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Autore: Maurizio Stefanini Autore:

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23 Aprile 2016 23

HIERONYMUS POP

Angeli e demoni, con tutti i mostri dell'inferno e della vita terrena: è Farte di Bosch, che sembra un surrealista ma è morto 500 auni fa. Una grande mostra in Olanda

di Maurizio Stefanim na colossale baraonda in cui tutti si agitano, il Padreterno che sembra aver perso il controllo della situazione,l'eugenetica che genera mostri,la ricerca affannosa del piacere che si trasmuta in supplizio,e l'inferno che è nei dettagli. Dettagli insistititi e ripetuti, fino alla sfinimento. L'occidente di oggi? No, no, stiamo semplicemente descrivendo un tipico quadro di Hieronymus Bosch:il pittore olandese di cui il 9 agosto si celebra il cinquecentenario della morte. Ma Dino Buzzati, quando nel 1966 Mia Cinotti gli commissionò un racconto da accludere alla sua "Opera completa di Bosch", per spiegarne lo spirito al grande pubblieo,scrisse quel "Maestro del Giudizio universale" in cui finiva per attribuire all'artista doti di veggente e medium.Per cui,siamo sicuri che l'anno di Bosch" non arrivi in questo 2016 proprio perché potrebbe essere un quadro di Bosch la metafora dell'occidente per come è ridotto? "Welkom thuis, Jheronimus!" è comunque lo slogan della grande mostra che gli è stata dedicata daI 13 febbraio all'8 maggio al Noordbrabants Museum di's-Ilertogenbosch, la sua città natale. "Bentornato, Hieronymus!". Un "bentornato" in effetti da interpretare. Figlio e nipote di pittori il cui cognome originario Van Aken lascia intendere una provenienza originaria dalla tedesca Aquisgrana, Hieronyinus nella città che una volta in italiano era chiamata Boscoducale non solo nacque, visse praticamente tutta la vita,morì e fu seppellito, ma in suo onore aveva anche assunto il nuovo cognome di Bosch. Però è vero che se il suo corpo non si mosse da 's-Hertogenbosch,in compenso i suoi quadri hanno poi viaggiato per il niondo.Soprattutto in Spagna,al Prado e all'Escorial:testimonianza della passione nutrita da re Filippo TI per quel pittore che rappresentava cose così strane. E poi, tra quelli sicuramente suoi e quelli di incerta attribuzione, ve ne sono a Rotterdam, a Bruxelles, a Gand e Bruges, a Londra,Oxford,Parigi: Francoforte, Berlino,Dresda: Vienna:Venezia, a Washington, New York e Philadelphia, alla Yale University Art Gallery di New Haven, a Lisbona. Insom-

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ma, un po' dappertutto tranne che a sHertogenbosch. E tuttavia, per l'occasione, la cittadina olandese è riuscita ractogliere ben 17 dei 24 quadri sicuramente suoi, Aggiungendo i disegni e le realizzazioni di allievi e seguaci si arriva a un centinaio di opere:la mostra più grande che a Bosch sia mai stata dedicata, e che viene contornata anche da altri eventi."Ilieronymus Bosch Visionidi un genio" è il titolo. "Hieronvmus Bosch è il più importante e più autentico interprete dell'epoca medievale che i Paesi Bassi abbiano generato", ha spiegato il direttore del Noordbrabants Museum, Charles de Mooij.In realtà,il pittore operò piuttosto in un periodo di passaggio fra il Medioevo e il Rinascimento, quando le antiche certezze stavano svanendo, ma quelle nuove ancora non si erano chiarite. E'l'epoca in cui Colombo dimostra che si può trovare terra navigando verso occidente ma la scambia per l'Asia, senza capire che invece si tratta cli un nuovo mondo.O che Copernico deinolisce la teoria eliocentrica di Tolomeo, descrivendo però un sistema in cui le orbite descrivono ancora dei circoli piuttosto che le ellissi poi intuite da Keplero, e il sistema solare è ancora al centro dell'universo. Basta solo questa crescente incertezza si] quel che effettivamente si poteva celare dietro le apparenze, per spiegare quelle fantasmagorie ricolme di esseri mostruosi, diavoli, angeli, santi, ilhisioni, combinazioni,incubi? Considerata la sua più importante conoscitrice in Italia, la già citata storica dell'arte Mia Cinotti spiegava questo "caos della materia" in questi termini: "L'antefatto, anzi gli antefatti dei quadri di Ilieronymus Bosch, il fiammingo quattrocentesco creatore di complesse fantasie demoniache,sono: un processo celebre contro gli eretici, una collana di letteratura mistica molto diffusa, una famosa quanto sfortunata ricerca di lajjoratorio". Il processo celebre, in particolare, era stato quello che quarant'anni prima della sua nascita a Bruxelles era stato fatto a un carmelitano accusato di aderire ai Fratelli e Sorelle del Libero spirito, o Adamiti. Una setta che voleva tornare all'innocenza di Adamo attraverso pratiche di libertà -

