InAsherah - Il Magazine
1
InAsherah - Il Magazine
2
InAsherah - Il Magazine
"Ci sono momenti di solitudine che cadono all’improvviso come una maledizione, nel bel mezzo di una giornata. Sono i momenti in cui l’anima non vibra più" (Alda Merini)
....................A zio Piero
3
InAsherah - Il Magazine
Indice pg. 6 La Signora delle trasformazioni pg.8 Senza ritratto. Storie dall'arte contemporanea. Intervista a Stefano Rauzi pg.18 Riflettere cantando. L'innovativo progetto di Giuseppe Povia: scuole in tour pg. 21 Johnny Deep e la sua misteriosa personalitĂ
Scrivono per InAsherah - Il Magazine: Matteo Arcuri Sara Donfrancesco Lucia Lo Cascio Cassandra Rotelli Chiara Sabatini Stefano Valente
pg. 23 Preraffaelliti, l'utopia della bellezza pg.25 Gustavo Adolfo Rol: "l'impossibile sulla terra non esiste" pg. 28 Bando di selezione per la rassegna di arte contemporanea "L'impossibile sulla terra non esiste" pg. 32 Uno spazio in evidenza: Interno 17
In copertina: Gustavo Adolfo Rol
4
InAsherah - Il Magazine
5
InAsherah - Il Magazine
InAsherah Vivimus: La Signora delle trasformazioni. La s InAsherah Vivimus vuole essere uno spazio in questa rivista dedicato a quell'arte vicina alle tematiche del femminino, della sacralità del donna e del suo corpo per rispondere ad un appello di Lei, la Nostra Madre, che risale a 4300 anni fa: "ovunque voi siate in qualunque tempo non ignoratemi"!!!
Nasce in noi una riflessione sulla DONNA come Madre del mondo, Madre di se stessa, colei che ha il più grande potere: quello di scegliere di far nascere. Ed è qui che si misura la bellezza e la sua unica forza, cioè il richiamo al risveglio e al rigenerarsi: mettere in luce una reazione, anche provocatoria, alla potente crisi che ci ha portato alla destabilizzazione, insicurezza, passività, disinteresse e rassegnazione. E' un momento di grandi opportunità al cambiamento e le donne in questo sono maestre, poiché hanno il coraggio e sanno sfidare il contesto. L' elemento di grande forza nella DONNA è il suo ciclo mestruale, la sua massima espressione di potenzialità che vive in perfetta armonia con la Grande Madre e la sua natura, il ciclo delle stagioni e i cicli lunari. Il ciclo mestruale viene anche chiamato nel FEMMININO SACRO, IL SANGUE MAGICO, cioè quel viaggio che porta noi donne ad una nuova consapevolezza di essere femmine e che porta noi stesse a conoscerci nel più profondo e ad esprimere al meglio la nostra femminilità. La Donna, colei che genera la vita e consente di viverla con passione e amore, colei che in questa nuova Era ha tenuto troppo a lungo nascosto il suo immenso Femminino Sacro è ormai diventato un grido che non lascia più indifferenti nessuno. Dai primordi dell’umanità, la donna è stata invocata, venerata e adorata come Dea, attraverso innumerevoli forme, nomi, simboli e manifestazioni. La storia dell’evoluzione della coscienza umana è caratterizzata da un lungo processo in cui, per molto tempo, la coscienza matriarcale ha dominato la cultura, la religione, gli usi e i costumi di molte civiltà, tramite il dispiegarsi dell’Archetipo Femminile della Grande Madre.
6
InAsherah - Il Magazine
L’ampia diffusione del culto della Dea costella non solo la preistoria ma anche epoche più recenti, in forma meno diretta, meno consapevole e più sublimata e i numerosi studi compiuti a riguardo rivelano la presenza di un’immagine del mondo unitaria, al cui centro si trova la Grande Dea femminile. Per Grande Madre s’intende un’immagine interiore che agisce sulla psiche umana, la cui espressione simbolica è costituita dalle raffigurazioni e dalle forme della Grande Dea che l’umanità, in particolare quella primitiva, ha rappresentato nelle creazioni artistiche e nei miti. La Grande Madre rappresentata come Dea della fertilità, padrona della gravidanza e colei che genera la nascita, è oggetto di culto non solo delle donne ma anche degli uomini, costituisce il simbolo archetipico della fertilità e del carattere soccorrevole e nutriente. Il Femminile che dà nutrimento diviene un principio della natura venerato ovunque, da cui l’uomo dipende nel bene e nel male. La terra stessa è un simbolo femminile, poiché rappresenta, in un certo senso, l’utero della realtà femminile che nutre l’intero mondo. Il Femminile è divenuto così Signora della trasformazione e pone le basi della civiltà umana della natura trasformata: quella trasformazione della materia e della vita. La Donna trasforma la natura in qualcosa che agisce su un piano più alto, un piano spirituale, il naturale della materia. E' il vaso dell’incarnazione, della nascita e della rinascita e attraverso sofferenza, morte, sacrificio, lascia scaturire da sé la trasformazione, il rinnovamento e la rinascita. Ciò che è mortale diviene così immortale. Per questo, alla donna sono stati attribuiti poteri magici e mantici. In tutto il mondo civilizzato e non civilizzato essa ha rivestito il ruolo di Signora dell’azione magica, sia positiva, sia negativa, come sacerdotessa e come strega. Da tempo ha agito come sciamana, sibilla, sacerdotessa. La donna è la veggente primordiale, è signora delle acque profonde, quelle acque che danno la saggezza a tutti gli uomini; è capace di ascoltare e percepire tutti i segni della natura, alla quale è strettamente legata. Essa è il centro della magia, del canto magico e della poesia. La natura femminile che si dispiega attraverso diverse forme e simboli, si manifesta nella donna come “eterno femminino” e trascende l’incarnazione terrena di ogni donna. La Grande Dea è l’incarnazione del Sé femminile che si sviluppa nella storia dell’umanità e di ogni singola donna ,ed è considerata da molti popoli e non solo la potenza sotterranea, misteriosa che ancora oggi si muove all’interno dell’universo femminile. Dott.ssa Chiara Sabatini - introduzione di Antonella Proietti per il progetto "Donna"
7
InAsherah - Il Magazine
Arte: Senza ritratto. Storie dall'arte contemporanea. Intervista a Stefano Rauzi.
