neo-Eubios 81/ settembre 2022

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neo-Eubios 81 1 Settembre 2022 ISSN 1825-5515
EUBIOS bene
81 Trimestrale N°81 - Anno XXIII - Settembre 2022 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano neo
et commode vivens

Il Castello di Balmoral, in Scozia, è un tipico esempio di architettura neogotica scozzese (o stile baronale scozzese), con elementi e forme sti listiche tipiche dei castelli del periodo gotico. L’edificio originale - risa lente al XIV secolo – fu usato come residenza di caccia fino al 1852, quando divenne di proprietà della regina Vittoria e suo marito Alberto che ne commissionarono il completo rifacimento, demolendo la struttura originaria.

Il nuovo Castello - costruito dagli architetti scozzesi John e William Smith - presenta una struttura realizzata con granito locale e organiz zata in due sezioni, ognuna delle quali ruota intorno a un cortile. Elementi di richiamo sono la torre dell’orologio, torri adornate da torret te più piccole e finestre lanceolate, linee del tetto irregolari con merli rotti da frontoni a gradini e grandi vetrate di cristallo. I porticati e i portici presenti sono spesso decorati da animali araldici e altri motivi medie vali.

La residenza così come ci appare oggi è usata come ritiro estivo della famiglia reale inglese e comprende una vasta superficie di giardini, terre coltivate e boschi, per un totale di 20.000 ettari, costituendo una riserva naturalistica di grande importanza per la fauna e la flora locale.

Foto di copertina: © adfoto - stock.adobe.com

Foto di copertina: Saturnia Tellus, dettaglio dell’Ara Pacis, Roma © WJarek

neo-Eubios 81 2 Settembre 2022

= letteralmente, buona vita.

Il ponte termico: cos’è, cosa non è, perchè, quando e quali conseguenze

Il colore nel progetto termotecnico

Misurazioni acustiche con tecnica MLS

L’applicazione corretta del pannello isolante

I nuovi cam in edilizia. Novità su efficienza energetica e comfort acustico

7 14 27 33 40

Fondatore Sergio Mammi

81

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Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.

Hanno collaborato:

Sergio Pesaresi Gaia Piovan, Ingegnere edile.

Carlotta Bersani, Ingegnere edile.

Carlo Castoldi, Comitato Tecnico Scientifico di Rete IRENE

Marco Gamarra, Studio MRG di Torino Valeria Erba, Presidente ANIT

Matteo Borghi, Staff tecnico ANIT

L’eredità del 110 nel mondo termotecnico ANIT

Dopo due anni di applicazione del Superbonus 110 per l’efficienza energetica degli edifici pos siamo cominciare a trarre qualche conclusione sull’eredità di quanto accaduto con un punto di vista particolare maturato dall’osservatorio associativo. Cosa è accaduto nel mercato dei materiali isolanti e nel mondo professionale ter motecnico, com’è il comparto dopo due anni di aggiornamento, studio, approfondimento, progettazione, realizzazione e direzione lavori e rendicontazione per mezzo dell’asseverazioni tecniche?

Lato mercato relativo alla commercializzazione di prodotti e sistemi per l’isolamento termico possiamo segnalare che non sono emersi nuovi materiali o nuove tecnologie per l’isolamento termico e acustico. La novità riguarda l’uso di alcune tipologie di materiale e l’impiego di spes

sori di prodotti isolanti che fino a due anni fa era raro vedere proposti per gli interventi di riquali ficazione. La tecnologia e le soluzioni erano già “pronte” nel 2019. L’accelerazione più che sui prodotti si è vista nella ricerca di “durabilità” ed “efficacia”. Dalle richieste di chiarimenti da parte del mondo aziendale e da parte del mon do professionale, è emersa l’esigenza di capire in modo più approfondito il significato dei parame tri caratterizzanti l’isolamento termico dei mate riali isolanti: conduttività termica dichiarata λD, resistenza termica dichiarata RD, UNI EN ISO 10456, rappresentatività statistica dei dati di chiarati, rapporto di prova dei laboratori, accre ditamento dei laboratori, marcatura CE o ETA sui prodotti isolanti, materiali isolanti “CAM”, sono tutte parole chiave che dopo due anni di applicazione hanno un significato ben chiaro e preciso. L’Associazione ha partecipato in prima linea alla corretta divulgazione di questi concetti con documenti di approfondimento, seminari di

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Il numero 80 è on-line su www.anit.it

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si può.
ISSN 1825-5515 ,´ EUBIOS bene et commode vivens 80 Trimestrale N°80 Anno XXIII Giugno 2022 Poste Italiane Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 46) comma DCB Milano
EDITORIALE
colonna sonora “End of the World/A Game of Chess” – Senses Fail • “Set the Tone” - Elisa “After The Earthquake” – Alvvays • “Feel Something” – Magnolia Park “Chiamami” - Coma Cose • “There’d Better Be A Mirrorball” – Artic Monkeys “Malibu” – The Driver Era • “Edging” - Blink 182 “Skywriting” – Andrew McMahon in the Wilderness • “Everlong” – Foo Fighters
Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.

divulgazione in streaming, Guide dedicate, tutto materiale utilizzabile gratuitamente dal sito anit. it.

L’importanza che ha assunto l’asseverazione dei prezzi e del monitoraggio e integrazione dei prezzari ha portato l’Associazione a diventare interlocutore privilegiato dei soggetti che rea lizzano i prezzari nell’affrontare i temi di isola mento termico e acustico dell’involucro. I prezzi rimangono un argomento non associativo ma la descrizione tecnica e la categorizzazione del tipo di intervento vede la partecipazione attiva dell’Associazione che, come accade nei confronti del Legislatore, grazie all’approccio ingegneristi co, è considerato interlocutore leale e autorevole. E per il mondo professionale quali sono le mo difiche maturate in questi due anni? L’Associa zione ha visto nelle richieste dei propri associati una maggiore e attenta padronanza degli aspetti di progettazione e verifica termotecnica per il ri spetto della ex-L10. Unitamente al rispetto dei limiti legislativi sono stati sicuramente approfon dite tematiche legate al bilancio energetico degli edifici e alla relazione tra l’isolamento termico

e la progettazione impiantistica con aspetti di governo del generatore maggiormente delicati (come i generatori ibridi). I due temi evidenziati sono fortemente collegati alla presa di coscienza da parte dei modellatori di fabbisogni energetici dell’importanza del proprio ruolo nel processo di asseverazione tecnica legata alla validità del beneficio. Operatori abituati alla poca respon sabilità riconosciuta derivante dalla redazione di relazioni ex-L10 o APE, hanno rapidamente maturato la consapevolezza di essere al centro del processo.

Non da ultimo il mondo professionale tecnico ha maturato una visione multidisciplinare che diffi cilmente verrà dissipata nei prossimi anni. Possiamo quindi prevedere che i prossimi anni, nei quali la riqualificazione energetica degli edi fici continuerà ad essere al centro delle politiche energetiche, vedranno un mondo di professio nisti pronti come pronte sono le aziende pro duttrici di sistemi per l’isolamento termico. E’ importante che il Legislatore non dissipi questa esperienza e che dia la possibilità di programma re iniziative di lungo periodo.

IL PONTE TERMICO: COS’È, COSA NON È, PERCHÈ, QUANDO E QUALI CONSEGUENZE

COS’È IL PONTE TERMICO

Possiamo definire ponte termico la parte dell’in volucro di un edificio in cui avviene una pertur bazione del flusso termico e, quindi, dell’anda mento delle isoterme, con conseguente modifica della temperatura superficiale interna e della portata termica.

O anche che il ponte termico è quella la zona dell’involucro nella quale decadono le ipotesi di flusso termico monodimensionale in regime stazionario.

PONTE TERMICO - DEFINIZIONI

1. definiamo ponte termico la parte dell’involucro di un edificio in cui avviene una perturbazione del flusso termico e, quindi, dell’andamento delle isoterme, con conseguente modifica della temperatura superficiale interna e della portata termica;

2. definiamo ponte termico quella zona dell’involucro nella quale decadono le ipotesi di flusso termico monodimensionale in regime stazionario;

3. siamo in presenza di ponte termico quando si determina una modifica della temperatura superficiale interna o del flusso termico.