sessuale chiamate'Vie alle Altezze".In contrapposizione frontale a questa "Via delle Altezze" c'era la "Via della Foresta": un appello al ritiro dal mondo per sfuggire alle tentazioni teorizzato nella letteratura mistica circolante tra la Confraternita di Nostra Signora, organizzazione di laici cui Bosch era affiliato. Ma in questi libri si attingeva anche a quello stesso tipo di simbologia che era più largamente utilizzata dagli alchimisti nella loro ricerca della Pietra filosofale e della Trasmutazione della materia.

Sempre Mia Cinotti ci aiuta a decifrare i simboli che emergono dalle sovrabbondanti illustrazioni di Bosch. La scimmia e la farfalla, ad esempio, sarebbero l'incostanza. Il coltello che trafigge la mano è un simbolo sessuale, come pure la scala maneggiata dai diavoli. I pesci senza scaglie sono il peccato, mentre con le scaglie rappresentano la purezza. Il picchio è la lotta agli eretici. Il fanciullo aichemico nato dalla donna albero è il frutto degli appetiti innaturali. La civetta è l'eresia professata Il corvo è l'incredulità, 11 topo è la falsità. Il gufo, come insegna Renzi, il malaugurio. Queste inetafore sono spesso così ambigue che possono essere interpretate sia come esaltazione delle eresie adamite; sia come loro condanna in nome della "Via della Foresta'; sia come riferimento a una trasmutazione alchemica che va oltre la meccanica contrapposizione tra peccato e virtù. Il corvo, dunque,per gli alchimisti diventa la materia al suo primo stadio. annerita.La lumaca è sia la resurrezione,sia il simbolo della misteriosa manipolazione alchimistica detta "Grande opera". E il fanciullo alchemico diventa Mercurio:l'homunculus,la materia che nasce da elementi contrari e si trasforma nella Grande opera. Nulla è come sembra, appunto. Il "Trittico del Giardino delle delizie",custodito al Prado, quando è chiuso mostra un mappamondo in bianco e nero in due pannelli. La Terra vista a volo d'uccello,come un disco che galleggia sopra una massa d'acqua entro una fera trasparente, sotto lo sguardo di Dio Padre in trono con tiara papale in testa e Bibbia in mano ma sennnascosto nelFoscurità che circonda la Terra.

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pretazione corrente è che sia rappresentato il terzo giorno della Genesi:Dio ha un'espressione cupa e indecisa e i gesti esitanti proprio perché già avverte che il mondo appena creato gli sta scappando di mano. Ma poi il pannello si apre,e con effetto quasi da videogioco si trasforma in un trittico variopinto. A sinistra c'è Dio che presenta Eva a Adamo. A destra c'è un inferno in cui i dannati sono curiosamente tormentati in mezzo a giganteschi strumenti musicali: straordinaria intuizione dell'inquinamento acustico di oggi? Ma cosa rappresenta il pannello centrale, con la sua vasta veduta fantastica di figure nude, animali immaginari, frutti di grandi dimensioni e formazioni rocciose? Definito il "Giardino delle delizie", è stato interpretato sia come l'umanità che spreca il proprio libero arbitrio in un una catena di orge e sfrenatezze sessuali tali da meritare appunto il castigo del terzo pannello; sia, al contrario, come una celebrazione della gioia del Paradiso terrestre prima della perdita dell'innocenza. Stesso meccanismo per il "Trittico del Giudizio" di Vienna.Chiuso,il bianco e nero di san Giacomo maggiore in pellegrinaggio e di san Bavone mentre compie un'elemosina. Aperto, di nuovo a sinistra un Giardino dell'Eden e a destra un Inferno,in mezzo ai quali c'è stavolta chiaramente un Giudizio universale, in cui i diavoli iniziano curiosamente a infierire sui dannati a colpi di oggetti domestici. Il "Trittico del Carro di fieno" ha invece da chiuso una rappresentazione a colori: un viandante che si incammina sulla via dell'esistenza, resistendo alle lusinghe del peccato esemplificate da una coppia che balla al suono di una cornamusa. Assieme all'inferno musicale", l'indicazione che forse Bosch non era proprio un cultore delle arti sonore, Anche qui, comunque, a sinistra ci sono Adamo ed Eva,e a destra un inferno rappresentato da una città in fiamme: e c'è chi ricorda che da giovane il pittore era rimasto molto impressionato da un incendio notturno. Al centro c'è stavolta una specie di orgia carnevalizia che si trasforma in un assalto a un carro di fieno: illustrazione del proverbio fiammingo "il niondo è come un carro di fieno,ciascuno ne arraffa quel che può". Insomma, il dubbio di Mia Cinotti era che Bosch fosse ufficialmente un seguace della Via della Foresta, ma sotto banco anche un adainita e un alchimista.In più, sicuramente,un frequentatore di feste popolari e delle "stoven": quei bagni caldi in comune dove si recavano assieme uomini, donne e perfino prelati, e che forse riprodusse

