Naturart N.24

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N. 24 - Dicembre / December 2016

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Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

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Presso


EDITORIALE

Un altro passo Another step L T

Giovanni Capecchi

Direttore Editoriale - Managing Editor g.capecchi@discoverpistoia.it

a presentazione pubblica del precedente numero di NATURART ha segnato, nella storia della rivista, un momento di grande importanza. Nella splendida cornice di San Giovanni Fuorcivitas, infatti, si sono riunite alcune centinaia di persone (difficile stabilire il numero esatto: ma diciamo quattrocento) per sfogliare il fascicolo di NATURART appena pubblicato e salutare l’uscita del volume “Avvicinatevi alla bellezza. Pistoia Capitale della Cultura 2017” che, pochi giorni fa, il Sindaco di Pistoia ha scelto come omaggio da dare al suo collega di Mantova nello scambio di testimone tra la Capitale italiana della Cultura 2016 (Mantova, appunto) e la nostra città. NATURART è circondata ormai in maniera stabile dall’attenzione dei pistoiesi. La sua uscita è attesa. È diventata – secondo le intenzioni di chi l’ha voluta – uno strumento per raccontare la città e il suo territorio a chi vive lontano, ma anche a chi ci abita. Questa premessa – un po’ autoelogiativa – per dire che non ci accontentiamo di quanto abbiamo fatto fino ad oggi, che alcuni margini di miglioramento – magari sottili – ci sono e che intendiamo utilizzarli. Già questo numero ha almeno una importante novità. Si continua a raccontare il territorio con immagini e parole, andando da Buggiano Castello fino a Prato, ma si inaugura anche un “Focus” che ci accompagnerà nei numeri del 2017. Attraverso questo “Focus” vogliamo concentrare l’attenzione su un’area (o su una tematica) della Capitale italiana della Cultura, affrontandola da un punto di vista storico, evidenziandone le bellezze artistiche e architettoniche, ma anche presentando le trasformazioni in corso o quelle che presto avverranno. Per il futuro ci proponiamo di puntare i riflettori sulla Pistoia delle chiese che riaprono e che sono oggetto di importanti restauri, sulle Mura cittadine e sulla strada ferrata Porrettana. Oggi, in questo numero 24, partiamo dall’area del Ceppo e la percorriamo – secondo l’impostazione che vogliamo dare al “Focus” – tra passato, presente e futuro.

he public presentation of NATURART’s previous issue marked a very important moment in the magazine’s history. In the beautiful surroundings of San Giovanni Fuorcivitas, in fact, a few hundred people gathered (hard to tell exactly, but let’s say 400) to leaf through the NATURART issue just released and to welcome “Avvicinatevi alla bellezza. Pistoia Capitale della Cultura 2017”. A few days ago, the Mayor of Pistoia chose to give this book as a token of appreciation to his colleague from Mantua as our city received the baton from the Italian Capital of Culture 2016 (Mantua). NATURART has now solidly caught the attention of Pistoia’s inhabitants. Its release is eagerly awaited having become – according to the intentions of those behind it – a tool for telling about Pistoia and its environs to those who live far away in addition to those who live here. Although somewhat self-congratulatory to say that we are satisfied with what we have done, we do believe that there is room – however slight it may be – for improvement, something for which we will strive. This issue already has at least one important change. It will continue to describe the area with images and words, going from Buggiano Castello to Prato. However, each issue in 2017 will be accompanied by a “Focus” supplement, through which we will concentrate attention from a historical point of view on a specific area (or theme) related to the Italian Capital of Culture as well as highlighting artistic and architectural attractions, and presenting the changes already under way or soon to take place. For the future, we plan to spotlight the Pistoia of churches, from those reopened to others that are undergoing major restoration efforts; the city walls; and the Porrettana railway. Today, with this twenty-fourth issue, we head out from the Ceppo area, traversing it through the past, present and future – depending on our “Focus”.

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Pistoia in the World the World at Pistoia Registrazione Tribunale di Pistoia - N°2/2010 del 28-05-2010 N. 24 - Dicembre / December 2016

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

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Da oltre 20 anni S.i.D.A. opera nel Vending a PISTOIA con un intento specifico: offrire ad aziende, uffici, scuole, piccole e grandi comunità, o comunque dove ci siano persone che lavorano, studiano e non hanno il tempo o la possibilità di potersi regalare una pausa al bar più vicino, una zona ristoro ben organizzata e funzionale per soddisfare i piccoli bisogni alimentari; contribuendo a creare un clima di lavoro sereno e produttivo, una situazione di tranquillità e benessere che semplifica l’attività lavorativa quotidiana.

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Copertina: Giovanni Michelucci, L’arca incagliata, litografia 1987.

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Cover: Giovanni Michelucci, “The Ark Aground”, lithograph, 1987

Giorgio Tesi Group The Future is Green Giorgio Tesi Editrice S.r.l. Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 www.discoverpistoia.it Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a marketing@giorgiotesigroup.it via Zanzotto, 162 51100 Pistoia sidapt@tin.it

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Direttore Editoriale

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Giovanni Capecchi g.capecchi@discoverpistoia.it

Direttore Responsabile Carlo Vezzosi carlo.vezzosi@legismail.it

Art Director Nicolò Begliomini n.begliomini@giorgiotesigroup.it

Segreteria Carolina Begliomini, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it

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La città di Michelucci The town of Michelucci

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FOCUS NATURART Orizzonte di cambiamento A changing horizon

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Museo della sanità pistoiese The Museum of Health

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Madonna del Letto Madonna of the Bed

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Sapienza giuridica e convivenza civile Legal wisdom and civil coexistence

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Ascolta la tua città respirare Listen to your city breathe

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Premio Giorgio Tesi Junior Giorgi Tesi Junior Award

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Giardino Zoologico In viaggio verso I mari del sud Traveling to the South Sees

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Comitato di redazione: Leonardo Begliomini, Nicoletta Boccardi, Emanuel Carfora, Lorenzo Cipriani, Alessandra Corsini, Giuliano Livi, Martina Meloni, Maria Camilla Pagnini, Paolo Paolieri.

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Fondazione Pistoiese Promusica Note per vivere meglio Notes for better living

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Parole d’autore Varietà di Nebbia Varieties of fog

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Centro Pecci-Prato La Fine del mondo The end of the world

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Buggiano Castello La Campagna dentro le Mura The Countryside inside the Walls

Hanno collaborato a questo numero:

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Eleonora Angelini, Stefano Bartolini, Gioia Benedetti, Beatrice Bruni, Giovanni Capecchi, Dario Cafiero, Emanuel Carfora, Lorenzo Cipriani, Antonio Disperati, Fai Giovani Pistoia, Giampaolo Francesconi, Giulia Maraviglia, Alessandro Masetti, Baerbel Reinhard, Claudio Rosati, Giacomo Trinci, Carlo Vezzosi.

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Traduzioni: Studio Blitz - Pistoia

Fotografie: Nicolò Begliomini, Carolina Begliomini, Archivio Capitolare Pistoia, Archivio Centro Pecci, Archivio Fondazione Michelucci, Archivio Giardino Zoologico, Archivio Usl 3 Pistoia, Eleonora Chiti, Lorenzo Gori, Lorenzo Marianeschi, Stefano Poggialini, Science& Society Museum London, Woola.it. Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.

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Stampa Industrie Grafiche Pacini Ospedaletto (Pisa)

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Indagare dentro e fuori Exploring inside and out

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I grandi eventi 2017 2017 major events

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VIVI PISTOIA LIVE PISTOIA

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L’eccezionalità di Pistoia L

Giuseppe Gherpelli Project Manager Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017

’esplorazione di Pistoia ha già cominciato ad avere molti più protagonisti di prima. I tanti e diversi mezzi di comunicazione che stanno destinando un elevatissimo numero di servizi, riprese, osservazioni, informazioni sulla città e sul suo territorio sono contagiati, è facile constatarlo, dalla bellezza e dalla ricchezza dei suoi monumenti, dei suoi capolavori artistici e dei suoi vivai, dalla misura e dalla discrezione con cui si lascia scoprire, offrendo contemporaneamente un programma di attività culturali denso, originale, declinato in tutti gli ambiti del sapere e della creatività. Dalla Turchia a Bruxelles, e ancora, a breve, a Berlino e a Mosca, la città si sta insinuando, grazie specialmente alla Regione Toscana, nell’immaginario collettivo internazionale e nazionale come meta rara, facilmente raggiungibile, capace di restituire, moltiplicata, la curiosità di chi vi si spinge. L’eccezionalità di Pistoia sta nel condensato di storia che racchiude entro le sue mura, nella cerchia verde che le contiene, nel rapporto con la montagna e la pianura che la segna, e, soprattutto, nel tratto che i suoi abitanti hanno dato al vivere nella città. Lo studio, l’elaborazione, le proiezioni progettuali che si spingono ben oltre i confini locali, in settori anche molto distanti fra loro, si fondono con la concretezza del fare, la pacatezza delle riflessioni, il rispetto delle tradizioni, donandole una vivacità composta. Se si avvertono le tensioni e le divisioni che l’attraversano, come accade ad ogni consorzio umano, non si può certo affermare che esse impediscano la definizione e l’adozione di strategie di lungo periodo e di ampio respiro. Il sospetto che nasce, frequentandola, è che fosse una della capitali della cultura italiana assai prima che le venisse assegnato il titolo. Giova a chiunque, in tutti i sensi, conoscerla, ed è, perciò, meritoria l’opera di chi ne agevola l’avvicinamento.

Pistoia’s uniqueness

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he exploration of Pistoia has begun, by having many more visitors than before. The many and various means of communication producing the numerous reports, broadcasts, studies, and news on the city and its territory have been infected. The ease with which the beauty and richness of its monuments, artistic masterpieces and nurseries, the extent and discretion can be discovered is in evidence. Additionally, there is a program packed with original cultural activities, divided into all areas of knowledge and creativity. From Turkey to Brussels, and even, shortly, to Berlin and Moscow, the city is being introduced, especially by the Tuscan Region, into the international and national collective imagination as an extraordinary and easily accessible destination that can satisfy many times over the curiosity of those who go there. Pistoia’s uniqueness is found in the mixture of history encompassed by its walls, within the circle of green around them; in the mountains and the plain that marks its relationship; and, above all, in that area that its inhabitants have given to living in the city. The studies, planning projections, and development go far beyond local borders, arriving at quite distant areas to then be merged through the practicality of doing, the serenity of thought, and the respect for tradition that grant it an orderly vitality. If one senses the tensions and divisions that cross it, as happens in any society, one can hardly say they prevent the definition and adoption of long-term, wide-ranging strategies. The suspicion that arises, upon a visit, is that Pistoia was a capital of Italian culture long before being awarded the title. It is useful to everyone, in every way, to get to know the city, and to commend the work of those who have helped to expand this acquaintance.

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Radici Pistoiesi

La cittĂ di Michelucci Un universo fatto di incontri e dialoghi TESTO Alessandro Masetti FOTO Archivio Fondazione Michelucci

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accontare Giovanni Michelucci significa passeggiare nella sua idea di città costruita in cento anni di vita: un universo fatto di incontri e dialoghi; un luogo accogliente, che non ama le esclusioni e dà spazio a chi accorre; una realtà in continuo divenire, che si contraddice e si reinventa. L’attività di Michelucci, controverso protagonista della modernità, la cui moltitudine di interessi non permette di ritrarlo nella limitante definizione di architetto, affonda le radici nelle fonderie di famiglia a Pistoia, dove si forma e si proietta al mondo scoprendo l’eclettismo, il Liberty e le eccellenze dell’artigianato. Successivamente persegue un ideale artistico indipendente dalle accademie, ricercando un rapporto autentico con la sua città natale insieme ai pittori Costetti, Bugiani, Cappellini, Agostini, Innocenti e Mariotti. All’arte affianca l’artigianato, una costante presente nella progettazione di mobili, nella frequentazione di concept-store ante litteram come la “Galleria Vigna Nuova” a Firenze, e nell’attività editoriale che lo porterà a lanciare la rivista “Esperienza Artigiana”(1948), tesa a valorizzare e promuovere il rapporto tra architettura e arti decorative. Dalla città barocca alla città razionalista Nella seconda metà degli anni Venti lascia la medievale Pistoia per trasferirsi a Roma, dove scopre il barocco immergendosi nelle vie e nelle piazze, imparando a leggere la città come un organismo unitario, in un percorso che unisce l’architettura, l’urbanistica, la scultura e il più minuto degli elementi di dettaglio. Durante la parentesi romana incontra Marcello Piacentini, protagonista dell’architettura italiana di quel periodo, portatore di un neoclassicismo semplificato e regista dell’attività architettonica di regime, che lo coinvolge nella progettazione della 12

Città Universitaria di Roma (1935). Nello stesso tempo Michelucci si afferma nella storia dell’architettura moderna aggiudicandosi, insieme al Gruppo Toscano, il primo premio nel concorso nazionale per il fabbricato viaggiatori della Stazione Santa Maria Novella di Firenze (1932-1935), proponendo un edificio dalle linee essenziali divenuto simbolo ben inserito nel tessuto storico e in dialogo con le architetture circostanti.

tà variabile. Per Michelucci la città si configura come un’architettura a scala urbana, destinata a variare nel tempo, che nasce dalla vita e dall’osservazione del quotidiano e dai bisogni delle persone. Ogni incarico si traduce in una ricerca di storie, desideri e azioni, e nel rifiuto di formule e schemi tecnicistici, poiché lo spazio architettonico riveste una funzione psicologica che si adatta alle esigenze individuali e collettive e muta con il loro mutare. La città sacra e i suoi archetipi Nella sua lunga carriera Michelucci progetta molti edifici sacri nei quali ricorrono schemi e forme archetipiche rappresentanti la comunità, come la tenda che accoglie; l’arca incagliata nella roccia, come approdo in un nuovo equilibrio; o elementi naturali che diventano strutture, dagli ulivi nodosi che poeticamente prendono le forme di pilastri, alle essenze del noce nazionale dei suoi mobili. Tra questi esempi spicca a livello internazionale la Chiesa di San Giovanni Battista detta dell’Autostrada, nella quale, attraverso una ricerca di unicità tra struttura e architettura, lo spazio viene sviluppato come un percorso. La città della giustizia Negli ultimi anni Michelucci espande i suoi interessi e si avvicina con passione alle problematiche legate alla realtà dei luoghi di reclusione fisica e spirituale che permangono nella città contemporanea, e proprio sulla base di questa sensibilità costituisce l’omonima Fondazione nel 1982 nella sua casa-studio a Fiesole con “lo scopo di contribuire agli studi ed alle ricerche nel campo dell’urbanistica e della architettura moderna e contemporanea, con particolare riferimento ai problemi delle strutture sociali, ospedali, carceri e scuole”. Oggi la Fondazione prosegue la sua eredità culturale nel campo della ricerca tra spazio e società, e ne promuove la valorizzazione dell’opera.

Suo il progetto della Stazione Santa Maria Novella di Firenze La Nuova Città Il passaggio della guerra e la visione delle macerie nel centro storico fiorentino turbano lo stato d’animo di Michelucci che nel dibattito sulla ricostruzione propone riflessioni e suggestioni verso una idea nuova di città. I suoi studi meditano una ricostruzione in cui lo spazio pubblico penetra nel privato, aprendo i cortili dei palazzi storici a tutta la collettività. Idee fin troppo aperte per una non-comunità elitaria e piccolo borghese reticente a nuove prospettive di intervento e incline alla museificazione della città-feticcio. Una concezione che si scontra profondamente con l’idea michelucciana di città della conoscenza, dei saperi e dell’innovazione, in cui si impara passeggiando nei luoghi urbani, come in una scuola a cielo aperto. La città variabile Lasciato l’insegnamento universitario nel 1966, si dedica a una nuova rivoluzione nel linguaggio dell’architettura approdando al concetto di cit-

Pagine di apertura: “L’arca incagliata”, litografia, 1987; in alto: scorcio da La Cugna, 1940 circa (foto scattata da Michelucci); sopra: cantiere della chiesa delle Sante Maria e Tecla a La Vergine (Pistoia), 1955; pagina a fianco: ritratto di Michelucci. Opening pages: “The Ark Aground”, lithograph, 1987; top: a view from La Cugna, circa 1940 (photo taken by Michelucci); above: construction site, church of Sante Maria e Tecla in La Vergine (Pistoia), 1955; Opposite page: portrait of Michelucci.


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Pistoian roots

Michelucci’s City

A universe of encounters and dialogues

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n explanation of Giovanni Michelucci means going for a walk through his idea of a city built during his centurylong life: a universe of encounters and dialogues; a welcoming place that dislikes being left out and thus makes room for those who flock to this constantly evolving world of contradiction and reinvention. As a controversial leading figure of modernity, Michelucci had a host of interests that were not limited to being portrayed as merely an architect. His work was rooted in the family’s foundry in Pistoia, where he trained and plunged into the world as he discovered eclecticism, “stile Liberty”, and the elegance of handicrafts. He subsequently pursued an artistic ideal unconstrained by the academies, seeking a sincere relationship with his hometown along with the painters Costetti, Bugiani, Cappellini, Agostini, Innocenti, and Mariotti. Art alongside handicraft were a constant presence in his furniture designs, frequenting a proto-concept store like Florence’s Galleria Vigna Nuova, as well as in publishing, with his launch of the magazine “Esperienza Artigiana” (1948), to enhance and promote the relationship between architecture and the decorative arts. From a Baroque to a Rationalist City In the second half of the 1920s, Michelucci left the medieval town of Pistoia and moved to Rome, where he discovered the Baroque. En14

grossed by the city’s streets and squares, he learned to interpret the city as a unified entity through a process that combined architecture, urban planning, sculpture, and the minutest of details. During this Roman interlude, he met Marcello Piacentini, the period’s leading figure in Italian architecture and herald of a simplified neoclassicism. The Fascist regime’s director of architectural works, Piacentini engaged Michelucci in designing the City University of Rome (1935). At the same time, Michelucci established himself in modern architectural history by winning first prize, along with the Gruppo Toscano, in the national competition for the Santa Maria Novella passenger station (1932-1935) proposing a building whose clean lines successfully blended into the historical context and dialogue of the surrounding buildings.

The New City The end of the war and the landscape of rubble in Florence’s historical center so troubled Michelucci that he offered his thoughts and suggestions for a new idea of the city during the debate on its reconstruction. His studies contemplated rebuilding in such a way that public spaces filtered into private ones, with the courtyards of historical buildings opening to the entire community. His ideas were far too open-minded for an elitist, middle class noncommunity, reluctant towards the possibility of new works and inclined to converting the cityfetish into a museum. This conception was greatly at odds with Michelucci’s idea of a city of knowledge, tradition, and innovation, in which one learns by strolling through its urban spaces, as if in an open-air school.


The Variable City In 1966, Michelucci left university teaching to devote himself to a new revolutionary architectural language with the concept of variable cities. For Michelucci, a city was to be configured as an urban-sized structure meant to change over time, originating from life, and observation of the quotidian and of people’s needs. Each assignment resulted in a quest for stories, desires, and actions, as well as a refusal of technicist formulas and plans as architectural space has a psychological function that adapts to individual and collective needs, changing as they change. The Sacred City and Its Archetypes In his long career, Michelucci designed many sacred buildings using recurrent archetypal patterns and forms that represent the community. These included a welcoming canopy; an ark stranded on the rocks, and an approach to a new equilibrium. Alternatively, natural elements became structures as gnarled olive trees took on the poetic form of pillars and the use of walnut nationally in its furniture. The most striking example internationally is the Church of San Giovanni Battista (also known as the Church of

the Autostrada), in which space is developed as a path in search of a oneness between structure and architecture. The City of Justice In his final years, Michelucci’s interests expanded to enthusiastically contemplate issues related to the reality of those places of physical and spiritual imprisonment that have persisted in the contemporary city. On the basis of this understanding, the foundation bearing his name was formed in 1982 in his home-studio in Fiesole. Its stated purpose is “to contribute to studies and research in the fields of urban planning and of modern and contemporary architecture, with particular reference to the problems of social structures, hospitals, prisons, and schools”. Today, the foundation continues its cultural legacy in research on the relationship between space and society, promoting the enhancement of its work.

In alto nelle due pagine, a partire dalla sinistra: schizzo per la Chiesa dell’Autostrada (1969); stazione di Firenze S. Maria Novella (foto Arrigo Coppitz), primi anni Settanta; schizzo su studi per la ricostruzione del centro storico di Firenze (1946). Sotto, da sinistra a destra: memoriale per Michelangelo sulle Alpi Apuane (1972); interno della Chiesa di S. Giovanni Battista, detta dell’Autostrada (foto Andrea Aleardi); schizzo centro comunitario a Siena, 1977.i. Top, on two pages, starting from the left: sketch for the Church of the Autostrada (1969); Florence’s S. Maria Novella railway station (photo Arrigo Coppitz), early 1970s; study sketches for the reconstruction of Florence’s historic center (1946). Below, from left to right: memorial for Michelangelo in the Apuan Alps (1972); Interior, Church of San Giovanni Battista, known as the Autostrada (photo Andrea Aleardi); sketch, community center in Siena, 1977.

