas
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L’energia pulita farà funzionare uffici, negozi, check in e Bhs
aeroporto di Fiumicino vende energia elettrica a Roma. E smista i bagagli con il gas, cioè con la corrente prodotta dall’impianto di cogenerazione. Aeroporti di Roma e Acea hanno sottoscritto nei giorni scorsi un protocollo d’intesa per costruire accanto al parcheggio Lunga sosta del Leonardo da Vinci un impianto fotovoltaico. «I pannelli solari, di ultima generazione, verranno installati su un’area grande ben dieci ettari e potranno produrre 2,7 megawatt di energia», spiega Franco Giudice, direttore generale di Adr. «La corrente verrà poi immessa nella rete, una parte andrà a beneficio dell’aeroporto e un’altra tornerà verso la Capitale, così che aumenterà la quota di energia pulita a disposizione di romani e turisti». La presenza sul litorale romano di molte più giornate di sole rispetto alla città è stato, a quanto pare, uno dei fattori che ha spinto l’Acea a stringere l’accordo con la concessionaria aeroportuale. L’impianto fotovoltaico sarà pronto tra due anni. Il sistema verrà integrato dalle torri di cogenerazione costruite all’ingresso dello scalo e già pronte ad “entrare in servizio”. «Attraverso l’immissione di gas verrà prodotta energia elettrica per 28 megawatt che contribuirà a rendere autosufficiente il Leonardo da Vinci - sottolinea Giudice Stiamo testando in questi giorni l’impianto, per iniziare l’attività piena tra due-tre mesi, in modo da essere pronti per l’estate, la stagione a maggiore afflusso turi-
Nuovi voli per Edimburgo e Vancouver
stico». La cogenerazione permetterà di evitare black-out, come quello accaduto due anni fa, che mandò in tilt il Bhs, il sistema di smistamento bagagli. L’energia pulita “muoverà” non soltanto il Bhs, ma fornirà corrente pure ai computer dei check-in, ai pontili d’imbarco, alle aerostazioni, ai parcheggi, agli uffici delle compagnie aeree. «Da un paio di anni Aeroporti di Roma ha ripreso a fare investimenti sia per sviluppare la capacità dello scalo di Fiumicino che per renderne più efficienti le infrastrutture», afferma Emanuele Ludovisi, amministratore dele-
gato di Adr. «Autoprodurre in maniera combinata elettricità e calore comporta una serie di vantaggi che si traducono in benefici tecnicoeconomici. Un impianto convenzionale di produzione di energia elettrica ha una efficienza globale di circa il 40 per cento, mentre il restante 60 per cento viene disperso sotto forma di calore. Con un impianto di cogenerazione, invece, il calore prodotto dalla combustione non viene disperso, ma recuperato per altri usi. In questo modo la cogenerazione raggiunge una efficienza prossima al 90 per cento e questo per-
mette di diminuire i costi di produzione, risparmiare energia, diminuire le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e salvaguardare l’ambiente». Inoltre nelle centrali di cogenerazione i gas di scarico del motore per la produzione di energia elettrica hanno livelli termici elevati e di conseguenza possono essere utilizzati per trasferire calore ad olio, acqua e aria: in aeroporto verranno utilizzati per produrre acqua calda e per alimentare il riscaldamento dei terminal passeggeri e degli uffici del personale in inverno. (A.Z.)
Nuovi voli per Edimburgo e Vancouver. Il 30 marzo prossimo la compagnia aerea irlandese Ryanair aprirà la nuova rotta che collegherà l’aeroporto di Ciampino alla capitale scozzese. Portando così a 23 le destinazioni dallo scalo romano. “La rotta per Edimburgo - spiega Alessia Viviani, direttore Marketing di Ryanair per il Sud Europa - avrà quattro frequenze a settimana. Nel primo anno di attività prevediamo di trasportare 60mila passeggeri”. E, per festeggiare l’occasione, la low cost ha lanciato l’offerta di biglietti scontati a dieci euro a tratta, tasse incluse. Entro la fine di marzo Ryanair opererà con una flotta di 195 Boeing 737800 e nei prossimi quattro anni verranno consegnati ulteriori 70 velivoli. La canadese Air Transat ha scelto invece Fiumicino per far atterrare il nuovo volo RomaVancouver. L’inaugurazione è fissata per il 30 maggio prossimo. La rotta, effettuata in esclusiva sul mercato italiano, potenzierà la presenza del vettore in Italia. Con Air Transat si potrà raggiungere la capitale della British Columbia una volta alla settimana. Anche in questo caso tariffe scontate: 725 euro, tasse incluse, per andare dall’altro capo del mondo. Il collegamento verrà operato con i nuovissimi Airbus.
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Cronaca
30 gennaio 2009
Nel 2008 al pronto soccorso del Grassi 62.707 pazienti
U
n ospedale nella bufera, il Grassi, tra un’emergenza e l’altra prova a ripartire. I dati per le prestazioni erogate nel 2008 non parlano di una struttura inefficiente, quanto alla ricerca di un assetto definitivo, di scelte programmatiche capaci di favorire il rilancio della sanità pubblica. Il boom di neonati e il raggiunto dal centro trasfusionale che ha raccolto 3.492 unità in un anno, sono segnali di grande operatività. Nei giorni scorsi, intanto, la Asl Roma D ha inviato alla Regione Lazio una dettagliata nota contenente la richiesta di nullaosta per procedere all’assunzione di dieci infermieri e di un medico, tutti da destinare, secondo il piano predisposto prima dell’estate dal direttore sanitario del nosocomio di Ostia, Lindo Zarelli, al Dea, il Dipartimento di emergenza. “La deroga - spiega
Zarelli - consentirà l’apertura e la piena disponibilità di tutti i posti letto del Grassi, che torneranno ad essere 293 a fronte degli attuali 274. In questo modo porteremo a conclusione il programma di potenziamento dei reparti. Per i nuovi infermieri attingeremo dalle graduatorie ancora aperte dei precedenti concorsi espletati dalla Asl Rm D, in caso contrario, faremo riferimento a graduatorie di altri ospedali”. La piena funzionalità del Dea (è previsto un aumento di 17 posti letto ndr), sarà completata dall’attivazione di sei posti letto per la terapia subintensiva. “I tempi di attesa al pronto soccorso - sottolinea Zarelli - dovrebbero così diminuire e l’assistenza nel settore dell’emergenza farà registrare un significativo passo avanti, grazie anche all’attivazione di emodinamica, che dalle
attuali sei ore giornaliere entro l’anno sarà funzionante 24 ore su 24”. In attesa del via libera da parte della Regione il Grassi ha reso noti i “numeri” del 2008. Con la bambina nata il 28 dicembre scorso il reparto di Neonatologia ha tagliato il traguardo dei 1.700 nuovi nati, un dato che lo colloca ai primissimi posti nel Lazio. Sono state, inoltre, 3.492 le unità di sangue raccolte l’anno scorso dal Servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale, 250 flaconi in più rispetto al 2007. Un risultato che ha consentito di contribuire ulteriormente alle necessità degli altri ospedali, con la cessione di 1.625 unità di globuli rossi, 1.905 unità di con-
centrati piastrinici e 732 sacche di plasma. Il Grassi resta un ospedale in prima linea nei servizi sanitari assicurati al territorio. Il numero dei dimessi è stato, infatti, di 14.830 contro 14.807 dell’anno precedente, gli accessi al pronto soccorso 62.707 contro i 62.210 del 2007 con un aumento dei codici rossi e gialli ed una diminuzione di quelli bianchi che passano dal 10 al 9 per cento. Gli interventi chirurgici sono stati 3.621 contro 3.247 del 2007. Il tasso medio di occupazione dei posti letto è rimasto elevatissimo, oltre il 90 per cento, e le ore di attività delle sale operatorie sono passate da 98 a 130 settimanali. Le prestazioni ambulatoriali, infine, sono passate da 600mila a 640mila.
Cronaca
30 gennaio 2009
Arretrati esorbitanti richiesti agli inquilini delle case comunali del Lido
Le “cartelle pazze” della Romeo
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Ogni famiglia deve pagare 15mila euro per servizi che non ci sono più e la manutenzione non effettuata
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di Enzo Bianciardi
splode l’emergenza casa a Ostia. La questione, stavolta, è però più delicata e riguarda non solo i senzatetto, in tutto un centinaio di famiglie in assistenza alloggiativa in attesa di una casa popolare, ma anche chi un’abitazione ce l’ha già ma non ha i soldi per pagare le rivalutazioni dei contratti né per acquistare l’appartamento dove vive. “Cartelle pazze” sono state recapitate dalla società Romeo (la stessa sotto indagine a Napoli), per una cifra globale di quasi un milione di euro ad oltre cento inquilini degli stabili comunali di Ostia, in via Costanzo Casana 147 e via Corrado Del Greco 120. In particolare, la Romeo avrebbe richiesto arretrati risalenti a prestazioni erogate dieci anni fa e contestate dagli stessi inquilini, quali rate di riscaldamento, portierato, manutenzione stabili e rivalutazione canoni. In alcuni casi le cifre richieste superano i 15mila euro a famiglia. Somme elevate
per pensionati e dipendenti con redditi bassi, tipologia tipica degli inquilini delle case comunali. L’associazione Litorale romano, presieduta da Andrea Ciocari, in rappresentanza degli inquilini si è rivolta ad un avvocato per la tutela legale di coloro che hanno ricevuto la richiesta di pagamento di (presunti) debiti arretrati. «Il portierato è chiuso da più di dieci anni spiega Antonio, uno degli inquilini degli stabili comunali - Come si fa a chiedere gli arretrati? Ormai c’è il riscaldamento autonomo in quasi tutti gli appartamenti e la manutenzione degli stabili e delle caldaie condominiali non è stata eseguita da anni. A quali arretrati e mancati pagamenti si riferiscono queste richieste? ». Sulla questione, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha sospeso l’esecutorietà dei crediti vantati dalla Romeo e ha nominato una commissione comunale per verificare l’ammissibilità di tali crediti. In campo è sceso anche il XIII Municipio. «Stiamo esaminando con attenzione il contenuto delle richieste economiche -
Axa, stop ai camion
Stop al transito dei mezzi pesanti in via di Macchia Saponara, via Pindaro e via Wolf Ferrari. L’ha chiesto l’associazione Labur XIII in considerazione del pessimo stato delle strade, dissestate e pericolose. Presentato alla polizia municipale di Ostia un dettagliato esposto sulla questione.