del diventare grandi e delle catene 80×80 2012 acrilico su tela
Nuovo appuntamento con le nostre interviste. Affrontiamo, ora, un giovanissimo artista scoperto con la selezione per la mostra “Il Volto delle donne. Atto di S-velamento n.2”. Mi riferisco a Stefano Rauzi, classe 1991, altissima qualità artistica. Nelle sue opere al centro c’è la figura umana: un uomo, l’Uomo, solo, in relazione al suo doppio. Io e Sé contenuti nello spazio-mondo finito della tela, ben lungi da una rappresentazione perfettamente coerente col reale, il senso del non finito ci immergono in uno specchio deformante che ci rappresenta più di ogni altra verità.
8
InAsherah - Il Magazine
Stefano, cos’è per te l’arte e come descriveresti il tuo rapporto con essa? La pittura per me rappresenta molte cose: uno sfogo, un lavoro, una terapia, una ricerca e una cura. Se dovessi spiegarti che tipo di rapporto intercorre tra me e Lei, ti dico che è come essere innamorato di una bellissima ragazza: non esiste niente al mondo che abbia il potere di farmi sentire così immensamente bene e così maledettamente male, ma in ogni caso è ciò che mi da la vita e l’energia per viverla.
autoritratto n.29 in un bicchiere d’acqua 100×120 olio e acrilico su tela 2013
9
InAsherah - Il Magazine
Quanto da te appena detto si evince perfettamente dalle tue opere. Si avverte un malessere profondo. Anche nel tuo autorappresentarti ( hai circa 40? autoritratti ) è come se volessi imprigionare un determinato momento per esorcizzarlo, per fermare sulla tela un urlo che risulta paradossalmente muto, ma proprio in virtù di questa assenza di suono, ancor più forte. Vuoi dirci qualcosa in più rispetto al tuo mondo espressivo? Sicuramente la vita non è tutta rosa e fiori, e non nego di essere affascinato anche dai lati negativi (possono dare molto anche quelli), e non dico di essere compiaciuto dalla tristezza ma è vita anche quella e, una volta riconosciuta, si può accettarla e accoglierla invece di evitarla a tutti i costi. I miei autoritratti per adesso sono 50 più o meno, è vero che superficialmente sembrerebbe che la mia attenzione sia focalizzata tutta su di me ma non è così. Uno può dipingere un paesaggio, un altro una famiglia, il suo amore, della frutta marcia, un tombino, qualsiasi cosa ma l’obbiettivo sono le sensazioni sempre e comunque. Scelgo me perché mi coinvolge pienamente ed in prima persona ma ciò che dipingo non si limita a me, è quel qualcosa in comune che va oltre la forma del soggetto scelto, che è universale, che è me ma è anche te e noi, è qualcosa che va oltre la spiegazione e che si focalizza col sentire. le mie opere, tutte le opere, bisognerebbe osservarle senza condizionamenti, liberandosi di tutto,
autoritratto n.23 (feed your head) la parte negativa della conoscenza 60×80 2013 acrilico e olio su tela
10
InAsherah - Il Magazine
sentendo e basta. Spiegare è dare un limite a ciò che un limite non ha (l’Arte come la Vita stessa). Si può cercare di imporre un significato o una sensazione? forse si, ma mentre le sensazioni possono essere comuni nel senso (nessuno piange mentre sta ridendo a meno che non pianga dal ridere), ciò che le stimola non lo è, davanti a una stessa cosa le persone hanno reazioni diverse. tornando a quanto ti dicevo all’inizio, anche io ho i miei momenti no, niente di più normale, ma sono felicissimo di ciò che faccio. Posso esprimermi e trasmettere delle emozioni, e credo che sia bellissimo. Non dico che potrei vivere di pane e sensazioni (al giorno d’oggi sembra che abbiamo tanti di quei bisogni…), comunque non mi mancherebbe molto altro, un po’ di vino magari, giusto qualcosa per amplificare il sentire, il rapporto con le cose. Un altra cosa vera è che io sulla tela fisso lo spirito di osservazione autoritratto n. 39 60×80 acrilico su tela 2013
dei momenti perchè mi permette di guardarmi
dentro, di ricordarmi, di sfogarmi, di scoprire qualcosa di nuovo su di me e sul mondo, è una cosa che mi viene naturale, a volte aiuta a vedere, a volte a sbloccare qualcosa, e questo è un potere grandioso, che appartiene anche alla poesia, alla musica, al cinema a volte anche a delle persone che si incontrano per caso. Insomma è un modo per andare avanti, per non stare fermi. C’è anche da dire che attraverso me, attraverso le mie cose, dono qualcosa agli altri, apro delle porte (è uno
11
InAsherah - Il Magazine
scambio reciproco). E’ complicato spiegarsi, come ti dicevo, non bastano due righe, è qualcosa che hai dentro, dimmi come si fa a spiegarlo? Ci provo… è una spinta La mia serie di quadri dedicata all’indefinibilità affronta proprio quel pensiero. Nonostante possano sembrare più semplici, quasi frivoli, sono stati eseguiti così di modo che si percepisca sì, una forma ma in realtà, se si guarda bene, i contorni non ci sono, l’opera è composta da una infinita serie di macchie e schizzi che rappresentano momenti, ricordi, incontri, pensieri, paure etc etc. E’ quello che ci compone, che ci da “forma” e, nonostante mille sforzi, non riusciremo mai a definire una persona, e anche per questo che è impossibile il giudizio, certo lo si fa di continuo, e di continuo si sbaglia, ma credo anche che quei pregiudizi, ovvero quelle immagini che il nostro cervello usa, ci facilitano l’esistenza. Mi chiedo spesso “e se bisognasse scendere col pensiero nella complessità delle cose?” Poi però credo che sarebbe la stasi, che ci si bloccherebbe. Sto cercando di capire osa è giusto e buono ma è stancante, comunque