Corrado Bove Codice Muto
Corrado Bove Codice Muto
a cura di / edited by Gaspare Luigi Marcone
Art Gallery
Verbania 1 - 31 Agosto 2009 1 - 31 August 2009 Lakeside Art Gallery
Ringraziamenti / Thanks to: Beatrice Ferri, Sarah Vernice, Sally Davenport - Working Law Solicitors
Corrado Bove. Codice Muto Nell'opera di Corrado Bove l'analisi delle forme diventa una riflessione su i principî fondanti della scultura. Dopo aver lavorato per anni con marmo, pietra e terra ha iniziato ad utilizzare sistematicamente un materiale leggero e trasparente come la rete metallica. Il lavoro di assemblaggio, torsione e cucitura della rete è un processo lento, e già di per sé metaforico, che porta l'artista ad interrogarsi sul rapporto tra massa e forma, tra pieno e vuoto. La trasparenza del materiale permette una visione più profonda e penetrante dell'opera con le sue luci e ombre; è la struttura scheletrica, lo “schema”, che si manifesta in modo diretto quasi come un corpo sottoposto a radiografia. I grovigli metallici di Bove esprimono una tensione psichica “labirintica”, una massa di materiale apparentemente caotico che si presenta invece in forme armoniche e razionali. La proporzione, la simmetria e la freddezza del metallo creano una “gabbia formale” all'interno della quale soggiace una materia tumultuosa. Un pensiero complesso che tenta di avvicinarsi alla sintesi più pura. I titoli di alcune opere (Dune, 2005; Pesce, 2005; Ermafrodito, 2006), denotano un legame sempre vivo con la natura, una polarità aperta tra artificiale e naturale che non è espressa da elementi realistici riconoscibili ma solo per connessioni concettuali e metaforiche. Un'opera come Dedalo Danzante (2006) riesce invece a sintetizzare molti elementi caratteristici dell'arte di Bove e introduce nuovi aspetti. Il nome della scultura richiama il mitico artista costruttore del labirinto cretese che tenta la fuga in volo perdendo tragicamente il figlio Icaro. L'idea della “mente labirintica” dell'artifex, resa con rete metallica in torsione verso l'alto, esprime quasi tutto l'iter creativo e simbolico della sua ricerca. Inoltre, l'aggettivo “danzante” richiama l'elemento dinamico proprio di alcune opere che, in molti casi, sono state allestiste con installazioni in movimento e, grazie ad un'idonea illuminazione, producevano enigmatiche ombre poi catturate grazie all'uso della fotografia; alla tridimensionalità della scultura si uniscono la bidimensionalità fotografica e la quarta dimensione: il tempo. Con Codice Muto (2006-2009) vi è una riflessione ancor più profonda su gli elementi del linguaggio scultoreo; l'idea di un'arte totalmente sperimentale e di ricerca può solo evidenziare che il “codice” linguistico della scultura si rivela “muto” ovvero incapace di comunicare e offrire soluzioni univoche e definitive ma che allo stesso tempo è in grado di stimolare nuovi interrogativi e ricerche. Anche il fruitore dell'opera è stimolato a “significare” soggettivamente l'oggetto. L'opera, in rete scura e dipinta con una sottile linea labirintica in smalto bianco, è “circondata” da una serie di 7 stampe fotografiche che la ritraggono da diversi punti di vista; pur sapendo che le immagini sono relative alla stessa opera, esse si presentano in una “sequenza formale” diversificata da renderla quasi irriconoscibile. Essenza e apparenza entrano in conflitto; si percepisce inoltre una polarità dinamica, di attrazione e repulsione, tra l'oggetto tridimensionale e la catena fotografica bidimensionale. Una “ripetizione differente” che produce un effetto “perturbante”. 3
Gaspare Luigi Marcone
Corrado Bove. Codice Muto In the work of Corrado Bove, formal analysis becomes a reflection on the fundamental principles of sculpture. After having experimented for years with marble, stone and clay, he began working systematically with a light, transparent metallic mesh. The assembly, torsion and fastening of the mesh is a slow process, in itself metaphorical; one which leads the artist to explore the relationship between mass and form, between solid and void. The transparency of the material permits a deeper, more penetrative vision of the work with its lights and shadows; it is the skeletal structure, the “core” that shows itself in a direct manner similar to that of a body subjected to an X-ray. Bove's metallic contortions express a “labyrinthine” psychic tension, an apparently chaotic mass of material that instead presents itself in harmonic and rational forms. The proportions, the symmetry and the coldness of the metal create a “formal cage” within which lies tumultuous matter. A complex train of thought that attempts to approach the purest synthesis. The titles of certain works (Dune, 2005; Fish, 2005; Hermaphrodite, 2006) denote a live connection with nature, an open polarity between the artificial and the natural expressed not by recognisable realistic elements, but by conceptual and metaphysical links. A work such as Dancing Daedalus (2006) instead succeeds in synthesising many elements