afferma il presidente Giacomo Vizzani - Si tratta di somme elevate sui cui importi vogliamo fare chiarezza e che sembrerebbero non dovute, anche in relazione al reddito degli inquilini». Il dibattito sulla casa si allarga anche ai complessi immobiliari dell’Enasarco. Nel XIII Municipio, infatti, sono circa 2.500, le famiglie di Ostia, Dragoncello e Axa, interessate alla vendita degli immobili di quello che una volta era l’Ente dei rappresentanti del commercio e che oggi è una fondazione. Per ora non
Un cimitero per Fido
E’ nata la Commissione speciale per i diritti degli animali. E’ stata istituita su proposta del consigliere Augusto Bonvicini. Si occuperà del problema del randagismo, dell’assistenza ai padroni di animali domestici e della realizzazione di un cimitero per gli animali nel XIII Municipio di Roma.
c’è stata una proposta concrete di acquisto degli alloggi, si tratterebbe però, di cifre “fuori mercato” su cui sono in corso frenetiche consultazioni. «Stiamo vagliando - sottolinea Vizzani - la validità e l’effettivo ruolo delle tutele che saranno previste per quanti si trovano nella condizione di non poter acquistare l’appartamento. Ad un primo esame si tratta di tutele assicurate in relazione al reddito lordo effettivo che risulta distante dalla capacità effettiva di spesa. Come Municipio
possiamo solo avanzare una sorta di mediazione con l’ente proprietario, con cui abbiamo già avviato un confronto. Allo stato attuale stiamo monitorando una situazione che rischia di far precipitare l’emergenza abitativa sul litorale romano». A riguardo il XIII Municipio ha proposto l’istituzione di un tavolo con l’ente per definire la misura del rinnovo dei contratti di quegli inquilini che non saranno in grado di acquistare l’alloggio e per i quali sarebbe prevista una proroga automatica di soli otto anni.
Dai i voti alla Asl
Al via la consultazione on-line dei servizi della Asl Roma D. I moduli sono disponibili sul sito Internet www.aslromad.it. I cittadini sono chiamati ad esprimere la propria valutazione sulle prestazioni e a fornire proposte. Mentre al Grassi è stato aperto un ambulatorio per l’ “emergenza influenza”.
30 gennaio 2009
Il senatore Candido De Angelis contesta l’operato della Regione Lazio
Riparte la draga “fantasma”
«Per il canale d’accesso occorrono macchinari più grandi» di Roberta Sciamanna
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(roberta.sciamanna@reporternews.eu)
nsabbiamento e navigazione a rischio. Ancora polemiche attorno all’escavo dei porti di Anzio e Terracina, una questione che si trascina ormai da anni e che di recente sembrava aver fatto passi avanti con il finanziamento da parte della Regione Lazio delle opere di messa in sicurezza. A sollevare dubbi su un intervento che secondo lui sarebbe esclusivamente “di facciata” è il senatore del Pdl Candido De Angelis. «Sono anni che invece di programmare in Regione si sceglie di inseguire le emergenze, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti: porti bloccati, economia peschereccia al collasso, draghe talmente piccole che con il maltempo sono costrette a rimanere ferme in porto. Rasentiamo l’assurdo perché la Regione non ha mai inteso prendere un provvedimento definitivo su questo problema che oggi sta riguardando da vicino Anzio e Terracina ma è proprio dell’intera costa del Lazio». Un mese fa ad Anzio era stato dato il via libera all’intervento di messa in sicurezza della navigazione marittima, con un impegno finanziario di 600mila euro per i lavori di escavo e smaltimento del materiale sabbioso presente nel canale di accesso del porto. Un problema che in realtà si ripresenta da anni alle prima mareggiate, a causa di continui
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In breve Il progetto
Sognando la svolta
Il dragaggio del porto è strettamente collegato ai lavori per la costruzione della nuova struttura portuale di Anzio. Il prossimo 18 febbraio ci sarà la Conferenza dei Servizi, dopodichè ci dovrebbe essere la posa della prima pietra.
L’alternativa
Il Pd non ci sta
fenomeni di insabbiamento e ostruzione del canale, per non parlare dei danni alla categoria dei pescatori, costretta a fare i conti con un canale d’accesso arrivato anche sotto i quattro metri di pescaggio. «Finché non ci sarà una gara per l’escavo di consistenti barre sabbiose - spiega il senatore De Angelis - e quindi per togliere centinaia di migliaia di metri cubi di sabbia ci ritroveremo con la partecipazione ai bandi di piccole draghe che sembrano togliere la sabbia con il cucchiaino e hanno difficoltà con
il mare mosso. La verità è che le società che hanno draghe per grossi lavori non partecipano nemmeno e così si continua solo a inseguire l’emergenza». Basta interventi tampone. L’emergenza, ribadisce il senatore, va risolta una volta per tutte. «Ad Anzio la draga è arrivata ma sono più i giorni nei quali è rimasta ferma che quella nei quali ha lavorato, le barche da pesca rischiano quotidianamente uscendo ed entrando dal porto e nei giorni scorsi una ha dovuto riparare su Fiumicino». E se ad
Anzio la draga è entrata in funzione, il porto di Terracina naviga in acque ancora peggiori e nei giorni scorsi a causa dell’insabbiamento è stato rimandato anche il campionato invernale d’altura. «A Terracina – conclude De Angelis - il porto è chiuso, si aspetta la stessa draga mandata ad Anzio che però non lascia il bacino per le condizioni meteo, sono giorni che i pescatori sono in sciopero. Tutto questo è il risultato della mancata programmazione in un settore importantissimo».
Uscire in mare non conviene più
momento di difficoltà arriva da Roberto Palomba, presidente della cooperativa Piccola Pesca, e consigliere comunale di Anzio. «Stiamo perdendo intere giornate di lavoro - spiega - perché il canale d’accesso è praticamente diventato una spiaggia. E va considerato che ogni peschereccio che rimane in banchina, costa, solo di spese vive, tra stipendi e costi fissi, circa 600 euro al giorno tra personale e contributi». Palomba comunque, lascia uno spiraglio aperto nei confronti della Regione Lazio, che a suo modo di vedere avrebbe comunque ap-
«Un porto per tutti» è il documento con il quale il Pd di Anzio ribadisce il proprio no al progetto della Capo d’Anzio. Il centrosinistra punta sul potenziamento e sulla riqualificazione del bacino attuale e rifiuta il doppio bacino.
L’ultimo arrivato
Nasce Meliorporto
Meliorporto è il nuovo comitato nato da pochi giorni, che ha come obiettivo quello di aprire un confronto in grado di coinvolgere tutte le parti interessate alla realizzazione della nuova struttura.
Pescatori fermi in banchina. «Troppe le spese»
Le difficoltà di navigazione all’interno del canale d’accesso del porto di Anzio, stanno seriamente mettendo in crisi l’economia ittica della città. La striscia di mare navigabile si è ristretta negli ultimi mesi da 40 a circa 20 metri, con un fondale vicino ai due metri e mezzo di profondità, e sono sempre di più i pescherecci che rinunciano a delle giornate di lavoro per rimanere in banchina ed evitare rischi inutili. Con danni economici inevitabili per centinaia di famiglie locali legate a doppio filo al mondo della pesca. La conferma di questo
Cronaca
Aree demaniali
poggiato le richieste dei pescatori non perdendo tempo inutile per far iniziare il dragaggio d’urgenza del canale d’accesso. «La Regione ci è venuta incontro, mandando ad Anzio la draga Giove in pochissime ore - continua il presidente della Cooperativa Piccola Pesca - ma causa
maltempo non si è potuto fare granché. A maggio però, ci è stato garantito che l’intero canale verrà ripulito con uno stanziamento di circa 600 mila euro, e la situazione dovrebbe tornare alla normalità una volta per tutte. Fino ad allora dobbiamo cercare di resistere».
Formia a tutto shopping
Formia si Anzio no. Nel sud del Lazio la Regione ha dato l’ok per realizzare un centro commerciale su un’area demaniale. Ad Anzio, invece, i lavori non possono partire nonostante le aree demaniali passeranno alla Pisana appena costruite.
