Outdoor Life Web Magazine - Numero 09

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OUTDOOR LIFE WEB-MAGAZINE NATURA.AMBIENTE.ESCURSIONISMO.MOUNTAINBIKE



AMO

la maniacale perfezione del susseguirsi delle stagioni e l’incontestabile giustizia con cui l’autunno uccide l’estate. Tutto così crudele, tutto così vitale.

COME L’OSSIGENO



EDITORIALE

Crediamo di poterlo dire con assoluta certezza. Mai ci saremmo aspettati, anche se in fondo ci speravamo, che tra lo sperarlo e il poterlo dire passasse così poco tempo. Ma è il destino di quel che ha la fortuna di essere nato per uscire dall’anonimato velocemente e primeggiare. Sì, oggi lo possiamo dire con assoluta certezza. L’estate 2013 è stata l’estate della consacrazione definitiva della mountainbike. Lo possiamo dire perché finalmente, forse grazie anche ad iniziative come Outdoor Life Web Magazine e simili, la MTB ha raggiunto anche chi mai e poi mai l’aspettava. Perché lo spirito che ci sta dietro è uno spirito unico che pochi sport possono offrire. Una miscela perfetta di fattori che produce una capacità emotiva detonante ed imponente.



SOMMARIO 08

FOLLE? SÌ, GRAZIE.

Fuori dagli schemi per sentirmi unico e vivo

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ESIBIZIONISMO E TRAUMATOLOGIA

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DOLCE, AMARO, MACCHIATO, CORRETTO

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DOVE CERCARE LO YETI

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I malati della GoPro

Quando un caffè cambia la vita Vademecum alla ricerca della figura mitologica

ODI ET AMO

Semplicemente autunno

DONNE DI NATURA

Lucia Giacomelli - Alpeggiatrice e poetessa

IO UCCIDO

Assassino seriale a pedali

LAGORAI

Qui non si paga il canone

L’IMPREVISTO DELL’ESCURSIONISTA La vignetta di Paolo Deandrea



testo di Mario Pistocchini www.setteterminimtb.it

FOLLE? SÌ, GRAZIE. FUORI DAGLI SCHEMI PER SENTIRMI UNICO E VIVO Ci ho impiegato quattro giorni. Quarantaquattro ore (lo scrivo per intero che dà un senso maggiore di impresa) in sella ad una Graziella. Quella che usano le mamme per andare a fare la spesa. Quella che da bambini, non potendo possedere la BMX della Bianchi, smontavamo e rimontavamo mille e più volte. Quella che ad ogni salto si dissaldava in prossimità del cardine per piegarla. Esattamente quella. Quarantaquattro ore per andare da Luino alla Germania e dalla Germania a Luino. 681km e 5000m di dislivello. Zaino in spalla, viveri sul portapacchi e pantaloncini con un robusto portapacco. Non ho avuto nemmeno l’idea di farlo: l’ho fatto e basta. Perché? È importante che ci sia “un perché”? Forse perché fresco di laurea, pedalare per quattro giorni era una necessità per purificare la mente. Purifico la mente intossicando il

corpo. Infatti... Pedalare una Graziella carico come una bestia da soma non è stato certo facile soprattutto lungo le incessanti salite del San Gottardo e del San Bernardino. Soprattutto sotto il sole cocente dell’estate. Ma colpo di pedale dopo colpo di pedale, l'idea di essere libero di andare dove volevo solo io e la mia Graziella mi dava talmente tanta energia da pedalare sempre al massimo. L’avessi fatto con una bici da corsa o una MTB non sarebbe stata la stessa cosa. Perché sta stronzata della Graziella l’ho fatta solo io, così fuori dagli schemi da sentirmi unico e vivo. E a tutti coloro che mi danno del folle non posso che rivolgere i miei più sentiti ringraziamenti. Perché, nel mio personale vocabolario “folle” significa “diverso”. Perché nel mio personale vocabolario “diverso” significa “unico”.


