Tutorial di fotografia controluce

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Tutorial Controluce

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“Si vede la vera essenza delle cose quando ci passi una luce attraverso” Intro: Fotografo ormai da qualche anno, il mio stile è certamente cambiato, come il mio modo di approcciarmi al lavoro di fotografo e video-maker, ma se devo trovare un punto di unione nel mio percorso quello è per certo la luce. Sono attratto dalla la luce e soprattutto dal controluce che cerco di non far mai mancare nelle mie fotografie. Credo che la luce contribuisca a dare alle immagini uno stile diverso. La luce è sentimento, è descrizione, dettaglio e emozione. Ma come è difficile il controluce!!!! Cerchiamo di capire meglio: Ancora una volta dobbiamo ricercare la regola della “qualità della luce” luce morbida o luce dura che abbiamo affrontato nel tutorial di food “quello che vedete lo devo agli spaghetti”. Se la luce che genera il controluce è una luce dura, questa genererà sul nostro soggetto ombre forti e nette, difficili da equilibrare, se invece la fonte del nostro controluce è “diffusa” il nostro lavoro sarà meno complicato. Per cui se siamo alle prime armi sarà meglio cercare fonti di luce diffusa per il nostro controluce. Dove sta il difficile... ovviamente nel cercare un giusto equilibrio fra la quantità di luce dietro il soggetto e l’ombra davanti. La nostra misurazione “esposimetrica” dovrà essere fatta sovraesponendo leggermente lo sfondo: questo renderà leggibile il “cielo” ad es in un ritratto e ci permetterà di leggere le ombre sul viso, dando risalto ad es ai capelli e facendoli accendere di un colore intenso.

La luce radente di un tramonto se ben sfruttata è un ottimo momento per scattare un controluce.


La luce forte dietro il soggetto ci permette davvero di vederne la vera essenza. Ovviamente dipende da cosa fotografiamo, ma se anche solo guardiamo la nostra mano ponendola tra noi e il sole ci accorgiamo di quanto stupendo possa essere questo modo di vedere le cose. Una luce dietro al soggetto in genere lo rende vivo, enfatizzandone i colori e le trasparenze, disegnandone i contorni.

Il controluce fa accendere i colori dei pici, il bagliore prodotto dalla luce vela l’immagine, la direzione della luce evidenzia la trama.

La gestione del controluce: Fotografare in questo modo richiede una notevole pazienza e ricerca personale, sia a livello di gusto, sia a livello di inquadratura. Mi spiego meglio. Quando fotografo un soggetto in controluce devo comunque cercare di trovare una posizione che mi permetta di “gestirlo”, di non essere, almeno che non lo voglia, assalito e “mangiato” dalla luce. Perchè questo è quello che può succedere, che i contorni del soggetto, se sovraespongo troppo lo sfondo, vengano consumati, corrosi dal bagliore. Ciò accadeva meno con l’uso della pellicola, che riusciva a contenere meglio le varie tonalità [chiari scuri]. Il digitale nn tollera molto bene le eccessive sovraesposizioni, non ancora, nonostante lo siluppo dei sensori stia facendo passi da gigante appunto in questa direzione [acquisizione di dettagli nelle alte luci con conseguente ampliamento di gamma dinamica].

A volte nascondere la sorgente di luce dietro a un oggetto non trasparente ci permette di godere del controluce senza il rischio di effetti indesiderati come riflessi che entrano nell’obiettivo.


Perchè questo è un problema? Semplice... un immagine fortemente sovraesposta in stampa crea delle “strappature” dei vuoti di inchiostro che soprattutto in certi tipi di stampa comportano che sulla fotografia uno scalino, nel vero senso della parola, l’immagine vista alla luce crea riflessi non omogenei. Inoltre in questo tipo di fotogafia spesso i particolari fini, tipo i capelli nelle zone sfuocate ad es. diventano finti e sembrano di plastica, falsando un po la foto. Per questo a mio avviso è davvero importante non forzare troppo lo sfondo in relazione al soggetto.

Il controluce può essere utilizzato per far risaltare il soggetto dallo sfondo.

