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neo-Eubios 68 - La casa del suono: un progetto d'avanguardia artistico e tecnologico
a cura di Museo e Centro di Ricerca “La casa del Suono” di Parma
Il suono nella sua dimensione tecnologica è il protagonista della Casa del Suono: un progetto all’avanguardia in campo artistico e tecnologico che nasce dalla collaborazione della Casa della Musica con l’Università di Parma. La Casa del Suono, che ha sede a Parma, nel suggestivo spazio della ex-chiesa di Santa Elisabetta (metà del sec. XVII), nasce con l’ambizione di riflettere sul nostro modo di ascoltare e intendere la musica, ed è dedicata a un pubblico vastissimo: vale a dire a tutti coloro che oggi ascoltano musica e suoni trasmessi da strumenti tecnologici. Il percorso che la Casa del Suono propone è quello della storia e della evoluzione di tali strumenti per giungere alla situazione di oggi (dal fonografo al grammofono, dalla radio al magnetofono, dal compact disc all’iPod) e gettare uno sguardo verso il futuro. Al suo interno accoglie una preziosa raccolta di fonoriproduttori, nonché strutture dotate di innovativi impianti di riproduzione sonora e servizi dedicati alla ricerca scientifica e artistica, alla didattica e alla divulgazione.
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La Casa del Suono
Quando oggi si parla di musica e tecnologia, non ci si riferisce a un aspetto secondario dell’espressione musicale: ma si parla della musica, di tutta la musica così come quotidianamente viene da tutti ascoltata. A questo argomento è dedicata la Casa del Suono di Parma, non un museo vero e proprio, ma un luogo dove, accanto a una esposizione di apparecchi di riproduzione e trasmissione sonora dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri, si organizzano attività didattiche e divulgative, attività di ricerca in campo musicale e scientifico, attività in campo artistico. Una caratteristica che rende unica la Casa del Suono è il fatto di essere anche, essa stessa, uno “strumento musicale” basato sulla più aggiornata tecnologia elettronica: vale a dire un luogo dove, grazie a sistemi tecnologici di trattamento e diffusione del suono, possono essere eseguite composizioni musicali create appositamente per quei sistemi. Per tutte queste ragioni, la Casa del Suono è da considerarsi un progetto multidisciplinare che esiste grazie alla collaborazione stretta di realtà che operano in sinergia e collaborazione con il Comune di Parma – quali l’Università degli Studi, il Conservatorio Arrigo Boito e la Fondazione Pro meteo, oltre al concorso di altre istituzioni culturali, artistiche e scientifi che attive in Italia e all’estero.
ESPOSIZIONE
L’esposizione proposta nella casa del Suono ha come unico scopo quello di tracciare le linee fondamentali dello sviluppo tecnico e sociale dei sistemi di riproduzione e trasmissione del suono. Essa è costituita in gran parte da apparecchi della Collezione Patanè fino alla metà del Novecento e da apparecchi di proprietà della Casa della Musica o provenienti da donazioni e depositi per i decenni successivi. Giovanni Patanè nasce a Giarre in provincia di Catania nel 1924 e muore a Parma nel 2000.
Per vent’anni parroco a Gaione in provincia di Parma, Patanè inizia negli anni Sessanta la raccolta della sua preziosa collezione di radio e strumenti di riproduzione. Donata al Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT) dopo la scomparsa di Patanè, la collezione conta circa 400 pezzi che vanno dai primi esemplari di fonografi e di radio a galena, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del secolo successivo, agli apparecchi radiofonici e ai fonoriproduttori della metà del Novecento. Dal 2007, gran parte della collezione è stata affidata dallo CNIT alla Istituzione Casa della Musica per allestire l’esposizione all’interno della Casa del Suono. Di seguito una breve descrizione delle “nicchie” - o sezioni – proposte per una visita alla Casa del Suono.
Il suono riprodotto: dal fonografo al grammofono
Con l’invenzione del fonografo da parte di Thomas A. Edison inizia la storia della riproduzione del suono. È il 1878, e il celebre inventore americano mette a punto un sistema che trasforma le vibrazioni sonore in un solco inciso a spirale intorno a un cilindro. Quasi dieci anni dopo, un tedesco emigrato negli Stati Uniti, Emile Berliner, inventa il grammofono: un apparecchio che utilizza lo stesso principio del fonografo, ma sostituisce il cilindro con un disco.