ho tempo sono giovane. Insomma, il mondo è bastardo ma è anche per questo che mi piace. Le tue opere hanno la forza emotiva di Francis Bacon e il silenzio di Francesco Clemente, la sua sospensione del suono. Tu possiedi però una componente in più, l’innocenza. Cosa rappresenta per te l’innocenza e credi che esista una strada per guadagnarsela? Non credo che l’innocenza si possa guadagnare. Mi viene in mente un’opera che ho visto recentemente, un’opera talmente ovvia da suscitare in me odio. Si tratta di un bambino dalla cui testa cola del sangue, c’è nelle vicinanza una pistola, nel titolo un riferimento all’innocenza che gli è stata rubata.. comunque un opera che mi ha fatto pensare anche odiandola. Tornando a noi, credo che l’innocenza non sia una cosa perenne ma vada a svilupparsi in alcune situazioni e circostanze. Forse parliamo dei bambini come portatori di innocenza perché in realtà hanno meno occasioni per non averla. Guardo la bambina di mia sorella che ha quasi un mese e non posso fare a meno di pensare che l’innocenza vada a braccetto con l’inconsapevolezza e penso che, se così fosse, allora ci sarebbero molti più innocenti di quanti crediamo. Per quanto riguarda me forse l’innocenza deriva dal fatto che più cerchi più ti accorgi che non sai niente e questo pur complicando le cose, crea una nuova situazione un nuovo inizio da cui poter sempre partire e che in qualche modo mantiene qualcosa legato all’infanzia. Ma forse per parlare di innocenza si deve parlare di inconsapevolezza senza danno. Quando guardo le persone li vedo come dei bambini insicuri e spaventati anche se si sforzano di dimostrare il contrario. Restiamo bambini cresciuti, ciò che abbiamo in più è la maggiore possibilità di sbagliare. idealmente è una cosa quasi sovrumana, essendo appunto noi umani non credo ci appartenga non lo so, mi piace identificare l’innocenza con la spensieratezza quello sguardo nuovo e fresco verso le cose privo di ogni condizionamento mentale e di limite di età, raro , prezioso e bello, dato che la verità appartiene ai sensi e non al pensiero mi è difficile definirla , è
12
InAsherah - Il Magazine
una cosa che si perde con le cicatrici della vita forse il punto è proprio quello riuscire a non farsi cambiare dal mondo riuscire a non farsi condizionare rimanere materia modellabile in qualsiasi senso, perché in se nella parola innocenza leggo un qualcosa di passivo, comunque non è piacevole sentire dei dubbi le persone si aspettano certezze le vogliono, le servono, ma non è compito mio darle. si può dire quindi che l’innocenza sia in contrasto con l’esperienza. certo ciò può essere considerato anche come un freno nel proseguire il proprio percorso, i propri errori, la propria verità. l’innocenza come qualcosa di fragile da proteggere in questo senso è una caratteristica che non riconosco nei miei quadri, non in senso fisico. Se dovessi pensare a due nomi che ti hanno formato, uno nella vita, l’altro nell’arte, quali sarebbero e perchè? Non so risponderti. Credo che la mia formazione sia avvenuta più inconsciamente che consciamente, non ho avuto particolari punti di riferimento. Posso però farti dei nomi di “grandi” che in qualche misura hanno condizionato il mio percorso. In questo caso ti dico Nietzsche nella vita, Così parlò Zarathustra è stato il suo primo libro che ho letto e mi ricordo di essere rimasto estremamente affascinato, era spaventosamente bello e vero, tanto che per un anno e mezzo non ho letto altro… Mi sono avvicinata alla lettura della filosofia a causa del mio continuo pensare al perchè, al come delle cose- Ero curioso di sapere di confrontarmi con i grandi autoritratto n5 2012 acrilico su tela 60x80
pensatori del passato, all’inizio fui abbastanza deluso perchè mi sono
imbattuto con pensieri e punti di vista che avevo già pensato per conto mio, mentre quando mi sono imbattuto nella lettura di Nietzsche ho trovato qualcosa di nuovo, qualcosa a cui non avevo ancora pensato, molto credo troppo mentale ma anche lui ebbe un intuizione per quanto riguarda lo spirito dionisiaco, il che mi ha portato al passo successivo. Se invece devo farti un nome in campo artistico, allora mi viene in mente Dubuffet, parte della sua filosofia la sento molto nella mia arte e la condivido, anche se l’ho scoperto dopo essermi già iniziato a formare in quel senso, il suo antiintelletualismo, il vivere il quadro come un avventura, al
13
InAsherah - Il Magazine
contrario della sola esecuzione programmata, è una cosa indefinibile una cosa naturale viscerale, contro il razionalismo, lo spirito dionisiaco contro quello apollineo, un ode alla spontaneità come simbolo della naturalezza e di una forma di verità. Ci sono moltissimi artisti che mi piacciono e mi danno molto dalle pitture nere di Goya a Degas, Renoir e Manet, Caravaggio, Bacon, Bosch e così via (credo pero che sia inutile e noioso fare una lista). Il mio primo pittore preferito fu Magritte. Da filosofo a filosofo. Guardando le tue opere, invece, mi viene in mente Schopenhauer. Attraverso l’arte, dice, il soggetto abbandona (anche se solo per poco ) il suo essere individuale, e diviene soggetto conoscente puro e libero dalla volontà, “limpido specchio dell’oggetto” e riesce ad accedere ad uno stato “di là dal dolore, di là dalla volontà, di là dal tempo”. E’ quello che mi sembra, tu faccia attraverso i tuoi lavori, mi sbaglio? E’ davvero una bella interpretazione e mi ritrovo in pieno l’unica cosa che modificherei