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La costruzione della città Dal 25 marzo al 21 maggio una mostra su diversi aspetti dell’opera michelucciana

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istoiese di fama mondiale, Giovanni Michelucci (1891-1990) è stato architetto, artista, designer, urbanista, intellettuale, scrittore, inventore di città, costruttore di comunità. Ai diversi profili della sua personalità e della sua opera, Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017 dedica una mostra retrospettiva e un convegno a cura dalla Fondazione Giovanni Michelucci. La mostra dal titolo “Giovanni Michelucci. La costruzione della città” sarà ospitata dal 25 marzo al 21 maggio negli spazi espositivi delle Sale Affrescate, al piano terra del Palazzo Comunale, dove ha sede anche il Centro di Documentazione Michelucci che conserva disegni e documenti dell’architetto. La mostra oltre che di carattere divulgativo, costituirà un ulteriore passo in avanti nella ricerca documentaria e scientifica sui diversi aspetti dell’opera michelucciana. I materiali che verranno esposti sono costituiti da schizzi, disegni, progetti, modelli, video, fotografie e opere d’arte, accompagnati da citazioni e testi emblema del suo pensiero. La mostra si configura con un itinerario continuo che rispettando l’idea michelucciana di architettura-percorso supera la classica articolazione in sezioni, manifestando i suoi cento anni di vita e di ricerca progettuale sui temi della città, della natura e del territorio. Dal concetto di costruzione della città con idee e schizzi, si approda alle foto di cantiere e ai grandi interrogativi esistenziali sui temi della comunità e degli spazi del sociale di chiese, teatri, stazioni e luoghi d’incontro. 16


The construction of a city A show on various aspects of Michelucci’s works, 25 March-21 May

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istoia’s Giovanni Michelucci (18911990) was famous worldwide as an architect, artist, designer, urban planner, intellectual, writer, inventor of cities, and community builder. Organized by the Fondazione Giovanni Michelucci, Pistoia, Italian Capital of Culture 2017 is dedicating a retrospective exhibition and conference to the different aspects of Michelucci as a public figure and of his work. From 25 March to21 May, the exhibition “Giovanni Michelucci. The construction of the city” will be hosted in the Sale Affrescate, on the ground

floor of the town hall, which also houses the Michelucci Documentation Centre which contains the architect’s drawings and documents. In addition to its informative nature, the exhibition is another step forward in the documentary and systematic research on the different aspects of Michelucci’s work. The materials on display consist of sketches, drawings, plans, models, videos, photographs and works of art, accompanied by references and texts representative of his ideas. The exhibition offers a continuous itinerary that, respecting Michelucci’s idea of an architectural pathway, goes beyond a classic division into sections. It will cover the one hundred years of his life and research on the issues of designing a city, nature, and a district. One moves from his concept of a city’s construction, through his ideas and sketches to photos of construction sites and to the great existential questions on the themes of community and of churches, theaters, train stations, and meeting points as social spaces.

www.michelucci.it www.pistoia17.it www.discoverpistoia.it Sopra: ritratto di Giovanni Michelucci (1987); in alto: “Elementi di città”, schizzo, 1970; a fianco: Santuario della Beata Vergine della Consolazione Borgo Maggiore, San Marino. Above: portrait of Giovanni Michelucci (1987); top: “ Elementi di città”, sketch, 1970; to the side: Shrine of Beata Vergine della Consolazione, Borgo Maggiore, San Marino. 17


Comune di Pistoia

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F CUS PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017

Orizzonte di cambiamento

Nascita e sviluppo dell’area dell’antico Spedale del Ceppo 19


Pistoia in the World the World at Pistoia

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Sguardo attento sui cambiamenti più importanti che nasceranno nel 2017 e segneranno una evoluzione nel volto e nella vita di Pistoia

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ATURART, insieme al Comune di Pistoia, intende raccontare, passo dopo passo, con un inserto fisso interamente dedicato a Pistoia17, tutti quei progetti di trasformazione della città che saranno realizzati o avviati nel 2017 e che rappresenteranno conseguimenti stabili per il futuro. Da sei anni, NATURART racconta le bellezze di Pistoia e del suo territorio. Continuerà a farlo, dedicando anche, per ogni numero in uscita nel 2017, un “Focus” incentrato su un’area o su un tema, mettendo insieme contributi che ne parlino da un punto di vista storico-culturale e che diano conto dei cambiamenti previsti, già avviati o addirittura ultimati. Il programma di Pistoia Capitale Italiana della Cultura, infatti, non offre soltanto un calendario ricco di iniziative capaci di raccogliere l’interesse nazionale ed internazionale per la nostra città, ma concentra le risorse soprattutto per incrementare in qualità e quantità l’offerta degli istituti culturali stabili del territorio e per attivare progetti a lungo termine, in particolare di restauro e di recupero del patrimonio cittadino. L’obiettivo è quello di garantire per Pistoia risultati duraturi, che vadano oltre il suo anno da Capitale e che siano in grado di offrire alla città la possibilità di uno sviluppo non soltanto culturale, ma anche economico e sociale duraturo. Il restauro del patrimonio storico-artistico è impegno centrale del Progetto di Pistoia Capitale Italiana della Cultura. Dopo aver già restituito alla città la chiesa di Santa Maria del Soccorso, il Chiostro di San Lorenzo, la statua di Linneo a Capostrada, saranno recuperate le antiche chiese di San Salvatore e di Sant’Jacopo in Castellare, saranno restaurati gli affreschi della chiesa di San Leone, e poi la Saletta Gramsci, San Pier Maggiore e ancora altri edifici di rilevante valore storico-testimoniale. Il progetto di rigenerazione del Ceppo, che viene illustrato in questo primo numero, rappresenta poi il cuore del piano di rigenerazione urbana per Pistoia17. La storia dell’area del Ceppo, le sue ricchezze (dal Fregio Robbiano alla Chiesa della Madonna del Letto), gli spazi museali già presenti e rinnovati e quelli futuri, la sua rilevanza come luogo di cura e di cultura, tra passato e contemporaneità, il suo assetto nel presente e la sua prossima trasformazione: sono questi i contenuti del primo Focus che proponiamo. 20

Comune di Pistoia

A closer look at the most important changes to be taking place in 2017, marking an evolution in Pistoia’s nature and life

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NATURART, together with the city of Pistoia, plans to report with a regular supplement devoted entirely to Pistoia17. It will underscore all the planned changes for the city to be completed or initiated in 2017 and that represent stable accomplishments for the future. For six years, NATURART has described – and will continue to do so – the attractions of Pistoia and its environs. Each issue in 2017 will be a “Focus” on a specific area or theme, with contributions from a historical and cultural point of view and discussions of the expected changes either underway or already completed. In fact, the Pistoia, Italian Capital of Culture program offers not only a rich calendar of initiatives to increase national and international interest in our city, but has concentrated resources primarily to improve the quality and quantity of offers by the area’s cultural institutions as well as to facilitate long-term projects as particularly regards the restoration and recovery of the city’s heritage. The objective is to ensure long-term results for Pistoia, extending beyond its year as the Italian capital of culture and offering the city not only the possibility of a cultural but also of long-lasting economic and social development. Restoring our historical and artistic heritage is central to the commitment of the Pistoia Italian Capital of Culture Project. After having already restored to the city the church of Santa Maria del Soccorso, the cloister of San Lorenzo, the stature of Linnaeus at Capostrada, it is now time to salvage the ancient churches of San Salvatore and Sant’Jacopo in Castellare and restore the frescoes in the church of San Leone in addition to restoring the Saletta Gramsci, San Pier Maggiore and still other buildings of great historical value. The project to reclaim the Ceppo, illustrated in this first issue, is the heart of the urban renewal plan for Pistoia17. The history of the Ceppo area; its riches (from the Della Robbia frieze to the Church of the Madonna del Letto); the existing, renovated and future museum spaces; its importance as a place of care and culture, between past and present; and its place in the current and future transformations: this is what is inside the first Focus we are introducing.

www.discoverpistoia.it

TESTO Lorenzo Cipriani

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ungo la prima cerchia muraria della città di Pistoia, sorta in epoca longobarda (VIII secolo), fra i suoi lati settentrionale ed orientale, correva il torrente Brana; il quale attraversava una vasta area rurale. Si era però al limite delle mura: ed il neonato Comune (fra il XII e il XIII secolo) per diverse ragioni aveva bisogno di ampliarsi. Del resto una di queste ragioni era quella di sopperire a quella che uno storico toscano ha chiamato “la società del bisogno”, cioè la necessità di cominciare a far fronte, in chiave “laica” (cioè non solo affidata alla carità dei religiosi), ai bisogni di ammalati, poveri, anziani, viandanti. C’era già una rete di piccoli ospizi, ospedaletti, xenodochi (l’etimo riporta all’accoglienza degli stranieri); ma la città-stato, piccola ma orgogliosa della sua condizione politica, aveva bisogno di una più grande e articolata magione di soccorso.


nascimentale. Da allora, e siamo ormai nel pieno Cinquecento, il Ceppo si ampliò, si modernizzò, l’intera area fu completamente urbanizzata, l’acqua del torrente e delle gore fu usata dall’ospedale per le sue necessità.

Sorto per soccorrere gli ammalati del neonato Comune in “chiave laica” Sotto il regime lorenese, ed in particolare sotto il governo di Pietro Leopoldo, grande riformatore della Toscana, anche i maggiori ospedali pistoiesi (quello del Ceppo e quello di San Gregorio, che nel 1778 erano tornati nell’autonomia locale) furono riformati a seguito di un’accurata relazio-

F CUS PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017

Questo il motivo per cui sorse lo Spedale (termine di origine medievale) del Ceppo. Da sempre a Pistoia è stata accreditata la leggenda che la nascita sarebbe avvenuta per iniziativa e sovvenzione di due anziani coniugi, avvertiti in sogno di dedicare un ospizio laddove in pieno inverno avessero visto miracolosamente fiorire un vecchio ceppo d’albero. Da cui il nome: in realtà il ceppo poteva essere un contenitore per le elargizioni, e l’impresa della costruzione poteva esser derivata proprio dallo sviluppo cittadino. Sviluppo non solo urbanistico, ma anche politico; perché in Pistoia (arricchita dall’arrivo della reliquia dell’apostolo Giacomo proveniente dalla Galizia) era arrivato a dirigere il Comune, al posto dei nobili fino allora egemoni, il ceto che poi si sarebbe chiamato borghese, dei mercanti, possidenti, cambiavalute, banchieri. Una storica locale, Lucia Gai, ha fatto notare che l’iniziativa di un pubblico ricovero urbano di questo tipo rispondeva bene alla mentalità dei nuovi arrivati. Agli inizi il piccolo nosocomio era composto da appena uno stanzone, specie d’infermeria o ricovero; che presto si ampliò a comprendere gli ospiti sempre più numerosi. Le numerose pestilenze del XIV secolo lo resero ricco, per le molte donazioni ricevute pro remedio animarum. Fin troppo ricco, al punto che, nella turbolenta città di allora, le famiglie rivali si contrastarono fra loro per ottenere la carica di spedalingo. Un conflitto che, alla fine del XV secolo, condusse la città ad una vera e propria guerra civile: un cronista con deprecazione commentò scrivendo che questa feroce lotta avveniva per “divorare la robba de’ poveri”. Il governo mediceo (da tempo ormai Pistoia era dominata da Firenze) ne ebbe abbastanza; e dette la carica e la gestione dell’ospedale a un patrizio fiorentino, Leonardo Bonafede. Pistoia se ne lamentò, ma dovette chinare il capo. Del resto non ci fu solo lo svantaggio della perdita – per pochi! – di ricche prebende, perché lo Spedale acquistò il suo bel loggiato sormontato dal fregio di terracotta invetriata che ancora oggi rappresenta uno dei capolavori dell’arte ri-

ne che il granduca aveva richiesto. Tale riforma portò alla fusione delle due strutture, così che sorsero nel 1784 i Regi Spedali Riuniti. Si sviluppò anche la scuola medico-chirurgica del Ceppo, profittando del piccolo anfiteatro anatomico costruito; e la medicina praticata iniziò a diversificarsi in specializzazioni, così come si modernizzò l’organizzazione sanitaria interna acquisendo nuove figure professionali. Con l’unità d’Italia gli Spedali Riuniti furono sottoposti alla legge sulle Opere Pie del 1862; vennero imposti nuovi criteri di gestione, di amministrazione, di controllo. Nel Novecento per le cure antitubercolari una generosa donazione fece sorgere quello che fu chiamato il Padiglione Lazzereschi e per gli studi più avanzati nacque l’Accademia Medica di cui rimane buona traccia sia per la biblioteca, che per la collezione degli antichi ferri chirurgici, i quali oggi sono conservati in un apposito museo. La storia del Ceppo e della sua area ha poi conosciuto altri importanti momenti fino alla contemporaneità. Tra questi vale la pena di ricordare la costruzione del padiglione per l’emodialisi e del giardino circostante, immaginati come luogo di cura arricchito da opere di artisti contemporanei di fama internazionale (Buren, Karavan, LeWitt, Morris, Nagasawa, Parmiggiani e Ruffi), il restauro del fregio dello Spedale, da poco ultimato, che ha restituito quest’opera in tutta la sua bellezza e luminosità e il nuovo allestimento del museo dei ferri chirurgici. Da non dimenticare anche l’apertura dei percorsi sotterranei che (seguendo le gallerie nelle quali un tempo scorreva il torrente Brana) attraversano la città e che hanno la loro “porta” proprio entrando in uno dei portoni sotto il loggiato dell’ospedale.

Pagine di apertura: panoramica dall’alto dell’area del Ceppo; sopra: la facciata dello Spedale del Ceppo in una foto storica ed il progetto originario; sotto: a sinistra, un particolare del Fregio Robbiano e l’interno dello Spedale. Opening pages: bird’s eye view of the Ceppo area; above: the facade of the Spedale del Ceppo in a historic photo and the original design; below: left, a detail of the Della Robbia frieze and the hospital’s interior.

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A changing horizon

Origins and development of the ancient Spedale del Ceppo

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he Brana Stream ran alongside northern and eastern sides of Pistoia’s first city walls, built in the Lombard period (8th century), crossing a vast rural area. between the 12th and 13th centuries, the walls became a limiting factor for the newly created commune, which needed to expand for several reasons. Moreover, one of these reasons was to meet the demands of what one Tuscan historian has called “the society of need”, namely, the necessity to begin manage the needs of the sick, the poor, the elderly, and travelers in a non-religious way (i.e., not entrusting charity only to the religious). Although there was already a small network of structures called variously ospizi, ospedaletti, or xenodochia (whose etymology derives from welcoming foreigners), this small city-state – yet proud of its political status – needed a larger, better defined and more articulated charity structure. This is the reason for which the Ceppo hospital (from the medieval term “spedale”) was built.

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Local legend has it that Pistoia’s hospital was established and financed by an elderly couple who were notified in a dream to dedicate a hospice where an old tree stump had miraculously flowered in winter. Hence, its name is derived from “ceppo”, the tree stump used to collect donations, its construction coming about precisely through urban as well as political planning. With the arrival from Galicia of the relics of the apostle James, Pistoia’s middle class (e.g., merchants, landowners, money changers, and bankers) also began to direct the commune, replacing the previous ruling class of nobles. A local historian, Lucia Gai, noted that the initiative for an urban hospital of this type was in line with the mentality of the new arrivals. At the beginning, the small hospital was one large room, a sort of infirmary or sanctuary, which was soon expanded to accommodate the growing number of guests. The many 14th-century plagues made the hospital rich, owing to the many donations received “pro remedio animarum”. rival families – even too wealthy by this point in the turbulent city of that time – competed among themselves for the appointment of spedalingo, or hospital administrator. At the end of the 15th century, this conflict led the city into a real civil war. One chronicler from the period contemptuously commented on this fierce struggle that took place as “divorare la robba de’ poveri” (devouring the belongings of the poor”). The Medici government (Pistoia had been under Florentine domination for some time) had had enough, giving the responsibility and management of the hospital to a Florentine patrician, Leonardo Bonafede. Pistoia complained, but had to give in to Florence. Moreover, it was not just the annoyance of losing such rich pickings (for so little!) since the hospital acquired its beautiful portico surmounted by glazed terracotta frieze, still today one of the masterpieces of Renaissance art. From then on – and we are now in the 16th century – the Ceppo was enlarged and modernized as the entire area became completely urbanized, the water from the stream and the millraces was used by the hospital for its needs. Under the Lorraine regime, and especially under the government of Pietro Leopoldo, the great reformer of Tuscany, Pistoia’s larger hospitals (the Ceppo and the San Gregorio, which were retur-

ned to the local autonomy in 1778) were also reformed following a detailed report requested by the grand duke. This reform led to the two structures merging that, in 1784, became the Regi Spedali Riuniti. The Ceppo also developed a school for medicine and surgery, taking advantage of the small anatomical amphitheater that had been built. Medical practice began to diversify into specializations, as the internal healthcare organization was modernized, taking on new professional figures. With the unification of Italy, the Riuniti hospitals became subject to the 1862 law on Pious Works, which imposed new criteria regarding management, administration, and auditing. In order to combat tuberculosis in the 20th century, a generous donation was given to what was known as the Lazzereschi Pavilion. The medical academy was established to offer more advanced studies, large traces of which can be found in both the library, and the collection of antique surgical instruments that are now kept in a dedicated museum. The story of the Ceppo and its vicinity has also known other important moments until today. Those worth mentioning include the construction of the hemodialysis pavilion and its surrounding garden, conceived as a treatment location and decorated with works by such internationally famous contemporary artists as Buren, Karavan, LeWitt, Morris, Nagasawa, Parmiggiani, and Ruffi; the recently completed restoration of the hospital’s frieze, with this work now returned to its former beauty and luminosity; and the newly furnished surgical instruments museum. Then there are the underground passages that, following the galleries where the Brana Torrent once flowed, cross the city until reaching their “door” just inside one of the main gates under the hospital’s portico.

In alto: un particolare del Fregio Robbiano ed uno scorcio di Pistoia Sotterranea; a fianco: dettagli del padiglione di emodialisi; pagina a fianco: foto panoramica del padiglione di emodialisi dello Spedale del Ceppo. Top: a detail of the Della Robbia frieze and a view of Pistoia Underground; to the side: details of the hemodialysis pavilion; opposite page: bird’s eye view of the hemodialysis pavilion, Spedale del Ceppo.


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PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017


Rigenerazione urbana RISTORANTE BIRRERIA

Piazza Della Sala 1, Pistoia Tel. 0573 994117

www.ladegnatana.it

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n intervento di riqualificazione urbana di dimensioni davvero notevoli quello che coinvolge l’area dell’ex ospedale del Ceppo di Pistoia. L’area, che si estende complessivamente per 76.562 mq, si trasformerà in un quartiere sostenibile, completamente pedonale, immerso nel verde e caratterizzato da elevata qualità ambientale, urbanistica e architettonica. Quasi l’80% della superficie sarà destinata a funzioni pubbliche: le ampie porzioni previste in demolizione lasceranno infatti spazio a nuovi spazi pubblici, percorsi ciclabili e pedonali, un parco, una nuova grande piazza che sorgerà al posto dell’attuale piastra operatoria, rilevanti servizi di carattere socio-sanitario, amministrativo, museale ed espositivo e tre nuove costruzioni per la residenza di qualità, collocate ai margini dell’area. Saranno recuperati quasi 4.000 mq di suolo: è prevista infatti la demolizione di circa 8.000 mq e la ricostruzione di appena 4.200 mq, di cui buona parte per l’ampliamento di servizi socio-sanitari. Si tratta del più importante intervento di rigenerazione urbana della città, destinato a tracciarne il futuro. Per questo è anche elemento centrale del progetto di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017. Oltre 31.500 mq saranno destinati a parco pubblico e verde di connettività; 7.150 mq a parcheggio; oltre 16.468 mq sono gli immobili di pregio, che saranno dedicati a funzioni culturali, museali, espositive, urban center Casa della città e servizi; 21.118 mq dedicati alle attività socio sanitarie. La demolizione delle strutture, a cura dell’Azienda sanitaria, prenderà avvio a partire dalla primavera 2017, ma i primi passi per la creazione del nuovo volto dell’area del Ceppo sono già stati mossi: dall’importante restauro del grande fregio in terracotta invetriata della facciata del vecchio ospedale cittadino, al recupero dei suoi locali storici, che


F CUS PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017 hanno portato, nel dicembre 2015, all’inaugurazione del Museo della sanità pistoiese. Ferri per curare. È questo il primo nucleo di un ambizioso progetto che riguarderà l’intera parte storica del vecchio Ceppo, che accoglierà il principale polo museale cittadino. Nella parte storica del Ceppo potranno trovare spazio anche uffici pubblici, gli archivi comunali storici riuniti e i servizi di sportello del Comune attualmente collocati in più sedi; saranno previsti spazi per piattaforme di co-working e start up giovanili. Fondamentale anche il potenziamento della parte socio-sanitaria: le parti di più recente costruzione che si affacciano sul viale Matteotti accoglieranno un grande presidio territoriale, con servizi sanitari, ambulatoriali, socio sanitari e anche residenziali, una grande “Casa della Salute”, che diventerà un importante punto di riferimento per tutta la cittadinanza.

Sopra: Il rendering del progetto di riqualificazione di tutta l’area del Ceppo. Above: Rendering of the redevelopment project of the entire Ceppo area.

Urban Renewal

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he urban redevelopment project for the area that included Pistoia’s former Ospedale del Ceppo is truly remarkable. Covering a total of 76,562 square meters, the area will be transformed into a sustainable, completely pedestrian neighborhood, surrounded by nature, offering exceptional environmental, urban, and architectural features. Almost 80% of the surface area will be devoted to public services. Large portions will be demolished to make room for new public spaces, cycling and walking paths, a park, and a new large square to be built where the hospital once stood in addition to relevant social, healthcare, administrative, museum and exhibition services as well as three new first-rate residential buildings, located on the edge of the area. Almost 4000 square meters of land will be recovered, with a planned demolition of about 8000 square meters and the reconstruction of just 4200 square meters, much of which will be used for the expansion of social and health services. This is the city’s most important urban renewal project, intended to trace the future. For this reason, it is also the central element in the project for Pistoia, Italian Capital of Culture 2017. More than 31,500 square meters will be used for a public park and green connectivity and 7,150

square meters for parking. Over 16,468 square meters are valuable buildings that will be dedicated to cultural, museum, exhibition functions, and the Casa della Città urban center and services. 21,118 square meters will be dedicated to social and healthcare activities. The demolition of the health service’s structures will start beginning in spring 2017. However, the first steps towards the Ceppo’s facelift have already been taken, starting with the extensive restoration of the large glazed terracotta frieze on the facade of the old city hospital, to the restoration of its historical premises. The latter led in December 2015 to the opening of Pistoia’s Museum of the Ospedale del Ceppo. Surgical Instruments for Healing. This is the first part of an ambitious project to include the entire historical part of the old Ceppo that will host the city’s largest museum complex. The historical part of the Ceppo will also house public offices, the consolidated historical municipal archives, and the municipality’s counter services currently distributed in multiple locations. Space will be provided of co-working and youth start-up platforms. The strengthening of social and health care functions is also fundamental. The more recent constructions on Viale Matteotti host a large facility, offering health, outpatient, social, and even residential services partner. This large “House of Health” will become an important point of reference for all local inhabitants. 25


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Ferri per curare

PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017

Il Museo della Sanità Pistoiese

Nuovo allestimento per il museo degli strumenti chirurgici realizzati tra il 1700 e l’inizio del 1900

TESTO Claudio Rosati FOTO Archivio Azienda USL 3 Pistoia Science & Society Museum London

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no ha l’impugnatura a forma di violino, un altro quella di una cetra. È una intenzione estetica che non ti aspetteresti in strumenti che in pratica avrebbe visto solo il chirurgo. In realtà ci dice come quei ferri siano oggetti personali e di valore. Disegnati, a volte, dallo stesso medico e realizzati poi da un fabbro o un coltellinaio spesso pistoiese. Le sonde vescicali del XVII secolo, con l’impugnatura a forma di strumento musicale, sono due dei circa 270 pezzi esposti e conservati dal nuovo Museo della Sanità Pistoiese. Ferri per curare, allestito nell’antica corsia maschile di San Jacopo nell’ex Ospedale del Ceppo. Qui sono stati portati alla luce i capoletti che erano stati imbiancati nel corso del tempo.

La serie di spalliere dipinte sulle pareti appare come un tentativo di umanizzare un ambiente che a volte i medici guardavano solo dall’alto di un camminamento per evitare il rischio di essere contagiati. La visione d’insieme della corsia ora impressiona per il senso di ordine e di pulizia che dà, ma basta vedere una foto in bianco e nero dei primi del Novecento per scoprire la realtà diversa di un luogo grigio, affollato e freddo con un’unica stufa a legna. I ferri coprono un arco di tempo che va dal ‘700 ai primi del ‘900. Esther Diana, storica della strumentaria medica, ha scelto di esporre soprattutto quelli relativi alle discipline che documentano il progresso medico-chirurgico all’interno dell’Ospedale del Ceppo. Le branche prese in

considerazione sono pertanto quella ostetricoginecologica, urologica, ortopedica, della chirurgia cranica e dell’apparato digerente con esemplari legati al pronto intervento. La presenza di alcuni tipi di ferri aveva fatto pensare anche al lascito accidentale di un ospedale da campo napoleonico, ma in realtà non è così. Molti quelli relativi all’urologia, eredità di epoche in cui le coliche renali dovevano essere assai frequenti per il particolare regime alimentare. I più recenti sono, invece, gli strumenti legati all’ostetricia e alla ginecologia, sviluppatesi più tardi rispetto ad altre discipline. A lungo la maternità e il parto – dice Esther Diana - sono stati considerati fatti naturali che non avrebbero avuto bisogno di alcun intervento medico. La loro presenza segnala pertanto un punto di svolta e di progresso.