Chiamiamo flusso termico monodimensionale il flusso termico quando è perfettamente orto gonale alle superfici interne ed esterne dell’elemento costruttivo. Poiché il flusso di calore è attivato dalla differenza di temperatura fra l’ambiente interno e quello esterno, in condizio

fig. 1 - Il flusso termico monodimensionale 1D e le isoterme

ni “normali” la direzione del flusso non può che essere costante e perpendicolare alle due facce. Di conseguenza le isoterme, che hanno andamento sempre ortogonale al flusso, non possono che essere parallele alle facce della parete, cioè presentano la sola componente geometrica y.

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Riportiamo di seguito un contributo tratto dal libro “I ponti termici nella transizione ecologica”, Maggioli Editore

fig. 2 - Flusso di calore bidimensionale 2D

A seguito della perturbazione causata dal ponte termico, in una zona attorno ad esso, il flusso termico assume un andamento curvilineo-pla nare e quindi “bidimensionale”, cioè rappre sentato geometricamente da due componenti x e y, quando non addirittura curvilineo-spaziale e quindi “tridimensionale”, cioè rappresentabi le geometricamente da tre componenti x, y e z.

Simmetricamente possiamo dire che siamo in presenza di ponte termico quando si determina una modifica della temperatura superficiale in terna o del flusso termico.

Le ipotesi su cui si basa questa teoria sono le seguenti:

• la trasmissione di calore per conduzione av viene in regime stazionario (cioè la differen za di temperatura fra i due ambienti rimane costante nel tempo);

• i materiali che compongono la stratigrafia del componente edilizio sono continui, uni formi e isotropi;

• tutte le proprietà fisiche dei materiali coinvolti sono indipendenti dalla temperatura;

• non ci sono sorgenti di calore all’interno del componente edilizio.

fig. 3 - Andamento delle isoterme in regime bidimensionale 2D

QUANDO

L’ipotesi di flusso termico monodimensiona le è accettabile in tutti gli elementi costruttivi dell’involucro ad eccezione di quando si incon tra un ponte termico, cosa che avviene:

• per compenetrazione totale o parziale di materiali aventi diversa conduttività (ponte termico strutturale): ad esempio un pilastro o una trave inseriti nella parete;

• per variazione di spessore dell’elemento costruttivo (ponte termico geometrico); ad esempio nelle nicchie dei radiatori sotto la finestra;

• in corrispondenza di angoli fra gli elementi costruttivi (ponte termico geometrico), ad esempio gli angoli di casa.

CONSEGUENZE

Le conseguenze causate da un ponte termico sono:

• una modifica della temperatura superficiale interna, che comporta

• il rischio di formazione di condensa su perficiale;

• il rischio di determinare le condizioni

fig. 4 - Ponti termici strutturali fig. 5 - Ponte termico geometrico_variazione di sezione fig. 6 - Ponte termico geometrico_angoli esterni e logge

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adatte all’attecchimento della muffa;

• una diminuzione del comfort abitativo.

• una modifica della densità e portata del flus so termico, che comporta

• un aumento delle dispersioni termiche;

• un aumento del fabbisogno energetico dell’edificio.

COSA NON È

Il concetto e il significato di ponte termico sono rimasti nel tempo sempre piuttosto nebulosi. Sono state date (e si danno tutt’ora) definizioni ambigue o non proprio corrette. È ciò ha ali mentato quell’alone di mistero e di confusione che aleggiano tutt’ora attorno al nostro. Così come crea confusione confondere o, meglio, identificare un ponte termico unicamente con il parametro Ψ (che vedremo più avanti) o solo con la sua conseguenza, tra l’altro errata, di au

mentare le dispersioni termiche.

Cercherò ora di spiegare perché alcune defini zioni, anche normative e legislative, non sono corrette e che possono generare confusione o ambiguità.

Il ponte termico non è la variazione di resistenza termica

La norma europea UNI EN ISO 10211 “Ponti termici in edilizia. Flussi termici e temperature superficiali”, definisce così il ponte termico:

3.1.1 ponte termico: parte dell’involucro edilizio dove la resistenza termica, altrove uniforme, cambia in modo significativo, per effetto della compenetrazione tota le o parziale di materiali con conduttività termica diversa nell’involucro edilizio, e/o della variazione dello spessore della costruzione, e/o delle differenze tra le aree interne ed esterne, come avviene ad esempio in corrispondenza delle giunzioni tra parete, pavimento e soffitto.

La norma imputa quindi la formazione del ponte termico alla variazione della resistenza termica.

Questa definizione non appare corretta, vediamo perché attraverso il cosiddetto “ragiona mento per assurdo” che si adotta in fisica e in matematica.

Prendiamo il caso in figura in cui la stratigra fia della parte di parete di destra è esattamente uguale alla stratigrafia della parete di sinistra, con l’unica differenza che risulta “ribaltata” cioè ruotata sul suo asse.

In questa maniera la resistenza termica Rt delle due parti è esattamente la stessa per cui, secon do la norma, non si dovrebbe determinare un ponte termico. E invece dal risultato del calcolo agli EF riportato in figura possiamo notare che vi è perturbazione del flusso, delle isoterme e quindi modifica della temperatura superficiale interna e anche aumento della dispersione ter mica!

Si tratta a tutti gli effetti di un ponte termico!

Un ponte termico non è la discontinuità dell’isolamento termico

Il D. Lgs, 19/08/2005 n. 192 nell’All. A forni sce questa definizione:

32. ponte termico è la discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza agli inne sti di elementi strutturali (solai e pareti verticali o pareti verticali tra loro);

La definizione di cui al punto 32. imputa la for mazione di un ponte termico alla discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza degli innesti fra due o più ele menti strutturali. Anche in questo caso la defini zione viene contraddetta sia dall’esempio ripor tato nella figura precedente7 dove non ci sono innesti, non c’è discontinuità dell’isolamento, nel senso di diverso valore della trasmittanza U, e quindi non ci dovrebbe essere un ponte ter mico che invece c’è, sia nella successiva fig. 8 nella quale invece c’è sì un innesto (nel senso di variazione di direzione dell’asse della parete)

ma non c’è discontinuità di isolamento termico per cui non dovrebbe esserci un ponte termico, che invece c’è.

fig.

fig. 8 - Ponte termico senza variazione di isolamento termico

La variazione della trasmittanza inferio re al 15% non implica che un ponte termico sia necessariamente corretto

Il D. Lgs, 19/08/2005 n. 192 nell’All. A forni sce una seconda definizione:

33. ponte termico corretto è quando la trasmit tanza termica della parete fittizia (il tratto di parete esterna in corrispondenza del ponte termico) non supera per più del 15% la trasmittanza termica della parete corrente;

Ritengo che la definizione 33. di ponte termico corretto non sia pertinente. Infatti è anch’essa contraddetta dall’esempio in figura 7 perché le due trasmittanze termiche sono uguali (cioè differiscono di meno del 15%) ma non è sicura mente il caso di considerare tale ponte termico corretto (che cioè non necessita di intervento di attenuazione) stante le conseguenze in termini di temperatura superficiale e di modifica al flusso termico che ne derivano.

Questa considerazione risulta ancora più chiara utilizzando il caso in fig. 9, in cui l’alternanza della medesima sezione ma con la posizione in vertita degli strati pone ancora più in evidenza il disturbo causato al flusso termico e alle iso terme:

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7 - Il ponte termico non è dovuto alla variazione di resistenza R

fig. 9 - La variazione di R inferiore al 15% non implica che il ponte termico sia corretto

PERCHÈ. LA NATURA DELLE COSE

Il flusso di calore per conduzione all’interno di un corpo solido è innescato dal gradiente ter mico, ossia dalla differenza di temperatura fra due punti posti ad una certa distanza fra loro. Il flusso di calore procede dal punto più caldo verso quello più freddo.