TECNOLOGIA


testo di Giogio Sitta www.mountaincreativelab.com

ESIBIZIONISMO E TRAUMATOLOGIA I MALATI DELLA GoPro Costa circa 300 euro, è compatta, solida, si fissa dappertutto (sul casco, sul manubrio della bicicletta, su uno sci, volendo anche sulla punta di una supposta "per vedere l'effetto che fa"). Si chiama GoPro ed è il gadget di culto per aspiranti suicidi, in una versione adrenalinica e un po' imbecille di Strange Days. Ormai diffusissima, non è più solo appannaggio dei "pro", di sciatori abili, di maghi della slackline o di rider professionisti della bicicletta, ossia di persone che affrontano determinate situazioni, rischi inclusi, con responsabilità e consapevolezza. Papà con la pancetta che si ripren-

dono mentre vanno incontro a un incerto destino sullo skateboard, improbabili sbarbati che donano i loro incisivi al bidet tentando il parkour nel bagno di casa, studentesse che si fanno mordere da un tasso mentre tentano di riprenderlo seeeeeempre più da vicino sono solo un piccolo campionario di questa umanità fessacchiotta che baratta volentieri una frattura multipla scomposta con qualche secondo di notorietà su YouTube. Da "GoPro" a "Go, Pirla!" Un sogno, che venga installata una GoPro in ogni pronto soccorso del mondo, avremmo ore e ore di ottimo materiale sul "dopo".


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testo di Fausto Bologni www.outdoormaremma.com

DOLCE, AMARO, MACCHIATO, CORRETTO QUANDO UN CAFFÈ CAMBIA LA VITA Marzo 2012 - Consueto caffè insieme gustato tra un commento sul trekking domenicale e la vacanza da organizzare in Val Gardena. È l’istante in cui succede. Michele sorseggia il fondo del caffè e, appoggiando la tazzina sul piattino, sguardo fisso nei miei occhi, irrompe così: “Fausto, perché non apriamo un negozio dedicato all'outdoor?” La prima cosa che gli rispondo è “Che sostanza allucinogena c’è in questo caffè?” Sorridiamo insieme. È un attimo e... Mi faccio allucinare anch’io. Da quel caffè, le nostre vite cambiano, eccome se cambiano. Io (Fausto), impiegato di banca e Michele, geometra professionista. Un’amicizia nata e cresciuta all’oratorio sotto l’ala gentile di Padre Mario che ci trasmette, campo estivo dopo campo estivo, l’amore per la Natura e la passione per le lunghe camminate. Ricordo ancora i primi soggiorni dolomitici fatti di trekking e pernottamenti in rifugio, esperienze così diverse dal nostro vissuto, così dirompenti nella nostra anima. “Fausto, perché non apriamo un ne-

gozio dedicato all'outdoor?” Tra mille dubbi e paure, controbilanciate da un immenso entusiasmo, troviamo l’appoggio di una banca locale che si occupa di sviluppo del territorio. Non ci resta che partire. Outdoor Maremma nasce ed emette il suo primo vagito il 23 marzo 2013. E subito cresce. S’alza e corre! Come avevamo pensato e come volevamo il nostro negozio è diventato un piccolo punto di riferimento dove, oltre alla vendita commerciale specializzata e specifica, si progettano e si tengono corsi di formazione, si organizzano escursioni ed esperienze outdoor, si testano attrezzature e prodotti, ci si ritrovano e si incontrano esperti del settore, simpatizzanti e amanti del trekking per fare due chiacchere e stare insieme . E oggi, ogni volta che alzo la saracinesca del nostro negozio e varco l’ingresso, assaporando l’odore dei materiali tecnici in esposizione, la mia mente viaggia e alimenta ancor di più la passione per l’outdoor. Il nostro mondo. Il nostro momento.


