Dutch Food and Cuisine - other publications

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DUTCH FOOD AND CUISINE


Table of content Introduction

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Other publications

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INTRODUCTION The Dutch cuisine is exceptional, but unfortunately the country is not known for its culinary delights. Our fresh products, excellent restaurants, and worldrenowned chefs are extremely appealing to international visitors. Only, research has shown that our culinary image abroad leaves much to be desired. The storyline Dutch Food and Cuisine hopes to change that images. International press visits will give culinary journalists and bloggers the opportunity to taste our products and dishes. The articles within this publication show how appealing the Dutch cuisine can be for international visitors. In this publication you will find articles that were published as a result of these press trips. In addition NBTC Holland Marketing has also published several press releases on this subject. Articles written regarding to these press releases are published as well within this publication.


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18/10/2016

Il Mercato del formaggio 2016 | BlogOlanda

BlogOlanda Riflessioni sullo Stile di Vita e la Cultura Olandese « Il Keltfestival 2016 Olanda, il torneo internazionale di canoa Koninklijke Holland Beker 2016 »

Il Mercato del formaggio 2016

Il tradizionale mercato del formaggio è uno degli eventi più pittoreschi, tipici che si tengono in Olanda. E’ da oltre quattrocent’anni che ha luogo ogni venerdi, dalle 10 alle 12.30 di ogni mattina, sulla Waagplein di Alkmaar e i primi di Settembre e ogni mercoledi dalle 10.30 alle 12.30 nella piazza Jan van Nieuwenhuizenplein di Edam. Qui uno dei primi giorni di agosto dalle 21 alle 23 l’evento si svolge eccezionalmente anche la sera. Centinaia di forme gialle vengono disposte nelle rispettive piazze e sottoposte pubblicamente alla pesatura e all’ispezione dei Kaaszetters mentre al battimano rituale i Kaasdragers (i portatori di formaggio) sollevano e spostano con una portantina in legno il formaggio dalla piazza al magazzino perchè venga pesato, man mano che si decidono gli acquisti. Viene veramente vissuta la tradizionale contrattazione di un tempo.. dopo lo squillo del campanello che fa partire la manifestazione è sufficiente ascoltare le incomprensibili frasi olandesi pronunciate dai commercianti in camice bianco mentre vengono sventolate su e giù le mani, quasi litigando, per contenderso tra loro il prezzo da pagare.. Difronte alla piazza è possibile visitare il Museo del Formaggio dove è possibile conoscere la storia, le tecniche di lavorazione impiegate una volta dai caseifici e le antiche attrezzature. A fine manifestazione è possibile ammirare la mercanzia delle bancarelle con file altissime di formaggio e che propongono un assaggio. Potete dare uno sguardo alle foto che mi sono state scattate il 23 Aprile 2010, quando, in occasione di un viaggio stampa offerto dalla Holland.com, ho avuto l’onore di trasportare il formaggio con la portantina assieme ad un tradizionale portatore. http://www.blogolanda.it/2016/05/30/il­mercato­del­formaggio­2016/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+Blogoland…

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18/10/2016

Il Mercato del formaggio 2016 | BlogOlanda

Tag: alkmaar, dintorni, escursioni, Eventi, fiere, formaggio, mercati, musei, olandesi, storia Questo articolo è stato pubblicato il lunedì, 30 maggio 2016 alle 06:26 e classificato in Eventi Olandesi. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Potete andare alla fine e lasciare un commento di risposta. I Ping non sono attualmente permessi. Palazzo Parigi Milan Milan

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7/9/2016

Il Texel Culinair 2016 | BlogOlanda

BlogOlanda Riflessioni sullo Stile di Vita e la Cultura Olandese « Il Bloemencorso di Zundert 2016. La sfilata scenografica dei carri fioriti L’Open Monumentendag 2016. Aperti i musei dell’Olanda »

Il Texel Culinair 2016

Dal 9 al 11 Settembre si terrà nella via principale di De Koog, una delle isole Frisone, il Texel Culinair, la più grande degustazione dei Paesi Bassi. L’evento si tiene infatti tradizionalmente il 2° fine settimana di settembre. Tutti i partecipanti propongono almeno tre piatti esclusivi, ovvero antipasto, piatto principale e dessert preparati esclusivamente con i prodotti dell’isola. Il vino è accuratamente selezionato, la location si trasforma in un villaggio nostalgico di pescatori. L’originalità del posto assieme all’atmosfera di fiaba e magia, musica e intrattenimento rendono l’evento un’esperienza indimenticabile per tutte le età. Tag: divertimento, Eventi, musica, national tattoo ahoy, rotterdam Questo articolo è stato pubblicato il lunedì, 5 settembre 2016 alle 06:20 e classificato in Eventi Olandesi. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Potete andare alla fine e lasciare un commento di risposta. I Ping non sono attualmente permessi.

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26/8/2016

Maastricht Preuvenemint 2016. Il festival culinario | BlogOlanda

BlogOlanda Riflessioni sullo Stile di Vita e la Cultura Olandese « L’Amsterdam Uitmarkt 2016 Il Festival annuale di Musica Antica a Utrecht »

Maastricht Preuvenemint 2016. Il festival culinario

Il Preuvenemint si terrà dal 25 al 28 Agosto a Maastricht. L’etimologia di preuvenemint ha origine dall’unione dei due termini dialettali tipici limburghesi: ‘eveniment‘ che significa evento e ‘preuve‘ ossia assaggiare. Infatti vi parteciperanno numerosi ristoranti che proporranno le loro pietanze con del buon vino a Vrijthoff, la piazza principale della città. Nel corso del particolare evento l’euro sparirà per lasciare posto alla moneta tipica della manifestazione: il ‘preuvenlap‘. Tag: alimentazione, Eventi, maastricht, preuvenemint Questo articolo è stato pubblicato il mercoledì, 24 agosto 2016 alle 06:02 e classificato in Eventi Olandesi. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Potete andare alla fine e lasciare un commento di risposta. I Ping non sono attualmente permessi.

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26/8/2016

Maastricht Preuvenemint 2016. Il festival culinario | BlogOlanda

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27/7/2016

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Quello che vedete qui sopra è il tramonto di Alkmaar, la città olandese famosa per il suo mercato del formaggio che si tiene ogni venerdì sulla piazza principale. Ero in giro per cena e, alle 22 inoltrate di una sera di giugno, il cielo dell'Olanda si presentava così. Ero intenta a camminare verso la stanza che mi avrebbe ospitata per quella notte presso il King's Inn Hotel & Hostel, il luogo del quale voglio parlarvi oggi e, per me, il posto giusto dove dormire ad Alkmaar. Non so cosa cerchiate voi in una "dimora" quando siete in viaggio: a me poco importa se sia un campeggio,un ostello, un b&b o un grande hotel a chissà quante stelle. Certo, la comodità fa gola a tutti ma per me un alloggio perfetto per quando si è in viaggio deve avere un'ottima posizione, sia per esplorare la città che per i mezzi pubblici, e dev'essere pulito. Nonché magari darmi garanzia di un wi che funzioni bene e il gioco è fatto. Gian dice di me che sono un cane da tartu nel trovare i posti giusti quando sono in giro per il mondo. In Olanda, è il King's Inn di Alkmaar che ha trovato me.

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Sono arrivata lì in un caldo e limpido pomeriggio di giugno. Questa struttura o re sia camere in sistemazione ostello che qualcosa di più riservato in stile hotel. Gli edi ci in cui si trovano gli alloggi sono due: nel principale, dove c'è anche la ca etteria, c'è l'ostello. Due passi più in là, c'è l'albergo che, da location tipicamente olandese, accoglie gli ospiti con una

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Canali a parte, molte sistemazioni olandesi dei centri storici sono ricavate da edi ci rimessi a nuovo ma, ovviamente, puramente olandesi. Cosa vuol dire? Vuol dire che dovete prepararvi alle scale ripide e strette. Tenetene conto nell'organizzare il vostro viaggio in Olanda, soprattutto per la tipologia di bagaglio che porterete con voi. Io e il mio zaino ci siamo inerpicati alla grande su per quelle scale no a raggiungere la nostra stanza al King's Inn Hotel di Alkmaar.

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La stanza era ben sistemata, pulita e non troppo piccola. Una pecca, almeno per me, era il fatto che non sono riuscita ad aprire le nestre in alcun modo ma ho rimediato con la piccola porta nestra di cui era dotata la mia camera. In realtà serviva per raggiungere l'uscita di sicurezza ma io, mentre ero in stanza, l'ho lasciata appena appena aperta per far passare un po' d'aria fresca. La colazione, il mattino dopo, mi è stata servita nella ca etteria e devo dire che tutto era iperbuono, compreso il ca é per il quale il King's Inn è molto conosciuto in città. La ca etteria dell'ostello è aperta a tutti e vi consiglio caldamente di provare il loro cappuccino perché non ve ne pentirete.

sono curiosa di ved

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Perché, per me, il King's Inn è il posto giusto dove dormire ad Alkmaar? Perché è un bel posto, in tutta sincerità, e poi è a due passi dalla Waagplein, dove il Kaasmarkt si svolge tutti i venerdì. E la Waagplein è un po' il cuore pulsante di Alkmaar, ovvero il punto migliore da cui partire per esplorare a piedi, o con una barca sui canali, la città. Alkmaar è a sola mezz'ora di treno da Amsterdam e si può sicuramente andare lì in giornata se alloggiate nella città più conosciusta d'Olanda. Io vi consiglio caldamente di passare qui la notte prima del mercato per poter vivere Alkmaar al meglio e conoscere le sue due anime: quella quieta e rilassante del giovedì e quella animata e piena di gente del venerdì. Prima di salutarvi vi dico che la stanza in hotel, con colazione, costa circa 80€ mentre i prezzi dell'ostello vanno dai 25€ ai 35€, a seconda della grandezza del dormitorio.

