Outdoor Life Web Magazine #11

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OUTDOOR LIFE WEB-MAGAZINE NATURA.AMBIENTE.ESCURSIONISMO.MOUNTAINBIKE



SI STA COME IN PRIMAVERA

le foglie negli alberi, compressi in gemme nascoste, pronti ad esplodere ed inturgidirci, assorbire calore e

E USCIRE FUORI



EDITORIALE foto di copertina: Gianluca Cavaliere

Siamo (modo imperativo) come le foglie! Perché ora è giunto il momento di rigenerarci. Quando il caldo s’incontra con l’inverno e la neve si ritira, siamo come le foglie! Rigeneriamoci e torniamo a conquistare. A piedi o in MTB. Scarponi o copertoni, facciamoci strada tra la neve fradicia che si trasforma in fango. Ora che le giornate si allungano e i pantaloni (e le gonne) si accorciano, partiamo per le mete agognate tutto l’inverno. E uccidiamo la noia. E uccidiamo le preoccupazioni. E uccidiamo i dolori. Uccidiamo, vivendo profondamente ogni esperienza, il tempo che bastardo scorre e che, ancora più bastardo, ce lo fa pesare!



SOMMARIO 08

LA SCIMMIA CON LE STAMPELLE

Divano e riabilitazione. E una visita quotidiana a... - Lorenzo Bassi

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FOTOGRAFIA DI PAESAGGIO

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SUI SENTIERI BATTUTI NON C’È SPAZZATURA

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VALMASINO

30 42 44 60

Cinque errori da evitare - Giorgio Sitta Escursionisti e biker tengono alla larga i mostri - Il Monko E primavera fu - Mirko Sotgiu

IO BIKE TO SCHOOL

Tu S.U.V. - Lorenzo Bassi

IMPREVISTI IN MTB

La vignetta - Paolo Deandrea

ELBA, L’ISOLA FELICE

Alla ricerca delle mezze stagioni perdute - Marzia Fioroni

ABRA CALABRIA

Si compie la magia - Gianluca Cavaliere


foto David Lee


testo di Lorenzo Bassi www.naturtecnica.com

LA SCIMMIA CON LE STAMPELLE DIVANO E RIABILITAZIONE. E UNA VISITA QUOTIDIANA A... Ha fatto crack. Dopo quattordici anni di silenzio e accondiscendenza al tuo spirito ludico-infantile che ti ha portato ad assecondare ogni cazzata sportiva ti venisse in mente, dopo quattordici anni dall’ultima operazione, il ginocchio ha fatto di nuovo crack. Il dolore esplode fastidioso in un lampo uscendo dall’abitacolo dell’auto nel parcheggio del supermercato. Ha fatto crack. Un attimo di dolore acuto, un istante in cui, da giovincello spavaldo, diventi vecchio. Dura un secondo il limite tra giovane e vecchio. Trafila di ortopedici, risonanze magnetiche, esiti, code, sportelli e la sentenza. Ginocchio quasi da buttare. Ma già si sapeva. Già è buono che ti abbia portato fin qui. Riabilitazione. Esercizi. Piscina. Morale terminale. E la moglie che ti sopporta.

Sul divano, per terra, al lavoro: è un continuo fare esercizi per potenziare la muscolatura del vasto mediale. Tra una magneto terapia e l’altra. Tra una elettrostimolazione e l’altra. Gli amici che fino ad una settimana prima bruciavi sulle discese più difficili, ti danno del “vecchio”. Hanno ragione, alla fine ho l’atrosi a quarant’anni. E allora speri che ogni weekend piova cosicché nemmeno loro possano uscire in MTB. Gioisci di questo strano inverno fatto di 30 metri di neve in montagna e 30 metri di fango in collina. E appena hai un momento libero tra tutti questi impegni, scendi in box, alzi la saracinesca, accendi la luce e lei è lì che ti aspetta. E tu non puoi far altro che guardarla, fisso, per minuti interi, toccando qua e là, tirando una leva del freno, spingendo sul manubrio per provare l’affondo della forcella. Mentre tua moglie ti guarda stizzita e ti manda affancùlo carica com’è di sacchetti della spesa.