Una “macchina da parto” proveniente da Pistoia è esposta a Londra Una macchina da parto, che raffigura in legno il ventre femminile, serviva per le esercitazioni degli allievi medici che avrebbero dovuto assistere a una nascita. Un’altra, ma più completa di quella esposta, perché provvista di una bambola di pezza che simula il feto, si può vedere al Museo della Scienza di Londra, con l’indicazione della provenienza dal Ceppo. Il museo pistoiese ne presenta una foto. Si spera che la macchina possa tornare quanto prima a Pistoia. La sua storia è singolare, ma anche esemplare del valore di questo patrimonio e della sottovalutazione che ha avuto. Merita raccontarla. Nel 1913 si apre a Londra il Museo Storico della Medicina. 28


F CUS “modello in cuoio” parte così dal Ceppo alla volta della città inglese e non farà più ritorno a Pistoia. La mostra londinese chiude a ridosso della prima guerra mondiale e aprirà nuovamente qualche anno dopo la fine del conflitto. Alla morte, nel 1936, di Henry Wellcome, l’iniziatore della raccolta, alcuni pezzi vengono concessi in prestito a istituzioni in tutto il mondo. L’oggetto pistoiese, denominato Obstetrical Phantom, finisce al Museo della Scienza dove tutt’ora è conservato. L’aveva cercata a lungo, con notizie vaghe, Giancarlo Niccolai, medico e cultore di storia della medicina, pensando che fosse al British Museum. Alla fine una visitatrice di Pistoia ne scopre il luogo. Dopo 103 anni parte così da Pistoia la richiesta di restituzione.

La vicenda è emblematica della dispersione del patrimonio, ma anche di quello che di più grave sarebbe potuto accadere se non ci fossero stati pionieri della conservazione dei ferri e dei loro accessori come Mario Romagnoli prima e Giancarlo Niccolai e Luigi Brancolini successivamente. Radiologo, aiuto chirurgo e dal 1954 direttore sanitario, Mario Romagnoli è il medico che per primo dà valore ad antichi bisturi, cateteri e trapani abbandonati alla polvere e all’oblio nelle stanze dell’ospedale. La figlia, Marcella, ricorda come aiutasse il babbo con le mani già colpite dalle radiazioni, a fissare a un piano con un fil di ferro gli strumenti chirurgici in vetrine artigianali appoggiate su tavoli dell’Accademia medica. Oggi si possono vedere ben lucidi e catalogati in vetrine che traggono ispirazione dal luogo. Sono necessariamente muti e a volte inquietanti, ma un esteso apparato informativo ci aiuta a legarli alla storia della medicina e ai suoi progressi. Intanto, si sta pensando a uno sviluppo del museo che consoliderà l’antico Ospedale del Ceppo come un polo culturale.

PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017

La mostra è temporanea, ma l’ambizione è quella di farla diventare permanente. Il promotore è Henry Solomon Wellcom, farmacista, imprenditore, filantropo e collezionista di testi e oggetti che documentano la storia della medicina. Dario Lascialfare, medico pistoiese, legge la notizia e si ricorda che qualche anno prima alcuni esperti sono venuti da Londra per visitare l’ospedale e i suoi pezzi storici. Lascialfare vede forse nell’iniziativa un’occasione per mettere in risalto il Ceppo e propone una cooperazione ai colleghi londinesi. Il suo proposito è positivo, ma l’effetto, come vedremo, sarà nefasto. La risposta all’offerta è pronta. Da Londra si chiede in prestito “old leather model formerly used in teaching ginecology”. L’antico

Pagine di apertura: cassetta con strumenti chirurgici; in queste pagine a partire dall’alto a sinistra e in senso orario: Tourniquet di Petit Lerroy, XVIII secolo, e turcolare o strettorio, XVIII secolo; immagini d’epoca dello Spedale; serie di strumenti per pubiotomia, fine del XIX secolo; sega-trapano per piaghe e ferite, XIX secolo; apparecchi per scarificazioni multiple, XVIII e XIX secolo. Opening pages: box with surgical instruments; on these pages, clockwise from top left: Petit Lerroy Tourniquet, 18th century, and clamp, 18th century; period images of the Spedale; set of instruments used for a pubiotomy, late 19th century; sawdrill for sores and wounds, 19th century; equipment for multiple scarification, 18th and 19th centuries. 29


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PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017 Pagina precedente: Macchina del Parto, XVIII secolo circa, appartenuta all’Ospedale del Ceppo e ora esposta al Museo della Scienza a Londra; in questa pagina, dall’alto: due siringhe a stantuffo di Juvet, XIX secolo; lancetta per salasso, XIX secolo; speculum vaginale a tre valve, XIX secolo. Previous page: Birthing Machine, circa 18th century, property of Ospedale del Ceppo, now on display at the Science Museum, London; on this page, from top: two Juvet syringe plungers, 19th century; blood-letting lancet, 19th century; three-valve vaginal speculum, 19th century. 31


Museum of the Ospedale del Ceppo in Pistoia

Surgical Instruments for Healing New layout for the museum of surgical instruments made between 1700 and the early 1900s

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Via Acciaio e Agnolaccio, 7 51100 Pistoia (Toscana - Italia) Tel: (+39) 0573 19 35 032 Cell: (+39) 333 76 13 807 contatti@agriturismoacasanostra.it

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ne handle is shaped like a violin, another like a harp. It is an aesthetic idea that you would not expect in instruments that only a surgeon would actually have seen the surgeon. In reality, it tells us how these surgical instruments were valuable, personal items. Sometimes, they were designed by the same doctor and then made by a blacksmith or cutler, often in Pistoia. 17th-century bladder probes with handles in the shape of a musical instrument are two of about 270 items on display and kept in Pistoia’s new Museum of the Ospedale del Ceppo. Surgical Instruments for Healing, which has been set up in the old San Jacopo men’s ward in the former Ospedale del Ceppo. Here, headboards, whitewashed over time, have come to light. The series of headboards painted on the walls looks like an attempt to humanize an environment that doctors sometimes saw only from the walkway above so as to avoid the risk of being infected. The overall view of the ward is now striking for the sense of order and cleanliness that gives, but just seeing a black and white picture from the early 20th-century reveals a different reality of a drab, cold, and crowded place, heated by a single wood-burning stove. The surgical instruments cover a time span ranging from the 1700s to the early 1900s. Esther Diana, a historian of medical instruments, chose to exhibit those instruments related to the disciplines that documented the Ospedale del Ceppo’s progress in medicine and surgery. The fields chosen are obstetrics and gynecology, urology, orthopedics, cranial and digestive system surgery with specimens tied to emergency services. The existence of certain types of surgical instruments leads also to thinking about the accidental bequest of a Napoleonic field hospital, but such was not the case. Many of those related to urology are a legacy of those times when kidney stone must have been rather frequent due to the diet of those times. The most recent ones are, however, instruments relating to obstetrics and gynecology, developed later than the other fields. “For a long time,” says Esther Diana, “motherhood and childbirth were considered natural facts that did not need any medical intervention. Their presence thus signals a turning point and progress. A wooden birthing simulator, depicting the lower female torso, was used for practice by medical students who had to attend a birth. Another version similar to the one on display here can be seen

at London’s Science Museum, although this one is more complete as it is fitted with a rag doll that simulates the fetus and whose provenance is the Ceppo hospital. The Pistoia museum has a photo of the London exemplar, which may soon hopefully be returned to Pistoia. Its history is unique, but also representative of the value of this heritage as well as how it has been underestimated and deserves to be told. In 1913, the Historical Museum of Medicine opened in London. Although the exhibition was temporary, the goal was to make it permanent. It was promoted by Henry Solomon Wellcome, pharmacist, entrepreneur, philanthropist, and collector of books and objects documenting the history of medicine. Dario Lascialfare, a doctor from Pistoia, read the news and recalled that a few years before some experts had come from London to visit the hospital and its historical pieces. Perhaps Lascialfare saw in the initiative an opportunity to highlight the Ceppo and offered to work together with his London colleagues. His intent was positive, but the effect, as we shall see, was disastrous. The answer to his offer was prompt, with a request from London to borrow the “old leather model formerly used in teaching ginecology [sic]”. Consequently, the old “leather model” left the Ceppo for the English city to never return to Pistoia. The London exhibition closed just before the First World War and re-opened a few years after the end of that conflict. Some pieces were loaned to institutions worldwide upon the death in 1936 of Henry Wellcome, the collection’s founder. The obstetrical phantom from Pistoia ended up at the Science Museum where it still remains today. Giancarlo Niccolai, physician and scholar of the history of medicine, had long searched for it following va-


Pagina precedente: alcune delle vetrine che espongono i ferri chirurgici nell’antica corsia di san jacopo; sotto: la pianta del percorso espositivo. Previous page: Some display cases with surgical instruments in San Jacopo’s old ward; below: the exhibition’s layout.

COLLEZIONE FERRI CHIRURGICI THE COLLECTION OF SURGICAL INSTRUMENTS

How to visit the Museum of Ospedale del Ceppo

l Museo della Sanità Pistoiese. Ferri per curare è aperto tutti i sabati, con visite accompagnate alle ore 10.30 e 16 su prenotazione (max 20 persone per visita). La prenotazione deve essere fatta entro le ore 13 del venerdì precedente al numero di Pistoiainforma 800 012146. Il costo del biglietto è di 2 euro a persona. Punto di ritrovo: ingresso del Museo Civico, al primo piano del Palazzo Comunale (Piazza del Duomo 1), 10 minuti prima dell’inizio della visita. Integrandosi con la rete museale civica, il percorso di visita si articola in quattro tappe: prende avvio dal Museo Civico in Palazzo Comunale, dove sono visibili alcune opere provenienti dagli Spedali Riuniti e il microscopio della collezione Puccini. Si sposta poi in piazza Giovanni XXIII per la visione del fregio robbiano e prosegue all’interno del Museo della Sanità Pistoiese per osservare la collezione dei ferri chirurgici esposta nelle bacheche e i ricchi apparati multimediali di corredo, per concludersi infine nel Teatro Anatomico, dove si svolgevano le lezioni della Scuola Medica Pistoiese. L’allestimento espositivo è stato curato dalla ditta Space spa di Prato.

istoia’s Museum of the Ospedale del Ceppo. Surgical Instruments for Healing is open on Saturdays, with accompanied visits at 10.30 and 4 pm by appointment (max 20 people per tour). Reservations must be made by 1 pm of the preceding Friday by phoning Pistoiainforma at 800 012146. The ticket price is 2 euro per person. Meeting point: entrance to the Civic Museum, on the first floor of the town hall (Piazza del Duomo, 1), 10 minutes before the start of the visit. As part of the municipal museum network, the tour route is divided into four stops. The first starts from the Civic Museum in the town hall, where some works from the Riuniti hospitals and a microscope from the Puccini collection are displayed. It then moves to Piazza Giovanni XXIII for a view of the Della Robbia frieze and continues in the Museum of the Ospedale del Ceppo to view the collection of surgical instruments exhibited in showcases and accompanying multimedia. Lastly, the tour concludes in the Anatomical Theatre, where Pistoia’s medical school carried out lessons. The exhibition design was taken care of by the company Space spa Prato.

Tel. 800 012146

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TAVOLO TOUCH TOUCH TABLE

INGRESSO ENTRANCE

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F CUS

Come visitare il Museo della Sanità Pistoiese

PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017

gue clues, thinking it was at the British Museum. Eventually a visitor from Pistoia discovered its location. After 103 years, a request for its restitution has been sent by Pistoia. The story is emblematic of this patrimonial dispersal, but also of what more serious consequences there might have been, were it not for such pioneers in the preservation of surgical instruments and their complementary tools as first, Mario Romagnoli and later, Giancarlo Niccolai and Luigi Brancolini. Radiologist, assistant surgeon and medical director beginning in 1954, Mario Romagnoli was the doctor who first saw the importance of the antique scalpels, catheters and drills abandoned to the dust and oblivion in hospital rooms. His daughter Marcella recalls how she would help her father, whose hands were already affected by radiation, to attach the surgical instruments with a wire to the flat surface in the handcrafted cabinets placed on tables in the medical academy. Today these brightly polished, cataloged items can be seen in the display cases that draw inspiration from the location. They are of necessity mute and sometimes disturbing, nevertheless an extensive information system helps us to tie them to the history and progress of medicine. Meanwhile, thought is being given to developing the museum so as to promote the ancient Ospedale del Ceppo as a cultural center.

UN DIALOGO IMPOSSIBILE AN INPOSSIBLE DIALOGUE

LA STORIA HISTORY

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PISTOIA TUSCANY ITALIAN CAPITAL OF CULTURE 2017

Santa Maria delle Grazie

Madonna del Letto La chiesa è stata eretta per commemorare eventi miracolosi avvenuti nel XIV secolo nell’adiacente ospedale FOTO Nicolò Begliomini

TESTO Fai Giovani Pistoia Leonardo Fabbri Sara Gaggioli Adele Massoli

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L

a Chiesa di Santa Maria delle Grazie, detta anche della Madonna del Letto, si trova in Piazza San Lorenzo a Pistoia; fu eretta al posto di un piccolo oratorio fondato in precedenza per commemorare alcuni eventi miracolosi che erano avvenuti nel XIV secolo nell’adiacente Ospedale di San Lorenzo. Il letto a cui è legato il nome di questa chiesa è costituito da due tavole lignee ex-voto datate 1336-1337 e fu proprio questo il luogo del primo Miracolo: la Madonna apparve ad una giovane gravemente inferma da molti anni mentre vi riposava e così la ragazza ritrovò piena salute. Si narra che nella stessa occasione la Vergine apparve con il Bambino, imprimendo sul muro vicino alla giovane risanata l’affresco, detta acheropita in quanto sarebbe stata realizzata da mano divina e non umana, che si può vedere oggi sull’altare maggiore. Un altro miracolo avvenne nel 1348, quando la Madonna col Bambino in braccio apparve a dei giovinetti annunciando l’imminente arrivo della peste in città e invitando la popolazione alla preghiera e alla conversione. La chiesa divenne così oggetto di devozione ed il Comune prese la decisione di rinnovarne l’immagine grazie a ingenti donazioni, tra le quali spiccò un lascito da parte della famiglia Forteguerri (1481), di cui troviamo lo stemma al centro della facciata tra i due scudi con la scacchiera pistoiese. Al di sopra dell’architrave il Comune di Pistoia volle celebrare ulteriormente il suo intervento inserendo una ghirlanda contenente lo stemma cittadino, sorretta da due Micchi con mantelli a scacchi, simbolo della città. È noto che la nuova fabbrica della chiesa fu avviata precedentemente al 1469 da Giovambattista di Antonio Gerini, capocantiere e architetto pistoiese che aveva lavorato anche alla facciata dell’Ospedale del Ceppo. A lui si devono il disegno della facciata rinascimentale, della navata e del soffitto a cassettoni. All’intersezione tra la navata unica ed il transetto si trova una cupola emisferica cieca su pennacchi, collo36


F CUS Nella prima metà del XVII secolo venne avviata una serie di interventi promossa dal canonico Giovanni Battista Forteguerri che definì l’aspetto attuale della chiesa: fu costruita la piccola loggia sull’ingresso laterale, vennero rinnovati l’altare maggiore e i due altari del transetto, introducendo preziosi materiali policromi e tarsie marmoree geometricamente composte, affini al gusto del primo Seicento Toscano, opera di manovalanze lucchesi e carraresi; successivamente vennero realizzati i tabernacoli adiacenti agli altari, la Cappella del Letto, le tre tombe gentilizie ed il Ciborio in lamina d’argento.

Nel 1993 l’Imperatore del Giappone volle visitare la chiesa e il suo organo Un ulteriore aggiornamento stilistico è costituito dal monumento funebre di Luca Cellesi, che mostra evidenti riferimenti al barocco romano di derivazione berniniana. Al di sopra del cenotafio in marmo nero si sviluppa la scena: la Carità, donna giovane e benigna, tiene in braccio due bambini guardando il ritratto del defunto, un angioletto sostiene lo stemma della famiglia Cellesi, mentre un altro regge un drappo azzurro che fa da sfondo all’intera composizione. A conclusione degli interventi sull’edificio, nel 1698 venne realizzato l’ornamento del portale laterale, costituito da una cornice in marmi policromi affiancata da nicchie contenenti due busti virili su basamenti con rilievi figurati. I due ritratti scultorei rappresentano i fratelli Giulio Antonino e Domenico Maria di Fabrizio Cellesi, con un gusto riconducibile all’ambito stilistico dei Vaccà e fanno da contrappunto simmetrico a quelli del

Cardinale Niccolò e del fratello Cav. Pietro Bartolomeo Forteguerri che incorniciano l’accesso alla cappella contenente l’antico letto. L’organo, che ancora oggi si trova all’interno della chiesa, fu realizzato nel 1755 da Antonio e Filippo Tronci e restaurato nel 1987 dal costruttore di organi giapponese Hiroshi Tsuji. L’artigiano, divenuto cittadino onorario di Pistoia in seguito al restauro dello strumento presente presso la chiesa di San Filippo, ricostruì una copia esatta dell’organo della Madonna del Letto su commissione del Museo delle Belle Arti di Gifu in Giappone. Nel 1993, in occasione della visita in Italia dell’Imperatore Akihito e sua moglie Michiko, esperta arpista e pianista, la coppia domandò di visitare la chiesa di Santa Maria delle Grazie per poter ammirare l’organo originale. A partire dal 1994 Shirakawa, città della prefettura di Gifu, è gemellata con Pistoia ed è sede della Academy of Italian Organ Music da oltre trent’anni, richiamando studenti e appassionati da tutto il mondo.

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cata su colonne isolate, opera dell’architetto e “legnaiuolo” pistoiese Ventura Vitoni, alla quale si cominciò a lavorare dal 1484. A incorniciare visivamente l’altare maggiore si trova una sorta di arco di trionfo, realizzato con la soluzione “alla serliana”: l’arco a tutto sesto è affiancato simmetricamente da due aperture architravate. Il pittore pistoiese Gerino d’Antonio Gerini dipinse sulla testata di questo arco di trionfo un Angelo annunciante e un’Annunciata. Gli archi che circondano la cupola sono decorati con motivi a cassettoni e ghirlande, mentre all’interno dei pennacchi si trovano quattro tondi con le immagini degli evangelisti, opera del pittore senese Niccolò di Mariano.

Pagine di apertura: Particolare della tavola che costituisce la testata del letto raffigurante la Madonna col bambino, un offerente inginocchiato e San Lorenzo; nella pagina a sinistra: Incorniciatura monumentale della porta d’accesso alla Cappella del Letto con l’organo Tronci e Busto raffigurante il Cardinale Niccolò Forteguerri; in questa pagina, a partire dall’alto a sinistra: Il letto in cui avvenne il miracolo, l’Altare maggiore e in basso Particolare dell’immagine acheropita raffigurante la Madonna con il bambino. Opening pages: Detail, panel painting used as headboard depicting the Madonna and Child, a kneeling donor, and Saint Lawrence. Page to the left: Monumental framing of the doorway to the Cappella del Letto with the Tronci organ and a bust of Cardinal Nicholas Forteguerri; on this page, from top left: the bed where the miracle took place, the main altar and, below, detail of acheiropoieton image depicting the Madonna and child. 37


Santa Maria delle Grazie

Nel cuore di Pistoia In the heart of Pistoia

Madonna of the Bed The church was built to commemorate miraculous events that took place in the 14th century in the adjacent hospital

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he Church of Santa Maria delle Grazie, also known as the Madonna of the Bed, is located in Pistoia’s Piazza San Lorenzo. It was erected on the site of a small oratory founded earlier to commemorate some miraculous events that had taken place in the 14th century in the adjacent San Lorenzo Hospital. The bed to which the church’s name is linked consists of two votive wooden boards dated

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1336-1337. It was at this very site that the first miracle occurred. Seriously ill for many years, a young woman was resting when the Virgin Mary appeared to her and restored her to perfect health. On the same occasion, it is said that the Virgin appeared with the Child, leaving a fresco on the wall next to the young woman, now returned to health. Known as an acheiropoieton, i.e., made by a divine, not a human, hand, it can be seen on the main altar today. Another miracle occurred in 1348, when the Virgin holding Child in her arms appeared to some boys, announcing the plague’s imminent arrival in the city and urging the population to pray and convert. Thus the church became the object of devotion, with the commune making the decision to restore its image thanks to large donations, with the most significant being the bequest from the Forteguerri family (1481), whose coat-ofarms is centered on the facade between the two shields with Pistoia’s checkerboard pattern. To further celebrate her intervention, the commune of Pistoia placed a wreath above the lintel with the city’s coat-of-arms, supported by two Mic-


F CUS Upon completion of construction on the building in 1698, the decoration for the side portal was made, which consists of a polychrome marble frame flanked by niches containing two male busts on plinths with figurative reliefs. The two sculptural portraits are of the brothers Giulio and Domenico Maria di Fabrizio Cellesi, in a style attributable to the milieu of Vaccà. They serve as a symmetrical counterpoint to the sculptures of Cardinal Niccolò and his brother Pietro Bartolomeo Forteguerri that frame the entrance to the chapel containing the antique bed. The church’s organ was built in 1755 by Antonio and Filippo Tronci. It was restored in 1987 by the Japanese organ builder Hiroshi Tsuji, who became an honorary citizen of Pistoia following his restoration of the instrument in the Church of San Filippo. The craftsman carried out a commission from the Gifu Museum of Fine Arts in Japan to rebuild an exact copy of the organ of the Madonna of the Bed. In 1993, during a visit to Italy, Emperor Akihito and his wife Michiko, a skilled harpist and pianist, asked to visit the church of Santa Maria delle Grazie to admire the original organ. Since

1994, Shirakawa, a city in Gifu Prefecture, has been twinned with Pistoia. Moreover, it is the seat of the Academy of Italian Organ Music that has attracted students and enthusiasts from around the world for over thirty years.

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chi, bears with checkerboard patterned cloaks, the symbol of the city. It is known that the new building for the church had begun earlier, in 1469 by Giovan Battista Antonio Gerini. Workyard foreman and architect from Pistoia, he had also worked on the façade of the Ospedale del Ceppo and was responsible for designing the Renaissance façade of the nave and the coffered ceiling. There is a hemispherical blind dome on pendentives, situated on separate columns where the single nave and transept intersect. It is the work of the architect and “legnaiuolo” (carpenter) from Pistoia, Ventura Vitoni, who began work in 1484. A sort of triumphal arch frames the main altar visually, using a Serlian solution in which the arch is symmetrically flanked by two architraved openings. On the front of this triumphal arch, the Pistoian painter Gerino d’Antonio Gerini painted an Angel of the Annunciation and the Virgin Mary. The arches surrounding the dome are decorated with coffered motifs and garlands, while the pendentives contain four tondi with images of the evangelists by the Sienese painter Niccolo di Mariano. In the first half of the 17th century, a series of initiatives was launched, with the support of the canon Giovanni Battista Forteguerri, which today defines the church’s appearance. A small loggia was built at the side entrance. The main altar and two transept altars were renovated, introducing precious polychrome materials and geometrical marble inlays, in keeping with early 17th-century Tuscan taste, and carried out by laborers from Lucca and Carrara. Later construction included the tabernacles next to the altars, the Chapel of the Bed, the three aristocratic tombs, and a ciborium in silver leaf. Another stylistic update was the tomb of Luca Cellesi, showing obvious references to a Bernini derivation of Roman baroque. The scene above the black marble cenotaph shows Charity as kindly young woman, with two children in her arms, as they look at the portrait of the deceased. One angel supports the Cellesi family’s coat-of-arms, while another holds a blue drape that serves as the backdrop to the entire composition.