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Hoorn: la città d delle Indie O

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Le foto (eccetto l'insegna del King's Inn) sono © Giovy- Riproduzione vietata

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Lo so che vi ho parlato di Olanda già ad inizio settimana ma sono appena tornata da quella nazione così bella e ci sono cose che mi mancano alla grande: prime fra tutte, da brava street food addicted, le Bitter Ballen e le Kroketten, vere regine del cibo olandese per eccellenza. L'Olanda, come tutte le ex potenze coloniali, è capace di o rire pietanze di ogni genere, che vanno dalla cucina carnivora europea del nord più assoluta no ad arrivare a nezze Thai o indonesiane. Le Bitter Ballen e le Kroketten sicuramente appartengono alla prima tradizione che vi ho citato e sono così buone che vale la pena di assaggiarle almeno una volta durante il vostro viaggio in Olanda. Ogni mio viaggio in Olanda ha sempre avuto due costanti. Potevano cambiare i compagni di viaggio, gli itinerari, l'ostello dove dormire ad Amsterdam e la durata del viaggio ma non tornavo mai a casa senza qualche morso agli Stroopwa el e alle Bitter Ballen. I wa el arrivavano rigorosamente dal supermercato; per le Bitter Ballen, invece, non importava si trattasse dell'ultimo dei distributori automatici o il primo dei ristoranti: dovevo per forza passare qualche minuto con loro a chiedermi chissà come fanno gli Olandesi a friggere così bene. Patatine e crocchette escono dalle loro friggitrici e vengono servite senza che una goccia d'unto sporchi il piatto, senza che nulla vi impiastricci le mani e senza, soprattutto, che nemmeno un grammo di fritto torni a bussare alla porta del vostro stomaco dicendovi "eri convinto di liberarti di me con la digestione, vero?". Questo per me è il più grande mistero made in Holland. L'altro giorno ero a Hoorn, la città di Willem Schouten ovvero l'uomo che ha dato il nome a Capo Horn in Sud America. Ve ne parlerò presto perché l'ho trovata molto bella e una delle cose che mi ha sorpreso di Hoorn sono state le sue crocchette al gusto di pollo al curry.

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western di serie B. A. Oggi non vi pa..

Le crocchette olandesi, così come le Bitter Ballen, non hanno un ripieno a base di patate, come le nostre normali crocchette. Solitamente si tratta di un composto di carne sminuzzata e besciamella. Già, besciamella come le crocchette spagnole tanto che, giorni fa, ho proprio chiesto se ci fosse un legame tra questa abitudine alimentare olandese e il fatto che, per un periodo, gli Spagnoli dominarono anche su questo territorio. Il pensiero è sorto nella mia mente perché la Spagna è il secondo e altro unico paese che conosco che prepara le crocchette con la besciamella anziché le patate.

Giovy Mal ori: Manuale Per Capire La Gran Bretagna

Qual è la di erenza tra Crocchette e Bitter Ballen? Essenzialmente si tratta di una di erenza di forma e di ora del giorno in cui vengono mangiate. Le Crocchette sono spesso gustate a pranzo, assieme ad un paio di fette di pane tostato, del burro molto buono e della senape. Le crocchette sono utilizzate anche come ripieno per i sandwich. Non chiedetemi come si possa mangiare un panino del genere senza sbrodolarsi perché proprio non lo so.

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Le Bitter Ballen sono quelle che vedete nella foto di copertina. Si chiamano così non perché siano amare (Bitter, per l'appunto) ma perché erano solite accompagnare un tipico aperitivo olandese ai tempi dell'epoca d'oro, quando ci si fermava dei "ca é neri" per mangiare cubetti di formaggio e questo fritto accompagnando il tutto con un bicchierino di amaro prodotto magari usando le spezie delle colonie. Le Bitter Ballen restano ancora oggi un qualcosa di ottimo per l'aperitivo. Per me a tutte le ore del giorno, della notte e se esistesse una terza dimensione temporale sarebbero perfette anche per quella.

Francia: perders ad Antibes ► maggio ► aprile ► marzo ► febbraio

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Crocchette e Ballen sono presenti nei menù dei locali di ogni genere, in quelli dei food-truck ma il loro regno indiscusso restano i distributori automatici che proliferano in tutte le città olandesi. In realtà solo la vendita è automatica: questi distributori sono provvisti di cucina e di personale che frigge ogni qual volta le caselline restano sguarnite. Anche in questo caso la frittura è fragrante, croccante e fatta a regola d'arte. I più famosi distributori sono quelli di Febo ma io ne ho trovati anche di no-logo, dove le crocchette costavano poco più di un euro. Solitamente il prezzo si aggiura sui 2€ per le crocchette e circa 0,80€ per una Bitter Ballen. Quando le si ordina si dice al cameriere quante ne si vuole. Ve lo dico in tutta sincerità: una volta che si inizia non si smette più. Una Bitter Balle è per sempre, guriamoci una crocchetta. Altro che diamanti! L'Olanda, da questo punto di vista, per me è sempre stata una grande sorpresa.

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Se vi dico Edam cosa vi viene in mente? A me sicuramente il Formaggio Edamer, una delle bontà made in Holland che andrebbero assaggiate almeno una volta nella vita. Edam è una piccola città a circa 40 minuti di autobus da Amsterdam, meta perfetta per conoscere un pezzettino di vecchia e autentica Olanda. Come la sua "collega" Alkmaar, Edam andrebbe vista in un tranquillo giorno qualunque e durante il mercato del formaggio, momento in cui si traforma e si riempie di gente, rumori e tanto colore. Era una domenica qualsiasi di giugno quando preso l'autobus dalla stazione centrale di Amsterdam per dirigermi alla scoperta di qualche bel pezzo di Olanda. Il giorno prima avevo controllato sul sito dei trasporti olandesi quale potesse essere l'autobus che mi avrebbe portato in giro e le soluzioni erano tre: 314, 315 e 316. Questi tre autobus potrebbero essere i vostri migliori amici per una giornata di esplorazione del territorio da Amsterdam a Hoorn, la città della compagnia delle Indie Olandesi che ho scoperto per puro caso. La mia scelta, quella mattina, è caduta in primis sul 315, perché volevo arrivare a Marken. Ritrovatami a Volendam (dove ero arrivata via mare) ho preso il 316 e sono nita ad Edam. Il mio compagno di viaggio è stato un biglietto giornaliero, dal costo di 13,50€ che si può acquistare all'u icio del turismo di Amsterdam, direttamente in stazione (Hall G, vicino alla partenza degli autobus, lato della stazione che guarda il mare).

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Questo biglietto vi permette di usare bus, tram e metro nell'area attorno ad Amsterdam e in città ed è un'opzione perfetta per passare una giornata fuori città. Ricordate che i treni non sono compresi. Assieme al biglietto è possibile procurarsi, sempre all'u icio del turismo di Amsterdam, delle cartine geogra che con degli itinerari consigliati. Su queste mappe sono segnate anche tutte le linee del trasporto pubblico che ci possono utilizzare per compiere quell'itinerario. Quello che comprende Edam si chiama Old Holland.

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Edam si è presentata a me silente, quasi in un momento di relax. La stazione degli autobus è appena fuori dal centro e raggiungere quest'ultimo è facilissimo. Nel camminare ho notato che, lungo alcune vie si ricordavano i "100 anni di piedi asciutti". Anche Edam è stata colpita pesantemente dall'alluvione del 1916, momento che ha messo sott'acqua (letteralmente) un gran bel pezzo di questa regione. Per ricordare l'accaduto, la città mostrava foto d'epoca dalle nestre dei negori e tanti ombrelli colorati erano stati appesi tra una casa e l'altra.

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E' stato seguendo questi ombrelli volanti che ho trovato il centro, dove ho scoperto uno dei ponti diga più inclinati di tutta l'Olanda. Quella costruzione mi ha proprio ricordato il famoso detto per il quale Dio avrebbe creato la terra. E gli Olandesi l'Olanda. Edam, in alcune sue parti, sembra proprio essere stata strappata al vicino Merkermeer proprio con terrapieni, ponti e dige. Sembra essere nata da uno dei canali che la fendono come delle spade. E lei è lì che si a accia sull'aqua, quasi fosse la versione urbana del mito di narciso.

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Neanche a farlo apposta, il formaggio sembra essere protagonista di ogni piccolo negozio del centro storico. Il profumo si sente, sicché vedete voi sei arrivare ad ora di pranzo oppure con la pancia piena. Le bontà olandesi si mostreranno ai vostri occhi come delle sirene fatte di formaggio e bitter ballen. Resistere sarà di icile... ma perché farlo!? Del resto Edam è un posto tranquillo, molto di quel che c'è da vedere è legato al formaggio e al passato mercantile della città. Girate, camminate con calma e non abbiate fretta: gli autobus che portano verso Hoorn o, dal lato opposto, verso Amsterdam passano ogni 15-20 minuti nei giorni feriali e ogni mezz'ora nei giorni festivi. Le possibilità di spostamento sono molte e i tempi sono di media percorrenza. Ed è solo spostandovi da Edam che noterete, soprattutto in direzione nord, la grande quantità di campi... e di mucche! Godetevi Edam come ho fatto io: senza un perché troppo grande, senza una meta precisa. Ero solo in cerca di bellezza e tranquillità e l'ho trovata. Era quello che volevo e mi sentivo felice. Una volta qualcuno ha scritto che le migliori parti del mondo sono quelle che riescono a trovare la risposta alle nostre domande. Nel suo piccolo, Edam è stata la risposta, quel giorno, al mio desiderio di un momento di tranquillità dopo il caos di Volendam che, se non si fosse capito, non è che mi abbia esaltato più di tanto rispetto a luoghi come Edam stessa o Marken.

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Mi piacerebbe, prima o poi, tornare ad Edam per il mercato del formaggio e vedere come si trasforma. Avendo assistito a questo "rito" antico ad Alkmaar, posso immaginare come si riempia la città e come tutto possa entrare in una specie di stato di fermento. A dirla tutta credo di preferire l'Olanda tranquilla. Perché fa tanto bene all'anima, alla felicità e al respiro interiore di tutti.