è vita al posto di oggetto nel limpido specchio. Credo sia possibile, anche perché Nietzsche ebbe Schopenauer come maestro, ma a parte questo è corretto. Ciò che hai visto nelle mie opere credo sia ciò che ogni artista debba riuscire a fare per creare qualcosa al di sopra di se stesso ma allo stesso tempo che contiene il suo spirito, libero da giudizi e da morali. Cercare la vera natura, l’istinto puro e libero, come hai detto tu, di descrivere sensazioni ed altre cose indefinibili e conseguentemente questa descrizione risulterà rozza ed incompleta perchè con le parole non si fa altro che offuscarne la grandezza attraverso la razionalità, quindi credo che il modo migliore per descriverla sarebbe un’altra opera d’arte come una poesia o un aforisma, fatte dalla stessa natura indefinibile, quindi direi che cerco di definire l’indefinibile, o meglio di indefinire l’indefinibile che come ho già detto non può essere descritto, si può solo sentire per viverne. Mi piace pensare che non si abbandoni il soggetto individuale ma che si fonda a qualcosa di superiore , è come fissare ed elevare un qualcosa di non definito. Nemmeno i creatori sono consapevoli di tutto il potenziale espressivo delle loro opere perché ci sarà sempre qualcuno che ci vede qualcosa altro secondo la sua storia, è questa è la vera magia dell’arte, di trasmettere in un modo che non è controllabile, di creare qualcosa di definito come una tela con su dei colori che in realtà è molto di più. A volte le mie opere sono come pagine di un diario, che fissano per sempre dei momenti che altrimenti scorrerebbero senza mai fermarsi come nella vita di tutti, a volte sono uno sfogo ed è come se io muova solo il mio corpo per renderlo reale e fisico ma è come se la mia testa sapesse già cosa fare, a volte non lo capisco bene quando inizio e, arrivato alla fine, ho capito qualcosa in più, una nuova strada. A volte sono un divertimento, come se avessero vita propria, e cerco di capire cosa stanno facendo i soggetti dei quadri, questo lo faccio non solo con i miei. A volte sono un collegamento tra me e il mondo, io ci metto dentro un pezzo di me ed è come se già solo con
14
InAsherah - Il Magazine
quell’atto la cosa si riempisse di significato e di possibilità. Le mie opere si pongono ad un livello libero al quale secondo me tutti dovrebbero aspirare. Rappresentano di volta in volta, un ricordo, una promessa, una sconfitta, il ricordo stesso della nostra umanità o dell’imperfezione umana ma anche e allo stesso tempo della sua perfezione. A volte sono una speranza, altre una tortura, spesso sono l’unica cosa che mi spinge ad alzarmi al mattino anche se non capisco fino in fondo e questo mi affascina. Delle volte sono una medicina, altre un veleno, altre ancora, tutte e due le cose insieme ed è anche in quei momenti che sento la grandezza di tutto questo, e capisco quanto sia molto più bello vivere tutto ciò che capita con animo aperto alla sorpresa invece di essere sempre convinti sicuri ed estasiati dalle proprie opere, perché in quel modo non si cambia, non ci si muove, si rimane fermi ed illusi, chiusi solamente in uno stanzino nella propria testa.
autoritratto n.20 chi guarda in un abisso troppo a lungo 80x100 acrilico e olio su tela 2013
E’ grandioso quanto bello e forte e quanto stupido e brutto possa essere considerato uno stesso quadro! Dacci delle notizie riguardo ai tuoi progetti per l’imminente futuro e, se ti va, accennaci ad un sogno (artistico) di cui vorresti vedere la realizzazione. Non ho in mente qualcosa di particolare. Mi piacerebbe,per cominciare, fare una mostra personale per mostrarmi attraverso le mie creazioni anche attraverso opere che interagiscano col pubblico, in modo semplice ma anche grande, qualcosa per me e qualcosa per loro, mi piacerebbe che ognuno scrivesse qualcosa, un suo commento, un suo pensiero da attaccare su una tavola di
15
InAsherah - Il Magazine
legno. E poi ho altre idee, come per esempio fare un quadro con il mio stile dove al posto dei volti ci sono dei buchi al cui interno si possono posizionare le facce dei presenti. Altra cosa che vorrei fare è inserire una microcamera in un quadro e registrare le reazioni, ovviamente va scelto il quadro giusto che scateni le più disparate reazioni, proprio per testimoniare una parte del mio pensiero riguardo l’arte e la sua forza e molte altre cose che dette così possono sembrare stupide, ma quale modo più semplice di integrare le persone nelle proprie opere, in questo modo lo spettatore è all’interno dell’opera, per ciascuno sarà diverso, niente di estremo, come diceva Bukowski il genio è colui che è capace di dire/ trasmettere cose profonde in modo semplice. «L’anima libera è rara ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere quando le sei vicino.» «La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.» «Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle.» «Se mai dovessi parlare di amore e di stelle… uccidetemi.» «Tanta gente urla la verità, ma senza stile è inutile, non serve.» «Se non vi è rimasta molta anima e lo sapete, vi resta ancora dell’anima.» Queste sono alcune frasi del poeta che mi piacciono particolarmente, per alcuni saranno ciniche, non le prenderanno sul serio perchè scritte da un vizioso, alcolizzato, nevrotico e bla bla bla,,, ma la vita è anche questo. Non sopporto più i grandi miti di semidei umani che conservano il segreto di ogni cosa nella loro superiorità, persino Mozart ne era stanco ed è