In una sezione di parete “corrente” il flusso si muove perpendicolarmente alla facciata (flusso monodimensionale), attivato dalla differenza di temperatura fra l’interno e l’esterno, con tutti i punti della superficie interna posti alla stessa temperatura e tutti i punti della superficie ester na posti, anch’essi, a una stessa temperatura. Abbiamo visto che in occasione di un ponte ter mico la temperatura superficiale interna risulta più bassa di quella della parete corrente circo stante, mentre la temperatura superficiale ester na risulta più alta rispetto a quella della parete corrente circostante.

Pertanto, all’approssimarsi del ponte termico, il flusso di calore risente ancora del gradiente termico dato dalla parete fredda esterna ma

anche, contemporaneamente, del gradiente ter mico determinato dalla presenza di punti più freddi posti nella zona del ponte termico. Per cui il flusso termico risultante (bidimensionale) è dato dalla composizione vettoriale della com ponente ortogonale lungo l’asse Y (uguale a quello monodimensionale della parete corren te) e della componente X parallela alla facciata. Tale componente aggiuntiva X comporta, per tanto, un aumento della densità e dell’intensità del flusso termico rispetto alla situazione cor rente monodimensionale.

In termini “divulgativi” possiamo dire che in corrispondenza del ponte termico il flusso ter mico aumenta la sua intensità e la sua densità perché “sente” non più solo la parete fredda esterna ma anche i punti freddi interni alla zona di ponte termico e “corre a scaldarli” cioè a tra sferire loro calore.

DEFINIZIONI

Al termine di questa disanima, penso sia il caso di definire alcune concetti.

PONTE TERMICO - DEFINIZIONI Poiché le finalità didattiche di questo libro sono dichiaratamente quelle di stimolare una proget tazione generale e di dettaglio attenta al tema del risparmio energetico e del comfort abitati vo, una progettazione profondamente inserita nella realtà sociale, scientifica e tecnica, declina ta in un’ottica prestazionale e non ottusamente prescrittiva, senza alcuna pretesa di scavalcare o di far scavalcare la normativa tecnica e la le gislazione vigente, propongo sottovoce queste definizioni di ponte termico a uso e consumo di questo libro e delle sue finalità didattiche:

fig. 10 - La causa della dispersione energetica

1. definiamo ponte termico la parte dell’in volucro di un edificio in cui avviene una perturbazione del flusso termico e, quindi, dell’andamento delle isoterme, con conse guente modifica della temperatura superfi ciale interna e della portata termica;

2. definiamo ponte termico quella zona dell’in volucro nella quale decadono le ipotesi di flusso termico monodimensionale in regime stazionario;

3. siamo in presenza di ponte termico quando si determina una modifica della temperatu ra superficiale interna o del flusso termico;

4. Definiamo corretto un ponte termico, quan do in ogni suo punto la temperatura super ficiale interna Tsi risulti maggiore o uguale ai 17°.

* Ing. Sergio Pesaresi

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IL COLORE NEL PROGETTO TERMOTECNICO

Se fino a qualche decennio fa l’attenzione dei progettisti, soprattutto in climi come quello italiano, era posta sul comportamento energetico dell’edificio nel periodo invernale, dal 2005 il tema dell’estivo è entrato ampiamente nel contesto dell’efficienza energetica. Si sono infatti susseguiti una serie di decreti legislativi, fino al Decreto Ministeriale del 26 giugno 2015 nel quale è stato introdotto in modo ancora più importante il comportamento estivo degli edifici e quindi la necessità di:

• non disperdere energia dall’interno verso l’esterno;

• non permettere l’ingresso di energia dall’esterno verso l’interno;

• ridurre i consumi.

Pertanto, occupandosi l’associazione ANIT di materiali isolanti e quindi anche di fisica tecnica dell’edificio, è risultato inevitabile non occuparsi delle relazioni che le strutture opache e trasparenti hanno con l’ambiente esterno e con l’ambiente interno. In particolare, risulta interessante comprendere anche l’impatto termotecnico che la scelta del colore delle superfici esterne dell’involucro edilizio ha all’interno di tali valutazioni e, in qualità di progettisti che necessitano di comprendere l’influenza della propria scelta, affrontare questo tema dal punto di vista progettuale. L’articolo si propone di presentare un breve cenno sulla teoria della trasmissione del calore per inquadrare al meglio l’ambito di riferimento, per poi sottolineare quello che è il rapporto tra tale trasmissione e qualsiasi elemento opaco dell’involucro edilizio che dialoga con l’esterno. È in questo contesto che trova spazio anche il tema del colore: grazie a una collaborazione

con PPG Univer Industries, Sigma Coatings e ANIT, è stato possibile studiare l’efficacia in termini di assorbimento solare di particolari tecnologie poi inserite all’interno di pitture. Tramite ricerche e misurazioni in campo, nonché l’impiego di modelli di calcolo capaci di rendere subito fruibile la possibilità progettuale, è stato possibile ottenere risultati e considerazioni.

Cenni di teoria

Ogni corpo emette calore sotto forma di radiazione per effetto della sua temperatura: come è possibile notare nell’immagine (Fig. 1), al variare della temperatura del corpo varia anche la lunghezza d’onda della radiazione che esso emette.

La radiazione solare che raggiunge un corpo, inoltre, può essere riflessa, assorbita oppure trasmessa. Queste componenti sono quantificate tramite tre coefficienti differenti: il fattore di riflessione, il fattore di assorbimento e il fattore di trasmissione. È bene precisare, però, che ciò è valido per le superfici trasparenti; se si considerano corpi opachi, come facciate e coperture, la trasmissione risulta pari a zero e dunque la radiazione è solo in parte riflessa e in parte assorbita (Fig. 2).

Il parametro che interessa principalmente il presente articolo è il fattore di assorbimento solare, che indica in percentuale quanta radiazione che investe un corpo viene assorbita dallo stesso: un fattore di assorbimento elevato indica che il corpo assorbe più calore, mentre un fattore basso indica che ne assorbe meno. Il fattore di assorbimento solare non va confuso

Figura 1: Irradianza di un corpo con diverse lunghezze d’onda per effetto della sua temperatura

con un altro parametro, ovvero l’emissività ε, che indica invece la capacità di un corpo di emettere radiazione per effetto della sua sola temperatura.

Per comprendere al meglio tale differenza, si immagini di operare su due edifici, le cui superfici esterne di uno sono completamente bianche, mentre quelle del secondo completamente nere.

Come illustrato in tabella (Tab. 1), la vernice nera, con fattore di assorbimento più elevato (97%) comporterà un assorbimento di calore delle facciate dell’edificio molto maggiore rispetto alla vernice bianca, che presenta un coefficiente α più basso (14%). Si immagini

ora che durante la notte, entrambe le strutture raggiungano una temperatura di 20°C: le superfici emetteranno praticamente la stessa quantità di energia verso la calotta celeste, nonostante nel visibile abbiano colori differenti.

I valori di emissività della vernice bianca (93%) e della vernice nera (97%) differiscono infatti di poco.

È chiaro dunque che, per controllare l’energia solare in ingresso, è necessario innanzitutto saper controllare la temperatura superficiale esterna. Nel caso estivo, però, assume particolare importanza anche la scelta e la posizione dei materiali che compongono la

Figura 2: Comportamento di una superficie investita dalla radiazione solare. A sinistra, il comportamento di una superficie trasparente (es. vetro); a destra, il comportamento di una superficie opaca (es. facciata). Legenda: G = radiazione solare; ρ = coefficiente di riflessione; α = coefficiente di assorbimento; τ = coefficiente di trasmissione.

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stratigrafia della struttura presa in esame: una buona capacità inerziale dei vari componenti permette di ridurre l’onda termica da fuori verso dentro e, con un contenimento delle temperature superficiali, di limitare quindi l’ingresso di energia negli ambienti interni (Fig. 3). La strategia progettuale di tenere bassa la temperatura superficiale consente di avere un delta di temperatura molto basso, che rappresenta un aspetto importante soprattutto se si opera sull’esistente, nel quale non è sempre possibile avere l’opportunità di lavorare con stratigrafie molto avanzate (i.e. materiali capacitivi oltre che isolanti) poiché non modificabili.

