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neo-Eubios 67 - Pianificazione e gestione del rumore di cantiere
di Marco Acquati, Andrea Cerniglia
Il rumore causato da un cantiere è spesso elevato, impulsivo e incontrollato, tutti elementi che lo rendono difficilmente tollerabile. In effetti, alcuni eventi rumorosi di cantiere accadono inaspettatamente e imprevedibilmente, causando l’interruzione o il disturbo delle attività che si stanno svolgendo nel proprio appartamento, siano esse anche semplicemente la lettura di un libro o l’ascolto della radio. D’altra parte è da riconoscere che l’ipotesi di un cantiere ‘silenzioso’ è chiaramente non perseguibile. La generazione di elevati livelli di rumore da parte di un cantiere è conseguenza diretta e necessaria delle lavorazioni che lì si svolgono. Soprattutto nei casi in cui il cantiere è molto vicino alle costruzioni, quali gli ambiti urbani, il rumore può raggiungere livelli ben al di sopra di quelli a cui le persone erano abituate prima dell’apertura del cantiere. Fra le operazioni di cantiere più rumorose, si possono citare: le demolizioni, la battitura di pali e lo scavo di fondazioni. Per queste operazioni è pressoché impossibile progettare dei sistemi di mitigazione che permettano di rispettare i livelli di rumore preesistenti al cantiere. Pertanto, deve essere impegno e responsabilità di chi genera il rumore mettere in campo tutte le azioni perché il rumore non solo sia di livello più basso possibile, ma anche più facilmente tollerabile. Per questo motivo, l’impatto da rumore di un cantiere deve essere oggetto di un’adeguata ‘gestione’ che programmi, porti avanti e controlli tutti gli strumenti e le procedure per rendere il disagio dei cittadini più sopportabile. La nuova norma UNI 11728 è stata sviluppata in quest’ottica: agire su più fronti e ambiti per garantire che gli effetti del disturbo da rumore siano minimizzati e responsabilizzare chi ha in gestione il cantiere perché è lui il soggetto che più di altri può operare perché la gestione del rumore abbia i successi sperati.
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Ambiti di gestione del rumore di cantiere
Il rumore generato da un cantiere può raggiungere livelli ai quali le persone non sono solitamente abituate. Allo stesso tempo non è possibile mitigare interamente il rumore generato, portandolo auspicabilmente ai livelli ante-operam. Le misure mitigative che si possono mettere in atto sono svariate e nessuna di esse interamente risolutiva. È quindi necessario scegliere delle misure compensative. Come prima operazione, si deve prevedere un adeguato piano della comunicazione, per permettere alle persone di conoscere la durata del disturbo al quale saranno sottoposte. È infatti più che noto che se il disturbo viene ben definito sia in termini di intensità che di durata, i disturbati sono più disposti a tollerarlo. La norma UNI 11728 definisce in modo circostanziato le modalità con le quali realizzare una buona comunicazione di cantiere relativamente al rumore. Il rumore deve essere fatto conoscere, trovando tutti i mezzi più efficaci, e al contempo riconoscendo che il linguaggio può fare la sua parte. Infatti, l’uomo della strada può ignorare il significato di ‘decibel’.
Ciononostante, le reazioni delle persone al rumore dipendono da tanti fattori, alcuni dei quali legati alle ripercussioni economiche che il rumore può avere e alle destinazioni d’uso dei locali impattati dal cantiere. Per esempio, se un cantiere è attivo dal lunedì al venerdì nelle sole ore normali di lavoro, un ricettore che in quegli intervalli di tempo è lontano da casa per il proprio lavoro nei fatti non si accorge della presenza di un cantiere. Se invece un cantiere opera in prossimità di un ospedale il disagio creato può essere ben diverso. Ogni ricettore in prossimità del cantiere deve essere considerato come un portatore di interesse (stakeholder) che, in conseguenza del disturbo ricevuto, può interferire, più o meno efficacemente, con lo svolgimento delle lavorazioni del cantiere. Per questo tutti i ricettori devono essere censiti in base alla loro sensibilità. Tra i più sensibili rientrano gli edifici per i quali il silenzio è un elemento fondamentale per la loro fruizione. La norma UNI 11728 stabilisce in che modo deve essere fatto il censimento dei ricettori e anche come bisogna comportarsi nei confronti dei ricettori che risultano più sensibili. Per conoscere quali effetti avrà il rumore, occorre svolgere una modellazione con un software previsionale. La realtà di un cantiere può presentare sorgenti di diverso tipo e mobili all’interno dell’area di cantiere, con il risultato che talvolta i macchinari possono impattare maggiormente presso un ricettore e talvolta presso un altro. La modellazione ben fatta deve tenere conto di questi aspetti e deve anche valutare preventivamente l’efficacia che le diverse misure mitigative possono avere. Il riferimento per l’impatto è il clima acustico ante-operam. Il cantiere è tenuto, per quanto possibile, a non alterare significativamente il rumore ambientale pre-esistente. Nelle operazioni di modellazione si avrà quindi un quadro completo di quanto il rumore disturberà e di quanto è ragionevolmente possibile fare per ridurlo. Nell’ambito della riduzione del rumore giocano un ruolo importante anche i macchinari che vengono scelti a operare nel perimetro del cantiere. A parità di prestazione esistono macchinari in commercio che sono più o meno rumorosi. La politica di gestione del cantiere e di approvvigionamento delle attrezzature dovrà tenere conto di questo fatto. La norma UNI 11728 impone che i responsabili di cantiere diano evidenza di aver fatto un’indagine di mercato e di aver valutato la scelta più opportuna in termini di rumorosità e di risparmio economico. Anche chi opera all’interno del cantiere deve conoscere i modi per far sì che il rumore venga contenuto il più possibile. Tante volte il disturbo maggiore si ha per operazioni svolte in modo estemporaneo e senza particolare attenzione al disturbo che possono generare. Per esempio, la caduta di oggetti metallici dall’alto è sicuramente un’operazione che genera livelli di picco che per un ricettore possono anche essere percepiti come superiore ai 100 dB. Ma tale operazione può essere evitata attraverso un approccio attento, basato su una formazione adeguata. Per questo motivo, la UNI 11728 tratta, tra i vari ambiti, le modalità con le quali i gestori del cantiere avviino una formazione corretta e completa nei confronti dei propri operatori. La formazione deve avere anche lo scopo di istruire sulle modalità corrette di montaggio delle mitigazioni. Infine, l’ultimo ambito che viene trattato dalla norma è il monitoraggio. Scopo del monitoraggio è accertare che:
• i livelli stimati siano garantiti;
• sia riscontrabile un miglioramento continuo nei livelli di rumore generati;
• le mitigazioni scelte siano efficaci;
• siano rispettati i limiti di legge o i limiti autorizzati in deroga.