Pagina a fianco, in alto: Dettaglio del monumento funebre di Luca Cellesi; in basso: Particolare del soffitto a cassettoni; in questa pagina, in alto: Vista della navata con l’arco a serliana; Dettaglio dello stemma di Pistoia sorretto dai Micchi, in facciata; in basso: Vista del complesso monumentale di Santa Maria delle Grazie. Opposite page, top: Detail of Luca Cellesi’s tomb; Below: Detail of the coffered ceiling; on this page, top: View of the nave with a Serlian arch; detail, Pistoia’s coat-of-arms supported by the micchi, on the façade; below: View of the monumental complex of Santa Maria delle Grazie.

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STATUTO LIB

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BERO COMUNE I più antichi statuti pistoiesi (1117-2017)

Sapienza giuridica e convivenza civile Pistoia vanta, con Genova e Pisa, il più antico insieme di leggi dell’intera Italia comunale TESTO Giampaolo Francesconi

FOTO Archivio Capitolare di Pistoia

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117-2017: novecento anni sono molti e avrebbero tutti i crismi di antichità e di nobiltà, e dunque di autorevolezza, per festeggiare una ricorrenza importante e, in una qualche misura, dal valore fondante per la nostra comunità cittadina. Il 1117 sancirebbe, infatti, secondo una lettura che ha avuto una sua fortuna e più di un motivo di plausibilità filologica e paleografica, il momento in cui la città di Pistoia, organizzata da qualche decennio secondo il modello comunale, si sarebbe dotata del suo più antico statuto, della raccolta cioè delle leggi che dovevano servire come base legislativa per il governo della città e del suo territorio. Il condizionale è tuttavia d’obbligo: quella data, in realtà, pone tutta una serie di problemi di ordine storico e si dovrà, con ogni probabilità, posticipare di qualche decennio, come già una vecchissima tradizione di studi aveva intravisto e come gli studiosi della prima età comunale tendono sempre più a ritenere.

Già nel XII secolo la città era un centro culturale di prim’ordine Una più pertinente contestualizzazione storica e storiografica ci impone di spostare in avanti quel 1117 di almeno un mezzo secolo, ma questo è un aspetto noioso, di incerta e complessa discussione e che riguarda soprattutto gli specialisti con tutte le loro proposte e contro proposte. Quel che, invece, si dovrà tenere ben presente è che Pistoia può esibire una delle tradizioni normative più antiche di tutta l’Italia comunale, di quella parte d’Italia a settentrione di Roma, cioè, che, a datare dagli ultimi anni del Mille, conobbe una delle forme istituzionali più originali dell’Europa del tempo, fondata sull’autogoverno cittadino, sganciata da qualsiasi autorità politica superiore e legittimata dalla partecipazione popolare – in un senso molto ristretto naturalmente – e dal lavoro delle assemblee consiliari. Pistoia, che aveva avuto una frequentazione, almeno funeraria, già in epoca etrusca, una sua storia abitativa dall’inizio del II secolo a.C., un ruolo non trascurabile lungo i secoli altomedievali, soprattutto dall’età longobarda in poi, nei decenni immediatamente successivi al Mille ebbe nel Vescovo e negli esponenti delle famiglie signorili dei Guidi e degli Alberti i maggiori riferimenti di carattere politico. Lungo il secolo XI, insomma, il potere era gestito dal capo della chiesa cittadina – erano gli anni della commistione fra potere spirituale e potere temporale – e da quei signorotti che erano riusciti a creare qualche legame con le grandi aristocrazie del Regnum e a mettere insieme cospicui patrimoni di terre. La terra, non si dovrà mai dimenticare, era il viatico per la costruzione di qualsiasi forma di eminenza e di prestigio in quei secoli. Dobbiamo guardare allora proprio ai fideles del Vescovo, agli uomini che avevano saldato legami di fedeltà e di protezione – quei legami che ri44

mandano alla natura feudo-vassallatica per intendersi – con la maggiore autorità politica urbana, se vogliamo capire chi furono i protagonisti di quella straordinaria stagione, forse in buona misura anche inconsapevole, che condusse alla progressiva emancipazione dal controllo signorile e alla successiva creazione di quella nuova forma di governo cittadino che sarebbe stato il Comune. Quegli uomini, per lo più medi e grandi proprietari di terre nella campagna intorno a Pistoia, avvertirono l’esigenza di creare qualcosa di nuovo, se non altro di diverso, che consentisse di dare nuova linfa al mercato alimentare, alle attività artigianali e commerciali e più avanti alla lavorazione del ferro. Ai tratti di quella società e di quella civiltà che rimangono ancora ben inscritti nella trama identitaria e architettonica della nostra città, basti qui il solo richiamo al ruolo del Romanico delle nostre chiese più belle, da Sant’Andrea a San Giovanni Fuorcivitas a San Pier Maggiore. Fu lungo il secolo XII, il Millecento, che Pistoia si affermò come Comune autonomo, che riuscì a dotarsi di magistrature in grado di governare la città – i consoli prima e il Podestà dagli ultimi anni del secolo –, di crescere di popolazione, di specializzarsi nell’artigianato e nel prestito del denaro e di divenire – come mostra quello scrigno straordinario che è l’Archivio Capitolare – anche un centro culturale di prim’ordine, con rapporti e legami con alcuni dei poli universitari più dinamici dell’Italia e dell’Europa di allora. In quella temperie di rinnovamento e di sperimentazione politica, economica e sociale, che è poi la capacità propulsiva tipica delle società più vive, i Pistoiesi si dotarono delle regole fondamentali della vita associata, e così fra il 1140 e il 1180 circa confezionarono ben tre statuti, il frammento di cui si è detto, uno statuto dei Consoli e uno statuto del Podestà. I tre testi normativi, oggi conservati nel codice C.90 dell’Archivio del Capitolo cattedrale e studiati magistralmente una ventina d’anni fa da Natale Rauty, tramandano l’intero patrimonio giuridico della nostra città nel primo secolo della sua vita comunale. La struttura istituzionale della civitas, i compiti delle magistrature più importanti, l’assetto amministrativo, la vita economica, le norme del vivere quotidiano, persino quelle igie-

niche e quelle relative alle modalità per costruire le abitazioni e le mura, per la manutenzione delle strade e per lo smaltimento dei rifiuti oppure per la gestione degli edifici ecclesiastici erano dettagliatamente disciplinate. Gli statuti costituivano allora la base di governo di una comunità cittadina, che non era soltanto un ente amministrativo come noi siamo abituati a considerare i nostri comuni ma un ente politico che aveva facoltà giurisdizionale e poteva dunque fare guerra, amministrare la giustizia e riscuotere le tasse. Quelle stesse norme rimangono a distanza di nove secoli un deposito altissimo di memoria storica e di testimonianza civile. Il 1117 rimane, dunque, forse solo una data evocativa e per noi oggi, nell’anno in cui la nostra città è la capitale italiana della cultura, una possibilità di celebrazione centenaria, in parte mancata. Quel che però non si potrà negare è che quella che sarebbe diventata più avanti la città di Cino, la città di uno dei maggiori giuristi e poeti del primo Trecento italiano, nel primo secolo della sua vita comunale aveva giocato spesso d’anticipo fino a pensare, redigere e poi fortunatamente conservare e poter vantare, con Genova e Pisa, il più antico corpus normativo dell’intera Italia comunale. Un vero monumento di sapienza giuridica e di convivenza civica.


Pistoia’s Oldest Statutes

Legal knowledge and civil coexistence Pistoia, with Genoa and Pisa, boasts the oldest set of laws in all of communal Italy

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117-2017: nine hundred years is a long time, and they bear all the trappings of antiquity and nobility, and hence of authority to celebrate an important anniversary and, in some way, a founding value of our local community. In fact, according to one successful interpretation and more than one credible philological and paleographic motif, the year 1117 enshrines the time when the city of Pistoia, already following the communal model for several decades, adopted its oldest statutes, i.e., the collection of laws that were to serve as the legislative basis for go-

verning the city and its territory. This uncertainty is nevertheless necessary. Indeed, that date poses a whole series of historical questions that, in all probability, must be postponed a few decades, as already indicated by a very old tradition of studies and as scholars of the early communal age tend to increasingly believe. A more pertinent historical and historiographic context requires us to move 1117 forward by at least half a century. However, this is a tedious aspect of an uncertain and complex debate that mainly concerns the proposals and counter proposals pg specialists. However, it must be recalled that Pistoia has one of the oldest regulatory traditions in communal Italy, in that part of Italy north of Rome. To be exact, beginning from the end of the year 1000, one of the most original institutional forms in the Europe of that time was based on a city’s selfgovernment, divorced from any higher political authority and legitimized by popular participation – unsurprisingly, in a very narrow sense – and the work of the council assemblies. With at least a funerary presence by Etruscan times, Pistoia’s habitative history runs from the beginning of the 2nd century BC, developing a significant role in the early centuries of the Middle Ages, especially from the Lombard age onwards. In the decades immediately following the year 1000, its most important political representatives were the bishop and members of the noble Guidi and Alberti families. In short, during the 11th century, power was managed by the local head of the church – the years when the spiritual and temporal powers mingled – and by those lords who had managed to create a link with the great aristocracies of the Regnum, assembling substantial landed estates. It should never be forgotten that land was the means by which any form of eminence and prestige was constructed in those centuries. We must then look right at the bishop’s fideles, the men who had forged ties of allegiance and protection – to be clear, fief-vassal bonds – with the largest urban political authorities, if we want to understand who the key figures in this extraordinary period were. perhaps also unconscious in large measure, they led to the gradual emancipation from seigniorial control and the subsequent creation of the new form of city government, the commune. It was mostly the medium and large landowners in the countryside around Pistoia who felt the need to create something new, if not different, to give new

life to the food market, to crafts and trades, and, later, to iron working. sections of the society and the civilization were still well entrenched in this sense of our city’s identity and architecture. One need think of references to the role of our most beautiful Romanesque churches, including Sant’Andrea, San Giovanni Fuorcivitas, and San Pier Maggiore. Thus, during the 12th century, the 1100s, Pistoia became established as an independent town, acquiring a magistracy to rule the city – first, the consuls and then the podestà in the final years of the century – increasing the population, specializing handicrafts and moneylending, and, as seen by the extraordinary treasure chest that is also Chapter Archives, becoming a major cultural center, with relationships and ties to some of the most vibrant university centers in the Italy and Europe of that time. In that climate of renewal in addition to political, economic, and social experimentation, the typical propulsive capacity of the most dynamic societies, the people of Pistoia acquired the fundamental rules of social life. Thus, three statutes were put together between 1140 and 1180, the fragment of which has been mentioned, a statute of the consuls and one of the Podestà. The three regulatory texts, now located in the C.90 code of the cathedral chapter’s archives and masterfully studied twenty years ago by Natale Rauty, handed down our city’s entire legal heritage during its first century of communal life. The institutional structure of the civitas, the tasks of the most important magistrates, the administrative organization, economic life, the rules of everyday life, even of hygiene as well as conditions related to building houses and walls, road maintenance, waste disposal or even the management of church buildings were covered in detail. These statutes then formed the basis for the government of a city community, not only as an administrative body to which we are accustomed to considering our communes but as a political entity with jurisdictional powers that could therefore make war, administer justice, and collect taxes. At a distance of nine hundred years, these same standards remain an incredible storehouse of historical memory and civil testimony. 1117 is, therefore, perhaps just an evocative date for us today, during this year that our city is the Italian capital of culture, a possible of partly unfulfilled centenary celebration. But what cannot be denied is that what would later become the city of Cino, the city of one of the greatest jurists and poets of early 14th-century Italy, during the first century of its communal life, had often been thought about beforehand, compiling and then fortunately preserving so as to be able to boast, together with Genoa and Pisa, the oldest body of communal law in all of Italy – truly a monument to legal wisdom and civic coexistence.

www.discoverpistoia.it Pagine di apertura: un ingrandimento dello Statuto di Pistoia, contenuto nel Codice C.90 dell’Archivio del Capitolo della Cattedrale; sopra: altra immagine dello Statuto manoscritto. Opening pages: an enlargement of of Pistoia’s Statute, contained in Codice C.90 the cathedral chapter’s archives; above: another image of the handwritten statute. 45


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Racconto personale di Pistoia

Ascolta la tua cittĂ respirare Itinerario esperienziale alla scoperta della cittĂ TESTO Gioia Benedetti FOTO Eleonora Chiti

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to di mare non conosce niente di più nostalgicamente genuino. Bang Fusion Bar, via della Madonna 15: Entrate e immediatamente siete travolti da un deciso e delicato profumo di zucchero e caffè. Accomodatevi su uno sgabello e, mentre leggete un romanzo o scambiate pettegolezzi con un’amica, godetevi il sapore fragrante di un brownie, di un cookie integrale o del cheesecake alla ricotta di pecora, tutti amorevolmente preparati nella cucina retrostante il locale.

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iete soli con uno zaino sulle spalle? Camminate tenendo per mano il vostro compagno? Avete figli? cercate silenzio? musica? rumore? Comunicate col mondo? sfuggite il mondo? Siete giovani o anziani? Euforici o disforici? Fidatevi della strada, affidatevi alla strada. Il segreto è il discrimine fra familiarità e scoperta. Non perdete lo stupore sulle vie più modeste, anche i luoghi dimenticati conservano scorci di meraviglia... Per accogliere Pistoia dentro gli occhi e dentro l’animo come una madre semplice e affabulatrice abbiamo provato a ricostruirla per tappe, indagarla attraverso i nostri sensi, tracciando una cartografia personale per parole e immagini, un prontuario per la circumnavigazione fra voci, odori, impressioni. Abbiamo ascoltato la nostra città respirare. “All’alba” Piazza del Duomo all’alba: Recatevi al centro, girate su voi stessi sempre più velocemente, guardate in alto le guglie del campanile e del battistero che bucano il cielo. Infine tuffatevi a terra, lasciatevi cadere esausti, tutto è lì per voi. “Al mattino” Chiostro di Santa Maria delle Grazie: Filtra una luce verde che va d’accordo col rosso delle tegole dei portici. Dimensione allentata e selvatica, solitaria. Liane di glicine, un roseto, un fico, due poderose magnolie, tutto compone un disordine ordinato di cui voi fate parte. Battistero: Entrate e accomodatevi su una delle panche laterali, volgete lo sguardo all’insù e rimanete in silenzio: si apre sopra di voi un cielo di quaranta metri d’altezza, i mattoni colorati dalla luce che filtra dagli oculi. Tanta perfezione illumina gli occhi. Restate quanto tempo il vostro cuore vi chiede. Les Bouquinistes, via dei Cancellieri 5: Qui non vale il monito «guardare, non toccare», perciò frugate, sfogliate, odorate, probabilmente entro poco arriverà qualcuno che vorrà regalarvi un racconto sorseggiando del buon tè, né mancheranno le gustosissime torte preparate da Elena per mettere d’accordo vizio e virtù! 48

“Il pomeriggio” “Da Marchettoni”, via Puccini 23: Una grande sala, semplice e accogliente, fresca d’estate e calda in inverno, l’aria asciutta, il chiacchiericcio degli avventori che tiene compagnia, la familiarità del signor Enzo. Mettetevi comodi e pregustate un ottimo pasto da pellegrini. Ordinate risotto ai carciofi, orata arrosto e zucchini marinati. Lagacci, strada Statale Porrettana: Siete sul fiume. Fate un bel respiro, immergetevi decisi nell’acqua fredda, sfidando ogni vostra resistenza, e nuotate, annusate l’odore di terra bagnata quando riemergete. Sdraiatevi su un sasso, lasciatevi cullare dalla monodia dell’acqua, asciugatevi al sole mentre il sonno vi raccoglie abbandonati alla natura. Bottega del rame, via Borgo Strada 20: Antonio Timpanaro è un artigiano del rame, forgia fantasie metalliche di qualsiasi forma e dimensione solletichino la sua creatività o la vostra immaginazione. La porta del laboratorio sempre aperta ad amici vecchi e nuovi come in un ospitale por-

“La sera” Pulp, via Ripa della comunità 18: È come ci si immagina un luogo indipendente eppure forte di appartenenza. Metti caso che una sera d’autunno vi venga voglia di uno spuntino succoso, un simposio etilico, una mano a carte o a dama, una tisana da sorseggiare mentre scarabocchiate qualche disegno da lasciare appeso alle pareti... sprofondati nella poltrona, mentre Matteo – la figura di un nobile e moderno celtico – prepara drink o esche fatte in casa nei momenti di tranquillità... rilassatevi, nessuno da Pulp è fuori posto, ciascuno trova il proprio. “Prima dell’alba.” (Yoko Ono, Acorn, Suono – Pezzo III) Piazza del Duomo di notte: Sdraiatevi sugli scalini del Palazzo del Governo davanti al lato sinistro della Cattedrale, voltate lo sguardo leggermente verso destra e osservate il campanile meravigliosamente imperfetto contro il blu del cielo, mentre la luna in una manciata di minuti gli gira intorno. Concedetevi di perdere ogni nozione dello spazio e del tempo. Pagine di apertura: autoritratto di Eleonora Chiti; in questa pagina, sopra: il chiostro di Santa Maria delle Grazie; sotto: il fiume Reno nei pressi di Lagacci; pagina a fianco: uno scorcio di via della Torre. Opening pages: self-portrait of Eleonora Chiti; on this page, top: the cloister of Santa Maria delle Grazie; below: the Reno river near Lagacci; opposite page: a view of Via della Torre.


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chance that one autumn evening you’ll fancy a juicy snack, a wine tasting, a hand of cards or a game of checkers, sipping some herbal tea while scribbling drawings to be hung on the walls ... sink into an armchair, while Matteo – the figure of a noble and modern Celtic – prepares drinks or homemade bait during quiet moments. Relax, no one is out of place at Pulp; it’s home to everyone. “Before dawn” (Yoko Ono, Acorn, Sound - Part III) Piazza del Duomo at night: Lounge on the steps of the Palazzo del Governo in front and to the left of the cathedral. Look slightly to the right and you will see the wonderfully imperfect bell tower set against the blue of the sky, while the moon revolves around it in a handful of minutes. Let yourself get lost in the idea of space and time.

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Pistoia’s own story

Listen to your city breathe Observations in search of the city

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re you alone with a rucksack on your back? Do you walk hand in hand with your companion? Do you have children? Are you looking for silence? Music? Noise? Do you communicate with the world? Are you escaping the world? Are you young or old? Euphoric or dysphoric? Trust and rely on the road. The secret is that line dividing familiarity and discovery. Do not miss the wonder on the more ordinary streets; even forgotten places retain glimpses of wonder. Welcoming Pistoia with our eyes and soul is like a mother who tells stories; we tried to recreate it in stages, using our senses to study it, drawing a personal map in words and images, a handbook for circumnavigating the voices, smells, impressions. We listened to our cities breathe. “At dawn” Piazza del Duomo at dawn: Go to the center, spin around ever more quickly, and then look up at the spires of the bell tower and the baptistery piercing the sky. Finally, fall exhausted to the ground, it is all there for you. “In the morning” Cloister of Santa Maria delle Grazie: a green light that complements the red tiles of the arcades filters into this slow, natural, solitary dimension. Wisteria vines, a rose garden, a fig tree, two commanding magnolias, everything creating the disorderly order of which you are part. Baptistery: Enter and take a seat on one of the side benches, turn your gaze upwards and re-

main silent. Forty meters high above you, the sky opens, the bricks colored by the light filtering through the oculi. Such perfection illuminates your eyes. Stay as long as your heart asks you to. Les Bouquinistes, Via dei Cancellieri 5: Here, the warning “look but don’t touch” is not applicable. So, rummage, browse, sniff, most likely someone will arrive shortly to tell you a story while sipping a nice cup of tea. Vice and virtue are united in Elena’s delicious cakes! “The afternoon” Da Marchettoni, Via Puccini 23: A large room, simple and welcoming, cool in summer and warm in winter, a dry air, with patrons chatting, and Enzo’s familiarity. Sit back and taste a great meal. Order risotto with artichokes, roasted sea bream, and marinated zucchini. Lagacci, Porrettana State Road: You are at the side of the river. Take a deep breath, jump intrepidly into the cold water, overcoming all doubts, and swim, breathing in the smell of damp earth when you re-emerge. Stretch out on a stone, let yourself be lulled by the muted sounds of the water, dry yourself in the sun while you drift off to sleep surrounded by nature. Copper workshop, Via Borgo Strada 20: Antonio Timpanaro is a copper craftsman, forging any size and shape of metal inventions that tickle his creative fancy and your imagination. The workshop’s open door is always welcoming to new and old friends, like a hospitable sea port that knows of nothing more nostalgically genuine. Bang Fusion Bar, Via della Madonna 15: Step inside and you are immediately overwhelmed by the sharp and delicate scents of sugar and coffee. Take a seat on a stool and, while reading a novel or gossiping with a girlfriend, enjoy the sweetness of a brownie, a wholegrain cookie, or cheesecake made with sheep’s ricotta, all lovingly prepared in the kitchen located behind. “In the evening” Pulp, Via Ripa della Comunità 18: It’s just how you’d imagine a place that has a sense of independence but also of belonging. Take the

Sopra: l’interno del ristorante “Da Marchettoni” in via Puccini 23 a Pistoia. Above: interior of Da Marchettoni restaurant in via Puccini 23, Pistoia.