Tutte le foto sono © 2016 Giovy Questo articolo è stato scritto per Emotion Recollected In Tranquillity. La riproduzione è vietata e l'originale si trova solo su Emotion Recollected In Tranquillity. Un post di Giovy Mal ori scritto giovedì, agosto 18, 2016 Parliamo di: Itinerari, Olanda

http://www.emotionrit.it/2016/08/olanda­alla­scoperta­di­edam.html

Un Libro nello Zaino!

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19/8/2016

Emotion Recollected in Tranquillity | Blog di viaggi di Giovy Malfiori e Gianluca Vecchi: Olanda: alla scoperta di Edam rubrica

Dove siamo? 1135 Edam, Paesi Bassi

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(ITA) Gambero Rosso (ITA)

Paese: Paese: it

Tipo media: media: Periodici

Pagina: 71-76 Pagina:

Autore: Maurizio Maestrelli Autore:

Readership: Readership: 42548 Diffusione: Diffusione: 42548

60293 01 Giugno 2016 - 60293

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bbene si, c'è un'Olanda che beve solo Hcineken. Il Colosso nato ad Amsterdam nella seconda metà dell'Ottocento e diventato oggi uno dei brand più internazionali, domina ancora ovviamente il mercato interno ed è difficile varcare la soglia di un locale di Amsterdam o di Rotterdam e non vedere una loro spina. Tuttavia anche da queste parti il respim della Lirra artigianale si sta facendo sempre più sentire. Ad Amsterdam crocevia dcl turismo spinto dai quadri di Rembrandt e van Gogh, ma anche dal fascmo della città dei canali e dei codice shop negli ultimi anni hanno aperto i battenti alcuni locali e brcwpub che occupano un pos:o di rilievo ndllc possibili mete degli appassionati. T,'Are-sdsnest, ad esenipio, è un p0' la bandicra del cambiamento: aperto da Pctcr van dcc Arcnd lungo uno dci tanti canali cittadini, è letteralmente la grotta di Aladino della produzione bwraria artigianale r,!andcse. Una trentina di spine e una carta delle birre spessa quanto un best seller cli Ken Fullett, rendono bene l'idea di quanto sia vitale la scena brassiccila indipendrntc dci Paesi Bassi. L'iilfmo dato certo, del 2014, parlava infatti di ben 222 birtiflci sparsi in tutto il territorio nazionale. E tre di questi li trovate propno ad Amsterdam. Il primo e certamente quello più famoso è la Bmuwerij't U. La pronuncia, qualora servisse per chiedere informazioni, è di quelle che inette duramente alla prova: tentate con un qualcosa che termini con un suono tipo "Ct ai" e forse ci sicte. li brewpub è faniosu anche tra gh astemni per il fatto di essere letteralmente attiguo a uno degli ultimi mulini a vento cittadini. Tappa obbligata quindi per foto e riprese. Ma non esitate: varcate la soglia del locale perché qui si può fare merenda con losscnworst (una salsiccia cruda solo lcggermnetite affu-

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nucata) da spalniare (quasi) sul pane. In ssbbinaniento ovviamente una delle numerose birre prodotte sul posto. Il successo delle quali ha permesso all'azienda di aprire i.ri'altra produ7.innC nei paraggi per poter far Ironie al vertiginoso alimento della domanda in arrivo sia da altri locali olandesi sia dall'estero. In pieno centro nel leggendario e una volta trasgressivo quartiere a luci rosse oggi percorso da comitive di tunsti e guide con ombrellino (di rigore) si trova invece il De Prael che è nato dalla passione per l'homcbrcwing di due amici, psichiatri nella vita reale e appassionati di birra artigianale. Oggi il De Prael. oltre a sfornare una buona cucina olandese e delle birre ogn]i anno miglisir, lui anche il merito soesale di dar lavoro a persone con leggeri disagi mentali. E infine, per concludere un innovativo toor birrario della capitale, basta prendere il traghetto gratuito che si

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alle spalle della stazione centrale per andare a trovare i quattro cx compaeni di scuola che hanno da poco fondato l'Oedipus Brewing: piccolo, ma visitabile su appuntatrova mento, allOedspus hanno quell'aria sbarazzina di divertirsi un mondo con la birra. La fantasia non gli marica certo e la loro Thai Thai una tripel con gingcr, coriandolo, lemongras,swi i, d'ai anno e pcpCroncino - è una delle cose pià intcies ai ti bevute negli ultimi mesi. Dopo di loro potete lasciare Amsterdam. ma solo a patto di fare prima un salto all'In de Wildeman, locale imperdibile per la scelta birraria, che tuttavia spazia tra Olanda ed Europa: non si possono mancare le sue favolose "polpette' e la partscolare atmo era che vi farà entire degli indigeni" pur essendo nel cuoi e del trafficatbsimo centro cittadino pullulante di olasidesi in biciclei se iaiisti apiedi.

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L'Olanda però, per puanto non la perismo così la gran parte dei turisti, non è solo Amstercla-n. Andando ti zonzo per le campagne del paese sotto il ivi -ho del mt re, i birrifici degni cli essere scope'ti sono numerosi; ne ciatiamo solo alcum come De Molen,Jopen,Emeise,Kees e il recente birrifido trappista Zundert. A dni- passi da Utrecht. cittadina davvero incantevo le, c'è la Brouwerij Mr'ri,nus che produce un'ampia gamma di birre all'insegna piò del Felice consumo che della dcgustazionc cerebrale. E a Nijmcgcn vivono e lavorano i 'pazzi" di Oersocp: hanno rbtruttuiato uno stabili- iiiclustnalc dose si produesaiiu zuppc e liannis ri-i uprrato la viti chia vasi-is di cottura che oggi sers e per le fermentazioni spontanee;inoltre,hanno investito in botti grandi e piccole. E la loro Raspberry Tait una sorta di saison ai Itimponi fa capire che nella oro follia sono piuttosto bravi.

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Moderna offerta All Inclusive nel parco naturale di Ugento Direttamente sul mare Relax sotto gli alberi d'ulivo lberotel Spa, oasi di benessere Il più grande paesaggio di piscine del Sud Italia Comfort e relax nella tranquillità della pinatrs 33 attività All Inclusive per adulti e bambini Percorsi avventura sugli alberi, Dragon Boats, Eco Golf Academy, Adventure GoIf Programma Antistress Personalizzato Ideale per eventi, meetings, incentives e team building

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SEI OLANDESI NEL BICCHIERE... ThaiThail Gedipus Brewing Una brillante intcrpretaaione su un classirone biriatio belga, la tripeb Qui aromi c gusto sono il frutto di un uso accorto ma geniale di coriandolo, lenson grais, buccia daranno, peperoncino e "galanga", radicc di origine indonesiana simile allis zenzero. Il risultato è davvero eccellente e la Thai Thai si può bere senza quasi fermarsi. A dispetto dei suoi ft"/ voi.

Bitterblond I BrouwerijDe Prael Le ultime volte dal De Prael uscivamo sì contenti, ma sempre con la sensazione che mancasse qualcosa alle loro birre. Questa volta invece ci hanno convinto al 100%. Soprattutto coii la Bitierblond, una session bcer da 5,7O/ col moderatamente luppolata (Tettnarig) e di mostruosa bevibilitò. Non a caso è una delle più gcitoriata nel brewpuh.

Latte

Brouwerij't li La Zatte è stata la prima birra prodotta all'ombra del mulino a vento, nel 1985, ed è ancora la bandiera del hirriflcio. Dorata, note dolci di frutta cdi caramello, splendido finalc ansaro che le impedisce di diventare un potenziale 'mattone". Grado alcolico nella norma, 8'Y0 voI, per una delle prime versioni olanderi di tripel betga. Vio

Pandora 6 Brouwerij Maximus Di questo birrilicio abbiamo apprezzato totta la linea, preferenze personali a parte. I.a filosofia è quetla di 'dare da bere alla gente" serica voerla a tutti i costi stupire o, peggio ancora, scioccare. Beh, alleluia. Pandora è un p0' il paradigma del loro pensiero: chiara, 6% voI, ben bilanciata tra le note del risalto e quelle dei luppoli, finale pulito che ti fa venir voglia di fàre, dì Pandora, la compagnia fissa della serata.

Brouwerij't IJ Birra prodotta saltuariamente e per il Bieikutring. il più liuto beershop di Amsterdam. Tuttavia, quando la vedete, a.ssaggiatcla. Un'ambrata dalle note fruttate che ricordano l'albicocca, una luppolatura avvertibile osa non dominante e un'aggiunta di coriaridolo per fcrla "vibrare", I gradi alcolici sono 7, ma il suo voto finale è decisamen:e più alto.

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Oersoep Esempio tipico della produzione più creativa di Ocrsocp, la Raspbeery Tart(6,5% voI) è cina saison brettata con aggiunta di lamponi. Il risultato è una birra iriolto dissetante, asprignu e secca, I lamponi giocano un ruolo di "contorno" nia le couferitrono una bella eleganza. Certo, il palato può sorprendere chi non è abituato al lato "sour" delle birre, ma questa birra merita almeno un p1 irrio incontro.

