NATURART - Speciale Parco delle Stelle

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SPECIALE PARCO DELLE STELLE - ECOMUSEO

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Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

Giorgio Tesi Editrice


Con il patrocinio di - Supported by

Provincia di Pistoia

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Comune di Pistoia

Montagna da scoprire Mountain to discover


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Discover

Comune di San Mercello P.se

Pistoia #discoverpistoia

The Green Tuscany


Realtà virtuosa Q

Luca Iozzelli

Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

uesto numero speciale di Naturart, dedicato ad una serie di progetti e realtà virtuose che caratterizzano la nostra bella montagna – in particolare il Parco delle Stelle realizzato nel 2015 a Pian dei Termini e inserito in una rete culturale più ampia, che comprende l’Osservatorio Astronomico di Gavinana e l’Ecomuseo della Montagna pistoiese – fornisce la misura dell’impegno e dell’attenzione che la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia rivolge da sempre al territorio montano. La Fondazione, infatti, si è fatta sostenitrice di questi e di molti altri progetti – tra cui l’importante recupero dell’antica Ferriera Papini a Maresca, il restauro del Palazzo dei Capitani a Cutigliano, e il Festival Itinerari musicali Sentieri Acustici – per contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione di un territorio che è un prezioso bene della nostra comunità, la montagna pistoiese, con la sua storia, le sue tradizioni e il suo importantissimo patrimonio ambientale e naturalistico. Sfogliando le splendide pagine che seguono si può osservare come i progetti fin qui realizzati abbiano saputo, attraverso l’attivazione di risorse locali, valorizzare e far conoscere porzioni del territorio dimenticate e poco note, coinvolgendo istituzioni, enti e associazioni, e riuscendo anche ad individuare percorsi formativi di integrazione attiva dei migranti. Non posso perciò che esprimere soddisfazione per quanto realizzato e rinnovare per il futuro il nostro sostegno, affinché questa meravigliosa porzione del nostro territorio continui a vivere e ad essere vissuta.

Exemplary realities

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his special issue of Naturart, dedicated to a series of exemplary projects and realities that characterize our beautiful mountains – especially Star Park, built in 2015 in Pian dei Termini, and set in a broader cultural network that includes the Astronomical Observatory in Gavinana, and the Ecomuseum of the Pistoia mountains – illustrates the degree of commitment and attention that the Foundation of Risparmio di Pistoia e Pescia has always directed at these mountain areas. In fact, the Foundation has been a supporter of these and many other projects - including the key restoration of the Papini Ironworks in Maresca, the renovation of the Palazzo dei Capitani in Cutigliano, and the Festival Itinerari musicali Sentieri Acustici - that contribute to preserving and enhancing an area that is one of our community’s valuable assets, the mountains of Pistoia, with their history, traditions, important environmental heritage, and natural beauty. Leafing through the beautiful pages that follow, you can see how the projects carried out up to now have been able, through the use of local resources, to enhance and promote forgotten and little known sections of the area, involving institutions, organizations and associations as well as identifying training courses for the practical integration of migrants. I therefore can only express satisfaction with these achievements and renew our support for the future so that this wonderful piece of our district will continue to live and be experienced.


Il ritmo dolce della vita S

Silvia Maria Cormio

Sindaco Comune di San Marcello Pistoiese

iamo lieti di poter promuovere e far conoscere San Marcello, situato nel cuore della Montagna Pistoiese, attraverso gli articoli e le suggestive immagini di NATURART, che in questo numero ha scelto di occuparsi del nostro Comune, illustrandone eccellenze quali, l’Osservatorio Astronomico, il Ponte Sospeso e l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, insieme ad alcuni tra i sentieri escursionistici più praticati e conosciuti, come il percorso ex FAP, quello naturalistico “La Montagna che Unisce” e il Sentiero del Pellegrino sulla Romea Nonantolana. Offrendo un quadro paesaggistico e culturale della nostra bella vallata, ricca di folklore, arte e storia, a partire dalla presenza di insediamenti che vanno dalla preistoria ai romani, passando per medioevo e rinascimento, in cui sono state edificate le splendide Chiese in stile romanico di San Marcello, Gavinana e Mammiano, ricche di testimonianze pittoriche, di ornamenti e dei prestigiosi e preziosi organi, eccellenze dell’arte organaria pistoiese, da tempo meta di appassionati e professionisti del settore. Arrivando fino alla rivoluzione industriale che ci ha lasciato elementi architettonici in stile Razionale proprio dei primi anni del ‘900, di grande interesse. Senza dimenticare la bellissima e verde cornice ambientale, la quale offre un “ritorno alla natura”, a coloro che fossero interessati a considerare San Marcello una destinazione turistica, dove soggiornare, all’insegna della vacanza green in completo relax, accolti e avvicinati alla partecipazione della vita locale, sentendosi “Cittadini” seppure “temporanei”, identificandosi nel ritmo dolce della vita di borgo e del territorio, conoscendo ed apprezzando i saperi locali e i beni materiali e immateriali che qui vengono prodotti, ricevendo nuovi apporti culturali. Non mi resta che invitare a visitarci, per scoprire la ricchezza variegata e incantevole del nostro territorio.

The Sweet Rhythm of Life

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e are pleased to promote and describe San Marcello, located in the heart of the Pistoian mountains, through the articles and Naturart’s evocative images. This issue will focus on our town, illustrating such attractions as the Astronomical Observatory, the suspension bridge and the Ecomuseum of the Pistoia mountains, along with some of the most traveled and popular hiking trails, such as the former FAP path, the naturalistic “Mountain that Unites”, and the Pilgrim’s Path on the Via Romea Nonantolana. It offers a scenic and cultural picture of our beautiful valley, rich in folklore, art, and history, with settlements ranging from prehistory to the Romans, through the Middle Ages and Renaissance. There are the splendid Romanesque churches in San Marcello, Gavinana, and Mammiano, filled with pictorial evidence, ornaments, and prestigious, priceless organs. The latter are shining examples of the Pistoian tradition of organ-building, long a destination for enthusiasts and professionals. The arrival of the Industrial Revolution has left us Rational-style architectural elements with those from the early 1900s of great interest. This is all framed in the unforgettably beautiful natural environment, offering a “return to the wild”, to those who are interested in San Marcello as a tourist destination. There is information on where to stay for a relaxing holiday in nature. Visitors are welcomed and invited to participate in our local life, coming to feel like “inhabitants”, albeit temporary ones. They identify with the gentle rhythm of life in the village and the surrounding area, getting to know and appreciating local knowledge as well as the tangible and intangible assets that are produced here, resulting in new cultural contributions. I can only invite you to visit, to discover the varied wealth and enchanting of our area.

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Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sul territorio di Pistoia e oltre

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Registrazione Tribunale di Pistoia

Sospeso tra terra e cielo Suspended between heaven and earth

N°2/2010 del 28-05-2010 SPECIALE PARCO DELLE STELLE

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Giardino del sole e Portatrici di stelle Garden of the Sun and Star-Bearers

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CARTINA ILLUSTRATA-DIDATTICA

S O M M A R I O Giorgio Tesi Editrice

Copertina: il Parco delle Stelle a Pian dei Termini, con l’opera di Silvio Viola “Le portatrici di Stelle”.

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Il parco della solidarietà Solidarity Park

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Allargare gli orizzonti Broadening one’s horizons

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Ecomuseo della Montagna Pistoiese Ecomuseum of the Pistoian Mountains

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La montagna che unisce The mountain that unites

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Dal ghiaccio al ferro From Ice to Iron

Cover: Star Park in Pian dei Termini, with Silvio Viola’s work “Star-Bearers”.

Giorgio Tesi Group The Future is Green

Giorgio Tesi Editrice S.r.l. Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 www.discoverpistoia.it Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a marketing@giorgiotesigroup.it

Direttore Editoriale Giovanni Capecchi - g.capecchi@discoverpistoia.it

Direttore Responsabile Carlo Vezzosi - carlo.vezzosi@legismail.it

Art Director Nicolò Begliomini - n.begliomini@giorgiotesigroup.it

Comunicazione e Marketing Fabio Fondatori - f.fondatori@giorgiotesigroup.it

Segreteria Carolina Begliomini, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it

Hanno collaborato a questo numero:

Fotografie:

Francesco Benesperi, Marco Cei, Andrea Dami, Fabiano Fini, Manuela Geri, Siliano Simoncini, Alice Sobrero, Luciano Tesi, Sabrina Tringali, Silvio Viola.

Nicolò Begliomini, Carlo Degl’Innocenti, Andrea Dami, Gian Luca Gavazzi, Alice Sobrero, Carpe Diem - Abetonesport, Archivio Vellelune, Archivio Provincia di Pistoia.

Traduzioni:

Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.

Studio Blitz - Pistoia e Kim Chomiak

Stampa Pacini Editore S.p.A. - Ospedaletto (Pisa)


EDITORIALE

Invito alla montagna C

Giovanni Capecchi

Direttore Editoriale - Managing Editor g.capecchi@discoverpistoia.it

oloro che vivono lontano e non conoscono la Toscana del Nord dovrebbero fare due piccole cose, oltre a leggere questo numero speciale di NATURART dedicato a San Marcello e, più in generale, alla montagna pistoiese. Prendere una cartina geografica della zona, per osservare l’importanza – anche quantitativa, in termini di chilometri quadrati – del territorio montano per Pistoia e per la pianura che la circonda. E, subito dopo, sfogliare su discoverpistoia.it i vecchi numeri di NATURART, a partire dal primo, uscito nel dicembre del 2010, per vedere il rilievo che il territorio montano, spesso ai margini delle politiche regionali e nazionali, ha sempre avuto per la nostra rivista. Questo fascicolo racconta la montagna del presente, anche se non dimentica le tradizioni. La montagna con le sue radici sulle quali continuano a crescere nuovi rami. La montagna bifronte: che guarda al passato (al patrimonio di manufatti che riporta indietro nel tempo, alla vita di ieri) e che lancia lo sguardo verso il futuro, creando nuove opportunità, proseguendo il dialogo tra arte e paesaggio, osservando i sentieri nei boschi e alzando lo sguardo ad un cielo che sembra avere più stelle rispetto a quello visibile dalle città troppo illuminate. Raccontandola, questo numero speciale invita alla montagna. A trascorrerci le giornate e le vacanze, a visitarla e a percorrerla facendo tesoro del potere rigenerante della natura. Tiziano Terzani, il grande giornalista e scrittore che ha amato i nostri monti, trascorrendoci periodi importanti della sua vita e scegliendoli come luogo nel quale concludere il viaggio terreno, in una intervista televisiva suggeriva soprattutto ai più giovani di lasciare le città e di andare a camminare nei boschi: “Perché la natura – aggiungeva – è la più grande maestra”. Non posso non ripensare a questa frase salutando l’uscita di questo fascicolo di NATURART.

Invitation to the mountains

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hose who live far away and do not know northern Tuscany should do two little things, in addition to reading this special issue of NATURART dedicated to San Marcello and, more generally, to the mountains of Pistoia. First, take a map of the area to note the importance – also quantitative, in terms of square kilometers – of Pistoia’s mountain area and the plain that surrounds it. Next, browse discoverpistoia.it, which makes available past issues of NATURART, beginning with the very first, published in December 2010, so as to understand the importance that this mountain district, often on the sidelines in regional and national policies, has always had for our magazine. This special issue tells the story of the mountains of today while not forgetting its traditions. The mountains has deep roots that continue to grow new branches, offer two faces: one looking towards the past (at the wealth of artifacts going back in time to a bygone way of life) and one looking towards the future, creating new opportunities and continuing the dialogue between art and landscape, observing the paths in the woods and looking up at a sky that seems to have more stars than the ones visible from overly illuminated cities. Relating its story, this special issue is an invitation to the mountains, to spending days and holidays there, visiting it, and crisscrossing it to take advantage of nature’s regenerative power. The great journalist and writer Tiziano Terzani, who loved our mountains, spent important periods of his life there, choosing them as a place to finish one’s earthly journey. In a television interview, he suggested that especially young people leave the city and go on walking in the woods. “Because,” he added, “nature is the greatest teacher.” I cannot help thinking of this expression in applauding the publication of this special issue of NATURART.