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Cronaca
30 gennaio 2009
A Ostia e Fiumicino vendite in controtendenza rispetto al resto dell’Italia
L’altra faccia dei saldi
Crolla l’hi-tech mentre si salva il settore dell’abbigliamento. Fuori dalla lista della spesa tutto ciò che è considerato superfluo. I consumatori alle prese con la crisi economica e con il ridotto potere di acquisto dei salari
S
di Marco Ciapetti
i salva l’abbigliamento e crolla, incredibilmente, l’hi-tech. I saldi d’inizio anno hanno registrato nel XIII municipio dati opposti a quelli degli scorsi inverni, come spiega Ginetto Pugliè, Presidente della Confesercenti di Ostia: «I saldi non sono andati male ma si è assistito a qualcosa di diverso rispetto agli scorsi anni». Chi si aspettava negozi semivuoti, persone a passeggio senza buste tra le mani, in un clima da vera recessione, è rimasto deluso e ha trovato un clima diverso. Le vendite ci sono state, ma in settori ben definiti: «Per la prima volta – prosegue Pugliè – l’abbigliamento non
ha registrato cali, anzi. Mentre nel settore della tecnologia c’è stata una forte flessione». Segnali di un paese in crisi? «E’ chiaro – risponde Pugliè – che in un periodo di crisi economica, che si sta abbattendo anche sul nostro territorio in maniera decisa (la crisi Alitalia e il suo riflesso sul litorale ndr) la gente non ha smesso di spendere, ma ha deciso in maniera netta cosa comprare. E allora ecco che ai vestiti non si può rinunciare, così come alle scarpe, mentre alla tecnologia si. Ciò che è considerato superfluo quest’anno è rimasto fuori dalla busta della spesa». Inversione di tendenza che si è riscontrata anche a Fiumicino, dove lo standard è stato lo stesso. «L’abbigliamento è
Porto a rischio sicurezza Il vertice
“Sicurezza nel porto canale di Fiumicino”. All'incontro della mattina del 30 gennaio hanno partecipato Giampaolo Buonfiglio, Gennaro Del Prete, rispettivamente Presidenti dell'Agci Agrital e della Pesca Romana, e Lorenzo Melchiorri, dell'associazione degli operatori del porto.
Scende in campo la Confcommercio Social Card
È diventata realtà la convezione tra Confcommercio e Governo per attivare le procedure relative alla Social Card. La convenzione disciplina le modalità con cui le imprese, associate alla Confcommercio, possono aderire al programma Carta Acquisti e pubblicizzare la propria adesione all’iniziativa.
andato bene, da noi si è venduto molto – dice Leonardo Cotardo, Presidente della Confesercenti locale – ma solamente nelle prime due settimane. Ora c’è una forte flessione, dovuta probabilmente anche a questi giorni di maltempo. A Fiumicino i negozi sono su strada, non siamo in un centro commerciale. Quando piove le persone non vanno a fare shopping, magari si rinchiudono in un centro di grande distribuzione». E la gente cosa ne pensa? Fermando tre persone a caso in un sabato pomerig-
gio di spese in via delle Baleniere, e raccogliendo le loro dichiarazioni, la sensazione che si ha è quella dello stato di crisi imminente. «Non ho comprato nulla – racconta Massimiliano di 24 anni – ho il contratto di lavoro che mi scade il 31 gennaio e non mi è ancora stato comunicato nulla. Non so se verrò confermato e preferisco tenermi i soldi che sono riuscito a mettere da parte. In certi casi anche 100 euro fanno la differenza». Sulla stessa lunghezza d’onda la signora Lucia, di 51 anni: «Ho speso pochissimo,
30 euro in tutto. E avrei voluto poter comprare qualcosa in più, ma visto quanto sta accadendo intorno a noi non me la sono sentita di fare grandi spese. Non so, sarà stata una sensazione, ma credo sia il caso di aspettare tempi migliori per darsi allo shopping sfrenato». In conclusione Sabrina, 28 anni, commessa: «Per far ripartire l’economia è necessario spendere, è vero, ma se gli stipendi sono sempre gli stessi e le spese aumentano rimane ben poco per gli acquisti. Capisco in pieno la paura di molte persone».
Apurimac Onlus raccoglie 4mila euro a sostegno degli indios del Perù
Quattromila euro in viaggio da Ostia Antica al Perù. E’ la cifra ricavata dalla raccolta fondi lanciata dall’Apurimac Onlus, l’associazione no profit di Ostia Antica che aiuta le popolazioni in difficoltà, grazie al mercatino solidale allestito con gli oggetti realizzati dalla manodopera peruviana. La mostra, allestita dalla pro loco di Ostia Antica, ha portato a ottenere un risultato molto importante e per certi versi davvero inaspettato. In tutto sono stati raccolti infatti 4.141,50 euro, grazie soprattutto alla grande partecipazione dei residenti del quartiere, che si sono dimostrati sensibili alle tematiche sociali. Enorme soddisfazione è stata espressa dal Presidente del comitato locale dell’Apurimac Onlus, Alessandro Paltoni, e da padre Giovanni Gisondi, parroco della chiesa di Sant’Aurea. (M.C.)
30 gennaio 2009
A Pomezia e Ardea vacilla l'incolumità dei pendolari
Il pericolo corre sul bus
Petizione online per la metro Il futuro
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di Giovanni Salsano
(giovanni.salsano@reporternews.eu)
Sono già oltre 550 le firme raccolte dalla petizione online per il prolungamento della metro B Laurentina – Tor Pagnotta – Pomezia – Ardea, messa online da Stefano Di Nino e cliccabile all’indirizzo www.firmiamo.it/prolungamentometrobromapomezi aardea e rivolta alla Regione, ai Sindaci di Pomezia e Ardea (il cui primo cittadino, Carlo Eufemi ha già sostenuto l’iniziativa) e a tutte le associazioni interessate. «Fra Roma e Pomezia – sostengono i promotori - transitano ogni ora 4.000 auto. La media degli incidenti che si registrano su questa arteria è di 800 volte più alta della media nazionale, gli ingorghi dovuti a varie cause ogni giorno inducono migliaia di pendolari a gettare la spugna ormai stressati dal traffico, bisogna quindi intervenire rapidamente». (G.S.)
er molti pendolari è purtroppo diventata ormai una triste abitudine. A volte si alza la voce, a volte ci si prova ad organizzare in gruppi e comitati con la speranza che qualcosa possa cambiare. Invece, il tempo passa e la situazione non migliora. Aspettare l’autobus a Pomezia, Torvaianica, Ardea e Tor San Lorenzo – gesto quotidiano per migliaia di persone – significa anche correre dei rischi: spesso, infatti, le fermate dei mezzi pubblici sono praticamente su strada, mal segnalate e mal protette. Ad Ardea, ad esempio su via Campo Selva, chi aspetta l’autobus è costretto a sostare sul ciglio della strada, nella maggior parte dei casi al buio, per l’assenza della pubblica illuminazione. Stessa situazione e stessi rischi a Tor San Lorenzo, ad esempio all’incrocio tra la litoranea e viale Marino. E sono soltanto due esempi. Nel territorio rutulo, come a Pomezia e Torvaianica, alcune pensiline (anche nuove) proteggono i pendolari in caso di intemperie: ma non dappertutto. A tutte e due le fermate di Martin Pescatore, a Torvaianica, ad esempio, chi attende il pullman in direzione di Pomezia può ripararsi sotto una tettoia, ma
Continua il viaggio di Reporter nei disservizi dei trasporti pubblici. Sotto accusa la posizione e la condizione delle banchine di attesa
chi – a cinque metri di distanza, dall’altra parte della carreggiata – attende l’autobus in direzione Torvaianica centro, non ha la stessa fortuna. Basta uscire dal centro poi, e attendere l’autobus nei quartieri
periferici – Santa Procula o Campo Jemini, per citarne due – e le pensiline ritornano a scarseggiare. Risultato: persone in mezzo alla strada che rischiano di essere investite, come purtroppo è già accaduto.
Cronaca
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In periferia con pullman privati Le linee
A Pomezia e Ardea le linee extraurbane che collegano le due città con Roma (Laurentina), Latina e le altre città del litorale sud, sono garantite dalla Cotral, l’azienda del trasporto pubblico regionale. A Pomezia, inoltre, in servizio sulle linee urbane c’è anche la società Troiani che serve, oltre al centro cittadino, i quartieri di Campo Jemini, Santa Procula, Campobello, Torvaianica, Santa Palomba, Vaccareccia, Pratica di Mare e Cimitero Civile. Ad Ardea, invece, la ditta Ottaviani opera con cinque linee che collegano il centro con i quartieri periferici e la stazione di Campoleone. (G.S.)
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L’inchiesta
A Ostia dopo le proteste dei residenti di Torre Acea qualcosa si sta muovendo, ma la dismissione dei ripetitori richiede circa quattro anni
di Marco Ciapetti Giovanni Salsano
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olti le vedono come un nemico da evitare, più che affrontare, altri come una sicura fonte di guadagno grazie ai soldi incassati per la locazione degli impianti. Le antenne per la telefonia mobile continuano a far discutere, e tra ricorsi, proteste, e qualche sequestro, nella maggior parte dei casi continuano a rimanere al loro posto, tra la rabbia dei residenti. Sono decine i casi limite sul litorale romano, da tempo al centro delle polemiche, quasi fossero dei totem immersi nel paesaggio urbano di tutte le città presenti nel Mare di Roma.