TECNOLOGIA


testo di Giorgio Sitta www.sittablog.com

FOTOGRAFIA DI PAESAGGIO CINQUE ERRORI DA EVITARE La fotografia di paesaggio, con tutte le sue varianti, è uno dei generi che molto spesso si affrontano sino dall'inizio della propria attività fotografica. Oggi in breve, vediamo quali errori commettono spesso i neofiti (ma non solo!):

preventivo dello specchio e l'uso dello scatto remoto. Con il treppiede disabilitate la stabilizzazione.

Orizzonte storto. Per evitare questo problema, attivate, se esiste, i reticolo nel mirino, oppure l'orizzonte virtuale (presente in alcune fotocamere) o, ancora, acquistate un'economica bolla da porre sulla slitta del flash. Alcuni cavalletti, infine, hanno una bolla integrata.

HDR inutile. Evitate gli eccessi dell'HDR. A volte, anche in condizioni di esposizione "al limite" è sufficiente esporre bene (verso le luci) e effettuare una buona postproduzione per aree, magari con qualche tocco di tone mapping laddove serve.

Nitidezza. Attenzione alle condizioni meteo. Usate il cavalletto e, se possibile, cercate di sfuttare i diaframmi nei quali la vostra ottica rende al meglio in termini di nitidezza (spesso f8/f11).

A volte però dall’accentuazione di un errore può nascere un mood. Nel caso di questa immagine (vedi pag. precendete) il mosso delle foglie, insieme alla desaturazione e all’accentuazione dei toni “freddi”, realizzate in postproduzione, trasmette una sensazione di indefinito, come quella di un televisore fuori sintonia.

Micromosso. Se utilizzate tempi lenti, il cavalletto è d'obbligo, così come il sollevamento

Luce piatta. Da evitare le ore centrali della giornata. Le foto acquistano senso e profondità all'allungarsi delle ombre.


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testo di Il Monko www.naturtecnica.com

SUI SENTIERI BATTUTI NON C’È SPAZZATURA ESCURSIONISTI E BIKER TENGONO ALLA LARGA I MOSTRI Domenica giravo in MTB sui sentieri del Parco del Ticino in una zona che negli ultimi anni è stata presa d’assalto dai biker. Questa zona è esattamente dietro casa mia. Nel giro di qualche anno sono nati dal nulla nuovi divertentissimi tracciati molto curati dove mettere alla prova e migliorare le proprie capacità di guida. Non solo. Sono stati recuperati e riaperti vecchi sentieri ormai in disuso che stavano per essere definitivamente inglobati dal bosco. Sentieri storici, quelli che i miei nonni percorrevano quasi tutti i giorni per andare a fare legna e raccogliere castagne. Ho notato con piacere come il bosco, che sta biologicamente morendo (i castagni da frutto ormai malati stanno soccombendo sotto l’avanzata dei Pino Strobo e Silvestre e della Robinia) stia invece rinascendo dal punto di vista turistico-ricreativo. Fino a qualche anno fa, era pressoché impossibile incontrare qualcuno durante un‘escursione. Ora invece... Una delle conseguenze più positive

di questo ripopolamento è che ora non si trovano più cumuli di spazzatura sulle mulattiere, nemmeno un po’ di quelle macerie da cantiere domestico scaricate da chissà quale camioncino. Nemmeno una lavatrice abbandonata tra sacchetti di plastica. Nemmeno una. Purtroppo però questo ripopolamento ha sucitato malumori nei proprietari dei boschi che probabilmente preferiscono vederli morire definitivamente invasi dai rovi e spazzatura piuttosto che puliti e invasi dai biker. Di conseguenza anche gli enti locali e lo stesso Parco del Ticino sembrano non apprezzare molto. Perché la storia si ripete, soprattutto in Italia. Perché laddove ci sono opportunità da cogliere per rigenerare zone depresse e implementare un piccolo volano per l’economia locale, gli interessi di poche menti ottuse prevalgono. Così che compaiono come funghi cartelli artigianali di “Divieto d’accesso - Proprietà Privata” a porzioni di bosco. Anzi, a porzioni di rovi e spazzatura.