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Parco delle Stelle

Sospeso TESTO Marco Cei 6

FOTO Nicolò Begliomini


tra terra e cielo Il silenzioso spirito del luogo 7


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utti i luoghi possiedono un proprio carattere, ma alcuni lo hanno particolarmente forte e profondo. È quello che viene definito genius loci, lo spirito che può essere percepito, che proviene dalla sua storia e dal suo essere presente, ma che riesce anche a indirizzare il suo destino. È questo il caso di Pian dei Termini, sulla Montagna Pistoiese, non lontano da Gavinana e ai margini della Foresta del Teso. Un luogo limite, come ci ricorda il cippo di pietra che marcava il confine fra le antiche proprietà boschive granducali e gli ultimi poderi coltivati. Il destino del luogo si è poi espresso una trentina di anni fa quando è stato scelto (non casualmente) come sede del nuovo Osservatorio Astronomico ed oggi con questo Parco delle Stelle. Conoscevo Pian dei Termini, o meglio ci ero passato più volte per arrivare a Spianessa, a Pratorsi e al crinale, e quando mi è stato chiesto un aiuto per realizzare un parco scientifico-didattico collegato all’Osservatorio e dedicato al Sistema Solare ho subito accettato con entusiasmo. Fare giardini e pensare possibili trasformazioni fa parte ormai da 30 anni della mia vita non solo professionale, ma talvolta l’intervento più forte risulta quello di non toccare alcuni elementi e stravolgere l’identità profonda dei luoghi. Qui non si doveva assolutamente interrompere l’apertura, l’ariosità, il declivio costante, il suo essere contemporaneamente terra e cielo, e il progetto doveva prima di tutto rispondere a questi diktat di vuoto. E l’altra parte essenziale da considerare, perché potenzialmente perniciosa, era costituita dalle forme e dai materiali con cui sarebbero stati realizzati i manufatti del parco, sia quelli direttamente connessi alle sue finalità scientifiche e didattiche, che quelli più prosaicamente funzionali come recinzioni e viabilità. In una parola, dovevo capire il linguaggio paesaggistico da usare in quel contesto. Un paio di mesi prima di essere chiamato dall’Amministrazione, ero in vacanza dalle parti del Latemar sulle Dolomiti e visitai a San Valentino in Campo nel comune di Cornedo il recente Planetario dell’Alto Adige. Casualità o destino, fatto sta che osservai con attenzione il notevole sforzo, anche finanziario, che aveva permesso

quella realizzazione, caratterizzata da un forte impatto moderno e tecnologico, diffuso e ormai accettato negli ambienti alto-atesini, per altri versi idilliaci e romantici.

Un invito a percorrere il territorio con lentezza Per Pian dei Termini ebbi subito la convinzione che il linguaggio doveva essere diverso e che dovevo farmi aiutare da altri per trovarlo. Ne parlai con Alice Sobrero e al sindaco, mostrando quello che secondo me doveva essere il cosiddetto concept, e feci vedere alcune opere di Arte Ambientale, in particolare quelle realizzate in Val Sugana ad Arte Sella. Proposi così a due amici scultori, Andrea Dami e Silvio Viola, di cominciare a pensare a forme e materiali che concretizzassero il sole, i pianeti e le stelle che ci circondano. Uno scelse ferro e ceramica, l’altro il legno e presero forma i manufatti che oggi compongono il Trekking Planetario e il Parco delle

Stelle. Con loro ho discusso la localizzazione delle opere e come dovevano essere percepite e fruite, fermo restando che il “centro” del parco doveva rimanere il “vuoto”. Abbiamo scelto perciò di agire soprattutto sui margini, in modo che il visitatore trovasse il racconto di una storia che, se voleva, poteva approfondire, ma che innanzi tutto si sentisse in un luogo speciale da cui collegarsi, visivamente o idealmente, con l’intero cosmo. A parte i manufatti di servizio, come la recinzione resa obbligatoria dai cinghiali numerosi e voraci, ma tenuta bassa per impattare meno possibile sulle superfici inclinate degli ampi prati, e la strada, disposta sul margine e addolcita a pendenze che tutti potessero percorrere, l’unico gesto paesaggistico che mi sono sentito autorizzato a compiere è stata una sottolineatura, nelle forme più umili e discrete. Come una goccia in uno stagno, così far cadere un sole concreto e pesante, avrebbe prodotto una serie di increspature nel prato sottostante, rese visibili da piccole scarpate sottolineate da una vegetazione particolare, costituita dai fiori tipici della montagna, qui solamente più concentrati. Da un punto di vista didattico, questi archi ellittici altro non sono che le orbite fiorite degli otto pianeti del nostro sistema solare. Mi rendo anche conto che la nostra opera a Pian dei Termini è legata al tempo, che le orbite fiorite si coloreranno solo in certi periodi stagionali, e con una prospettiva più a lungo termine, i manufatti avranno una loro vita, spero felice e duratura, ma non eterna. Ma sono anche convinto di aver ascoltato il silenzioso spirito del luogo e, spero, di non averlo tradito.

Pagina di apertura: il Parco delle Stelle a Pian dei Termini, con l’opera di Silvio Viola “Le portatrici di Stelle” dedicata alla via Lattea. In alto: fioriture primaverili presso l’osservatorio astronomico. A sinistra e a destra: immagini delle opere del Parco delle Stelle. Pagina seguenti: primo piano dei pianeti del sistema solare in scala rispetto al sole di 7 m (opera di Andrea Dami). Opening pages: Star Park in Pian dei Termini, with Silvio Viola’s work “Star-Bearers”, dedicated to the Milky Way. Above: spring blooms at the observatory. To the left and right: pictures of the art works in Star Park. Following pages: foreground, scale model of planets of the solar system to scale in respect to the 7-m. sun. 8


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Star Park

Suspended between heaven and earth The silent spirit of the place

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ocated in the Pistoian mountains, Pian dei Termini is not far from Gavinana, at the edge of the Teso forest. It is a place with its own spirit, one that can be sensed, and which arises from its past and its present. As the memorial stone indicates, it is a boundary area, marking the border between the grand-ducal woods and the last farms under cultivation. Thirty years ago, it was chosen as the site for the new astronomical observatory and, today, of Star Park. When I was asked to help create a scientificeducational park connected to the observatory

and dedicated to the solar system, I immediately accepted. I already knew the place, having passed though it several times on the way to Spianessa or Pratorsi and the ridge. The rules to be followed were dictated by the forms and material that would be used to create the park’s structures, both those related to educational and scientific purposes as well as more functional ones, like fences and roads. It was essential to maintain the area’s sense of openness, its airiness, its steady slope, and its sense of being simultaneously both heaven and earth. I had to understand the language of the landscape and use it contextually. I contacted two sculptor friends, Andrea Dami and Silvio Viola, and told them about my idea regarding environmental artworks. One of them chose metal and ceramic, the other wood. Thus, Star Park and the Trekking Planetarium took shape. We discussed the placement of the works and on how they should be perceived, and we agreed that the center of the park should remain empty. Therefore, we chose to concentrate primarily on the edge, so that visitors were in a special position where they could connect with the entire cosmos either visually or ideally.

The only move I felt like making was to emphasize the small escarpments highlighted by a specific type of vegetation, characteristic mountain flowers. From an academic point, these elliptical arcs are nothing more than the flowery orbits of the eight planets in our solar system. All this is related to time because the flowering orbits have colors only in certain periods, while the lives of the structures will be cherry and long but not eternal. I am convinced that I have heard the silent spirit of the place and have not disappointed it.

www.discoverpistoia.it Pagina a fianco: cartello del trekking planetario dedicato al pianeta Urano. Nella pagina: scene di cantiere del Parco; raccolta semente prato naturale presso Dynamo Camp e misurazione distanze con M. Cei e A. Dami. Opposite page: planetary trekking sign dedicated to the planet Uranus. On this page: scenes of the park work site; collecting natural meadow seed at Dynamo Camp and measuring distances by M. Cei e A Dami.

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Landart a Pian dei Termini

Giardino del sole e Portatrici di stelle Due Artisti in dialogo con il cosmo TESTO Siliano Simoncini

FOTO Andrea Dami Gian Luca Gavazzi Alice Sobrero

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equilibrio tra naturale e artificiale, tra ragione e sentimento. Questo perché hanno saputo interpretare al meglio la duplice influenza che ogni persona presente in quel luogo può rivelare: l’interesse prettamente “scientifico”, o comunque “pedagogico” e la sensazione di smarrimento che porta alla contemplazione e, in conseguenza, a sollecitare emozioni anche vissute nel ricordo delle poesie dedicate al cielo di Pascoli, Leopardi, o dell’Achmatova e della Bachmann. Ebbene, queste due condizioni sono state il punto di partenza che hanno indotto Dami a rispondere, in preminenza ma non soltanto, alla funzione didattica, e Viola a quella dell’immaginazione.

Tutto intorno, lo scenario delle montagne

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ian dei Termini, la nota zona meta di appassionati astrofili e di persone amanti del cielo con le sue costellazioni e le galassie nella sconfinatezza del cosmo, da agosto richiama anche chi apprezza l’arte per la sua funzione estetica e, in questo caso, sociale. Infatti, due importanti scultori, Andrea Dami e Silvio Viola, la cui biografia artistica è di per sé garanzia di eccellenza professionale, hanno realizzato una serie d’installazioni in perfetta sintonia con la progettazione del “parco” e la natura di quell’ambiente magico posto “alle soglie del cielo”. La loro accortezza è stata quella di proporre contributi creativi in perfetta simbiosi perché, pur legati alle richieste della committenza e ai parametri impliciti della configurazione d’insieme, percorsi, zone di sosta, cannocchiali visivi, i due hanno saputo soddisfare prima di tutto le loro istanze poetico-espressive e, a seguire, hanno dato forma alle opere grazie a competenze tecniche antitetiche capaci di creare il giusto

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Ragione per cui, il Giardino del Sole – opera di Andrea – e Portatrici di stelle – opera di Silvio –, vanno a costituire un arricchimento significativo del luogo, di cui l’Osservatorio è il polo di riferimento. Quest’ultimo, il parco, e le due installazioni, da oggi assolvono un compito pubblico per la conoscenza integrata, come pochi altri luoghi, dove i telescopi sono puntati verso l’infinito. La scelta di tale ipotesi originale è merito dell’Amministrazione di San Marcello (e in particolare dell’assessorato alla cultura) che ha voluto offrire alla cittadinanza e a chiunque faccia della propria meta Pian dei Termini, opere che fungono da compendio di apprendimenti e di emozioni al contempo. Un risultato davvero pregevole, a dimostrazione di come l’arte possa essere utilizzata a buon fine, se assolve anche scopi di utilità sociale. Chi arriva a Pian dei Termini con la luce del sole, rimane sorpreso nel vedere la “nuova” configurazione del paesaggio: verso valle, Portatrici di stelle, composto di una ventina di tronchi d’albero (la Vita) disseminati secondo l’andamento del dislivello e alla cui estremità sono ben visibili i segni

del cielo (la Luce), richiama e magnetizza immediatamente la vista e l’interesse del visitatore. Di fatto, si viene a determinare un orizzonte “altro” che si rapporta alla perfezione con la sinuosità del profilo dei monti su cui armonicamente si stagliano Le Portatrici. Subito dopo è il percorso a rivolgere l’invito, con i pannelli esplicativi facenti parte del Giardino del Sole e le otto “fioriere-pianeti” – più quella degli asteroidi – volute da Dami per sottolineare (artisticamente) le orbite pensate sul terreno da Marco Cei, progettista del Parco. Man mano che si prosegue il cammino, è il grande Sole-piattaforma a richiamare l’attenzione come pure i “vettori” circostanti, posti su cavalletti, i quali fungono da porzioni di cielo – si noti in basso la sagoma sinuosa che disegna i monti – in cui i pianeti sono rappresentati, proporzionalmente, in rapporto tra di loro secondo la dimensione effettiva; così da essere – come opportunamente ha pensato l’artista – delle tavole “astronomiche” istruttivamente utili per la didattica. Dal Grande Sole, realizzato a mosaico con gradienti cromatici giallo, arancione, rosso, chi vi sosta, può avere la sensazione di trovarsi al centro del nostro sistema solare e, qualora la fantasia lo sorregga, anche immedesimarsi nel Piccolo Principe di de Saint-Exupéry, così da poter “viaggiare” nei pianeti sottostanti per intraprendere la propria educazione scientifica e sentimentale. Alla stessa stregua, chi si trova a percorrere, percettivamente una a una, le Portatrici di stelle – omaggio alla don-


na generatrice di vita, come ha pensato l’artista – non potrà esimersi dall’ipotizzare di trovarsi di fronte a un luogo sacro; un osservatorio astronomico alternativo – penso a una Stonehenge frutto dell’immaginario artistico – che Viola ha ideato per “rituali” personali (e perché no collettivi!) dove rendere omaggio alla poesia, quella dedicata, per l’appunto, al cielo che ci sovrasta con tutte le sue implicazioni: simboliche, filosofiche, religiose e scientifiche. Un “parterre” in cui il Piccolo Principe che è dentro di noi, possa farsi “sacerdote” e, dunque, custode dell’arte e della poesia, ma anche della scienza al servizio dell’umanità. Pian dei Termini quindi, come luogo dei luoghi, osservatorio da cui esplorare l’esterno e l’interno, invisibili a chi non sappia coniugare il cammino delle comete con quello della visione scientifica. Andrea Dami e Silvio Viola ci richiedono questo impegno.