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DOVE CERCARE LO YETI

Vademecum alla ricerca della figura mitologica


testi e fotografie Il Monko


Yeti, abominevole uomo delle nevi. Figura leggendaria dalle sembianze disumane, bipede incrocio peloso tra uomo, orango e orso. Oscuro abitante dei boschi e delle vette, spaventoso essere dall’ineguagliabile ferocia. Yeti, una marea di stronzate. Perché lo Yeti esiste e lo affermo con assoluta certezza. Ho le prove: sono così certe che non ho nessun timore a confutare Reinhold Messner il quale ha sempre sostenuto che lo Yeti nient’altro sia che un orso. Io vi garantisco che lo Yeti esiste. Ma non è né nei boschi né in montagna che lo potrete vedere. Vi dico io dove potrete vedere lo Yeti e, chissà, se sarete sfortunati, forse dovrete anche averci a che fare. Sarà un tripudio di ribrezzo più che paura. Perché lo Yeti questo incute: solo ribrezzo. Ecco dove potrete incontrare lo Yeti: A SAN GIUSTINO UMBRO, NEL PERUGINO Femminicidio-suicidio nel Perugino Uccide la ex di 26 anni e poi si spara. L’uomo è morto in ospedale. Il delitto compiuto con una pistola: la relazione era finita due mesi fa. A CERVETERI ARRESTATO 34ENNE ROMENO Uccide la moglie a coltellate per gelosia Il dramma lunedì sera in una roulotte alla periferia di Cerveteri, dove la coppia viveva col figlio di 5 anni. A GROSSETO UCCISA E GETTATA NEL DIRUPO lI compagno confessa Sergio Bertini, tecnico informatico, ha





ceduto durante l'interrogatorio e ammesso di averla strangolata. A VERONA TORNA A CASA UBRIACO E PICCHIA LA CONVIVENTE Arrestato un 26enne In passato aveva fratturato alla donna le ossa nasali e provocato un trauma cranico. A CALVISANO UCCIDE LA MOGLIE A COLTEL-

LATE Ferisce il nipote che vuole salvarla L’omicida 84enne fermato dai carabinieri; l’anziana moglie 83 enne è morta dissanguata. A VERONA STALKING E MALTRATTAMENTI Arrestato mentre fa irruzione nella casa della ex L'uomo è un romeno di 23 anni.


I vicini hanno chiamato i carabinieri dopo aver sentito le urla del bambino, terrorizzato per le sorti della madre. A CINISELLO BALSAMO BIMBO DI 4 ANNI APRE LA PORTA AI CARABINIERI “Venite, il papà sta picchiando la mamma” L’uomo un operaio di 37 anni è stato arrestato. E così via.

Pertanto, se volete vedere lo Yeti, non cercatelo in montagna. Come testimoniano queste foto scattate sui pascoli ai piedi della Cima Piazzi in Valtellina, non lo troverete di certo. Perché qui, Natura ama Natura. *tutte le notizie riportate in questo racconto sono vere e tratte dal sito www.corriere.it




Partenza: ISOLACCIA (SO) Arrivo: GHIACCIAIO CIMA PIAZZI Distanza totale: 6,9 km Altitudine massima: 2105 m Altitudine minima: 1370 m Totale salita: 735 m DifficoltĂ : E

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ISOLACCIA

orrente VALLE LIA

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ALPE BORON

CIMA PIAZZI


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ODI ET AMO

Semplicemente l’autunno


testo Lorenzo Bassi fotografie Davide Grimoldi


Autunno. Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai. Così speciale, delle quattro forse la stagione più difficile. Odio. Quando il morale sembra spegnersi seguendo la luce del sole che si abbassa all’orizzonte e le ombre che si allungano molli e stanche. Quando comandano le luci elettriche dei lampioni che fanno brillare l’asfalto umido e le foglie che si accumulano. Quando la pioggia sembra non voler mai cessare e i panni freschi di bucato mai asciugano. Autunno. Stagione di malinconia, stagione che uccide l’estate e i suoi ricordi: “sembra ieri che... e invece”. Stagione stagnante come le pozzanghere che si formano sui marciapiedi e sulle strade. Fango che si attacca ovunque. All’anima. Stagione che “non fa freddo ma non fa caldo”, portatrice di acciacchi e decomposizione. Stagione del divano, del poco ricambio d’aria, dei caloriferi che non scaldano e della voglia che è “non ho voglia”. Diminuisce la serotonina che scorre un po’ più vischiosa per l’aumento delle ore di buio. Quando entri in ufficio ed è ancora buio. Quando esci dall’ufficio ed è già buio. I progetti svaniscono sul nascere di fronte alla nebbia e alla pioggia e all’umido che ti inzuppa le ossa. Divano e solo divano nella spasmodica