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VALMASINO E primavera fu


testi e fotografie Mirko Sotgiu - www.alpinfoto.it


C'è una piccola valle, che si sveglia presto, con l'inizio della primavera. Una valle verde per i suoi larici e abeti, azzurra per il suo torrente che forma pozze, bianca per le fragorose cascate che si gettano da valli a strapiombo. Poi c'è il grigio, un colore segnato dal vento e la pioggia, non è la tinta piatta della città, ma sono grandi muri di roccia granitica. La Val di Mello, laterale della Val Masino in Valtellina, è una grandiosa opera d'arte naturale, dove tutti gli elementi, roccia, aria, sole, acqua si fondono e creano un luogo ospitale per tutti coloro desiderano addentrarsi nella sua bellezza. Un luogo di particolare pregio naturalistico, tanto da diventare una riserva naturale dal 2009. La vasta area protetta conserva un'area di protezione integrale, zone di riserva orientata e a tutela paesaggistica. La Val di Mello non è solo un paradiso naturale ma è anche la meta preferita da rocciatori e “sassisti” detti anche boulders, da tutto il mondo. La storia geologica della valle ha plasmato le pareti di granito del massiccio del Masino-Bregaglia, i ghiacciai hanno forgiato la classica forma a U del fondovalle trascinando con se numerosi massi erratici diventati oggi palestra per molti arrampicatori che amano l'aderenza. Un abile rocciatore può sorprendesi di tanta bellezza, dell'armonia delle vie che sembrano solo esser state disegnate per posarvi sopra le mani. Vette strapiombanti dai nomi sibillini come “Precipizio degli Asteroidi” una parete di 400m di sviluppo quasi verticale che ospita vie di arrampicata con altrettanti nomi altisonanti come “Oceano irrazionale” aperta per la prima volta da Ivan Guerrini e Mario Villa nel 1977. Vedere il precipizio da sotto fa veramente paura e si capisce subito perché in questa valle tutto ha dei nomi cosi difficili da dimenticare.





Sono due i sentieri che vi consiglio di intraprendere per conoscere a fondo questa meraviglia alpina, il primo è molto famoso si chiama “Sentiero Roma” voluto nel 1928 in epoca fascista sulla traccia di altri grandi sentieri in Europa fu tracciato dalle guide della Val Masino su richiesta del Cai di Milano. Oggi il sentiero collega oltre i rifugi Gianetti, Allevi Bonacossa, Ponti anche i rifugi Omio e Brasca. Il sentiero è per-

corribile con un discreto allenamento, presenta passaggi più impegnativi, quindi a seconda della stagione richiede abilità e attrezzatura adeguata. Se il sentiero Roma in Aprile è ancora innevato, la Val di Mello offre un sentiero più comodo alla portata di tutti e di eguale bellezza. Si tratta del sentiero di fondo valle, che parte da San Martino, l'ultimo paese che si incontra prima della Val di Mello, fino ad arrivare alla testata della


valle dove l'ambiente si fa più selvaggio. Ed è lungo questo sentiero che si scopre la somiglianza paesaggistica e geologica della valle con il Parco Naturale statunitense dello Yosemite. Amo, infatti, chiamare la Val di Mello con il nome di “Piccola Yosemite”. Il sentiero risale dal Paese di San Martino dentro un bosco di faggio dove le prime fioriture di primule accompagnano l'escursionista su terreno mai diffici-

le. Dopo un quarto d'ora si giunge al fiume Mello e le sue rapide. Dal punto di vista estetico ho trovato veramente pochi posti nelle Alpi che siano cosi affascinanti, sarà per il colore dell'acqua o delle numerose piccole cascate o ancora i massi sparsi qua e là a fare da barriere che snodano le forze dell'acqua. Nel giro di meno di mezz'ora si giunge






al piano della valle dove il fiume si trasforma in un laghetto ammirabile da un piccolo ponte di legno affacciato su una cascata. I l percorso qui si divide, su può scegliere di seguire la più frequentata sponda a sinistra oppure proseguire diritto e buttarsi nel sentiero meno frequentato e più boschivo che regala un'ottima vista sul Precipizio degli Asteroidi. Il sentiero si percorre in circa un'ora ma conviene prendersela con calma, riposarsi osservare e ascoltare la natura. L'anello che stiamo percorrendo culmina a Rasica un piccolo alpeggio dove ci si può riposare. Chi vuole continuare l'esplorazione della valle può proseguire per l'alpe Pioda iniziando a risalire la testata valle, questa volta il sentiero è meno evidente. Da Rasica si può tornare indietro seguendo il sentiero più frequentato dalla sponda opposta. Questo tracciat, più comodo, senza torrenti da superare incontra graziose località come Cascina Piana, e Ca Panscer, ogni sosta offre ristori dove si può mangiare. Da Ca Panscer si può scendere lungo la strada ritornando a San Martino chiudendo così l'anello. La valle offre il meglio di se da metà Aprile fino a Giugno, oltre è consigliato frequentare i sentieri in quota come il “Roma” organizzando per tappe il trekking. Il tempo richiesto per l'escursione del fondo valle è di un giorno, camminando senza fretta e sfruttando gli ottimi pascoli per godere del primo caldo sole primaverile.