bellissimo ciò che faceva, elevare a divino anche quello che era considerato infimo dai benpensanti, un harem ad esempio, e anche lui, a suo tempo, non è stato compreso, veniamo tutti fraintesi prima o poi, qualcuno viene anche usato. Io, sinceramente parlando, diffido di tutti coloro che dicono di possedere il segreto della vita. La vita va vissuta e basta, l’unica cosa davvero preoccupante è quella di non riuscire più a sentire. Avendo passato un periodo di dissociazione causata dall’ansia ci sono passato ed è davvero brutto, a volte riflettendo sulle mie opere non so nemmeno io ciò che voglio trasmettere, a volte invece, scopro aspetti di me o dell’opera stessa che non conoscevo, che si rivelano in relazione all’osservatore, per questo non credo nemmeno a chi dici di avere il totale controllo delle sue opere e sa cosa si deve o non si deve vedere, sentire in esse. Pur essendo tutti collegati, ognuno ha il proprio percorso, qualcuno diceva che la strada per raggiungere il paradiso è individuale. Info: http://www.stefanorauzi.com
Lucia Lo Cascio
16
InAsherah - Il Magazine
17
InAsherah - Il Magazine
Società: Riflettere cantando. L'innovativo progetto di Giuseppe Povia: scuole in tour
In questo numero ho intervistato per voi Giuseppe Povia, cantante milanese che in questo ultimo periodo ha fatto molto parlare di sé. Noto ai più per i successi di “I bambini fanno oh”, “Luca era gay”, “La verità”, canzoni con le quali si è esibito con grande successo al festival di Sanremo, Povia è in realtà molto di più: un cantante senza i peli sulla lingua, un poeta di vita e d’amore, che da sempre ci tiene a raccontarsi e a raccontare le proprie convinzioni attraverso la musica, ma anche a far riflettere ed interrogarsi su tematiche importanti, con la voglia che da sempre lo contraddistingue , di parlare ai giovani. Proprio da questa volontà nasce il progetto “Scuole in Tour”, che si propone come obiettivo quello di affrontare tematiche sociali ed attuali, attraverso la musica, il divertimento, ma anche la riflessione, il dialogo e la voglia di confrontarsi. Di seguito l’intervista. Da dove nasce il tuo interesse per le tematiche sociali? Non sono interessato di preciso alle tematiche sociali perchè per me tutto è sociale. Mi piace raccontare cose che in questo momento non racconta nessuno, forse perchè in genere chi scrive
18
InAsherah - Il Magazine
canzoni soprattutto mettendoci la faccia, magari ha paura delle critiche o di chiudersi le porte e non avere più opportunità. Se però si vive l'arte in questo modo, allora quell'arte non è più libera ma prigioniera. Non mi importa se mi vengono chiuse le porte e se mi si fa passare per pazzo o altri termini poco piacevoli. Io non sono uno che dice "muoio per le mie idee" al contrario, "Vivo per le mie idee". Alcune tue canzoni affrontano problematiche di questo tipo, da “Mia sorella” a “Maledetto Sabato”, vuoi parlarcene? Sono 2 storie diverse nei dettagli ma simili nel disagio. Una parla prima di tutto dell'amore che può provare un fratello per sua sorella, mentre sta passando e vivendo un particolare rapporto col cibo. L'altro brano parla in un amico perso in un incidente stradale di sabato sera. Un evento che non auguro a nessuno e anzi, mi permetto sempre di consigliare di cercare di essere sempre lucidi e le volte in cui non lo siamo, non guidiamo. Credi che l’artista abbia una missione nella società in quanto tale? Sì. Per me tutti hanno una loro missione nel mondo e cioè portarlo avanti. Per quanto mi riguarda, cerco sempre di scrivere delle cose con la parte migliore del "me" che pensa e canta: Il buon senso. La musica e le canzoni mi hanno sempre aiutato a crescere. A proposito, so del tuo nuovo progetto di sensibilizzazione “Scuole in tour”, come nasce questa idea? Mi piace pensare che attraverso la musica, certe cose possano arrivare in modo diretto ma non perchè io debba mettermi in cattedra ma perchè le canzoni che scrivo si prestano a sensibilizzare i ragazzi e le ragazze su argomenti importanti e come ho detto prima, "messi da parte dall'arte". E' vero che una canzone dura 4 minuti ma per scrivere quella canzone, ho impiegato mesi. E' questo che non capiscono alcuni presidi o insegnanti con pregiudizi verso di me. Meno male che sono pochissime queste persone.
19
InAsherah - Il Magazine
Di cosa si tratta esattamente? Puoi spiegarci in cosa consiste? Si tratta di un incontro dibattito, parlando prima della tematica e poi cantandola. Il tutto in un'atmosfera di festa, ironica ma riflessiva e appunto sociale. È come se fosse un concerto ma in realtà è un dialogo musicale. Come hanno risposto le scuole? Hai raccolto molti consensi? In tutte le scuole in cui sono andato, è stato un consenso all'unanimità. Nelle pochissime scuole che non hanno aderito, mi è solo dispiaciuto che il motivo sia stato il pregiudizio. E' un progetto importante invece, tanto da dovermi fermare il 4 aprile per riprendere poi a novembre, ci sono moltissime richieste. Devo fermarmi appunto il 4 aprile perchè poi parto per il Tour "Siamo Italiani 2014" che è uno spettacolo a favore dell'Italia e degli italiani. Quale è stata la risposta dei ragazzi? Positiva e per me anche emozionante per certi versi, proprio perchè molti non mi conoscono veramente ed hanno un'idea distorta dai media. Questo serve sia a me che a loro, a capire che le cose e le persone vanno conosciute fino in fondo e che i media raccontano la verità a metà e in quella metà c'è tanta acqua.