Pagina di apertura: il “Sole” di Andrea Dami. In alto: tramonto primaverile a Pian dei Termini. A sinistra in alto: la serie dei pianeti. A sinistra in basso: cartello del pianeta Venere. A destra: “Pianeta Fioriera” dedicata a Saturno. Pagine seguenti: nel cielo la Via Lattea con il Parco delle Stelle. Opening page: “Sun” by Andrea Dami. Above: spring sunset at Pian dei Termini. Upper left: the series of planets. Lower left: Sign for the planet Venus. Right: “Planter-planet” dedicated to Saturn. Following pages: the Milky Way in the sky above Star Park. 17


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Landart at Pian dei Termini

Garden of the Sun and Star-Bearers Two artists converse with the cosmos

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ince August, Pian dei Termini has attracted, besides amateur stargazers, those who appreciate art for its aesthetic function as well as here, for its social one. Two important sculptors, Andrea Dami and Silvio Viola, have created a series of installations in perfect harmony with the park and the surrounding nature. They have offered perfectly symbiotic creative contributions while respecting paths, parking areas, and telescopes, finding the right balance between the natural and the artificial, between reason and feeling. These two works – Andrea‘s The Sun Garden and Silvio’s Star-Bearers – have enhance this place, where the observatory is the point of reference. The choice of this location is due to the San Marcello town government (in particular the Department of Culture), which wanted to offer townspeople and anyone who comes Pian dei Termin, a remarkable product that shows how art can be used to good ends, if socially useful purposes are also served. Arriving at Pian dei Termini, under the light of the sun, we look towards the valley, towards the Star-Bearers. The work consists of twenty tree trunks (Life) arranged according to the progression of the descent. At the ends, there are clearly visible signs of heaven (Light) that instantly catch the visitor’s view and interest.

Immediately after there is an inviting path, whose explanatory panels are part of the Garden of the Sun. The eight “planter-planets” – plus one for the asteroids – were designed by Dami to emphasize (artistically) the orbits conceived on the terrain by Marco Cei, the park designer. Further along the path, the Great Sun-Platform draws our attention, together with the surrounding “vectors” placed on stands, which serve as portions of the sky. Stopping at the Great Sun, a mosaic in colors of yellow, red and orange, there is the sense of being at the center of our solar system and of identifying with the Little Prince. Those who find themselves crossing Star-Bearers will be faced with an alternative astronomical observatory, a Stonehenge that is the result of artistic imagination, where anyone can be a guardian of art and poetry, but also of science at the service of humanity.

www.discoverpistoia.it In alto a destra: foto dall’alto del Parco delle Stelle. In basso a destra: fioritura di Echium vulgare “erba viperina”. A sinistra: particolare di “Le portatrici di Stelle” di Silvio Viola. Above right: Aerial photo of Star Park. Bottom right: flowering Echium vulgare “viper’s bugloss”. To the left: Detail of “Star-Bearers” by Silvio Viola.

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Giardino del Sole Intervista allo scultore Andrea Dami

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stronomia, pianeti, stelle. Tutto splendido, meraviglioso. Ma che non potrebbe funzionare se non ci fosse lui: il sole. È da qui che è partito lo scultore Andrea Dami per realizzare il “Giardino del Sole”. Diplomato all’Istituto d’Arte di Pistoia, Andrea Dami è autore di numerose sculture musicali (o sonore), di installazioni, di collage, di disegni, ma anche di video e video-installazioni e continua a progettare e organizzare (dal 1963) mostre collettive su temi anche di impegno sociale.

Un Sole familiare, disegnato come lo immaginano i bambini “Appena iniziai a lavorare a questo progetto – dice Andrea Dami – ho pensato che il visitatore avrebbe dovuto trovare dei ‘lavori’ che lo incuriosissero, lo avvicinassero, lo facessero sorridere e quindi, sorridendo, si sarebbe potuto fare anche della didattica. Il punto di partenza non poteva che essere la nostra stella: il Sole, il centro. Ho pensato al Sole che abbiamo disegnato più o meno tutti, quando eravamo piccoli. Uno stereotipo, certo, perché quel ‘segno’ fosse comune, familiare. Qualcosa che ci facesse sorridere. Da lì l’idea di avere lunghi ‘raggi’ che permettessero di stare seduti sopra al sole. Perché il sole calpestabile può essere utile per posare cavalletti che sorreggono strumenti per ‘vedere’ le stelle”. 22

Da questa idea, quindi, è partita la realizzazione del sistema solare. “Ho realizzato i nostri pianeti – aggiunge ancora Andrea Dami – anche come dei gomitoli di filo, appoggiati su pannelli triangolari come le punte dei monti che disegnano i bambini. Volevo dare un’immagine immediata delle proporzioni del nostro pianeta in rapporto agli altri sette per provocare una riflessione che può essere approfondita direttamente all’Osservatorio. L’installazione ha un obiettivo: non solo ludico, anche se il gioco è importante, ma didattico in un luogo che offre una bella vista sul paesaggio circostante”. Oltre alle opere realizzate per l’Osservatorio, negli ultimi anni Dami ha svolto svariate attività e, fra di esse, ricordiamo le principali. Il “Giardino del XXI secolo” e “Cubo”, al Castello Villa Smilea a Montale; il “Fuoriquadro” a Pontassieve; “Farben-Kiänge-Schmetterlinge” allo Stadtmuseum di Langenfeld in Germania; “E se le farfalle imparassero a nuotare?” presso Palazzo Vecchio nel Salone de’ Dugento a Firenze fino a “Farfalle” in occasione del 58° Premio internazionale Ceppo, Pistoia. Ha inoltre realizzato esposizioni anche a Taiwan con “Batterfly Monna Lisa”, ad El Salvador con “Quadrifoglio”, oltre che a Pistoia e dintorni con l’opera video “Il mio padule” per il Mac,n di Monsummano Terme, “Segni” e “Senza titolo 1994”, una collezione presso Villa RenaticoMartini sempre a Monsummano. Per Pistoia, infine, “Città sonante”, “Grandi maestri, piccole sculture - da Depero a Beverly Pepper” a Palazzo Sozzifanti, “Appunti per un giardino di pietra” alla Forteguerriana e Galleria Lo Spazio fino ai “Riflessi liquidi”, anch’essa opera video presso Villa Castello Smilea di Montale.


Garden of the Sun

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s the source of energy for everything, the sun was the sculptor Andrea Dami’s point of departure to create his work, “Garden of the Sun “. “When I started work on the project,” Andrea Dami says, “I thought that visitors should find “works” that were intriguing, approachable. They could make them smile and so, smiling, they could also be educational. The starting point was our sun, the center of our solar system. We all drew it when we were children, a true stereotype, yet also a familiar and shared sign that makes us smile. Hence the idea of a sun with its long rays where you can sit and place a binocular stand “to look at the stars”. Andrea Dami continues, “Set on panels, the planets were made like balls of wire. I wanted to give an immediate picture of the proportions of our planet in relation to the other seven, to make people really think about what an observatory is. Its purpose is not just playful, but also educational, in a spot with a nice view of the surrounding landscape.”

www.discoverpistoia.it Nelle pagine: disegni preparatori e scene di cantiere per l’opera “Giardino del Sole” di Andrea Dami. A seguire: lo scultore Andrea Dami all’opera. On these pages: preparatory drawings, and park work site for Andrea Dami’s “Garden of the Sun”. Following pages: the sculptor Andrea Dami at work. 23


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Portatrici di stelle Intervista con lo scultore Silvio Viola

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el “Parco delle Stelle” non poteva mancare chi le stelle le porta. È così che nasce l’opera “Portatrici di stelle” realizzata dallo scultore Silvio Viola. Silvio Viola è nato il 23 gennaio del 1957 a Luzzano di Moiano in provincia di Benevento. Dal 1970 abita in provincia di Pistoia. Ha conseguito la maturità artistica presso il liceo artistico di Firenze mentre nel 1979 si è diplomato all’accademia delle Belle Arti di Firenze nel corso di scultura tenuto dal professor Oscar Gallo. Attualmente è insegnante di discipline plastiche presso il liceo artistico Policarpo Petrocchi di Pistoia. Molto ampio il suo curriculum artistico. Si parte dal lontano 1983 quando vince il premio di scultura “Filippo Albacini” all’accademia di San Luca a Roma. Partecipa a numerosi saloni di arte contemporanea, in Toscana e non solo e realizza varie sculture oltre a partecipare a concorsi nazionali per la realizzazione di sculture. Residente a Castelvecchio di Pescia, proprio su quel territorio ha svolto molte delle sue attività negli ultimi anni, divenendo direttore artistico della ma26

nifestazione “Scolpire la pietra in Valleriana” e realizzando nel 2012 un monumento ai Carabinieri a Pescia. Alla base di tutta la sua attività c’è una convinzione: “Dedico il mio tempo – afferma Viola – alla ricerca di una convinzione che l’essere umano possa essere in assoluto portatore di buone notizie”.

È anche un omaggio alla donna portatrice di vita È lo stesso artista a spiegarci l’origine e il significato di “Portatrici di stelle”: “Ho scelto questo tema perché il riferimento è al cosmo con tutti i suoi elementi, dai più piccoli ai più grandi, ai più o meno luminosi o ancora da scoprire. Il tutto, rigorosamente al femminile per omaggiare la donna che in primis porta per nove mesi nel grembo materno la vita, che poi darà alla luce”.

Per quanto concerne l’opera realizzata per l’Osservatorio Astronomico, Silvio Viola ha affrontato due temi: la luce e la vita. “Con il tema dei ‘viandanti’ – spiega – emerge il desiderio di stimolare l’inizio di un viaggio per recarsi in un luogo senza meta, alla ricerca della propria e altrui esistenza. Da qui l’approdo alla luce ed alla vita. La prima è elemento del cosmo, di varie forme, che si accendono al contrasto con il cielo ed il verde delle montagne. Gli effetti per dare l’idea della luce sono realizzati con rami di legno intrecciati per poter giocare su pieno e vuoto, tanto da renderli più leggeri dal punto di vista scultoreo e dando la sensazione di poter volare ancora più in alto. Infine – conclude Silvio Viola – la vita: alberi semplicemente decorticati per renderli più puri e leggeri, sistemati in modo da suggerire un ipotetico percorso dove chiunque può inserirsi per continuare il viaggio. È evidente il richiamo all’albero della vita”. Nelle pagine: bozzetti, disegni preparatori e scene di cantiere per l’opera “Le portatrici di Stelle” dello scultore Silvio Viola. A seguire: lo scultore Silvio Viola all’opera. On these pages: sketches, preparatory drawings, and park work site for Silvio Viola’s “Star-Bearers”. Following pages: the sculptor Silvio Viola at work.


Star-Bearers

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t was impossible for Star Park not to have a work by the sculptor Silvio Viola. As a result, “Star-Bearers” was created. Viola says, “I have dedicated my time to the belief that human beings can absolutely be the bearers of good news.” The artist explained to us that “Star-Bearers” was the result of this study of human beings. “I chose this strictly feminine theme specifically to pay homage to women who, first and foremost, carry life in their wombs for nine months. The reference is to the cosmos, with all its elements: from the smallest to the largest, from the brightest to the dimmest, and to those yet to be discovered. The artist has addressed two themes: light and life. “With the theme of “wayfarers”, there emerges the desire to stimulate a journey without a destination, searching for one’s own and other people’s existence. Hence, this approach to light and to life. The interweaving of wooden branches uses positive and negative space to make them seem lighter in sculptural terms and giving the sensation of flying still higher, while the idea of life is given by the debarked trees, lighter and purer, arranged so as to suggest a hypothetical path that can be taken to continue the journey, obviously evoking the Tree of Life.”

www.discoverpistoia.it

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Cartina illustrativa-didattica “Parco delle stelle” Il percorso stradale Sole/Nettuno è di 2,4 km (4,5 miliardi di Km circa in realtà) per cui un nostro passo sarà ogni volta di un milione di km circa

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SOLE - 0 m

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MERCURIO - 31 m

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VENERE - 58 m

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TERRA - 80 m

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MARTE - 120 m

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GIOVE - 416 m

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SATURNO - 760 m

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URANO - 1536 m

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NETTUNO - 2400 m

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GIARDINO DEL SOLE di Andrea Dami

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PORTATRICI DI STELLE di Silvio Viola

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OSSERVATORIO

cm 70,4 GIOVE - il suo diametro è 11 volte quello della terra, quindi per riempire la sua sfera sono necessarie più di 1300 sfere terrestri.