Torre Acea, la storia infinita Una storia infinita. Lunga cinque anni e che aspetta ancora di vedere un epilogo. E’ la vicenda legata ai ripetitori telefonici installati sulla sommità della torre Acea presente in viale della Vittoria, a Ostia. E soprattutto, ai gravi danni che le radiazioni elettromagnetiche hanno provocato nei residenti del civico adiacente alla torre. L’odissea ha inizio nel giugno 2005, quando i cittadini del comitato di quartiere Parco della Vittoria scoprono che le antenne, oggetto da sempre di dubbi e sospetti, sono addirittura 24. Nell’ottobre del 2006 una misurazione dei valori dell’elettrosmog condotta da due esperti del comitato scopre valori di esposizione più di quattro volte superiori a quelli massimi ammessi: 25 V/m invece che 6 V/m. Il Municipio chiede che venga riunito un tavolo con il Comune, l’Acea e le aziende di telefonia al
30 gennaio 2009
Mentre Ardea, a 12 mesi dall’approvazione del regolamento, sembra ferma al palo, Anzio decide la sospensione di ogni impianto
fine di tutelare la saluta dei cittadini. Il 2 febbraio 2007 l’allora vicepresidente del Municipio Alessandro Onorato e l’assessore all’ambiente Paolo Stellino annunciano che Acea ha dato disdetta dei contratti di locazione degli impianti sulla torre. Le antenne saranno quindi rimosse tra il giugno ed il dicembre dello stesso anno. Ma presa visione delle lettere con le quali Acea rescinde i contratti, l’avvocato che assiste il comitato spiega che le stesse non hanno alcun valore. Infatti la legge assicura tutta una serie di tutele al locatario che sono state ignorate dal provvedimento. Proseguono le manifestazioni sotto la Torre. Iniziano i presidi sotto al Tribunale di Ostia, dove alcuni dei residenti al 34 di viale della Vittoria sono ricorsi contro i gestori di telefonia a causa delle patologie che li affliggono. Vox populi dà il soprannome di “reparto oncologico” allo stabile. Il Comitato chiede l’intervento dell’allora sindaco di Roma Veltroni.
primi 15 impianti, ma i cittadini non hanno tempo di esultare. Leggendo il documento, infatti, scoprono che sono stati concessi quattro anni per completare i lavori.
A settembre parte l’iniziativa dei lenzuoli di protesta affissi alla recinzione della Torre. Il Sindaco assicura il suo interessamento e il 29 novembre 2007 viene sottoscritto un accordo tra Comune, Municipio e aziende di
Pomezia e il suo Piano “fantasma”
telefonia: quattro mesi (quindi 19 maggio 2008) per dimettere 15 impianti e 12 per dislocare i rimanenti 9 (29 novembre 2008). Il 15 novembre 2008 viene finalmente concessa l’autorizzazione “tecnica” alla dismissione dei
Il piano che non arriva. A Pomezia da anni c’è chi chiede che cessi l’installazione selvaggia di antenne per la telefonia mobile. Così come ha fatto, soltanto un paio di mesi fa, Angelo D’Avino, consigliere comunale della Rosa Bianca, che ha inviato al sindaco Enrico De Fusco una lettera per chiedere la regolamentazione dell’installazione dei ripetitori su tutto il territorio. «A Pomezia il fenomeno delle antenne selvagge è ormai una realtà in forte espansione», aveva scritto D'Avino. Da lì, l’idea di sollecitare il piano comunale, ma anche un censimento degli impianti presenti, per prevenire le conseguenze che «una così grande concentrazione di antenne possa avere sulla salute dei cittadini. E’ necessario un monitoraggio continuo da parte della Asl e dell'Arpa Lazio e soprattutto la demolizione di tutti quei ripetitori installati troppo vicino alle scuole e alla clinica Sant'Anna».
Ardea, che fine ha fatto il piano antenne? Che fine ha fatto il piano antenne previsto dall’amministrazione comunale di Ardea? Se lo chiedono in tanti in città, soprattutto quando, per l’assenza di apposite aree su cui piazzare tralicci e ripetitori, spuntano nuove antenne, più o meno visibili o camuffate. In realtà, da oltre un anno, il Consiglio comunale ha approvato un apposito regolamento comunale per l’installazione, il monitoraggio, l’esercizio e la localizzazione degli impianti di telefonia mobile, che prevedeva l’individuazione di aree specifiche – lontano da scuole o luoghi frequentati oppure di proprietà comunale, in modo da ricavare dei soldi per la collettività – dove montare i ripetitori. Tra quanti hanno spesso sollecitato il Comune ad approvare un piano definitivo, il Comitato di quartiere Nuova Florida: «Non vogliamo sorprese – dicono i rappresentanti del comitato – sul territorio della Nuova Florida. Oltre un anno fa è stato approvato il regolamento e il sindaco Eufemi disse che avrebbe consentito di bloccare le “antenne selvagge” e che il piano era in elaborazione. A questo punto ci chiediamo: è effettivamente così?».
L’inchiesta
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Oltre al danno la beffa. Il No alla torre faro si paga con il rinvio a giudizio
Anzio sospende le installazioni «Sospensione immediata di tutte le procedure concernenti le autorizzazioni alle installazioni di telefonia mobile ed ogni altra forma di emissione di onde elettromagnetiche per un periodo di 60 giorni». Queste le parole
Il Wi-Fi preoccupa Roma e Provincia
contenute nella delibera di Giunta approvata di recente dall’amministrazione comunale di Anzio. «Nel frattempo – spiega l’assessore ad Ambiente e Sanità, Patrizio Placidi – dovremmo essere in grado di predisporre il Piano antenne».
Il Wi-Fi sul territorio della Provincia di Roma: questo l’obiettivo del Presidente Nicola Zingaretti, che ha presentato l’avvio della sperimentazione della prima rete di connessione gratuita ad internet per la Capitale e la provincia, con la copertura dei primi 50 punti di accesso senza fili. L’altra faccia della medaglia sono le preoccupazioni dei residenti nella capitale e nell’hinterland circa le conseguenze sulla salute. A preoccupare sono i luoghi scelti per l’installazione delle antenne Wi-Fi: al chiuso (scuole, biblioteche, centri d’impiego) ed all’aperto (parchi ed aree di intrattenimento turistico). Tutti spazi che in altri Paesi, sono stati revisionati dopo l’avvio di progetti molto simili.
Quando la protesta per la tutela della salute si trasforma in una vera e propria beffa. E’ accaduto in questi giorni ad un gruppo di persone anziane residenti nella zona dei Colli del Sole, a Roma, raggiunti da una notifica di rinvio a giudizio per una protesta portata avanti due anni fa per evitare l’installazione di un’antenna per la telefonia mobile. «Sono cittadini – spiega Piergiorgio Benvenuti, Presidente del Coordinamento Roma Capitale e Provincia del Movimento Ecologista Europeo - Fare Ambiente che preoccupati della propria salute, hanno chiesto di bloccare i lavori di realizzazione del mega impianto per comprendere di quale portata erano le emissioni di onde elettromagnetiche. Preoccupazioni condivise dal XV Municipio che trattò la questione, approvando all'unanimità una mozione, in cui si auspicava la ricollocazione dell'impianto in altra area ritenuta più compatibile. Tanto che il gestore dell'impianto dopo una trattativa rinunciò al-
35milioni
Gli utenti dotati di telefonini in Italia. Il terzo Paese al mondo dopo Stati Uniti e Giappone.
l'installazione». Particolari le motivazioni che hanno portato la magistratura alla decisione del rinvio a giudizio. A spiegarle, è lo stesso Benvenuti, che si schiera dalla parte delle persone coinvolte nel caso. «Il Pubblico Ministero chiarisce - ha ritenuto di contestare il reato di concorso in violenza privata, chiudendo l'indagine con la richiesta di rinvio a giudizio per 19 inermi cittadini. Ora intanto chiederemo al
300mila
I chilometri di elettrodotti, in media, alta ed altissima tensione sparsi sul territorio nazionale.
10mila
XV Municipio, nella figura del Presidente, di fare tutti i passi ufficiali per non defilarsi dalla vicenda giudiziaria, da parte nostra al di là delle espressioni di solidarietà, riteniamo che siamo alla presenza di cittadini che hanno espresso la loro preoccupazione per un impianto di emissione continua di onde elettromagnetiche adiacenti alla propria abitazione e non gruppi di facinorosi o di violenti».
Le stazioni radio base per la telefonia cellulare già installate nelle varie città.
mila 350 Le persone impiegate
nel settore della telefonia mobile in Italia.