Biografie - Biographies Eleonora Chiti nasce a Pistoia nel 1988. Si diploma in fotografia alla Libera Accademia delle Belle Arti di Firenze. Fotografa freelance, lavora e collabora a progetti artistici di contaminazione fra diversi linguaggi espressivi con un interesse particolare all’arte performativa, l’installazione e le tematiche sociali. Gioia Benedetti nasce a Pistoia nel 1988. L’infanzia di giochi e letture, la maturità classica e lo studio delle Lettere moderne hanno segnato il suo percorso d’incontro con la letteratura, la ricerca, la bellezza racchiusa nell’atto creativo e comunicativo. Studia e lavora in contesti di dialettica interculturale, sempre cercando luoghi di contatto e contaminazione con l’altro e con l’altrove. Eleonora Chiti was born in Pistoia in 1988. She graduated in photography at Florence’s Libera Accademia delle Belle Arti. A freelance photographer, she works alone and with other on artistic projects that blend various forms of expression with a particular interest in performance art, installations, and social issues. Gioia Benedetti was born in Pistoia in 1988. A childhood of playing and reading together with a classical high school diploma and modern literature studies have marked her journey of discovery through the writing, exploration, and beauty contained in a creative and communicative act. She studies and works in intercultural dialectical settings, always seeking points of contact and fusion with the other and the beyond.

gio.ia@alice.it www.eleonorachitiartist.tumblr.com 51


Eventi in Toscana - Tuscany Events

Torna a Firenze Pitti Taste il salone dedicato alle eccellenze del gusto

Il maestro della Video art master videoarte Bill Viola Bill Viola in mostra at Palazzo Strozzi a Palazzo Strozzi Dal 10 marzo al 23 luglio Palazzo Strozzi a Firenze ospiterà una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea: Bill Viola. L’esposizione ripercorrerà la carriera dell’artista segnata dall’unione tra ricerca tecnologica e riflessione estetica, dalle prime sperimentazioni con il video negli anni settanta fino alle grandi installazioni degli anni duemila che catturano l’attenzione del pubblico con forti esperienze sensoriali. La mostra creerà inoltre uno dialogo tra antico e contemporaneo attraverso il diretto confronto delle opere di Viola con i capolavori di grandi maestri del passato che sono stati fonte di ispirazione per l’artista americano. Palazzo Strozzi ha creato una speciale collaborazione con il Grande Museo del Duomo di Firenze. Grazie a un biglietto congiunto sarà possibile visitare la mostra insieme al Battistero di San Giovanni e al Museo dell’Opera del Duomo. Qui saranno eccezionalmente esposti i video Observance e Acceptance due opere che saranno messe in dialogo con la Maddalena penitente di Donatello e la Pietà Bandini di Michelangelo.

www.palazzostrozzi.org

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From March 10 until July 23, Palazzo Strozzi in Florence will host a major exhibition celebrating the undisputed master of contemporary video art, Bill Viola. The show will retrace the artist’s career, marked by the union of technological research and aesthetic reflection, from his first experiments with video in the 1970s up until the major installations of the 2000s which capture public attention through the strong sensory experiences they provide. Additionally, the exhibition will create a dialogue between the past and present through the direct juxtaposition of Viola’s works with great masterworks of the past which have served as inspiration for the American artist. Palazzo Strozzi has launched a special collaboration with the Grande Museo del Duomo di Firenze. Through a combined ticket, visitors will have access to the exhibition as well as to the Baptistery of San Giovanni and the Museo dell’Opera del Duomo. In these exceptional locations, the artist’s videos Observance and Acceptance will be placed in dialogue with Donatello’s Penitent Magdalene and Michelangelo’s Deposition (Pietà Bandini).

Dal 11 al 13 marzo alla Stazione Leopolda di Firenze, torna il salone-evento di Pitti Immagine dedicato alla cultura del cibo di qualità, all’italian lifestyle e al design della tavola. Taste è diventato negli anni il luogo dove si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia e l’evento di riferimento per il sempre più vasto e appassionato pubblico dei cultori del food. Il salone presenterà i prodotti e le novità di circa 350 aziende provenienti da tutta l’Italia selezionate tra le migliori produzioni di nicchia. Sarà un viaggio attraverso i sensi e le idee, alla scoperta delle tante modalità in cui si esprime e si sperimenta il gusto: tra tradizione e innovazione, tendenze e scuole di pensiero, attrezzature e tecniche professionali. Ci sarà anche uno spazio speciale al termine del percorso il Taste Shop, dove poter acquistare i prodotti in esposizione.

www.pittimmagine.com


From March 11 to 13 at the Stazione Leopolda in Florence, Pitti Immagine’s salon-event dedicated to quality food, Italian lifestyle and table design returns. Over the years, Taste has become the key venue for showcasing international operators and producers in the high gastronomy sector, as well as the main event for the ever-growing and increasingly passionate audience of foodies and enthusiasts. The salon will present products and new developments from around 350 companies hailing from all over Italy, selected from among niche producers and groups. It will be a journey through the senses and through ideas, discovering the many ways in which we express and experience taste: mixing tradition and innovation, trends and schools of thought, tools and professional techniques. There will also be a special space at the end of the route, the Taste Shop, where visitors can buy all the products being displayed during the event.

La Pasqua a Firenze si festeggia con il tradizionale scoppio del carro

Florence celebrates Easter with the traditional Explosion of the Cart

Domenica 16 aprile a Firenze si festeggia la Pasqua con lo scoppio del carro, tradizione che risale a più di 300 anni fa. Un carro a tre piani risalente al XVIII secolo detto ‘Brindellone’ viene trainato da pittoreschi buoi infiocchettati da Porta al Prato fin sul sagrato del Duomo. Al centro del carro viene fissato un filo di ferro sul quale scivolerà la colombina simbolo dello Spirito Santo. A mezzogiorno la colombina scorre sul filo teso lasciando una scia di fumo lungo la navata centrale del Duomo. Poi raggiunge il carro, dove accende i mortaretti, per tornare infine al punto di partenza. Dopo pochi istanti sul carro si accendono centinaia di fumate multicolori, accompagnate da sibili e scoppi, mentre sulla sommità si accende la girandola che, al termine dei suoi giri, con un fragoroso scoppio, si apre come i petali di un giglio. Lo scoppio si tiene la mattina di Pasqua attorno alle 11, ma il carro può essere avvistato per le vie del centro già da un’ ora prima accompagnato lungo il percorso da una processione con percussionisti e sbandieratori, tutti in abiti storici, anche i funzionari della città ed i rappresentanti del clero.

On Sunday, April 16, Florence celebrates Easter with the “scoppio del carro” or “explosion of the cart”, a tradition dating back more than 300 years ago. A three-floored cart, created during the XVIII century and known as the ‘Brindellone,’ is paraded through town by ribbon-donning oxen from Porta al Prato up until the church steps of the Duomo. At the center of the cart is a wire, along which a dove, symbolizing the Holy Spirit, will slide. At noon, the dove slides along the wire, leaving smoke in its wake along the central nave of the Duomo. It then reaches the cart, where it lights the firecrackers, then goes back to where it started. After a few seconds, hundreds of multicolored smoke emissions are set off, accompanied by whistles and explosions. At the top, a pinwheel is activated and when it stops spinning, with a thunderous explosion, it will open up like the petals of a lily. The event takes place on Easter morning around 11am, but the cart can be spotted throughout the streets of the center as early as an hour beforehand. Along the way, it’s accompanied by an elaborate procession of drummers and flag throwers, all in historic costume, as well as representatives of local government and clergy.

www.operaduomo.firenze.it

Eventi in Toscana - Tuscany Events

Pitti Taste, the salon dedicated t o quality food, drink and lifestyle, returns to Florence

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AVVICINATEVI ALLA BELLEZZA Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017 raccontata da NATURART

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Pistoia Capitale della Cultura 2017

Le piante e l’orgoglio La Giorgio Tesi Group ambasciatrice della bellezza e dell’identità di un territorio

TESTO Nicolò Begliomini FOTO Lorenzo Enrico Gori Lorenzo Marianeschi

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n questi mesi è arrivato un nuovo successo editoriale per la Giorgio Tesi Editrice, la società del gruppo Giorgio Tesi che edita NATURART, Discover Pistoia e la collana “Avvicinatevi alla bellezza”. Il volume su Pistoia Capitale della Cultura 2017 raccontata da NATURART è stato particolarmente apprezzato, e ha ottenuto un notevole successo di vendite. Un’operazione editoriale ispirata alla scelta della Giorgio Tesi Group di valorizzare le bellezze del

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territorio come asset fondamentale del proprio brand in un anno che sarà memorabile per Pistoia. Il 2017, infatti, porterà tanta attenzione, anche mondiale, verso Pistoia Capitale della Cultura, le sue bellezze e le sue risorse. La Giorgio Tesi Group, con la sua proiezione internazionale in più di 60 paesi e con strumenti come NATURART e Discover Pistoia, sarà uno degli ambasciatori più orgogliosi e efficaci degli eventi di Pistoia nel 2017.

“Noi abbiamo sempre creduto nelle potenzialità internazionali di Pistoia – dice Fabrizio Tesi, legale rappresentante della Giorgio Tesi Group – In tempi non sospetti, ovvero 6 anni fa, decidemmo di esprimere con NATURART il nostro orgoglio e il nostro amore per il territorio convinti, prima di tanti altri, che le bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche di questa città meritassero riconoscimenti importanti e scenari universali. Pistoia Capitale della Cultura non poteva non essere raccontata da NATURART. Perché questa esperienza editoriale non solo ha fatto scoprire questo territorio in 60 paesi ma ha fatto riscoprire angoli e opere meravigliose ai suoi cittadini. Il tesoro che avevamo sotto gli occhi e che nessuno ci aveva mai svelato. Crediamo che anche da questo lavoro, di racconto e di scoperta, sia maturato un sentimento di orgoglio e di appartenenza che ha portato all’inserimento di NATURART e Discover Pistoia, da parte del Comitato promotore, all’interno del dossier risultato vincente per l’assegnazione del titolo di Capitale alla nostra città”. Ma il 2017, per Pistoia, sarà anche una vetrina delle proprie eccellenze dal punto di vista produttivo. “Sarà un anno in cui il vivaismo pistoiese farà un ulteriore salto di qualità nel suo riconoscimento internazionale – dice Marco Cappellini, direttore generale della Giorgio Tesi Group e presidente dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori ANVE - Il distretto vivaistico di Pistoia rappresenta un territorio che si è sviluppato fortemente nell’arco di oltre 160 anni raggiungendo eccellenze di livello mondiale con oltre 5.000 ettari di superficie coltivata e circa 1.200 imprese produttrici. Il prodotto florovivaistico del distretto costituisce circa il 35% dell’intero comparto italiano e il 75% dell’intera produzione viene esportata in più di 60 paesi del mondo. Nel 2017 le piante pistoiesi porteranno nel mondo l’eccellenza del made in Pistoia ma anche il valore culturale della città. La Giorgio Tesi Group


sarà in prima linea con nuova produzione e qualità certificata ma soprattutto con l’orgoglio di essere stata la prima azienda del settore a fare di Pistoia e del suo territorio una parte fondamentale della sua immagine. Come abbiamo fatto alla fiera europea più importante del settore con uno stand dedicato a Pistoia Capitale della Cultura”. Un anno da vivere al massimo per tutto il territorio: dalla cultura al paesaggio, dalle tradizioni al food, dalle terme alla montagna, da Pinocchio a Leonardo da Vinci sarà il trionfo della Toscana autentica. “Con il portale Discover Pistoia abbiamo cercato di raccontare questa ricchezza e promuovere un’esperienza unica che è quella di visitare Pistoia e il suo territorio – prosegue Fabrizio Tesi –

Questa esperienza è condensata nel libro dedicato a Pistoia Capitale della Cultura della collana Avvicinatevi alla Bellezza che già conta un volume analogo dedicato al Fregio dell’Ospedale del Ceppo. Con queste iniziative, come Giorgio Tesi Group, promuoviamo anche una divulgazione di contenuti che rafforzano il marketing territoriale e l’identità futura di questo territorio”. Le novità per il 2017 sono anche altre. A fine gennaio, infatti, il libro di “Avvicinatevi alla Bellezza – Pistoia Capitale Italiana della Cultura raccontata da NATURART” ha fatto conoscere la città ai parlamentari europei riuniti in una seduta appositamente organizzata con la presenza del Sindaco di Pistoia, Samuele Bertinelli.

L’impegno della Giorgio Tesi Editrice, però, si è spinto anche oltre perché, con il contributo di Fondazione Caript, è stato possibile realizzare, in co-produzione fra NATURART, Discover Pistoia e Fondazione Sistema Toscana, il video ufficiale di #Pistoia17 che ha riscosso un successo incredibile sul web con oltre 300.000 visualizzazioni sulle pagine Facebook ufficiali nel giro di due mesi. Un “NATURART Speciale”, invece, è stato appena pubblicato come veicolo di promozione ufficiale in giro per il mondo da parte della Camera di Commercio di Pistoia: per l’occasione è stata realizzata anche una app, “Live Pistoia!”, che consentirà a tutti i turisti di avere direttamente sul proprio smartphone i contenuti della rivista e gli aggiornamenti continui sugli eventi in programma a Pistoia per tutto il 2017.

Pagine di apertura: facciata della chiesa di S. Giovanni Fuorcivitas; pagina a fianco: in alto la folla per la presentazione del libro e del numero 23 di Naturart; in basso la produzione della Giorgio Tesi Group; in questa pagina, sopra: panoramica su Piazza della Sala in occasione di “Un altro parco in città”; sotto: da sinistra Marco Cappellini, direttore generale Giorgio Tesi Group, Giuliano Gori, Mons. Fausto Tardelli, il sindaco Samuele Bertinelli, Fabrizio Tesi legale rappresentante Giorgio Tesi Group. Opening pages: The façade of the church of S. Giovanni Fuorcivitas; opposite page: above the crowd for the presentation of the book and Naturart’s 23rd issue; below Giorgio Tesi Group’s production; on this page, above: overview of Piazza della Sala during “Another Park in the City”; below: from the left, Marco Cappellini, general manager, Giorgio Tesi Group; Giuliano Gori; Msgr. Fausto Tardelli; Mayor Samuel Bertinelli; and Fabrizio Tesi, legal representative, Giorgio Tesi Group. 57


Towards Pistoia, Capital of Culture 2017

Plants and pride The Giorgio Tesi Group, ambassador of beauty and of the area’s identity

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n the last few months, Giorgio Tesi Editrice, the Giorgio Tesi Group company that publishes NATURART, Discover Pistoia, and the series “Avvicinatevi alla bellezza” (“Approaching beauty”) has had a new publishing success. The book on Pistoia, Capital of Culture 2017 has been particularly successful. This publishing effort was inspired by the Giorgio Tesi Group’s decision to develop the area’s attractions as a fundamental asset of its brand during this memorable year for Pistoia. In fact, 2017 will also bring a lot of international attention to Pistoia, Capital of Culture, its delights, and its resources. As a result of doing business in over 60 countries and with tools at its disposal like NATURART and Discover Pistoia, the Giorgio Tesi Group will be one of Pistoia’s proudest, most effective ambassadors for the events of 2017. “We’ve always believed in Pistoia’s international potential,” says Fabrizio Tesi, the Giorgio Tesi Group’s legal representative. “Back before anyone could have imagined it, i.e., six years ago, we decided to express through NATURART the pride and love we have for area, convinced before many others that this city’s artistic, cultural and landscape gems deserved accolades and worldwide exposure. Only NATURART could tell this tale of Pistoia as Capital of Culture, since our publishing experience has opened our area

to be discovered not only by 60 countries but it has prompted locals to rediscover its forgotten corners and wonderful art works. This treasure trove has been right before our eyes, yet no one had ever unveiled it. We believe that this descriptive labor of discovery developed a sense of pride and belonging that led the organizing committee to include NATURART and Discover Pistoia in the dossier that resulted in our city being given the title of capital.” For Pistoia, 2017 will also still be a showcase year for the excellence of its production. “This year Pistoia’s nursery business will make a further qualitative leap in international recognition,” says Marco Cappellini, the Giorgio Tesi Group’s chief executive and president of the National Association of Nurseries Exporters (ANVE).


2017 will have other innovations as well. In late January, the book “Avvicinatevi alla Bellezza – Pistoia Capitale Italiana della Cultura raccontata da NATURART” introduced the city to members of the European Parliament in a specially organized session at which the mayor of Pistoia, Samuele Bertinelli, was present. However, with the contribution of Fondazione Caript, Giorgio Tesi Editrice’s commitment has gone even further with the co-production of #Pistoia17’s official video in partnership with NATURART, Discover Pistoia, and Fondazione Sistema Toscana. Its incredible success on the web is evidenced by having more than 300,000 views on the official Facebook pages in just two months. A special issue of NATURART was recently published that will be used worldwide by the Pistoia Chamber of Commerce as the official marketing vehicle. Consequently, the app “Pistoia Live!” was also created, which gives tourists direct access through their Smartphones to the magazine’s content as well as to continuous updates on events scheduled in Pistoia throughout 2017.

“For more than 160 years, Pistoia’s nursery district has seen vigorous growth, achieving worldclass distinction with over 5,000 hectares under cultivation and about 1,200 production companies. The district’s horticultural output constitutes approximately 35% of the entire Italian sector and 75% of its production is exported to more than 60 countries worldwide. In 2017, Pistoia’s plants will bring not just the excellence of Made in Pistoia to the world but also the city’s cultural value. The Giorgio Tesi Group will be at the forefront, with new production and certified quality. All the same, we are proud to have been t the first company to make the city and area of Pistoia a fundamental part of our image – as we did with a booth dedicated to Pistoia, Capital of Culture at Europe’s most important industry trade fair.”

This is the year to experience everything the entire area has to offer: from culture to landscape, from traditions to food, from the spas to the mountains, from Pinocchio to Leonardo da Vinci – where the authentic Tuscany will triumph. “With the Discover Pistoia portal, we are seeking to convey these riches and promote the unique experience that a visit to Pistoia and its environs represents,” says Fabrizio Tesi. “This experience was condensed into a book dedicated to Pistoia as Capital of Culture, part of the Avvicinatevi alla Bellezza (Approaching Beauty) series, which also includes a similar volume dedicated to the Ospedale del Ceppo’s frieze. With these initiatives, we also promote, as the Giorgio Tesi Group, disseminating this information that reinforces the area’s marketing and its future identity.”

www.giorgiotesigroup.it www.discoverpistoia.it In alto: i dipendenti della Giorgio Tesi Group in un vivaio; pagina a fianco in basso: visitatori all’interno del vivaio; in questa pagina, in basso a sinistra: la copertina e l’interno del libro “Avvicinatevi alla Bellezza”; sotto: il sindaco Bertinelli consegna il libro “Avvicinatevi alla Bellezza” al sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Above: Giorgio Tesi Group employees at a nursery; Opposite page bottom: Visitors at a nursery; on this page, below left: the cover and inside of the book “Avvicinatevi alla Bellezza”; below: Mayor Bertinelli presents the book “Draw “Avvicinatevi alla Bellezza” to Mattia Palazzi, mayor of Mantova.

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Premio Giorgio Tesi Junior

Emozioni dall’Ambiente Arrivati alla quinta edizione del premio di poesia, tema di questo anno il fuoco TESTO Carlo Vezzosi

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a Fondazione Giorgio Tesi onlus ha istituito nel 2013 un concorso di poesia per gli studenti della classe quinta della scuola primaria e per le tre classi della scuola secondaria di primo grado, intitolato “Premio Giorgio Tesi Junior – Emozioni dall’Ambiente”. I temi sui quali i ragazzi sono chiamati ad esprimersi in versi sono stati: le piante, l’acqua, l’aria, la terra e in questa ultima edizione il fuoco. Accanto ad una considerevole partecipazione si è manifestato un crescente interesse nell’ambi-

to delle scuole del territorio, prima nel pistoiese e di recente delle scuole della Valdinievole e della montagna. I premi in forma di borse di studio riguardano i primi dieci classificati, per tutti i partecipanti un piccolo riconoscimento. Durante la cerimonia di consegna dei premi gli studenti leggono le poesie, giudicate da una qualificata giuria, e ricevono un attestato, i partecipanti si ritrovano in festa e per un pomeriggio ascoltano le poesie e i sentimenti dei propri compagni; alcuni intermezzi musicali, sempre ad opera di studenti dei corsi di musica pistoiesi, rendono piacevole e gioioso l’incontro. L’adesione delle classi è marcata, emerge che i bambini sono fortemente motivati ad esprimere il loro stato d’animo nei confronti dell’ambiente naturale che li circonda e, seppure con forme e parole diverse, tutti manifestano l’amore e il rispetto per la natura e, allo stesso tempo, anche la preoccupazione per il suo futuro. Il crescente interesse dei docenti e degli studenti a questo progetto culturale e formativo, stimola la Fondazione a proseguire e sostenere il suo cammino futuro. Al contempo, la Fondazione ringrazia i giovani, le loro famiglie, gli insegnanti e i dirigenti che credono nella sua validità.


Giorgio Tesi Junior Prize

Emotions by the Environment The 5th poetry contest’s theme is fire

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n 2013, the non-profit Fondazione Giorgio Tesi set up the Giorgio Tesi Junior Award – Emotions by the Environment, a poetry contest for students in the last year of elementary school and through all three years of middle school. The children are invited to express themselves on such themes as plants, water, air, earth, and, for this most recent competition, fire. The area’s local schools – first in Pistoia and more recently in the Valdinievole and the mountains – have shown a growing interest combined with extensive participation. The top ten finishers are given scholarships as prizes; in addition, all contestants receive a token of recognition. During the awards ceremony, students read their poems, ranked by a qualified jury, and receive a certificate. During the afternoon celebration, participants listen to the poems and the feelings of their classmates. Musical interludes, with pieces composed by students in Pistoia’s music courses, make the event both pleasant and enjoyable. The classes’ involvement is remarkable, indicating that the children truly feel inspired to express their feelings for the natural environment that surrounds them. Moreover, they all display, albeit in different styles and words, their love and respect for nature as well as concern for its future. The growing interest in this cultural and educational project shown by teachers and students has encouraged the foundation to continue to

support its future direction. At the same time, the foundation wants to thank the young people and their families as well as their teachers and the directors who believe in its effectiveness.

www.giorgiotesigroup.it www.discoverpistoia.it Pagina a fianco, in alto: alcuni momenti del premio Giorgio Tesi Junior; pagina a fianco, in basso: foto di gruppo in Sala Maggiore di Palazzo Comunale; in questa pagina, in alto: Fabrizio Tesi premia il vincitore del concorso; sotto: consegna degli attestati del premio Giorgio Tesi Junior. Opposite page, top: a few scenes from the Giorgio Tesi Junior prize-giving ceremony; opposite page, bottom: group photo in the Sala Maggiore, Palazzo Comunale; on this page, top: Fabrizio Tesi awards the prize to the competition’s winner; below: receiving Giorgio Tesi Junior award certificates.