attesa che passi. Amo. Mosaico di colori speciali, quando il vegetale sembra morire e lasciarsi alle spalle la vitalità estiva. Nulla di terribilmente irrimediabile Solo la massima espressione della forza della Natura che si uccide per rigenerarsi ancora piÚ forte. Spettacolo di colori. Quando il sole basso all’orizzione squarcia le nubi e accoltella il

bosco. Raggi che penetrano come un coltello nella carne e colori eplodono potenti e vivi come sangue. I panorami si fanno rari e preziosi: il rosso del faggio contrasta con il verde giallastro dei prati. PiÚ in alto, il verde appuntito degli abeti si alterna con il giallo dei larici pronti a disfarsi delle foglie. Fragoroso è il frastuono dei torrenti che raccolgono e si gonfiano di


pioggia. Torrenti che diventano fiumi e poi mare. Sulle cime le prime spruzzate di neve, leggera, quella destinata a sciogliersi in poche ore. Autunno. Stagione di bilanci consuntivi e preventivi. Stagione mortale della rinascita. Da qui si ricomincia con i migliori propositi e gli obiettivi messi a

fuoco nei dormiveglia sulla battigia. Mente fresca e ripulita. Mi sento agile e scattante. Autunno. Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai. Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento.* *Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. (Catullo)





CIMA PIAZZI Tu, alta, graziosa guardi dall’alto ogni cosa Gli scalatori si affidano a te, salendo con corde e piccozze per vedere il tuo candore. Dovrebbe essere un onore! Dove il gipeto volteggia, la pernice si pavoneggia, la marmotta fischia allegramente e vederla ci consente. Il pastore guardandoti allegro sta e per la strada del tuo sentiero va. Sei la vetta piÚ bella, come una stealla in alto nel cieleo. Brilla la neve appena scesa, come un manto sei sospesa tra le rocce i crepacci. Lucia Giacomelli - Alpeggiatrice e poetessa Donna di Natura


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testi e fotografie Lorenzo Bassi

Assassino seriale a pedali

IO UCCIDO



È successo anche oggi. Nonostante i miei sforzi alla fine ho ceduto e ho dovuto assecondare l’impulso. Conoscere il dopo e le sue nefaste conseguenze non è stato un deterrente sufficiente per smettere. Ogni volta che cedo mi assicuro che sarà l’ultima volta anche se so bene che in realtà sarà solo una penultima. Perché ne ho bisogno. Mi avvento sulla preda con violenza lasciandomi tutto e tutti nascosti alle spalle. La raggiungo e infilo gli artigli nella sua carne con tutta la forza che ho. Il suo acre odore di paura ha il solo effetto di aumentare la mia fame; nulla può il suo dimenarsi. Colgo l’attimo: la sua gola rimane scoperta per una frazione di secondo. La mordo e stringo. Mandibola contro mascella. Stringo. Sento la trachea che lentamente si sgonfia fino all’ultima pulsazione. Carnefice. Divoro le prime pedalate spingedole senza masticare giù nell’esofago; non hanno sapore, solo volume che riempie. Nemmeno la forte pressione contro il cardia mi fa rallentare. Ho fame e devo saziarmi. Continuo così per minuti interi senza quasi respirare: ingoio e trangugio, colpo di pedale dopo colpo di pedale. Ingoio e trangugio.