Prossimi appuntamenti in programma? Il "Siamo Italiani Tour 2014 con la prima data il 22 aprile a Giulianova (Teramo) in Abruzzo. E poi sto preparando un disco che non si troverà nei negozi e neanche su Itunes e che si chiamerà NuovoContrordineMondiale, nel quale ci saranno tematiche forti, oltre all'amore. Sto anche pensando ad un tour invernale chitarra e voce in concomitanza con le scuole che farei di mattina. Ringraziando Giuseppe per la disponibilità, mi auguro che questa interessante iniziativa possa continuare, augurandogli di ottenere ancora i grandi successi che merita. Valentina Bellezza
20
InAsherah - Il Magazine
Cinema: Johnny Deep e la sua misteriosa personalità
L’attore americano più bello e irresistibile di quest’ultimo ventennio? Ma sì, assolutamente lui, Johnny Depp sennò chi altri?! Amato da milioni di fans in tutto il mondo, egli è molto più di un semplice corpo sognato e desiderato da molteplici adolescenti, egli ha una vera e propria anima misteriosa. C’è chi lo definisce “strambo”, chi matto, e chi infine lo giudica molto insicuro di sé stesso riversando i suoi complessi all’interno dei suoi stravaganti e ormai più che noti personaggi. A fargli conoscere la notorietà fu “21 Jump street “ da noi Italiani conosciuto come “I quattro della scuola di polizia”, ma chi lo consacrò veramente come attore con la “A” maiuscola, nel 1990, fu il noto regista Tim Burton. L’attore, infatti, dopo essere venuto a conoscenza di alcuni provini per “Edward mani di forbici”, il nuovo film del regista sopra citato lesse la sceneggiatura e scoppiò in un pianto ininterrotto . “Scioccato dall’idea che ci fosse una persona tanto in gamba da immaginare e scrivere una storia del genere, tornai a leggerla di nuovo. (…) Rimasi tanto colpito da quella storia che divenne per me un’ossessione.” Johnny sentiva che quel personaggio era suo quanto di Burton! Fu così che Johnny,timoroso di non essere preso per la parte, essendo in concorrenza con veramente molti divi di Hollywood, come Tom Cruise e Michael Jackson, conobbe il suo futuro grande amico Tim Burton, che gli diede la possibilità di interpretare il protagonista del suo film e di realizzare il suo sogno. Nacque fra i due un così bel rapporto che d’allora Burton, il nostro regista visionario, volle per i suoi film solamente Johnny . Molte persone non riescono tutt’ora a comprendere come sia possibile che egli non cerchi personaggi più seri o competenti alla sua veneranda età di splendido cinquantenne, ma resti sempre legato agli stravaganti film di Tim Burton; i più maligni s’interrogano su una relazione
21
InAsherah - Il Magazine
omosessuale fra i due, altri intravedono somiglianze fisiche oltre che caratteriali. L’attore invece dichiarò: “Per me lavorare con Tim è come tornare a casa. È una casa piena di rischi e di insidie, ma sono queste le cose in cui mi trovo a mio agio. Molto a mio agio. Non ci sono reti di protezione per nessuno, ma è così che siamo cresciuti in quella casa. L’unica cosa su cui si può fare affidamento è la fiducia reciproca, che è la chiave di tutto. So per certo che Tim si fida di me e lo dico per dimostrare che non è vero che io sia paralizzato dal costante terrore di deluderlo. In effetti questo è il mio primo e principale pensiero, quando ho a che fare con lui. L’unica cosa che mi impedisce di diventare pazzo è che so che si fida di me, che so di volergli bene e di avere una fiducia sconfinata ed eterna in lui, oltre all’intenso desiderio di non deluderlo mai. Che posso dire ancora di lui? È un fratello, un amico e il padre del mio figlioccio. È una persona unica e coraggiosa, uno per il quale andrei in capo al mondo e so perfettamente che lui farebbe lo stesso per me.” Johnny Depp avendo un animo impetuoso ed inquieto sin da giovane, iniziò a fumare a 12 anni , perse la verginità a 13, e a 14 anni già aveva provato ogni tipo di droga, questo perché, come afferma lui stesso, è sempre stato un tipo molto curioso, e cercando di stordirsi avrebbe alleggerito la sua grande confusione mentale. Una volta abbandonata questa strada immorale , per la morte di overdose del suo caro amico River Phoenix, egli si è indirizzato sulla “retta via” ma ancora oggi, psicologicamente parlando, non fa altro che “mascherarsi” dietro ai suoi tanti personaggi assurdi, riempiendosi di trucco e fingendosi qualcuno che non è. Una curiosità? L’attore una volta vestito e truccato non osa mai vedersi allo specchio per paura di vedere quel che è, e di spaventarsi a morte! Ma il terrore vero è quello di osservare i panni di quel che recita, o di vedere il riflesso di se stesso, nudo nel profondo,e scoprirsi da tutto quel trucco dietro cui si cela? Il mistero tutt’ora è irrisolto. Sara Donfrancesco
22
InAsherah - Il Magazine
La mostra in evidenza: Preraffaelliti, l'uopia della bellezza
Dal 19 Aprile 2014 al 13 Luglio 2014 TORINO LUOGO: Palazzo Chiablese ENTI PROMOTORI: Comune di Torino - Assessorato alla Cultura Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte Polo Reale di Torino COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 13, ridotto € 11 / € 6.50, gratuito fino a 6 anni TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 011 0881178 E-MAIL INFO: luisa.cicero@comune.torino.it SITO UFFICIALE: http://www.mostrapreraffaelliti.it
Oltre 70 capolavori della Confraternita dei Preraffaelliti arrivano, dopo un tour mondiale, a Torino dal 19 aprile al 13 luglio 2014, prima di rientrare alla Tate Britain di Londra che li custodisce in un’ala dedicata e da cui non usciranno per molti anni. L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Tate Britain di Londra e curata da Alison Smith, capo curatore della sezione di arte inglese del XIX secolo presso della Tate Britain, con la voce italiana di Luca Beatrice, presenta per la prima volta a Torino e in Italia alcuni capolavori indiscussi della Confraternita dei Preraffaelliti, summa pittorica dell’età vittoriana.
Promossa da Comune di Torino – Assessorato alla Cultura, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino, la mostra è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore e ha ottenuto il patrocinio del MiBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La voce italiana della mostra sarà Luca Beatrice che, inoltre, racconterà, in un saggio a catalogo e nel video in mostra, l’influenza che la Confraternita dei
23
InAsherah - Il Magazine
Dante Gabriel Rossetti, Lady Lilith, 1866–1868. Olio su tela, cm 96,5x85,1
Preraffaelliti ha avuto sulla cultura occidentale, tra gotico e dark, a partire dagli anni ’80. La mostra, allestita nel rinnovato Palazzo Chiablese – in cui saranno presenti vere e proprie icone del periodo come Ophelia di John Everett Millais, L’amata (La sposa) di Dante Gabriele Rossetti, Prendi tuo figlio, Signore di Ford Madox Brown e Sidonia von Bork 1560 di Edward Coley BurneJones – intende dar ragione di ogni aspetto tematico del movimento e si articola quindi in 7 sezioni: La Storia, La Religione, I Paesaggi, La società contemporanea, Lo stile pittorico, La Bellezza e Il Simbolismo.