Via Crispi, 15 Centro Storico - Pistoia Tel. +39 0573 1781113 cantinettapistoia@gmail.com


In viaggio verso i mari del sud Al Giardino Zoologico il 4 novembre 2016 è iniziato il “viaggio verso i mari del sud” con un workshop a cui hanno partecipato 37 insegnanti delle scuole della città: tema l’inquinamento del mare, docente la Dott.ssa Claudia Gili, Direttore scientifico e dei servizi veterinari di Costa Edutainment spa. La prima tappa è stata la formazione delle insegnanti, vero punto di forza per far crescere nelle nuove generazioni la consapevolezza di come si possa fare la differenza nella protezione della natura con piccoli gesti quotidiani. Assemblare il team, allestire la “goletta” e definire la rotta sono stati i passi successivi: 750 alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado del nostro territorio sono i protagonisti della spedizione; microscopi, flaconi di detersivo, scrub viso e lavatrici sono gli strumenti con cui si devono confrontare; Betty’s Bay- Sudafrica è la destinazione. Il varo è avvenuto il 9 gennaio con la prima attività in classe: gli educatori del Giardino Zoologico sono arrivati a scuola con una valigia colma di detersivi, vestiti, dentifrici, scrub viso e corpo e hanno allestito scaffali di un supermercato chiedendo ai ragazzi di provare a fare la spesa in difesa del mare. 80 km separano Pistoia dal mare, eppure è proprio dalle nostre case e dalle nostre abitudini quotidiane che ha origine una parte delle sostanze inquinanti che hanno trasformato gli oceani in una grande discarica all’aperto. Bottiglie di plastica, scatole di polistirolo e stoviglie abbandonati dai 62

natanti costituiscono i rifiuti visibili, ma esiste anche una grandissima quantità di particelle di plastica rilasciate nell’acqua che esce dalle case e che poi arriva al mare attraverso i fiumi. Le microplastiche, salite alla ribalta grazie agli ultimi articoli sui media, sono molto pericolose per quantità, per capacità di sfuggire ai filtri dei depuratori e per impatto non solo ambientale ma anche sulla salute pubblica. Scambiate per plancton, le microsfere vengono ingerite dai pesci e tornano quindi nei nostri piatti quando mangiamo pesce, soprattutto quello che non viene eviscerato. Ma dove sono le microplastiche? Ormai sappiamo che sono usate negli scrub viso e corpo o in alcuni dentifrici e detersivi, ma spesso non sono segnalate nelle etichette dei tantissimi prodotti che le contengono; la cosa migliore da fare è tenersi aggiornati man mano che vengono pubblicate notizie sull’argomento. Gli alunni, durante la simulazione della spesa, hanno dovuto acquistare anche capi di abbigliamento...poliestere, nylon, pile, fibre sintetiche in generale rilasciano ad ogni lavaggio in lavatrice migliaia di microfibre che arrivano al mare. In questo caso lavare a basse temperature e usare ammorbidenti può essere utile per limitare i danni. L’argomento è complesso e dinamico poiché ancora non ci sono tutti i parametri per capire come comportarsi, ma alcune azioni sono già possibili e diffondere le informazioni per far crescere la consapevolezza nella collettività è un primo passo. Il viaggio continuerà nei prossimi mesi: un incon-

tro con la Dott.ssa Gili presso il Liceo Scientifico Duca D’Aosta sarà una tappa importante, per età e numero di studenti raggiunti. Al Giardino Zoologico sarà la tappa conclusiva per conoscere i Pinguini sudafricani, specie simbolo dell’inquinamento da petrolio: due catastrofici naufragi di petroliere hanno causato la morte della metà della popolazione. Oggi la specie è a rischio d’estinzione. Ai Pinguini sudafricani è dedicato il nuovo exhibit (inaugurazione prevista a marzo) del Giardino Zoologico che partecipa da anni al progetto europeo di allevamento con il successo di 3 nuovi pulcini nel 2016; la spiaggia si chiamerà “Betty’s Bay” approdo, ma anche punto di partenza, per un viaggio che, ci auguriamo, continuerà nella vita di tutti i partecipanti e che sarà in difesa del mare. Per seguire le tappe www.zoodipistoia.it

Testo di Eleonora Angelini* Foto Archivio Giardino Zoologico *Responsabile della didattica del Giardino Zoologico di Pistoia *Head of Education Department Zoological Gardens of Pistoia


PubbliNATURART

Traveling to the South Seas The “South Seas Voyage” got underway at the zoo on 4 November 2016, with a workshop on sea pollution, which was attended by 37 teachers from the city’s schools and led by Claudia Gili, the zoo’s scientific director, and Costa Edutainment’s veterinary services. The first phase was teacher training, which represents a real asset in working to increase generational awareness of how small daily actions can make a difference in safeguarding nature. Then once the team was assembled and the “schooner” fitted out, it set course as 750 elementary and middle school students played a prominent role in the expedition. the tools were microscopes, bottles of detergent, facial scrubs, and washing machines to be used for comparison; the destination, Betty’s Bay, South Africa. The launch took place on January 9 with the first classroom activity as the zoo’s instructors arrived at the school with a suitcase filled with detergents, articles of clothing, and toothpaste plus facial and body scrubs. They set up supermarket shelves and asked the children try doing the grocery shopping in a way that would protect the sea. Although Pistoia is 80 km from the sea, some of the pollutants that are transforming the oceans into a large, open-air dump originate from our daily habits in our homes. the visible waste consists of the plastic bottles plus polystyrene boxes and dishes discarded by watercraft. However, an immense quantity of plastic particles is also released into the water that leaves our houses to reach the sea via rivers. Thanks to increased media attention, it is now known that the dangers posed by microplastics due to quantity and their ability to easily pass through water filtration systems not only have an environ-

ment impact but also a public health one. Mistaken for plankton, these microspheres are ingested by fish to then return to our tables, especially when we eat ungutted fish. However, where are these microplastics found? We now know that they are used in facial and body scrubs as well as in some toothpastes and detergents. Moreover, they often are not listed on the labels of the many products containing them. The best thing to do is to keep up to date when news on the subject is published. During the grocery shopping role-playing, the students also had to buy clothing made using polyester, nylon, fleece, and synthetic fibers. Generally, each load of laundry releases thousands of micro fibers that reach the sea. In this case, washing at low temperatures and using softeners may be useful in limiting the damage. It is a subject complex and dynamic since all the parameters for understanding what to do are still not known. Nevertheless, some actions are already possible, with the first step in raising community awareness being the dissemination of information. The voyage will continue in the upcoming months. A meeting with Dr. Gili at the Duca D’Aosta Scientific High School will be an important stop, because of the ages and number of students attending. The final stop at the zoo will be to get to know the South African penguins, a symbol of oil pollution due to two catastrophic oil tanker wrecks that have caused the death of half the population, the species today being endangered. The new exhibit (opening scheduled for March) is dedicated to South African penguins as the Zoolo-

gical Garden has participated for years in the European breeding project. In 2016, three new chicks were successfully hatched. The beach will be called “Betty’s Bay”, which is a landing, but also the starting point for a journey that we hope will continue throughout the lives of all the participants and will help to protect the sea. To follow the stops, www.zoodipistoia.it

Giardino Zoologico Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia Tel. +39 0573 911219 info@zoodipistoia.it

www.zoodipistoia.it 63


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Fondazione Pistoiese Promusica

Note per vivere meglio Un ricchissimo programma per il 2017, tra stagioni concertistiche, eventi unici e impegni sociali

TESTO Dario Cafiero FOTO Stefano Poggialini

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a Fondazione Pistoiese Promusica, nata nel 2004 come ente strumentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, è una realtà non-profit che ha come fine istituzionale la promozione, diffusione e conoscenza della cultura musicale. Un progetto unico e prezioso, che si compie attraverso la realizzazione di due stagioni concertistiche – una Sinfonica ed una di Musica da Camera – di altissimo livello; ma anche con lo sviluppo di programmi didattici e formativi, la nascita e la promozione dell’Orchestra Leonore formata da musicisti provenienti da tutto il mondo e da prestigiosi contesti internazionali (Lucerne Festival Orchestra, Berliner Philharmoniker, Orchestra di Santa Cecilia, Mahler Chamber Orchestra, Chamber Orchestra of Europe). Molti gli appuntamenti musicali in calendario per il 2017. Da gennaio a giugno gli undici concer-

ti della Stagione di musica da camera saranno ospitati nel Saloncino della Musica di Palazzo De’ Rossi, nel cuore storico della città. “Dobbiamo trovare nuove strade per riavvicinare le persone alla musica classica – ha sottolineato il Presidente della Fondazione Caript, Luca Iozzelli, alla presentazione della Stagione 2017 – che oggi è troppo spesso rintanata in angoli ristretti ai soli musicisti ed ai critici. Il nostro intento è quello di predisporre programmi, qualitativamente validi, ma il più possibile fruibili al pubblico.” Il programma prevede infatti artisti di fama internazionale – tra i quali Grigory Sokolov, Alexander Lonquich, Giuliano Carmignola, Mario Brunello – ma anche realtà giovani ed emergenti, come il Quartetto d’archi Lyskamm (18 marzo), Simone Leitão, pianoforte (6 aprile), Ars Trio, violino, violoncello e pianoforte (29 aprile). Da segnalare una novità assoluta per la stagione

cameristica: la commissione, per la prima volta nella sua storia, ad uno dei gruppi italiani più innovativi, Soqquadro Italiano, di una prima nazionale di uno spettacolo, intitolato “Nobody’s room”, incentrato sulla musica di Franz Schubert rivisitata, anche in chiave contemporanea, attraverso l’interpretazione della splendida voce di Vincenzo Capezzuto e ambientato in un particolare allestimento scenico del Saloncino della musica.

Dalla Fondazione è nata anche l’Orchestra Leonore La XIII Stagione Sinfonica Promusica (in programma fino al 26 maggio 2017) si terrà al Teatro Manzoni di Pistoia: nove gli eventi in programma per un repertorio che abbraccia quattro secoli di musica. Non mancheranno, oltre alle orchestre e ai direttori, i grandi solisti: il violinista Emmanuel Tjeknavorian e il violoncellista Narek Hakhnazaryan, giovani vincitori di importanti concorsi internazionali; Olli Mustonen, musicista poliedrico che nella stessa serata sarà direttore, pianista solista e anche autore; Nemanja Radulovic, virtuoso del violino, dal talento e carisma inimitabili; Radovan Vlatković, cornista raffinato e sensibile; Gabriela Montero, strepitosa pianista e improvvisatrice. A marzo appuntamento con l’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Bach nell’interpretazione dell’Orchestra Leonore: un doppio concerto proposto come occasione di incontro tra pubblico e musicisti, arricchito da un approfondimento umoristico con “Un tema più difficile – monologo illustrato e… suonato” di Astutillo Smeriglia (al secolo Antonio Zucconi, autore e videomaker premiato in più occasioni ai Nastri d’Argento e candidato ai David di Donatello). A maggio il concerto che aprirà l’VIII edizione del festival di antropologia del contemporaneo

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Pistoia - Dialoghi sull’uomo con la Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Protagonista l’Orchestra Leonore diretta dal M° Daniele Giorgi, a cui si uniranno i vincitori della borsa di studio internazionale Listen 2.0 destinata a giovani under 30, il Coro Ars Cantica e il Maestro del Coro Marco Berrini, i solisti Johanna Winkel, Alessandra Visentin, Dominik Wortig e Detlef Roth. Tra le importanti novità di questo anno speciale l’opera con l’Idomeneo di Mozart, titolo operistico nel calendario dell’80° Festival del Maggio Musicale Fiorentino. Evento di chiusura il 5 luglio, nell’ambito delle manifestazioni estive, con il concerto che il Maestro Fabio Luisi, direttore musicale designato del Maggio Musicale Fiorentino, dirigerà in piazza Duomo a Pistoia con l’Orchestra e il Coro del Maggio. In programma la Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione” di Gustav Mahler.

Nei primi mesi del 2017 si completerà poi il programma 2016-2017 di un altro progetto territoriale della Fondazione Promusica ovvero “Voci Danzanti”, un concorso per la selezione e formazione di un coro di voci bianche di ragazze e ragazzi rivolto alle ultime due classi delle scuole elementari e alle tre medie della provincia di Pistoia. Il coro, formato da 40 studenti, ha l’obiettivo di creare un forte sistema di relazione tra i giovani, favorendo coesione, integrazione e trasmettendo i valori fondamentali del vivere insieme attraverso la musica. A fine maggio è in programma un evento in cui il coro di voci bianche “Voci Danzanti” agirà in sinergia con un secondo importante progetto della Fondazione denominato ”Orchestra Sociale”, un gruppo formato da ragazzi dei Centri Socio-educativi pistoiesi ai quali viene offerta, attraverso la pratica orchestrale, una gran-

de opportunità e uno strumento per combattere situazioni di disagio o di devianza sociale giovanile. L’intero progetto è realizzato in collaborazione con l’Associazione Teatrale Pistoiese attraverso l’Orchestra d’archi della Scuola di Musica e Danza “Teodulo Mabellini”. Pagina in apertura: L’Orchestra Leonore e il suo direttore, il Maestro Daniele Giorgi; in queste pagine partendo dall’alto: un concerto nel Saloncino della Musica di Palazzo De’ Rossi; in basso: alcuni momenti dei concerti al Teatro Manzoni. Opening pages: The Orchestra Leonore and its conductor, Maestro Daniele Giorgi; on these pages from the top: a concert in Palazzo De’ Rossi’s Saloncino della Musica; bottom: a few scenes from concerts at Teatro Manzoni.

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Fondazione Pistoiese Promusica

Notes for better living A packed program for 2017, including concert series, unique events, and social commitments

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stablished in 2004, the Fondazione Pistoiese Promusica is a non-profit body of the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, whose institutional goal is the promotion, dissemination, and knowledge of music. This unique and valuable project is accomplished through the production of two concert seasons – one for symphonies, the other for chamber music - at the highest level. In addition to developing educational and training programs, it has created and promoted the Orchestra Leonore composed of musicians from around the world and prestigious international settings (Lucerne Festival Orchestra, Berlin Philharmonic, Santa Cecilia Orchestra, Mahler Chamber Orchestra, and Chamber Orchestra of Europe). The 2017 calendar is offering many musical events. From January to June the eleven concerts of chamber music season will be hosted in the Palazzo De’ Rossi’s Saloncino della Musica, in the historical heart of the city. “We must find new ways to acquaint people with classical music,” said Luca Iozzelli, president of the Fondazione Caript, at the introduction of the 2017 season. “Nowadays it is too often hidden in locales restricted only to musicians and critics. Our aim is to set up high quality programs that offer the public a must enjoyment as possible.” The program will include such internationally renowned artists as Grigory Sokolov, Alexander Lonquich, Giuliano Carmignola, and Mario Brunello as well as young, up-and-coming talents as the Lyskamm String Quartet (18 March), Simone Leitão, piano (6 April), and the Ars Trio, violin, cello and piano (29 April). Of note is the chamber season offers something completely new. For the first time in its history, it will have Soqquadro Italiano, one of the most innovative Italian groups, perform the national premiere of “Nobody’s room”, a show focused on a re-examination of Franz Schubert’s music, in a contemporary key, interpreted by the splendid voice of Vincenzo Capezzuto, set in a special staging at the Saloncino della Musica.


The XIII Promusica Symphonic Season (running through 26 May 2017) will be held at Pistoia’s Teatro Manzoni. Nine events are scheduled for a repertoire that spans four centuries of music. in addition to the orchestras and conductors, there will be great soloists like violinist Emmanuel Tjeknavorian and cellist Narek Hakhnazaryan, young winners of major international competitions; Olli Mustonen, a versatile musician will be director, pianist, soloist as well as composer all in the same evening; Nemanja Radulovic, violin virtuoso, inimitable talent and appeal; Radovan Vlatković, sophisticated and sensitive horn player; and Gabriela Montero, an amazing pianist and improviser. March offers a date with the complete Brandenburg Concertos by Bach performed by the Orchestra Leonore. This double concert will be an opportunity for the audience and musicians to meet, with the added attraction of a humorous study entitled “Un tema più difficile – monologo

illustrato e… suonato” by Astutillo Smeriglia (born Antonio Zucconi, author and videomaker honored on several occasions with the Silver Ribbon and nominated for the David di Donatello). In May, the concert opening the eighth Festival of Anthropology of Contemporary Pistoia - Dialogues on Man” will be Ludwig van Beethoven’s Ninth Symphony. It will start the Orchestra Leonore directed by Maestro Daniele Giorgi, who will join the winners of the international Listen 2.0 scholarship for people under the age of 30, the Ars Cantica Choir and Choirmaster Marco Berrini, with soloists Johanna Winkel, Alessandra Visentin, Dominik Wortig, and Detlef Roth. Among the important innovations during this special year will be Mozart’s work of Idomeneo, opera included in the program for the 80th Maggio Musicale Fiorentino Festival. The season will close on July 5, as part of the summer events, with a concert directed by Maestro Fabio Luisi,

music director designate of the Maggio Musicale Fiorentino, in Pistoia’s Piazza Duomo with the Maggio Orchestra and Chorus. Also planned is the Symphony No. 2 in C minor, “Resurrection” by Gustav Mahler. The 2016-2017 program will finish in early 2017 with another of the Fondazione Promusica’s local projects, namely “Voci Danzanti”, a competition for the selection and training of a choir of children in their last two years of elementary school and or their three years of middle school in the province of Pistoia. Composed of 40 students, the choir’s objective is to create a strong system of relationships between young people, fostering unity and integration while transmitting the fundamental values of living together through music. In late May, an event is planned in which the “Voci Danzanti” children’s choir will participate in the Fondazione’s second major project known as “ Orchestra Sociale”, a group made up of young people from the Pistoia area’s socio-educational centers. The project offers, through orchestral training, a great opportunity and a tool to combat poverty and juvenile delinquency. The entire project is being carried out in collaboration with the Associazione Teatrale Pistoiese through the String Orchestra of the Theodule Mabellini School of Music and Dance.

www.fondazionepromusica.it www.discoverpistoia.it In alto: un concerto all’interno del saloncino della Musica di Palazzo De’ Rossi; pagina a fianco in basso e a lato: particolari di esibizioni dell’Orchestra Leonore. Above: a concert in the Palazzo De’ Rossi’s Saloncino della Musica; opposite page and to the side: details from Orchestra Leonore performances. 69




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Parole d’autore

VarietĂ di nebbia Il poeta Giacomo Trinci racconta la nebbia che avvolge Pistoia e la sua campagna TESTO Giacomo Trinci FOTO Lorenzo Marianeschi

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Foto Fabrizio Zollo

S Giacomo Trinci Versi pistoiesi nel mondo Giacomo Trinci è nato a Pistoia 1960. È autore di numerosi volumi di poesie: Cella (1994), Voci dal sottosuolo (1996), Telemachia (1999), Resto di me (2001), Senz’altro pensiero (2006), La cadenza e il canto (2007). Ha messo in versi la storia di Pinocchio nel volume Autobiografia di un burattino (2004). Con le poesie di Inter nos (2013) ha vinto il Premio Betocchi ed è stato tra i segnalati al Premio Viareggio 2014. Nel 2015 ha ricevuto il Premio Giusti. Con Francesca Maria Corrao ha curato la versione poetica della raccolta Nella pietra e nel vento di Adonis e il volume della poesia Araba edito come allegato del quotidiano “La Repubblica”. I suoi testi sono tradotti in spagnolo, arabo e inglese. 74

crivo la nebbia; che cancella ogni sguardo, che fonde e si effonde, cancella dimensioni, disegni, contorni. Eppure la vedo, ogni volta stregato dalle sue varietà; sì, perché non esiste la nebbia come universale, ma si sentono diverse nebbie, si evidenziano varie morfologie e geografie. La nebbia ha una sua specifica cadenza filosofica: ci sono quelle metafisiche, assolute, che pongono in questione l’essere del mondo e la sua fragile parvenza. Sono il miasma di un cosmo che versa se stesso al di fuori e racconta di una precipite vocazione ad annullarsi, a spegnersi di luci e arricchirsi di suoni misteriosi, di voci acute e sorde che si fanno presenti e vicine a rivelare il loro mistero; si assorbe il chiasso barocco dei colori nella nudità romanica dei suoni, nella loro severa asciuttezza che viene da una lunga confidenza col regno dei morti e col paese del sonno. Questa tipologia tra il metafisico e l’astrale, adotta quella compattezza misterica che disegna le nebbie della bassa padana: sono le nebbie pascoliane, insieme soffici e soffocanti, schermi fragili e densi davanti al nulla delle cose; sono il velo del vuoto, è il nulla che, improvvisamente, senza avvertirci o farsi annunciare da qualche cerimoniale che anticipi l’evento, sorge davanti a noi, come nel film “Amarcord” di Fellini. Ci avviluppa col suo fiato grosso e delicato che

viene dall’altrove; disegna ombre d’uomo, ombre di cose, ombre e spettri di animali. È sovranamente astratto, anche quando si concretizza in questa tenera e confidente ricerca di complicità con le cose del mondo, perché mette in questione, comunque, l’essere: è una nebbia ontologica, quella padana.

“Entrare nella nebbia come un bambino che esplora” Ma c’è un altro tipo di nebbia, che al suo interno contempla infinite variazioni d’essere, morfologie multiple, anche se organizzate secondo una dominante diversa dalla precedente, in alcuni casi opposta: la fisica, aguzza, asciutta, improvvisa nebbia toscana, che comincia a declinarsi gradualmente a partire dalle nebbie dell’Appennino pistoiese e di Pistoia stessa. Una nebbia che lascia lentamente, ma in modo inesorabile, la veste sontuosa, a larga latitudine, della metafisica padana, tutta incentrata sul brivido intimo del rapporto col nulla che ci avvolge


e consiste di noi, del nostro vivere, e prende un nuovo stile, una misura e una fisionomia diversa: quella drammatica di un niente estraneo che, a sbalzi, a fasci di presenza, assale le cose, le forme; con aria sfrontata e lesta, da estraneo al visibile, da nemico degli oggetti, che li vuole assalire e, possibilmente, inghiottire. In campagna o in città la condizione è la stessa: quella di una fisica che rischia di affogare nel niente. Qui, nella città che abito, il discrimine è meno netto tra le due configurazioni. Ancora si sente l’ontologica, misterica sopravvivenza della nebbia padana: in certi passaggi di cortile cittadino, di campagna ancora perfettamente netta e sola, nei perduti fossi e cigli della collina; ancora il respiro complice e domestico, si direbbe, di quel fiato nullificante si fa evidente; eppure, queste note sono inserite in una musica diversa: tagliente e prosastica, la rustica faccia del nulla: il niente. Con la nebbia, in città, il niente acquista la consistenza di cosa, non cancella ma si consegna alla vista: taglia, segna, evidenzia, delinea. Emerge come il qualcosa che ci costituisce, noi stessi fatti della stessa sostanza della nebbia; estranea e intima, appunto, fuoriesce dalle cose del mondo, dal loro interno indiscernibile e imperscrutabile e viene ad allogarsi nel visibile, ad occuparne tutti gli interstizi, gli spazi, le minime

angolature, le intermittenti, minime sfrangiature: in questo barocco dell’antibarocco. Le figure, i personaggi, le cose, gli oggetti si negano, e con essi le distraenti storie; tutto a favore delle parole: quelle mute delle cose, e quelle degli uomini, parlottanti un segreto cifrario, quello delle ombre. E noi entriamo nella nebbia con animo timoroso e tremulo, come soggiogati dal numinoso che si presenta in modo così improvviso, anche quando si fa annunciare da oscure previsioni di pioggerella lentissima e inesorabile, fine ed uniforme, che cade sul mondo. Dobbiamo entrare in questa morbida caverna allestita dal cielo il più possibile con animo limpido, desideroso non di capire e carpire segreti, come è tipico di chi, da fatuo dominatore di segni, di simboli, ordina passaggi, calcola svolte, simmetrie, ma come bambino: mitemente esplorante, tenero lume di comprensione, sempre minacciato di spegnersi al minimo soffio di niente. Attento, questo sì, alle voci misteriose, ai rumori, ai soffi e respiri delle cose, adesso così insolitamente evidenti e vicine; anzi, dentro di noi, quasi nostre, eppure disappartenenti nella loro necessaria alterità. Il cielo, da sopra, stende il suo sudario su noi, e sul teatro mondano soffia una pietà lontana, che consegna la flotta del visibile al corteo di fumo e di vento dell’invisibile: nebbia.

Pagine di apertura: la nebbia che avvolge Pistoia; in alto: panoramica sulla pieve di Valdibure circondata dalla nebbia; a sinstra: il poeta Giacomo Trinci Opening pages: fog enveloping Pistoia; above: panoramic view of the Valdibure parish church surrounded by the fog; Left: the poet Giacomo Trinci.