Per poter fare valutazioni su questi due temi, è necessario parlare anche di regime dinamico orario. A differenza dell’inverno, infatti, dove il comportamento piuttosto costante è descrivibile in regime stazionario, il calcolo orario in regime dinamico si presta meglio al periodo estivo, poiché permette di analizzare l’effetto dei fenomeni nel tempo con un passo di calcolo ridotto: è possibile capire il comportamento di una struttura per effetto di quello che accadeva qualche istante prima, governando l’accumulo e il rilascio di energia nelle strutture.

Comprendere l’interazione tra le superfici e le temperature che si sviluppano all’interno, assume importanza anche nel contesto del comfort. Se si osserva l’immagine riportata di seguito (Fig. 4), è possibile comprendere, al variare della stagione, dei mesi e delle ore, cosa accade all’interno dell’edificio in termini di temperature. In nero è rappresentato l’andamento della temperatura esterna per tutto l’anno solare in una certa località, mentre in blu la temperatura interna. È possibile inoltre notare una fascia di comfort, definita dalla presenza dell’impianto di riscaldamento durante i periodi invernali – che quindi non fa scendere la T al di sotto dei 20°C – e dell’impianto di raffrescamento nel periodo estivo – che permette di non superare mai i 26°C. Risultati di questo tipo vengono però generalmente espressi tramite una distribuzione di punti (Fig. 5), poiché il comfort non è un unico valore, bensì un insieme di risultati e di scenari che consento di comprendere lo stato di benessere degli utenti all’interno dell’ambiente analizzato.

Figura 4: Distribuzione dell’andamento della temperatura esterna e della temperatura interna al variare dei mesi e delle ore.

Tabella 1: Valori tipo di coefficienti di assorbimento solare e emissività di rivestimenti superficiali comuni.

Figura 3: Strategie di contenimento energetico per una facciata irradiata dal sole (comportamento estivo).

Figura 5: Distribuzione dei risultati di comfort relativi a due zone termiche differenti (in blu e in verde).

Ricerca in campo

Per gestire tutte queste informazioni teoriche da un punto di vista anche progettuale, è stata svolta una ricerca in campo. Sigma Coatings ha reso disponibili dei campioni con rivestimenti di colori diversi, forniti a coppie: per ogni colore uguale nel visibile, vi era un prodotto privo di pigmento UZC e un prodotto dotato di pigmento UZC; oltre a questa distinzione sono stati forniti

anche due campioni di colore bianco e nero per avere un riferimento rispetto al comportamento ideale di massimo e minimo assorbimento solare.

Il pigmento UZC rappresenta una tecnologia in grado di influenzare l’assorbimento solare del rivestimento in cui è presente.

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A titolo rappresentativo, le figure 6 e 7 rappresentano i due campioni per il colore C01 uguale nel visibile.

Il campione C01S (Fig. 4) è privo di pigmento UZC, mentre il campione C01U (Fig. 5) ha il pigmento UZC.

Il comportamento superficiale sarà dunque differente.

I campioni sono stati studiati nel seguente modo:

• come si nota nella Figura 10, sono stati disposti su superficie orizzontale in ambiente esterno e quindi esposti a irraggiamento solare diretto e diffuso per un numero apprezzabile di ore;

• una stazione metereologica (Fig. 8) ha registrato tramite acquisitore (Fig. 9) con un passo di 10 minuti i dati di irraggiamento solare, temperatura dell’aria esterna, velocità del vento, umidità relativa;

• ogni 15-20 minuti è stata presa, tramite l’uso di termocamera IR professionale T 640 di Flir systems (Fig. 10), la temperatura superficiale dei campioni.

Le misure sono state ripetute nello stesso luogo in tre momenti diversi dell’anno solare, per valutare l’efficacia di tale pigmento con diverse condizioni ambientali, specialmente rispetto alla radiazione solare.

Le campagne di misura, inoltre, hanno portato a ottenere per i diversi campioni, distribuzioni

di temperatura superficiali che passano da valori massimi con il colore nero a valori minimi con il bianco, passando per situazioni intermedie con colori con e senza pigmento (Fig. 11).

Il fine ultimo delle misure, è stato stimare la riduzione del coefficiente di assorbimento solare dovuta al pigmento presente e comprenderne gli effetti positivi e l’applicabilità.

Di seguito si riportano, per ogni campagna effettuata, due grafici in cui sono rappresentati i dati di irraggiamento, temperatura superficiale dei campioni di riferimento bianco e nero e temperature superficiali dei campioni colorati. Il primo grafico, mostra i risultati per i campioni in esame C01S e C01U senza e con pigmento; il secondo grafico, mostra i risultati per tutti i campioni in esame.

Figura 11: Esempio di distribuzione della temperatura superficiale al variare dei campioni. Legenda: Bianco = campione con rivestimento superficiale bianco; Nero = campione con rivestimento superficiale nero; Con P = campione con pigmento UZC; Senza P = campione senza pigmento UZC.

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Figura 6: Campione C01S Figura 7: Campione C01U Figura 8: Stazione metereologica di rilevamento. Figura 9: Acquisitore dei dati misurati. Figura 10: Macchina termografica im piegata durante le misurazioni e campioni.

Prima campagna di misura

La prima campagna di misura è stata realizzata il giorno 7 febbraio 2022 e ha permesso di ottenere i seguenti risultati (Fig. 12).

Figura 12: Andamento dell’irraggiamento e delle temperature superficiali dei campioni considerati – prima campagna 7/02/22.

Seconda campagna di misura

La seconda campagna di misura è stata realizzata il giorno 2 marzo 2022 e ha permesso di ottenere i seguenti risultati (Fig. 13).

Figura 13: Andamento dell’irraggiamento e delle temperature superficiali dei campioni considerati – seconda campagna 2/03/22.

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Terza campagna di misura

La terza campagna di misura è stata realizzata il giorno 5 luglio 2022 e ha permesso di ottenere i seguenti risultati (Fig. 14).

Figura 14: Andamento dell’irraggiamento e delle temperature superficiali dei campioni considerati – terza campagna 5/07/22.

Elaborazione dati

L’elaborazione dei dati misurati è stata possibile per mezzo di un modulo avanzato dell’applicativo PAN – software della suite ANIT dedicato all’analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco – sviluppato secondo una serie di passaggi matematici derivati dall’equazione di trasmissione del calore per conduzione, convezione e irraggiamento.

Applicazione pratica

Infine, è stato simulato l’effetto che i valori di assorbimento solare calcolati avrebbero se applicati su diverse strutture in diversi climi. Sono state scelte tre strutture “di base” a seconda del diverso comportamento termico, e tre strutture isolate per evidenziare l’effetto in presenza di un materiale isolante: considerando la necessità di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, è sempre più frequente intervenire su un edificio coibentato. Di seguito l’elenco delle strutture selezionate:

• Struttura in mattoni semipieni 25 cm

• Struttura in doppio tavolato 25 cm

• Struttura in calcestruzzo armato 25 cm

• Struttura in mattoni semipieni 25 cm, isolata con EPS 10cm

• Struttura in doppio tavolato 25cm, isolata con EPS 10cm

• Struttura in calcestruzzo armato 25cm, isolata con EPS 10cm.

Figura 15: Parametri coinvolti nell’elaborazione dello sviluppo del modello di calcolo per valutare il parametro α.

Con il modulo avanzato è stato possibile inserire i valori misurati di: • temperatura dell’aria esterna, irraggiamento e temperatura superficiale esterna, • velocità media del vento, • temperatura della calotta celeste con i quali il software ha poi restituito un valore di assorbimento solare α che portasse a un comportamento superficiale il più vicino possibile a quello misurato in campo.

Tutte e tre le campagne hanno portato a un riscontro effettivo di un diverso comportamento rispetto alla sollecitazione delle superfici con pigmento. La riduzione del valore di assorbimento solare si è verificata compresa tra il 69 e il 78%.