Fioriera pianeta

PARCHEGGIO CARTELLO DESCRITTIVO DEL PIANETA Nome per pianeta Quanto è lontano dalla nostra stella Rappresentazione in scala (rispetto al Sole di 7 m) Diametro del pianeta Temperatura Periodo di rotazione Rivoluzione

cm 700 Diametro del Sole Idea e disegno di Andrea Dami 30

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GAVINANA Francesco Ferrucci caduto il 3 Agosto 1530

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SAN MARCELLO PISTOIESE

Fioriera pianeta “Saturno”

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INTERVISTA A Alice Sobrero Sabrina Tringali FOTO Alice Sobrero Carlo Degl’Innocenti 32


Arte e inclusione sociale

Il parco della solidarietĂ Best practice e cittadinanza attiva, oltre cento persone coinvolte nella sua realizzazione 33


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ggi esiste un nuovo motivo per visitare la Montagna Pistoiese? Sì, l’8 agosto 2015 abbiamo inaugurato il “parco” dedicato al nostro sistema solare: il Parco delle Stelle nasce dall’idea di abbinare al nostro Osservatorio Astronomico un ambiente didattico scientifico, che presenti in scala il sistema solare e che possa essere fruito durante il giorno dai visitatori di tutte le età. Tutto è stato possibile grazie alla vincita del bando dedicato alle celebrazioni Galileiane ed è frutto di una collaborazione tra pubblico e privato: la Regione Toscana, il Comune di San Marcello, i forestali della Provincia di Pistoia e la Fondazione Caripit di Pistoia e Pescia. Un’opera fortemente sostenuta dall’Amministrazione Comunale di San Marcello P.se poiché potenzia e va ad impreziosire quello che consideriamo tutti un nostro fiore all’occhiello, l’Osservatorio Astronomico.

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Il progetto e la realizzazione di questo spazio hanno avuto particolari risvolti, quali? Siamo riusciti a coniugare il linguaggio artistico con il sociale. Grazie alla collaborazione con il progettista e direttore dei lavori Marco Cei e i due artisti coinvolti nelle istallazioni Andrea Dami e Silvio Viola è stato possibile coivolgere numerose realtà dell’associazionismo e del volontariato locale e fatto ancora più rilevante a livello sociale e nazionale è che alla realizzazione delle opere artistiche del parco hanno collaborato i migranti richiedenti asilo, africani e asiatici, che sono giunti sul territorio montano, giovani provenienti da Pakistan, Gambia, Guinea Bissau, Nigeria, Mali e Bangladesh, si può parlare di una vera e propria attività corale e multietnica. Che ricordi conservi di questo particolare cantiere? E’ stata per noi un’ esperienza di condivisione

che spero sia servita a tutti e soprattutto ai giovani che in quel momento vivevano la fase delicata della prima accoglienza sul nostro territorio. La forte volontà di operare insieme per un’opera pubblica ha caratterizzato l’eccezionalità dell’evento; mantenendo nei confronti di questi ragazzi un occhio di riguardo sul fronte della didattica e dell’ambientazione in un territorio così diverso dal loro com’è l’Italia, crediamo che sia stata un’ottima occasione per tutti di capire chi siamo, quali sono i nostri valori, che cosa significa solidarietà, condivisione e reciproco scambio di conoscenze attraverso il lavoro collettivo. Non ci sono stati riscontri in termini economici per questi ragazzi - perchè erano in attesa che gli venisse riconosciuto lo status di rifugiato- ma da un punto di vista umano spero possa essere stata un’esperienza positiva di interazione. All’inaugurazione c’erano tutti e il Sindaco Silvia


Cormio ha conferito a ciascuno di loro una pergamena che riconosceva la loro partecipazione alle opere del Parco in segno di ringraziamento, poi è stato proiettato un video di 5 minuti che mostrava tutte le fasi del lavoro e l’impegno di tutti noi, un video clip emozionale realizzato dal video maker Carlo Degl’Innocenti, si può vedere sul sito web del Comune. Mi piace ricordare che la Montagna Toscana e la partecipazione della cittadinanza attiva del nostro Comune ha dimostrato di saper costruire buone pratiche in un momento così difficile per affrontare i temi dell’accettazione e dell’interazione sociale fra gruppi etnici diversi. Il progetto del Parco delle Stelle è un esempio di buona organizzazione, civile e proficua collaborazione con i richiedenti asilo, reso possibile grazie all’aiuto dell’intermediazione culturale della cooperativa sociale (GliAltri di Pistoia) che di queste persone cura l’inserimento.

Sabrina Tringali - Cooperativa GliAltri di Pistoia da decenni impegnata in progetti di intercultura, aggiunge che... “Al Parco delle Stelle hanno lavorato una ventina di beneficiari ospiti nel comune di San Marcello che, in tempi diversi e con mansioni diverse, sotto la supervisione degli artisti e dei progettisti hanno eseguito vari lavori, dalla semina, alla costruzione delle decorazioni. La particolarità del progetto che ha entusiasmato ciascuno dei partecipanti è stata la possibilità di vedere la completa realizzazione di ciò che nei mesi passo dopo passo hanno contribuito a creare. Per quanto i nostri beneficiari hanno sempre collaborato nel territorio che li ospita donando il loro lavoro nella manutenzione delle strade o delle infrastrutture, l’esperienza del “Parco delle Stelle” è unica, non solo nel territorio P.se ma anche in ambito nazionale. Il fatto di riconoscere il loro

impegno attraverso la consegna di una pergamena durante la cerimonia di inaugurazione, aggiunge valore e significato all’impegno svolto e ha dato prova che con le idee e la volontà si può davvero percorrere un cammino verso l’inclusione sociale”.

Pagina di apertura: lo staff multietnico del Parco delle Stelle. Nelle pagine: scene di cantiere e semina delle orbite fiorite con le associazioni di volontariato locale e il Sindaco Silvia Maria Cormio. Opening page: Star Park’s multi-ethnic staff. On these pages: scenes of the park work site and planting of the flowering orbits, with local charities and Mayor Silvia Maria Cormio.

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Art and social

Solidarity Park Best practices and active citizenship, more than 100 people involved in its creation

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rs. Sobrero, can you give us a new reason to visit the Pistoian Mountains? Certainly. On 8 August 2015, we inaugurated Star Park, dedicated to our solar system. The idea was to provide our Astronomical Observatory with a scientific-educational environment in which a scale-model version of our solar system was depicted, and which could be open to all our visitors during the day. The Municipality of San Marcello Pistoiese enthusiastically supported this work because it enhances the Astronomical Observatory, which is already a feather in the cap for us. What were the specific implications of this project and its implementation? Which? With the cooperation of the designer Marco Cei and the two artists Andrea Dami and Silvio Viola, we managed to combine the artistic and social languages, with the assistance of local associations and voluntary organizations. We also had the help of African and Asian migrants and asylum seekers. What are your memories of this particular site? This was a sharing experience that I hope has helped everyone, especially the young people who, at that time, were experiencing a delicate phase in first being hosted in our area. Our wil-

lingness to work together for a public effort has made this experience an outstanding event, a chance to understand who we are, what our values are, and what solidarity, sharing and mutual exchange of knowledge mean. Our townspeople have demonstrated their ability to address issues like acceptance and the social integration of different ethnic groups in this difficult period. The Star Park project is an example of a profitable, civil partnership with the asylum seekers, which was made possible thanks to the help of the cultural intermediation of the Pistoia cooperative GliAltri. Sabrina Tringali – GliAltri of Pistoia, adds… Our beneficiaries have already worked together with the local district hosting them on road maintenance and infrastructure. They performed various jobs at Star Park, from planting to constructing the decorations.

Their commitment has been recognized through the delivery of a parchment document, given by Mayor Silvia Cormio during the opening ceremony, proof that a path towards social inclusion can be followed with ideas and will-power.

www.discoverpistoia.it A sinistra: Dominic volontario proveniente dalla Nigeria. In alto: inaugurazione del Parco delle Stelle con il riconoscimento allo staff. In basso a destra: taglio del nastro con il Sindaco Silvia Maria Cormio e autorità. Left: Dominic, a volunteer from Nigeria. Above: the Star Park inauguration, acknowledging the staff’s contributions. Bottom right: Mayor Silvia Maria Cormio and dignitaries cutting the ribbon.

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Custodi delle stelle

Allargare gli orizzonti Un parco didattico per collocarci nel sistema solare

INTERVISTA A Luciano Tesi

FOTO Carpe Diem - Abetonesport Carlo Degl’Innocenti Alice Sobrero

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inalmente il Parco delle Stelle ha visto la luce: ci può spiegare come è stato il percorso che ha portato alla nascita di questo progetto? Con la realizzazione del parco delle stelle si è data forma e sostanza alla nostra idea di alcuni decenni fa, allorché a seguito della costruzione di un plastico di una analoga struttura costruito dai ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale di Pistoia “Silvano Fedi” e per geometri “Enrico Fermi”, sotto la guida della professoressa Grazia De La Pierre, del professor Salvatore Rondine e di altri docenti, facemmo nostra la proposta della scuola che anche gli amministratori del Comune di San Marcello accolsero con favore e che, dopo un iter abbastanza travagliato, ha finalmente visto ora la sua conclusione. Sono passati molti anni da allora, ma la proposta aveva ed ha tuttora la sua validità che si fonda su una semplice considerazione: ogni iniziativa in grado di contribuire alla valorizzazione delle risorse che la montagna possiede non può che considerarsi benvenuta. Un parco delle stelle, pensato a completamento del già presente osservatorio astronomico, può svolgere una funzione di questo tipo, sia se visto sotto l’aspetto astronomico-

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divulgativo, sia se pensato come incentivo alle attività del tempo libero. E questo nostro parco ha tutti i requisiti del caso: rigore scientifico abbinato a fantasia, un mix che sicuramente richiamerà l’attenzione di tanti visitatori. Qual è la caratteristica principale che ritiene sia giusto mettere in risalto del Parco delle Stelle? Personalmente, dopo aver visitato alcune strutture analoghe presenti in varie regioni, ritengo che la caratteristica basilare di questa opera realizzata a Pian dei Termini stia nella sua originalità, perché sia il coordinatore Marco Cei che gli artisti Andrea Dami e Silvio Viola sono riusciti a dare un tocco speciale a tutto il complesso. Ciò acquista una importanza rilevante sia per quel che esso lascia vedere con gli occhi sia per quello che lascia immaginare con la mente. Cosa si può vedere, con precisione, all’interno del Parco? Da una parte si può trovare un percorso segnato da tabelle indicatrici delle distanze dei pianeti tra loro e poi uno spazio a lato dell’osservatorio dove trovano collocazione la raffigurazione del sole e dei pianeti realizzati secondo le loro reciproche dimensioni scalari e i disegni delle loro

orbite. Il tutto caratterizzato da estremo rigore scientifico dove la tecnologia e l’aspetto astronomico prevalgono. Dall’altra parte, invece, la piccola selva di tronchi d’albero che si alzano alti a significare la perenne aspirazione dell’uomo al cielo, alla conoscenza dello spazio e del cosmo. Non per nulla gli uomini hanno messo il Creatore proprio lassù. Ci può fornire alcuni buoni motivi per invitare una persona a visitare il Parco delle Stelle? Parto dal presupposto che queste figure volute dall’artista hanno una ragione del tutto provocatoria, quella di invitare la gente alla meditazione e alla riflessione, lasciando libertà assoluta all’immaginazione. Parafrasando un vecchio detto mi piace pensare che esistono più cose in una piccola porzione di cielo grande come una punta di spillo di quante la mente umana possa concepire. Penso, quindi, che il Parco può essere visto come un invito ad una piacevole e salutare passeggiata tra il verde ed allo stesso tempo può consentire di allargare il proprio orizzonte culturale arricchendo il bagaglio delle proprie conoscenze scientifiche. E con queste basi è evidente che a guadagnarci in conoscenza è sia il corpo che la mente.


Pagina di apertura: la cupola dell’osservatorio Astronomico con il telescopio da 60 cm. In basso: modellino in scala della terra. In basso a sinistra: veduta aerea dell’osservatorio con il “Sole” e le orbite fiorite. A destra: tramonto all’osservatorio. In basso a destra: da sinistra Luciano Tesi Presidente del gruppo Astrofili Montagna Pistoiese, con a fianco Paolo Gigli, astrofilo. Opening page: The Astronomical Observatory’s dome with its 60-cm telescope. Below: scale model of the earth. Bottom left: aerial view of the observatory with the “Sun” and the orbits in bloom. Right: the sunset at the observatory. Bottom right: on the left, Luciano Tesi, president of the Astrofili Montagna Pistoiese, with Paolo Gigli, amateur astronomer, to the side.

Star-keepers

Broadening one’s horizons An education park for placing ourselves in the solar system

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ow did the Star Park project come about? It all started with an idea from ten years ago and a model made by some students of the Silvano Fedi Industrial Technical Institute and the Enrico Fermi Industrial Technical Institute for Surveyors in Pistoia, with the assistance of the teachers Grazia De La Pierre and Salvatore Rondine. The administrators of the Municipality of San Marcello were enthusiastic about the project, which we made ours and finally got underway, after a few hitches. The park was designed to be an incentive for leisure activities and to complement the Astronomical Observatory.