The Poetry of Pistoia Worldwide Giacomo Trinci was born in Pistoia in 1960. He is the author of numerous volumes of poetry, including Cella (1994), Voci dal sottosuolo (1996), Telemachia (1999), Resto di me (2001), Senz’altro pensiero (2006), and La cadenza e il canto (2007). With his book Autobiografia di un burattino (2004), he transferred Pinocchio’s story into verse. He won the Betocchi Award with his poems from Inter nos (2013) and was among those to receive a commendation at the 2014 Viareggio Prize. In 2015, he received the Giusti prize. He worked with Francesca Maria Corrao to edit Adonis’s collected poems in Nella pietra e nel vento and the volume of Arab poetry published as a supplement to the newspaper attached “La Repubblica”. His works have been translated into Spanish, Arabic, and English. 75



The Author’s Words

Varieties of fog The poet Giacomo Trinci tells about the fog that envelops Pistoia and its countryside

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am writing about fog, which eliminates every view. It blends and spreads, erasing size, patterns, and outlines. Yet each time I see it, I am bewitched by its variety; Yes, because fog is not universal, but different fogs are sensed, highlighting various land forms and natural features. Fog has its own specific philosophical basis. Some are metaphysical, absolute, questioning the existence of the world and its fragile appearance. This miasma of a cosmos that spills outward tells of a precipitous inclination to vanish, to douse the lights and embellish the mysterious sounds of the harsh, muffled voices nearby that close to revealing their mystery. The Baroque riot of colors is absorbed into the Romanesque nakedness of sounds, in the stern dryness that comes from a protracted familiarity with the kingdom of the dead and the land of sleep. This partly metaphysical, partly astral typology has adopted the mysterious solidity that depicts the fog of the lower Po Valley. These Pascolian mists, simultaneously fluffy and suffocating, are fragile and dense screens before the nothingness of things. They are the veil of emptiness, the nothingness that suddenly, without warning or ceremonial announcement, discloses the event that stands before us, like in Fellini’s film “Amarcord”. It envelops us with a dense, gentle air that comes from somewhere else, drawing the shadows of humans and things, and the shades and specters of animals.

It is supremely abstract, even when it is expressed in this tender, trusting research into the complicity with worldly things as it however calls existence into question. The Po fog is ontological. However there is another type of fog that, within, contemplates the infinite variations of being, multiple landforms, albeit organized according to a dominant different from and, in some cases, opposite to the previous one. The concrete, sharp, dry, sudden Tuscan fog begins to descend gradually, beginning with the fogs of the Pistoian Apennines and Pistoia itself. It is a mist that slowly, but inexorably forsakes the sumptuous, broadly spacious guise of Po metaphysics, focused entirely on the thrill of the intimate relationship with the nothingness that envelops and lies in us and our lives. It takes on a new style, simplicity, and different countenance. This drama of an alien void assails things and appearances in waves, with a bold, deft air, from foreign to visible, as an enemy that wants to attack objects and possibly absorb them. The condition is the same in the city or the country: a concreteness likely to drown in the nothingness. Here, in the city where I live, the distinction between these two versions is less clear. One still senses in certain areas in and outside of the town the ontological, mystical survival of the Po fogs, still perfectly apparent and solitary, on the lost ditches and roadsides of the hill. Yet one could say that the knowing, familiar grace of that nullifying wind becomes evident. Nevertheless, these notes are formed into a different tune, sharp and prosaic, with the coarse face of nought: the void. With fog, this emptiness in the city acquires a texture that is not stopped but delivered to the eye. It cuts, marks, highlights, and outlines, to emerge as the stuff of which we are made, the self-same substance as fog. Alien and intimate, it indeed escapes from worldly things, from their indiscernible and inscrutable within, to be accommodated in the visible, occupying everything: the gaps, spaces, minimal points of view, and slightest, intermittent entan-

glements: in this Baroque of the anti-Baroque. Figures, characters, things, objects, and their distracting stories, are all denied in favor of words, the mute ones of things and of humans muttering the secret code of shadows. Moreover, we enter fog with a fearful and trembling spirit, subjugated by the numinous that occurs so suddenly, even when announced by the obscure predictions of a slow, relentless drizzle that falls, light and unvarying, on the world. We must not enter this soft cavern prepared by the heavens with the most lucid of spirits, desirous not of understanding and gleaning secrets, as a fatuous ruler of signs and symbols typically does when organizing passages or calculating changes and balances. Rather we must like a child who timidly explores the gentle light of understanding that is always threatened to be extinguished by the slightest breath of nothingness. In this way, the child is attentive to mysterious voices and noises as well as the gasps and breaths of things, now so extraordinarily clear and close. They are inside us, almost ours, even disbelonging in their necessary otherness. the heavens extends its shroud over us from above. a distant piety is blowing over this mundane theater that delivers the fleet of the visible to the cortege of smoke and wind of the invisible, fog.

www.discoverpistoia.it In alto: panoramica della Pieve di Groppoli, sulle colline, e la piana pistoiese avvolta dalla nebbia. Top: panoramic view from Groppoli Church, with the hills and Pistoia’s plain shrouded in mist. 77


Il Cliente al centro dell’attenzione

Divisione

Agenzia di Pistoia Toccangini - Sabatini - Baldi Via dello Stadio, 6/a - 51100 Pistoia - Tel. +39 0573 976138/9

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Centro Pecci - Prato

La Fine del Mondo Riaperto il Centro regionale per l’Arte Contemporanea

TESTO Emanuel Carfora

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FOTO Ivan D’Alì Archivio Centro Pecci


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orta la firma dell’architetto olandese Maurice Nio l’ampliamento del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, riaperto con la mostra inaugurale “La Fine del Mondo”, curata dal Direttore Fabio Cavallucci. I rinnovati spazi del Centro Pecci impressionano per il carattere simbolico e cromatico dell’anello dorato che avvolge l’originario edificio di Italo Gamberini, mentre la grande antenna è fisicamente innestata nella struttura come una immagine simbolica, ideale strumento di ricezione e invio delle più innovative istanze dell’arte del presente.

Nei primi mesi 40mila visitatori stimolati e provocati dagli artisti sul tema della fine del mondo Nei primi mesi di apertura già 40mila visitatori hanno vissuto gli stimoli e le provocazioni delle numerose opere in mostra, pensata anche come piattaforma sulla quale sperimentare un esercizio di distacco dal presente: osservare la nostra quotidianità senza più certezze, accettando senza catastrofismo che il nostro mondo è finito e che innumerevoli cambiamenti attraversano il presente nel quale viviamo. È lo stesso Direttore Cavallucci che suggerisce al visitatore di provare a “vedere il tramonto del presente da lontano”, leggere dentro questa fine come se fosse “un momento infinitesimale nella curva enorme del tempo e dello spazio”. 82

Una mostra che invita a relativizzare emotivamente i grandi cambiamenti del nostro presente. In questa ottica si inseriscono i numerosi linguaggi artistici e la forte interdisciplinarietà dell’esposizione: pittura, scultura, fotografia, video e installazioni sono connesse fra loro e messe in relazione con temi di natura scientifica, geologica, sociale e antropologica. Raccontare la fine del mondo è possibile solo se questo nostro universo è indagato profondamente, narrato nelle sale attraverso le ricerche di artisti viventi e di nomi ormai classici della storia dell’arte: Mar-

chel Duchamp, Umberto Boccioni, Lucio Fontana, Pablo Picasso. Nella prima grande sala espositiva i tramonti di Hiroshi Sugimoto e Andy Warhol sembrano formare una cintura di luce in diretto contatto con i soffitti crollati di Thomas Hirschhorn e la pungente “Foresta Pietrificata” (2003) di Jimmie Durham. L’artista statunitense nella sua opera pietrifica letteralmente una stanza di ufficio, ricoprendola con del cemento, così da creare un presente fossile e un cortocircuito visivo e temporale di un ambiente a noi familiare e scontato. Henrique Oliveira, invece,


umana con tutte le contraddizioni della società contemporanea, raccontate da opere anche impressionanti o crudeli, presentate da artisti quali Pëtr Pavlensky, Pussy Riot, Santiago Sierra, Andrey Kuzkin. Un racconto ulteriormente rafforzato dall’installazione “Head On” dell’artista cinese Cai Guo-Qiang: un branco di 99 lupi riprodotti a grandezza naturale si lancia verso un muro di vetro, metafora degli errori della nostra esistenza, che evidentemente non riusciamo a intravedere davanti a noi, proprio come sottolinea Cai Guo-Qiang: “Le barriere invisibili tra le persone o le culture sono molto più difficili da distruggere”. L’ultima sala della mostra vuole raccontarci i momenti conclusivi della nostra esistenza. Robert Kusmirowski in un grande spazio fisico e concettuale ha realizzato un’installazione che accompagna il visitatore alla scoperta della propria memoria nel momento che precede la morte, riempiendo le pareti di oggetti della nostra comune esistenza, nobilitati da un candore paradisiaco e sottolineando la straordinaria importanza della vita di ciascuno, nonostante la fine del “nostro” mondo.

con un’opera monumentale invita il genere umano ad entrare nel suo “Transcorredor”, un vero e proprio viaggio a ritroso nella storia abitativa dell’uomo. L’installazione è infatti ideata come un percorso esperienziale negli ambienti che l’uomo ha costruito per proteggersi, da quelli artificiali fino a quelli naturali: pareti di abitazioni moderne e antiche, grotte e caverne fino al tronco di un albero. Le ere geologiche, la misura del tempo e l’indagine delle leggi della fisica sono temi affrontati nelle sale che precedono la stupefacente

opera di “Di come la terra provi ad assomigliare al cielo II” dell’artista cubano Carlos Garaicoa. Una pavimento luminoso crea la percezione di osservare una città di notte, ma immediatamente questa immagine sembra trasformarsi in un cielo stellato, nel nostro universo infinito. Un impatto emotivo altrettanto intenso è dato dall’incontro con l’opera di Tadeusz Kantor, “Bambini al banco da La classe morta” (1989), a ricordarci quante generazioni di studenti non hanno poi realizzato i loro sogni. Nelle ultime sale della mostra, infatti, compare fisicamente la figura

Pagine di apertura: il nuovo Centro Pecci; pagina a fianco: le opere di Henrique Oliveira e Robert Kusmirowski; in questa pagina, in alto: la stanza del cielo di Carlos Garaicoa; sotto: opera di Tadeusz Kantor. Opening pages: the new Pecci Centre; opposite page: works by Henrique Oliveira and Robert Kusmirowski; this page, top: Sky room by Carlos Garaicoa; below: a work by Tadeusz Kantor.

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PECCI M

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MUSEO

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The Pecci Center - Prato

The End of the World The Regional Centre for Contemporary Art Reopens

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Dal 1990 a Pistoia

n the signature style of Dutch architect Maurice Nio, the newly expanded Luigi Pecci Center for Contemporary Art has reopened with the inaugural exhibition “The End of the World”, curated by the museum’s director Fabio Cavallucci. The Pecci Center’s renovated spaces are striking due to the symbolic and chromatic character of the golden ring that wraps around Italo Gamberini’s original building, while the large antenna physically attached to the structure is a symbolic image, the ideal structure for receiving and transmitting the most innovative needs of today’s art. In its first few months since its re-opening, 40 thousand visitors have already experienced the stimuli and provocations of the many works on display, designed like a platform from which to test a exercise for detaching from the present: observing our less sure daily lives, accepting without catastrophism that our world is over and that innumerable changes pass through the present in which we live. Cavallucci, the museum’s director, has suggested that the visitor try to “see the sunset of today from a distance”, interpreting this as “an infinitesimal moment in the huge curve of time and space”. This exhibition is an emotional invitation to make relative the great changes of our present. many artistic languages and a strong interdisciplinary exposure have been inserted into this point of view.

Painting, sculpture, photography, video, and installations are connected to each other and correlated to scientific, geological, social, and anthropological themes. Recounting the end of the world is possible only if our universe undergoes a profound analysis that are narrated in the rooms through the works of living artists and of the now classic names of art history: Marcel Duchamp, Umberto Boccioni, Lucio Fontana, and Pablo Picasso. In the first large exhibition room the sunsets by Hiroshi Sugimoto and Andy Warhol seem to form a belt of light in direct contact with Thomas Hirschhorn’s collapsed ceilings and Jimmie Durham’s caustic “Petrified Forest” (2003). in this


work, the American artist has literally petrified an office, covering it with cement to create a modern fossil as well as to visually and temporally short-circuit this familiar environment we take for granted. In contrast, Henrique Oliveira’s gigantic work invites humankind to enter his “Transcorredor”, a veritable journey back through history via human habitations. The installation has been designed as an experiential tour of those spaces built by humans for protection. Ranging from the artificial to the natural, they include modern and ancient dwellings walls, caves and caverns, and even a tree trunk. Geological eras, the measurement of time, and a study of the laws of physics are the subjects

addressed in the preceding rooms the amazing work by the Cuban artist Carlos Garaicoa, “How the Earth Tries to Look Like the Sky II”. A luminous floor gives the perception of observing a city by night, yet this image seems immediately transformed into a starry sky in our infinite universe. The impact of Tadeusz Kantor’s “Children at Their Desks from The Dead Class” (1989) is equally intense and emotional, as the work reminds us of how many generations of students have not truly achieved their dreams. Indeed, the human figure, with all of contemporary society’s contradictions, is displayed physically in the final rooms of the exhibition, a story retold through the shocking and cruel works

of such artists as Pyotr Pavlensky, Pussy Riot, Santiago Sierra, and Andrey Kuzkin. This tale is further reinforced by the Chinese artist Cai GuoQiang’s installation “Head On” where, a pack consisting of 99 life-sized replicas of wolves throw themselves at a glass wall, a metaphor for the existential errors in front of us that we are clearly unable to discern. Cai Guo-Qiang emphasizes that “the invisible barriers between people and cultures are much more difficult to destroy”. The last room in the exhibition serves to illustrate the concluding moments of our lives. Robert Kusmirowski’s installation has created a large physical and conceptual space to accompany the visitor on a journey to discover the personal memories of that instant just before death, covering the walls with objects from our common existence, ennobled by a heavenly candor that emphasizes the extraordinary importance of each individual life, despite the end of “our” world.

www.discoverpistoia.it Pagine precedenti: i 99 lupi di Cai Guo-Qiang; in queste pagine, sopra: ingresso del nuovo Centro Pecci; di fianco: alcune sale del museo con performance di artisti. Preceding pages: Cai Guo-Qiang’s 99 wolves; on these pages, above: entrance to the new Pecci Centre; to the side: some rooms in the museum with performances by artists. 87


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Astronave di cultura

A Cultural spaceship

Aperto nel 1988 con i suoi 4000 mq ospita biblioteca, auditorium, ristorante e teatro

First opened in 1988 with 4000 m2, it contains a library, auditorium, restaurant and theater

l Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci è la prima istituzione italiana costruita ex novo per presentare, collezionare, documentare e promuovere le ricerche artistiche più avanzate. Dalla sua apertura nel 1988 ha prodotto una vasta attività espositiva e di documentazione sull’arte contemporanea, numerosi programmi didattici, spettacoli ed eventi multimediali. Ha raccolto in collezione oltre mille opere che mappano le tendenze artistiche dagli anni Sessanta ad oggi: pittura, scultura, cinema e video, installazioni, opere su carta, libri d’artista, fotografie, grafica, e progetti commissionati. Nel 2016 il Centro Pecci riapre dopo il completamento dell’ampliamento a firma dell’architetto Maurice Nio e la ristrutturazione dell’edificio originario progettato dall’architetto razionalista Italo Gamberini. Oggi il complesso ospita, oltre a circa 4000 mq di sale espositive, l’archivio e biblioteca specializzata CID/Arti Visive, che conta un patrimonio di circa 60.000 volumi, l’auditorium–cinema, il bookshop, il ristorante e il bistrot e il teatro all’aperto.

he Luigi Pecci Centre for Contemporary Art was the first Italian institution built from scratch to present, collect, document, and promote the most advanced artistic expressions. Since its opening in 1988, it has carried out numerous exhibitions and considerable research on contemporary art in addition to many educational programs, shows, and multimedia events. Its collection contains over a thousand works, mapping artistic trends from the 1960s up until today in painting, sculpture, film and video, installations, works on paper, artist books, photographs, graphics, and commissioned projects. In 2016, the Centro Pecci reopened after the completion of the enlargement designed by the architect Maurice Nio and renovation of the original building designed by the rationalist architect Italo Gamberini. With approximately 4000 square meters of exhibition rooms, the complex now also has an archives and a specialized CID/ Visual Arts library, with about 60,000 volumes; an auditorium-cinema; a bookshop; a restaurant and bistro as well as an outdoor theater.

I

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Orari: da martedì a domenica h. 11:00-23:00 lunedì chiuso La biglietteria chiude alle 22:30 Ingresso gratuito prima domenica del mese h. 20:00 - 23:00 Visite guidate (senza prenotazione) Sabato domenica e festivi ore 15.00 e ore 18.30 Prima domenica del mese ore 21:00 Laboratori didattici Ogni settimana laboratori didattici per adulti e famiglie Offerta didattica per le scuole Le scuole di ogni ordine e grado possono prenotare visite e laboratori in qualsiasi momento dell’anno scolastico scrivendo a edu@centropecci.it Hours: Tuesday to Sunday 11 am – 11 pm Closed Mondays The ticket office closes at 10:30 pm Free admission first Sunday of the month 8-11 pm Guided tours (without reservation) Saturdays, Sundays and public holidays at 3 pm and 6:30 pm First Sunday of the month at 9 pm Workshops Weekly educational workshops for adults and families Educational programs for schools Schools of all types and levels can book tours and workshops throughout the school year by writing to edu@centropecci.it Dove - Where: Viale della Repubblica 277 59100, Prato t. +39 0574 531915

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Buggiano Castello

La Campagna dentro le Mura Apertura al pubblico di giardini privati del borgo degli agrumi TESTO Stefano Mengoli

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FOTO woola.it


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siste una domanda di natura o meglio il desiderio di conoscere luoghi in cui il tempo si dilata ed è legato al tic tac delle componenti naturali? La sensazione che ne ricaviamo, leggendo la cronaca quotidiana o gli articoli di commento sulla società odierna, è che questa tendenza sia diffusa, e, pur con le diverse chiavi di lettura che gli possiamo riconoscere, il borgo di crinale circondato da un paesaggio vivo e vitale senz’altro è l’ideale proscenio dove trovare risposte ed esempi concreti. Buggiano, borgo medievale, è anche un paesaggio agrario storico, in cui la “campagna” è talmente entrata dentro le resedi private, che queste si sono trasformate o in terre dove si coltiva l’olivo assieme all’orto e ai frutti, o nel luogo ideale dove disporre collezioni botaniche capitanate dalla tradizione. Nasce da questa radice la manifestazione biennale ‘La Campagna dentro le mura’ che si svolgerà domenica 30 aprile e 7 maggio e che prevede l’apertura di 18 giardini e orti privati del borgo. Nei giardini di Buggiano troviamo ricche collezioni di agrumi di colore giallo (limoni, pompelmi, cedri) e di colore arancio (aranci dolci e amari,

mandarini e clementini, mandarini cinesi) o verde (bergamotto). A queste, nel tempo, si sono affiancate specie e varietà che hanno attraversato il gusto e la sensibilità nel comporre lo spazio giardino: cosicché troviamo lillà, calicanti, azalee e camelie, palme e arbusti da fiore della macchia mediterranea, come piante aromatiche e rare rampicanti (esempio la bignonia unguis cati), accanto ai tradizionali glicini e rose banksie. I proprietari hanno continuato nel tempo a tessere giardini ornamentali, il cui gusto è squisitamente segreto, nobile d’intenti ma legato all’uso familiare di questi spazi. Colpisce che non c’è cesura in questi spazi segreti, bensì, ed è quello che impressiona, sono luoghi in cui il senso di ospitalità si mescola alla cultura paesana e alla cultura di giardineria: qui i forestieri, se in pace, sono ben accetti nella propria corte privata; qui si trova l’occasione buona per discutere assieme sul buono stato di conservazione delle collezioni, magari per operare uno scambio di semi e di talee; senz’altro, il luogo diventa desco per un assaggio dei frutti che si ricavano dagli stessi giardini. Una visita a Buggiano Castello durante ‘La Campagna dentro le Mura’ è l’occasione per riassaporare un mix di cultura contadina e di gardening amatoriale, uniti dalla stessa radice manuale, lo sporcarsi di terra le mani e lo stare chino, l’apprezzare cosa comporti la scelta di vivere a contatto con la natura, o meglio di riappropriarsi dell’istinto e del voler relazionarsi con i beni primari della terra. La nona edizione della manifestazione cade a vent’anni dalla prima e vede il ritorno del paesaggista toscano Stefano Mengoli, all’epoca ideatore insieme all’Associazione Culturale Buggiano Castello di questo evento, in qualità di consulente artistico. Pagine di apertura: panoramica del borgo medievale di Buggiano Castello; sopra e a fianco: momenti de “La Campagna dentro le mura”; pagina a fianco: un orto privato all’interno del borgo di Buggiano Castello.

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Opening pages: Panoramic view of the medieval village of Buggiano Castello; above and to the side: scenes from “The Countryside within the Walls”; opposite page: a private garden inside the village of Buggiano Castello.


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Buggiano Castello

The Country side inside the Walls Private gardens in this village of citruses opening to the public

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he private gardens of Buggiano Castello, the village of citruses, opening to the public Is it a question of nature or one of wanting to know places where time has expanded, linked to the natural rhythms of its components? The feeling we have reading the daily news or commentaries on today’s society seem to underscore this

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trend. Even with the various interpretations that we can recognize, the hilltop village surrounded by a vital and living landscape is indubitably the perfect proscenium where concrete examples and answers can be found. The medieval village of Buggiano is also a historical agricultural landscape, in which the “countryside” is so much a part of the private outbuildings that they have been transformed either into lands where olive trees are cultivated together with fruits and vegetables, or into the ideal place for organizing botanical collections guided by tradition. The biennial event “La Campagna dentro le mura “ (“The Countryside Inside the Walls”) comes from this source, taking place on the Sundays of 30 April and 7 May, with plans to open 18 of the village’s private gardens and orchards. The rich collections of citrus fruits in Buggiano’s gardens are divided by color: yellow, with lemons, grapefruits, limes; orange, with sweet and bitter oranges, mandarins and clementines, kumquats; and green, with bergamot. Over time, other species and varieties have been added as a result of


an enthusiasm for and an understanding of how to organize a garden area. Consequently, we find lilacs, calycanthus, azaleas and camellias, palms and flowering Mediterranean shrubs, like aromatic and rare climbing plants (e.g., bignonia unguis cati), alongside the traditional wisterias and pink banksias. Over time, owners have continued to create ornamental gardens, whose taste is exquisitely secret, noble of purpose, yet related to the family’s use of these spaces. It is striking that there is no interruption in these secret spaces but – and this is what is impressive – they are places where a sense of hospitality intermingles with a rural and a jardinière culture. Guests who come here in peace are welcomed into the private courtyards, where there is a good possibility of discussing the fine condition of the collection, and perhaps of swapping seeds and cuttings as well. Indeed, the place becomes table where fruits from the village’s gardens can be sampled. A visit to Buggiano Castello during “The Countryside Inside the Walls” event is an opportunity to savor a mix of rural culture and amateur gardening,

united by a love for working the earth and getting their hands dirty and crouching down. There is an appreciation for what is involved in choosing to live in contact with nature, or rather, in reclaiming that instinct and desire to connect with the earth’s raw materials. The first event took place precisely twenty years ago. This year the Tuscan landscape designer Stefano Mengoli returns to the event that he, an art consultant, conceived at that time together with the Associazione Culturale Buggiano Castello.

Un pieno di natura Load up on nature

www.discoverpistoia.it www.lacampagnadentrolemura.it Pagina a fianco: in alto scorcio di Buggiano Castello, in basso un particolare di un orto; sopra e sotto: dettagli di orti privati che vengono aperti in occasione de “La Campagna dentro le mura”. Opposite page: top, a view of Buggiano Castello, below, a garden detail; above and below: details of private gardens open during “The Countryside within the Walls”.