La scelta delle tre zone climatiche è stata presa in base alla radiazione solare globale media del mese più caldo, ossia luglio, e sono le seguenti, riportate in ordine decrescente di radiazione incidente:

• Trapani

• Milano

• Bressanone.

A seguito di questa analisi è stato valutato il risparmio energetico annesso. La riduzione della temperatura superficiale esterna, infatti, ha come primo effetto la riduzione dell’energia entrante attraverso la struttura opaca considerata. La riduzione di energia entrante comporta a sua volta il risparmio energetico estivo: meno energia entra, meno energia andrà sottratta per mantenere l’ambiente a temperatura di comfort con l’uso di impianti di climatizzazione estiva.

È stata valutata, dunque, la differenza tra l’energia entrante attraverso una struttura avente fattore di assorbimento solare dato dal pigmento UZC e l’energia entrante attraverso la stessa struttura ma senza strato di finitura con pigmento UZC: in media la riduzione è intorno al 20% per il clima della provincia di Trapani,

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Figura 16: Immagine evocativa della riduzione percentuale dell’energia entrante conseguente all’abbassamento della temperatura superficiale su una struttura non isolata.

differenze di temperatura superficiali teoriche che si sviluppano variano circa da 4 a 2°C a seconda del grado di isolamento della struttura. Infine, un altro effetto positivo e non trascurabile della temperatura superficiale esterna ridotta è l’effetto sulla durabilità dei materiali, in particolare dello strato di finitura (primo interessato dalla radiazione solare) e dei materiali sottostanti. Dai calcoli realizzati è stato possibile notare che un minore coefficiente di assorbimento solare consente di ottenere una temperatura superficiale fino a 6°C inferiore rispetto a un coefficiente α maggiore.

24% per il clima della provincia di Milano, 28% per il clima della provincia di Bolzano.

I valori di energia entrante variano in accordo con il clima (maggiore a Trapani, minore a Bolzano) e in accordo con la struttura (l’aggiunta di una resistenza termica permette da sola la riduzione dell’energia entrante dalla struttura). Tuttavia, per ogni clima e per ogni tipologia di struttura è risultato evidente che l’abbassamento del fattore di assorbimento solare ha un effetto positivo sull’energia solare entrante. Oltre alla riduzione di energia entrante e il conseguente risparmio di energia per il servizio di climatizzazione estiva, un altro risvolto positivo dell’uso di rivestimenti con minore fattore di assorbimento solare, come anticipato nella premessa teorica, è il comfort estivo: l’impatto del colore esterno influenza la temperatura superficiale interna delle strutture. Considerando i due casi di riferimento estremi, ossia strutture con colore nero esterno e colore bianco esterno, è evidente che la temperatura superficiale interna massima è maggiore nel primo caso. Considerando invece i due campioni C01 aventi lo stesso colore nel visibile ma differente fattore di assorbimento solare, si evidenzia che per tutte le strutture e per tutti i climi il fattore di assorbimento più basso comporta minore temperatura superficiale esterna, minore flusso attraverso la struttura e dunque anche minore temperatura superficiale interna. Ciò si riflette in un maggior comfort interno durante il periodo estivo considerato. Le

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Scopri di più su mapei.it * Carlotta Bersani e Gaia Piovan, Ingegneri Edili, lavorano per TEP srl e si occupano di analisi energetica degli edifici.

MISURAZIONI ACUSTICHE CON TECNICA MLS

Le attività dei tecnici acustici sono spesso costituite da studi e valutazioni orientati alla caratterizzazione della qualità acustica di ambienti chiusi o finalizzati alla quantificazione delle proprietà acustiche di ma nufatti o allestimenti fonoisolanti e fonoassorbenti. Per quanto riguarda l’acustica degli ambienti chiu si, le indagini strumentali sono normalmente volte a quantificare i molteplici parametri che consento no di valutare la qualità dell’ascolto, a partire dal tradizionale spettro del tempo di riverbero (T) fino a parametri di più recente definizione utili per una più completa e strutturata comprensione delle pro prietà acustiche delle sale. Essi sono ad esempio (ma non solo) lo STI (Speech Transmission Index), indi ce rappresentativo della comprensibilità del parlato, e il C50, indice della chiarezza del campo sonoro; quest’ultimo è espresso dal rapporto tra l’energia sonora ricevuta in un determinato punto nei primi 50ms dall’inizio della ricezione del segnale sonoro rispetto a quella ricevuta in tutto il tempo successivo.

Per quanto riguarda, invece, la caratterizzazione delle proprietà di manufatti o allestimenti, è di inte resse la quantificazione in opera del fonoisolamento e del fonoassorbimento di specifiche realizzazioni quali, ad esempio, le barriere acustiche (stradali ma non solo), per le quali può essere richiesto a livel lo contrattuale un collaudo in opera delle effettive prestazioni per cui sono state progettate e realizzate. L’insieme di questi parametri e, di conseguenza, la possibilità di una loro misurazione sul campo, sta via via assumendo sempre maggiore importanza. La serie di norme tecniche UNI 11532 “Caratteristiche

acustiche interne di ambienti confinati - Metodi di proget tazione e tecniche di valutazione” di cui sono state già pubblicate la parte 1 (requisiti generali) e la parte 2 (dedicata agli edifici scolastici) e di cui si attende la pubblicazione delle parti relative ad altre tipologie di ambienti (uffici, etc…), indica esplicitamente i va lori di riferimento dei descrittori della qualità acu stica interna (anche relativamente ai già citati pa rametri STI e C50) al fine di perseguire la migliore comprensibilità del parlato.

Invece, le norme tecniche UNI EN 1793 “Disposi tivi per la riduzione del rumore da traffico strada le - Metodo di prova per la determinazione della prestazione acustica” parte 5 e parte 6 forniscono una metodologia utile per quantificare le proprietà fonoisolanti e fonoassorbenti dei manufatti in opera; esse costituiscono, pertanto, uno strumento di riferi mento per la stipula di contratti di fornitura di bar riere acustiche che consente di poter verificare sul campo l’effettiva rispondenza della qualità acustica del manufatto e del suo montaggio con i valori di fonoisolamento e fonoassorbimento richiesti a capi tolato.

In generale, sia negli ambienti chiusi sia all’aperto, le misurazioni atte a caratterizzare proprietà acusti che passive necessitano della generazione di un se gnale sonoro da parte di una sorgente che serva da “stimolo” per eccitare l’ambiente. Contestualmente, è necessario rilevare – per mezzo degli strumenti di acquisizione – il segnale generato dalla fonte utiliz zata e, a seconda dei casi, trasmesso, riflesso, diffrat to, riverberato, ecc. dall’ambiente o dal manufatto oggetto di studio. In pratica la sorgente sonora gene

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ra un segnale “di input” x(t) ed il microfono acqui sisce il segnale “di output” y(t) del sistema dinamico costituito dall’ambiente o dal manufatto che si vuole caratterizzare proprio grazie alla introduzione in esso di uno stimolo acustico ed alla sua contestua le rilevazione. h(t) è la funzione rappresentativa del comportamento del sistema che si intende caratte rizzare (Figura 1).

misura in casi specifici. Tra di essi le sequenze di massima lunghezza (Maximum Lenght Sequencesda cui l’acronimo MLS) costituiscono una tipologia di segnale utile per l’esecuzione di indagini acusti che di sistemi lineari tempo invarianti e presentano caratteristiche che i tecnici acustici possono sfruttare a proprio vantaggio. I segnali MLS sono spesso de nominati “pseudocasuali” poiché, pur essendo asso lutamente deterministici (sono generati per mezzo di un algoritmo), presentano alcune caratteristiche assimilabili al segnale casuale (rumore bianco) quali, ad esempio, uno spettro sonoro pressoché privo di “colorazione”, che corrisponde pertanto anche ad una sensazione uditiva simile a quella di un segnale senza contenuto informativo.