24
InAsherah - Il Magazine
Mistero: Gustavo Adolfo Rol: "L'impossibile sulla terra non esiste". :T
Gusatvo Adolfo Rol è sicuramente una delle figure più misteriose e affascinanti del novecento italiano. Su di lui sembra ancora esserci un velo che cela o forse protegge i messaggi spirituali che ci ha lasciato. Di Rol spesso si ricordano in primo luogo i suoi esperimenti con le carte e molti altri fatti strabilianti, ma questi, a detta dei suoi amici, sono secondari e ad altro non servivano se non ad illustrare in maniera tangibile le idee che ha diffuso. Rol parlava dello spirito intelligente, proprio dell'uomo che si distingue dal resto, anche esso fatto di spirito. Nella sua visione tutto è spirito, pur distaccandosi concettualmente dallo spiritismo, rispetto al quale rimase scettico. Interrogato una volta sull'esistenza della reincarnazione Rol chiosò bruscamente rispondendo di non credere alla reincarnazione e ci
Gustavo Rol giovane
25
InAsherah - Il Magazine
teneva a precisare che le sue erano sedute spiritualistiche e non spiritiche. Certamente il torinese Gustavo ha molto approfondito le sue conoscenze spirituali durante i suoi viaggi. A riguardo circola una storia che racconta di un fondamentale incontro con un misterioso prestigiatore a Marsiglia, ma questa è una invenzione nata sul web priva di qualsiasi fondamento, fraintendimento di un racconto di Rol dove dice di aver incontrato a Marsiglia un Polacco che gli
Dalla serie "Rose" di G.A. Rol
fece vedere strani esperimenti con le carte. Nel conversare con i suoi amici, suggerì che -la religione cristiana è quella che più si avvicina alla realtà- sempre come riportato dai suoi amici il 26 maggio 2004 in una intervista presso
l'emittente piemontese Telestudio. Ultimamente Franco Rol ha diffuso alcune registrazioni che ci permettono di ascoltare la voce stessa di Rol e i suoi messaggi:”Rallegratevi! La morte non esiste, si sopravvive” e ancora -”La scienza ci ha insegnato un concetto formidabile, cioè che in natura nulla si crea e nulla si distrugge.” - Molto brillante anche il concetto delle infinite possibilità, che sembra quasi anticipare alcune teorie della fisica quantistica -”L'impossibile sulla Terra non esiste”. Riflettendo su queste parole e ripensando ai suoi esperimenti, di qualsiasi natura essi siano stati, hanno avuto una funzione
Dalla serie "Paesaggi" di G. A. Rol
26
InAsherah - Il Magazine
decisamente diversa dall'intrattenimento,che è stata quella di fare accarezzare, intravedere, sfiorare una dimensione altra. Tra tutti gli aneddoti, spicca per bellezza quello riferito M.L. Giordano che cito integralmente: «Una signora di Roma ammalata e anziana, in difficoltà finanziarie, che non conoscevo, mi telefonò dicendo di possedere un quadro di Rol, un paesaggio. Desiderava chiedermi se nella cerchia di amici di Gustavo c’era qualcuno che poteva essere interessato ad acquistarlo. Le dispiaceva molto doversene disfare ma, costretta dalle circostanze, doveva cercare di realizzare qualcosa da questa vendita. Le promisi di interessarmene subito. Purtroppo, tutte le persone da me contattate risposero che in quel momento non erano disposte a spendere una cifra adeguata per quel quadro. Con molto rammarico, stavo per darle una risposta negativa, quando un giovane professionista, che voleva molto bene a Gustavo, manifestò il desiderio di comprarlo, anche se con qualche sacrificio economico, sia per aiutare una persona anziana, sola e ammalata, sia, naturalmente, perché da tempo sognava di possedere un paesaggio di Rol. Il giovane offrì alla signora la cifra giusta, si misero d’accordo e avvenne lo scambio di assegno e quadro. Dopo qualche tempo il giovane professionista venne a trovarmi per raccontarmi un fatto straordinario, da brivido. A due mesi circa dall’invio dell’assegno, era stato chiamato dal suo commercialista, Rol con Fellini perché in banca, sul suo conto di lavoro, dei cui movimenti doveva sempre mettere al corrente lo studio, era comparso un accredito della cifra corrispondente all’assegno per l’acquisto del dipinto, di cui, nonostante tutte le possibili ricerche, non si era riusciti a trovare la spiegazione». Non era raro sentire Gustavo pronunciare una frase in francese all'inizio delle sedute -”Io sono il numero cinque”. Nonostante tutta questa misteriosità Rol ha sempre mantenuto un carattere umano, addirittura le persone a lui vicino hanno paragonato il suo carattere a quello di un bambino. Un bambino senza ombra di dubbio molto lungimirante, quando nel 1987 intervenendo telefonicamente a “Domenica In” ha stupito con il suo discorso ai giovani sulla creazione degli “Stati Uniti del Mondo”, con lo scopo di evitare le guerre e distribuire la ricchezza. Nonostante le critiche del CICAP, che in risposta ha ricevuto di aver snaturato il senso del suo operato, ancora oggi ci si chiede: chi è Gustavo Adolfo Rol? Matteo Arcuri
27
InAsherah - Il Magazine
Bando di selezione per la rassegna di arte contemporanea "L'impossibile sulla terra non esiste". "Non vi sono limiti alle possibilità umane. Alla condizione, però, che esse non intervengano a sottrarre alla vita quel carattere di unica, insostituibile, meravigliosa anche se travagliatissima prova che é la vita stessa." (Gustavo Rol)
InAsherah Art apre le selezioni alla ricerca di 20 artisti interessati ad esporre le proprie opere nell'ambito della Rassegna "L'impossibile sulla terra non esiste” ( 20 – 27 settembre 2014 ) "L'impossibile sulla terra non esiste”, vuole essere un’occasione per celebrare la figura di Gustavo Rol nell'ambito della celebrazione del ventennale dalla morte e allo stesso tempo valorizzare le nuove eccellenze del panorama artistico internazionale.