Perché è di questo che ho bisogno, insostituibile dipendenza. Ogni volta una dose maggiore ingoio e trangugio. Senza masticare . Pedalata dopo pedalata sazio l’insaziabile stupore di quel che è attorno a me, oggi che il cielo è così lindo, blu. Un ritmo naturale e ciclico. Ancora una volta mi anniento di

splendore e mi drogo di meraviglia, su questi sentieri che tagliano pendii e scivolano nel lago. Non posso che continuare a divorare pedalata dopo pedalata: ognuna di esse mi regala visuale nuova e piacere che introduce a nuovo piacere. L’eccitazione. Ma so che pagherò. Pagherò caro questo abbandonarmi e cedermi totalmente alla carne e alla


festa dei sensi. Perché dopo quella discesa che mi sputa dritto nel lago, discesa di paura, adrenalina e furore tutto sarà finito. E di nuovo, da tossico quale sono, mi scoprirò in breve tempo a desiderare una dose di pedalate e Natura sempre più abbondante. Una dose che mi disintossichi dalla tossicità della città, delle auto-

mobili, dell’indifferenza, dei vicini di casa, del lavoro, delle bollette, dei guasti in metropolitana, dell’odore di gas, del cemento, dell’indifferenza, dell’odore di piscio e della merda di cane sui marciapiedi, dei derelitti che stazionano nei tabaccai, dei potenti, dei prepotenti, della ineducazione. Una dose che finalmente mi disintossichi dalla sconvolgente quanto inutile normalità.








Partenza: PIANCAVALLO (VCO) Arrivo: PIANCAVALLO (VCO) Distanza totale: 26,9 km Altitudine massima: 1499m Altitudine minima: 1370 m Totale salita: 851 m Senso: antiorario anello M.te Spalavera/orario anello M.te Morissolo

M.TE ZEDA

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M.TE SPALAVERA

manufatti militati

manufatti militati

M.TE MORISSOLO manufatti militati

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LAGORAI

Qui non si paga il canone


testi e fotografie Marzia Fioroni


Montagne selvagge, nel cuore del Trentino, dove la tranquillità impera anche ad agosto. Se le classiche mete dolomitiche attirano frotte di vacanzieri che si accalcano sui sentieri, qui di escursionisti se ne incontrano davvero pochi, mentre a fondovalle tedeschi e olandesi si contendono le rive dei laghi di Caldonazzo e Levico, che esplodono di vita. Valli silenziose e interessanti da esplorare, fra boschi ben gestiti e malghe, dove le possibilità di pedalare si moltiplicano a dismisura. Siamo in Lagorai, nella porzione orientale del Trentino, dove ci sembra una volta di più assurda la legge provinciale che vieta il transito delle ruote grasse sui trail. Del resto, che la MTB sia un mezzo ideale per muoversi e divertirsi da queste parti l’ha scoperto da tempo la famiglia Acler di Levico Terme, che gestisce un hotel (Sport & Wellness Hotel Cristallo) con mille attenzioni per i ciclisti: un bike garage ottimamente attrezzato, merenda pomeridiana per placare la fame dopo i giri più duri, un bike-shuttle con apposito carrello e una guida MTB (l’infaticabile Martin) a disposizione,… Insomma, un ottimo punto di riferimento per chi vuole godersi il territorio e non farsi mancare nulla al rientro, compresi un tuffo in piscina o una capatina al settore wellness. A dire il vero anche noi eravamo intenzionati a gustarci il relax del dopo gita, ma nella tre giorni che ci siamo concessi a Levico non siamo mai riusciti a rientrare in albergo prima delle 20.30, dopo ore di piacevole vagabondaggio in sella. Gustarsi la luce migliore prima della





discesa è una di quelle esperienze che in estate vale la pena fare, e noi non ce la siamo decisamente fatta mancare. I fratelli Daniele e Ivo Acler ci supportano in quest’avventura, in Hotel e sul campo, con la passione di chi ben conosce i propri monti e non vede l’ora di condividerne l’amore anche con gli ospiti. Ivo ci accompagna con lo shuttle in