Figura 1: Schema di funzionamento del sistema

La teoria dei sistemi definisce quale sia il segnale “principe” di riferimento x(t) da utilizzare per l’a nalisi di un sistema dinamico in generale, sia esso di tipo acustico, meccanico, ecc.: si tratta del co siddetto “impulso” (analiticamente descritto dalla funzione delta di Dirac) ovvero di un segnale estre mamente breve (idealmente istantaneo) e di ener gia sufficiente ad eccitare adeguatamente il sistema, tanto da consentire che esso produca una risposta strumentalmente rilevabile. Il segnale che si rileva nel punto di acquisizione è pertanto denominato “risposta all’impulso” del sistema stesso. Sempre dalla teoria sappiamo che in una risposta all’impul so sono contenute tutte le informazioni sulla risposta dinamica del sistema e, in particolare, la sua risposta in funzione della frequenza. Spesso i tecnici acustici acquisiscono una risposta all’impulso per quantifi care lo spettro del tempo di riverbero (T), tralascian do il restante contenuto informativo che in esso è contenuto perché non necessario per i loro scopi; esso invece consente di quantificare anche molti al tri parametri, tra i quali quelli già precedentemente citati e richiamati dalle norme tecniche. Tradizionalmente in acustica si è fatto uso e si fa ancora largo uso di segnali impulsivi quali il colpo di pistola a salve o gli impulsi generati dalle cosid dette “claquettes” per acquisire una risposta all’im pulso in modo diretto. Esistono tuttavia anche se gnali alternativi al vero e proprio impulso, segnali che integrano e completano le possibilità di studio della risposta acustica di un sistema e che, rispetto all’utilizzo del metodo diretto, presentano caratte ristiche utili a ricercare una migliore qualità della

Le sequenze di massima lunghezza sono generate da uno specifico algoritmo predefinito e sono bi narie (i valori possono essere 0 ed 1) e periodiche con periodo P = 2N-1. N è un numero intero che rappresenta l’ordine della sequenza: definito questo, viene stabilita la lunghezza della sequenza e il nu mero di elementi dopo il quale la sequenza si ripete uguale a sé stessa. Ad esempio, se N=4 si ottiene P=15 e, pertanto, la sequenza si ripete uguale a sé stessa a partire dal sedicesimo elemento.

Ma perché utilizzare proprio questo segnale bina rio come stimolo (ovvero nel caso acustico ripro ducendolo con un altoparlante e acquisendolo con un microfono) per studiare un sistema dinamico?

Per comprendere le proprietà e i possibili vantaggi dell’uso delle MLS occorre richiamare il concetto di cross-correlazione tra segnali. La cross-correlazione tra due segnali x e y è definita dalla relazione mate matica [1], che, in maniera “operativa”, può essere così letta: “Si prende la funzione x(t) e vi si fa “scor rere sopra” la funzione y(t) (grazie all’introduzione della variabile τ che è di fatto uno “shift tempora le”) e, in ogni istante, si valuta l’area sottesa dal pro dotto delle due funzioni (ovvero si calcola l’integrale che ha proprio il significato di area sottesa da una curva)”.

[1]

La nuova funzione avrà come argomento lo “shift temporale” τ (la variabile d’integrazione ovviamen te sparisce) e avrà valore istante per istante pari all’a

rea sottesa dalla sovrapposizione delle due funzioni. Nel caso particolare in cui la funzione x è uguale alla funzione y la cross-correlazione prende il nome di auto-correlazione.

Nella Figura 2 si ha che:

La funzione esponenziale decrescente (linea blu) corrisponde a x(t);

Figura 2: Esempio grafico di calcolo della funzione di cross-correlazione tra 2 segnali (grafico pubblicato da Wikipedia - l’enciclopedia libera) [2]

La funzione porta rettangolare (linea rossa) corri sponde a y(t+τ) e scorre orizzontalmente al di sopra della precedente;

L’area gialla corrisponde all’area sottesa dalla so vrapposizione delle due funzioni istante per istante; La linea nera è la funzione risultante Rxy(τ) e il suo valore corrisponde in ogni punto dell’asse orizzon tale τ al valore dell’area gialla. Si osservi come per le funzioni x e y l’asse orizzontale abbia variabile indipendente “t” mentre per la funzione Rxy(τ) la variabile indipendente sia ovviamente τ e di conse guenza il medesimo asse orizzontale sia da leggere come “t” o “τ” a seconda della funzione a cui si fa riferimento.

Questo vale nel “mondo reale del continuo” ma un’operazione analoga può essere eseguita anche nel “discreto” per i segnali campionati (così come avviene nella pratica degli strumenti di misura elet tronici) e, nello specifico, per segnali campionati e

periodici (come sono le sequenze MLS). La formula può essere pertanto riscritta come [2], con il sim bolo di integrazione sostituito nel discreto da una sommatoria di indice k che avviene tra k=0 e k=P-1 poiché al P-esimo campione la sequenza si ripete.

In un mondo campionato e periodico tutto termina in quell’istante P-1-esimo per poi ripetersi: il tempo non scorre da -∞ a +∞ con incrementi infinitesimi come nel mondo reale, bensì da 0 a P-1 con incre menti finiti di passo pari ad 1.

La proprietà significativa del segnale MLS è quel la di avere una funzione di auto-correlazione (x=y) circolare (in quanto trattasi di funzioni periodiche) che approssima una funzione delta di Dirac; tale ap prossimazione è tanto migliore quanto più è elevato l’ordine della sequenza. Ad esempio, per la prece dentemente citata sequenza di ridottissimo ordine (N=4 – utile per lo scopo illustrativo ma ovviamente insufficiente per l’esecuzione di misurazioni reali), la funzione di autocorrelazione circolare è rappresen tata nella Figura 3: già si può osservare come il suo valore per τ=0 sia significativamente più elevato ri spetto agli altri. Per sequenze di applicazione reale,

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di ordine 15 o anche superiore, l’approssimazione della funzione Delta è di qualità estremamente più elevata.

Questo aspetto ha una conseguenza importantissi ma: per ricavare la risposta all’impulso di un sistema è dunque sufficiente eseguire la cross-correlazione circolare tra il segnale MLS di input e il segnale di output, ossia quello acquisito dal microfono nel pun to di interesse. Purtroppo (anzi per fortuna nostra!) il mondo reale non è però né discretizzato (campio nato) né tantomeno periodico. Occorre pertanto, nella pratica, ricondurre al meglio la modalità di osservazione del sistema reale (continuo e non pe riodico) all’utilizzo delle sequenze MLS campionate e periodiche. A questo fine, ovvero per ricondurre il sistema reale a una situazione iniziale assimilabile a quella di uno scenario di periodicità, la misurazione avviene eseguendo inizialmente una intera sequen za “a vuoto”, ossia riproducendo semplicemente il segnale senza una sua iniziale acquisizione. Solo a partire dalla seconda esecuzione della sequenza si svolge l’effettiva misurazione e il sistema provvede a generare il segnale e a cross-correlarlo con quan to ricevuto in tempo reale dal microfono. Questa procedura consente di pre-eccitare il sistema reale in modo tale da ricreare una situazione non già di “quiete” iniziale come sarebbe necessario per il me todo diretto ma, al contrario, atta a simulare la pe riodica ripetizione della sequenza (ovvero lo “stato di natura” del mondo campionato e periodico in cui

si opera con le sequenze MLS).

Ovviamente la misurazione deve essere gestita da un elaboratore elettronico capace al contempo di generare la sequenza e di acquisire il segnale dal microfono per svolgere l’operazione di cross-corre lazione tra i due segnali.

Il principale vantaggio dell’utilizzo del segnale MLS è quello di poter eseguire la cross-correlazione per un numero consecutivo di sequenze grande a pia cere. Questo ha come risultato quello di esaltare, a ogni successiva ripetizione della sequenza (e della relativa cross-correlazione), il segnale utile della se quenza stessa rispetto al rumore di fondo eventual mente presente: pertanto, più si eleva il numero di ripetizioni della sequenza, più aumenta il rapporto segnale/rumore (+3dB ad ogni raddoppio del nu mero di ripetizioni).

