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Attualità - Cronaca - Economia - Turismo - Cultura

Anno I - Numero 8 / 25 luglio 2008

La voce del Mare di Roma

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www.reporternews.eu

Nettuno, l'amministrazione vara il “consiglio dei piccoli” Politica

Il consiglio comunale di Nettuno approva l'istituzione di due nuove assemblee cittadine riservate alle nuove generazioni: la prima per bambini e ragazzi d'età compresa tra gli otto e i 14 anni, la seconda per i giovani dai 15 ai 25 anni. L'obiettivo dichiarato dell'amministrazione è quello di avvicinare tutti i cittadini alla vita pubblica, rendendoli parte attiva nelle decisioni che di volta in volta verranno prese per la collettività. Un progetto ancora in fase embrionale, che prima di diventare operativo dovrà essere accompagnato da un preciso regolamento a pag. 9

Sgomberi e occupazioni abusive: rom sotto processo L'inchiesta

Sotto accusa i campi nomadi del territorio: tra abusivismo e condizioni igienico-sanitarie precarie, parte a Roma il censimento degli insediamenti rom presenti nell'area capitolina. A Tor San Lorenzo intanto, gli sgomberi non evitano il malcontento dei residenti, ancora divisi sulle misure di sicurezza al varo del Governo a pag. 12 e 13

Il porto di Civitavecchia conquista il Mediterraneo Speciale

Parte da Civitavecchia il viaggio di Reporter dentro ai porti del Mare di Roma. Con la nuova darsena traghetti ad alta tecnologia lo scalo laziale si proporrà come punto di riferimento per i collegamenti con l’Europa e il Nord Africa. Flussi di traffico separati per i turisti in arrivo e i viaggiatori in partenza nel terminal che assomiglierà ad un aeroporto, a nove metri e mezzo di altezza, dove i viaggiatori potranno acquistare i biglietti, fare il check-in e i controlli di sicurezza, ma anche fare shopping nei duty free a pag. 18 e 19

Il trenino di Heidi patrimonio dell'Unesco Turismo

Spiagge deserte, gite in barca, notti in discoteca. Come trascorrono l’estate attori, showgirl, cantanti e star della televisione

Ostia, Maccarese e Fregene il “buen retiro” di calciatori e veline. Anzio e Nettuno palcoscenici per lavorare

Il trenino rosso delle Alpi, con vista a 360 gradi, inserito dall'Unesco tra i beni dell'umanità da salvaguardare e lasciare alle future generazioni. Realizzata nel 1903, la “strada ferrata retica” nella linea dell’Albula, attraversa 144 ponti e 42 gallerie, cui si aggiunge il tracciato del Bernina, composto di 52 ponti e 13 tunnel tra cui il famoso viadotto elicoidale di Brusio a pag. 20

Pronta la bozza della legge salva-Alitalia Economia

Pronto sul tavolo del Ministero del Tesoro il decreto per salvare la compagnia di bandiera italiana. La bozza del documento, una riforma di 13 pagine del decreto Marzano del 2004 per la ristrutturazione industriale di grandi imprese trovatesi in stato d’insolvenza, sarebbe già stato sottoposto al vaglio dei vertici di Intesa Sanpaolo, advisor di Alitalia, All'interno l’ipotesi di ristrutturazione tramite la vendita di alcuni complessi aziendali, e l'identikit del partner a pag. 26


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Primo Piano

25 luglio 2008

L'editoriale

Quanto è dura la vita da vip

di Cosimo Bove (cosimo.bove@reporternews.eu)

Feste mondane, serate in discoteca, party esclusivi, paparazzi nascosti ad ogni angolo della strada in cerca di una foto che possa comprometterne la carriera. E' dura la vita dei vip, sempre sorridenti, magari accompagnati dall'ultima fiamma, costantemente con la valigia in mano: dalle coste della Sardegna alle sfilate di Milano, passando per le spiagge italiane più trendy, tra spettacoli e comparsate nei locali. C'è chi non si ferma mai, rinunciando a tutto pur di sfruttare appieno la stagione di gloria per farsi notare, sempre con un occhio al portafogli, e chi invece non rinuncerebbe mai ad una vacanza, meglio ancora se in una località turistica prediletta da altri vip o fotografi a caccia di scoop. Sempre di più coloro che per un periodo di svago scelgono le bianche spiagge di Formentera, della Sardegna, o di località esotiche lontano dai lidi di casa nostra. Molti però, nonostante forse non venga considerato uno tra i luoghi più fashion dove trascorrere le vacanze, hanno scelto il mare di Roma come meta preferita per un periodo di ferie all'insegna del riposo e della tranquillità. Tra coloro che non rinuncerebbero mai alle spiagge del litorale da Fiumicino a Nettuno o ad una cena a base di pesce nei ristoranti della zona, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, Rodolfo Laganà, Claudio Amendola, Enrico Montesano e tanti altri ancora. Gite in mare, apparizioni in pubblico e presenza costante nelle serate organizzate dai comuni: sono sempre di più i personaggi del mondo dello spettacolo che scelgono un posto al sole del mare di Roma. Una vita dura quella dei vip.

Il Mare di Roma conquista gli attori in cerca di un'oasi di relax

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Rodolfo Laganà: «Ponza è la mia seconda casa»

inquantuno anni già compiuti, una vita nel cinema, teatro e televisione. Rodolfo Laganà, attore comico romano, ha una filosofia di vita che ha reso pubblica negli ultimi anni e che molti invidiano. «L'ho chiamata Smaranza: per tutti quelli che hanno capito che l'importante non è vincere, ma non partecipare proprio. Sono sicuro che tanti la pensano come me. Stavo quasi per fondare un movimento, se non fosse che la stessa parola, movimento, mi mette l'ansia». Il tutto nonostante i tanti impegni ed una particolare attenzione al sociale, come confermato dalla sua partecipazione alla «Regata del Cuore» per beneficenza organizzata ad Anzio. Laganà, com'è la vita da vip? «Diciamo che l'estate per me è alta stagione. Non sono ammesse pause, almeno fino alla prima metà di agosto». Addio vacanze quindi... «Ho già in mente di andare a Ponza. Lo faccio ormai da quasi 30 anni, è un po' come una seconda casa. Ho tanti amici, faccio grandi abbuffate di pesce e qualche schitarrata in compagnia, e poi c'è un mare fantastico, l'isola è bella e chi la conosce sa che alcuni scorci sono meravigliosi».

Reporter segue con interesse fatti e iniziative legati al litorale da Fiumicino a Nettuno. Ha confidenza con questo territorio? Lo fre-

quenta? «Il mio punto di riferimento in zona è Anzio. Mia sorella abita lì e ad ogni occasione faccio una scappata a trovarla. In zona c'è

un turismo più familiare, e sono sicuro che quando mio figlio, dopo una giornata al mare o in barca a vela, vuole fare una passeggiata al porto per svagarsi un po', non corre nessun rischio. Anzio è una città fantastica alla quale mi sono molto legato nel corso degli anni». Qual è la meta preferita dai personaggi del mondo dello spettacolo? «Ognuno ha le sue idee, ma come ho già detto secondo me Ponza ed Anzio sono due posti fantastici. A volte si tende a sottovalutare ciò che si ha vicino casa, magari partendo per viaggi allucinanti che costano il triplo e non ti lasciano niente. E' ora di rivalutare le nostre bellezze invece, ed anche se spesso se ne parla male, dobbiamo dire che qui non ci manca niente. Parola di Rodolfo Laganà».


Primo Piano

25 luglio 2008

Dopo anni di vita mondana e apparizioni in tv la Rinaldi si rifugia in famiglia

Addio party, Nadia cala il sipario

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«Sono una mamma felice. Non ho bisogno di altro per sentirmi appagata»

di Cosimo Bove

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(cosimo.bove@reporternews.eu)

opo una carriera da attrice consumata e la partecipazione ad ogni genere di film, trasmissione e party mondano che si rispetti, il matrimonio e la nascita di due bambini le hanno cambiato la vita. Nadia Rinaldi, romana di 41 anni, protagonista di film come “Faccione”, “Amami”, “S.P.Q.R.” e “Il fantasma dell'Opera”, oltre che delle trasmissioni televisive “Villa Ada”, “Gian Burrasca” e “La Talpa”, ha deciso di dire basta alle serate in discoteca ed a tutti quegli eventi caratteristici della vita di un vip. Una scelta sofferta, forse complicata, ma dettata dalla voglia di dedicarsi completamente alla famiglia, alla crescita dei propri bambini. Il resto non conta più come una volta. Dopo una carriera

come la sua, sarà stato difficile dire basta allo show business. Ora che fa Nadia Rinaldi? «Adesso sono una mamma a tempo pieno, e ne sono assolutamente felice. Da pochi mesi mi è nato un bambino, e non sento più la necessità di fare la vita da vip, così come è stato in passato. Ora queste cose, le apparizioni, la presenza costante a feste e serate mondane, le la-

scio fare alle nuove leve. Io mi sento appagata così, dal calore della mia famiglia e dalla presenza dei miei figli. Non ho bisogno di altro per stare bene». Addio a feste, eventi e manifestazioni di ogni genere quindi. La vita mondana non fa più parte della sua vita. «Ad oggi non ne sento assolutamente la necessità. L'unica eccezione che mi concedo, e lo faccio volentieri, è la partecipazione ad iniziative benefiche (Nadia Rinaldi ha partecipato nei giorni scorsi alla Regata del Cuore organizzata ad Anzio per beneficenza, ndr): ti consentono di fare del bene ai meno fortunati

e passare una piacevole giornata in compagnia di amici che per una serie di motivi non riesci a vedere nel corso dell'anno. Un vero e proprio tuffo nel passato che ti permette di rimanere aggiornata su quanto accade nell'ambiente. In più, spesso a questo genere di iniziative ci si diverte da matti». La sua vacanza tipo qual è? Dopo le “fatiche” della maternità, ha già programmato le prossime ferie oppure sono solo un miraggio? «E' già tutto pronto. Quest'anno trascorrerò un mese a Trapani, a pochi passi dalla casa di Fabrizio Bracconeri, un mio caro amico da sempre. La partenza è prevista per il prossimo 31 luglio: ci ritroveremo con le rispettive famiglie e ci concederemo trenta giorni di relax in riva al mare, nella più assoluta tranquillità. Al momento non chiedo di meglio». C'è qualche ricordo, qualche episodio della sua vita che la lega alle località del mare di Roma? «Quando ero piccola andavo sempre a mangiare il pesce con mio padre al ristorante Vittoria, a Fiumicino. Ricordo quando prendevamo il trenino per arrivare. Non vedevo l'ora di mettermi seduta e gustarmi le specialità della casa». Reporter segue periodicamente fatti ed iniziative legate al litorale che va da Fiumicino a Nettuno. Nadia Rinaldi oggi ha una di queste città nel cuore? «Oggi le mie gite sul litorale romano spesso e volentieri sono per venire ad Anzio. Da qualche tempo mi sono trasferita da Roma a Pescara, e quindi non frequento molto la zona, ma ad Anzio vado volentieri, perché ormai lì ho tanti amici. Di solito ci vediamo e da lì partiamo per la Sardegna. Anzio è bellissima: mare e tranquillità per giovani e famiglie. Un posto fantastico».

Gli amici

Fabrizio Bracconeri

Samantha De Grenet

Christian De Sica

Beneficenza

C'è ancora chi pensa al prossimo

Quando essere vip significa riuscire ad aiutare i meno fortunati. Sono stati circa 50, lo scorso 18 luglio, i personaggi del mondo dello spettacolo che hanno preso parte alla «Regata del Cuore» organizzata dal circolo della Vela di Roma ad Anzio. L'incasso della manifestazione, che dopo una regata in mare si è conclusa con uno spettacolo all'interno del teatro all'aperto di Villa Adele, sarà interamente devoluto a favore di cinque associazioni che sul territorio dei comuni di Anzio e Nettuno si occupano di bambini diversamente abili: Nati 2 Volte, Naturalmente, Centro Primavera, Adec e Afh Onlus.