What is Star Park’s most important characteristic? After visiting similar structures in various regions, the main feature of our work in Pian de Termini is the originality that the coordinator Marco Cei and the artists Andrea Dami and Silvio Viola have brought to the overall complex. What you see with your eyes is important, but most of all what there is for your mind to imagine. What can we see in the park? In one area, we find a path with signboards showing the distances between each of the planets. Along the side of the observatory, the scale-model planets and the Sun are depicted, together with the outlines of their orbits. In another area, there is a small forest of tree trunks rising to the sky, to remind us of the aspiration to learn about space and the cosmos that humans have always had. What are the reasons to visit Star Park? We see it as a pleasant, healthy walk in the forest that, at the same time, is a way to improve our knowledge of science and to enrich both the body and the mind.

www.discoverpistoia.it

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The Astronomical Observatory

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Osservatorio Astronomico di Pian dei Termini

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’ Osservatorio Astronomico di Pian dei Termini è una struttura pubblica aperta dal 1990 ed è gestita dal Comune di San Marcello Pistoiese e dal Comune di Piteglio. È stato costruito grazie al sostegno di Regione, Provincia di Pistoia, Comune di San Marcello, Comune di Piteglio e Comunità Montana. L’Osservatorio è dotato di due cupole e due telescopi di 40 e 60 cm di diametro, di strumentazione didattica e scientifica, di una sala conferenze in grado di ospitare convegni e seminari di carattere scientifico dove si possono accogliere gruppi di 50-60 persone per volta. Vi si svolgono attività di divulgazione delle scienze astronomiche e di ricerca condotte dal GAMP - Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese, in collaborazione con le strutture di ricerca universitaria di Firenze e Pisa. Qui si possono scoprire le meraviglie del cielo: il Sole, la Luna, i pianeti, le Nebulose, la Via Lattea e le Galassie.

Un laboratorio promotore di iniziative didattiche con le scuole, con gli adulti, che in una prospettiva di educazione permanente, ha la finalità di avvicinare il pubblico di tutte le età alle scienze del cielo. L’osservatorio Astronomico da sempre si dedica allo studio e alla ricerca dei corpi minori del sistema solare, asteroidi, comete e meteore vantando il primato tra gli osservatori amatoriali italiani per il numero di scoperte, ad oggi 428 asteroidi. In particolare si è distinto per essere stato il primo osservatorio astronomico, sul territorio nazionale, ad aver scoperto un asteroide di tipo NEA (Near Earth Asteroid) oggetti che si avvicinano in modo “pericoloso” alla Terra, denominato (15817) Lucianotesi, nonché di aver scoperto il primo asteroide classificato come PHA (Potentially Hazardous Asteroids) - asteroidi potenzialmente pericolosi - designato con la sigla provvisoria 2011 QY39. Tra gli osservatori italiani siamo al 2° posto dopo l’osservatorio Schiapparelli di Varese (mpc 204) per l’osservazione di asteroidi con designazione provvisoria ossia gli asteroidi la cui orbita è ancora provvisoria. Le scoperte dell’Osservatorio Astronomico sono inserite e validate in un database internazionale del Minor Planet Center, emanazione dello Smithsonian Observatory, nel Massachusetts.

he Astronomical Observatory is a public building open since 1990 and now supervised by San Marcello P.se and Piteglio Municipalities. The Observatory is equipped with two domes and two telescopes having a diameter of 40 and 60 cm, with educational and scientific instruments and also with a hall able to receive groups of 50 to 60 people at a time for scientific conventions and seminars. Activities for the disclosure of astronomical sciences and research are there carried out by the GAMP (Pistoia Mountain star friends group). Here you can discover the wonders of the sky: the Sun, the Moon, the planets, the nebulas, the Milky way and the galaxies. It is a workshop promoting educational initiatives for schools and adults in order to approach people of any age to the sky sciences. Since its beginning the Astronomical Observatory studies and research minor bodies of the solar system, asteroid and comets. It is also leader among the non-professional Italian observatories in the number of discoveries. It especially stands out for being the first astronomical observatory, on the National area, having discovered an asteroid (15817 Luciano Tesi) of NEA (Near Earth Asteroids) type, which are objects dangerously close to the Earth. Moreover, it discovered the first asteroid classified as PHA (Potentially Hazardous Asteroids) - asteroid particulary dangerous that has been provisionally defined with the acronym 2011 QY 39. Among italians observatories we are in 2nd place after the Schiapparelli Observatory of Varese (mpc 204) for observing asteroids with provisional designation, asteroids whose orbit is still provisional.

A sinistra: Luciano Tesi nella cupola dell’osservatorio. Nella pagina: aula conferenze dell’osservatorio astronomico di Pian dei Termini. To the left: Luciano Tesi in the observatory dome. On this page: The Astronomical Observatory’s conference hall.

Per visitare l’Osservatorio Astronomico occorre prenotare alla Biblioteca Comunale Paolo Bellucci di San Marcello P.se dal Martedì al Venerdì con orario 9:00 - 12:30 e 14:00 – 18:00 Sabato 9:00 – 12:30 al Tel. +39 0573 621289. Visite Notturne: venerdì, sabato; in luglio e agosto anche il lunedì. Visite Diurne: martedi, giovedì mattina; in luglio e agosto martedì e domenica mattina. To visit the Astronomical Observatory you have to make a reservation calling the Biblioteca Comunale Bellucci of San Marcello P/se telephone number +39 0573 621289, from Tuesday to Friday from 9.00 to 12.30 and from 14.00 to 18.00, on Saturday from 9.00 to 12.30. Per info sulle attività, visita il sito web: For activities info visit websites:

www.gamp-pt.net 43


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Tutela e valorizzazione

Ecomuseo della Montagna Pistoiese Sei itinerari alla riscoperta di antichi mestieri. Ideato nel 1988, è visitato da 10.000 persone ogni anno

TESTO Manuela Geri

FOTO Nicolò Begliomini Carpe Diem - Abetonesport Lorenzo Gori Archivio Ecomuseo 45


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’idea di costituire un sistema museale sulla Montagna Pistoiese nasce nel 1988, per opera della Provincia di Pistoia e dei Comuni del territorio. Il progetto è ambizioso e innovativo e trae ispirazione da realtà europee all’avanguardia in ambito museale, adottando appunto la formula dell’Ecomuseo: una strada molto conosciuta all’estero, soprattutto in Francia e nei paesi nordici, non altrettanto in Italia. Quando l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese muove i primi passi, i progetti similari in Italia si contano sulle dita di una mano. Pluripremiato per l’idea di fondo (targa d’oro a Parma per il miglior progetto di valorizzazione dell’Appennino) nel corso degli anni l’Ecomuseo da progetto è divenuto realtà, fino a raggiungere la sua conformazione attuale. È stato il primo Ecomuseo attivo in Toscana. Diversamente dai cugini europei, l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese non si presenta come un parco tematico o un’area circoscritta dove ricostruire artificialmente edifici e strutture del passato; l’Ecomuseo qui ha operato e opera

come strumento per leggere il territorio, per far emergere il lavoro secolare dell’uomo sull’ambiente, lavoro di cui rimangono tracce e testimonianze diffuse su tutta la nostra montagna. Il progetto ha recuperato queste testimonianze, restaurando edifici, percorsi, manufatti; le ha poi messe a sistema, strutturando una rete di sei itinerari, dotati di musei, luoghi del lavoro, punti informativi, che rendono evidente al visitatore e agli stessi residenti la propria storia e il processo di formazione del paesaggio che oggi caratterizza la Montagna Pistoiese. Dal 2011 l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese è gestito dalla omonima Associazione, di cui fanno parte i vari Enti attuatori. La lettura storico-culturale proposta dall’Ecomuseo si articola quindi in un sistema di sei itinerari che sono offerti alla fruizione del pubblico, alla riscoperta di antichi mestieri, fabbriche del ghiaccio, molini ad acqua e mugnai, ferriere e fabbri, transumanza e pastori, pietre e scalpellini. I sei itinerari tematici sono contraddistinti ciascuno da un colore-guida.

Conservation and Promotion

Ecomuseum of the Pistoian Mountains Six itineraries to rediscover traditional crafts. Conceived in 1988, it has 10,000 visitors each year

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t was founded in 1988 thanks to the Province of Pistoia and to the Districts in the area. The project takes its inspiration from avant-garde European museums, adopting the Ecomuseum formula. The Ecomuseum has been multi-awarded for its underlying idea and it has been and continues to be an instrument to learn and understand the territory, to underline human work (of which we still can find proof and traces all over our mountains) on the environment over the centuries. This project has recovered this proof and has organized it into a six- (web) itineraries. Each trail can be identified by a guide-color.

Pagine di apertura: La ghiacciaia della Madonnina Le Piastre. Sopra: Ferriera di Maresca: prove di forgia. A sinistra: Itinerario del ghiaccio valle del Reno. Opening pages: Madonnina ice-house, Le Piastre. Top: Ironworks of Maresca: kids at work. Left: Ice trail High Reno valley. 46


ECOMUSEUM INFORMATION POINT The Ecomuseum Information Point is located in Gavinana, in the important Palazzo Achili, where the Archivio sonoro dell’Ecomuseo (the Ecomuseum’s musical archives) is also housed. In addition, the Centro di Documentazione sull Emigrazione “Mario Olla” (Mario Olla Emigration Research Center) was recentely located in Palazzo Achilli. The Ecomuseum is frequented by around 10.000 visitors in a year and provides a specific educational purpose on issues such as renewable energy, the history of the territory, flora and fauna, popular traditions, the old crafts, etc...

PUNTO INFORMATIVO DELL’ECOMUSEO Il Centro operativo a cui fa riferimento tutto il sistema museale ha sede a Gavinana, nello storico Palazzo Achilli, dove è ospitato anche l’Archivio sonoro dell’Ecomuseo,una ricerca di oltre 1000 documenti sonori, in prevalenza canti, svolta a tappeto su tutta l’area della montagna pistoiese. Inoltre è da poco collocato nel Palazzo an-

che il Centro di Documentazione sull’Emigrazione “Mario Olla”. L’Ecomuseo è frequentato da quasi 10.000 visitatori all’anno, sia adulti che ragazzi. Per le scuole offre specifiche proposte didattiche, gestite da qualificati operatori, su argomenti quali l’energia rinnovabile, la storia del territorio, flora e fauna, le tradizioni popolari, i vecchi mestieri, ecc.

Per contatti ecomuseo@provincia.pistoia.it Tel. +39 800 974102

www.ecomuseopt.it www.discoverpistoia.it

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ITINERARIO DEL GHIACCIO - Azzurro

ICE TRAIL – Blue

The icebox of Tuscany

Il frigorifero della Toscana

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i estende da Le Piastre a Pracchia, lungo la Valle del Reno, ed ha i suoi punti notevoli nella Ghiacciaia della Madonnina, una insolita struttura a tronco di cono, con tetto in paglia: rappresenta il luogo del lavoro dell’itinerario azzurro, mentre l’attività di studio e di documentazione si svolge nel Polo didattico ed espositivo del ghiaccio, in Via della Noce a Pracchia, che conserva attrezzi e documenti d’epoca. Un facile percorso trekking da poco completato (2015), di ca. 9 km. nel bosco, collega la Ghiacciaia stessa con l’Itinerario del Ferro a Pontepetri. Dalla fine del ‘700 agli inizi del ‘900 nell’Alta valle del Reno si producevano migliaia di tonnellate di ghiaccio utilizzando l’acqua del fiume, il freddo dell’inverno e un ingegnoso sistema di canali e laghi artificiali. In inverno i ghiacciaioli deviavano l’acqua del Reno nei “laghi”, ampie

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zone pianeggianti ricavate artificialmente nella vallata; nella notte la temperatura particolarmente rigida (la Valle del Reno è aperta ai venti del nord) formava uno spesso strato di ghiaccio sopra il lago, ghiaccio che durante il giorno successivo veniva spaccato in lastre più o meno regolari; queste zattere di ghiaccio venivano spinte sull’acqua fino alla Ghiacciaia, ampio contenitore rudimentale ma molto efficiente per la tenuta termica, e lì immagazzinate per essere poi vendute durante l’estate successiva nelle principali città della Toscana e del Lazio. Alla produzione di ghiaccio lavoravano uomini, donne e bambini, con compiti diversificati, in un ambiente ostile per il grande freddo e la fatica. Il premio più ambito dai bambini che svolgevano con cura il proprio lavoro era quello di poter andare a scuola il giorno successivo…

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t stretches out from Le Piastre to Pracchia, along the Reno Valley, with its most important points being the Ghiacciaia della Madonnina (Madonnina ice-house), an unusual truncated cone shaped monumental structure with a thatched roof in Pracchia for ice production, which still has old tools and documentation. An easily accessible trekking itinerary in the woods, which has been recently completed (2015), is about 9km long and connects the Ice-house itself with the Iron Trail in Pontepetri. From the end of the 18th Century up until the beginning of the 20th Century thousands of tons of ice were produced in the High Reno Valley (being the only place in Italy with this proportions) using water from the river, winter’s cold and a clever system of drains and artificial lakes. Either men, women and children worked together in the hostile cold and laborious environment to produce ice. The best reward for kids could gain for doing a god job was the permission to attend school the next day...