Con questa tecnica di misura è pertanto possibile eseguire rilevazioni delle risposte all’impulso anche in condizioni che sarebbero giudicate non ideali, se non addirittura proibitive, per l’applicazione del metodo diretto quali, ad esempio, la presenza di un elevato rumore di fondo non eliminabile (impianti che non è possibile disattivare, traffico stradale, ecc.)

A questo scopo è sufficiente impostare un adeguato numero di ripetizioni della sequenza per ottenere come risultato una misurazione in cui il rapporto segnale/rumore è sufficiente per la quantificazione dei parametri di interesse.

Nel caso di misurazioni orientate alla caratterizza zione della risposta all’impulso di ambienti chiusi questo metodo consente inoltre di discriminare l’in fluenza del rumore di fondo dall’influenza delle ca ratteristiche acustiche passive della sala sulla qualità dell’ascolto. Si provvede in questo caso a eseguire una misurazione della risposta all’impulso con un elevato numero di ripetizioni della sequenza e, quin di, con un elevato rapporto segnale/rumore; questo elimina in maniera efficace l’influenza del rumore di fondo. Si può così calcolare il parametro STI (o altri parametri di interesse) in un caso ideale in cui nella sala non è presente rumore di fondo significativo. Successivamente si registra con la medesima catena di misura il solo rumore di fondo e lo si miscela con la risposta all’impulso precedentemente acquisita, ottenendo la risposta all’impulso comprensiva del rumore di fondo. Si ripete ora il calcolo del para metro STI a partire dalla risposta all’impulso com prensiva di rumore di fondo: questo secondo valore

risulterà ovviamente inferiore a quello calcolato in precedenza. Il valore di STI ottenuto senza l’in fluenza del rumore di fondo, infatti, è espressione delle massime potenzialità che la sala può esprimere in termini di comprensibilità del parlato: ad esem pio, se il valore di STI così ricavato è giudicato in sufficiente, la sala dovrà giocoforza essere oggetto di trattamenti di correzione acustica perché la qualità minima richiesta non è raggiunta anche nella situa zione ideale di completa eliminazione del rumore di fondo. Infine, la differenza tra i valori di STI ricavati dalle due risposte all’impulso, con e senza rumore di fondo, è indice del contributo del rumore di fondo stesso al deterioramento della qualità dell’ascolto. Nel caso invece di misurazioni orientate alla quan tificazione in opera delle proprietà acustiche dei manufatti schermanti, la misurazione eseguita con tecnica MLS consente di ricavare l’aliquota di ener gia sonora trasmessa oppure riflessa dalla barriera oggetto di studio, senza la necessità di chiudere al traffico l’infrastruttura presso la quale è stata eretta la schermatura e scartando altresì eventuali ulterio ri contributi derivanti da altre fonti sonore poten zialmente disturbanti (impianti esterni a servizio di aziende limitrofe, ecc.) Come già indicato in pre cedenza, nel caso specifico della caratterizzazione delle proprietà acustiche delle barriere, la metodo logia di misura è normata dalla serie di norme UNI EN1793. In particolare, la parte 5 tratta la misu razione dello spettro di assorbimento acustico e la parte 6 quella dello spettro di isolamento acustico.

A esse si rimanda per i dettagli operativi relativi alle attività di misura sul campo e di calcolo in post-pro cessing dei risultati. In questa sede è utile illustrare il principio che sta alla base delle misurazioni: in en trambi i casi, esso è quello di eseguire una analisi nel dominio del tempo della risposta all’impulso rica vata in una specifica e ben precisata configurazione geometrica relativa al posizionamento reciproco di sorgente, barriera e microfoni. Questo allo scopo di isolare - in post-processing - la sola porzione di se gnale trasmessa attraverso la barriera (nel caso della misura di isolamento acustico) oppure riflessa dalla barriera (nel caso della misura di assorbimento acu stico).

In entrambi i casi le misurazioni devono essere svol te sia in presenza della barriera sia in sua assenza, avendo cura di mantenere inalterata la posizione re lativa tra sorgente sonora e postazioni microfoniche.

Il risultato della misura - consistente in uno spettro

di isolamento o di assorbimento acustico - è dato dal raffronto tra le due condizioni di presenza ed assen za della barriera in esame.

Nella Figura 4 è riportato un estratto della norma UNI EN 1793-6 che illustra la configurazione di posizionamento di sorgente sonora e microfoni nel caso di presenza della barriera acustica per una mi surazione di isolamento.

La norma indica in almeno 16 ripetizioni della se quenza MLS il valore minimo utile per l’esecuzione della misurazione. Il numero minimo di ripetizioni è comunque da valutarsi caso per caso da parte dei tecnici operatori sul campo per poter ottenere un adeguato rapporto segnale/rumore. Allo scopo è possibile eseguire una rapida analisi sul campo di una risposta all’impulso richiedendo al sistema di misura di calcolare proprio lo spettro del rapporto segnale/rumore, così da poterne valutare l’entità e regolare adeguatamente il numero di ripetizioni in base alle necessità dello specifico caso in esame.

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Figura 3: Funzione di autocorrelazione circolare di una sequenza di ordine 4 Figura 4: Schema di posizionamentodi sorgente sonora e microfoni rispetto alla barriera acustica secondo la norma UNI EN 1793-6 * Marco Gamarra * ingegnere elettronico specialista in acustica e vibrazioni, titolare dello Studio MRG di Torino.

Premessa

Oggi il cappotto è ritenuto un elemento costruttivo fondamentale per la realizzazione di edifici rispet tosi delle normative vigenti in materia di efficienza energetica e quindi di rispetto per l’ambiente. Ho passato i primi anni della mia storia lavorativa (da metà anni ’70) a combattere tutti i pregiudizi che il cappotto suscitava, a volte anche giustificati da un’iniziale scarsa attenzione all’uso di materiali idonei e a una corretta posa in opera.

Oggi (o meglio, dagli ultimi venti anni) ci sono tutte le informazioni tecniche, le attenzioni, le normative, le scuole di applicazione, affinché il cappotto ven ga realizzato in modo corretto e sia dotato di quel la affidabilità che garantisca una vita utile di oltre venticinque anni (come indicato nel testo delle EAD 040083-00-0404-Documento Europeo di valutazio ne dei sistemi ETICS) senza che si manifestino am maloramenti che ne compromettano la struttura e che incidano sulla sua efficacia.

Grande merito della conoscenza di questo sistema è dovuto alle attività svolte da ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico e da CORTEXA, il progetto associativo di riferimento in Italia per il sistema a cappotto.

Giunto al termine della mia vita lavorativa, ho ri tenuto corretto trasmettere le esperienze vissute nei gruppi di lavoro tra i tecnici di società produttrici, nei laboratori e nei cantieri in cui veniva studiato e applicato il cappotto, scrivendo una Guida Pratica al Cappotto Termico.

Questa guida non ha la pretesa di insegnare alcun ché ma vuole unicamente portare alla conoscenza di chi opera nel settore come progettista, applicatore o direzione dei lavori un insieme di attenzioni e di considerazioni utili ad una corretta progettazione e ad una corretta posa del sistema cappotto.

L’APPLICAZIONE CORRETTA DEL PANNELLO ISOLANTE

In questa logica segue un estratto - il Capi tolo 4 - dalla mia Guida in cui si evidenziano le problematiche e le attenzioni che vanno adottate nell’applicazione dei pannelli iso lanti e del loro corretto fissaggio al supporto tenuto conto che tale operazione rappresenta il cuore del sistema cappotto.

Tengo a ricordare i tre documenti fondamentali re lativi alla progettazione e applicazione del cappotto:

• UNI TR 11715 – Isolanti termici - Progettazio ne e messa in opera dei sistemi isolanti termici per l’esterno (ETICS)

• UNI 11716 – Figure professionali che eseguono la posa di ETICS

• Manuale per l’applicazione del sistema cappot to – redatto da Cortexa

L’applicazione corretta del pannello isolante

Una delle prime attenzioni del progettista deve es sere quella di verificare il buono stato del supporto e, se necessario, individuare il ciclo più idoneo per risanarlo. Questo in quanto l’adesione dei pannelli isolanti al supporto deve essere assolutamente certa e sicura.