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Primo Piano

25 luglio 2008

Bri Bri racconta a Reporter i retroscena del mondo dello spettacolo

Sabrina, la vip della porta accanto «I

l mondo dello spettacolo è un vortice che ti prende in un attimo. E' un universo di luci, feste, colori e discoteche, e se non sei brava a rimanere con i piedi per terra, rischi di farti trascinare in situazioni non certo piacevoli per una ragazza di giovane età». Pensieri e parole di Sabrina Ghio, per i suoi fan Bri Bri, 23enne di Roma resa celebre dalla sua partecipazione ad «Amici» di Maria De Filippi prima (dove si è classificata in seconda posizione), ed a «Reality Circus», trasmissione televisiva di canale 5 (dove si è classificata in prima posizione) poi. In mezzo una buona esperienza teatrale ed un'apparizione nel film «Vita Smeralda», di e con Jerry Calà. Una neo vip quindi, che da esterna analizza il mondo dello spettacolo con fredda lucidità. Sabrina, com'è esattamente la vita da vip? «E' un mondo difficile, perché nonostante le tante note liete che sono ben visibili all'esterno, una volta sei carica a mille ed un momento dopo rischi di cadere in depressione. Ho

visto con i miei occhi tante colleghe rischiare di star male per un periodo di poco lavoro. E poi le amicizie vere in questo mondo si contano sulle dita di una mano, perchè non tutti, purtroppo, sono leali come vorrebbero far credere». Come si superano i momenti tristi dovuti ad un periodo di inattività? «Io ci riesco perché per natura amo sia le feste, le discoteche, le luci colorate della ribalta, sia la tranquillità domestica e le serate al cinema con le persone a me care. Mi ritengo fortunata, perché ho l'amore, la famiglia, ed un mio personalissimo equilibrio, ma tante ragazze che ho conosciuto nel corso di questi anni, non hanno avuto la mia stessa fortuna. Bisogna essere positivi, ma al

tempo stesso attentissimi a tutto ciò che si fa: è un mondo pieno di squali». Progetti lavorativi futuri? «Dal prossimo 20 settembre dovrei iniziare un nuovo programma in Rai, ma per scaramanzia al momento non vorrei aggiungere altro. Più avanti vi aggiornerò» Quali sono le tue origini? Chi è Sabrina Ghio? «Sono nata a Roma 23 anni fa (il 3 agosto è il suo compleanno, ndr), ma da sempre abito ad Anzio. A volte mi capita di star fuori per lavoro anche un anno di seguito, ma solo quando torno nella mia città d'adozione mi sento finalmente a casa. Il litorale romano ha tutto ciò di cui si ha bisogno per essere felici: il mare, la spiaggia, il relax e le occasioni di divertimento. Non manca proprio niente». I vip infatti, mai come in questo periodo sembrano apprezzare...

«Già. Solo per la Regata del Cuore sono sempre di più i personaggi famosi che vengono per fare beneficenza ai meno fortunati e per trascorrere qualche ora nel mare di Anzio. Poi metteteci la qualità dei nostri ristoranti e la bellezza di tutta la costa, ed il gioco è fatto». Per le vacanze hai già deciso dove andare? «Dovrei partire per la seconda metà di agosto: una settimana ad Ischia ed

una settimana a Montecarlo. Relax e divertimento al tempo stesso». Le tue mete preferite invece quali sono? «Adoro l'isola di Formentera e Montecarlo. La prima è a pochissime ore di distanza da casa ed ha un mare simile in tutto e per tutto alle Maldive. Montecarlo invece non credo che abbia bisogno di descrizioni particolari: bella gente, aperitivi e tantissime occasioni di divertimento».


Primo Piano

25 luglio 2008

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Intervista al direttore del Tg3, cronista “alternativo” al servizio della gente

Di Bella: «Amo il giornalismo, la musica e il mare di Fregene»

S

di Angela Valenti

crive canzoni. Suona la chitarra. Ma non è un cantante. Antonio Di Bella è da sette anni direttore del Tg3. Un telegiornale alternativo. E lui è un giornalista alternativo, che rifiuta l’etichetta di “vip”. RaiTre è per eccellenza la rete dell’impegno e della cultura. Il Tg3 dove si colloca? “L’offerta del Tg3 è caratterizzata da una forte impronta di servizio pubblico. C’è una grande attenzione ai diritti del cittadino e a quello che noi riteniamo il giusto mix tra intrattenimento e informazione di qualità”. Lei è stato uno dei complici di un passaggio fondamentale del Tg3: da TeleKabul a “rete di servizio”. “Diciamo pure che ho attraversato tutte le fasi. Ho cominciato come cronista e poi redattore. Sono stato inviato a New York per ben sei anni proprio nell’era di Sandro Curzi. Poi Annunziata e Rizzo Nervo. Alla fine sono arri-

vato io e il Tg3 ha subito una naturale evoluzione nel riequilibrio dell’informazione. L’aggiornamento e l’adeguamento alla nuova realtà italiana è stato un passaggio obbligato. Devo dire che nel passaggio sono stato accompagnato da tutta la reda-

zione”. Su che cosa ha puntato per fare la differenza del “suo” Tg? “Innanzitutto ho evitato di fare cronaca nera compiaciuta, ho detto no al voyeurismo, no al buco della serratura. Ho invece prestato

molta attenzione ai fatti internazionali per uscire dal provincialismo, alla politica, alla economia intesa però come borsa della spesa e non come vertici internazionali”. Vantaggi e svantaggi dello “slot” delle 19. “Gli svantaggi sono più d’uno: molti non sono ancora tornati a casa e non dimentichiamoci che ho contro le corazzate dei quiz di RaiUno e di Canale 5. D’altro canto il vantaggio è che posso osare, precedere tutti significa andare in onda senza rete, obbligando e condizionando gli altri a fare scelte vincolate dal mio Tg”. Nella guerra degli ascolti punta all’attacco o gioca in difesa? “Non si deve fare la guerra degli

ascolti. Lo spirito del servizio pubblico ci deve vietare di pensare in termini di audience e di share. La domanda che ci poniamo non è quali servizi fanno ascolto ma quali sono i servizi importanti da trasmettere, altrimenti calcio e belle donne diventerebbero i protagonisti della nostra informazione”. Ma perché i giornalisti gridano nella lettura dei titoli di apertura dei telegiornali? E’ una mia impressione o il Tg3 abbassa i toni? “Personalmente trovo che l’informazione urlata sia fastidiosa. A costo di sembrare noiosi preferiamo i toni pacati. La scelta c’è ed è quella di dire no al sensazionalismo gratuito”. Un’amenità: il mare di Roma. Lo frequenta? “Io sono milanese e per me è una meraviglia avere il mare vicino, lo considero un grande regalo. Il weekend vado spesso a Fregene, mi faccio il bagno e mangio da Salvatore, alla Scialuppa”. Veniamo alle sue doti insospettate e insospettabili di entertainer. Parlo della sua partecipazione alla trasmissione radiofonica Caterpillar di RadioDue… “E’ un momento che mi piace molto. E’ un modo per non prendersi troppo sul serio. Tutti i lunedì alle 18,30 chiacchiero alla radio con i due conduttori e anticipo i titoli del telegiornale. Poi canto una canzone su un tema di attualità”. Naturalmente parole e musica di Antonio Di Bella.


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Primo Piano

25 luglio 2008

A colloquio con la showgirl che il 3 agosto condurrà la finale di Miss Fiumicino

Laura, la poesia e la passione

Dagli insegnamenti di Costanzo e Boncompagni ai versi di Prévert e Montale

È

di Angela Valenti

partita da Miss Fiumicino l’avventura di Laura Freddi nel mondo della televisione. E il 3 agosto prossimo, nell’elegante cornice della darsena dell’antico porto turistico tra yacht e velieri condurrà, insieme al giornalista Silvano Ciocia, la serata finale della storica manifestazione organizzata dall’associazione Karismax. Dopo una lunga carriera, ricca di soddisfazioni, che hanno portato la bella e intraprendente Laura a lavorare con Gianni Boncompagni in “Non è la Rai”, Paolo Bonolis in “Belli freschi”, Gerry Scotti in “Il Quizzone”, Maurizio Costanzo in “Buona Domenica”. Con un percorso artistico che, nel tempo, le ha regalato il ruolo di showgirl, diventando uno dei volti più noti e più amati della tv. Nel 1988 lei vinse il titolo di Miss Fiumicino. Cosa e come è cambiato il mondo dello spettacolo? L'approccio delle ragazze partecipanti al concorso è diverso? “Il mondo dello spettacolo non è tutto rose e fiori e, certamente, non lo era nemmeno vent’anni fa. Ci si deve impegnare per crescere e l avo r a re bene! Se vogliamo fare le “veline” a vita va bene ma questo non porta a niente. Oggi quello che noto è che c’è meno professionalità, più improvvisazione. Ai miei tempi forse si dava più possibilità al vero talento. Quello che posso dire è non fatevi fregare dalle false illusioni, ragazze! Ci vuole l’intelligenza, è la qualità essenziale e, ricordatevi, usate la testa sempre”.

Da Non è la Rai alla poesia di Sky Vivo (da gennaio 2008 cura una rubrica settimanale di poesia nel programma “Stella”, ndr). Un percorso che rivela lo spessore del “person a g g i o ” L a u r a Freddi. Come si è costruita nel tempo? “Nel tempo sono cresciuta. Ero una bimba ai tempi di “Non è la rai”, avevo solo 19 anni ed ero piena di sogni e di ambizioni. Poi cresci e

diventi donna. Io grazie al cielo ho avuto la fortuna e anche la capacità di circondarmi di persone giuste e non di persone che ti accompagnano male, che nel nostro mondo non sono poi così poche. Ho incontrato personaggi come Gianni Boncompagni e Maurizio Costanzo che mi h a n n o istruita, mi hanno formata e aiutata a crescere. Le poesie sono arrivate grazie al mio percorso artistico e sono una mia passione personale, quindi recitarle mi viene naturale”. Miss a Fiumicino, t u t t’ora resi-

dente nel XIII Municipio. Qual è stato il rapporto con il litorale romano? Quali scuole ha frequentato? Vivere in periferia è stato d’intralcio oppure l’ha aiutata nel percorso professionale? “Io nasco a Roma e mi sono trasferita a quindici anni in periferia. Le scuole le ho fatte nel centro storico. Quindi ho sempre avuto un doppio riferimento: centro e periferia. Mi sono fatta le ossa riuscendo a vivere in situazioni diverse a volte piacevoli, dove spesso è il lusso a dominare, ma non per questo meno difficili. Ho vissuto poi i problemi della periferia che sono quelli comuni di tantissima gente. Quando cresci così, impari a gustare di più le cose belle!” Nella civiltà dell'immagine e dell’apparire, nel mondo della televisione, quanto peso acquistano la preparazione, lo studio e l'impegno? “Miss Fiumicino è stato un gioco: fu una serata fra genitori, amici e parenti dove per gioco ho sfilato in costume. Nel 1987 ero già stata eletta Miss Litorale. Non pensavo che avrei fatto carriera, ero carina ma non significava nulla per me ai quei tempi. L’apparenza è una carta che ha una scadenza, servono le qualità”. Lei ha sempre vissuto vicino al mare. Com’è cambiato il suo rapporto con il litorale nel passaggio da ragazza sconosciuta a donna famosa? Qual è il mare che le piace di più? Le spiagge che ha frequentato e che frequenta? “Ho frequentato tutto il litorale romano e non ho disdegnato i cosiddetti mari paradisiaci. Da piccola dicevo che andavo all’isola di “fiomiciorca”, che poi era Fiumicino che “storpiavo” per farla assomigliare, almeno nel suono, alla spagnola Majorca. Ai tempi era il lido La playa un altro dei miei preferiti. Ora torno spesso con gli amici al Corallo, a Ostia. Per ironizzare direi: in sostanza dove mi metti sto!”

In carriera

“Belli freschi” con Paolo Bonolis

Presentatrice a “Buona Domenica”

Al concerto di Woody Allen

Testimonial per la moda


25 luglio 2008

I vip in vacanza scelgono le spiagge d’Italia. Pochi all’estero

Primo Piano

Sardegna, l’isola dei famosi Ferilli alla Maddalena, Ventura e Totti in Costa Smeralda

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ove vanno i vip in vacanza? Sulle spiagge d’Italia oppure preferiscono lidi stranieri? Cosa c’è di meglio sotto l’ombrellone che sfogliare un giornale di gossip per non sfigurare con il vicino di lettino! Quella che va sempre forte è l’accoppiata velina/calciatore, ma non mancano famiglie nobili, tronisti o ex fidanzate del tronista assurte agli onori della cronaca. Cominciamo con il calciatore Bobo Vieri che è stato avvistato con la fidanzata Melissa Satta (velina dimissionaria) in Sardegna per far visita ai genitori di lei (ma che carini!), dove troviamo anche Aida Yespica con Matteo Ferrari. Bernardo Corradi si dedica alla sua Elena Santarelli (che ha annunciato che non si spoglierà più!) sulle

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La rivale

La piccola Formentera è la preferita da Paolo e Alba

E’ la spagnola Formentera l’isola che fa concorrenza all’italica Sardegna nel sedurre i vip. Il conduttore tv Paolo Bonolis ha scoperto sedici anni fa le bellezze della più picca delle Baleari e da allora ci torna ogni estate. Con la famiglia e con l’amico di sempre, Luca Laurenti. Le acque cristalline di questa piccola e splendida isola attirano attori pure Michelle Hunziker, che quest’anno ci andrà in vacanza con la figlia Aurora. Fabio Cannavaro, Christian Vieri e la velina Melissa Satta ci trascorrono settimane. Così come Fernanda Lessa e Alba Parietti.