ITINERARIO DEL FERRO - Rosso

IRON TRAIL - Red

Polo siderurgico del Granducato

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a i propri centri di interesse nel Comune di San Marcello P.se: a Maresca, con la storica Ferriera Papini, risalente al sec. XV; a Pontepetri, con il Museo del Ferro, il giardino didattico e il Percorso Trekking del ferro, con area picnic; a Mammiano con il Ponte Sospeso. Nel XVI secolo la Montagna pistoiese era una zona ricca di energia naturale, ovvero di acqua e di legname, che garantivano forza motrice e combustibile per la lavorazione del ferro: per questo motivo Cosimo I de’ Medici nel 1543 aveva deciso di collocare in questa parte di Appennino una importante attività siderurgica a servizio dello stato mediceo; il minerale, estratto sull’Isola d’Elba, giungeva qui attraverso un lungo viaggio, per essere trasformato e lavorato dalle ferriere della zona. L’Ecomuseo ripropone questa affascinante storia, con l’itinerario rosso; ne fanno parte: - la Ferriera di Maresca, citata come già funzionante nel 1543 in una lettera dello stesso Cosimo I, è forse la più antica ferriera

toscana ancora esistente, oggi (2016) restaurata e visitabile; il Punto informativo d’area del ferro, il Giardino didattico, e l’Itinerario trekking, allestiti a Pontepetri, dove sono stati ricostruiti un maglio, una ruota verticale ed una ruota da molino, messi in moto dall’acqua del fiume, incanalata lungo un bel percorso naturalistico, attrezzato anche con area pic nic. Un altro suggestivo esempio di architettura legata alla produzione siderurgica di inizio ‘900 è il Ponte Sospeso di Mammiano, una struttura in cavi di acciaio che con i suoi 211,5 metri di luce libera e un’altezza massima di 36 metri sull’alveo del fiume costituisce uno dei ponti pedonali più lunghi al mondo. Il ponte, progettato dall’ing. Vincenzo Douglas Scotti, fu inaugurato nel 1923 per consentire ai residenti in riva destra della Lima di recarsi agevolmente al lavoro nelle fabbriche SMI di Mammiano Basso. Il suo attraversamento è tutt’oggi una prova di coraggio: 200 metri di adrenalina!

Iron hub in the Grand Duchy

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uring the XVI Century the Pistoiese Mountain was the main iron hub in the Grand Duchy of Tuscany. In fact the area was abundant in natural energy, water and wood, which guaranteed motive power and combustible materials for the ironworks, that took the iron ore mineral from the Isola d’Elba. In the red itinerary you’ll find: - the Ferriera di Maresca (Ironworks of Maresca), probably the most ancient ironworks still existing; - the Iron Information Point, the Didactic hub and the Trekking itinerary, located in Pontepetri, where a mallet, a vertical wheel and a mill wheel (driven by the water from the river) were rebuilt. - The Ponte Sospeso (Suspended Bridge) in Mammiano, built with steel cables (with it’s 211,5 meters span and a maximum height of 36 meters over the river bed) is one of the longest pedestrian bridges in the world. Despite being inaugurated in 1923, crossing the bridge is still a trial: 200 meters of adrenalin!

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ITINERARIO DELL’ARTE SACRA E DELLA RELIGIOSITA’ POPOLARE - Viola

SACRED ART AND POPULAR RELIGIOUSNESS TRAIL – Purple

Inaspettato barocco romano

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a il suo centro a Popiglio (Comune di Piteglio) nel Museo d’Arte Sacra ospitato nella Pieve di Santa Maria Assunta e nella prospiciente Compagnia del SS. Sacramento; nel Polo didattico dell’Arte Sacra, in Via delle Corti, e nell’itinerario devozionale delle Verginine, che conduce al Ponte di Castruccio, sulla Lima. Ci informa il Pievano Girolamo Magni, nel suo “libbro dei ricordi” (1549-1601) che la Pieve di Popiglio (Comune di Piteglio) viene arricchita nel corso del secolo di preziose opere d’arte, donate come ex voto da una famiglia di popigliesi residenti a Roma, i Vannini. Grazie a loro la Pieve di Santa Maria Assunta di Popiglio (Piazza della Chiesa) espone oggi nel Museo diocesano d’Arte Sacra rari esempi di barocco romano.

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Nella prospiciente Compagnia del SS. Sacramento sono esposti paramenti e arredi sacri risalenti anche al sec. XVI, provenienti dalle chiese della Montagna pistoiese. Dalla piazza della chiesa un percorso lastricato porta al Polo didattico del museo (ricavato in un edificio storico che ospita anche il Teatro “Mascagni”) dove si possono svolgere varie attività manuali, come quella della tessitura. Proseguendo nel percorso, si scende rapidamente lungo una antica via medievale che collegava Pistoia con Lucca, fino ad arrivare al Ponte di Castruccio, sul torrente Lima, poderoso ponte a schiena d’asino fatto costruire dal condottiero lucchese Castruccio Castracani (1281-1328); ai piedi del ponte due antiche dogane trasformate in agriturismo potranno ristorare i moderni avventori.

Unexpected Roman Baroque

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t is based in Popiglio (District of Piteglio) in the Sacred Art Museum which is now hosted in the Pieve (parish church) of Santa Maria Assunta and in the overlooking Compagnia (Company) del SS.Sacramento; it is also based on the devotional Verginine (little vergins) trail, which brings it to the majestic Medieval Castruccio Castracani’s Bridge, on the Lima stream. The Parish Church in Popiglio was enriched with valuable pieces of art offered as an ex voto (donation) by a the Vannini family (people coming from Popiglio but living in Rome) during the XVII Century. The collection, with rare examples of Roman Baroque, is exhibited in the Sacred Art diocesan Museum. In the overlooking Compagnia (Company) del SS.Sacramento are exhibited sacred vestments and decor dating back to the XVI Century and coming from other Pistoiese Mountain churches.


ITINERARIO DELLA VITA QUOTIDIANA – Giallo

EVERYDAY LIFE TRAIL – Yellow

A lifetime of work

Una vita di lavoro

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ivoreta, piccola frazione del Comune di Cutigliano, ospita varie strutture dell’Itinerario della vita quotidiana: il Museo della Gente dell’Appennino pistoiese con il laboratorio del giocattolo; il laboratorio della lana. Orsigna, la frazione più montana del Comune di Pistoia, completa l’itinerario giallo con il Mulino di Giamba, che ancora macina a pietra, il Seccatoio per le castagne; la Capanna del Carbonaro, la Carbonaia didattica. A Rivoreta, l’Associazione Museo della Gente dell’Appennino pistoiese propone un viaggio nella vita di questo territorio dal passato ai giorni nostri, con l’omonimo museo. Lo fa in modo nuovo, suscitando emozioni e usando più linguaggi: oggetti di lavoro e della vita quotidiana, immagini, suoni, storie, prove per il visitatore. All’interno del museo è allestito il Laboratorio del giocattolo, che invita il visitatore a sperimentare la propria fantasia e la propria manualità,

costruendo direttamente, e con materiali poveri, semplici giocattoli. In un edificio limitrofo al Museo è stato restaurato un seccatoio, ora allestito per dimostrare dal vivo le tecniche di filatura e tessitura della lana. Nella Valle di Orsigna la Cooperativa Val d’Orsigna ha ristrutturato e reso attivi vari edifici con cui trasforma i frutti del bosco: un metato, per seccare le castagne e un molino, il Molino di Giamba, a due palmenti, andante ad acqua, costruito nel 1820 e recentemente restaurato. Nei castagneti vicini si sperimentano nuove tecniche di coltivazione e trasformazione della castagna. Sempre in Val d’Orsigna è stata ripristinata a scopi didattici l’antica “Via del carbone”, dove una carbonara didattica mostra come si trasforma la legna in carbone; e dove si può sperimentare la “vita tremenda vita tribolata” dei carbonari, coricandosi sulla rapazzòla, un letto di frasche dentro la tipica capanna, con il tetto coperto da zolle di terra.

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ivoreta is a small hamlet in the Cutigliano District. It hosts many structures belonging to the Everyday life itinerary: the Museum of the Pistoiese Apennine People with its toy workshop; the wool workshop. This museum interacts with visitors in many ways, such as creating emotions, using various communication ways and inviting them to test their manual skills. Orsigna is the most alpine community in the District of Pistoia. It completes the yellow itinerary with the Mulino di Giamba (Giamba Mill), that still uses its grindstone, and the Seccatoio, a chestnuts drying place; the Capanna del Carbonaro (Charcoal-burner shed), the didactic Charcoal pit. In this area one can experiment how hard charcoal-burners’ life could be when they got to sleep on the “rapazzòla”, a branch-made bed inside a characteristic shed with its roof covered up by clumps.

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ITINERARIO NATURALISTICO – Verde

NATURALISTIC TRAIL - Green

Forest Botanical Garden of Abetone

Orto Botanico Forestale di Abetone

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a il suo fulcro nel comune di Abetone, con l’Orto Botanico Forestale e il Polo didattico di Fontana Vaccaia. Più a valle, a Campo Tizzoro, Comune di San Marcello P.se, è invece visitabile il Centro naturalistico Archeologico dell’Appennino pistoiese. L’Orto Botanico Forestale dell’Abetone (nell’alta Val Sestaione), è ufficialmente aperto al pubblico dal 1987. L’area dell’Orto comprende per 3/4 una zona a bosco costituita dalla foresta originale appenninica, mentre la parte restante è occupata da un piccolo giardino roccioso e da un laghetto. Collocato ad una quota fra i 1270 e i 1300 metri s.l.m., è gestito con la collaborazione delle Università toscane di Firenze, Pisa e Siena, del Corpo Forestale dello Stato. Visita-

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bile da metà giugno a metà settembre, conserva specie tipiche della catena alpina, che trovano in quest’area il loro limite meridionale di diffusione spontanea. Il Polo didattico di Fontana Vaccaia con i suoi apparati scientifici, documentari e di ricerca, completa la visita all’Orto. A Campo Tizzoro le ex scuole S.M.I. della storica industria metallurgica Orlando, accolgono il Centro naturalistico archeologico dell’Appennino Pistoiese, un centro di documentazione contenente reperti preistorici e geopaleontologici dell’Appennino Nord-Occidentale, fra cui uno scheletro di orso delle caverne. Il museo illustra in breve sintesi la storia della presenza umana nella zona e propone suggestive ricostruzioni di ambienti.

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he Forest Botanical Garden of Abetone is open to the public since 1987. It is situated in between 1270 and 1300 meters a.s.l. and it is supervised by the cooperation between the Universities of Firenze, Pisa and Siena and the Corps of Forest Rangers. It can be visited from middle June to the middle of September and it preserves, in the southern natural spread limit, typical species from the Alpine Chain. In Campo Tizzoro there is the Pistoiese Mountain Naturalistic Archaeological Centre, located inside the original S.M.I. school. This is a research centre that keeps prehistorical and geo-paleontological evidence coming from the north-western Apennine (there also is a skeleton of a cave-bear). This museum shows a short version of the human presence’s history in the area and offers impressive environmental re-enactment.


ITINERARIO DELLA PIETRA - Grigio

STONE TRAIL – Grey

La via Francesca della Sambuca

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el Comune di Sambuca Pistoiese la Via Francesca della Sambuca (da Pavana a Sambuca Castello), il Bivacco dell’Ecomuseo e l’aula didattica nella locanda del Castello di Sambuca sono i punti salienti di questo itinerario, che propone una immersione nel medioevo. Oltre che un itinerario fisico, è infatti un percorso temporale, a ritroso nella storia della montagna, perché porta il visitatore a camminare lungo il tracciato medievale della via Francesca della Sambuca, una delle varianti della via Francigena, che collegava il nord con il centro Italia. Si parte da Pàvana, e si attraversano borghi immersi nel verde dei boschi, dove molte vecchie abitazioni riportano sulla facciata spaventevoli mascheroni scolpiti in pietra; queste figure con funzione apotropaica richiamano l’antico mestiere dello scalpellino, insegnato agli abitanti del posto dai Maestri comacini, maestranze edili

lombarde organizzate in corporazione, che emigravano a nord e sud in cerca di lavoro, e che hanno diffuso in maniera capillare nel medioevo lo stile romanico lombardo. Si prosegue poi a piedi verso Sambuca Castello, nel silenzio più assoluto, fino a giungere al borgo e alla Rocca di Selvaggia Vergiolesi, famosa per essere stata la musa ispiratrice di Cino da Pistoia. Sambuca Castello conserva intatto l’impianto urbanistico medievale, non è percorribile in auto e si presta perfettamente a riproporre attività di gioco e studio legate a questo periodo storico. Si segnala inoltre, nella foresta Naturale Biogenetica dell’Acquerino un sito archeologico, riportato in luce dall’Ecomuseo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, il Corpo forestale dello Stato ed il Comune di Sambuca pistoiese; l’insediamento pare corrispondere al villaggio altomedievale di Glozano, nato sulla strada che conduceva alla Badia a Taona.