Anche il monitoraggio è messo in carico al gestore del cantiere perché solo lui può conoscere correttamente i punti dove ci saranno le lavorazioni più impattanti e quindi dove è più necessario svolgere il monitoraggio. Il monitoraggio dovrà avere cadenza e durata adeguate a garantire che vengano colte le situazioni più impattanti relativamente al punto di monitoraggio individuato e per ciascuna delle fasi di lavorazione oggetto di valutazione previsionale.
Integrazione degli ambiti e processi di miglioramento
Questa trattazione permette di comprendere che la gestione del rumore, per essere efficace, non può essere lasciata all’improvvisazione. Per di più non può limitarsi a trattare un solo aspetto, per esempio, solo il monitoraggio, o solo le mitigazioni. Tutto deve essere trattato in modo integrato, cercando di pianificare in anticipo tutte le attività da farsi nei vari ambiti, valutando le risorse e i tempi a disposizione e prevedendo opportune compensazioni negli ambiti dove non è possibile dare sufficiente copertura. Inoltre, visto che un cantiere è tipicamente un ambito mutevole e soggetto a un certo livello di imprevedibilità, il processo deve essere nel complesso iterativo e incrementale. Per questi motivi, l’approccio che viene seguito nella norma intende usare come punto focale la redazione di un documento di pianificazione (Documento di gestione integrata del rumore o PGRUM), il quale dovrà contemplare l’analisi dei vari ambiti nei quali è possibile intervenire per contenere il disturbo o per renderlo quantomeno più tollerabile alla popolazione. Gli ambiti sono, come detto: Classificazione e gestione dei ricettori; Formazione degli operatori; Scelta preferenziale di macchinari silenziosi; Valutazioni previsionali di impatto e scelta eventuale delle mitigazioni; Monitoraggio del rumore; Comunicazione. Fare integrazione significa bilanciare obiettivi e bisogni dei cittadini con gli obbiettivi e i bisogni del cantiere, spesso in contrapposizione fra loro, attraverso un’attività continua di verifica e omogeneizzazione. Si pensi ad esempio all’integrazione di un piano di monitoraggio con un piano della comunicazione, che deve trattare i dati del monitoraggio. Spesso tale integrazione ha bisogno di più passaggi e più approvazioni in un’ottica di feedback iterativo. Questo processo crea il Piano di gestione integrata del rumore di cantiere, documento che definisce come tutto l’aspetto del disturbo da rumore verrà pianificato, eseguito, controllato e chiuso. Il documento dovrà essere redatto dai tecnici preposti dell’impresa, validato dai responsabili e trasmesso ufficialmente al Committente per valutazione e eventuale approvazione. Il documento dovrà raccogliere le analisi e le pianificazioni fatte nei diversi ambiti sopraesposti. La norma è scritta per operare in un ambito di relazione Committente-Appaltatore. Sebbene il responsabile in primis per la redazione di questo documento sia il responsabile del cantiere, ovvero l’Appaltatore, la norma è parecchio precisa nei contenuti di questo documento, in modo tale da evitare che l’Appaltatore svolga un lavoro slegato dalla realtà o che trova riscontro solo nel proprio personale interesse. Inoltre, la norma stabilisce anche quali sono le responsabilità del Committente, il quale non solo deve supervisionare sul lavoro svolto dall’Appaltatore nel rispetto della norma, ma deve anche stabilire alcuni parametri aggiuntivi che la norma non fissa. Infine, la norma fornisce delle indicazioni per scalare i processi in funzione delle dimensioni e della durata del cantiere.
Applicazione all’ambito legislativo nazionale
La norma si sviluppa comunque coerentemente con l’approccio seguito ai regolamenti e decreti nazionali e locali. Indubbiamente la norma si propone di costituire un riferimento per tutte le amministrazioni locali che si trovano per la prima volta a gestire un grosso cantiere, molto rumoroso, sul proprio territorio. L’amministrazione locale potrebbe impiegare la norma per dare le adeguate prescrizioni. Come minimo si potrebbe chiedere lo sviluppo e l’emissione del documento Piano di gestione integrata del rumore di cantiere, nel rispetto di quanto indicato dalla norma. Infi ne, l’appendice dà alcune indicazioni generali su come predisporre un’istanza di “Autorizzazione in deroga” ai sensi della Legge 447/95.