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Cronaca
30 gennaio 2009
Calano le tenebre su Colle Romito Il Consorzio resta senza soldi e 2.500 famiglie sono costrette a vivere al buio
Romano Catini attacca il comune di Ardea che ha preso in carico le spese dell'impianto di illuminazione. Il sindaco Carlo Eufemi ribatte: «Dovrebbero pagare le bollette della luce» di Giovanni Salsano
I
(giovanni.salsano@reporternews.eu)
l Consorzio non può più pagare le bollette per mancanza di fondi, mentre il Comune – che secondo una delibera di consiglio comunale dello scorso luglio dovrebbe prendere in carico i costi del servizio – ancora non ha terminato l’iter per accollarsi le spese. Risultato: un intero quartiere, Colle Romito, tra Tor San
Lorenzo e Lido dei Pini, in cui vivono 2.500 famiglie, rimane al buio. E scoppia la querelle Consorzio – Comune, con i cittadini come al solito messi in mezzo e col Presidente del Consorzio, Romano Catini che sollecita l’amministrazione a pagare i costi del servizio: «A Colle Romito – spiega proprio il Presidente del Consorzio Colle Romito, Romano Catini – abitano 2.500 famiglie: molte sono soggette a continui furti e atti vandalici nelle
proprie abitazioni, oltre che al patrimonio consortile, per i ritardi del Comune di Ardea a prendere in carico i costi dell’energia dell’impianto di pubblica illuminazione, come previsto da una delibera dello scorso luglio. Il Consorzio non è più in grado di farlo, perché non ha più un solo euro nelle casse sociali, a causa dell’insolvenza del Comune che deve quasi 630mila euro, senza contare il 2008». Non si è fatta attendere a lungo la ri-
sposta del primo cittadino di Ardea: «Il consiglio comunale – ribatte Carlo Eufemi – ha effettivamente approvato lo schema della convenzione per la presa in carico e la gestione del servizio di
Il vecchio cimitero di Fiumicino è pieno. Quello di Maccarese è prossimo all’esaurimento. E nel camposanto di Palidoro trovare una tomba libera è un’impresa. Così l’amministrazione comunale ha pensato bene di traslocare bare e
salme nel nuovo cimitero di Santa Ninfa, quello costruito di fronte all’aeroporto Leonardo da Vinci. Lì di posti ce ne sono undicimila e per riempirlo ci vorranno almeno trent’anni. Ma ben pochi, sembra, siano disposti a spostare il caro
estinto dal “comodo” camposanto vicino casa alla nuova (ma lontana) infrastruttura. Così il Comune ha concesso agevolazioni (cioè il trasporto gratuito del defunto a Santa Ninfa) a coloro che hanno redditi inferiori a 15mila euro l’anno. Per
Fiumicino trasloca le bare a Santa Ninfa Rimborsi per chi va nel nuovo cimitero
pubblica illuminazione a Colle Romito, ma l’iter ancora non è concluso. Quindi la responsabilità del quartiere al buio è tutta del Consorzio, che dovrebbe pagare le bollette».
ottenere il rimborso delle spese gli eredi non devono fare altro che presentare domanda in municipio allegando la dichiarazione dei redditi. Il progetto non fa una grinza. Al momento, però, sono pochissimi ad aver richiesto il servizio. Meglio piangere il nonno nel loculo sottocasa, che spostarlo in una tomba (seppur bellissima) lontana chilometri da Fiumicino, Maccarese e Palidoro.
La rivolta degli abbandonati
30 gennaio 2009
A Nuova California cittadini sul piede di guerra e amministrazione “latitante”
Parla il Presidente del comitato di quartiere Piero D’Angeli: «Servizi primari, come acqua e gas, sono inesistenti» di Giovanni Salsano
A
(giovanni.salsano@reporternews.eu)
nno nuovo, problemi vecchi di anni. E torna a farsi sentire con l’amministrazione comunale il comitato di quartiere Nuova California, in rappresentanza di migliaia di famiglie da troppo tempo in attesa di opere e servizi primari. «Abbiamo recentemente protocollato – dice il Presidente dell’associazione, Piero D’Angeli – l’ennesima lettera al comune di Ardea, indirizzata al Sindaco e a vari Assessori e dirigenti, relativamente ad una serie di croniche problematiche esistenti nel nostro quartiere. Siamo stanchi». E giù un lungo elenco di opere attese, promesse ancora non mantenute, situazioni di disagio: «Ad esempio – prosegue D’Angeli – le condizioni fatiscenti del parco giochi di via Reno, da mesi chiuso e lasciato nell’incuria ed nel degrado, che nonostante le promesse e le rassicurazioni
dell’Assessore all’Ambiente Cassio Roccafiorita, permangono tali. Dal bilancio comunale erano destinati per i parchi di Ardea circa 200mila euro, e il parco sopra descritto era tra quelli in attesa di essere sistemato e arredato, per poi renderlo finalmente fruibile a tutti i bambini del quartiere entro Natale 2008, ma ad oggi nulla si è visto. Per non parlare della maggior parte delle strade del quartiere, che sono distrutte e piene di fango, oltre che prive di illuminazione. In particolare a via Toce vi sono disabili prigionieri in casa, proprio per le pessime condizioni del manto stradale». E a questi problemi “strutturali”, si aggiungono quelli recenti, già segnalati e combattuti, ma continuamente ripresentatisi sul territorio: «Poi c’è il problema – dice ancora il Presidente del comitato di quartiere – dell’insediamento abusivo di centinaia di rom dentro il complesso le Torri in via Tronto. Dopo due anni e tre sgomberi effettuati dalle forze
dell’ordine, ancora non si è risolto nulla, anzi i problemi sono aumentati, le presenze di rom all’interno delle Torri sono aumentate e insieme a loro si sono aggravate le condizioni igienico sanitarie, che già di per sé erano fatiscenti e che ora sono assolutamente inesi-
stenti. Abbiamo bisogno di nuove scuole, di una palestra a via Tanaro. Una parte del quartiere risulta ancora priva di servizi primari come acqua e gas, in un contesto dove comunque mancano spazi aggregativi e di socializzazione».
Cronaca
Spariti i soldi
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All’Infernetto la scuola Mozart in attesa di lavori
Novecentomila euro svaniti nel nulla. E una scuola all’Infernetto tutta da completare. E’ l’allarme lanciato dal consigliere comunale Alessandro Onorato sui fondi stanziati dalla precedente amministrazione per dotare la scuola media Mozart di una struttura in legno lamellare, che le consentirebbe di guadagnare sei aule. «Il 14 luglio del 2008 – spiega il Pd – ad una mia interrogazione al sindaco Alemanno e all’assessore competente per capire a che punto fosse l’iter del nuovo prefabbricato mi venne fornita testuale risposta: si è attualmente in attesa del visto di esecutività della determinazione dirigenziale numero 1389 del 20 giugno 2008 per inviare nuovamente tutti gli atti al segretariato generale. Il che voleva dire già allora tutto da rifare e nella migliore delle ipotesi la struttura sarebbe stata pronta per l’anno scolastico 2009 – 2010. Ma poi in seguito abbiamo scoperto il peggio. L’iter burocratico non è stato completato e addirittura, nei mille rivoli del bilancio comunale, sono scomparsi i 900mila euro del finanziamento». (M.C.)
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Turismo
30 gennaio 2009
Il turismo sociale punta al Mare di Roma. Il 38% viaggia con “dopolavoro” e parrocchie
C
di Cinzia Pagliaroli
ral, associazioni sportive e parrocchie fanno concorrenza al turismo di massa. Il turismo “sociale” rappresenta il 38 per cento di chi viaggia per scoprire, conoscere, visitare luoghi e città contro il 22 per cento del turismo “tradizionale”. Un turismo a cui guardano con sempre maggiore interesse Ostia, Anzio, Nettuno, Fiumicino e le località balneari del litorale romano e laziale. Il primo Rapporto sul turismo sociale e associato verrà presentato a Viterbo nell’ambito della IX edizione della Borsa Internazionale del Turismo Sociale che si svolgerà dal 5 all’8 marzo prossimo. All’edizione 2009 della manifestazione, organizzata dalla Società InRete e dal Cat di Viterbo, parteciperanno 120 buyers italiani e stranieri e oltre 300 operatori dell’offerta. La domanda internazionale sarà rappresentata da una decina di Cral provenienti da Germania, Austria, Svizzera e Polonia che puntano a stringere accordi per
portare gli associati in vacanza sulle spiagge del Lazio. Scopo della manifestazione è infatti quello di far conoscere destinazioni e prodotti turistici nuovi ed inediti e favorire l’incontro tra la domanda (Cral e dopolavoro, circoli e associazioni culturali, circoli sportive, parrocchie) e operatori turistici (agenti di viaggio, tour operator, enti di promozione turistica, consorzi, compagnie aeree, ferroviarie e marittime, alberghi). Il Turismo sociale è costituito da quell’insieme di attività capaci di rispondere ad un diffuso bisogno di relazionalità. Fare questo tipo di vacanze significa rispondere ad un bisogno di socialità, è uno stile di vita, è una scelta di valore da parte degli enti che lo organizzano impegnati, anche attraverso lo svago, nello sviluppo di legami sociali, nel creare occasioni di arricchimento culturale, di promozione e di valorizzazione delle risorse del territorio. Chi predilige questa esperienza è sicura-
mente molto attento ai contatti umani. Il turismo sociale è a tutti gli effetti una “azienda” capace di progettare e sviluppare un’ampia gamma di servizi e prodotti nel settore turistico. Le risorse, l’esperienza,
il know-how dei consorzi e dalle cooperative che costituiscono la rete sono infatti organizzati e coordinati al meglio per offrire servizi e prodotti in grado di soddisfare le più disparate esigenze di quegli enti, quelle
aziende e quelle associazioni che hanno interesse nel recupero, nella valorizzazione e nella fruizione del patrimonio storico, culturale, artistico, ambientale e sociale del territorio in cui operano. «Benché siano in molti a credere nello sviluppo del turismo sociale ha dichiarato Angelo Cappelli, assessore al turismo della Provincia di Viterbo - sono ancora pochi coloro i quali vi prestano la dovuta attenzione». Per studiare il turismo sociale è stato creato un Osservatorio permanente. Obiettivo: analizzare questo segmento turistico che coinvolge milioni di persone, con un giro d’affari di miliardi di euro. «Non si tratta - dichiara Nicola Ucci, responsabile della società InRete - di un turismo rivolto solo a categorie sociali specifiche. I fruitori sono anche i giovani ma soprattutto gli anziani, che rappresentano un segmento sempre più importante per il mercato turistico».