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La democrazia della fotografia

Indagare dentro e fuori Incontri fotografici per stimolare una interpretazione personale di Pistoia

TESTO Stefano Bartolini Beatrice Bruni Lorenzo Gori Giulia Maraviglia Baerbel Reinhard 96


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a magDa maggio a dicembre 2016 si sono tenuti presso il circolo Hochimihn una serie di incontri di fotografia guidati dai fotografi Stefano Bartolini, Beatrice Bruni, Lorenzo Gori, Giulia Maraviglia, Baerbel Reinhard. Gli incontri, anche in visione dell’anno della Capitale della Cultura, si sono basati sulla convinzione che i cinque fotografi, di estrazione, professionalità e culture differenti, potessero stimolare un pubblico non esperto a sviluppare una interpretazione, un racconto fotografico sulla tematica della città, Pistoia.

Cinque lezioni di presentazione di temi vari e approcci distinti e cinque incontri di editing partecipato hanno dato vita ad una mostra collettiva “Incontri di Fotografia - The Exhibition” dal 29 novembre al 4 dicembre presso il Cowo 35 in via Dalmazia.

Domande sulla fotografia con risposte personali L’intero percorso si è concentrato sulla lettura delle immagini invitando i corsisti a riflettere, osservare e scegliere. I blocchi tematici, illustrati da esempi di fotografia storica e cultura visiva contemporanea, hanno riguardato nello specifico: un approccio alla fotografia autoriale e la lettura del visivo, condotto da Lorenzo Gori, la “concerned photography”, ovvero la fotografia di impronta documentaria e sociale, condotto da Stefano Bartolini, la fotografia nel contesto di Natura e Città - alla ricerca di un paesaggio interiore, condotto da Beatrice Bruni, la fotografia come mezzo d’indagine territoriale - Città: testo complesso e complesso di testi, condotto da Giulia Maraviglia e la fotografia come mezzo di espressione diaristica personale in una distanza intima, condotto da Baerbel Reinhard. Questo percorso ha condotto alla produzione di mini progetti fotografici da parte dei corsisti, e tramite selezioni e discussioni di gruppo si è giunti ad un focus specifico di approfondimento personale per ogni progetto finale. Leggere un’immagine vuol dire riconoscere in essa sensazioni, luoghi, personaggi, simboli, intenzioni, atmosfere e concetti. La fotografia,

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intesa come linguaggio visivo infatti ha una vera e propria sintassi, in bilico tra aspetti tecnici e aspetti culturali, nei quali la pratica dell’osservazione e della scelta sono di primaria importanza. La scelta di un punto di vista, di una distanza, di un frammento di realtà significativo. Perchè impressiono una determinata immagine piuttosto che un’altra? Quali strumenti posso utilizzare? Quale la differenza che ne scaturisce? Cosa comunica la nostra scelta a chi fruisce l’immagine? Attraverso quali metodi fotografici posso esprimere le mie idee? Che significato ha per me una determinata immagine? Come posso rendere un corpus di immagini leggibile? Queste sono alcune delle domande a cui gli incontri hanno cercato di dare risposta. Un altro aspetto importantissimo del corso è stato quello di estrapolare dall’oceano di immagini virtuali che ci circondano le fotografie come opere fisiche, tangibili, indagando anche le varie possibilità di presentazione e allestimento per restituire loro spazi, presenza, materialità.


Con la stessa ‘materia prima’ a disposizione Pistoia e i suoi dintorni - ognuno dei partecipanti ha individuato, approfondito, scelto coscientemente e poi sviluppato un progetto visivo personale. Fotografare vuol dire indagare dentro e fuori dal proprio emisfero. Per rendere merito alle complesse e numerose tecniche fotografiche è in cantiere un ciclo di incontri di secondo livello nel quale i fotografi approfondiranno proprio la tecnica, in modo tale da fortificare i concetti focalizzati nel primo ciclo. Contemporaneamente verrà aperto un nuovo ciclo di primo livello per max 15 partecipanti riavvolgendo il nastro e ripartendo dai perché. I cinque fotografi hanno cercato di portare la fotografia su un piano popolare e democratico, suo ambito naturale: chiunque può creare una frase o un racconto attraverso le immagini affinando il proprio linguaggio fotografico e la propria capacità osservativa. Cosa aspettiamo dunque ad indagare il visibile?

Pagine di apertura: alcune delle foto esposte in occasione della mostra; pagina a fianco: in alto da sinistra “Perimetri” (Barbel Reinhard), “Transmedia” in Pistoia (Laura Politi), in basso “Questo mondo strano di piante e acque e silenzio” (Simone Morosi); in alto Donata Magnini, “Inside Out – Fotografando da un insolito punto di vista la città”; sopra: “Resti di una civiltà” (Stefano Bartolini); a fianco “Margini – Pistoia fuoriporta” (Lorenzo Gori).

Opening pages: some of the photos on display at the exhibition; opposite page: from top left “Perimeters” (Barbel Reinhard), “Transmedia” in Pistoia (Laura Politi), below “ Questo mondo strano di piante e acque e silenzio” (Simone Morosi); top Donata Magnini, “Inside Out – Fotografando da un insolito punto di vista la città”; above: “Resti di una civiltà” (Stefano Bartolini); to the side “Margini – Pistoia fuoriporta “ (Lorenzo Gori). 99


L’udito

un bene prezioso di cui spesso non teniamo conto

The hearing

a precious necessity we should reckon with The democracy of photography

Exploring inside and out Photographic encounters to inspire a personal interpretation of Pistoia

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Qualità della Vita - Quality of Life Il nostro udito è un bene preziosissimo. Noi ci affidiamo al nostro udito per un infinità di motivi senza rendersene conto. Perdendolo, viene meno il contatto con le persone vicine, con gli altri e con il mondo che ci circonda. Grazie all’udito percepiamo lo spazio intorno a noi, ci percepiamo autonomi e ci possiamo tenere lontano dai pericoli.

Prenditi cura di te, controlla il tuo udito! Our sense of hearing is a very precious necessity. We entrust ourselves to our hearing for infinitive reasons without even realize. If we loose this sense we also might miss the contact with all the people and the world around us. We perceive the space around thanks to the sense of hearing, we feel confident and we keep ourselves free from dangers.

Take care of yourself, check your hearing!

dal 1982 nel Centro Storico di Pistoia

via Panciatichi,16 - 51100 PISTOIA Tel. +39 0573 30319 - www.uditovivo.com

rom May to December 2016, a series of photographic encounters led by Stefano Bartolini, Beatrice Bruni, Lorenzo Gori, Giulia Maraviglia, and Baerbel Reinhard were held at the Circolo Hochimihn. Bearing the year as Capital of Culture in mind, these encounters were based on the belief that these five photographers – from different social, professional, and cultural backgrounds – could inspire an amateur public to develop an interpretation, a photographic re-telling on the theme of the city, Pistoia. Five lessons to present various themes and distinct approaches and five shared editing encounters produced a collective exhibition “Photographic Encounters – The Exhibition”, which ran 29 November – 4 December at the Cowo 35 in Via Dalmazia. The entire course focused on interpreting images by inviting the students to contemplate, observe, and choose. illustrated by examples of historical photography and contemporary visual culture, the thematic constraints focused on the specific: an auteur approach to photography and to interpreting the visual, with Lorenzo Gori; “concerned photography”, i.e., documentary and social photography, with Stefano Bartolini; photography – nature and the city in context – seeking an interior landscape, with Beatrice Bruni; photography as a means of local investigation – the city: a complex text and an ensemble of texts, with Giulia Maraviglia; and photography as a means of personal diaristic expression in minimal spacing, with Baerbel Reinhard. Subsequently, the students carried out photo mini-projects and,


through group selections and discussions, identifying a specific focus for personal enrichment for each final project. Interpreting an image means recognizing the sensations, places, characters, symbols, intentions, moods, and concepts contained therein. Understood as a visual language, photography does indeed have a true syntax, seeking to balance technique and culture in which skillful observation and selection are paramount. The choice of a point of view, from a distance, a fragment of an important truth. Why is one image more impressive than another? What tools can I use? What are the differences that emerge? What informs our choice to those who are meant to enjoy the image? Which photographic methods can I use to best express my ideas? What does a certain image mean for me? How can I make a body of images readable? These are some of the questions that these encounters sought to answer. One other important aspect of the course was to extrapolate those photographs from the ocean of virtual images surrounding us that are tangible, physical works, also investigating the various possibilities of presentation and preparation to restore their spaces, presence, and materiality. With the same “‘raw materials” available (i.e., Pistoia and its surroundings), each participant identified, explored, and made conscious choices to develop a personal visual project.

Photographing means exploring the inside and out of one’s own little world. To pay tribute to numerous and complex photographic techniques, a series of encounters at a higher level is being planned. Consequently, the photographers will work to refine their technique, so as to reinforce the concepts on which the first series focused. At the same time a new first-level series will be available for up to 15 participants, rewinding the tape and starting again with the whys and wherefores. The five photographers have tried to take photography to a popular and democratic plane, its natural environment. Anyone can put a sentence or a story together through images, improving their own photographic language and observational skills. What then are we waiting for the visible to explore?

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www.discoverpistoia.it Pagina a fianco: in alto “Specchio specchio nelle mie mani” (Marco Leporatti), “Lithium railways” (Luciano Tredici), in basso “Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori” (Beatrice Bruni); in questa pagina, in alto: “Impressioni domestiche” (Camilla Baselli); in basso: “Paesaggio in vaso” (Giulia Maraviglia) e “Riflessioni in passaggio” (Enrico Lulli). Opposite page: Top “Specchio specchio nelle mie mani” (Marco Leporatti), “Lithium railways” (Luciano Tredici), below “Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori” (Beatrice Bruni); on this page, top: “Impressioni domestiche” (Camilla Baselli); below: “Paesaggio in vaso” (Giulia Maraviglia) and “Riflessioni in passaggio” (Enrico Lulli).

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ell’anno da “Capitale”, Pistoia non è solo bellezze da scoprire e da far conoscere ai tanti visitatori che arriveranno in città ma, soprattutto, è una città che accoglie grandi eventi. Appuntamenti che vanno dall’arte alla musica, dallo spettacolo alla cultura e che regaleranno momenti indimenticabili a Pistoia. Un modo singolare per conoscere i grandi maestri che hanno portato in alto il nome della nostra città in giro per il mondo come, per esempio, l’architetto Giovanni Michelucci: dal 25 marzo al 21 maggio nelle Sale Affrescate di Palazzo Comunale saranno esposte tutte quelle che sono le sue creazioni, suddivise in quattro sezioni che permetteranno di conoscere disegni, progetti, modelli, bozzetti e plastici del poliedrico architetto che, fra gli altri, ha realizzato il disegno della stazione di Firenze Santa Maria Novella nel 1932.


Dal 6 al 9 aprile il centro storico di Pistoia si animerà con la quinta edizione di “Leggere la città” che avrà come titolo “Cultura è comunità”. Sarà l’occasione per proporre un’idea ampia di cultura che possa denotare contemporaneamente i luoghi della produzione e della trasmissione dei saperi e le capacità, anche minime, di elaborare un sapere diffuso. Si entra in piena primavera, la città sarà un pullulare di eventi alla scoperta della tradizione pistoiese e si parlerà anche di cucina e di ricette tipiche. Dal 21 al 25 aprile, infatti, torna “La Toscana in Bocca”, una manifestazione che oramai si è affermata a livello regionale perché riesce ad essere una vetrina eccezionale per i prodotti tipici del nostro territorio. Dagli show cooking alle degustazioni, dai dibattiti ai concorsi passando per i semplici assaggi, all’area espositiva della Cattedrale dell’ex Breda non ci si annoierà affatto. In questa prima parte di 2017, però, ci saranno tanti appuntamenti anche per gli appassionati di musica con il top che riguarda le quattro serate in programma al Teatro Manzoni con la presenza, per la prima volta al di fuori delle proprie mura in occasione dell’80° compleanno, dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino. In

scena verrà proposto l’ “Idomeneo” di Mozart in quattro differenti concerti che si terranno il 26, 30 aprile, 3 e 6 maggio. Questo mese, poi, si chiuderà con uno degli eventi più attesi: “Dialoghi sull’Uomo” che si svolgerà dal 26 al 28. Il filo rosso dell’edizione 2017 sarà “La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi”. Un cartellone intenso di eventi che rendono il festival di antropologia del contemporaneo un punto fermo per far conoscere Pistoia, a livello culturale, in Italia e nell’intera Europa. Ogni anno, infatti, vengono selezionati relatori di spessore per attivare la discussione e capire come l’uomo si muove nella realtà di tutti i giorni. Il festival sarà inaugurato dall’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven, che chiuderà la XIII Stagione Sinfonica della Fondazione Promusica. Tre mesi davvero intensi di eventi per “Pistoia Capitale”, ma siamo soltanto all’inizio.

www.pistoia17.it www.discoverpistoia.it In alto: due immagini del Festival “Dialoghi sull’Uomo” in Piazza Duomo a Pistoia”; pagina a fianco in basso e sotto: tre distinti momenti della manifestazione “Leggere la Città”. Above: two pictures from the Dialogues on Man Festival in Pistoia’s Piazza Duomo; opposite page below and bottom: three distinct scenes from the “Reading the City” event.


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n this year as Italian Capital of Culture, Pistoia is not just the city’s undiscovered marvels waiting to be introduced to the many visitors who will come here. Pistoia is especially a city that welcomes major events. These events span the range of art, music, performances, and culture that bestow unforgettable experiences on Pistoia. It is a unique way to become acquainted with the great masters who have made our city’s name known worldwide, like the architect Giovanni Michelucci, for example. From 25 March to 21 May, the town hall’s Sale Affrescate will host an exhibition, divided into four sections that will present the visitor with drawings, plans, sketches, and models by the versatile architect who was responsible for the design, among others, of Florence’s Santa Maria Novella station in 1932. From 6-9 May, Pistoia’s historical center will come alive with the fifth


“Leggere la città” (“Reading the City”), entitled “Culture is Community”. This year’s festival will offer a broad vision of culture, specifying simultaneously even places that minimally generate and transmit knowledge and skills by drawing on sweeping expertise. By mid-spring, the city will be overflowing with events to discover Pistoia’s traditions, which will also include food and recipes. Indeed, “La Toscana in Bocca” returns 21-25 April. For some years, this now regional event has become an exceptional showcase for our area’s typical products. With its cooking shows, tastings, discussions, samplings, and more, the event will banish boredom from the exhibition area of the former Breda Cattedrale. The first part of 2017 has many events for music fans, with the best of these being the four evenings the Maggio Musicale Fiorentino Orchestra and Choir will be at Teatro Manzoni, performing for the first time “away from home” on the occasion of its 80th anniversary. four different concerts of Mozart’s “Idomeneo” will be presented on stage: 26 and 30 April, 3 and 6 May. May will close with one of the most highly awaited events, “Dialoghi sull’Uomo” (“Dialogues on Man”), 26-28 May. The thread running through the 2017 event will be “Culture Makes Us Human. Movements, diversity, and exchanges”. This festival of contemporary anthropology has a comprehensive program of events fundamental to making Pistoia known on a cultural level in Italy and Europe. Moreover, each year prominent speakers are selected to facilitate discussions in understanding human evolution in the everyday world. The festival will be inaugurated with a performance of Beethoven’s Ninth Symphony, which will close the Fondazione Promusica’s 13th symphonic season. Three truly event-filled months for Pistoia, Italian Capital of Culture…and we are only at the beginning.

Disegnare la Natura Drawing Nature

www.pistoia17.it www.discoverpistoia.it In alto : il vignettista Vauro ed il pubblico presente per “Dialoghi sull’Uomo”; sotto: “La Toscana in Bocca”. Above: the cartoonist Vauro and the audience at “Dialogues on Man”; below, “La Toscana in Bocca”

Romiti e Giusti Agliana - Pistoia

Tel. 0574 675284 - www.romitiegiusti.it 107


BREVETTO DEPOSITATO PATENT PENDING N° FI2015A000066

In alto serra completata in Medio Oriente. Al centro serra in costruzione in Italia Above greenhouse completed in Middle East. Central a greenhouse under construction in Italy

COMBILUX

NOVITÀ ASSOLUTA PER LA TUA SERRA NEL TEMPO AN ABSOLUTE NOVELTY FOR YOUR GREENHOUSE OVER THE YEARS

Il futuro oggi The future today Molte colture stagionali traggono vantaggio dalla alternanza di coltivazione in uno spazio coperto riscaldato (invernale/autunnale) ed una coltivazione en plein air (primaverile/estiva). Tale alternanza ha bisogno di due cose basilari, la gestione della luce e dei sistemi di areazione. Da questi presupposti nasce il progetto Combilux, una serra che fa della luminosità, della flessibilità e della resistenza i suoi punti di forza. Le altre caratteristiche salienti sono: - Completamente o parzialmente apribile - Ampia scelta di materiali per il tamponamento (polietilene, vetro, ETFE) - Vasta gamma di dimensioni ( larghezza di metri 8,00 – 9,60 – 12,00 e passo di metri 4,00 o 5,00) - Possibilità di ombreggio esterno o interno Ad oggi sono già stati realizzati circa 3 ettari e gli splendidi risultati hanno già evidenziato la bontà del progetto incoraggiandoci a proseguire nel continuo miglioramento e sviluppo delle nostre idee. Il design della Combilux è inoltre nelle fasi finali di riconoscimento di brevetto internazionale.

Many seasonal crops benefit from the alternation of cultivation in a covered heated space (winter / autumn) and a cultivation en plein air (spring / summer). This alternation needs two basic things, the management of light and ventilation systems. This is precisely the reason behind the project Combilux, a greenhouse that makes brightness, flexibility and strength his pillars. The other salient features are: - Completely or partially openable - Large selection of materials (polyethylene, glass, ETFE) - Wide range of dimensions (width 8,00 - 9.60 12.00 meters and wheelbase of 4.00 or 5.00 meters) - Possibility of exterior or interior shading To date, we have already realized about 3 hectares and the wonderful results have already highlighted the quality of the project, encouraging us in the continuous improvement and development of our ideas. The design of the Combilux is also in the final stages of recognition of international patent.

By di Virgilio Cardelli S.r.l. Via Francesca Vecchia, 23 Santa Lucia Uzzanese (PT) 51010 Italia info@artigianfer.com Tel: +39 0572 451197

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Then there is Pistoia as the European Capital of Green and, within this special issue, there is ample room dedicated to the main event for 2017 in terms of the nursery business and nature, namely the latest “Styling Landscape”. Lastly, let us not forget the foods, wines, crafts and everything else regarding Pistoia, including the unspoiled beauty of Pistoia’s mountains, Montecatini’s Liberty art, and the wonders of the Valdinievole. The “Special NATURART Live Pistoia!” is available not only on paper but also available as a specific app. It can be downloaded to all mobile devices in both Italian and English, putting the city within reach of your Smartphone, offering a special feature to find all the most important events related to Pistoia, Italian Capital of Culture.

Pistoia Italian Capital of Culture 2017 - Special Edition

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

Alla scoperta della città Copia Omaggio - Free Copy

Vivi Pistoia! La città a portata di…App

L

’impegno della Giorgio Tesi Group in occasione di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017 è di quelli importanti. È così che, con il contributo di Camera di Commercio di Pistoia e Prato e della Provincia di Pistoia, è stato realizzato lo “Speciale NATURART Vivi Pistoia!” che vuole raccontare, in forma turistica e per macro-argomenti, tutte quelle che sono le ricchezze della nostra città e del territorio che la circonda. 112 pagine di immagini splendide, vere e proprie cartoline di “Pistoia Capitale”, che accompagnano i testi scelti per promuovere la nostra città. Piazza del Duomo, cuore pulsante di tutta la vita cittadina con monumenti mozzafiato che ci accompagnano alla scoperta del centro storico. Pistoia è anche musei e personaggi conosciuti in tutto il mondo, è la “Città dei bambini” ed è anche la città delle biblioteche. Non poteva mancare il riferimento alla Capitale Europea del Verde ed all’interno di questo speciale c’è un ampio spazio dedicato all’appuntamento clou del 2017 in tema di vivaismo e natura, vale a dire la nuova edizione di “Vestire il Paesaggio”. Spazio, infine, all’enogastronomia, all’artigianato e a tutto quello che circonda Pistoia: dalla natura incontaminata della Montagna Pistoiese all’arte Liberty di Montecatini e alle meraviglie della Valdinievole. Lo “Speciale NATURART Vivi Pistoia!” non è solo cartaceo visto che è stata realizzata anche una apposita App, scaricabile da tutti i dispositivi mobili sia in italiano che in inglese, per avere la città a portata di smartphone con una particolarità in più: trovare tutti gli eventi di maggior richiamo di “Pistoia Capitale”.

Vivi Pistoia! Live Pistoia!

Giorgio Tesi Editrice

www.discoverpistoia.it

Discovering the city

Live Pistoia! The city within reach of…an app

Sopra: Ecco come appare, su cellulare, la App “Live Pistoia!” e la copertina dello “Speciale NATURART – Vivi Pistoia”. Above: The look of the “Live Pistoia!” app on a cell phone and the cover of “Special NATURART – Live Pistoia”.

T

he Giorgio Tesi Group’s commitment on the occasion of Pistoia, Italian Capital of Culture 2017 is so important that, with the support of the Chamber of Commerce of Pistoia and Prato and the Province of Pistoia, the “Special NATURART Live Pistoia!” was created to tell everyone about the riches of our city and the surrounding area, in the form of tours and with macro-subjects,. There are 112 pages of splendid images, veritable postcards of Pistoia, Italian Capital of Culture that complement the themes chosen to promote our city. First and foremost is Piazza del Duomo, the beating heart of the city’s life with breathtaking monuments that accompany us in our discovery of the historical center. Pistoia is also about museums and famous people known throughout the world. It is the “Children’s City” in addition to being the city of libraries. 109


1 Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

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Piazza Papa Giovanni XXIII, 51100 Pistoia PT

Pag. 26 Museo della SanitĂ Pistoiese

Piazza Papa Giovanni XXIII, 51100 Pistoia PT - Tel. 800 012146

Pag. 32 Santa Maria delle Grazie - Madonna del Letto Piazza S. Lorenzo, 26, 51100 Pistoia PT

Pag. 42 Archivio Capitolare di Pistoia Vicolo del Sozomeno, 3, 51100 Pistoia PT

Pag. 54 Giorgio Tesi Group

Via di Badia, 14 - Bottegone - Pistoia - www.giorgiotesigroup.it

Pag. 62 Giardino Zoologico di Pistoia Via Pieve a Celle, 160A - www.zoodipistoia.it

Pag. 64 Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

Via de’ Rossi, 26, 51100 Pistoia PT - www.fondazionecrpt.it

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Pag. 19 Spedale del Ceppo

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Pag. 80 Centro Pecci - Prato

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Pag. 90 Buggiano Castello - Borgo degli agrumi

Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato - www.centropecci.it

Piazza Pretorio, 1, 51011 Buggiano PT

www.discoverpistoia.it


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5 Giorgio Tesi Group

The Future is Green

8 Utilizzo della cartina concesso dalla Camera di Commercio di Pistoia




Contemporary Art

Centro Pecci Pistoia è unica is unique

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