Mirko Sotgiu

www.alpinfoto.it





30 NATURA E AMBIENTE


testo Lorenzo Bassi fotografie Matteo Saderis

IO BIKE TO SCHOOL Tu S.U.V.


Sono le 8.10 di un normale martedì di gennaio, in una normale città italiana. Quindi un normale casino infernale. La signora bionda, nascosta dietro alle scure lenti dei suoi occhiali da sole inutili, nascosta dietro i vetri oscurati del suo SUV inutile, impreca mentre attende che l’ennesima coda formatasi davanti all’ennesimo semaforo rosso si smuova e riparta. Fino al successivo semaforo rosso, 50 metri più in là. Sta portando i figli a scuola. Avrebbe potuto andarci a piedi ma vuoi mettere la comodità di andarci in macchina? Davanti alla scuola si parcheggia un attimo in doppia fila, solo un attimo... che sarà mai?! Il tempo di accompagnare i bambini all’ingresso, far loro le ultime raccomandazioni, “ci vediamo alle quattroemezza” e poi si riparte. Che saranno mai 10 minuti in doppia fila?! Se poi si prende la multa chi vuoi che riesca a risalire a me visto che la targa è romena? Kevin e Jennifer, prima e quinta elementare, seduti dietro (sul sedile del passeggero affianco alla mamma c’è la sua immensa borsa firmata che contiene un altro mondo) guardano fuori nascosti dai vetri oscurati. Di andare a scuola non ne hanno certo voglia. Tutti i bambini preferirebbero starsene a casa a giocare piuttosto che andare ad annoiarsi a scuola. Come gli adulti col lavoro del resto... La mamma bionda non ha di questi problemi. Ne ha altri. I semafori rossi. E il tempo che passa. Kevin e Jennifer, prima e quinta elementa-





-re, cominciano a dare segni di insofferenza. Daltronde a Jennifer Kevin sta molto sulle palle: un fratellino idiota che la segue e imita in tutto e per tutto. Un perfetto scassa palle che ha cominciato a scassargliele da quando è uscito dalla pancia della mamma. Jennifer si lamenta con la mamma alla guida perché Kevin le ha strappato il braccialetto rosa di Violetta. Kevin dice che non è vero.

Mamma dice di piantarla. Jennifer dice che è colpa di Kevin. Kevin dice che “no, non è vero”. Mamma ribadisce di piantarla. Finché Jennifer decide di farsi giustizia da sè e assesta un pugno in testa a Kevin. Quello ovviamente esplode in un pianto a dirotto. Mamma alla guida comincia ad urlare come un’ossessa. Gli occhiali scuri, inutili in quella ug-


giosa mattina invernale tipica delle città del nord, le scivolano leggermente sul naso. “Chiedi scusa a tuo fratello!!!” Jennifer, a braccia conserte, urla a sua volta che “no, non ci penso proprio”. Jennifer urla. Kevin piange e urla. La mamma urla e vorrebbe tanto piangere. Nel frattempo il semaforo diventa

verde e lo smartphone improvvisamente squilla. “Dove cazzo è ‘sto telefono di merda???!!!” Mamma affonda le mani nella sua borsa fimata e senza rendersene conto il piede sull’acceleratore. Tutti urlano. Jennifer, Kevin, mamma e i pneumatici sull’asfalto. Urla anche il signore che scende dal furgoncino tamponato...