Come possiamo aiutarci? Ci sono almeno due modi di aiutarsi nella tecnica del controluce: 1) Flash di schiarita 2) Pannello riflettente Il primo deve essere regolato a seconda del tipo di luce che abbiamo dietro al soggetto. Ovviamente più “dura” è la luce dietro e più potente dovrà essere il mio flash. Il mio consiglio è di non affidarsi al piccolo flash sopra la vostra reflex,ma di acquistare un flash a slitta, meglio ancora sarebbe acquistare anche un trasmettitore radio e un ricevitore [nikon prevede sulle sue reflex un sistema radio molto efficace già incluso, canon anche ma, ahime, meno efficace] che vi permetta di direzionare il flash da punti diversi da quello di ripresa, in modo da dare maggior tridimensionalità al soggetto. Il flash dovrà essere calibrato in modo da offrirvi uno o due diaframmi in meno dello sfondo a seconda dell’effetto che per voi risulta più gradevole. Se il flash lavora con la misurazione TTL potete far ragionare lui con la fotocamera decidendo se sottoesporre il suo intervento o sovraesporre. Se non avete questo tipo di misurazione perchè i vostri trasmetitori non dialogano in TTL con la fotocamera, allora vi consiglio di posizionare il flash sul lampo in potenza manuale e poi gestirlo autonomamente avendo cura di tenerlo sempre alla stessa distanza dal soggetto per mantenere lo stesso effetto.


Se decidete di usare un pannello riflettente potete sbizzarrirvi a cercare riflessi e dosarli. Potete utilizzare pannelli color argento che vi renderanno una luce molto contrastata sul soggetto, quasi fosse uno specchio. Potete utilizzare pannelli dorati per scaldare il volto ad es del vostro ritratto e conferire un aspetto un po’ innaturale ma di sicuro effetto. Potete anche utilizzare pannelli bianchi o in mancanza pannelli semplici di polistirolo che vi restituiranno sul soggetto una luce molto più naturale rispetto agli altri colorati. Ovviamente il pannello dovrà essere posizionato in modo da riflettere la luce del sole o della vostra sorgente di luce facendola rimbalzare sul soggetto. In base a come direzionate il pannello riuscirete a calibrare la “potenza” del vostro riflesso, se puntate direttamente il soggetto la luce forte andrà su di lui, altrimenti spostando la vostra mira avrete una luce più tenue e gestibile, ma tutto dipende da quello che voi volete ottenere e soprattutto dal vostro gusto. Un ottimo pannello riflettente “naturale” può essere un muro di pietre in un borgo, il riverbero che genererà avrà un colore naturale e un intensità facilmente gestibile. Ovviamente quanto detto finora vale principalmente per i ritratti e le macro fotografie in controluce, non è pensabile di riempire intere porzioni di paesaggio con un flash o un pannellino.

Quando il nostro soggetto è un intero paesaggio, il controluce deve essere calibrato sul cielo vicino al sole senza però includerlo nella misurazione [zoom sul cielo e misurazione esposimetrica] attenuare la luce del sole filtrandola ad es dai rami è un buon aiuto per le vostre foto.

Bilanciamento del bianco: una considerazione se pur veloce la merita il bilanciamento del bianco, in quanto la zona in ombra tenderà ad avere un colore più freddo rispetto alla zona di luce, accesa oltremodo dal controluce, a volte a questo si può ovviare impostando sulla reflex una temperatura colore leggermente più calda. Profilo: la scelta del profilo sulla fotocamera, se non scattate in raw e quindi potete farla successivamente, deve essere orientata verso un profilo a basso contrasto che riesca a gestire bene tutti i passaggi tonali che ci sono nell’immagine [neutro o immagine fedele].


Obiettivi: Non vi posso consigliare degli obiettivi particolari, ma posso sconsigliarvi lenti con diametro molto ampio [77 mm] e soprattutto con lenti frontali sporgenti questo perché è più facile che la luce “entri in macchina” e crei riflessi particolari, come del resto anche può accadere con grandangoli e lenti in generale sfornite di paraluce. I riflessi in macchina on sono un problema se correttamente gestiti e un buon paraluce disegnato appositamente per il vostro obiettivo evita molti problemi. il riflesso generato dalla luce che entra in macchina deve essere controllato affinchè non vada a posizionarsi sui soggetti dell’immagine

scatto spesso sovraesponendo per avere i visi chiari e poi postproduco lo sfondo per avere un effetto vintage.

Diaframma: almeno che non si cerchino effetti particolari è buona norma utilizzare diaframmi intermedi [5.6 - 8] per sfruttare le migliori qualità delle lenti e mantenere una nitidezza che può essere a rischio nella zona in ombra. Se volete far pratica vi segnalo una utilissima applicazione per il ritratto in sala di posa, potete posizionare le luci, cambiare la loro dimensione e potenza, colorare in modo da vedere l’effetto ad es. del pannello dorato, è uno studio fotografico virtuale e vi permetterà di provare l’effetto di ogni schema di luce. Potete provare partendo da questa configurazione http://www.zvork.fr/vls/?config=2747#.UKjF_yt0yIY.email

Insomma, anche se avete il sole contro mi raccomando: “occhi aperti!!! :-)


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