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25/7/2016

Nuove idee per l'agroalimentare

(http://www.identitagolose.it/sito/it/197/management-dell-organizzazione-di-eventienogastronomici.html) ENGLISH VERSION (HTTP://WWW.IDENTITAGOLOSE.COM/SITO/EN/?ID_CAT=95&ID_ART=14927)

Nuove idee per l'agroalimentare Seconda puntata del nostro viaggio nella Rotterdam del cibo e dell'innovazione 23-07-2016

http://www.identitagolose.it/sito/it/95/14910/dal­mondo/nuove­idee­per­lagroalimentare.html?p=0

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25/7/2016

Nuove idee per l'agroalimentare

L'avveniristico Market Hall (http://markthalrotterdam.nl/) di Rotterdam, splendida struttura aperta nel 2014, è il luogo d'incontro e il simbolo stesso della vocazione della città all'agroalimentare innovativo

Ieri abbiamo iniziato il nostro viaggio nelle novità in campo agroalimentare che abbiamo trovato a Rotterdam, raccontando di Koppert Cress (http://www.koppertcress.com/) e di Dutch Cuisine (http://dutchcuisine.nl/) (leggi qui (http://www.identitagolose.it/sito/it/95/14908/dal-mondo/questa-super-serra-cisalvera.html?p=0)). Ma la città olandese ha molto altro da raccontare: in fondo si de nisce “The agro-food

delta of Europe”, qui il settore è enorme e il traf ci del porto – il più grande del continente. Vanta 1,8 milioni di metri cubi di magazzini climatizzati e altri 750mila refrigerati - traboccano di frutta, verdura, succhi, soia, mais, oli alimentari, grani, semi. Le multinazionali dell’agroalimentare vi prosperano, ma c’è attenzione anche per le piccole produzioni. Il punto d’incontro tra le due realtà è il nuovo iconico Market Hall (http://markthalrotterdam.nl/), splendida struttura aperta nel 2014, che ospita un centinaio di produttori, 15 negozi di alimentari e 8 ristoranti. Le micro-realtà sono poi protagoniste dello KunsthalCooks & Cultivates Festival (http://www.kunsthal.nl/en/exhibitions/kunsthalcooks-cultivates-festival/), una sorta di Salone del Gusto che si tiene ogni due anni e che si concentra sulle nuove tendenze dell’healty food, il cibo sano e sostenibile. L’innovazione in campo agroalimentare è in effetti una s da che la città vive quotidianamente, in un pullulare di iniziative.

Rotterzwam (http://www.rotterzwam.nl/) ad esempio è un progetto innovativo di Siemen Cox, ex manager nel campo della nanza che si è appassionato di alimentazione e di sostenibilità. Ha così ideato un sistema ingegnoso per produrre funghi (“zwam” in olandese): ogni anno l’Olanda produce 6 milioni di chili di scarti di caffè, solo lo 0,2% nisce nella tazzina. Lui recupera un po’ di questi sacchi di caffè usato, li stocca in locali a temperatura controllata, sui 18 gradi: sono terreno ideale per la coltivazione di funghi Pleurotus ostreatus, http://www.identitagolose.it/sito/it/95/14910/dal­mondo/nuove­idee­per­lagroalimentare.html?p=0

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Nuove idee per l'agroalimentare

che è uno dei più comuni al mondo, in Italia è noto come orecchione o fungo ostrica: «Oggi riusciamo a ottenere circa 200 chili di funghi al mese, teniamo conto che i tempi di produzione sono più lenti che in una

farm tradizionale, loro per 10-15 tonnellate di funghi impiegano una settimana, io un anno». Ma Cox ha solo bisogno di scarti e null’altro. Il sapore del fungo è puro, non in uenzato dall’aroma di caffè, e il processo si ripete all’in nito, poiché i locali di produzione sono pieni di spore. Un aneddoto: «Abbiamo provato anche con gli scarti di Starbucks, ma senza successo. La loro tostatura non è ben bilanciata». Vende a ristoranti e supermarket ed esporta in tutto il mondo: Europa, Australia, Cile, Stati Uniti. Ha messo in commercio anche un kit per attivare il processo a casa propria, ma mette in guardia: «Non provate con i vostri fondi della caffettiera, possono venire fuori mostri».

Floating Farms (http://beladon.com/?portfolio= oating-farm) è la risposta di Beladon (http://beladon.com/), una società di sviluppo immobiliare, alla crescita continua della popolazione mondiale, che marcia al tasso di 200mila nuovi abitanti al giorno. «La continua urbanizzazione crea enormi problemi di logistica e di ri uti – ci racconta Peter van Wingerden, amministratore delegato di Beladon – Manca sempre più lo spazio per produrre ossigeno e cibo. Per contro, l’effetto serra innalza il livello degli oceani, riducendo ulteriormente la super cie delle terre emerse. E ancora: l’acqua viene aspirata dalle falde per essere utilizzata, ma questo fa affondare il suolo». Per rispondere a questa crescente carenza di terreno disponibile si può usare quello che van Wingerden de nisce “un oceano di possibilità”: ossia il mare. “Abitandolo” di moduli produttivi galleggianti a circuito integrato, multipiano, che sono ancorati sulle onde e possono essere utilizzati per la coltivazione dei vegetali (sopra) e per l’allevamento (sotto).

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Nuove idee per l'agroalimentare

Flowers & Sours (http://www. owersandsours.com/) di Maidie van den Bos e Sanne Zwart è un laboratorio alimentare che rappresenta bene le tendenze culinarie che predominano a Rotterdam e che promettono di caratterizzare anche il nostro futuro. E’ una sorta di cooperativa di piccoli produttori di cibo: raw milk, ori eduli con i quali si realizzano gelati, tè o cocktails, mille diverse fermentazioni… «In sostanza lavoriamo coi batteri». Vi collabora anche Bas de Groot, “sommelier del latte”, una gura che non potremmo che incontrare qui, l’Olanda ha 17 milioni di mucche. «Perché un “milk sommelier”? Perché il latte ha miriadi di sfumature di gusto – ci spiega – Dipende dal tipo di mucca, dalla sua alimentazione, dal terreno su cui è cresciuta l’erba con la quale si è nutrita».

(2, ne. Abbiamo parlato anche di pizza a Rotterdam, grazie alla penna di Tania Mauri: leggi qui (http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=614) la newsletter Identità di Pizza)

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Nuove idee per l'agroalimentare

a cura di

Carlo Passera classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore del sito identitagolose.it (http://identitagolose.it)

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Golose

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22/7/2016

Questa super­serra ci salvera?

Questa super­serra ci salvera? A Rotterdam le nuove frontiere del cibo, tra agricoltura tecnologica e diversi stili alimentari 22­07­2016

I colori sono autentici: si tratta della super­tecnologica serra di Koppert Cress, gigante olandese dei micro­vegetali. E' la nuova frontiera delle coltivazioni indoor per l'alta cucina e non solo. Secondo i dirigenti dell'azienda, è questo il futuro dell'agricoltura

Rotterdam è il centro nevralgico della gastronomia contemporanea? Certo che no. Eppure la seconda città d’Olanda, che è anche il più grande porto d'Europa, rappresenta una sorta di laboratorio alimentare, un’odierna proiezione di quello che potrebbe essere il cibo del nostro futuro. Mostra tendenze chiare, che non piaceranno a tutti ma sono certo significative: orti urbani, coltivazioni bio, recupero delle piccole produzioni, healty food. Rotterdam è una sorta di campo neutro: non vanta solide tradizioni culinarie, è poi città multietnica. Si presenta pulita, ordinata, civile, assai gradevole da visitare, organizzata, moderna: persino l’architettura ne fa una sorta di modello sperimentale, di luogo neutro e vagamente asettico dove – lontani da radici forti, ricette della mamma, classicità prorompenti, ma vicinissimi a una concezione di progresso equilibrato – si può non solo ragionare, ma applicare concretamente modelli possibili di sviluppo alimentare che coniughino sostenibilità ambientale, salubrità degli alimenti e corretti regimi dietetici. Detta così, non sembrerebbe un paradiso gourmand. Forse non lo è davvero, non vanta ad esempio ristoranti imprescindibili, punti di riferimento assoluti per il fine dining: ma offre un eccezionale punto d’osservazione di come sia la nostra tavola quotidiana a dover essere resa migliore, persino più giusta. Perché qui farms rurali e laboratori lavorano all’unisono non necessariamente per l’eccellenza totale – almeno gli italiani non debbono fare così tanti http://www.identitagolose.it/sito/it/95/14908/dal­mondo/questa­super­serra­ci­salvera.html?p=0%20­%20.V5HxIPsW_mw.facebook

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Questa super­serra ci salvera?

chilometri per trovarla… – ma per una corretta nutrizione nella vita di tutti i giorni. Rotterdam ha tante storie da raccontare: campi coltivati galleggianti, fermentazioni sperimentali, tecniche di recupero dei rifiuti alimentari… Eccovi alcune pillole di futuro.

Enrico Zallot è un feltrino senza peli sulla lingua, classe 1954, vive da tempo a Rotterdam. E’ dirigente di Koppert Cress, gigante dei micro­vegetali che esporta in tutto il mondo rifornendo circa 60mila ristoranti. Un regno verde fatto di germogli, piantine allo stadio giovanile, foglie, fiori, aventi ciascuno il proprio specifico effetto sui sensi. Servono a rendere i nostri piatti più gustosi, ma anche sani ed ecologici. «Il peggior nemico del nostro futuro è l’agricoltore che può piacere a Carlin Petrini» esordisce tanto per gradire. Scusi? «Certo. L’agricoltura tradizionale non sarà mai sostenibile. La visione del contadino che coltiva amorevolmente il pomodoro per venderlo al consumatore è una baggianata, e Slow Food lo sa. Intendiamoci: fanno bene la loro parte, giusto che si battano per preservare alcuni principi. Ma l’agricoltura del futuro è questa» e indica una sorta di paesaggio che sembra appena uscito da un film di fantascienza. E’ una serra che s’estende a perdita d’occhio, tecnologica, illuminata da migliaia di piccole luci led; è alta otto metri, così da consentire una produzione di 5 strati diversi di germogli. Un circuito interno fa sì che d’estate l’acqua riscaldata dall’atmosfera della serra stessa e dal sistema di raffreddamento delle luci led venga immagazzinata in un’enorme cisterna sotterranea e poi utilizzata per il riscaldamento invernale; una seconda cisterna (in tutto parliamo di 100mila metri cubi!) permette anche il meccanismo opposto, per una climatizzazione ecologica 365 giorni l’anno. Ma torniamo all’agricoltore “cattivo”. «Dobbiamo nutrire 7,4 miliardi di persone nel mondo – riprende Zallot – Raccontarci che è possibile farlo con l’orto dello zio è prenderci in giro. L’agricoltura deve fare grandi numeri, e quindi non può che essere intensiva. Ma per esserlo, se rimane all’aria aperta e quindi esposta a intemperie, insetti nocivi, parassiti e batteri, necessita di quantità industriali di prodotti chimici. L’agricoltura outdoor è insomma http://www.identitagolose.it/sito/it/95/14908/dal­mondo/questa­super­serra­ci­salvera.html?p=0%20­%20.V5HxIPsW_mw.facebook

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terribilmente inquinante». Quellaindoor, ossia in serra, rende 10 volte di più, spiegano alla Koppert Cress. Ed è “naturalmente protetta”: «Spendiamo 70mila euro in insetti benefici, quelli che ci aiutano a combattere i parassiti. Li immettiamo nelle nostre serre – in un ambiente aperto si disperderebbero – e riusciamo così a proteggere perfettamente i nostri germogli». Zallot: «Le coccinelle lavorano 365 giorni l’anno e non hanno sindacati. Da noi valgono 26 cent l’una».