A branch of Francigena road

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n the District of Sambuca Pistoiese, the most important points of this itinerary offering a Medieval immersion are The Via Francesca della Sambuca (from Pavana to Sambuca Castello), the Ecomuseum’s Bivouac and the didactic classroom in the Rocca (cliff) di Sambuca. It is a physical path but also is a journey back in time, in the mountain’s history, leading the visitor on a walk along the Medieval layout of the Via Francesca della Sambuca, one of the alternative ways of the Via Francigena, linking the North with the Center of Italy. One can get by foot into the absolutely silent atmosphere of the Sambuca Castello. It is overawed by the Fortress named after Selvaggia Vergiolesi (famous to be the woman who inspired Cino da Pistoia). The Sambuca Castello perfectly preserves the Medieval urban plan. Cars have no access and it is particularly appropriate to offer recreational and study times connected to this historical period.

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La via Romea Nonantolana

La montagna che unisce Di origine longobarda, la strada collegava la Val di Lima con la Via Emilia TESTO Fabiano Fini

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FOTO Nicolò Begliomini Archivio Ass. Vallelune


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ai tempi più remoti la Montagna Pistoiese è stata percorsa da strade transappenniniche. Dalle fonti a noi pervenute di epoca romana (Tabula Peutingeriana e Antonini Itinerarium) non risulta il nostro territorio fosse attraversato da strade importanti. Tuttavia tracce di strade romane sono state segnalate dagli studiosi in diverse parti della zona. Cicerone (106/43 a.C.) scrisse: “Tres viae sunt ad Mutinam…Tres ergo, ut dixi, viae: a supero mari, Flaminia: ab infero Aurelia: media Cassia” (Sono tre strade che conducono a Modena… Ci sono dunque tre vie, come ho detto: l’una dal mare superiore per la Flaminia, l’altra per quello inferiore per l’Aurelia, quella di mezzo per la Cassia). Molti ritengono che un ramo di quest’ultima giungesse a Modena attraversando l’Appennino Pistoiese per passare nel Frignano. Notizie certe sulla viabilità si hanno con l’avvento della dominazione Longobarda. Nel 727 re Liutprando, con la conquista delle fortezze bizantine poste a difesa del Frignano (Castrum Feronianum, ecc.), determinò la possibilità di aprire un collegamento alternativo tra la Padania e la Tuscia rispetto a quello di Montebardone (l’attuale passo della Cisa) con l’obiettivo di raggiungere più agevolmente l’Italia Centrale ed i ducati di Spoleto e Benevento. Nel 749 Re Astolfo donò al cognato Anselmo le terre di Fanano, con l’intento di riaprire la strada esistente. Anselmo fondò in tale località il monastero di San Salvatore ed un ospizio dedicato a S. Giacomo e nel 751/752, a Nonantola, il monastero di San Silvestro. La strada che congiungeva i due monasteri benedettini permise di collegare, attraverso il Passo della Calanca con un itinerario sicuro e lontano dagli avamposti bizantini, la via Emilia con la Val di Lima, per poi dividersi in due percorsi: uno si dirigeva verso Pistoia, l’altro verso Lucca, capitale del regno longobardo in Toscana. Questa strada prese il nome di “Via Romea-Nonantolana” e fu percorsa da viandanti, soldati, pellegrini che si recavano a Roma. I borghi che si trovavano sul percorso acquisirono maggiore importanza e sorsero numerosi ricoveri a sostegno dei viaggiatori.

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Che dal paese di Lizzano anticamente passasse la strada maestra modenese non cade dubbio, avvegnachè visibili si conservano gli avanzi della sua antica massicciata. Ma quando essi più non vi restassero, sono rimasti i capitoli stabili nello spedaletto di Val di Lamula,li 24 novembre dell’anno 1225, mercè cui gli ambasciatori del Comune di Modena e quelli del comune di Pistoja convennero reciprocamente di mantenere libero il passaggio delle strade nei rispettivi territori. Per questi adunque si obbligarono le parti a rifare di nuovo, oppure a risarcire e mantenere praticabile la strada che da Pistoja conduceva fino a Modena passando per Lizzano e per il Frignano. Fu eretto in Lizzano nel 1433 per comodo dei pellegrini un ospedale (S. Jacopo) - (E. Repetti) Nel XIII-XIV secolo la strada (menzionata come Mutina-Pistoria) continuò ad avere grande importanza come si evince da alcuni documenti come

quello citato dal Repetti del 1225 o quello riportato da Chirone Epidaurico (Della navigazione e commercio della Repubblica Pisana – 1789): Nella Filza intitolata Provvisioni, e Consigli degli Anziani di Pisa dal 1292. al 1371. da carte 413. t. fino a carte 423. t. avvi un istrumento stipulato in Pisa D. J. A. 1363. Ind. prima, quarto Idus Februarii, mediante il quale gli Anziani di Pisa in nome dei Comuni di Pisa, e di Lucca, allora soggetta ai Pisani, fermarono la pace, o sia lega con i Sindaci, e Procuratori di diversi Comuni della Montagna superiore di Pistoja, cioè di Lizzano, Cutigliano, S. Marcello, Pupiglio, Cavinana, Mammiano, Piteglio, ed altri, con certi patti, e Capitoli ivi estesamente riportati, fra i quali si leggono a Carte 414. t. i seguenti = Item che li distrittuali di Pisa et di Luccha che andasseno, o venisseno con loro mercantie per la Montagna di Pistoja verso Bologna, Modona, Pistoja, o Fiorensa, o altre parte possano andare sani salvi et siguri per li loro terreni della dicta Montagna pagando le debite gabelle usate e non sopraponendo altra cabella o novo passaggio. Item = Che se in sul terreno de li dicti Communi et Ville de le dicte Montagne fussero presi, o rubbati li dicti Mercatanti, o Mulattieri, o Mandanti, o altri distrittuali del Comuno di Pisa o di Luccha che quello Comuno ovvero Villa in sul terreno del quale fusse facta la dicta rubbarìa sia tenuto di riscuoterlo et emendare lo dampno ai dicti rubbati et presi in quella quantità che allui fosse rubbata o tolta. Al tracciato che varcava l’Appennino al passo della Calanca (oggi dei Tre Termini) se ne aggiunsero altri. Il più importante fu senz’altro quello della Croce Arcana (passo situato a quota inferiore rispetto alla Calanca) che conduceva a Cutigliano, oppure, deviando in località Antica Dogana Diruta (Catasto Granducale) direttamente a Lizzano. Era possibile pure ricongiungersi al tragitto più antico per Spignana o Lancisa, una volta valicato l’Appennino. Presumibilmente, nella seconda metà del XIII secolo, fu edificato Castel di Mura, fortezza situata


in posizione strategica per il controllo delle vie che conducevano in Lombardia. E per controllare, inoltre, l’itinerario per il Modenese, come si evince da una rubrica dei Capitula capitanei montanee superioris del 1361, nei quali era disposto che qui dovesse risiedere il capitano per garantire la sicurezza della strata qua itur Lombardia. (Giampaolo Francesconi – Districtus Civitatis Pistorii)

Cicerone scrisse: “Tres viae sunt ad Mutinam…” I volontari dell’associazione Valle Lune hanno restituito alla fruibilità alcuni tratti dell’antica rete viaria della Montagna Pistoiese, da tempo caduta in disuso, invasa dalla vegetazione, rovinata da frane o ridotta a corso d’acqua. Alcuni di questi tratti facevano parte del tragitto della Romea-Nonantolana come via di Ripi: Oltre Lizzano la strada scendeva verso la Verdiana attraverso una piccola sella sotto Lancisa, a guardia della quale sorse più tardi, in epoca comunale, il Castel di Mura (Natale Rauty – Il Castello di Batoni). Castel di Mura era il più importante castello della Montagna Pistoiese le cui rovine, nascoste tra rovi e arbusti, sono state riportate alla luce per merito dell’impegno dei volontari di Valle Lune. Recentemente, grazie all’intervento della IDS spa di Pisa e della Geostudi Astier srl di Livorno, l’area della fortezza è stata oggetto di un rilievo con georadar 3D che ha dato interessanti riscontri. Attualmente è stato messo in ordine un percorso di circa 15 chilometri che va dalla località di Lancisa fino a Migliorini (Piteglio). Lungo questo itinerario storico-naturalistico è possibile incontrare resti di antiche fortezze, vecchie ferriere, ponti storici, incisioni rupestri.

The via Romea Nonantolana

The mountain that unites Of Lombard origin, the road connected the Val di Lima with Via Emilia

Volunteers from the Associazione Valle Lune have restored the use of some sections of the old road network in the Pistoian Mountains that, over time, had become overgrown, ruined by landslides, or reduced to a waterway. Currently, approximately 15 km have been put in order, running from the village of Lancisa as far as Migliorini (Piteglio). Remains of ancient fortresses, old ironworks, historic bridges, rock carvings can be encountered along this historic-naturalistic itinerary.

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ince ancient times, the Pistoian Mountains have been crossed by transapennine roads. Traces of Roman roads have been reported by researchers in different parts of the area. Certain information is known with the advent of Lombard rule. In 727, King Liutprand wanted to open an alternative connection between the Po Valley and Tuscia with respect to that of Montebardone (the present-day Cisa pass) so as to reach central Italy more easily. In 749, King Astolfo donated the lands of Fanano to his brother-in-law Anselmo. The latter founded the monastery of S. Salvatore a hospice dedicated to St. James, and, in 751-752, the monastery of S. Silvestro in Nonantola. The road that joined the two linked the Via Emilia with the Lima Valley, and then split into two routes: one to Pistoia, the other towards Lucca, the capital of the Lombard kingdom in Tuscany. Taking on the name of Via Romea-Nonantolana, this road was traveled by wayfarers, soldiers, and pilgrims on their way to Rome. In XIII-XIV century, the road (mentioned as the Mutina-Pistoria) continued to be of great importance. Over time, other tracks were added, with the most important being the Croce Arcana track that led to Castilian.

Pagine di apertura: antico sentiero della via Romea Nonantolana. In alto: copia medievale di un’antica carta di epoca romana che mostrava le vie militari dell’impero. Nelle pagine: la strada percorsa da turisti. Opening pages: ancient track of the Via Romea Nonantolana. Top: medieval copy of an ancient Romanera map showing the military roads of the empire. On these pages: the road traveled by tourists. 57


L’itinerario Pracchia-Abetone Un percorso di 50 chilometri in mezzo ai boschi TESTO Francesco Benesperi

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e Amministrazioni pubbliche che si sono avvicendate nella gestione della forestazione sul territorio appenninico hanno mostrato sempre particolare sensibilità verso la promozione della funzione sociale del bosco per l’escursionismo e lo sport. Grazie all’attivazione dei finanziamenti del Piano di Sviluppo Rurale Regionale 2007/2013 è stata sviluppata un’articolata rete sentieristica, estesa su ben 8156 ettari del nostro Appennino, costituendo vari itinerari tematici. L’itinerario escursionistico Pracchia-Abetone, ultimato nel corso del 2014, si sviluppa per circa 50 Km attraverso il cuore verde delle Foreste Regionali di Maresca, Melo-Lizzano-Spignana ed Abetone. Il percorso mette in collegamento i due centri di Pracchia ed Abetone; il primo con

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la storica ferrovia transappennica Porrettana; l’altro punto di culmine della strada granducale Ximenes-Giardini, costruita per volere del Granduca Toscano Pietro Leopoldo e del Duca di Modena e Reggio Francesco III d’Este. La Montagna qui si apre e unisce culture diverse: attraversando i boschi di faggio e le maestose abetine è possibile respirarne anche la storia, densa delle vicende umane dei boscaioli, degli operai forestali, dei turisti e dei tragici episodi legati alle battaglie che qui sono passate. Basti citare la battaglia in cui persero la vita Catilina (62 a.C.), il condottiero fiorentino Francesco Ferrucci in età moderna (1530) e dove nel Novecento si combatterono gli scontri sulla linea gotica. Le caratteristiche tecniche del percorso, con particolare riferimento all’altitudine media (circa 1.100 metri sul livello del mare), ne consentono la fruizione da parte di un’ampia fascia di escursionisti.