Turismo
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Est Ovest Soldato tenta la fuga verso Ovest
Il museo al check point Charlie
La Porta di Brandeburgo
Romani a caccia dei mattoni della Cortina di ferro per il 20° anniversario
I
Berlino, il Muro diventa souvenir
l cielo sopra Berlino è azzurro e osserva dall’alto il Muro che non c’è più. Il 9 novembre prossimo saranno vent’anni dall’abbattimento della Cortina di ferro che tagliava in due la città e il mondo. I festeggiamenti, però, sono già iniziati. Con tanto di sito Internet, www.mauerfall09.de, dove turisti e curiosi possono trovare eventi, convegni, seminari, mostre fotografiche, happenig di pittura e poesia dedicati al Muro di Berlino. E poi ci sono i musei all’aria aperta, come quello al check point Charlie dove Stati Uniti e Unione Sovietica si scambiavano spie e prigionieri durante la Guerra fredda; il Museo della Stasi, dove sono raccolti i documenti della polizia politica dell’ex Germania Est, e il Museo della Ddr, la defunta repubblica socialista creata dopo la Seconda guerra mondiale. Con Roma, Berlino sta creando un nuovo “asse”, per nulla politico e molto turistico. Tra gennaio a luglio 2008 si è registrato un aumento del 3,6 percento degli arrivi di visitatori italiani, che hanno raggiunto quota 117.087. Nello stesso periodo, i pernottamenti negli alberghi (in totale 339.447) sono cresciuti del 6,5 percento. A Fiumicino e Ciampino Alitalia, Air Berlin e EasyJet hanno già
venduto quasi la metà dei biglietti aerei disponibili per novembre, clou dei festeggiamenti con tanto di fuochi artificiali ad “incendiare” la Porta di Brandeburgo, simbolo della città. I primi pannelli in cemento del Muro vennero issati il 13 agosto del 1961. Una cortina lunga 155 chilometri che divise per 28 anni il mondo in due blocchi contrappo-
sti, quello occidentale e filoamericano e quello orientale e sovietico. Venne costruita non tanto per impedire all’Occidente di contaminare la Germania comunista, quando per fermare la fuga da Berlino Est verso i quartieri liberi, ad Ovest. Centotrentatrè persone vennero uccise mentre cercavano di superare il muro nei più fantasiosi modi: scavandoci sotto tun-
nel, calandosi dalle finestre delle palazzine adiacenti alla cortina di ferro, sorvolandolo con aerei ultraleggeri ma anche più semplicemente scavalcandolo. Poi la sera del 9 novembre 1989 migliaia di berlinesi si radunarono attorno al Muro, ci salirono sopra, lo presero a picconate e, incredibile ma vero, lo trasformarono in souvenir. I gendarmi dell’Est non spararono
un colpo a difesa di un regime ormai crollato dopo il dissolvimento dell’Urss. I “pezzetti di muro” trasformati in souvenir, pare, valgano moltissimo. Il 3 ottobre 1990 le ruspe completarono l’abbattimento della cortina di ferro e chi, in quei giorni aveva fatto incetta di mattoni, ora si ritrova con un piccolo tesoro. (A.Z.)
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Cultura
30 gennaio 2009
Anzio blinda la Sala degli Specchi del Paradiso sul Mare durante le riprese del nuovo film con Daniel Day-Lewis
A svelare i particolari del backstage una giovane comparsa di Nettuno. «Noi non potevamo neppure avvicinarci agli attori»
Dietro le quinte di “Nine” I segreti del set di Marshall
U
n set blindato, la Sala degli Specchi del Paradiso sul Mare trasformata nell'Hotel Bellavista e premi Oscar da tutte le parti. “Nine”, film prodotto dalla The Weinstein Company e diretto dal regista Rob Marshall, ha permesso alla città di Anzio di tornare alla ribalta nel mondo del cinema che conta. Peccato per tutti i curiosi che non hanno potuto vedere da vicino i loro attori preferiti, a causa della massima riservatezza con cui sono state girate le scene neroniane. Penelope Cruz, Daniel Day-Lewis, Martina Stella, Elio Germano, Valerio Mastrandrea, Rick Tognazzi, Judy Dench e Marion Cotillard arrivavano sul set alle otto di sera, venivano presi in consegna da truccatori e costumisti, consegnati nelle mani del regista e finivano di girare alle sette della mattina dopo.
Pochissimo il tempo di passeggiare per le vie di Anzio e Nettuno, quindi. A svelare a Reporter tutti i segreti del remake di “8 ½”, però, ci ha pensato una giovane comparsa 25enne di Nettuno. «E' stata un'esperienza bellissima – racconta Giuliano – soprattutto perché ho avuto l'occasione di vedere da vicino tanti premi Oscar. Ho deciso di partecipare alle selezioni per il casting proprio per questo motivo e tra una scena e l'altra loro giravano tra di noi, mentre quando c'era la pausa generale si chiudevano nelle loro roulotte, parcheggiate davanti allo stabilimento balneare Tirrena, per mangiare e riposare. Noi arrivavamo sul set intorno alle 17,30 e finivamo di girare alle otto della mattina. Il set era blindato e a noi figuranti non era concesso neppure di poter parlare
con gli attori. Non si potevano scattare fotografie e neanche chiedere autografi. Una sera, però, ho avuto l'occasione di scambiare due battute sulla partita di calcio Roma con Mastrandrea, che per quel giorno non aveva scene in programma. In tutto eravamo circa 70 comparse e a me gli assistenti alla regia avevano assegnato il compito di girare per la sala del ristorante dell'Hotel Bellavista». Oltre agli incontri ravvicinati con Penelope Cruz, Elio Germano, Daniel DayLewis e gli altri, Giuliano ha avuto anche l'occasione di scoprire tutti i segreti che stanno dietro alle quinte di un film di Hollywood. «Ad impressionarmi è stata la pazienza degli attori, che riuscivano a ripetere per centinaia di volte gli stessi movimenti. Prima di ogni scena, infatti, il regista si avvicinava a loro
per spiegargliela e poi cominciavano a girare, ma se Rob Marshall non era soddisfatto si ricominciava tutto daccapo. Essere professionali, seri, meticolosi e concentrati alle cinque di mattina non è assolutamente semplice, ma loro non facevano mai una piega a nessuna richiesta del regista. Eppoi era pieno di telecamere ovunque, ogni singola scena veniva ripresa da diverse angolazioni. Anche l'organizzazione era perfetta: noi ci cambiavamo all'Hotel dei Cesari e poi con un pulmino della produzione raggiungevano il set, mentre il catering era stato allestito all'interno del locale che si trova sulla rotonda del Tirrena». Svelati i segreti del set inaccessibile resta l'ultimo enigma: quando uscirà il film nelle sale cinematografiche? «Questo non l'hanno detto neppure a noi».
I protagonisti
Daniel Day-Lewis
Martina Stella
Elio Germano
30 gennaio 2009
L’antenata di Pomezia rispecchiava fedelmente i luoghi dell’antica Troia
Lavinium, la città di Enea
A confermare questa tesi ci sono i recenti studi dell’archeologo e ricercatore Alessandro Maria Jaia. L’eroe virgiliano approdò al santuario di Sol Indiges di Giovanni Salsano
L
(giovanni.salsano@reporternews.eu)
avinium, l’antenata di Pomezia, era una città simile, per caratteristiche e posizione geografica, alle città troiane: un punto in più a favore della collocazione a Torvaianica dello sbarco di Enea, in fuga da Troia distrutta dagli Achei, sulle coste italiane. È quanto emerso nel corso della conferenza tenuta lo scorso 24 gennaio da Alessandro Maria Jaia, archeologo e ricercatore presso la facoltà di Scienze Umanistiche dell’università di Roma La Sapienza, presso il museo archeologico Lavinium dal titolo “I luoghi di Enea. Ricerche di topografia antica sulla costa di Torvaianica”, in cui l’archeologo ha illustrato lo stato attuale degli scavi (in corso, seppure non in maniera costante) nell’area dell’odierna Pratica di Mare – dove negli anni è emerso il santuario delle tredici are, l’Heroon di Enea e, più verso mare, il santuario del Sol Indiges – e le conseguenti ricerche effettuate nella zona del fosso di Pratica di Mare (l’antico fiume Numico), presso l’aeroporto militare. In quest’area, ha ricordato Jaia, è stata scoperta una zona sacra connessa al rinvenimento di un tempio, identificato con il santuario di Sol Indiges, indicato dalle fonti storiche come il luogo di approdo del leggendario Enea. Una scoperta importante perché in un certo senso conferma lo sbarco di Enea sulle coste pometine
e localizza il primo sacrificio fatto dall’eroe virgiliano dopo l’approdo su questi lidi. Secondo la leggenda, infatti, nel XII sec. a.C., Enea al termine delle sue lunghe peregrinazioni, è giunto alla foce del fiume Numicus per ricongiungere i profughi troiani all’antica terra madre, (secondo il mito, Dardano, il fondatore di Troia, era originario del Lazio) e al loro destino, che era quello di fondersi con le genti latine per dare vita alla stirpe romana, destinata a dominare il mondo per i secoli a venire.