Il manifesto di Dutch Cuisine

Rotterdam è una città che, con i sobborghi, raggiunge il milione di abitanti, dei quali 150mila obesi e 500mila sovrappeso. Qui è nato un movimento, Dutch Cuisine, che vuole diffondere una nuova cultura alimentare, basata all’80% sui vegetali. Molti tra i maggiori chef olandesi vi hanno aderito. Ne hanno anche convenienza: la fondazioneVariatie in de Keuken ha calcolato gli effetti sul bilancio di un ristorante che utilizzi maggiormente piatti vegetariani, concludendo che il margine di profitto cresce del 23%. Rob Baan, patron di Koppert Cress, è tra gli ambassadors di Dutch Cuisine: «Mangiamo troppa carne. A Rotterdam dovremmo consumare complessivamente 250mila chili di verdure al giorno, invece mangiamo 220mila chili di carne, pari a 700 mucche, e scartiamo il 35% delle risorse alimentari. Per avere i 250mila chili di verdure ci servirebbero 2mila ettari, per avere l’equivalente in carne ce ne servono 85mila. Siamo stati il primo Paese sovrappopolato al mondo, non abbiamo spazio neppure per le urban farms, ma abbiamo abbondanza d’acqua. Siamo il luogo ideale per insegnare a tutti un nuovo tipo di alimentazione».

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Un piatto di Jim de Jong

In effetti Rotterdam è il delta agroalimentare d’Europa: non c’è altro luogo il cui il settore sia più importante e ricco. Girando tra i mercati cittadini, si trovano circa 40 tipologie diverse di pomodori. Vengono dalle serre e sono esportati ovunque. Non ci sono sembrati particolarmente saporiti: ma sani e sostenibili. E poi, con l’aiuto di altri contrappunti aromatici vegetali, lo chef tra i più famosi in città, Jim de Jong, vi fa una squisita (ma falsa: è tutta di verdura) steak tartare. Lui, 28 anni, già al Le Jardin des Sens di Montpellier e poi con Gordon Ramsay, propone al suo De Jong una cucina di mercato, soprattutto vegetale – ça va sans dire – e a menu fisso: 4 piatti vegetariani, oppure 2 più uno di pesce o di carne, a 45 euro. Ottima esperienza. (1, continua)

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Questa super­serra ci salvera?

a cura di

Carlo Passera classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore del sito identitagolose.it

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a cura di

Carlo Passera classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore del sito identitagolose.it

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Il grande ritorno di Jordi Vilà

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Andar per Birra Nel Brabante Olandese

Una birra nelle terre di Van Gogh

Da Rotterdam a Nuenen, seguendo le orme di un giovane Vincent Van Gogh andando a caccia di birre. Alcuni buoni motivi per programmare un viaggio in questo angolo d’Olanda, passando dai grattacieli ai vecchi mulini…

L’

di Maurizio Maestrelli

anniversario cadeva nel 2015. Centoventicinque anni prima moriva, appena trentasettenne, Vincent Van Gogh forse oggi l’artista più famoso al mondo, celebrato in innumerevoli mostre, recordman di aste internazionali con i suoi quadri che, riprodotti in mille modi, fanno capolino nelle case di milioni di persone. Sotto forma di poster, tele, magneti, spillette, borse e chissà cos’altro. È una rockstar Vincent oggi. Ma nel 1890 morì poverissimo e suicida, prostrato dalla vita, da una carriera artistica che non gli dava da vivere dignitosamente e afflitto da disturbi mentali. Una storia tragica la sua, degna forse di un’opera lirica verdiana, ma anche estremamente intensa. E seducente.

Il Mondo della Birra

A caccia di birre La si può rivivere, almeno in parte e con uno sguardo rivolto ai suoi anni giovanili, percorrendo le campagne del Brabante Olandese. Nelle zone agricole dove Van Gogh è nato, dove ha vissuto, dove ha iniziato a dipingere. Noi abbiamo deciso di approfittare di un invito di Olanda Turismo perché,

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da un lato, siamo come molti “vittime” dell’arte del pittore olandese, dall’altro, come dubitarne, perché nella regione di Van Gogh le opportunità di andare a caccia di birre non mancano davvero. E quali altri motivi servirebbero dunque per una spedizione nella zona? Il viaggio inizia a Rotterdam, forse la città più moderna e modernista d’Olanda. Scordatevi Amsterdam, i

suoi canali e la suggestiva atmosfera da presepe sull’acqua della capitale. Rotterdam ha conosciuto in toto la durezza della seconda guerra mondiale con i suoi bombardamenti a tappeto. Ma ha saputo fare di necessità virtù e dalle macerie è fiorita un’architettura elegante e svettante, a volte provocatoria come nelle famose “case cubiche” di Piet Blom. Un edificio composto, per


l’appunto, di cubi grigi e gialli capace di creare un vero e proprio corto circuito mentale per come sono disposte ma anche per il fatto che, una volta entrati (una è visitabile, le altre sono abitate), ci si rende conto che il pavimento è pur sempre orizzontale. Le case sono un progetto degli Anni Settanta, ma in città l’impulso a collegare il design alla costruzione edile non sembra essersi mai fermato.

Le famose "case cubiche" di Piet Blom a Rotterdam.

Gli indirizzi giusti

fritte della città. Ma non solo, provate le crocchette, i salsicciotti impanati e fritti (frikandel), tutti abbinati a diverse salse, preparate in loco. Una volta satolli potete sempre andare a espiare il senso di colpa, perché fritti e salse a base di maionese non sono esattamente cibi leggeri, in quello che consideriamo il locale birrario rivelazione della nostra permanenza a Rotterdam. In realtà è un brewpub le cui birre hanno già fatto la loro apparizione in

Italia e si chiama Kaapse Brouwers. Si trova lungo una banchina dismessa, facilmente raggiungibile a piedi dal centro, e in quello che potrebbe sembrare un deposito abbandonato. All’interno infatti non ci sono solo loro ma altri negozi simpatici, dal panettiere al micro-torrefattore con mescita, dal formaggiaio al salumiere. Il tutto in un’atmosfera molto hipster comprensiva di ragazzi barbuti, biciclette fintamente parcheggiate qui e là, divaNelle foto a sinistra, il mercato coperto Markthal.

Qui sopra e a fianco, la friggitoria Fritez.

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Il Mondo della Birra

Lo dimostra, proprio a due passi dai “cubi”, il Markthal ovvero lo spettacolare mercato coperto inaugurato dalla regina d’Olanda il primo ottobre 2014. Visto da lontano il Markthall sembra un hangar o una grande “galleria del vento”. All’interno, sotto la lunga cupola di vetro e decorata a tema (frutta, ortaggi, fiori…), vibra una folla immensa che si assiepa davanti ai negozi che vendono di tutto, tra prodotti tradizionali olandesi e alimenti etnici da tutto il mondo. Difficile non fare acquisti al Markthall, a furia di guardare e assaggiare, è impossibile che la mano non scivoli al portafoglio, ma se volete mangiare qualcosa di sfizioso e originale, senza svenarvi, a Rotterdam abbiamo due indirizzi per voi. Il primo è Fritez, una friggitoria dove si preparano le migliori patatine


Andar per Birra Nelle foto a destra il Kaapse Brouwers.

ni misti come se fossero stati presi in prestito dalla casa di una vecchia zia. Ma il Kaapse è davvero fascinoso come posto. Essendo un brewpub avrete la possibilità di assistere alle operazioni di brassaggio e relative discussioni, scaldarvi le mani davanti a un’incredibile caldaia recuperata chissà dove e assaggiare tutte le loro birre che, per inciso, abbiamo trovato parecchio interessanti e meritevoli di nota. Il tutto seduti ai tavolini, uno diverso dall’altro come i divani e le sedie, e magari accompagnando le pinte con formaggi e salumi comprati dai rispettivi venditori.

Da Rotterdam a Zundert Si respira una bella atmosfera in questo luogo recuperato all’oblio di un porto, quale è quello di Rotterdam, tra i più estesi e moderni del mondo ma che, giocoforza, ha dovuto abbandonare al loro destino le banchine più vecchie e meno funzionali. Abbandonate, per lo meno, fino all’arrivo degli hipster gourmet. Prima di lasciare Rotterdam infine, godetevi un primo “lampo” sui colori e Nelle foto a fianco, l'abbazia e, la birra Zundert.

Il Mondo della Birra

A fianco, la birra De Beyerd e le caldaie in rame del brewpub.