I lidi più amati spiagge di Castiglione della Pescaia, in Toscana. La showgirl Alessia Marcuzzi è approdata a Sabaudia con fidanzato e figlio al seguito, mentre Debora Salvalaggio, dopo i flirt con i calciatori Simone Inzaghi (ex della Marcuzzi) e Matteo Ferrari (ora con Aida Yespica), ha deciso di continuare la ricerca dell’uomo della sua vita all’interno del mondo del calcio in quel di Milano Marittima dove è stata “paparazzata” in compagnia di Victor Hugo Gomes Passos, detto Pelé. I genitori più famosi d’Italia, Ilary Blasy e Francesco Totti, senza bimbi al seguito, sono partiti per la Costa Smeralda, Cristiano Ronaldo è in compagnia della fidanzata Nereida Gallardo. Elisabetta Canalis invece è a Miami

tra relax e lavoro aspettando di trascorrere un po’ di tempo tra mare e sole col suo inseparabile Reginaldo. Briatore e la Gregoraci, freschi sposi, si stanno godendo la loro luna di miele aspettando di scatenarsi al Billionaire. Intanto Lapo Elkann con Bianca Brandolini D’Adda (ma è la fidanzata o la cugina?) si trova a Saint Tropez sullo Stealth (lo yacht che fu di nonno Gianni Agnelli). Sempre sulla costa francese troviamo Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi, coppia giovane e fresca ma promettente. Irene Grandi è all’Isola d’Elba, la top model Eva Riccobono passerà le sue vacanze a Saintes Maries de la Mer (trés chic!), capitale della Camargue con il dj Matteo Ceccarini mentre la sou-

brette Antonella Mosetti in agosto sarà a Viareggio ma dopo volerà per Miami a casa di amici con il compagno Davide Lippi, avvistato anche con la Hunziker a Marina di Pietrasanta (mah!). Sempre in Sardegna, meta tra le Top Ten dei vip, ci sono Samantha De Grenet che ha scelto Porto Cervo, Simona Ventura con i figli, l’ex naufraga Victoria Petroff, l’ex GF (Grande fratello) Roberta Beta con il compagno. In Costa Smeralda anche Beppe Grillo e Michel Altieri. Sabrina Ferilli e Flavio Cattaneo veleggeranno invece al largo della Maddalena. Sempre in barca Claudio Amendola a Porto Ercole mentre Bruno Vespa è a Ponza. (A.V.)

Porto Cervo Simona Ventura, Samantha de Grenet, Cristiano Ronaldo, Bobo Vieri, Melissa Satta

Castiglione della Pescaia Bernardo Corradi, Elena Santarelli, Isola d’Elba Irene Grandi

Sabaudia Alessia Marcuzzi

Milano Marittima Victor Hugo Gomes Passos, Debora Salvalaggio


Politica

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25 luglio 2008

Paride Tulli (Pd): «Non vedo perché il Comune dovrebbe anticipare 500mila euro per le spese di progettazione» Il sindaco Luciano Bruschini: «E' tutto in regola. Non vedo rischi, nessun dubbio sull’operazione»

Anzio, il progetto del nuovo porto accende il consiglio comunale

L

a realizzazione del nuovo porto turistico e commerciale da 1200 posti barca, rimane ancora una volta al centro della vita politica di Anzio. L'ennesima occasione per far scattare la diatriba tra maggioranza ed opposizione in consiglio comunale, è stata fornita dai colleghi di Nettuno, che hanno sollevato delle perplessità sulla bontà del progetto ideato dalla Capo d'Anzio. «A Nettuno – ha chiarito senza mezzi termini il sindaco Luciano Bruschini – credono di aver individuato nel nostro nuovo porto le cause dell'erosione delle loro coste. A parte il fatto che il nostro nuovo bacino portuale ancora non esiste, se hanno dei problemi dovrebbero ricercarli magari nel loro porto turistico, non da noi». Parole chiare, dirette, che non lasciano spazio a repliche né a segni d'intesa con i cugini nettunesi. Al centro delle proteste dell'opposizione anziate invece, la decisione dell'amministrazione di versare nelle casse della Capo d'Anzio circa 500mila euro per le spese sostenute nella progettazione del nuovo porto. Soldi che secondo i revisori dei conti del comune in-

Bando in scadenza

Contributi per gli affitti

crementerebbero il passivo in bilancio. «Non approvano questa anticipazione di cassa – spiega Paride Tulli, capogruppo del Pd – e nonostante tutto l'amministrazione si sta esponendo al rischio di pagare subito le spese per la progettazione del nuovo porto. Da quanto mi risulta Italia navigando, nell'ultima riunione della Capo d'Anzio, non ha ancora

espresso parere favorevole al progetto, prendendo tempo. Perché invece il comune di Anzio dovrebbe anticipare immediatamente questi soldi?». Una polemica ripresa nel corso dell'assise anche dal consigliere Enzo Toselli. Secca la risposta del sindaco Bruschini. «E' tutto in regola – chiarisce il primo cittadino – la Capo d'Anzio ha realizzato il pro-

getto del nuovo porto con un terzo dei soldi che ci erano stati chiesti in passato dalla Capo d'Anzio. Non vedo rischi, né ho dubbi, su questa vicenda». Rassicurazioni sulla copertura economica sono arrivate dall'assessore al Bilancio Giuseppe Mercuri. «La copertura verrà dalle maggiori entrate Ici e dalla lotta all'evasione».

Circa 200 mila euro di contributo per la locazione da destinare alle famiglie meno fortunate. L'annuncio è dell'assessore al Bilancio e Patrimonio del comune di Anzio, Giuseppe Mercuri. «Il prossimo 28 luglio pubblicheremo il bando per il contributo alla locazione 2006, finanziato dalla Regione Lazio per un importo pari a 183.295,91, rivolto alle tante famiglie del territorio in difficoltà. Il contributo regionale alla locazione, insieme a quello stanziato dal nostro Comune, rappresenta uno strumento per affrontare efficacemente le problematiche legate alla politica della casa». Un contributo destinato a coloro che hanno un reddito annuo non superiore ad 11.521,12 euro (due pensioni minime Inps), oppure un reddito annuo imponibile complessivo non superiore a 13.298,00 euro, determinato, dalla Regione Lazio.


Politica

25 luglio 2008

A Nettuno istituite due assemblee municipali. Bambini, ragazzi e giovani chiamati a esprimere le proprie idee

Piccoli uomini politici crescono di Mario Scagnetti

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(mario.scagnetti@reporternews.eu)

ue gli elementi di assoluta novità dell'era Chiavetta. E cioè l'istituzione delle assemblee cittadine riservate alle nuove generazioni: la prima per bambini e ragazzi d'età compresa tra gli otto e i 14 anni, la seconda per i giovani dai 15 ai 25 anni. I “grandi” della politica di Nettuno hanno istituito i due nuovi consigli nel corso dell'ultima assise comunale, ma non tutti sono stati d'accordo, e a fronte dei 21 voti favorevoli ci sono stati tre astenuti: Giuliano Valente, Enrica Vaccari e Fabio Capolei, tutti esponenti del Popolo della Libertà. L'obiettivo della nuova amministrazione è quello di avvicinare tutti i citta-

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dini alla vita pubblica e di renderli parte attiva nelle decisioni che di volta in volta vengono prese. «Questo è il momento giusto per far capire, anche ai cittadini più piccoli, il modo di lavorare e i

compiti di un'amministrazione civica. Inoltre i due nuovi strumenti servono anche per ricostruire un tessuto sociale» è il commento del sindaco Alessio Chiavetta. Per i ora i consigli comunali riservati a bambini, ragazzi e giovani – progetto al quale fino questo momento hanno già aderito diverse scuole elementari e medie – sono stati istituiti, ma prima di diventare operativi bisognerà discutere di regolamenti e, soprattutto, del modo in cui questi potranno rapportarsi con l'assemblea cittadina dei più grandi. A Nettuno, invece, è polemica per quanto riguarda il nuovo porto di Anzio: « In vista della nuova struttura portuale – spiega il consigliere del Pdl Fabio Capolei – penso sia necessario convocare un'assise comunale straordinaria e congiunta con

E' polemica per la costruzione della struttura portuale neroniana. Proteste per il rischio erosione della costa

Anzio, per discutere delle varie problematiche che la costruzione del nuovo porto potrebbe portare alla nostra città». Il sindaco Alessio Chiavetta ha subito accolto in maniera favorevole l'idea arrivata dai banchi dell'opposizione, peccato che il suo collega neroniano, Luciano Bruschini, non ne voglia sapere nulla, visto che in passato Nettuno non hai mai contattato la città anziate in casi di lavori ampliamento all'interno del proprio porto turistico. In ballo c'è il tema dell'erosione, con gli amministratori nettunesi che hanno paura di veder aumentare un problema che ha già gravi connotazioni, mentre ad Anzio non riescono a spiegarsi come un progetto ancora sulla carta possa già influire sull'erosione delle coste di Nettuno.

Bilancio partecipato

Decidono i cittadini

Adesso tutti potranno esprimere le proprie idee sull'utilizzo dei soldi che si trovano all'interno delle casse comunali. Il consiglio di Nettuno, infatti, ha approvato lo strumento del bilancio partecipativo, che prevede un coinvolgimento diretto dei residenti nelle scelte dell'amministrazione. La partecipazione si realizza dividendo il territorio comunale in quartiere o circoscrizioni, ognuna delle quali dotata di una propria assemblea, che avrà il compito di indicare bisogni e priorità.


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Politica

25 luglio 2008

La Regione Lazio esclude Fiumicino dal Piano rifiuti, ma la città discute

A

E’ guerra sul termovalorizzatore a due passi dalla spiaggia

Fiumicino è “guerra” per il termovalorizzatore. Con la deliberazione numero 111/2008 la giunta comunale ha dato disponibilità ad ospitare sul litorale romano un impianto per l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani. “E’ inutile e dannoso - sostiene il consigliere comunale del Partito democratico Michela Califano E poi il Comune non ha ancora avviato la raccolta differenziata dei rifiuti”. “Fiumicino non ha una discarica e per smaltire l’immondizia a Malagrotta deve versare tre milioni di euro l’anno a Roma”, spiega il sindaco Mario Canapini. “Fiumicino deve smaltire pure l’immondizia prodotta dai 32 milioni di turisti che transitano ogni anno all’aeroporto Leonardo da Vinci - afferma il capogruppo del Popolo della libertà Massimiliano Graux - In Europa sono attivi 354 impianti

di trattamento dei rifiuti: bruciano 53 milioni di tonnellate di

cdr l’anno. A Parigi, Londra e Copenaghen sono inseriti nel

contesto urbano. Così come nell’italianissima Brescia, che ha un termovalorizzatore tre volte più grande di quello di Vienna e produce un terzo del fabbisogno energetico della città”. “Il Piano regionale dei rifiuti sottolinea Califano, che è anche segretario locale del Pd - non prevede l’apertura di un quinto termovalorizzatore né la Pisana ha inserito Fiumicino tra i possibili siti destinati ad ospitare strutture per lo smaltimento dell’immondizia, visto che gran parte del territorio è inserito nella Riserva del litorale. A Malagrotta, al confine tra Fiumicino e Roma, è già collocato uno dei quattro inceneritori previsti dal piano regionale e pertanto il relativo impatto ambientale non può consentire l’istallazione di un ulteriore termovalorizzatore a breve distanza. Inoltre, sempre a Malagrotta, è collocata anche la più grande discarica di rifiuti d’Europa, la cui chiusura costituisce uno degli obiettivi del piano. Che punta, tra l’altro, ad aumentare fino al 50 per cento entro il 2010 la raccolta differenziata”. Mentre Fiumicino discute la Regione punta a risolvere l’emergenza rifiuti che verrà (la discarica di Malagrotta sta esaurendo gli spazi disponibili e dovrà essere chiusa entro un anno ndr) puntando sui termovalorizzatori di San Vittore, in provincia di Frosinone (una linea di

Immondizia&Affari

17 milioni

Le tonnellate di rifiuti che il Lazio produrrà entro il 2012

4

I termovalorizzatori inseriti nel Piano rifiuti

5 milioni

Le tonnellate di immondizia “differenziata”

354

Impianti in Europa

3 milioni €

Il conto pagato da Fiumicino

trattamento del cdr già è attiva, diventeranno due); Colleferro (va già a pieno regime con due linee); Malagrotta (due linee, ancora da attivare nel 2009) e Albano (da costruire ex novo). Tra il 2008 e il 2012 il Lazio produrrà, secondo il piano, 17 milioni di tonnellate di rifiuti. Di questi 5.167.394 tonnellate arriveranno dalla raccolta differenziata, 4.463.854 tonnellate finiranno in discarica. Altre 7.453.889 tonnellate andranno agli impianti di trattamento biologico per diventare, in parte, cdr (combustibile da rifiuto) per poi finire negli inceneritori.