In pochi decenni, attraverso successive modificazioni e il sostegno di imprenditori disposti a investire sul suo futuro, quell’invenzione che all’inizio era considerata solo una curiosità diventa una presenza diffusa nelle case e nelle abitudini dei ceti sociali più abbienti, e inizia lentamente a cambiare la loro percezione della musica.
Il suono trasmesso: la nascita della radio
Negli stessi anni in cui si sviluppa la riproduzione del suono, si gettano le basi per la sua trasmissione a distanza. Alla fine dell’Ottocento, Guglielmo Marconi intuisce che le onde elettromagnetiche possono essere utilizzate per trasmettere messaggi a distanza al di là di ogni ostacolo e senza fili di collegamento. Questa intuizione getta le basi non solo per lo sviluppo della radio, ma anche per la costruzione dell’attuale sistema di telecomunicazioni. Le prime radio, che consentono solo l’ascolto in cuffia, sfruttano le proprietà della galena, un minerale in grado di amplificare debolmente l’impulso elettrico del segnale ricevuto. Il vero sviluppo coincide tuttavia con l’invenzione della valvola: il tubo elettronico che risolve i problemi causati dalla debolezza del segnale e che costituirà il cuore di ogni apparecchio radio sino agli anni Cinquanta.
Il suono in casa: un nuovo elettrodomestico Fin dal secondo decennio del Novecento si comincia a considerare la radio come uno strumento di uso domestico, un prodotto commerciale per un sempre più ampio mercato di consumatori: anzi, il primo mezzo di comunicazione che ha tutte le carte in regola per poter essere definito a pieno titolo “di massa”, almeno in prospettiva. Per questa ragione, il nuovo elettrodomestico acquista una rilevanza sociale via via crescente. In tale contesto anche l’Italia, sull’esempio di altri Paesi, avvia un corso regolare di trasmissioni radiofoniche pubbliche, che iniziano il 5 ottobre 1924 con un discorso pronunciato da Mussolini al Teatro Costanzi di Roma.
L’emittente è l’URI, Unione Radiofonica Italiana, che qualche anno dopo si trasformerà nell’EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche.
Il suono in tasca: dal mobile al portatile
L’evoluzione delle tecniche di trattamento e diffusione del suono vanno nella direzione di una migliore qualità e di una maggiore economicità dei sistemi. Queste caratteristiche hanno una straordinaria ricaduta sia sulla divulgazione di radio e grammofoni, sia sulla loro versatilità di utilizzo. Infatti, accanto alle soluzioni che integrano gli apparecchi nell’arredamento domestico, fin dagli anni Venti si sviluppa anche la tendenza a produrre apparecchi che consentono un utilizzo al di fuori delle abitazioni. A questa categoria, che in un primo tempo non riguarda le radio ma solo i riproduttori di dischi, appartengono le fonovaligie e grammofoni portatili, primi straordinari esempi di miniaturizzazione nel campo della riproduzione del suono.
Il suono per tutti: un nuovo bene di consumo La seconda metà del Novecento sviluppa ulteriormente le tendenze dei due decenni precedenti. L’evoluzione tecnologica da una parte influisce sulla qualità dei sistemi di trattamento del suono, dall’altra mette a disposizione i suoi prodotti di un pubblico sempre più ampio e a costi sempre più bassi. Nel campo della riproduzione sonora, la nascita del microsolco, della stereofonia e del concetto di alta fedeltà sono tappe fondamentali, almeno quanto, in campo radiofonico, è essenziale l’invenzione del transistor, l’elemento in miniatura che sostituisce la valvola e permette la costruzione di apparecchi radio più economici e di dimensioni ridotte. Negli stessi anni si affaccia sul mercato, uscendo dall’ambito strettamente professionale, un’altra risorsa tecnologica: la registrazione magnetica su nastro. I suoi prodotti sono tanto versatili da trovare impiego sia in ambito professionale sia dilettantesco, per un uso disimpegnato e a basso costo.