nelle sue concitate ammucchiate di esseri umani seminudi. Da ultimo, profezie politiche a parte, un anticipatore di cose che si sarebbero viste nel futuro: dal surrealismo alla graphic novel,passando per la psicoanalisi e i fumetti di Jacovitti. Insomma il pot-pourri cui accemia il vecchio Peter van Teller: l'orologiaio discendente di Bosch e con lui in contatto medianico, che Buzzati immagina di incontrare a 's-Hertogenbosch nel suo racconto. "Parlano dell'inferno, parlano della dannazione eterna, parlano di sant'Agostino, delle eresie, della riforma di Lutero, vanno a frugare nella vita privata di Hiesunymus, che nessuno di loro può conoscere, riempiono centinaia di pagine con interpretazioni gigantesche. E la psicoanalisi! E l'angoscia esistenziale con quattro secoli di anticipo! E il surrealismo con quattro secoli di anticipo!... C'è stato uno, perfino, che ha registrato uno per uno i mostri eh, eh, li chiamano mostri e li ha classificati come fossero tanti coleotteri, e per ciascuno ha trovato il tipo di nevrosi corrispondente. E poi il manicheismo imniancabile. E i refoulements sessuali.., i complessi aberranti... la componente sodomitica... l'esoterismo negromantico". Ma Vasi Teller conclude che è tutta "fatica inutile!". "Ma se è così semplice; così limpido! Se non è mai esistito un pittore più realista e chiaro di lui!... Altro che fantasie, altro che incubi, altro che magia nera... La realtà nuda e cruda che gli stava davanti... Solo clic lui era un genio clic vedeva quello clic nessuno, prima di lui e dopo di lui, è stato capace di vedere. Tutto qui il suo segreto: era uno che vedeva e ha dipinto quello che vedeva......"Non mi dirà che quegli esseri orrendi, rettili antropomorfi, osceni meccanismi, utensili trasformati in membra, gnomi e insetti abominevoli, lui li vedesse veramente, che quattro secoli fa girassero per le strade dell'Olanda", prova a obiettargli Buzzati. Invece, è proprio così. Appunto grazie alla stia capacità medianica, gli rivela Van Teller, Bosch percepiva quell'incubo popolato da alieni minacciosi che si cela sotto la realtà apparente. Esattamente come in "Essi vivono" di John Carpenter John Nada riusciva a fare per mezzo dei misteriosi occhialoni neri, o in "Matrix" Neo alTivava grazie a Morpheus. Ovviamente, ci siamo arrampicati per la tangente. Proprio come contorno alla mostra di's-Hertogenbosch e all'anno di Bosch è infatti uscita la monografia che al pittore ha dedicato Stefan Fischer:un'opera da 300 pagine e 99,99 euro uscita fin dal dicembre del 2013in inglese e in francese, e secondo cui la -

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gran parte delle teorie che per interpretare Bosch sono state escogitate sarebbe semplicemente 'priva di fondamen to". Ma già Mia Cinotti aveva spiegato che in realtà "questo disintegratore delle leggi logiche della forma obbediva alle leggi del suo tempo conie oggi i disintegratori dell'atomo; ma sapeva trasfigurare questa materia prima in autentica poesia di immagini e di colori". lJn "mistero dell'arte" che consentendo di godere i suoi quadri anche senza leggerli nei loro elementi occulti "ha fatto cadere nell'oblio per tanto tempo la necessità di trovare la chiave segreta delle sue figurazioni".

Del suo più celebre cittadino, 's-Hertogenbosch noti ha più neanche un quadro. Ma riuscita a raccoglieme 17da tutto il mondo Gli "antefatti" della sua arte: un processo contro gli eretici, una collana di letteratura mistica, le ricerche degli alchimisti IlGiardino delle delizie dove si spreca in una catena di orge il libero arbitrio, o invece si celebrano le gioie del Paradiso ten'estre Un anticipatore di cose che si sarebbero viste nel futuro: dalla graphic nove1 alla psicoanalisi, ai fumetti di Jacavitti ,

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-•• / Hieronymus Bosch, "Trittico del Giardino delle delizk" (particolare), 1480-90 (Madrid, Museo del Prado)

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