Politica

25 luglio 2008

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L’intervento dell’assessore alle Politiche del Litorale del comune di Roma Davide Bordoni

Il Campidoglio dice sì all’unione

“Costruiamo insieme il Pdl. Davide Bordoni, assessore comunale al Litorale, è sicuro: “In questa fase costituente è fondamentale partire dal basso, radicando sul territorio il progetto del partito unico del Popolo delle libertà che gli elettori hanno già sostenuto conferendoci il mandato per il governo di Roma e dell’Italia, con l’elezione di Gianni Ale-

manno e Silvio Berlusconi”. “Promuovere la costituzione del Pdl con veri e propri laboratori politici – aggiunge rappresenta un punto di partenza in vista dello scioglimento di Forza Italia e Alleanza Nazionale che condurrà all’assemblea di fusione fissata per il 2009 con le altre formazioni che comporranno il Pdl.

Acilia laboratorio del Pdl Dal XIII Municipio idee, proposte e progetti per il nuovo partito

Perazzolo: «Occorre non perdere il contatto con la Base»

È

di Enzo Bianciardi

iniziata nel XIII Municipio la lunga marcia d’avvicinamento per la costituzione del nuovo partito unico del Pdl. All’intuizione politica di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini ora deve far seguito la definizione della nuova entità partitica. Sembra tutto chiaro ed assodato, ma così non è. La fondazione di un partito deve partire dalla base e per evitare la frattura tra capipartito ed elettori, è nato, a Dragona, il “ProgettoPdl”. La prima sede è stata inaugurata da Maurizio Perazzolo in via di Dragone 617. Un esperimento pilota che da settembre si allargherà negli altri municipi romani, con l’apertura di nuovi “laboratori” politici operativi. All’evento erano presenti il capogruppo del Pdl in Campidoglio Dario Rossin, il presidente del XIII Municipio Giacomo Viz-

zani, il consigliere provinciale del Pdl Piero Cucunato, l’assessore ai Servizi sociali del XIII Municipio Lodovico Pace, i consiglieri municipali: Salvemme, Picca e Bonvicini, oltre al “padrone di casa”

Maurizio Perazzolo, che nella gestione del centro sarà coadiuvato da Antonio Di Giovanni, Maurizio Zanzarri, Savino Marsili, Fabrizio Chico e Giorgio Gibeltrini. “Non vogliamo sostituirci al

nuovo partito - ha spiegato Perazzolo - Piuttosto si tratta di una sorta di laboratorio di idee, proposte e iniziative per il territorio. Il Pdl deve nascere da uno scambio di idee con i cittadini. Questa deve essere la Casa di tutti, il sistema per comunicare con il Pdl, per chiedere, rappresentare, rivendicare diritti”. “I cittadini vogliono soprattutto stabilità che può essere assicurata solo da un grande partito che nasce dalla gente - ha aggiunto Rossin –E’ un progetto in evoluzione. Per questo abbiamo voluto sentire il parere dei cittadini, realizzando qui un centro d’ascolto, un laboratorio della politica che si mette al servizio della cittadinanza”. Sulla stessa linea il presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani: “E’ un’intuizione importante. Per costruire la nostra idea di partito dobbiamo iniziare dalle periferie, dai quartieri dell’hinterland per poi procedere verso il centro”.

Giacomo Vizzani

Dario Rossin

Lodovico Pace


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Cronaca

Dallo scorso 17 luglio è partito tra mille polemiche e accuse di razzismo il primo censimento dei rom presenti sul territorio

25 luglio 2008

Inutili, nella maggior parte dei casi, gli sgomberi messi a segno dalle forze dell'ordine. Roulotte e baracche abusive vengono di nuovo occupate in pochissimi giorni

Campi nomadi Zingari “padroni” del litorale di Giovanni Salsano

C

(giovanni.salsano@reporternews.eu)

erto, non è l’unico problema che avvelena il Belpaese (criminalità organizzata, corruzione, clientelismo - tanto per citarne alcuni – ci sono sempre), ma la presenza di campi nomadi, abusivi e non, viene avvertita da gran parte degli italiani come una minaccia, cui porre rimedio. E il nostro territorio non fa eccezione. La presenza di questi insediamenti provoca una divisione (non equa) tra quanti spingono per una integrazione dei nomadi (siano essi Rom, Sinti o Caminanti) che vengono in Italia e quanti, al contrario, vorrebbero che tornassero oltre i confini nazionali. Difficile stabilire quanti siano queste persone sul territorio nazionale: stime recenti parlano di circa 150mila unità, di cui una stragrande maggior parte (circa l’80%) cittadini italiani, il resto stranieri, appartenenti per lo più a due gruppi: i “Rom” (più diffusi al Centro e al Sud e maggiormente tendenti alla sedentarietà) e i “Sinti” (che vivono principalmente nel Nord Italia e hanno mantenuto più viva la tradizione del nomadismo). Per molti, l’integrazione nel territorio in cui vivono è una realtà. In molti altri casi non è così, laddove sorgono e creano enormi problemi ai residenti (sicurezza, ma anche rischi igienico-sanitari) i campi abusivi. Solo a Roma, Napoli e Milano – le città in cui nel maggio scorso il Governo ha nominato un commissario ad hoc per l’emergenza Rom – sono presenti oltre 700 campi nomadi abusivi. A Roma, dal 17 luglio, è partito tra

mille polemiche e accuse di razzismo il censimento di questi insediamenti, affidato alla Croce Rossa: il primo campo censito è stato quello di Corviale, che ha messo in luce una serie di problematiche socio-sanitarie esistenti in tutti gli accampamenti abusivi. Abitazioni fatiscenti, basso livello di vaccinazione dei bambini e basso livello di scolarizzazione (nessuno dei minori censiti risultava infatti iscritto ad alcun programma). Campi nomadi abusivi e riconosciuti sono ovviamente presenti anche sul territorio. Una zona particolarmente soggetta ad invasioni di zingari irregolari è Tor San Lorenzo. Qui, più volte sono stati sgomberati da carabinieri e polizia locale accampamenti – di roulotte e baracche – nella zona delle Salzare, in campagna poco distante però dal centro abitato. Una zona in cui, data la mancanza della certezza sulla proprietà di oltre 700 ettari di territorio, è difficile far rispettare qualunque tipo di regola ed è molto più frequente l’opera di repressione che la possibilità di pre-

venzione. Qui, per i nomadi, è facile insediarsi e realizzare baracche che, col tempo, diventano vere e abitazioni (naturalmente abusive). Discorso a parte, invece, me-

rita il complesso edilizio “Le Torri”, nel quartiere della Nuova California, anche questo occupato abusivamente da zingari (ma anche alcuni italiani senza fissa di-

Arriva Lucy, la borsetta antifurto

Una borsetta con antifurto, utile per evitare il borseggio da parte di ladri (spesso bambini) abilissimi e rapidi. È “Lucy” il prodotto realizzato dagli studenti del 5°C dell’I.I.S.S. “Via Copernico”, di Pomezia, presentato alla Fiera di Milano nell’ambito di un concorso nazionale cui hanno partecipato scuole di tutta la penisola. La borsa – griffata “Monti fashion”, il marchio scelto dagli studenti, che comprende anche le due linee di articoli di supporto a “Lucy”, Monti Fashion e Monti Utility – è stata dotata di un dispositivo antifurto che inizia a suonare se la borsa resta aperta per più di 30 secondi. Un prodotto pensato anche per un target di non vedenti, per i quali gli studenti hanno realizzato un foglio di istruzioni in linguaggio braille. Al progetto hanno partecipato 16 studenti, coordinati dal professor Emilio Massimo Miozza. (G.S.)

mora), più volte sgomberato dalle forze dell’ordine e poi rioccupato. Un circolo vizioso che, in attesa che il curatore fallimentare, il Comune e la Prefettura trovino una soluzione definitiva, esaspera i residenti “regolari” del complesso, divisi tra rabbia e paura e costretti a fare i conti con una situazione di degrado dal punto di vista igienico sanitario (da molti pozzetti esondano liquami) e di rischio per la sicurezza. In molti lamentano di essere stati minacciati per consentire agli occupanti di allacciarsi ai contatori dell’energia elettrica (tra l’altro con collegamenti e impianti improvvisati, pericolosi per la loro stessa incolumità). Non a caso, in una delle ultime operazioni di sgombero, i carabinieri hanno arrestato 4 persone per furto di energia elettrica e violazione di domicilio. Nato col crisma della provvisorietà, ma diventato ormai una stabile realtà, è invece il campo nomadi di Castel Romano, alle porte di Pomezia, per il quale il consigliere regionale Luigi Celori (AN) è tornato a chiedere lo sgombero. «Il Campo nomadi di Castel Romano - afferma Celori sorto con la scusa dell’emergenza è il più grande di Europa e costa alla collettività 12 milioni di euro l’anno. Ci aspettiamo molto dal Governo in materia di sicurezza. Il “pacchetto” varato contribuirà ad espellere i soggetti pericolosi dando strumenti più adeguati alle forze dell'ordine che possono arginare meglio il fenomeno della mi-


Cronaca

25 luglio 2008

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Quando per far scattare l'allarme basta soltanto una voce

crocriminalità, che colpisce in particolare la gente comune. Chiediamo lo sgombero immediato di Castel Romano ed incalziamo il Governo a continuare sulla strada

La Romania difende gli insediamenti

intrapresa. In particolare, le impronte digitali di cui tanto si discute possono essere un buon deterrente per arginare il fenomeno della microcriminalità».

Contro la decisione del Governo italiano di prendere le impronte digitali ai rom, il ministro dell'Interno romeno, Cristian David. «Senza adeguate misure di tipo sociale, neppure le impronte ed il censimento potranno risolvere il problema. Per quanto ci riguarda - ha spiegato - più informazioni dettagliate avremo e meglio potremo giudicarle. Comunque - ha poi aggiunto con una punta polemica - aspettiamo gli elementi di dettaglio da parte delle Autorità italiane che ancora non abbiamo avuto».

A volte, basta una semplice voce, magari neppure mai confermata, a scatenare movimenti di piazza contro una minaccia, reale o presunta. È quanto accaduto nei mesi scorsi ad Anzio e Nettuno quando, in tempi diversi, è circolata nelle due città la notizia di una prossima apertura di un campo nomadi, sullo stile di quello di Castel Romano sulla via Pontina. Voci che per il momento non hanno avuto né seguito, né un effetto concreto, ma che sono bastate per raccolte firme, incontri e dibattiti (specialmente in periodo elettorale). Tuttavia, non è solo strumentalizzazione. Alla base, sicuramente, c’è anche la stanchezza da parte dei cittadini di vedersi imposte dall’alto situazioni e soluzioni (stavolta reali) non volute, difficili da accettare. È successo ad Ardea con il gasdotto, sta succedendo per la centrale a Turbogas di Aprilia e per la trasformazione della Pontina in autostrada a pagamento. A luglio dello scorso anno, Anzio si è mo-

unità 9.000 Tanti, secondo recenti stime, i rom presenti all'interno del comune di Roma

700

bilitata contro l’arrivo (presunto) di un campo nomadi in via delle Cinque miglia, località Sacida: si parlava di un campo da 1000 posti. Manifestazioni, dibattiti, petizioni, a cui hanno risposto molti cittadini. Qualche mese dopo, a febbraio del 2008, il campo sembrava dovesse essere trasferito (un campo nomade, più che di nomadi) nella vicina Nettuno. È toccato allora ai suoi abitanti protestare contro la probabile apertura di un

I campi nomadi presenti nelle città di Roma, Milano e Napoli

3.800.000 € Il costo di gestione degli insediamenti per il comune di Roma nel solo 2006

campo nomadi in città, nella zona del centro commerciale Le Vele, da 600 posti. Furono raccolte oltre 2000 firme. Voci che si rincorrevano e che parlavano di accordi col Comune di Roma, di sopralluoghi effettuati nell’area da destinare a campo e quant’altro. Voci non confermate, ma capaci di far scattare l’allarme nella popolazione che, ancora una volta ha ribadito il suo “no” all’arrivo di zingari sul territorio. (G.S.)