52 LA VIGNETTA

Paolo Deandrea www.dpacartoons.it


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testi e fotografie Marzia Fioroni - www.nosepress.it

ELBA, L’ISOLA FELICE

ALLA RICERCA DELLE MEZZE STAGIONI PERDUTE



Cosa c’è di più bello, quando le giornate si allungano, che rientrare stanchi e sudati alle ultime luci del giorno, giusto in tempo per vedere il vicino in pantofole che richiude le ante? Voglia di stare all’aperto ed esplorazione dei trail dietro casa: è il periodo migliore per fare del sano mountain-biking, cenare tardissimo e godersi giornate che sembrano davvero infinite. Ma, se il meteo ci inchioda dietro ai vetri, rigati da piogge incessanti in un inverno che sembra non finire mai, bisogna andare a cercarla, la primavera! Ed è così che, sotto una nevicata che sembra surreale per la stagione, lasciamo le Alpi per l'Isola d'Elba, dove finalmente possiamo spegnere i tergicristalli, togliere le giacche e accogliere il sole sulla pelle, bianchiccia ormai da troppi mesi. A Lacona ci aspetta Andrea, brillante e disponibilissimo proprietario del Residence il Mandorlo, che prima di tutto, manco a dirlo, è un biker.. E manco a dirlo sarà per noi la chiave di lettura dell'isola, portandoci alla scoperta dei trails più nascosti nella macchia. Non resistiamo più, e ci lanciamo su sterrate ben pedalabili per scavalcare promontori a picco sul mare e lungo single-track che superano crinali, facendoci scoprire uno via l’altro posti incantevoli. Mentre mezza Italia si pente di aver fatto il cambio armadi troppo presto, qui le temperature sono finalmente gradevoli e ci gustiamo la rilassatezza delle mezze stagioni. Primavera e autunno valgono bene il






mese di agosto sull’Elba e i tedeschi se ne sono accorti da tempo, facendola da padroni (almeno per il momento!). Già alle sei di sera, stanchi e sudati dopo ore di intenso biking, ci assalgono da ogni lato i profumi di wßrstel alla griglia, che ci richiamano come pecorelle smarrite verso il nostro comodissimo ovile, evitando di fare la parte dei lupi affamati‌ Se in passato abbiamo assediato il

monte Capanne e ci siamo perdutamente innamorati della discesa su Pomonte, il nuovo sbarco sull’isola ci porta a percorrere palmo a palmo la zona occidentale e centrale. Manco girassimo con telai di ferro, il Monte Calamita ci attrae irresistibilmente! Come stregati, seguiamo dunque Andrea che traccia il percorso davanti alle nostre ruote, evitando premurosamente di imboccare i sentieri non


in condizioni ottimali, perché erosi o coperti da vegetazione. Anche se le gambe un po’ ce le graffiamo lo stesso, ci pare che questo non sia un lusso da poco e che, per quanto tecnologico, nessun GPS è ancora in grado di fare per noi una così attenta selezione… A Capoliveri passiamo una giornata davvero incredibile, che inizia sfruttando uno shuttle insolito, organizza-

to apposta per noi. Sede delle mitica Legend cup, questo promontorio verdissimo si immerge nel mare blu e ci sorprende con sentieri filanti che ci proiettano a pelo d’acqua, resi irresistibili da dossi e salti, curve e curvette. In pratica, un turbinio di scosse repentine di adrenalina pura, accompagnate da un’esplosione di colori. A tratti, ci sembra addirittura di essere in Arizona!







Le miniere abbandonate sono gli spot più affascinanti. Noi ci saremmo fermati a giocare anche tutto il giorno su quelli che assomigliano ad originalissimi bike-park, o, meglio ancora, luna-park dei biker. Ma non ci siamo pentiti di essercene andati: sono quelle giornate in cui ogni angolo è una scoperta e ci si lascia trasportare da un entusiasmo senza pari, metro dopo metro. Chi si ferma è perduto, dicono, e non vale la pena di rinunciare a guardare cosa c’è poco oltre. Sono quei giorni in cui la mtb dà il meglio di sè e ci riempie il tempo nel più appagante dei modi possibili. Ed è solo primavera! Marzia Fioroni

www.nosepress.it

Info utili: Residence Il Mandorlo a Lacona (LI) Per gli ospiti: servizio accompagnamento gratuito, Bike garage e officina, lavaggio bici. www.residenceilmandorlo.it Elba card Garantisce sconti ai titolari su varie strutture e servizi dell’isola. Ci hanno assicurato che a breve anche i traghetti della Blue Navy vi rientreranno. www.elbacard.net Da non perdere: le torte di Serena, moglie di Andrea, lo shuttle - barca, il campo indiano che Andrea pare abbia costruito per i suoi ospiti più piccoli, ma che in realtà sospettiamo sia il suo gioco preferito…dopo la mtb!


