Rivista Gusto 2006

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GENERICO

NANNONI

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DISTILLARE

È CREARE Uva... non solo vino. Dalle vinacce si distilla la bevanda tipica della tradizione italiana, famosa nel mondo: la grappa. Mosca rara in un ambiente prettamente maschile, Priscilla Occhipinti, distillatore donna, ha assorbito gli insegnamenti del Maestro Gioacchino Nannoni prendendo le redini dell’omonima azienda, situata nel verde della campagna toscana, ad Aratrice, a breve distanza da Grosseto e da Siena. Una piccola azienda artigianale con una reputazione di grande qualità di Francesca Druidi

L

aureata in enologia e viticoltura, Priscilla Occhipinti, classe ´78, nel suo lavoro di artigiano distillatore, è meccanico, saldatore, chimico, un po’ poeta ed un po’ stregone tra gli alambicchi. Ha iniziato a diciotto anni a seguire il maestro distillatore Gioacchino Nannoni, imparando da lui i segreti della lavorazione della grappa; dalla scelta delle vinacce, alla caldaia, fino al prodotto finito, invecchiato, sempre nel rispetto delle potenzialità aromatiche e delle proprietà organolettiche di quelle vinacce non solo provenienti dalla Toscana, ma anche dalle più prestigiose aziende vitivinicole italiane. Oggi Priscilla gestisce direttamente, insieme alle due socie, Rossana e Morena, la Distilleria fondata dallo stesso Nannoni. Simbolo di un’imprenditoria al femminile di successo, appassionata e intraprendente. Chi le ha trasmesso la passione per la grappa? «È stato l’ambiente della distilleria, con i suoi aromi, con il suo senso del magico, dell'esoterico che mi ha affascinato, e su tutto oltre al potere di questi strani macchinari la più grande stima ed ammirazione per colui che poi è diventato il mio maestro. Mi sono accorta in quel momento che bastava una piccola interferenza, un cambiamento di umore, per avere un risultato diverso e questo mi ha incuriosito e gratificato, perché sono io a dare quel carattere alla mie grappe». Lei è stata definita dal maestro "il vero distillatore donna". Come si sente in questo ruolo? «Questo riconoscimento avuto non solo dal mio maestro, ma attribuitomi dai colleghi che operano nel settore, per primo il compianto Luigi Veronelli, mi fa distinguere dalle tante donne ugualmente impegnate nel mondo della distillazione, ma svol-

Oggi è possibile effanalisi molto personalizzate dell’occhio da operare. Questi processi consentono una costumizzazione maggiore dell’intervento e danno risultati molto più soddisfacenti. A siuna costumizzazione maggiore

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Maggiore dell’intervento e danno risultati molto più soddisfacenti. A sinistra, soddisfacenti. A sinistra, una schermata del maggiore dell’intervento e danno risultati molto più soddisfacenti. A sinistra, una schermgiore dell’intervento e danno risultati molto più soddisfacenti. A sinistra,

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gendo altre attività, in genere la commercializzazione, l' amministrazione o la gestione aziendale, io invece oltre a questo, distillo, ed è ciò che mi piace e mi entusiasma. Essere un "vero distillatore donna" significa trovarsi con la tuta da meccanico e le mani nella vinaccia per i mesi di settembre, ottobre e novembre». Questo, a parte il suo caso, è un settore prettamente maschile. È stato difficile conquistarlo? «Sono note le difficoltà ed il maggior impegno che devono profondere le donne nelle professioni per conseguire risultati che, lontano da ogni mia volontà polemica, gli uomini più facilmente ottengono, ma io soffro e godo di uno svantaggio/vantaggio. Il mio maestro ha acquisito un’ottima fama nell’ambito della distillazione a livello mondiale e il confronto con un grande personaggio come lui, costituisce di per sè uno svantaggio, ma avere un grande maestro che ti guida è la più bella esperienza che ci si possa augurare. Per svolgere questo lavoro ho dovuto prendere una patente per la conduzione dei generatori di vapore e una per guidare i camion. Quando mi sono seduta per dare l’esame, mi hanno detto "a una donna cosa chiediamo?". Eppure nell'affrontare gli esami, le prove, il lavoro di tutti i giorni, con le sue difficoltà e le sue gioie, mi sento un artigiano, un conduttore di caldaie, un autista o un manager ed onestamente l' essere donna, per quanto per me piacevole, in questi momenti è solo un dettaglio ininfluente». Il suo maestro la sta ancora affiancando. Le ha già insegnato tutto o può darle ancora un apporto particolare? «Scomodo Leonardo Da Vinci con una sua affermazione per me di stimolo: "Tristo è lo discepolo che non supera lo suo maestro". Per cui dal punto di vista degli insegnamenti, mi ritengo indipendente anche se con Gioacchino ci divertiamo a studiare innovazioni, fare esperimenti, cercare il meglio, però il più grande conforto è sapere che c’è qualcuno che ti appoggia, approva quello che fai e ti incoraggia in quei momenti in cui ti chiedi "ce la farò?". Ormai sono almeno otto anni che distillo da sola, però è anche vero che mi sentirò sempre l’allievo e lui sarà