2010

L'anno in cui ogni cittadino dovrà essere riconosciuto tramite impronte digitali, anche i rom

336

I voti dell'Ue per stigmatizzare il piano d'emergenza italiano per la gestione dei campi nomadi



Cronaca

25 luglio 2008

Dal primo agosto vigili urbani in servizio fino a mezzanotte per le strade del centro urbano: sotto controllo viabilità e ambulanti

Operazione “Notti d'estate”

G

arantire sicurezza con una presenza costante nei punti di maggiore afflusso di residenti e turisti, sia di giorno che di notte. Questo uno degli obiettivi principali della Polizia locale di Nettuno, che dal prossimo 1 agosto inizierà un pattugliamento notturno delle strade del centro della città del tridente, fino alle 24. «Notti d'estate» il nome del progetto portato avanti dal comandante della Polizia locale Giorgio Tomassetti assieme all'amministrazione comunale di Nettuno. «L'obiettivo primario – spiega il comandante – sarà quello di garantire la sicurezza della circolazione stradale, richiamando l'attenzione sulle problematiche della viabilità e predisponendo appositi piani di intensificazione della vigilanza stradale in occasione dei momenti di massima affluenza turistica. L'obiettivo successivo, anche se non meno importante, sarà quello di garantire la tranquillità nel borgo medioevale». Al lavoro, per tutto il periodo estivo, ci saranno tre squadre composte ognuna da 10 persone: un vicecommissario con compiti

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di coordinatore, e tre gruppi di tre persone che si occuperanno del borgo medioevale, della viabilità nella zona del centro urbano, e dell'infortunistica stradale e del controllo degli ambulanti abusivi. Turni di lavoro massacranti, ma che dovrebbero ga-

rantire per tutta la stagione estiva la più assoluta tranquillità di residenti e turisti in visita nella città del tridente. E nel caso in cui ci fosse necessità di qualche piccolo straordinario, nessuno è disposto a tirarsi indietro. «Se le manifestazioni inserite

Durante il week end di Ferragosto lungomare chiuso alle auto. Isola pedonale per garantire più sicurezza a residenti e turisti

nel calendario dell'estate nettunese dovessero andare oltre la mezzanotte – continua il comandante Tomassetti – anche i nostri uomini continueranno a lavorare fino al termine degli spettacoli». Qualche novità intanto, è già in programma per il periodo di maggiore afflusso di turisti. «Durante i giorni a cavallo di Ferragosto – continua Tomassetti – il centro si trasformerà in isola pedonale, con il lungomare completamente chiuso al passaggio di autoveicoli. E' la soluzione migliore». Nel frattempo, per assicurare il maggior numero di uomini possibili al Comando della Polizia locale, l'amministrazione comunale di Nettuno ha indetto per lunedì prossimo un concorso per la definizione della graduatoria di nuovi agenti a tempo determinato. Al momento ancora non è dato di sapere il numero complessivo di posti, ma la speranza del comandante Tomassetti e di tutti e 43 i vigili urbani attualmente in servizio presso il Comando di via della Vittoria, è che la graduatoria venga stilata in tempi rapidi per alleggerire il lavoro di quanti stanno effettuando doppi e tripli turni per garantire un'estate sicura a residenti e turisti. L'importante è che ognuno operi nel rispetto dei ruoli. «In materia di infortunistica stradale – conclude Tomassetti – l'intervento del personale della Polizia locale nella rilevazione di incidenti stradali, consente alle altre forze di polizia operanti sulla zona di svolgere con continuità il servizio mirato al controllo del territorio ed alla lotta alla criminalità».

Con la Lega navale

Volontari in spiaggia e nei boschi

Cooperazione tra tutte le forze in campo per assicurare la massima tranquillità a residenti e turisti di Nettuno. Sorvegliata speciale, per tutta l'estate, sarà la spiaggia libera a ridosso del Santuario di Nostra Signora delle Grazie e Santa Maria Goretti. «Abbiamo siglato una convenzione con l'associazione nazionale Carabinieri in congedo e con la Lega navale – spiega il comandante della Polizia locale Giorgio Tomassetti – che ci permetterà di essere presenti ovunque. Mentre la Lega navale si occuperà del controllo in mare, i Carabinieri in congedo avranno un punto di osservazione ed assistenza sotto il Santuario di Nostra Signora delle Grazie. Sulla spiaggia antistante è stata già posizionata una torretta di avvistamento ed un pattino, pronti per ogni evenienza». I controlli comunque non si limiteranno alla sorveglianza della spiaggia. «Altre associazioni – continua Tomassetti – svolgono servizio antincendio nelle zone boschive per prevenire eventuali incendi. Ogni associazione di protezione civile sta collaborando in maniera fattiva a rendere sicura l'estate dei residenti».


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Cronaca

25 luglio 2008

La Pro Loco invia un dossier al Ministero per i Beni Culturali e alla Regione

Il molo di Nerone scompare tra le onde di Mario Scagnetti (mario.scagnetti@reporternews.eu)

F

otografie, raccolta firme e dvd. Tutto da impacchettare e spedire al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, al Presidente della Regione Lazio, al Sindaco di Anzio e al Soprintendente laziale per i Beni Archeologici. L'antico porto neroniano e la villa imperiale, che fu di Nerone, rappresentano un patrimonio dall'inestimabile valore storico e archeologico e per questo motivo Patrizio Colantuono, Presidente della Pro Loco Porto d'Anzio, ha organizzato una mostra fotografica e una petizione popolare. Con l'intento di sensibilizzare le istituzioni competenti alla salvaguardia dei beni di Anzio. «Nel 2004 la Pisana – spiega Patrizio Colantuono – ha stanziato un milione di euro per un progetto in

grado di salvare i reperti dall'erosione marina. Ma l'intervento non è mai stato realizzato e di questo passo l'antico porto e la villa di Nerone spariranno completamente». Lo studio della Regione - “Intervento a difesa del litorale e del bacino dell'antico porto neroniano” - prevedeva la costruzione di una diga di scogli nello specchio d'acqua antistante il faro di Anzio per fermare l'avanzata del mare. «Senza la diga non avremo più il porto e la villa imperiale». Da queste premesse è nata la mostra fotografica allestita in piazza Pia, dal 18 al 25 luglio, nel pieno centro storico della città anziate, all'interno

della quale sono esposte fotografie che testimoniano il cambiamento nel corso degli anni, si parte da una stampa dell'antico porto neroniano del 1846 fino ad arrivare a immagini del giugno di quest'anno. «In cento anni venti metri di resti archeologici sono scomparsi» aggiunge Colantuono. In totale, nell'ambito della “Mostra sull'erosione marina del porto neroniano e della villa imperiale”, sono esposte circa 200 fotografie, con una sezione dedicata alla

immagini tridimensionali, studiata da Giancarlo Capobianco, per la visione delle quali vengono consegnati degli appositi occhiali a tutti i visitatori. Visitatori che hanno risposto nel migliore dei modi all'appello lanciato dalla Pro Loco Porto d'Anzio, con circa 500 firme raccolte nei primi due giorni. Al termine dell'iniziativa le

stesse firme saranno inviate, insieme a un dvd che raccoglie le fotografie esposte, al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, al Sindaco di Anzio Luciano Bruschini e al Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio Marina Ragni Sapelli.



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Speciale

25 luglio 2008

Con la nuova darsena traghetti ad alta tecnologia lo struttura laziale riferimento per i collegamenti con l’Europa e il Nord Africa

Civitavecchia, porto leader nel Mediterraneo Operazioni di sbarco Tir

di Alessandra Zavatta

C

ivitavecchia punta alla leadership nel Mediterraneo con la nuova darsena traghetti. E ridisegna il porto su modello e funzioni di un aeroporto, per separare i flussi di traffico e velocizzare le operazioni di imbarco. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha sbloccato nei giorni scorsi il finanziamento da 70 milioni di euro

Operai al lavoro

per la costruzione delle opere a mare. La nuova filosofia di gestione del porto partirà proprio dalla futura darsena traghetti ad alta tecnologia, che potrà ospitare dieci navi. Auto, camper e camion raggiungeranno i cancelli d’imbarco al piano inferiore, lungo i moli. I passeggeri, invece, saliranno sui “ferry boat” attraverso pontili sospesi simili a quelli presenti negli scali aerei. Scale mobili, tapis-roulant e ascensori faciliteranno gli spostamenti dei viaggiatori. Il terminal dove i viaggiatori potranno acquistare i biglietti, fare il check-in e i controlli di sicurezza, ma anche fare shopping nei duty free, costituirà il fulcro delle infrastrutture che sorgeranno nella zona della Mattonara. Qui i turisti potranno

arrivare con il treno oppure in macchina. L’auto privata potrà accedere al percorso per l’imbarco oppure essere posteggiata nei parking “lunga sosta”. Il terminal si estenderà per 168.776 metri quadrati ad un’altezza di nove metri e mezzo dal suolo. Sul lato “mare” gli uffici della dogana, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza. Dal lato “terra” i box delle compagnie di na-

Banchine riservate per le petroliere Si chiama “darsena grandi masse” e accoglie le grandi navi mercantili e le petroliere che riforniscono di merci e carburanti il Lazio. L’Autorità portuale ha approvato il progetto per la delocalizzazione della struttura nella zona nord del porto di Civitavecchia. I futuri attracchi saranno dislocati lungo un chilometro. La nuova darsena avrà 50 ettari di banchina. Costo delle opere: 200 milioni di euro. I prodotti industriali in arrivo nello scalo laziale potranno così essere movimentati in una zona riservata senza intralciare le altre operazioni del porto e con maggiore sicurezza. Civitavecchia, per via della vicinanza dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, collegato da un oleodotto al porto, è anche un importante terminal petrolifero.

vigazione, ristoranti, bar e il centro commerciale, che sarà accessibile anche per chi non partirà. Al piano inferiore, a quota 2,50 metri sul livello del mare, verrà ricavata l’area di sosta per i tir, i piazzali di smistamento per camper e auto, i moli per l’attracco dei traghetti e le aree di manovra, per una superficie complessiva di 210mila metri quadrati. E, per evitare le lunghe code di veicoli in attesa dell’imbarco, ogni nave avrà il proprio “piazzale di accumulo”, così che eventuali ritardi non si ripercuotano sulle altre linee di traghetti. “Suddividendo i flussi di traffico in arrivo da quelli in partenza e operando una netta separazione tra veicoli pesanti e veicoli leggeri già all’ingresso della darsena - spiega il presidente dell’Autorità portuale Fabio Ciani - verrà garantito un migliore accesso ai servizi da parte di turisti, operatori, armatori, autotrasportatori. Attualmente gli imbarchi

avvengono in aree differenti del porto e senza distinzione di percorsi, con una morfologia dei moli che non consente una razionale separazione dei flussi. A volte i piazzali dove avvengono le operazioni di ca-


Speciale

25 luglio 2008

Flussi di traffico separati per i turisti in arrivo e i viaggiatori in partenza nel terminal che assomiglierà ad un aeroporto Il plastico del progetto

rico non risultato sufficienti per accogliere i mezzi in partenza”. “Per questo - sottolinea Ciani - abbiamo voluto che nel nuovo piano regolatore portuale gli imbarchi per i traghetti venissero concentrati in un’unica darsena dove, però, i viaggiatori in partenza non si mescolassero a quelli in

arrivo. Una soluzione destinata a migliorare le capacità di accoglienza di Civitavecchia”. Lo scalo laziale è, infatti, uno dei principali terminal mediterranei delle Autostrade del mare. Da qui partono traghetti per

la Francia, la Spagna, Malta, la Tunisia, la Sicilia e la Sardegna. E in progetto ci sono anche collegamenti con il Marocco. La nuova darsena sarà pronta in tre anni. “Le infrastrutture a terra - aggiunge il presidente dell’Authority - verranno realizzate in project financing, coinvolgendo armatori, aziende di trasporto, banche e imprese di primario livello nazionale e internazionale. La darsena hi-tech punta a far divenire Civitavecchia punto di riferimento per il traffico passeggeri e merci dell’interno Mediterraneo. Potrà soddisfare le esigenze di comfort di chi viaggia per piacere e la velocità di carico e scarico delle navi necessaria alle aziende che trasportano

grandi quantitativi di prodotti via mare. Il porto sarà collegato direttamente al Corridoio 1, la futura autostrada Berlino-Palermo”. Le linee di traghetti rappresentano, insieme alle crociere, una quota rilevante delle attività del porto laziale. I croceristi, che nel 1996 erano appena 156mila, la scorsa estate hanno raggiunto quota un milione 600mila e,a quanto pare, sono destinati ad aumentare. Tanto che Costa Crociere, Msc, Royal Caribbean e Carnival Cruise, le maggiori società di navigazione a livello mondiale, hanno designato Civitavecchia quale proprio home-port e gestiscono in collaborazione il Rome Cruise Terminal. Le nuove strutture destinate alle navi-crociera verranno dislocate lungo l’Antemurale “Cristoforo Colombo” che si estende per oltre tre chilometri e che verrà allargato di ben cento metri.