characteristic of Bove's art while introducing new aspects. The name of the sculpture recalls the mythical artist and constructor of the Cretan labyrinth who attempted to fly to freedom, tragically losing his son Icarus. The idea of the “labyrinthine mind” of the artifex, rendered in upwardly twisting metallic mesh, expresses almost the entire creative and symbolic process of his research. Moreover, the adjective “dancing” recalls the dynamic element of certain works that, in many cases, have been placed in kinetic installations and with appropriate illumination have produced enigmatic shadows, captured through photography; the three-dimensionality of the sculpture is thus flanked by the two-dimensionality of photography and the fourth dimension, time. With Codice Muto (2006-2009) there is an even deeper reflection on the elements of the sculptural medium; the idea of a wholly experimental, research-based art can but highlight the fact that the linguistic “code” of the sculpture proves to be “mute”; that is to say, incapable of offering unequivocal and definitive solutions while at the same time stimulating further investigation and research. The observer of the object is also stimulated to subjectively “signify” the object. The work, a dark mesh painted with a thin labyrinthine line in white enamel, is “surrounded” by a series of seven photographic prints that portray it from diverse points of view; while we are aware that the images relate to the same work, they present themselves in a “formal sequence” so diversified as to make it almost unrecognisable. Essence and appearance enter into conflict; one also perceives a dynamic polarity of attraction and repulsion between the three-dimensional object and the twodimensional photographic series. A “different repetition” that produces a ”disturbing” effect. Gaspare Luigi Marcone 4
Opere / Works
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Corrado Bove Nato a Bergamo nel 1974, ha esposto in numerose mostre collettive. Parallelamente alla ricerca nel campo della scultura con la sua attivitĂ di designer ha collaborato con architetti dedicandosi a progetti di bioarchitettura. Vive e lavora in Puglia.
Corrado Bove Born in Bergamo in 1974, Corrado Bove has exhibited in numerous group shows. In parallel with his sculptural research, his design work has seen him collaborating with architects on bio-architecture projects. He lives and works in Puglia.
Opere in catalogo:
List of works:
Dedalo Danzante, rete metallica e smalti, 110 x 140 x 70 cm circa, 2006, p. 7
Dancing Daedalus, metallic mesh and enamels, approx. 110 x 140 x 70 cm, 2006, pg. 7
Dune, rete metallica, 40 x 50 x 30 cm circa, 2005, p. 8
Dune, metallic mesh, approx. 40 x 50 x 30 cm, 2005, pg. 8
Ermafrodito, rete metallica, 60 x 40 x 30 cm circa, 2006, p. 9 (collezione A. Sandretti, Milano)
Hermaphrodite, metallic mesh, approx. 60 x 40 x 30 cm, 2006, pg. 9 (A. Sandretti collection, Milan)
Pesce, rete metallica, 90 x 70 x 50 cm circa,, 2005, p. 10
Fish metallic mesh, approx. 90 x 70 x 50 cm, 2005, pg. 10
Codice Muto, rete metallica e smalti, 120 x 80 x 60 cm circa, 2006, p. 11
Codice Muto, Metallic mesh and enamels, approx. 120 x 80 x 60 cm, 2006, pg. 11
Codice Muto - Photo 1 - 7, sette stampe digitali su alluminio, 70 x 100 x 0,3 cm ciascuna, 2006 - 2009, pp. 12 - 18. Ogni fotografia è in tiratura singola.
Codice Muto - Photo 1 - 7, seven digital prints on aluminium, 70 x 100 x 0.3 cm each, 2006-2009, pg. 1218. Each photo has been printed in a single copy. 19
Art Gallery Via Tacchini 26 28922 Verbania Tel. 0323 556252 info@lakeside.vb.it www.lakeside.vb.it
Crediamo fermamente nei benefici delle sinergie tra arte e design, tra impresa e cultura. La filosofia di una galleria d'arte che espone artisti sia locali che internazionali con il denominatore comune della qualità assoluta è in piena sintonia con la nostra azienda, da sempre legata al territorio verbanese ma con una vocazione nazionale ed internazionale. Uno scultore come Corrado Bove testimonia inoltre con la sua sperimentazione artistica e con la sua creatività legata in parte anche al mondo del design e dell'architettura, l'idea di innovazione e ricerca della nostra azienda.
We are firm believers in the benefits of synergy between art and design, between business and culture. The concept of an art gallery exhibiting both local and international artists with a common denominator of absolute quality is an ideal match for our company, deeply rooted in the Verbania area but with a national and international outlook. A sculptor such as Corrado Bove, with his vocation for sophisticated formal experimentation and creation that also ventures into the world of design and architecture, reflects the innovation and research characterising Moretti Arredamenti and Poltrona Frau.
Finito di stampare nel mese di luglio 2009 © Tutti i diritti riservati / All rights reserved
Alberto Moretti Srl Arredamento e design di interni Via Vidic, 23 - Verbania www.morettidesign.it
Lakeside Art Gallery