Regolamento e modalità di partecipazione Destinatari Al presente bando possono partecipare tutti gli artisti, sia con progetti individuali che collettivi, e con ogni tecnica ed espressione riferibile alle arti visive (pittura, scultura, fotografia, installazioni, video art, design, performance). Selezione dei partecipanti Le opere non potranno superare, se bidimensionali, cm 50×70 ( altezza ), se tridimensionali, un ingombro pari a cm 50 x 50 x 200 (altezza ), se si tratta di video art o performance, ogni opera non potrà avere una durata superiore ai 10 minuti. Le opere saranno valutate dalla Giuria secondo criteri qualitativi e di aderenza al tema della rassegna. Come partecipare Ogni artista potrà candidare massimo un'opera o una performance. Requisiti: a) per ogni opera che si desidera candidare, sarà necessario fornire una riproduzione fotografica o video ad alta definizione, in formato digitale, formato del file JPEG; b) ogni artista dovrà allegare in formato Word o PDF: breve curriculum, le misure e la breve descrizione dell’opera o progetto, il sito web personale (o l’immagine di un’opera o progetto fuori concorso esplicativo della ricerca dell’autore nel caso non avesse sito, blog, o altre opere da poter visualizzare in rete); c) compilazione del modulo di partecipazione e accettazione del seguente regolamento La candidatura avverrà esclusivamente tramite e-mail dal 23 maggio 2014 al 03 agosto 2014 (ore 23:59) al indirizzo info@inasherahart.it . Selezione dei partecipanti Le opere saranno valutate dalla Giuria secondo criteri qualitativi e di aderenza al tema della rassegna "L'impossibile sulla terra non esiste”. Le selezioni verranno effettuate dal 04/08/2014 al 10/08/2014 e
28
InAsherah - Il Magazine
gli artisti prescelti verranno contattati via e-mail o telefonicamente. Il comitato organizzativo non è tenuto a dare comunicazione dell’esclusione dal concorso ai candidati non selezionati.
Consegna e restituzione delle opere È a carico dei candidati l’eventuale copertura assicurativa inerente il trasporto (andata e ritorno) delle opere selezionate a partecipare all’evento. È richiesta la firma di una liberatoria ai fini di sollevare l’organizzazione della manifestazione da ogni tipo di responsabilità civile e penale in caso di furto o danneggiamento dell’opera all’interno degli spazi dell’allestimento. Le opere ammesse alla mostra potranno essere ritirate personalmente dall’artista, o da un suo incaricato munito di delega e fotocopia del documento del delegante, entro cinque giorni dal termine della manifestazione. Gli artisti che faranno pervenire le loro opere tramite corriere espresso dovranno comunque provvedere a loro spese al ritiro delle opere nei termini stabiliti. La selezione e la partecipazione a questa iniziativa è gratuita.
Per altre info e per ricevere il modulo di partecipazione, scrivere a: info@inasherahart.it
29
InAsherah - Il Magazine
30
InAsherah - Il Magazine
31
InAsherah - Il Magazine
Uno spazio in evidenza: Interno 17
Nasce Interno17. Un nuovo spazio di incontro dedicato all'arte, al design, alla bellezza. Nel cuore del quartiere Prati, all'ultimo piano di un palazzo in “stile umbertino”, una casa interamente rinnovata apre le proprie porte ad appassionati, amici, artisti. Interno17 si colloca nella proposta di arte e design in Italia come realtà unica, fuori dagli schemi e dalle logiche classiche di “galleria”. Un ambiente vivo, informale, dove anche i non addetti ai lavori possono “ritrovarsi”, conoscere gli artisti e partecipare ad incontri culturali. Interno17 sarà un “luogo” vero, vivo, fallibile, originale, in continuo divenire, aperto ad ogni forma d'arte. Concepito per ospitare artisti noti ed emergenti, appartenenti a generazioni diverse, con in comune la voglia del dialogo e del confronto. Il dialogo come momento centrale delle attività che verranno proposte. Parallelamente saranno avviati incontri con esperti in mercato dell'arte che, nel confronto con curatori e galleristi, introdurranno nella ricerca di indicatori affidabili nella valutazione del “valore” dell'arte. Verranno presentati progetti dedicati agli ambienti interni, nonché lavori finalizzati ad ambienti esterni, complici le committenze dei mecenati coinvolti. Entreranno in questa galleria “casalinga” esperienze diverse, dalla street art che sta impazzando in Italia e nel mondo alle avanguardie del '900 da riscoprire. Il tutto sotto l'insegna della relazione, del dialogo possibile o impossibile. Nella casa i saloni dedicati ai diversi percorsi espositivi che si alterneranno nel tempo, lo “studio d'artista”, dove conoscere il lavoro in itinere di un artista emergente, la “collezione privata”, quadreria dedicata agli artisti storicizzati, le camere “site-specifice” dove verranno presentati progetti realizzati appositamente per l'appartamento. A breve la programmazione, con il coinvolgimento iniziale di alcuni giovani talenti dell'arte contemporanea italiana e di un esponente
32
InAsherah - Il Magazine
di spicco della figurazione del '900. La proposta inoltre di una esclusiva linea di arredi di design da collezione, tutti da scoprire!
Inaugurazione: Mercoledì 21 Maggio 2014 - EVENTO SU INVITO VISITE DAL 22 MAGGIO AL 30 GIUGNO SU INVITI ED APPUNTAMENTI Interno17 presenta “NULLUS LOCUS SINE GENIO” #GENIUS ARTIS Partendo dalla filosofia che anima Interno 17, casa galleria aperta a tutti gli amanti dell'arte, si inaugura il primo percorso espositivo dal titolo “Nullus Locus sine Genio”. Otto giovani artisti, affiancati da un maestro della figurazione italiana, Ennio Calabria, interpetano il proprio “genius loci” in riferimento al nuovo spazio espositivo ed all'ambiente che lo caratterizza. Gli artisti: Emiliano Yuri Paolini Tancredi Fornasetti Michele Welke Valentina Faraone Sevak Grigoryan Dario Carratta Giulio Catelli Roberto Giansanti La partecipazione straordinaria di Ennio Calabria con un ritratto storico del ciclo "Un volto e il tempo". MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA PAGINA FACEBOOK DI INTERNO17
33
InAsherah - Il Magazine
Repubblica.�
34