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I collegamenti con la Corsica

Pannelli fotovoltaici per dare energia alle navi ferme ai moli

Civitavecchia sarà il primo porto “ecologico” d’Italia. Ed “ecologica” sarà la nuova darsena traghetti. Sui tetti dei parcheggi e sul terminal passeggeri verranno installati pannelli fotovoltaici in grado di produrre 5,5 milioni di watt, così da coprire in parte il fabbisogno di energia elettrica della struttura e risparmiare sui consumi per la fornitura e tutelare l’ambiente. Verranno realizzati, secondo quanto riporta il progetto, 55.000 metri quadrati di pannelli solari sui parking e 3.500 metri quadrati sulle coperture degli edifici. Una scelta innovativa per uno scalo marittimo. Lungo le strade di scorrimento che condurranno ai parcheggi per i turisti in partenza e a quelli per i visitatori, al parking Lunga sosta e ai moli per l’imbarco verranno piantati alberi di diverse essenze mediterranee. E’ inoltre allo studio la possibilità

1,6 mil. I croceristi sbarcati nel 2007

di illuminazione, con le più avanzate tecnologie, il porto storico. Con la realizzazione di un impianto fotovoltaico anche all’interno della Darsena Romana. E c’è pure un altro studio per individuare i migliori sistemi di monitoraggio dei consumi di energia elettrica nei tre porti che fanno capo all’Authority (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta). I passi da fare per il risparmio di energia sono stati inseriti nel protocollo di intesa sottoscritto da Autorità portuale ed Enel. Un protocollo che si pone un obiettivo fondamentale: quello di rendere lo scalo laziale il primo porto ecologico di Italia, riducendo l’impatto ambientale del traffico navale. Si partirà da Civitavecchia per estendere poi il progetto anche negli altri due scali del network portuale laziale. Oltre ad incrementare i traffici nei diversi settori, Civitavecchia lavora per l’approvvigionamento di ener-

168.776 mq. La superficie del nuovo terminal traghetti

gia sfruttando fonti alternative. Energia solare ma anche eolica. Tra i progetti c’è l’elettrificazione delle banchine. «Si partirà con un programma pilota che interesserà un banchina dedicata ai traghetti afferma l’Authority - Valuteremo con la Capitaneria di porto la più consona: questo per consentire alle navi di spegnere i motori proprio mentre sostano in banchina. Ma servirà la collaborazione degli armatori per adeguare le imbarcazioni. In tempi rapidissimi, una volta assicurate tutte le relative autorizzazioni, procederemo ad installare l’impianto fotovoltaico alla Darsena Romana. Entro fine anno la progettazione e la realizzazione dell’impianto di illuminazione del porto storico. E’una grande opportunità quella della collaborazione Autorità Portuale ed Enel, enti che giocano un ruolo fondamentale non solo nel Lazio ma in tutto il Paese».

58.500 mq. La superficie di pannelli fotovoltaici

200 ml/€ Il costo della darsena “grandi masse”


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Turismo

25 luglio 2008

L’antica Ferrovia retica tra Italia e Svizzera inserita dall’Unesco nell’elenco dei beni da salvaguardare Da Tirano a Saint Moritz attraverso 196 ponti, 42 gallerie e 13 tunnel alla scoperta dei segreti dell’Albula e del Bernina

Il “trenino” rosso di Heidi è Patrimonio dell’umanità

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di Giovanni Scorpati

l “trenino” rosso delle Alpi diventa Patrimonio mondiale dell’umanità. Nella seduta del 7 luglio scorso a Quebec, in Canada, il Comitato dell’Unesco ha accolto la candidatura italo-svizzera della “Ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina”, inserendola nell’elenco di siti da salvaguardare per il valore culturale e ambientale. Riconoscimento raggiunto grazie alla collaborazione

tra Confederazione, Cantone dei Grigioni, Comuni di Sondrio e Tirano, municipalità elvetiche e Ferrovia retica, insieme con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali italiano. E’ una ferrovia da record con 122 chilometri di binari a scartamento ridotto che si arrampicano sulle Alpi tra tornanti e gallerie. La “strada ferrata retica” nella linea dell’Albula, realizzata nel 1903, attraversa 144 ponti e 42 gallerie, cui si aggiunge il tracciato del Bernina, completato nel 1910, composto di

52 ponti e 13 tunnel tra cui il famoso viadotto elicoidale di Brusio. Parliamo del “Bernina Express” unico treno senza cremagliera che affronta pendenze del 70 per mille per valicare le Alpi svizzere da nord a sud, attraversando differenti e contrastanti regioni culturali e linguistiche, passando dai ghiacciai d’alta montagna della Svizzera direttamente al gelato al limone italiano di Tirano. Viaggio in treno con vista a 360 gradi, su carrozze panoramiche, nel cuore delle Alpi attraverso viadotti mozzafiato, gole

profonde tra torrenti e prati in fiore, tunnel inattesi e, salendo sempre più in alto, verso i ghiacciai eterni, per raggiungere l’Ospizio Bernina a 2.253 metri sul livello del mare, punto più alto della tratta. Siamo nei Grigioni, il cantone più vasto del paese di Guglielomo Tell e confine con l’Italia. Unico il Parco nazionale svizzero, tutto da godere utilizzando il celebre Trenino Rosso che collega Tirano in Valtellina con Saint Moritz, Coira e Davos. Anche il Treno Blu, tra Coira e Arosa, esalta nel tragitto un panorama unico, tra suggestivi paesini d’alta montagna, cascine isolate e la maestosa bellezza del viadotto di Langwies. Superando un dislivello di 1.157 metri, appare Arosa, paradiso degli amanti dello sport. E poi, il Glacier Express, emozionante percorso ferroviario da Saint Moritz/Davos a Zermatt, su e giù per le Alpi elvetiche per un viaggio di sette ore e mezza tra 291 ponti, 91 gallerie, fino a toccare fino al passo dell’Oberalp. Ai percorsi in treno è possibile abbinare gite in bicicletta tra i boschi della Valle di Poschiavo, dell’Engadina e del Canton Grigioni. Caricando la propria “dueruote” o quella affittata sul trenino, si può riscendere nella stazione prescelta per pedalare fino alla fermata successiva del convoglio. Numerosi sono i percorsi a piedi, tra laghi e vette innevate, paradiso degli amanti del trekking. Inoltre, dalle fermate dei treni si può partire per un tour alla scoperta dei piccoli borghi dal sapore antico, come Scuol, centro termale già ai tempi dei Romani; mentre i più mondani potranno fare shopping a Saint Moritz. E per i più piccoli c’è Heidi perché lei, qui, è di casa!

A bordo

Partenza alla stazione di Davos

Viadotti mozzafiato

Vigilantes in divisa

Le locomotrici Anni Cinquanta


25 luglio 2008

Turismo

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A piedi nudi lungo i sentieri che conducono a Croagh Patrick, la montagna sacra

I pellegrini di San Patrizio

In viaggio per ammirare i luoghi dove visse il patrono d’Irlanda

A

di Alessandra Zavatta

piedi nudi, tra sassi e rovi, con lo zaino sulle spalle, un bastone per appoggiarsi e alleviare la fatica della salita. A migliaia i pellegrini si arrampicano lungo Croagh Patrick, la montagna sacra d’Irlanda. The Reek, chiamano i fedeli questo monte che assomiglia ad una collina e domina la pianura della Contea di Mayo. Il rito si ripete immutato da secoli l’ultima domenica di luglio, il Reek Sunday. Il pellegrinaggio vuole ricordare i quaranta giorni che Patrizio trascorse, nel 441, sulla vetta per pregare. La leggenda vuole che al termine del quarantesimo giorno, il patrono d’Irlanda scagliò una campana su una pendice della montagna, scacciando dall’isola i serpenti. Il sentiero per la scalata parte dal villaggio di Murrisk, ai piedi di Croagh Patrick dopo che i pellegrini si sono radunati a Westport, porticciolo con vista sull’Oceano Atlantico. All’abbazia di Murrisk i pellegrini s’incontrano con i penitenti che hanno iniziato la marcia a Ballintubber (dove il giovane monaco costruì una piccola chiesa), seguendo la Saint Patrick’s Causeway. Per salire fino alla vetta, dove una cappella ha preso il posto della capanna dove visse il santo in ritiro spirituale, ci vogliono tre ore. Camminando scalzi tra pietre taglienti ed irti cespugli lungo i ripidi sentieri. E mentre il lento fiume di pellegrini sale, c’è chi invoca Patrizio, chi canta e chi riflette sugli errori commessi. Per raggiungere la cima purificati, riappacificati con Dio e rinati in Cristo. Lo straordinario panorama che Croagh

Patrick regala ai penitenti appare a molti un segnale divino, a sottolineare il perdono ottenuto. A nord, Achill Island brilla nell’oceano. A sud le Twelve Ben Mountains: nelle falesie che la separano da The Reek, raccontano gli antichi manoscritti, si gettarono i rettili dell’isola, attirati dalle campane di Patrizio. Un’ultima preghiera e poi la discesa. Per scoprire, alla base del monte, Tobair Padraig, il pozzo in cui il santo battezzò i convertiti dopo aver terminato il ritiro. Ma il viaggio sulle orme di Patrizio non può che iniziare ad Armagh, la capitale spirituale d’Irlanda. “My sweet hill”, la mia dolce collina, la chiamò il giovane monaco e sopra vi eresse la propria chiesa. Proprio dove ora sorge la cattedrale anglicana a lui dedicata. Sul colle di fronte c’è la cattedrale cattolica, sempre dedicata a San Patrizio. “Irish Rome” è stata ribattezzata Armagh, non solo perchè, come Roma, è stata costruita su sette colli, ma soprattutto per l’inscindibile legame con chiesa cattolica. Ed ecco le Slemish Mountain, dove l’adolescente Patrizio trascorse sei anni a pascere le pecore dopo essere stato venduto come schiavo a Muirchu, re del North Dàl Riada. Su questi m o n t i

brulli decise di dedicare la vita a Gesù e anche qui il ricordo del patrono è accompagnato da un pellegrinaggio rituale. Quindi tappa alla Hill of Slane, dove il santo sfidò il paganesimo accendendo il P a schal Fire, i n

barba al divieto di Laoghaire, supremo Re di Tara che aveva ordinato che nessuna fiamma venisse accesa finché non fosse stato illuminato il colle di Tara per festeggiare Belataine, la primavera celtica. Il burbero re si convertì al cristianesimo e Patrizio portò sotto le ali di Cristo pure Aengus, Re del Munster, battezzato a Cashel, la rocca che domina Tipperery, e Owen, il fondatore della dinastia degli O’Neill, che giurò fedeltà a Gesù a Grianán of Aileach, di fronte al monumento megalitico più imponente d’Irlanda, all’ingresso della pensola di Inishowen, nel Donegal. La leggenda vuole che Patrizio sia passato anche per Dublino e abbia battezzato nuovi convertiti in un pozzo vicino al luogo in cui sorge l’attuale cattedrale dedicata al santo. Ultima tappa: Downpatrick. La tradizione sostiene che sotto la gigantesca pietra su cui è inciso il nome “Patric”, nel piccolo cimitero accanto alla chiesa, sia sepolto proprio il patrono d’Irlanda. Che a Saul, poco lontano dall’antica Down, iniziò la sua missione: evangelizzare l’isola di smeraldo.

Croagh Patrick

Davanti alla cappella

La tabella delle Ave Maria

A Station Island

Serpenti in Purgatorio

Il “giallo”

La misteriosa tomba accanto alla cattedrale della “cristiana” Down

San Patrizio è sepolto sotto la gigantesca pietra accanto alla cattedrale di Down. Lo vuole la leggenda, visto che sulla lapide è inciso il nome di “Patric”. La città che fu ultima sede dei supremi Re dell’Ulster giura sull’autenticità della tomba, tanto da essersi “ribattezzata” Downpatrick. Legando il nome del patrono d’Irlanda a quello dell’antico inse-

Prega&cammina

diamento. Di certo Patrizio qui è passato: le tracce storiche non mancano. Struell Wells, luogo di culto pagano vicino Downpatrick, venne benedetto dal santo proprio per portare sulla “strada di Gesù” i celti adoratori delle divinità legate alla Natura. Sempre in questo angolo verdissimo della Contea di Armagh si trova Saul, dove il gio-

vane monaco sbarcò e iniziò la sua missione. La prima chiesa cristiana d’Irlanda venne eretta proprio qui. E poi c’è Slieve Patrick, il colle meta di pellegrinaggi. Si dice

che Patrizio vi abbia pregato. Sulla cima una statua in granito ricorda passaggio del santo. Mistero, verità e fantasia s’intrecciano, regalando ai viandanti suggestive esperienze.

Il Purgatorio di San Patrizio si trova a Station Island, un’isola al centro del Lough Derg, nel Donegal. Anche qui il monaco avrebbe trascorso, secondo la tradizione, quaranta giorni di preghiera e di digiuno. Dal XII secolo Saint Patrick’s Purgatory, tra giugno e agosto, è meta di pellegrinaggi. Per tre giorni e tre notti, i fedeli si cibano solo di thé e toast. Il lago è “dearg” (“rosso” in gaelico) per il sangue dell’ultimo serpente d’Irlanda che Patrizio uccise proprio qui. Secondo altre fonti, invece, si tratterebbe di Lough Deirc, il lago della grotta. Su Station Island sembra ci fosse una grotta, punto d’incontro dei pellegrini fino al 1780.