quota e ci segue finché può con la sua front elettrica: incredibile vedere come si destreggia con il suo mezzo, un pesce fuor d’acqua fra le nostre full. Ma tanta è la ritrovata passione per la discesa, che siamo certi abbia già provveduto a recuperare qualcosa di più aggressivo… Ne approfittiamo per conoscerlo meglio e capire come vede l’uso esclusivistico dei sentieri promosso


dalla SAT. Qui ci sono trail di tutti i tipi e per tutte le esigenze, fra cui quelli militari costruiti durante la Prima Guerra Mondiale, come il Sentiero della Pace. Vengono in parecchi, soprattutto dalla Germania, appositamente per scoprire questa discesa che si snoda entro un contesto unico e mozzafiato. Sarebbe un vero peccato non poter offrire agli ospiti esperienze come

questa! Riservare tracciati cosĂŹ al solo transito degli escursionisti a piedi non ne garantisce necessariamente la conservazione, nonostante ciò che la legge sostiene. Chi i sentieri li ama, li sa anche proteggere e mantenere: in bici o a piedi non fa differenza!â€?. Ci pare che abbia assolutamente ragione! Sperimentiamo in questi giorni percorsi cross-country, giri all-mountain e






addirittura (siamo masochisti!) itinerari di stampo cicloalpinistico. Scopriamo che il Lagorai è un ottimo posto per le ruote grasse (almeno per come le intendiamo noi), ed è proprio al centro di un sistema di valli che offrono davvero tutto, compresi tracciati freeride, in crescita come funghi nei vicini comprensori sciistici. Certo, si tratta di pedalare in ambiente montano, dove i sentieri non sono appositamente preparati, e per muoversi bisogna avere un minimo di dimestichezza con il territorio alpino. Ma, crediamo, proprio questa è la forza di posti così… Con la guida di Luca Bortolotti (presidente di Rideaway.it) e del giovane e promettente Martin, ci divertiamo a pedalare, spingere e portare, ma anche a scendere sui bei sentieri dal sapore autentico, e ci gustiamo i tratti più pepati…senza peraltro incontrare nessuno (un camoscio ci attraversa la strada con un balzo, ma questa è tutta un’altra storia!).. Bella questa sensazione di far parte di spazi smisurati e di vivere territori discosti dalle tracce più battute. Ci guardiamo intorno affascinati da luoghi piacevolmente selvaggi e poco urbanizzati. Sarà che la Valle dei Mocheni (o Valle del Fèrsina) a me, banalmente, fa balenare in mente gli

Apaches, ma c’è qualcosa di davvero particolare da queste parti. C’è un po’ di far-west (o, come dice Luca “Far-east“) e un po’ di Garda, un po’ di Dolomiti e un po’ di Appennino. Insomma, ci sembra che il Lagorai abbia molto da offrire a chi vuole conoscere l’essenza del Trentino, guadagnandosi in sella scenari ancora poco noti ma strepitosi, monti e laghi conditi da un’ottima ospitalità. Ancora una volta mi pare chiaro che la MTB nasce da un connubio stretto fra luoghi e persone (che ci credono), e che vanno avanti nonostante leggi non necessariamente condivisibili, così lontane dai nostri tempi e dalle esigenze di territori come questo, che pare sapersi ben difendere da solo.

Marzia Fioroni

NosePress



68 LA VIGNETTA

Paolo Deandrea www.dpacartoons.it


HANNO COLLABORATO Lorenzo Bassi www.naturtecnica.com Il Monko www.naturtecnica.com Mario Pistocchini www.setteterminimtb.it Fausto Bologni www.outdoormaremma.com Giorgio Sitta www.sittablog.com Davide Grimoldi www.mountainclick.it Marzia Fioroni www.nosepress.it Paolo Deandrea www.dpacartoons.it

Grazie a Lucia Giacomelli

PROSSIMA USCITA 7 gennaio 2014



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OUTDOOR LIFE WEB-MAGAZINE a cura di

Naturtecnica

Idee e soluzioni per la valorizzazione del territorio via Brunico 11 - 20126 Milano www.naturtecnica.com

BASILICATA DA SCOPRIRE Giacomo D’Elia


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