«Pur non essendo una vera famiglia, siamo in realtà, e per scelta, un nucleo familiare» sempre il mio maestro in virtù dell'affetto e del rispetto che nutro per ciò che è riuscito a creare». E quando si troverà a gestire l’attività da sola? «Sarà dura, ma non tanto per l'attività tecnica della quale mi sento padrona, quanto per onorare la fiducia che ha voluto riporre in me, e per la carica di energia, di creatività, di curiosità, qualità che lui è riuscito ad infondermi e che vorrò tanto e sempre mantenere; comunque per sdrammatizzare dirò che nella sua famiglia ci sono stati numerosi ultracentenari, questa domanda andrà riproposta fra trenta anni». Adesso siete tre donne a condurre l’attività. Quali sono le peculiarità e i valori aggiunti che potete dare all’azienda? «C'è tale affetto e armonia che le nostre peculiarità ed i nostri singoli apporti sono enormemente potenziati. Noi abbiamo età diverse e un’omogenea distribuzione delle competenze , anche se non lavoriamo a compartimenti stagni : Morena si occupa della gestione dell’imbottigliamento e delle spedizioni, mentre Rossana è impegnata a disbrigare le pratiche più prettamente burocratiche dell’amministrazione». È, quindi, un’ottima e affiatata collaborazione. «Siamo animati tutti dalla volontà di creare il meglio e mi sento forte della loro stima ed incondizionato appoggio, con loro alle spalle sono sicura». Lei ricopre diversi ruoli all’interno dell’azienda. «Questo lavoro mi permette un giorno di giocare a fare il meccanico, un giorno il distillatore, un altro giorno di aggiustare una macchina o di scrivere dei testi, ma anche di studiare le leggi di settore. Infatti nell’ambito delle distillazioni, vi sono continuamente aggiornamenti. Praticare una sola di queste attività sarebbe forse noioso, il fatto di alternarle tutte aiuta senz’altro a rendere più divertente il mio lavoro». Quanta creatività serve in questo lavoro? «Buona creatività, ma non è la qualità più importante perché questa arte è esercitata da millenni, per cui lo spazio riservato alla creatività è modesto. E’ invece indispensabile l’anima, ogni cosa ha un’anima ed i nostri distillati hanno l’estro, la passione, l’ingegno e la grinta di Gioacchino ed


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Maggiore dell’intervento e danno risultati molto più soddisfacenti. A sinistra, soddisfacenti. A sinistra, una schermata del maggiore dell’intervento e danno risultati molto più soddisfacenti. A sinistra, una schermgiore dell’intervento e danno risultati molto più soddisfacenti. A sinistra,

ancora la giosità, la spigliatezza, la solarità di una giovane donna». La vostra grappa è presente in tutto il mondo. Avete in cantiere progetti di crescita? «Le nostre grappe sono in tutto il mondo, sapeste quale è la gratificazione soprattutto quando gli amici di ritorno dai loro viaggi mi dicono: “Sai, ho visto la tua grappa!” . Ma questo non significa che per essere presenti in tutto il mondo ci lasceremo affascinare dalla crescita dimensionale. I mesi di lavoro sono tre e la vinaccia che distilliamo è soltanto vinaccia fresca. Per me è fondamentale mantenere il nome che si è fatto il mio maestro e anche la sua impostazione. Quindi mai un impianto continuo, mai un impianto industriale, mai acquistare grappa da altri, ma realizzare sempre un prodotto che sia comunque mio». È questo il segreto che contraddistingue la vostra grappa? 410

«La sensibilità femminile, in questo lavoro, non è un ostacolo» «Noi non abbiamo mai comprato un solo litro di grappa, la facciamo tutta noi. È una peculiarità che mi ha trasmesso il mio maestro e di cui vado fiera. Per questo motivo veri artigiani della distillazione di grappa siamo pochi, ancor meno quelli donna». Tra i vostri fiori all’occhiello, spicca la grappa da Sigaro Toscano. «Balsamica e speziata, più delle altre grappe da meditazione, grazie ad un invecchiamento fatto in appositi carati di legni di diversa specie e con tostature più intense, riesce ad affiancare il sigaro nella fumata. E visto che tutti i prodotti vanno sperimentati, ho imparato ad apprezzare l’aromatico vigore del sigaro Toscano altra prerogativa tipicamente maschile».


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