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Cultura

25 luglio 2008

A colloquio con Stefano Calvagna, artista controcorrente

Cinema&Passione Capannelle Il quartiere romano dove Stefano Calvagna è nato il 21 settembre 1970. Papà orologiaio e mamma casalinga

«Io, regista scomodo» di Angela Valenti

«P

arlare d’usura al cinema non soltanto difficile, è sconveniente. Vieni snobbato dai produttori ma premiato dal pubblico e soprattutto dai giovani. E questo è quello che conta». Stefano Calvagna, 38 anni, romano, è il regista del film-denuncia “Il peso dell’aria”, storia vera di un uomo strangolato dall’usura. Un artista che non ha paura della verità. Allora forse è vero, si può parlare di rinascita del cinema d’autore e dei giovani autori... “Il cinema, purtroppo, non aiuta i giovani. Si parla di aiuto ai giovani, si fanno barbosissime tavole rotonde ma nei fatti non succede nulla e gli esordienti o comunque le voci fuori dal coro rimangono tali e non arrivano mai alla distribuzione nelle multisale. Il mio film, uscito in piccoli cinema di quartiere, ha regi-

strato il tutto esaurito, a Roma come a Napoli, e mi aspetto buoni risultati anche a Firenze, Milano, Torino, Genova. Pur essendo uscito a luglio, periodo senz’altro poco favorevole al box office e in pochissime copie, il film ha registrato numeri sbalorditivi. Pensate 1.921 spettatori a copia contro i 1.526 del non-impegnato Un’estate al mare”. Ma come nasce un regista controcorrente? “Ho cominciato giovanissimo, facendo l’aiuto regista in una famosissima serie tv americana (“Bevery Hills 90210” ndr) e ho continuato in Italia sia con il cinema che con la televisione. Ho avuto critiche molto positive e riconoscimenti importanti anche all’estero. Eppure, non ho mai avuto accesso a finanziamenti né i miei film sono stati inseriti nei circuiti festivalieri altisonanti, quelli che fanno vetrina”. E, quindi, cosa hai fatto? “Mi sono rimboccato le maniche e

ho fondato una casa di produzione e distribuzione, la Poker Film. Mi sono dovuto organizzare non potendo contare sull’aiuto dei “cinematografari”. E sottolineo “cinematografari”: essere cineasti è un’altra cosa. Adesso produco i miei film, li distribuisco e poi li vendo per guadagnare e reinvestire in n u o v e opere. Sono sempre stato fuori dai circuiti politici e solo grazie alla grande passione per il cinema ho capito che non potevo solo fare l’artista ma che dovevo diventare im-

Tomas Milian L’attore preferito da bambino Sergio Leone Calvagna incontra il regista a Cinecittà e ne resta folgorato L’uomo spezzato Il primo film da regista

Il lupo Dalla cronaca al cinema

Il peso dell’aria Il film con Brunella De Nardo che denuncia il problema dell’usura in Italia

prenditore”. “Il peso dell’aria” è un film di denuncia che affronta un tema di grande attualità e rilevanza sociale, l’usura. “Sono stato vittima di minacce, ho trovato proiettili nella cassetta della posta, la gioielleria di mio padre ha subito un attentato. Al Festival di Venezia andavo in giro scortato, come un magistrato: la stanza dell’albergo veniva bonificata ogni volta che rientravo. Alla presentazione del mio film non era presente nessuna istituzione. Nessuno ha testimoniato

solidarietà con una mail, con un telegramma, alcuni giornali mi hanno addirittura ignorato. E’ un trattamento al quale sono abituato: nel 2005 ho realizzato il documentario “Viaggio all’inferno”, girato in Thailandia, real movie sulla prostituzione minorile. Sono stato censurato e mi è stato addirittura vietato di vendere il dvd. Le mie riprese sono state giudicate troppo scomode”. Quindi niente finanziamenti, nessun contratto con le major, solo produzioni indipendenti. Tanto lavoro per il regista definito il “Tarantino italiano” e le vacanze? “In estate mi piace rimanere a casa, al fresco dell’aria condizionata! Fuori, sulle spiagge c’è troppa confusione, mi mette tristezza. Preferisco il mare d’inverno. Amo profondamente Sabaudia e le Oasi di Cufra, dove in inverno mi rifugio a scrivere le storie per le pellicole da girare e a fare progetti per il futuro”.


Cultura

25 luglio 2008

Christiana Ruggeri affronta i lager in “La lista di carbone”

Due donne e l’orrore della Shoah

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Viaggio di una coppia di amiche dove morivano gli ebrei

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di Mafalda Bruno

n libro contro le discriminazioni razziali. Dalla Shoah al piccolo razzismo quotidiano: un’analisi dettagliata di una realtà spesso sconosciuta. Il libro-rivelazione, finalista al Premio Bancarella, è “La lista di carbone”. Lo ha scritto Christiana Ruggeri, giornalista del Tg2 e conduttrice dello “speciale” Costume e Società. Christiana, il tuo libro è un viaggio coraggioso nell’orrore delle discriminazioni razziali. Hai trovato faticoso l’impegno di avere a che fare con il peso della Shoah? “Ho voluto fare un omaggio a chi ha voluto credere alla vita nonostante nei lager del Terzo Reich ci fosse disperazione e morte. Un omaggio a favore dei deportati che hanno avuto il coraggio di credere e di andare avanti contro ogni speranza”. Le due protagoniste, Anna e Cristina, sono profondamente diverse tra loro. Come sei riuscita a farle diventare amiche? “Perché sono due generazioni a confronto: una è giovane, l’altra no: una è cattolica e l’altra ebrea, e il loro incontro è stato anche un motivo di “scherzo” con me stessa perché ho dato alla cattolica un nome ebreo e alla ebrea un nome cattolico. La loro amicizia nasce in libreria. Inizia così tra loro un viaggio spirituale e geografico a riprova del fatto che la vita in qualche modo toglie, ma dà anche tantissimo e

quando meno te l’aspetti”. Ogni libro contiene qualche aspetto autobiografico, anche se minimo. E’ così per te ne “La Lista di Carbone?” “Assolutamente sì! Devo dire che il rapporto straordinario di Anna verso il cibo è esattamente identico al mio che adoro mangiare. Ma soprattutto la voglia di cercare, indagare, fare la detective, scavare, porre domande, credere nei sogni. Tutto sommato io mi ritrovo sia in Anna, che in Cristina”. Scrivere per te è stata un’ urgenza personale o una sorta di “dovere civile” per denunciare quella pagina di storia verg o gnosa?

“Entrambe. Avevo il grande desiderio di regalarmi un primo romanzo prima dei quarant’anni, mi sembrava interessante poter coniugare quel periodo storico aberrante proponendolo con un linguaggio moderno, metropolitano”. E’ stato più difficile iniziare il racconto oppure finirlo?

“E’ venuto tutto da sé ed è stata un’esperienza meravigliosa. La storia mi è venuta di getto, e sono entrata in una tale confidenza con i personaggi che mi pare proprio di vederli”. Tra le tue altre attività ti sei occupata con alcuni reportage dei profughi del Tibet… “Con il permesso dei Dalai Lama ho incontrato alcuni ex prigionieri politici. La situazione era ed è terrificante e rischia di precipitare alla fine delle Olimpiadi quando cioè, a riflettori spenti, la Cina si sentirà autorizzata a operare in modo ancora più repressivo e violento verso quel popolo. Il mio appello è che il Governo italiano spinga le autorità di Pechino a dialogare seriamente con il Dalai Lama per riconoscere l’autonomia che il Tibet ha da millenni”. E dei bambini di Nassiriya? “Sono i bambini del futuro, bisogna aiutarli perché sono rimasti orrendamente ustionati dalle bombe. Il sito per chi vuole darci una mano è w w w. i b a m b i n i d i n a s s i r i y a onlus.org”. Ti occupi pure di animali. Vuoi lanciare un appello da Reporter perché finisca, o almeno diminuisca, la vergogna degli abbandoni estivi? “Chi fa male ad un cane oppure ad un gatto non ha anima. Chiedo, supplico chiunque non possa più tenere un animale in casa per i più svariati motivi, che compia il gesto civile e morale di portarlo nelle strutture dove possano accudirlo. Ma, per favore, non abbandonate”.

Premio Fregene

Vincono i “Pretacci”

Cinque vincitori per il Premio Fregene. Candido Cannavò con il libro “Pretacci”, storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede tra prostitute e tossicodipendenti, ha vinto la trentesima edizione del premio per la categoria Giornalismo. Cannavò li ha raggiunti con umiltà, in treno, condividendo la loro condizione. Premio per la narrativa Caterina Bonvicini per “L’equilibrio degli squali”, storia di abissi, quello degli oceani e quello della fragilità dell’anima. Alberto Angela, per la Divulgazione scientifica e culturale, è stato premiato per la trasmissione di Raitre “Ulisse, il piacere della scoperta” e per il libro “Una giornata nell’antica Roma”, viaggio di 24 ore alla scoperta della vita quotidiana di una giornata qualunque del 115 d.C.. Aldo Cazzullo è stato premiato per il settore Saggistica con “Outlet Italia”: un’analisi attenta e acuta sulla metamorfosi dei consumi di massa del nostro Paese. Antonio Di Bella, direttore del Tg3, è stato premiato per la carriera nel settore giornalismo. Premio speciale della giuria per “Facce di bronzo”, racconti scritti da donne e i cui proventi verranno devoluti a sostegno del progetto Unicef contro le mutilazioni genitali femminili. (A.V.)



Cultura

La lunga estate calda di Nettuno 25 luglio 2008

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Shopping, concerti live, cocktail brasiliani per ballare e divertirsi fino all’alba

L’antico borgo medioevale è il luogo preferito dai giovani. Piazza Sacchi il cuore della movida per i turisti

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otti d'estate al Borgo Medievale di Nettuno. Notti di divertimento, musica, cocktail e buona cucina. La parte vecchia della città del tridente, ormai, rappresenta l'unica vera attrattiva turistica del territorio e funziona alla meraviglia: giovani in cerca di svago arrivano non solo dalla vicina Anzio, ma anche dagli altri territori del litorale romano, come da Ostia, Torvaianica e Pomezia, ma anche dalla Capitale. E pure dalle città che si trovano a sud di Nettuno, una delle quali è Latina; e anche dall'entroterra, come per esempio da Aprilia. Durante le sere d'estate il Borgo Medievale è letteralmente preso d'assalto da ragazzi e ragazze che hanno voglia di divertirsi all'interno dei numerosi locali notturni che affollano la parte vecchia di Nettuno, nei ristoranti dove gustare ottimi piatti di carne e pesce, nelle vinerie e nei negozi che vendono creazioni artigianali. Ogni locale del Borgo Medievale, poi, ha una propria caratteristica peculiare che lo distingue dagli altri,

neppure le numerose associazioni culturali sono tutte uguali fra loro. Al Malibù Cafè è possibile bere un cocktail chiacchierando tranquillamente sui balconi che si affacciano sul porto turistico della città, l'Xl invece è uno dei pochi locali a restare aperti per tutto

l'anno. E per tutto l'anno offre cocktail, aperitivi – durante l'inverno l'appuntamento è fissato a partire dalle ore 19 – e buona musica a tutti i ragazzi in cerca di svago. Per chi preferisce un ambiente più raffinato e soft, invece, c'è Favela Chich, locale che ha

aperto proprio all'inizio della stagione estiva 2008 e che offre bevande alcoliche e analcoliche tra divanetti e luci soffuse. La specialità della casa sono i cocktail tipici del Brasile, che danno un tocco esotico alle mure della parte vecchia di Nettuno. Insieme a quest'ultimo locale, poi, ad aprire quest'anno è stato anche Il Borghetto: colorato e variopinto prepara ogni tipo di cocktail alcolico e a base di frutta. Se a cocktail e birra, invece, si preferisce un bicchiere di vino il Borgo offre una possibilità che si chiama Via del Baluardo 7, qui la selezione delle etichette è curata nei minimi dettagli e la possibilità di scelta davvero ampia. Inoltre ci sono anche il Fashion, il Berny Staff, il Loquero, il Coconut, il Paw Paw, il Callaloo e il Mirò, tra gli altri locali. Il mese di agosto, comunque, è quello più “caldo”, anche se per quanto riguarda l'alta temperatura del divertimento non c'è da scherzare neppure a luglio. In totale ci sono 31 notti da vivere tutte di un fiato. La movida co-

scorso a parte è quello della Taverna del Peccato, dove è possibile scegliere piatti e bevande particolari ogni sera, a cominciare dalla sangria. Tra le pietanze da non perdere assolutamente, poi, ci sono le pennette del peccato, il filetto

alla messicana, la zuppa alla catalana e le bruschette fantasia; oltre a un'ampia selezione di formaggi, verdure e frutta fresca. Il Borgo Medievale di Nettuno, quindi, offre a tutti la possibilità di trascorrere una serata completa all'interno delle proprie

mincia intorno alle 23, quando i piccoli e caratteristici vicoli di questa zona cominciano a riempirsi di giovani, e pure di meno giovani, che tra una chiacchierata con gli amici e una bevuta in compagnia decidono di tirare avanti fino alle prime luci dell'alba. Tutto funziona secondo una routine ormai standardizzata, ma sempre differente di sera in sera: nella maggior parte dei casi i cocktail vengono consumati al di fuori dei locali, con ragazzi e ragazze che affollano gli ampi spazi di piazza Colonna e piazza Andrea Sacchi. Tra le mura del Borgo Medievale l'offerta è variegata e oltre a bere, mangiare e divertirsi è anche possibile fare shopping: numerose sono le piccole attività commerciali che vendono articoli in tema con la stagione estiva – braccialetti, catenine, orecchini, parei, borse e soprattutto scarpe – come per esempio lo storico negozio da Adelaide, tappa fissa per ragazze e signore interessati ad acquistare creazioni artigianali.