Tra le caratteristiche segnalate dagli studiosi che individuano nell’antica Lavinium il modello di città troiana, la presenza di un’altura su cui poggiava la città, la vicinanza col mare e,
appunto, la presenza del santuario. Il tempio era un luogo di culto ed era situato proprio al porto dell’antica Lavinium in modo da essere di fronte ai naviganti che transitavano
davanti la costa. Una scoperta che, secondo gli studiosi, ribadisce quanto raccontato e descritto da Dionigi di Alicarnasso, lo storico greco che ha visitato la zona e che descrive attentamente la vita e i culti del periodo. Negli anni, è stato verificato come corrisponda alla realtà la distanza, illustrata da Dionigi, dei 24 stadi che separavano e separano la foce del Numico (il fosso di Pratica) con l’antica Lavinium, la città fondata da Enea dopo l'inseguimento della scrofa bianca: i 24 stadi di Dionigi altro non sono che i quattro chilometri e quattrocento metri di distanza tra il fosso, in cui avrebbe dovuto esserci l’antico porto di Lavinium, e l’attuale area archeologica, area dove sono conservate le tredici are, dove è stata riportata alla luce la statua di Minerva Tritonia e dove si trova l'Heroon di Enea.
Cultura A Ostia in tour tra reperti e degrado
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Un tour alla scoperta di un patrimonio archeologico dimenticato ed abbandonato al degrado e che, invece, secondo l’associazione Severiana potrebbe e dovrebbe essere occasione di rilancio e valorizzazione. Il XIII Municipio, in sostanza, sta subendo un attacco urbanistico senza precedenti che secondo gli studiosi del territorio deve essere bloccato. «In questo modo – dice Andrea Schiavone, Presidente della Severiana – vogliamo dire basta a queste politiche speculative che non valorizzano affatto la potenzialità turistica del litorale romano e del suo entroterra, di cui stanno addirittura tentando di cancellare la memoria storica. Per tale motivo, per dare forza alla nostra battaglia, per dire No all’accorpamento della Sovrintendenza Archeologica di Ostia con quella di Roma, abbiamo organizzato un tour gratuito, con partenza dall’Infernetto, per il XIII Municipio illustrando la devastazione archeologica in corso». Si visiteranno nell’ordine i seguenti siti: all’Infernetto, l’acquedotto romano di via Bedollo, ad Acilia, il giacimento preistorico di superficie, a Malafede, la villa romana rustica di Fralana, ad Acilia, il sepolcreto romano di vicolo Monti di San Paolo, a Dragoncello le ville rustiche, a Stagni i ritrovamenti di via Micali ed infine, alla Longarina, una villa rustica e strutture interne al camping Capitol. (E.B.)
Il personaggio
30 gennaio 2009
Partito da Nettuno, è uno dei quattro arbitri italiani internazionali di beach soccer
Fabio Polito, giramondo col fischietto
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Nel suo palmarès spiagge bianche, posti da sogno e tre mondiali diretti. «Ora voglio il quarto. A Dubai e Rio de Janeiro i ricordi più belli». Prossimo appuntamento al Circo Massimo
S
plendide spiagge bianche, sole, mare e un pallone. Dieci giocatori che corrono sulla sabbia in costume e un arbitro che li insegue cercando di non lasciarsi sfuggire nessun dettaglio di quanto sta accadendo. Lo sport è il beach soccer mentre il direttore di gara è Fabio Polito, uno dei soli quattro arbitri italiani internazionali; in tutto le giacchette nere del beach soccer sono 38 in Europa e 98 al mondo. Fabio Polito è nato a Nettuno il 7 aprile del 1973, ha cominciato ad arbitrare nel 1990 e fa parte della sezione di Aprilia; dopo un passato nel calcio a 11, dove ha diretto anche incontri di serie D, nel 2004 è arrivata la svolta all'insegna del mare, del sole e delle spiagge. Nel suo palmares tre Cam-
pionati del Mondo di fila, una finale del campionato italiano diretta da primo arbitro, una di Coppa Italia, tre di Supercoppa di Lega, due quarti di finale dei Mondiali e soprattutto la finale per il terzo e quarto posto della rassegna iridata 2007 di Copacabana, quando le sorti di Francia e Uruguay dipendevano dal suo fischietto e 10mila spettatori era tutti con il fiato sospeso. «Nel 2007 ho sfiorato la direzione della finalissima – racconta Fabio Polito con un pizzico di rammarico – e chissà se mai avrò di nuovo un'occasione del genere». La sua passione, comunque, lo ha portato a girare il mondo in lungo e in largo: Rio de Janeiro, Dubai, Marsiglia, Durban, Macaé, Atene, Maiorca e
Portimao; Austria, Francia, Grecia, Svizzera, Spagna, Sudafrica e Portogallo, tanto per citare qualche tappa del giramondo nettunese in giacchetta nera. «Rio è il posto più bello che abbia mai visto, mentre in Europa mi ha impressionato Portimao, una città bellissima e a forte vocazione turistica. Ad ogni luogo che ho visitato, poi, mi lega un ricordo particolare: a Dubai mi allenavo c o r rendo per il campo all'imbrunire, prop r i o quando un'intera città si fermava per pregare e la loro litania si sent i v a ovunque; a Durban (Sudafrica) e a Rio de
Janeiro, invece, spostandosi di 100 metri si passava dalla ricchezza più sfrenata alla povertà più assoluta. In Brasile inoltre ricordo di aver regalato gadget e acqua ai tantissimi bambini che venivano a vedere le partite, l'organizzazione aveva vietato cose del genere ma appena riuscivo a fuggire dai loro occhi andavo da questi bambini». Il beach soccer è nato ufficialmente nel 2004 a Rio de Janeiro, sul bagnasciuga di Copacabana, e dal 2005 è sotto l'egida della Fifa. Il movimento è in costante sviluppo,
tanto che ultimamente anche l'Uefa sta pensando di entrare in gioco, a testimoniarlo la presenza del presidente Michel Platini agli ultimi mondiali di Marsiglia. A farla da padrone in giro per il mondo sono nazioni come il Brasile, la Costarica, il Portogallo e la Russia; in Italia il beach soccer è gestito dalla Lega Nazionale Dilettanti della Figc e tra i migliori risultati degli azzurri ci sono la vittoria nell'Europeo del 2005 e la finalissima mondiale persa contro il Brasile nel 2008. A livello di club, invece, una delle formazioni più forti è il Mare di Roma, che gioca a Fiumicino e nella quale milita anche il figlio di Diego Armando Maradona. A maggio invece la Coppa Europa potrebbe svolgersi all'interno del Circo Massimo di Roma. Oltre alle soddisfazioni sportive, infine, quest'avventura ha dato la possibilità a Fabio Polito anche di conoscere culture, religioni e tradizioni del resto del mondo. «Noi arbitri formiamo una squadra, trascorriamo molto tempo insieme durante le manifestazioni internazionali e io ho stretto ottimi rapporti con direttori di gara iraniani, egiziani e brasiliani. Il mio sogno nel cassetto comunque è quello di partecipare al quarto Mondiale. Il massimo proprio sarebbe dirigere la finalissima».
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Economia
Nel 2008 sono state 12.786 le chiusure per fallimento
Piccole imprese al collasso Un dato allarmante, se si considera che si tratta di un trend in crescita del 100% rispetto al 2007
30 gennaio 2009
La crisi si fa sempre più nera attraverso i numeri Fallimenti
Sono stati 12.786 quelli registrati nel corso dell’anno appena passato. Nella sostanza si tratta di procedure concorsuali finalizzate a liquidare il patrimonio dell’imprenditore insolvente per distribuire il ricavato tra i creditori.
Liquidazioni volontarie
Più di 13 mila quelle riscontrate nel 2008. In poche parole si tratta delle operazioni di conversione in denaro dell’attivo di una società in fase di scioglimento, con l’estinzione dei debiti e la ripartizione dell’eventuale residuo tra i soci.