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il genio visionario di Van Gogh visitando il museo a lui dedicato. Solo allora sarete pronti a partire. Partire innanzitutto per Zundert che, di Vincent Van Gogh, è il paese natio. La cittadina, che è praticamente al confine con il Belgio, custodisce ancora la casa natale dell’artista (ma è stata ricostruita) che si affaccia sulla

piazza principale. La casa è ovviamente un museo che conserva ricordi dei primi anni di vita del piccolo Vincent, figlio di un pastore calvinista e primo di sei fratelli. Ma Zundert è anche la sede del più recente birrificio trappista d’Olanda, la Trappistenbrouwerij de Kievit B.V. che, dal 2013, produce una splendida benché unica birra chiamata proprio con il nome del paese. La Zundert è una birra ambrata, forte dei suoi 8% vol, dalle caratteristiche e piacevoli note fruttate in magico e perfetto equilibrio con una luppolatura che serve solo di supporto. Il birrificio è, come vuole la tradizione trappista, sostanzialmente impenetrabile, ma una breve visita vale la pena comunque farla. Se non altro per respirare l’atmosfera e il silenzio e, vabbé ci sembrava inutile dirlo, acquistare un sei bottiglie di Zundert da portare a casa (benché il fatto che recentemente Dibevit Import abbia deciso di distribuire questa birra in Italia toglie il panico d’astinenza).

Da Breda a Nuenen Seguendo poi sempre i passi di Van Gogh vale la pena spostarsi a Breda, cittadina strategica per l’esplorazione della regione. La città offre una bella chiesa maggiore in stile gotico, ma pure un brewpub conosciuto molto probabilmente solo ai locali. Si chiama De Beyerd ed è gestito da padre e figlio. In una saletta si vedono le due


Andar per Birra

Il Mondo della Birra

La cattedrale di Den Bosch

piccole caldaie in rame e i maturatori dai quali la birra è “pompata” direttamente all’impianto di spillatura. Il brewpub produce poco meno di una decina di birre, tutte corrette e piacevoli, con una menzione d’onore per la 3 Hoefijzers e la Speciaal Blond. Il tempo di stringere le mani ai titolari e ci rimettiamo in auto. Essendo nei paraggi, vale la pena fare una sosta a ‘s-Hertogenbosch (se dovete chiedere informazioni basta dire DenBosch e vi capiranno) perché, oltre a essere il paese natale di un altro grande artista fiammingo, Hieronymus Bosch, conserva la più spettacolare cattedrale gotica di tutta l’Olanda. E infine arrivate a Nuenen, il villaggio che maggiormente vi farà rivivere il genio di Van Gogh che qui abitò per due anni, dal 1883 al 1885. Tutto il paese parla di lui. Il piccolo museo interattivo vi servirà, ma come semplice aperitivo, perché è osservando i particolari, come la piccola chiesetta a due passi dalla piazza principale, poi riprodotti nelle sue tele che potrete entrare, almeno un po’, nel vissuto e nella visione di questo tanto sfortunato artista nella vita quanto consacrato e amato nella morte. Attorno a Nuenen stanno le campagne come le ha viste e immortalate lui. Mancano le robuste contadine piegate sulla terra, questo è vero, ma in compenso l’amministrazione cittadina ha fatto un regalo immenso a tutti i visitatori. Proprio in coincidenza, infatti, con l’anniversario della sua morte è stata inaugurata, appena fuori il paese, una pista ciclabile particolarissima perché il

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De Watermolen van Opwetten

Nuenen suo selciato, al buio, s’illumina di mille luci azzurrine a disegnare per terra un cielo così come è stato immortalato da Van Gogh. È senza dubbio una cosa da non perdere per nessun motivo, perché l’emozione che si prova, ve lo garantiamo noi che non soffriamo certo della sindrome di Stendhal, è indimenticabile. Un’emozione che poi va stemperata al meglio con una cena al De Watermolen van Opwetten, un ristorante ricavato in un antico mulino che, a suo tempo, Vincent Van Gogh aveva ritratto in un suo quadro del 1884. Il posto, per quanto è stato possibile fare, sembra fermo al tempo dell’artista. La struttura in legno, la ruota con le pale mossa dall’acqua del ruscello, le grandi travi che sorreggono il soffitto. La cucina è ottima, una sorta di olandese tradizionale rivisitato e alleggerito in stile contemporaneo, la carta delle birre spazia dai piccoli bir-

Dove dormire Bilderberg Parkhotel Westersingel, 70 Rotterdam www.bilderberg.nl Hotel Golden Tulip de Keijzer Keizerstraat, 5 Breda Auberge Vincent Park 69 Nuenen

rifici della zona ai marchi olandesi più noti a livello internazionale.C’è insomma di che sbizzarrirsi in un ristorante che vi lascerà un ottimo ricordo. E che rappresenta un ulteriore, ultimo omaggio, al grande Vincent. ❰

Le tappe da non perdere Markthal Dominee Jan Scharpstraat, 298 Rotterdam Kaapse Brouwers Veerlaan, 19D Rotterdam www.kaapsebrouwers.nl Fritez Witte de Withstraat, 68° Rotterdam Trappistenbrouwerij de Kievit B.V. Rucphenseweg, 38 Zundert www.zunderttrappist.nl Brouwerij de Beyerd Boschstraat, 26 Breda www.beyerd.nl De Watermolen van Opwetten Opwettenseweg, 203 Nuenen www.dewatermolenvanopwetten.nl


29/7/2016

L’amore è una conchiglia – il principe azzurro esiste

il principe azzurro esiste ... e si trova seguendo quello che piace

   la lingerie è un pensiero...  L’amore è una conchiglia

L’amore è una conchiglia 

admin  luglio 21, 2016  la lingerie è un pensiero...

Condividi Le coincidenze non esistono.

Afrodite emerse dalle onde del mare su una conchiglia; ostriche, vongole e cozze sono il cibo dell’amore; la costante di Fidia, ovvero la formula delle bellezza trova nella spirale di alcune conchiglie la sua rappresentazione naturale; e se le si ascolta si possono sentire le onde del mare. L’amore è una conchiglia, o comunque un suo degno accessorio. In proposito il detto che le cose cambiano per rimanere sempre uguali, ne è la dimostrazione. E nel caso di specie una vera fortuna. Inutile cercare Afrodite sulla spiaggia di Cipro dove sbarcò decenni, secoli, millenni fa. Starsene là a scrutare l’infinito sognanti, va bene per gli sfaccendati. La felicità

By Luiz Real in Public domain

vuole concretezza. Tanto più che per tornare alla origini basta il lavabo in sodalite blu di Kreoo. Si fa scorrere l’acqua ed è la http://www.ilprincipeazzurroesiste.it/lamore­e­una­conchiglia/

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sensazione a fare tutto. “The flap of a wave, the kiss of a wave” (il palpito di un onda, il bacio di un onda) scriveva Virginia Wolf.

questa è la roccia da dove emerse Afrodite

in Mrs Dalloway. E voilà, ripuliti

meglio che da una vacanza. Tra l’altro un lavandino come questo sarebbe perfetto abbinato a un sabot stile Maria Antonietta. Certo è una

©ManoloBlahnik per Maria Antonietta

lingerie un po’ vincolante – del resto ideale per l’estate- ma di sicuro farà personalità. Poi i passepartout sono così noiosi, fanno sempre rima con cliché. Con ciò, lungi da me volervi seppellire tra le quattro mura di casa, anzi.

Prendete Cancale, una cittadina della Bretagna, vicina a Mont Saint Michel -dalla spiaggia di Verger nelle giornate limpide se ne scorge la sagoma-

©Piriou, tourismebretagne

ecco, farebbe al caso. Non per niente il paese ha la forma di una conchiglia ed è il regno delle ostriche. Tanto che nei giorni di bassa marea si possono vedere le file degli allevamenti –trovarle libere ormai bisogna andare in http://www.ilprincipeazzurroesiste.it/lamore­e­una­conchiglia/

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©Piriou, tourisme bretagne Danimarca, nel mare Waden-. Volendo a settembre c’è la sagra dell’ostrica. E anche se l’idea fa più predatore che afrodite, proseguendo nel concetto, in Olanda, nella regione di Zeeland tra i 450 chilometri di spiaggia dal 5 all’ 11 settembre andrà in scena la settimana delle cozze (qui per vedere i ristoranti selezionati). Ma se è la dea dell’amore che andate cercando, credetemi, è sufficiente una rinfrescatina nel bagno di casa vostra col lavandino giusto e sarete lei. Elisabetta Guida Per saperne di più: Kreoo Nhaby collection Cancale, Bretagna. La regione di Zeeland. La lista dei ristoranti selezionati la si può trovare qui: www.mosselweek.nl Photocredit, dove non sopra specificato:

Lovis Corinth

La prima immagine a destra è un affresco di Venire trovato a Pompei, il fotografo è Stephen Haynes la fotografia della spiaggia di Cipro è di Anna Anichkova (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons http://www.ilprincipeazzurroesiste.it/lamore­e­una­conchiglia/

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L’amore è una conchiglia – il principe azzurro esiste

Il dipinto, le cercatrici di Ostriche di Cancale è di Jhon Sirgent Sargent La fotografia delle ostriche è mia e coperta da copyrirght 

Afrodite, Bretagna, Cancale, conchiglia, Cozze, Francia, Kreoo, lavabo, Olanda, ostriche, Zeeland.

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 E luce fu

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L’amore è una conchiglia – il principe azzurro esiste

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30/5/2016

A Rotterdam vince la cucina green Biodiversità e benessere a tavola ­ Italia a Tavola

A Rotterdam vince la cucina green Biodiversità e benessere a tavola ­ Italia a Tavola

A Rotterdam vince la cucina green Biodiversità e benessere a tavola Dalle fattorie urbane agli orti sui tetti, dalle composizioni di frutta e verdura ai piatti severamente bio: questa la proposta che la nuova generazione di chef paladini dell'health food offre nella città olandese A Rotterdam, prima città portuale e dei commerci d'Europa, continua a imporsi un nuovo modello di sviluppo green oriented che, con la diffusione di fattorie urbane, di giardini e aiuole trasformate in orti, passa anche per la cucina. In questa città dall'imponente skyline di cristallo che si specchia nel mare e nei canali, tra ponti e piste ciclabili, la sostenibilità ambientale e il “no waste”, il niente sprechi, detta legge in tanti locali, bistrot e ristoranti, coniugandosi con la creatività degli chef. Specialità a base di carni, pesci e formaggi, rigorosamente bio, abbinate a varie tipologie di ortaggi, affiancano gli onnipresenti menu vegetariani e vegani.