Menù sempre più ricchi per soddisfare ogni palato

Dove mangiare

Ampia possibilità di scelta tra piatti a base di pesce e carne. Ristoranti aperti fino a tarda ora

Non solo musica e cocktail al Borgo Medievale. Qui, infatti, è anche possibile mangiare tranquillamente seduti al tavolo ammirando, tra una portata e l'altra, i caratteristici paesaggi della città vecchia. L'offerta, dal punto di vista culinario, è assolutamente completa visto che è possibile mangiare pietanze di pesce e carne, ma c'è anche la pizza, sia a taglio che al piatto. Tutto ciò è compreso nel menù del ristorante Al Centro,

aperto da Rodolfo e Fortuna Spadaro, e ora gestito dai figli Mauro e Roberto, che si trova a piazza Colonna. Pesce, carne e pizza si alternano sui tavolini, anche se ovviamente i piatti a base di pesce sono quelli preferiti dai clienti. Tra gli altri locali dove mangiare ci sono anche L'Archetto, che offre un ricco menù di pizza, la trattoria Da Romolo, La Cantilena, la trattoria del Borgo Antico, la Torre, Nanarì e la Ciociaria. Di-

mura. Si può cominciare con un aperitivo, continuare con una cena e alla fine lanciarsi nella movida dell'estate, fino ad arrivare all'alba della mattina seguente. La ricetta è di quelle che non possono assolutamente venir male.


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Economia&Lavoro

Pronta la legge salva-Alitalia

La bozza del decreto sarebbe già stata sottoposta al vaglio di Intesa Sanpaolo

Il documento studiato per la compagnia di bandiera prevede la vendita di proprietà aziendali e traccia un identikit del futuro partner

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ronto sul tavolo del Ministero del tesoro il decreto salva-Alitalia. Proprio in questi giorni, gli uomini dell'Ufficio legislativo del Ministero dell'Economia, coadiuvati dal dicastero dello Sviluppo economico e da un pool di esperti in diritto, hanno concluso il loro lavoro sulla bozza preliminare per pilotare Alitalia verso il commissariamento. In sostanza, una riforma di 13 pagine del decreto Marzano, ossia la legge per la ristrutturazione industriale di grandi imprese trovatesi in stato d’insolvenza, che era stata promossa circa quattro anni fa dall’ex ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, e già utilizzata per i crac di Cirio e Parmalat. Il documento, che a quanto sembra sarebbe già stato sottoposto al vaglio dei vertici di Intesa Sanpaolo, advisor di Alitalia, pare sistemato appositamente per la compagnia della Magliana, prevedendo l’ipotesi di ristrutturazione tramite la vendita di alcuni complessi aziendali con falcidia di creditori e senza la necessità di passare attraverso un concordato. Particolarmente rile-

vanti in tal senso, l'articolo 2 e l'articolo 4 della bozza del decreto. Nel primo, a proposito delle dismissioni, si prevede che l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria avvenga non solo più «tramite la ristrutturazione economica e finanziaria», come prevedeva in precedenza la legge Marzano, ma anche «tramite la cessione dei complessi aziendali». Altrettanto chiaro l'articolo 4, dove al comma quater si danno indicazioni sulla scelta del partner della compagnia. La bozza prevede

che il cosiddetto “cessionario”, il partner acquirente, si faccia carico delle obbligazioni (i bond Alitalia sono in scadenza nel 2010) e dei debiti (al 30 giugno l’indebitamento di Alitalia era 1.121 milioni di euro). Questo, secondo il comma quinquies, «comporta la liberazione» dai debiti «del cedente anche senza il consenso dei terzi creditori». Nel caso di Alitalia, l’azionista Ministero del Tesoro riuscirebbe così a liberarsi dei debiti senza soddisfare i creditori attraverso la procedura del Concordato, così

come era previsto dalla vecchia Marzano. Chiaro infine il riferimento ai circa 5 mila esuberi, con la possibilità di una forte flessibilità: l’azienda, d’accordo con i sindacati, potrebbe ricorrere alla contrattazione individuale con i singoli lavoratori qualora interessati a chiudere o modificare il loro rapporto di lavoro. Il partner acquirente poi, d’accordo con sindacati e i vertici dell’azienda in crisi, potrà assumere parte dei lavoratori del gruppo da risanare, che siano in Cassa integrazione o in esubero.

25 luglio 2008

Sdl minaccia lo sciopero

«O si fa chiarezza sulle troppe voci circolate in questi giorni sul futuro di Alitalia, o siamo pronti allo sciopero». Si potrebbe riassumere così il pensiero dei rappresentanti sindacali di Sdl, pronti a rompere la tregua. Proprio in questi giorni è stato preannunciato uno sciopero per i primi giorni di settembre, ma se la situazione dovesse precipitare non viene esclusa «una mobilitazione immediata, anche in piena estate». Una presa di posizione decisa, non seguita fino in fondo dalle altre rappresentanze sindacali, che intanto attendono la scadenza chiave della prima settimana di agosto, quando scadranno i due mesi di mandato dati ad inizio giugno all'advisor Intesa Sanpaolo. Mentre il quadro appare sempre più incerto e da più parti si indica come via d'uscita una modifica della legge Marzano, l'Sdl rompe gli indugi, non ammettendo questa situazione d'incertezza. «Una compagnia aerea non e' una fabbrica di pomodori. – si legge nella nota del coordinatore nazionale Fabrizio Tomaselli che preannuncia gli scioperi - Quando si avvia una procedura di quel tipo esistono problemi legali, industriali, operativi e di immagine enormi, e si può mandare tutto all'aria».


Curiosità dal mondo

25 luglio 2008

Cane in carcere dal padrone Livorno

Lola, un boxer di 11 anni, soffriva troppo per l'assenza del suo padrone, detenuto da mesi. Così, su richiesta del veterinario, è stata autorizzata ad incontrarlo. «Sembravano babbo e figliola», il commento del medico.

Banconote da 100 miliardi

Zimbabwe

Una nuovissima banconota da 100 miliardi di dollari verrà messa a breve in circolazione dallo Stato dello Zimbabwe a causa dell'inflazione. La moneta con 11 zeri, verrà cambiata al mercato nero per un dollaro americano.

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Porsche placcata oro Mosca

Sembrava una leggenda metropolitana la Porche 911 Carrera in oro. Invece è stata registrata a Mosca, così come riferito da Russia Today, la televisione russa in lingua inglese dopo varie segnalazioni apparse su internet.

Per il quinto anno la capitale francese riscopre il fascino di “Paris Plage”

Parigi, sapore di mare sulla Senna

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Ombrelloni, cocktail e libri omaggio sulla spiaggia più trendy dell'estate

envenuti alla spiaggia più fashion dell'estate, la Paris Plage. Per il quinto anno consecutivo l'amministrazione comunale parigina, oltre che sui monumenti e sui tanti locali che periodicamente rendono la capitale francese un punto di riferimento per i turisti provenienti da ogni parte del mondo, ha deciso di puntare sulle attività in riva alla Senna. E così il sindaco Bertrand Delanoe, inizialmente criticato per una scelta ritenuta frivola e fin troppo costosa, ha vinto la sua sfida, trasformando la Paris Plage in uno degli appuntamenti fissi e più apprezzati dell'estate parigina. Fino al prossimo 21 agosto, la spiaggia di lusso per giovani e famiglie in cerca di un po' di svago all'ombra dei monumenti più romantici del pianeta, allieterà le giornate di residenti e turisti della capitale transalpina. Seguendo scrupolosamente i progetti dell'amministrazione parigina, il Lungosenna della Rive Droite è stato coperto per oltre tre chilometri da tonnellate di sabbia, attrezzati con lettini, ombrelloni, fontane per bere, vaporizzatori d'acqua per rinfrescarsi, e tante

occasioni di svago come musica, giochi per i bambini, aree cinematografiche, bar, ristoranti. La novità della stagione in corso sarà poi rappresentata dalla Rive Gauche, dall'altra parte della Biblioteca nazionale francese, con quasi un chilometro di spiaggia attrezzata ed una piscina galleggiante allestita sulla Senna. Tre i siti

messi in piedi dall'amministrazione guidata dal sindaco Delanoe: uno a Pont de Sully, con la classica striscia di spiaggia con ombrelloni, possibilità di fare sport e snack bar a disposizione dei frequentatori. Il secondo sito è invece stato creato a La Villette per gli appassionati di sport acquatici, come il kayak, la canoa e le regate in barca a vela sulla Senna. La sera poi, grazie al cinema K2, sarà possibile gustarsi alcuni dei più grandi successi cinematografici a prezzi ridotti sulle sponde del Quai de Seine e del Quai de Loire. Novità assoluta di quest'anno, il sito allestito a Porte de la Gare, proprio sotto la Biblioteca nazionale: a disposizione di bambini ed adulti, così come richiesto dall'ambientazione, libri e giornali gratuiti, con la possibilità di connettersi wi-fi per rimanere sempre aggiornati sulla vita politica e culturale parigina. Dalle 18,30 alle 20 infine, sarà possibile gustarsi sdraiarsi sui lettini godendosi il tramonto con in mano un cocktail offerto dal comune. Parigi quindi, si candida ancora una volta come meta preferita dai vacanzieri di tutto il mondo.


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Cucina

Quando il pesce crudo diventa arte Al ristorante «La Bitta» di Fiumicino, la raffinatezza incontra la tradizione

Tra i piatti tipici del locale le ceviche, piccoli cubetti di spigola crudi aromatizzati, e il carpaccio di gamberi

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e amate il pesce fresco e gli antipasti di crudo da gustare in un ambiente confortevole e raffinato, non potete fare a meno di provare il ristorante «La Bitta», in via Portuense 2489, a Fiumicino. A 50 metri dal ponte levatoio affacciato sul canale di Fiumicino, e con una terrazza con vista panoramica per passare splendide serate all'aperto, il ristorante «La Bitta» si propone come luogo ideale per pranzi d'affari e cerimonie, ma anche per una semplice serata in famiglia. Tra i piatti che nel corso degli anni sono riusciti a fare la storia del ristorante di via Portuense, vanno ricordati in particolr modo gli antipasti: ostriche, crudità di pesce agli agrumi, le ceviche (piccoli cubetti di spigola crudi ed aromatizzati), ma anche il

carpaccio di gamberi, gli scampi al limone, gli involtini di pesce spada affumicato e melanzane. Tutte specialità a base di ingredienti freschi e raffinati che hanno conquistato i palati dei visitatori del locale. Difficile resistere. Come è assolutamente difficile resistere di fronte alla varietà di primi piatti cucinati dagli chef del ristorante: agnolotti di spigola alla crema di scampi, tagliolini all'astice, orecchiette alle

vongole veraci e cime di rapa, i paccheri al pesce spada, le fettuc-

cine al profumo di mare e gli spaghetti alle vongole veraci e porcini.

25 luglio 2008

Quanto basta per rimanere soddisfatti. Senza però dimenticare chi, nonostante si trovi a Fiumicino, voglia fare a meno del pesce. Per gli amanti della carne il menù del ristorante «La Bitta» propone piatti tipici della cucina romana, per mantenere vive le tradizioni della zona: spaghetti alla carbonara, bucatini all'amatriciana e fettuccine ai funghi porcini. Chiaro comunque che la specialità della casa rimarrà sempre la cucina di pesce, e chi avesse ancora appetito dopo antipasti e primi piatti potrà rimanere comodamente seduta sulla terrazza a gustare sgaloppina di spigola, vongole e gamberi, grigliate di pesce e crostacei, filetto di rombo in crosta di patate, fiori di zucca, carciofi e mele, e pesce al forno accompagnato da contorni vari. Difficile resistere se si è amanti della cucina tradizionale di pesce della zona, specialmente se innovata con metodi e stili sempre diversi. Il ristorante «La Bitta» rimane un punto di riferimento in questo: mescolare tradizione e novità, conquistando quella nicchia di clienti capaci di apprezzare la raffinatezza degli antipasti di pesce crudo, ma anche la sostanza di un primo piatto di tagliolini all'astice. Ce n'è per tutti i gusti.


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Quindicinale di attualità, cronaca, economia, turismo e cultura

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