Liquidazioni coatte
di Francesco Pastoressa
L
(francesco.pastoressa@reporternews.eu)
a crisi economica si riflette sulle piccole e medie imprese. Secondo quelle che sono le elaborazioni stilate da Cribis.it sui dati delle Camere di Commercio, nel corso del 2008 sono raddoppiate, rispetto all’anno precedente, le chiusure di attività causa fallimento. Un dato eloquente, avvalorato da quelli che sono i numeri della crisi: nell’ultimo anno sono stati complessivamente 12.786 i fallimenti d’impresa, a fronte dei 6.202 del 2007 e degli oltre 10 mila del 2006. Solo nel corso del 2005 erano stati registrati
numeri simili, con 12.872 fallimenti. Una goccia nel mare, se si pensa che sono poco più di 5 milioni le imprese registrate presso le Camere di Commercio, ma certo un campanello d’allarme, tra gli investitori, ha iniziato a suonare. Nella classifica delle città con più fallimenti, balza in testa Napoli, seguita da Roma, Milano, Brescia e Torino, anche se soltanto il capoluogo campano e la capitale superano i mille fallimenti registrati nel corso del 2008. In controtendenza, nonostante la recessione economica ed un dato nazionale allarmante, le province di Bari, Potenza, Matera, Ragusa, Imperia, Verbania e Caltanissetta. A soffrire maggiormente, così come
era nelle previsioni, le piccole e medie imprese prive di un brand, che in quanto tali sono ovviamente più esposte alla congiuntura economica sfavorevole. Un identikit chiaro, che rende l’idea dello stato di sofferenza delle piccole società. Altri dati interessanti riguardano invece il lieve decremento dei protesti (1,4 milioni) e altre procedure concorsuali come le liquidazioni volontarie (13.400) e quelle coatte amministrative (318). L'economia in difficoltà non poteva non lasciare segni di malessere, e così è stato, anche se fino ad ora sono sembrati ancora contenuti e limitati alle imprese certamente più piccole e fragili.
318 in totale nel solo 2008. Si tratta di una particolare procedura che si applica a banche, assicurazioni e società finanziarie. Diversa dalle altre, tanto che la liquidazione avviene a cura dell'autorità amministrativa anziché di quella giudiziaria.
Protesti
Circa 13.400 solo durante lo scorso anno. In sostanza un atto giuridico in forma scritta con il quale un pubblico ufficiale accerta la presentazione di un assegno o di una cambiale al debitore ed il suo rifiuto a pagare.
Curiosità dal mondo
30 gennaio 2009
Gemelli nati in anni diversi Michigan
Gemelli, ma nati in anni diversi. Ha dell’incredibile quanto è accaduto a Tariq e Tarrance Griffin, due fratelli del Michigan, che per uno strano caso del destino sono nati tra il 2008 ed il 2009. Tarrence alle 11,51 del 31 dicembre, mentre Tariq alle 00,17 del 1 gennaio.
Svaligia casa sua, arrestato Minnesota
Dopo aver organizzato una cena tra parenti al ristorante organizza il furto (quasi) perfetto. In casa sua. Rubando soldi, gioielli ed auto. Le indagini della polizia, intervenuta subito, hanno subito condotto al giovane, arrestato a casa di un amico nelle vicinanze.
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Ubriaca, chiama la polizia
North Dakota
Dopo aver guidato per ore ubriaca, chiama la polizia dall’auto e si fa arrestare. Protagonista dell’insolita vicenda, una 17enne americana, che si è autodenunciata, facendosi arrestare. La ragazza ha quindi raccontato agli agenti che sentiva la sua vita sfuggirle di mano.
Nel Sambodromo di Rio de Janeiro musica, sfilate, eccentricità e trasgressione
Tutti i colori del Carnevale
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Nizza festeggia tra i fiori, mentre la Grecia punta sulla battaglia del cioccolato
l Sambodromo in festa per la sfilata delle “Escolas de Samba”, le vie del centro invase dai popolari “blocos de carnaval”, e centinaia di altre trasgressive tentazioni. Il carnevale più pazzo del mondo si svolge sulle spiagge e per le strade di Rio de Janeiro. Per una settimana l’anno, i problemi del paese e la povertà straziante delle favelas rimangono chiusi in un cassetto: la città si ferma per ospitare quella che viene considerata una delle più caratteristiche feste del mondo. Il tutto grazie ad una semplice ricetta: allegria, eccentricità allo stato puro ed un pizzico di trasgressione. Milioni di brasiliani scendono in piazza con la maschera sul volto per assistere alle sfilate, mentre altrettanti turisti decidono di sbarcare a Rio per non perdersi lo spettacolo, con migliaia di ballerine in costume ed esibizioni rese celebri grazie all’invidiabile clima brasiliano ed alla completa mancanza di tabù del popolo brasiliano. Meno conosciute, ma altrettanto spettacolari, le feste di carnevale organizzate in altre parti del mondo: tra questi quello di Nizza, le cui origini si perdono nel tempo. Elemento principe del carnevale nizzardo sono i fiori, con feste all’interno dei giardini Alberto I,
l’imponente sfilata di maschere, carri e pubblico, che inizia nel primo pomeriggio di martedì e continua fino
a tarda notte quando il rogo di Re Carnevale, il grande spettacolo di fuochi d’artificio e il veglione all’Hotel Plaza concludono i festeggiamenti. Altrettanto caratteristico il carnevale di Pratasso, in Grecia, con circa tre settimane di sontuosi balli in maschera e sfilate floreali. Particolari sono le cosiddette battaglie della cioccolata: alcune ragazze in costume, sopra cocchi decorati con fiori, gettano sul pubblico petali e dolci, mentre tutt’intorno risuonano
le musiche eseguite da bande. Un’armonia di suoni e colori che coinvolge le migliaia di persone presenti. Anche in Italia comunque, non mancano festeggiamenti d’autore, come quello di Viareggio, nato nel 1873, con i suoi corsi mascherati caratterizzati da carri allegorici in cartapesta: delle vere opere d’arte alla cui realizzazione i carristi via-
reggini dedicano un intero anno. Stesso discorso per la pugliese Putignano, dove nel pomeriggio del lunedì grasso si svolge l’estrema unzione del Carnevale, parodia di un vero e proprio rito liturgico, con tanto di chierichetti e di preti, seguita nel pomeriggio del martedì grasso dal funerale di re Carnevale. Senza dimenticare Venezia, il più cono-
sciuto per il fascino che esercita e il mistero che continua a possedere anche adesso che sono trascorsi 900 anni dal primo documento che fa riferimento a questa famosissima festa. Anche nel 2009 in laguna migliaia di turisti parteciperanno ad una delle feste più attese dell’anno, con sfilate mascherate in gondola e gran finale a piazza San Marco.
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Cucina
Pane, alici e…fantasia ad Anzio
30 gennaio 2009
Nell’osteria in via Porto Neroniano la tradizione vince nei ricchissimi menù
broccoletti e patate fritte fresche, che tagliamo a mano fine fine. Per quanto riguarda i vini, invece, abbiamo buone bottiglie rispetto al rapporto tra qualità e prezzo, privilegiando le aziende vinicole della nozona. Inoltre siamo stra praticamente sempre aperti: durante l'inverno è possibile venirci a trovare tutte le sere, dal lunedì al sabato, e anche il sabato e la domenica a pranzo, il mercoledì invece siamo chiusi per il riposo settimanale; d'estate lavoriamo tutte le sere». Oltre alla qualità dei piatti e all'abbondanza delle porzioni, infine, è importante anche dove si mangia: Pane Alici ha una sala interna da 35
A recitare il ruolo di protagonista è il pesce azzurro, sempre fresco e cucinato in mille, sfiziosi modi. Zuppa e minestra tutte da gustare
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l menù cambia in base al pesce che il mare offre ogni giorno, il cosiddetto pescato. Quello che resta sempre uguale è l'ingrediente principale dei piatti di Pane Alici, e cioè la tradizione culinaria di Anzio. Nell'osteria di via Porto Neroniano, infatti, è possibile gustare le migliore ricette neroniane a base di pesce azzurro. «Abbiamo aperto nel maggio del 2008 – spiega Simone Allibardi, uno dei titolari del locale – e fin dal primo giorno abbiamo sempre puntato sulla semplicità della cucina, dei prodotti, da qui anche il nome del ristorante, e sul pesce azzurro. Il tutto
condito dalle nostre idee innovative, e se il pesce è povero i piatti che proponiamo ai nostri clienti invece sono ricchi». Il menù a base di tradizioni di Pane Alici parte da un'ampia selezione di antipasti, preparati dalla chef Rina: parmigiana di alici, lumachelle di mare, rana pescatrice in agrodolce, e cornettini di alici, tanto per citare qualche esempio. Passando ai primi piatti, il concetto è sempre lo stesso, e cioè puntare sul pesce pescato ogni giorno nel mare di Anzio dalle paranze. E così è possibile mangiare pasta con il coccio, il sarago, la coda di rospo, lo scorfano
e il sampietro; d'inverno inoltre ci sono la minestra di pesce e la zuppa (a richiesta) da non perdere assolutamente. Ovviamente gli spaghetti alici, pecorino e pomodoro pachino sono il piatto forte della casa e non mancano mai. Per chi avesse ancora fame, poi, ci sono la frittura di paranza sempre fresca e il pesce arrosto, sempre in base a quello che il mare offre ogni giorno. E per chiudere il pranzo oppure la cena ci sono sempre almeno 10 diversi tipi di dolci fatti in casa, tra cui la crostata con frutta di stagione, con crema di marroni e pera e nutella, la torta
della nonna, la torta di mele e l'immancabile tiramisù. «La nostra scelta di puntare sui prodotti locali si vede anche nei contorni e nei vini che proponiamo ai nostri clienti. Da noi è possibile mangiare puntarelle, carciofi alla romana e alla giudia,
posti, mentre l'estate ci sono anche i tavoli all'aperto, in grado di ospitare altri 25 avventori, che danno direttamente sulla piazza centrale di Anzio e offrono la possibilità di cenare tranquillamente affacciati su uno scorcio del centro storico.
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Quindicinale di attualità, cronaca, economia, turismo e cultura
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