Il food qui non può essere che health. Ma altro che chilometro zero: le verdure e le erbe spesso sono a portata di mano, al di là delle vetrate dei locali. Anche sui barconi in disuso trasformati in ristoranti, http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=44645

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A Rotterdam vince la cucina green Biodiversità e benessere a tavola ­ Italia a Tavola

tra tulipani e peonie, prospera l'insalata. Soprattutto è sulle terrazze degli edifici che vengono allestiti gli orti e non a caso Rotterdam è chiamata la città dai tetti verdi. Progetti istituzionali sostengono questo nuovo modello di sensibilizzazione ambientale che continua a creare opportunità occupazionali nelle attività sociali e nel risparmio energetico, allargando i confini imprenditoriali con l'autoproduzione e la vendita diretta dei frutti dell'agricoltura urbana. La parola d'ordine è “Uit je eigen stad”, cioè “cibo della tua città”, autoprodotto. È questo il nome scelto dalla fattoria urbana con ristorante al 39 di Marconistraat, nell'area portuale di Rotterdam ovest, creata da una cooperativa di giovani. Si mangia tutti insieme su tavoloni di legno di riciclo, mentre procedono i lavori negli orti e le galline razzolano nei prati. E volendo si può dare anche una mano, prima di passare allo shop per portare a casa qualcosa di buono e di sano.

Analoga esperienza ma con vista sullo skyline è invece quella che offre Op het Dak, un caffè con annesso orto all'ultimo piano di un palazzo centralissimo dove le verdure vengono colte e servite in piatti fusion, anche con carne e pesce bio, come la Tartare di frutti di mare e maccarello con piselli o il Buddha bowl, coppa di riso con ostriche, funghi ed erbe aromatiche. Un trionfo di biodiversità è al Markthal, l'avveniristico mercato coperto più grande del Paese, che sotto un arco alto 40 metri che ingloba 228 appartamenti e ospita un centinaio di bancarelle, 8 ristoranti, 15 tra food shops e supermercati.

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Per una sosta durante lo shopping c'è il caffè bar De Wereld Van Smaak, che è anche ristorante, spazio multifunzionale sopraelevato, in cui una brigata di chef è impegnata in banchetti, scuola di cucina e in eventi didattici sull'innovazione alimentare. Tra i ristoranti più frequentati e che meglio rispondono alla nuova domanda di cibo sano è il Dertien, (vuol dire tredici), specializzato oltre che in piatti rigorosamente bio nella preparazione di bevande messe a fermentare con radici ed erbe, in grandi vasi di vetro bene in vista sulle mensole. Da scegliere, dal menu scritto sulla parete su strisce di legno, i taglieri di salumi, sempre accompagnati da salse, varianti del kruidenbotter, burro con erba cipollina, aglio, pepe e altro. Come piatti forti sono la consigliare l'agnello cotto in un grande forno a legna con sottaceti ed erbe, e aringhe affumicate, tutto contornato da verdure coloratissime di provenienza garantita.

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Ma il locale che va per la maggiore è senz'altro il De Jong, in un vecchio viadotto ferroviario della stazione di Hofplein. Piccolo, una quarantina di posti, è la seconda esperienza di Jim De Jong, 28 anni, formatosi al The Fat Duck di Heston Blumenthal, da Gordon Ramsey e in un ristorante stellato di Montpellier. «Sono state per me esperienze importanti ­ dice lo chef ­ ma non bisogna copiare gli altri. È il piatto che si ha in mente che si deve realizzare».

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Jim De Jong Al suo rientro in Olanda, non ha dovuto aspettare a lungo il successo per le sue proposte: piatti eleganti, composizioni armoniche di sapori e colori, sempre accompagnati da germogli e fiori commestibili. Il menu stagionale è fisso nell'impostazione: di verdure, di carne e di pesce (quattro portate, 45 euro), ma più spesso è giornaliero a seconda della disponibilità delle materie prime. Le erbe del giardino accanto non mancano mai. «L'aspetto del cibo ­ dice ancora Jim De Jong ­ è importante come il suo sapore. Compro solo prodotti locali e li voglio a maturazione completa. Quello che viene da luoghi lontani è colto verde, immaturo, e non ha sapore. Non usiamo neppure prodotti elaborati come il tofu o il tempeh. Qui invece disponiamo di ottime verdure, legumi, patate, carote e dobbiamo valorizzarle. Ma sarebbe limitativo considerarci solo vegetariani o vegani».

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Un altro grande interprete della cucina verde è Juri Verbeek, chef della Kokkerie, che abbiamo incontrato al Koppert Cress, stabilimento specializzato nella produzione di germogli fondato 30 anni fa da Rob Baan. Che i germogli siano cibo vivo e che contengano vitamine assimilabili, enzimi, sali minerali e proteine già scisse in amminoacidi essenziali, lo sapevamo. Ma questo chef, guru del benessere nel piatto, li usa non come decorazione ma come ingrediente, evidenziandone i sapori, decisivi negli abbinamenti. Da elementi semplici, di tutti i giorni, Juri Verbeek sa trarre effetti sorprendenti.

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Juri Verbeek Vincitore del Grand prix culinaire 2009 e autore super letto di libri come “Cucina e diario di uno chef” e “Chef per terra”, è impegnato in temi ambientali e nella lotta agli sprechi come consulente dell'Unesco e di varie università su progetti rivolti ai giovani sulla cucina gourmet a impatto zero e la biodiversità. Per dimostrarlo ha preparato in un cooking show un menu a base di germogli: dalla Tartare di pomodori con capperi e cipolle con basilico e Cornabria blossom, un fiore con delicato sapore di lavanda, a una zuppa di verdure, con cardamomo e limone. Per finire ha proposto in un barattolo di metallo un dessert con composta di rabarbaro, vaniglia, anice stellato, latte di soia mousse di caffè e ancora coloratissimi fiori.

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Tartare di pomodori con capperi e cipolle con basilico e Cornabria blossom La sostenibilità ambientale e sociale e il cibo del benessere, inizialmente attrazioni di nicchia, a Rotterdam e in altre città d'Olanda sono diventate un mercato. Fioriscono attività, si aprono piccoli locali. Tra i più frequentati è il Flowers & Sours, un health bar dove vengono servite aromatiche tisane alle erbe e dove la milk sommelier Maide van den Bos e le amiche preparano bevande fermentate a base di infusi, latte e fiori. Buonissimi i gelati istantanei fatti al momento usando l'azoto liquido. Nella sala di degustazione e nel laboratorio vene raccontata la storia del cibo, il suo processo creativo e come approfittare delle risorse naturali come l'attività dei batteri in grado di arricchire con la fermentazione sapori e proprietà nutritive.

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Dessert in barattolo con composta di rabarbaro, vaniglia, anice stellato, latte di soia mousse di caffè e fiori In un'altra zona centrale della città un circuito virtuoso unisce il recupero di un acquapark in rovina, chiuso da 20 anni, alla produzione di funghi utilizzando come substrato i residui del caffè. «L'ambiente umido del sottosuolo era ideale per la coltivazione dei pleurus ­ dice l'ideatore del progetto Sieman Cox, studente di blue economy ­ e i fondi del caffè mescolati a baccelli di legumi e altre sostanze di recupero sono ideali come terriccio. Arrivano dall'adiacente bar caffè Aloha, dove c'è anche una torrefazione, nonchè dai locali della zona e vengono portati in bicicletta, per non inquinare. Altre idee saranno presto realizzate nei sotterranei della piscina, come l'agricoltura verticale o la coltivazione di alghe.

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A Rotterdam vince la cucina green Biodiversità e benessere a tavola ­ Italia a Tavola

Sieman Cox Ma anche qui, come dovunque, il tema dell'agricoltura urbana suscita dibattito. Sono davvero così sane le verdure cresciute senza pesticidi ma in un'ambiente inevitabilmente inquinato dallo smog? Questi prodotti “dalla città per la città” se non possono comunque coprirne il fabbisogno sono indubbiamente un passo verso un nuovo modo collettivo di concepire gli agglomerati urbani, e le politiche green sono sempre più incentivate dalle istituzioni. Un apposito ente ministeriale, il TransForum si occupa proprio delle innovazioni nell'agricoltura urbana, non solo alimentari, ma urbanistiche e ambientali come la riduzione di emissioni di CO2. Rotterdam propone altri infiniti luoghi del cibo, dagli infiniti locali etnici alle formaggerie per la preparazione del Gouda, il formaggio più famoso prodotto in varie tipologie, stagionature e colori.