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testi e fotografie Gianluca Cavaliere

ABRA CALABRIA Assassino seriale a pedali IO UCCIDO SI COMPIE LA LA MAGIA



Ingredienti per una Vacanza in MTB: Prendete 40 km di viola scuro; - 64.000 ettari di verde intenso; - macchia mediterranea in quantita’; - cascate, fiumare e singletracks a picco sul mare q.b.; - vette innevate, vallate vertiginose e panorami mozzafiato; - 1 mountainbike; - tanta voglia d’avventura e…mescolate il tutto! Ecco i principali ingredienti per godersi una Bella Vacanza in MTB, immersi in aree naturalistiche rimaste ancora come madre natura ha creato. Siamo nell’estrema punta dello “Stivale” là dove il magnifico Aspromonte si tuffa a picco nel mare della Costa Viola, offrendo scenari unici e indimenticabili. Nell’immaginario collettivo, la Calabria è conosciuta prevalentemente per il suo bellissimo mare. Pochi sanno però che questa Regione ha anche fantastiche montagne tutte da scoprire. Basta guardare dall’alto la morfologia di questa terra per capire subito che altro non è che una penisola montuosa, spesso impervia, quasi interamente circondata dal mare e che offre, quindi, condizioni perfette agli amanti delle ruote grasse. Una delle principali peculiarità, specialmente della zona meridionale calabra, è la varietà degli ambienti naturali e quindi l’imbarazzo della scelta dei trail da percorrere. Mountainbiking qui, significa dislivelli che da






zero mslm arrivano a sfiorare i 2000 mslm. Infatti, il passo tra l’incantevole Costa Viola e i pianori e le vette del Parco Nazioale dell’Aspromonte, è breve e contrastante allo stesso tempo! Verrete letteralmente stupiti dal fatto che in una ”lingua” di terra quale è la Calabria, ci si ritrovi immersi a pedalare in scenari che repentinamente cambiano: dagli uliveti, agrumeti e cactus della Costa Viola, passando per fiumare da

guadare e villaggi abbandonati abbarbicati sui colli, dove il tempo si e’ fermato a piu’ di 40 anni fa, è facile ritrovarsi sui contrafforti che ripidi salgono verso l’Aspromonte, intenti a non perdere l’equilibrio su di un singletrack che domina il mare, regalando emozioni uniche ai bikers piu’ temerari. Salendo ancora di quota, si entra nell’habitat perfetto per i lupi, i quali anche se schivi, popolano numerosi


queste zone. Ci si ritrova, quindi, letteralmente immersi tra fenomenali boschi di faggi, abeti, pini loricati, tipici di questa terra meravigliosa, laghi, cascate, sentieri ombrosi e rifugi spartani dove pernottare a stretto contatto con la natura piĂš selvaggia ed incontaminata. Infine, per chi la discesa ama guadagnarsela in sella, si arriva in cima al massiccio Aspromontano, posizione pri-

vilegiata al centro del bacino del Mediterraneo che dall’alto dei suoi 1956mt, con presenza di neve fino a giugno, domina su due mari, Jonio e Tirreno, offrendo fantastici panorami e tramonti sulle Isole Eolie e lo Stretto di Messina, subito sotto le proprie ruote. Anche questa e’ Calabria! Gianluca Cavaliere

Tour Leader ABRA CALABRIA www.facebook.com/AbraCalabria






HANNO COLLABORATO Lorenzo Bassi www.naturtecnica.com Il Monko www.naturtecnica.com Girogio Sitta www.sittablog.it Gianluca Cavaliere www.facebook.com/pages/Abra-Calabria Mirko Sotgiu www.alpinfoto.it Marzia Fioroni www.nosepress.it Paolo Deandrea www.dpacartoons.it

Grazie a Matteo Saderis per le foto di Bike to School

PROSSIMA USCITA maggio 2014


75 DOWNLOAD OUTDOOR LIFE !


OUTDOOR LIFE WEB-MAGAZINE a cura di

Naturtecnica

Idee e soluzioni per la valorizzazione del territorio via Brunico 11 - 20126 Milano info@naturtecnica.com www.naturtecnica.com

ABRA CALABRIA Gianluca Cavaliere

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