Pracchia-Abetone hiking path 50 kilometers of trails in the middle of the woods

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he Pracchia-Abetone hiking path stretches for about 50 km in the green heart of the Maresca, Melo-Lizzano, Spignana and Abetone Regional Forests, connecting Pracchia and Abetone. The former has the historical transapennine Porrettana railway. The latter has the grand-ducal Ximenes-Giardini road, built by Pietro Leopoldo, Grand Duke of Tuscany, and Francesco III d’Este, Duke of Modena and Reggio. All this was possible thanks to the local governments that alternated between forest management in the area and financing provided by the 2007/2013 Regional Rural Development Plan. Passing among the beech woods and the majestic firs is to understand the history of the people who lived in these places. The technical characteristics of the route (average altitude 1,100 meters above sea level), permits its use by a wide range of walkers.


Trekking lungo il tracciato dell’ex F.A.P. Hiking along the Patrimonio da scoprire e valorizzare former FAP route

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l 30 settembre 1965 effettuava la sua ultima corsa il trenino della Ferrovia Alto Pistoiese (F.A.P). Cessava così la sua attività la ferrovia a scartamento ridotto che aveva collegato per più di quarant’anni Pracchia a Mammiano attraversando quasi tutti i paesi della montagna pistoiese. Questo tracciato ferroviario è diventato, grazie ad un progetto di recupero e valorizzazione voluto dall’Amministrazione Comunale di San Marcello Pistoiese, un vero e proprio percorso trekking: lungo alcuni tratti del percorso originario

oggi offriamo ai visitatori un itinerario turisticonaturalistico da percorrere a piedi, in bicicletta o con il cavallo. Lungo i tratti di tracciato recuperati è possibile ammirare la natura incontaminata della montagna pistoiese, le curiose viste panoramiche, oppure farsi incuriosire dalle deviazioni che conducono ai paesi della Montagna Pistoiese, per scoprirne le bellezze naturali, le tradizioni e la cultura montana dei suoi borghi. Il percorso collega le località di Mammiano, San Marcello P.se, Limestre, Gavinana, Passo dell’Oppio, Maresca, Campo Tizzoro, Pontepetri.

A heritage to be discovered and promoted

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n 30 September 1965 the last of the Ferrovia Alto Pistoiese’s narrow-gauge trains made its final run Thus ended the narrow-gauge railway service that the Ferrovia Alto Pistoiese (F.A.P) had provided for more than forty years in Pistoia’s mountains, connecting towns from Pracchia to Mammiano and most of those in between. Thanks to a restoration-development project commissioned by the Municipality of San Marcello Pistoiese, the railway line has become a real hiking trail. Some sections of the original railbed, offer visitors a natural tourism trail to explore on foot, by bicycle or on horseback. Along reclaimed stretches of track, you can admire the unspoiled nature of Pistoia’s mountains, remarkable views, or be charmed by detours to villages in the Pistoian mountains where the natural beauty, traditions, and culture of these mountain villages can be discovered. The route connects the towns of Mammiano, San Marcello P.se, Limestre, Gavinana, Passo dell’Oppio, Maresca, Campo Tizzoro, and Pontepetri.

Ponte Sospeso: la via del lavoro Tra Mammiano e Popiglio

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u costruito nel 1923 da Vincenzo Douglas Scotti, l’allora direttore del Laminatoio di Mammiano Basso. In questo stabilimento conosciuto come Le Ferriere lavoravano circa 600 operai che producevano fogli di rame, ottone, bronzo, nikel, alpacca per molteplici usi. Lo Scotti dette un forte impulso all’industria metallurgica ampliando il laminatoio, istruendo gli operai, perfezionando le tecniche di lavorazione. Sensibile alle condizioni sociali dei suoi dipendenti pensò di poter eliminare l’ostacolo costituito dal fiume Lima che impediva ai lavoratori di raggiungere agilmente le Ferriere.

Progettò a tale scopo un lungo ponte sospeso che congiungeva le due sponde del torrente. Ottenuto il consenso e i fondi necessari dalla Società Metallurgica proprietaria del laminatoio, realizzò questo ponte da guinnes permettendo agli abitanti e gli operai della zona di spostarsi celermente da una valle all’altra. Nel tempo è stato restaurato, collaudato e, sempre aperto al pubblico, oggi costituisce un suggestivo richiamo turistico. Il ponte sospeso di Mammiano è costruito in corda metallica, è lungo 212,4 metri, alto 36 metri dall’alveo della Lima e risulta essere uno dei ponti sospesi più lungo al mondo!

Suspension Bridge: a way for workers

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he engineer Vincenzo Douglas Scotti, the manager of the Metallurgical plant of Mammiano Basso for many years was responsible for the construction of the Ironworks Suspension Bridge. The bridge, which was built to shorten the long journey that many workers from Popiglio were forced to make every day, is the result of the designer’s profound scientific-technical knowledge, as well as the work of skilled, local workers. Since the spring of 1922 the bridge has been crossed both ways, first by workers, with a firm step, accustomed to the void and oscillations and then by an “infinite” number of day trippers and tourists. The 212,4 metre long Ironworks Suspension Bridge is on of the longest, pedestrian suspension bridges in the world! 59


Ecomuseo Trekking

Dal ghiaccio al ferro L’itinerario da Le Piastre a Pontepetri, 10 chilometri suggestivi facili da percorrere TESTO Manuela Geri FOTO Nicolò Begliomini

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dove possiamo fare uno spuntino e riposare al fresco. I più pigri potranno anche decidere se terminare qui il loro giro, visto che dal laghetto si torna agevolmente sulla SR 66, vicino alla fermata del Copit. Naturalmente noi proseguiamo il cammino, ritorniamo sui nostri passi fino al Tracciolino e questa volta lo imbocchiamo verso sinistra: da qui occorrono 1 ora e 40 minuti per arrivare al paese di Pontepetri; lungo il tragitto si incrocia una deviazione alla nostra destra che porta al piccolo nucleo di Case Geri; più avanti, sempre sulla destra, incrociamo il Castello di Batoni, oggi ridotto a pochi ruderi coperti dalla vegetazione; nel medioevo questo castello era di presidio alla strada che univa il Centro con il Nord d’Italia, la Via Romea Longobarda o Nonantolana; il Castello aveva tale rilevanza strategica che era direttamente sotto la giurisdizione dell’Abate di Nonantola, una enclave modenese nei possedimenti del Vescovo di Pistoia.

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’itinerario, aperto nel 2015, unisce in due ore di cammino due punti dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, ovvero la Ghiacciaia della Madonnina alle Piastre e il Museo del Ferro a Pontepetri, ed è dotato di segnaletica; segue antichi tracciati viari nel bosco, totalmente al di fuori dal traffico automobilistico; è lungo circa 10 chilometri frazionabili in tappe, sul crinale fra la Valle del Reno e la piana di Pistoia, di facile percorrenza e inaspettate suggestioni: si vedono a occhio nudo Santa Maria Novella e il Campanile di Giotto a Firenze, e dalla parte opposta il massiccio del Corno alle Scale…ma procediamo con ordine. Dopo esserci adeguatamente attrezzati, scarpe da trekking e bottiglia per l’acqua, da Pistoia arriviamo alle Piastre (con auto privata seguendo la SR 66 direzione Abetone, oppure con mezzo pubblico dalla Stazione FS di Pistoia, Copit Blubus linea 54-San Marcello). Al parcheggio delle Piastre facciamo rifornimento d’acqua: la fontanina è abbellita da un realistico capriolo scolpito in pietra; dal parcheggio si attraversa la strada 66 e fatti pochi metri in direzione San Marcello si giunge alla partenza del nostro percorso Ecomuseo Trekking, segnalato da appositi cartelli.

Seguiamo il sentierino che ci conduce verso la Ghiacciaia della Madonnina. Accanto a noi il fiume Reno, che nasce pochi chilometri più a monte, alle Lari, sopra Prunetta: deriva il suo nome dai Celti, significa “acqua che scorre” come l’omonimo fiume tedesco; qui è ancora quasi un ruscello, ma con i suoi 211,8 km è il decimo fiume italiano per lunghezza. Dopo averlo attraversato tre volte su ponti pedonali in ferro, arriviamo in breve al lago e alla Ghiacciaia della Madonnina, dove fino ai primi decenni del ‘900 in inverno, congelando l’acqua del fiume, si produceva ghiaccio, che veniva poi conservato nella ghiacciaia fino all’estate successiva, per essere venduto a Pistoia, Firenze, Bologna per usi alimentari e sanitari. Oltrepassata la Ghiacciaia, un ampio guado ci consente di attraversare il fiume e di salire verso il crinale; arriviamo in cima in 15 minuti, fino a giungere all’intersezione con una larga strada sterrata, “il Tracciolino”: a destra si torna verso Le Piastre, mentre scendendo ripidamente a sinistra (quasi una inversione a U) dopo poche centinaia di metri guadiamo il fiume per raggiungere il laghetto di pesca sportiva “Le vecchie ghiacciaie”, dotato di bar e ristorante,

In lontananza anche Firenze con il Campanile di Giotto Ancora oltre, sulla destra si apre lo sguardo verso la piana pistoiese, fino a Prato e Firenze: è da qui che nelle giornate limpide si vedono a occhio nudo la cupola del Brunelleschi e il Campanile di Giotto che dominano sugli insediamenti circostanti, come un sicuro e inimitabile punto di riferimento per orientare i pellegrini… Invece alla nostra sinistra si scoprono le vette del Monte Gennaio e del Cornaccio. Superato il bivio per il Mulino (struttura risalente al 1718) si oltrepassa la Castellina (un villino-fortilizio in alto a sinistra) e finalmente si inizia a scendere: dopo 10-12 minuti troviamo a sinistra il bivio che in 1 chilometro conduce alle Panche, antica Osteria sorta sulla viabilità medievale, oggi restaurata e ancora funzionante come osteria e ostello; anche in questo caso possiamo decidere di scendere alle Panche, raggiungibili dopo aver attraversato il Reno su apposito guado, per rifocillarsi e terminare qui il nostro percorso. Oppure proseguire verso Pontepetri, e quindi passare dalla Fontana del Duca, dove vi consigliamo di assaggiare l’acqua, famosa per essere stata apprezzata dal Granduca di Toscana; infine arrivare in paese, dove la segnaletica vi condurrà fino al giardino didattico dell’Ecomuseo: qui sono state ricostruite a grandezza naturale due ruote in legno, da mulino e da ferriera, che azionate dall’acqua mettono in movimento una macina e un maglio. Vicino al giardino è situato il museo del ferro, che raccoglie modellini, attrezzi e filmati sulla storica attività delle ferriere della Montagna Pistoiese, dal XV al XVIII secolo primo polo siderurgico della Toscana Granducale. Per informazioni sugli orari di apertura e prenotazione visite guidate 800974102. Da Pontepetri il bus Copit linea 54 (fermata a lato del bar) vi riporta alle Piastre per riprendere l’auto, o direttamente a Pistoia.

www.ecomuseopt.it www.discoverpistoia.it 62


Ecomuseo Trekking

From Ice to Iron Itinerary from Le Piastre to Pontepetri, easy walking along a fascinating route 10-km long

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he itinerary, which was inaugurated in 2015, is equipped with signage and connects - by a two hours long walk to two points of the Ecomuseum of the Pistoiese Mountain. These points are the “Ghiacciaia della Madonnina” (Madonnina ice-house) in Le Piastre anche the Museum of Iron in Pontepetri. It follows ancient road layouts in the woods, completely avoiding traffic. It measures around 10 Kilometers which can be divided into parts, and it is situated on the ridge in between the

Reno Valley and the Pistoia plain. This itinerary is also easy to walk through and hides unexpected delights: Santa Maria Novella and the Campanile di Giotto (Giotto’s belfry) and on the other side the Corno alle Scale massif can be seen by the naked-eye. It is possible to reach the trail either by public transportation (Copit Blubus line 54, departing from the railway station of Pistoia and bound for San Marcello) or by car (on the SR66 from Pistoia towards Abetone, stopping at the public parking area in Le Piastre, right on the crossroads to Prunetta). It partially retraces the Romea Longobarda Road (also called Nonantolana) which was frequented by pilgrims coming from Central and Central Eastern Europe. An interesting site to see in Le Piastre is the Ghiacciaia della Madonnina (ice-trail) which is an edifice with a straw-made roof that was built at the end of the 19th Century in order to conserve natural ice; in Pontepetri is located the Didactic Garden (Iron Trail), where one can find two big wooden wheels driven by water.

Pagine di apertura: Il fiume Reno. In alto a sinistra: ponte sulla via Ximeniana. In basso a sinistra: meccanismo di apertura della calla per immettere acqua nel lago. In alto: segnaletica sul percorso. Sopra e a fianco: scorci naturalistici dell’itinerario. Opening pages: the reno river. top left: bridge along the via ximeniana. Bottom left: opening mechanism of watergate to let water enter the lake. Above: signs along the pathway. Above and on the side: nature scenery along the route. 63


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2 Utilizzo della cartina concesso dalla Camera di Commercio di Pistoia

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Pistoia è unica

is unique

284000

Comune di Pistoia

9 772421

Provincia di Pistoia

www.discoverpistoia.it

ISSN 2421-2849

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