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Formaggio Gouda

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(ITA) Playboy (ITA)

Paese: Paese: it

Tipo media: media: Periodici

Pagina: 34 Pagina:

Autore: Maurizio Maestrelli Autore:

Readership: Readership: 250000

H1

Diffusione: Diffusione: 110000 60007 01 Marzo 2016 - 60007

BIRRA? FAIL

A

vedere il vecchietto in saio che passeggia, appoggiandosi al bastone, mi vongonss in mente tutte le immagini più consuete, generiche e qualche volta pure abusate che nuotano intorno alla birra. Spiagge, donne, musica, amici, gioventu sorridente e abbronzato. Il vecchietto è ecc ben coperto, un p0'corso e non ci pen.sa nemmeno a fare della conversazione, lira diritto e scompare nel bosco. Questo è l'accoglienza che si ricese nel birrificio di Zundert, in Olanda, per l'esattezza nella regione del Brabante. La stessa terra calpestata da un giovane Vincent Van Gogh con tele e pennelli. Ma da queste parti non è la gente a essere strana,è il bin iiicio a eosel'e particolare. Quello della birra Zuridert e' ifai un monastero di benedettini,trappisti per la precisione, ed è uno dei pochi in circolazione dos e, per l'appunto si è ripreso a fare birra. Come un tempo, ma si parla suppergie del Mtdioevo.

ms

si faceva in tutti i monasteri. Di quell'antica tradizione si sono fatti ora 1atiiatori pochi monasteri e quelli trappieti s000i i più noti: in Belgio se ne contano sei, e oono i più antichi e famosi,in Olanda due. Di questi, Zundert è quello piè recente, L'abbazia e il convento sono pezzi di storia, abitati da appena tina ventina di monaci, mala produzione è partita solo nel 2013. Il motivo? Semplice,aggiungere una fonte di susteutaiueiito eL'uuuinieo alle altre attività tradizionali come la produzione di miele o di formaggi. Niente rnarketing, niente pubbliche relazioni e niente "porte aperte" al birrffi do. Una sola birra, la Zundert da t'i/o sul e dal colore ambrato cuiico. Una bella schiuma candida e compatta e profumi

fruttati suggestivi, che ricorinno susine e ciliegie. Corroborante, il grado alcolico si sente, ma elegante e morbida, dalla piacevole, dolce persistenza. Una birra prodotta in quantità abbastanza contenute, da poco distribuita io Italia grazie a Dibevit Import,

ma una grande birra, Che si merita di stare al fianco delle altre grandi trappiste come Ors'al, Chimay, Westmalle e che vale la pena andare a cercare. Se non proprio a Zundert, nel miglior pub dei (vostri paraggi...

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23/8/2016

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Cosa mangiare ad Amsterdam: i piatti tipici da assaggiare sicuramente | SiViaggia

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Coa mangiare ad Amterdam: i piatti tipici da aaggiare icuramente Amterdam, coa mangiare: viaggio alla coperta dei piatti tipici e delle pecialità che potrete aaggiare durante un oggiorno nella capitale olandee Condividi su Facebook

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La cucina di Amterdam non è molto varia, ma vanta alcune pecialità che i devono aolutamente aaggiare e ci i reca in vacanza nella capitale olandee, anche olo per un reve oggiorno di un weekend. Uno dei piatti tipici di queta città è icuramente l’aringa affumicata, accompagnata con un contorno di verdure. L’affumicatura è un metodo di conervazione molto antico e proveniente proprio dal nord uropa, che viene applicato a peci come il merluzzo, per farne lo toccafio e il accalà, al pece azzurro come lo gomro e alle aringhe, peci che nel Mare del Nord aondano. Il guto del pece rimane praticamente intatto e quel retroguto di fumo è la ua caratteritica principale. Nei ritoranti di pece i poono comunque mangiare anche altri piatti a ae di pece, come quelli preparati con campi, atici e granchi provenienti ia dal Mare del Nord che dall’Atlantico. Per quanto riguarda la colazione Amterdam offre una moltitudine

di paticcerie con vetrine enormi e piene di dolci. Uno di quello maggiormente Cosa mangiare ad Amsterdam: i piatti tipici da assaggiare sic http://siviaggia.it/viaggi/cosa­mangiare­ad­amsterdam­i­piatti­tipici­da­assaggiare­sicuramente/161185/

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Cosa mangiare ad Amsterdam: i piatti tipici da assaggiare sicuramente | SiViaggia

conigliati è quello fatto con patafrolla riempita di crema e fragole, farcita con la panna montata freca, una vera delizia per il palato, nutriente e goloo, perfetto per iniziare una mattina di lavoro o una giornata impegnativa eplorando la capitale dell’Olanda, la coiddetta Venezia del Nord. Durante la tagione etiva uno dei piatti che vengono preparati normalmente anche nelle cae dei reidenti è l’uitmijter, una orta di panino farcito con carne e formaggio, accompagnato con uova fritte. I formaggi ono uno dei prodotti tipici più appetitoi d’Olanda, preparati con latte proveniente da allevamenti claici, fatti all’aperto, dove mucche, pecore e capre poono vivere quai allo tato rado. e vi recate ad Amterdam durante i mei più freddi, i piatti che vi conigliamo di aaggiare ono le zuppe, ia di pece, che di carne che di verdure, ervite calde, accompagnate con crotini di pane raffermo ricaldato nel forno. Una delle zuppe più famoe della capitale olandee è certamente la rwetenoep, preparata con pielli e pancetta, oppure la tampot, una pecie di purea di patate e radici ainato a rondelle di aliccia. Piatti gutoi, ricchi e molto nutrienti per contratare l’azione del freddo tipica dei Paei nordici, come l’ Olanda . La merenda tipica olandee prevede cialde profumate realizzate con urro e zucchero, da accompagnare a una uona tazza di tè caldo, o freddo in etate. Chi preferice il alato deve aaggiare aolutamente i itteraller, delle polpettine di carne ainate alla motarda. L’ora dell’aperitivo in Olanda rappreenta ad Amterdam l’ora della irra, naturalmente una Heineken o un’Amtel. Oltre alla poiilità di viitare una delle fariche di irra più antiche, ad Amtrdam è poiile covare tanti piccoli eerhop, dove vengono erviti tantiimi tipi di irra, in icchiere di tutte le forme e dimenioni. Per cena, oltre alla famoa aringa affumicata, conigliamo di mangiare carne, in genere ieftuck o kip, la itecca di manzo o pollo, accompagnata con patate al forno, fritte o verdure tufate. L’aringa peo viene mangiata con un panino o accompagnata con cipolle, ia crude che cotte, a econda dei guti. Ad Amterdam ono preenti centinaia di ritoranti, ia tipici, che internazionali. peo in giro per la città i poono vedere gli teckhoue http://siviaggia.it/viaggi/cosa­mangiare­ad­amsterdam­i­piatti­tipici­da­assaggiare­sicuramente/161185/

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argentini, dove mangiare ottime grigliate di carne, oppure i può pranzare nelle rumoroe taverne greche e nei variopinti ritoranti orientali, come quelli indoneiani e thailandei. Pertanto non avrete che l’imarazzo della celta u quale tipo di cucina preferire, oprattutto e non amate molto la cucina olandee. Oltre ai locali di luo, dove i poono mangiare le pecialità di tutto il mondo grazie agli chef pluritellati che li dirigono, ad Amterdam è poiile mangiare ene pendendo poco. Conigliamo di cegliere empre un daghotel, il piatto del giorno oppure un dagmenu, il menù del giorno. I prezzi nei ritoranti che li offrono ono molto competitivi e vantaggioi. Nei prei della tazione centrale i trovano proprio queti locali, dove mangiare pendendo pochi euro. Gli olandei infatti non ono amanti dello preco di denaro. Viitare Amterdam arà un’eperienza entuiamante, itruttiva e molto piacevole. Le attrattive turitiche infatti ono moltiime: dalle taglierie di diamanti, alla grande diga che protegge la città dal mare, ai mulini a vento e ai tanti muei preenti nella capitale olandee. Dall’Italia queta città è facilmente raggiungiile dai principali aeroporti italiani, peo anche con voli a ao coto, operati dalla compagnia Tranavia Airline , con appena due ore di volo. Da Amterdam partono anche le navi da crociera per viitare le plendide città ituate ul Mare del Nord e ul Mar altico.

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Settimana dei mitili in Olanda | Turisti in Viaggio PUBBLICITA’

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Settimana dei mitili in Olanda

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26 AGOSTO 2016

Dal 5 al 11 settembre 2016 si svolgerà in Olanda la Settimana Nazionale delle cozze (Nationale Mosselweek). I ristoranti aderenti all’iniziativa serviranno le cozze in svariati modi a prezzi accessibili. Durante la settimana nazionale delle cozze si svolgeranno diversi eventi nella provincia dello Zeeland. Nella località di Yerseke (Zeeland) il giorno delle cozze, “Mosseldag”: nella cittadina vengono organizzate diverse attività legate alle cozze, come degustazioni e uscite in mare per vedere gli allevamenti dei mitili. Il centro città ospita inoltre una fiera e diversi eventi musicali. La stagione delle cozze dello Zeeland inizia indicativamente nel mese di luglio, dipende dalla crescita e dalla condizione della cozza e termina nell’aprile dell’anno successivo. La stagione riproduttiva va invece da aprile a luglio e nel mese di giugno le cozze crescono maggiormente grazie all’abbondanza di cibo nel mare. Esiste un detto popolare olandese “mangia le cozze nei mesi in cui è presente la ‘r’”. Questo era dovuto alle condizioni climatiche e al trasporto: era fondamentale un clima freddo per consentire il trasporto e la conservazione dei mitili. Da quando esiste il trasporto in celle frigorifere questo detto ha perso la sua validità.

OFFERTE DI VIAGGIO Avventure alpine a 18 metri di altezza 17 AGOSTO 2016

Nello Zeeland esistono 2 tipi di allevamenti di cozze: le cozze d’allevamento appese e le cozze d’allevamento su fondo. Le cozze d’allevamento appese crescono nelle acque dello Oosterschelde (Schelda orientale), nei pressi della grande diga dello Zeeland. Non vivono quindi sul fondo, bensì sono appese in reti. In questo modo sono più esposte alla luce solare rispetto alle cozze che crescono sul fondo e di conseguenza crescono più velocemente e hanno un guscio più sottile. Per quanto riguarda il sapore, non vi è differenza tra i 2 tipi di cozze.

Vacanze in Tirolo per volare come aquile e arrampicarsi sulle case appese sugli alberi. Nello Stubai grandi e piccoli possono divertirsi nel fantastico parco sospeso a 18 metri d’altezza con funi, ponti tibetani, swinging steps, flying fox. Sono a disposizione…

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Emozioni “verticali” a Kufstein 16 AGOSTO 2016

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Vacanze in montagna tra tranquille passeggiate ed adrenaliniche emozioni verticali. Kufsteinerland, la regione tirolese della città fortezza di Kufstein, offre tour per escursioni e arrampicate nella riserva naturale del Kaisergebirge, dalla romantica valle Kaisertal fino in vetta alle famose cime…

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