Il suono nuovo: dall’analogico al digitale
Dopo un secolo dalla sua nascita, il disco di plastica che porta incisa la traccia delle vibrazioni sonore conclude la sua storia. Nel corso degli anni Ottanta, si assiste infatti alla rapida sostituzione del vecchio disco con un supporto del tutto nuovo,
il Compact Disc, che adotta un sistema di memorizzazione ottica, invece di quella meccanica, e, soprattutto, una rivoluzionaria modalità di registrazione basata sulla tecnologia digitale, invece di quella analogica. Il nuovo sistema, in realtà, non è legato a un solo tipo di supporto: per sua natura, il suono digitalizzato, come ogni informazione digitale, è memorizzabile su supporti ottici e su supporti magnetici, e può essere trasmesso utilizzando la rete telefonica. In questo modo, come ovvia conclusione di un processo durato più cent’anni, le funzioni legate alla riproduzione e alla trasmissione del suono, un tempo riservate ad ambiti ristretti e separati, sono ora realmente a disposizione di tutti.
Il suono che si muove: installazioni sonore
Oltre alle sezioni sopra descritte, nella Casa del Suono sono in esposizione due installazioni sonore: il lampadario sonoro e la sala bianca. Esse costituiscono la prima applicazione in un luogo pubblico della tecnologia basata sulla Wave Field Synthesis (WFS planare e lineare rispettivamente), una teoria sviluppata nella sua formulazione defi nitiva negli anni Ottanta, ma che nella Casa del Suono ha trovato un impiego del tutto originale. Essi rappresentano non solo avveniristiche installazioni di ascolto per gli ascoltatori, ma anche strumenti di ricerca e di creazione artistica per le attività scientifi che e musicali, che sono due delle principali funzioni della Casa del Suono.
LAMPADARIO SONORO
Il lampadario sonoro è un’installazione audio che permette di creare sorgenti sonore virtuali che si muovono nello spazio sopra l’ascoltatore. Ha la forma di una calotta sferica sospesa a 4 metri di altezza sotto la cupola della Casa del Suono e accoglie 224 speakers raggruppati in 64 gruppi alimentati da altrettanti canali audio. Il sistema è guidato da un elaboratore che utilizza un software realizzato su piattaforma Linux appositamente per la casa del Suono, da un’interfaccia audio che consente di utilizzare 64 canali audio digitali in uscita, da 8 convertitori digitale-analogico da 8 canali ciascuno e da altrettanti amplificatori a 8 canali, per un totale di 64 canali analogici finali.
SALA BIANCA
La Sala bianca è uno spazio nato per ospitare il sistema di ultima generazione per la spazializzazione del suono denominato Wave Field Synthesis (WFS). Dispone di un sistema surround avanzato, guidato da un software apposito che permette di creare un campo sonoro in due dimensioni, sfruttando un anello formato da 189 speakers disposti ad un metro e cinquanta centimetri di altezza lungo il perimetro della sala. Per i visitatori viene messa regolarmente a disposizione una dimostrazione delle potenzialità del sistema WFS attraverso un ampia gamma di ascolti: si passa da brani appositamente composti per la Sala bianca che per l’occasione si trasforma in un vero e proprio strumento musicale, a registrazioni di esecuzioni dal vivo che possono essere diffuse trasportando virtualmente i presenti in diversi luoghi d’ascolto (attualmente è possibile un ascolto comparativo di musiche eseguite al Teatro Farnese di Parma, nella Sala Concerti della Casa della Musica della stessa città, nella Cattedrale di York e riprodotte da un normale impianto di uso domestico), fi no ad arrivare alla riproduzione spazializzata di semplici rumori ambientali.
Il Museo e Centro di Ricerca “Casa del Suono” di Parma è aperto al pubblico dal mercoledì alla domenica con orario continuato (10.00-18.00). L’ingresso è gratuito.
Maggiori info: www.casadelsuono.it, Piazzale Salvo D’Acquisto, 43121 Parma. Tel. 0521/031103.