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di * Carlo Castoldi

Un pannello mal incollato o incollato precariamen te al supporto (anche se successivamente tassellato) subisce delle conseguenze a causa degli shock termi ci cui è sottoposto:

• Non mantiene la sua planarità e inficia l’estetica del sistema, oltre a compromettere la stabilità. L’immagine mostra come la superficie interna del pannello isolante è meno sollecitata dagli shock termici, ma viene sottoposta a sollecitazioni im portanti da ciò che accade sulla superficie esterna del pannello isolante.

• Non riduce le tensioni sulla rasatura armata nelle zone di accostamento dei pannelli riducendo l’af fidabilità del sistema nel suo insieme.

• Innesca movimenti reciproci ed in contrasto tra supporto e pannello isolante che a breve termine inficiano l’affidabilità del sistema.

• I pannelli fibrosi sono molto meno interessati da questi problemi e se anche presentano scarsa re sistenza di adesione al collante, tale caratteristica negativa viene normalmente sopperita da tasselli di maggiore dimensione della testa, dall’orienta

Con questi metodi di incollaggio il pannello isolan te è vincolato al supporto lungo tutto il perimetro e all’interno, o su tutta la superficie interna se il sup porto è piano e pertanto non può né deformarsi né indurre tensioni oltremodo elevate sulla rasatura armata soprastante. Da queste considerazioni si ca pisce l’importanza di operare su un supporto sano e meccanicamente consistente in tutto il suo spessore, e l’importanza della perfetta adesione del collante al pannello coibentante.

Le normative prevedono prove di adesione tra col lante e supporto (prove su Laterizio e Cls), sia allo stato secco (Dry), che dopo immersione per un certo numero di ore in acqua e asciugatura. Lo stesso di casi per l’adesione tra collante e pannello isolante

che prevedono sistemi di ancoraggio dei pannelli isolanti pressoché unicamente meccanici e su sotto fondi di dubbia resistenza meccanica, ma in queste situazioni è necessaria un’attenta visione del produt tore al fine di non commettere errori e seguire un preciso protocollo di posa.

È bene soffermarci, per ultimo, su un aspetto fun zionale del cappotto: il sistema ha uno strato isolan te posto all’esterno dell’involucro edile. Tale strato isolante svolge, oltre alla funzione di ridurre le di spersioni termiche delle superfici opache, anche la funzione di proteggere l’involucro edile (tampona menti e strutture in c.a.) dagli shock termici e quindi evitare o ridurre sensibilmente i danni che si pro vocano sulle strutture se esposte direttamente agli

• Crea forti tensioni sui precari punti di incollaggio determinandone il distacco e lasciando ai soli tas selli il compito di sostenere l’adesione del cappotto al supporto. A distacco avvenuto dal supporto si deve tener presente che il pannello non ritorna più nella posizione iniziale, spostandosi sulla parete, rigonfiandola e forzando i tasselli.

mento delle fibre e da un metodo di incollaggio più diffuso sulla superficie del pannello stesso. Inoltre, le tensioni che si riscontrano su tali pan nelli sono di molto ridotte vista la struttura fibrosa del pannello.

Si rimanda ai paragrafi 9.1.1 e 9.1.2 delle UNI 11715 per ogni indicazione di corretto incollaggio di pannelli isolanti.

termico. I risultati di queste prove sono, ad esempio, riportati sui Benestare Tecnici Europei ETA relativi ai singoli sistemi.

Al termine di queste prime considerazioni sui com portamenti dei pannelli isolanti e le loro interazioni con il supporto si evidenzia che non si devono ma nifestare, negli anni, movimenti reciproci che inde boliscono o rompano l’unione tra supporto e strato isolante, che devono risultare saldamente vincolati tra loro.

È vero che esistono soluzioni di cappotto termico

sbalzi di temperatura giornalieri e stagionali. Mettere in “quiete termica” gli edifici a struttura in c.a. e tamponamento in laterizio, spesso soggetti a vistose fessurazioni tra parete in laterizio e struttura in c.a., rappresenta un plus incalcolabile per la vita degli edifici, particolarmente quelli del dopoguerra e quelli del “dopo legge 373”.

La protezione del cappotto al manufatto su cui è ap plicato non è solo quella di natura termica, che resta comunque la principale e più importante protezio ne, ma il cappotto svolge anche una protezione dai

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Questi sono gli schemi di incollaggio indicati sulle citate UNI. Esempio di Benestare Tecnico Europeo ETA.

gas inquinanti, dal deposito dello smog, dalle infil trazioni d’acqua, dal gelo e disgelo e comunque da tutte quelle azioni che siamo abituati a considerare come azione disgregante sui manufatti edili.

Esempio di shock termici su parete esposta ad ovest, prima e dopo Cappotto.

Il fissaggio meccanico dei pannelli isolanti In un cappotto su edifici esistenti, il fissaggio mec canico delle lastre isolanti è fondamentale ed impre scindibile per una corretta affidabilità del sistema. Come lavora il tassello e quale funzione svolge:

un effetto di ammorsamento che preme il pannel lo contro il supporto.

Attenzione: il tassello non viene impiegato per so stenere il peso del sistema - non deve lavorare a ”ta glio”; il tassello lavora con forze assiali di fissaggio di elementi contro il supporto.

Si tratta di un’elevata pressione che crea un effetto attrito dell’isolante con la parete, non consentendo allo strato isolante movimenti di ritiro e dilatazione dannosi alla corretta vita del cappotto, questa for za inoltre, contrasta l’azione depressiva che il vento esercita in alcune zone specifiche della facciata.

Ricordiamo l’Appendice B delle UNI 11715 - 2018

Quantità dei Tasselli, da consultare per una corretta quantificazione dei tasselli da impiegare in facciata zona per zona.

Questo è lo schema delle forze che agiscono sul tas sello:

B - Il peso del sistema, che per altro è supportato dallo strato collante che lavora a “taglio”;

A - La forza di pressione esercitata dalla testa del tassello sul pannello isolante termico - si tratta di

Premesso che queste azioni di ammorsamento si manifestano solo se il tassello è delle giuste dimen sioni in ragione dello spessore dell’isolante, della ti pologia del supporto e di una corretta posa, è chiaro che in un intervento su edificio esistente è necessaria la precisa individuazione del tipo di tassello da im piegare e una verifica dei suoi valori di strappo. Nell’applicazione di un cappotto su esistente è im prescindibile l’impiego di tasselli anche se si è ese guito un diffuso risanamento del supporto per avere la certezza dell’aderenza del sistema alle superfici esistenti.

Come calcolare la misura del tassello

Schemi estratti da documento tecnico EJOT®

• h1 Profondità del foro

• hef Profondità di ancoraggio effettiva=prof. ancoraggio nominale

• Ttol Tolleranza di compensazione (=intonaco + collante)

• hg Spessore pannello isolante

Misura del tassello = hef+Ttol+hg

A questi parametri vanno aggiunte le caratteristi che specifiche meccaniche di ogni tipo di tassello

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Tabella estratta da documento tecnico EJOT® riferita ad un tassello specifico.

in funzione del supporto su cui viene applicato che consentiranno di progettarne il tipo e la quantità se condo le varie zone di parete (vedi UNI 11715 ap pendici B e C), oltre alle dimensioni e alla tipologia di pannello isolante termico.

A solo titolo di esempio si riporta una specifica di un tassello tipo per cappotto.

Si tenga presente che nelle indicazioni delle UNI 11715 (Appendice B) si prendono come riferimento, per l’impiego corretto dei tasselli, valori di estrazio ne dei tasselli dal supporto (carico) alquanto bassi: 15/20 kg ovvero 0,20/0,15 KN. Questi valori de vono risultare dopo aver ridotto il valore di prova con un coefficiente di sicurezza pari a 4. In parole semplici il valore medio di strappo non deve essere inferiore a 60/80 kg ovvero 0,6/0,8 KN.

Altra osservazione riguarda la dimensione della te

sta del tassello, la sua rigidità o scarsa deformabilità e la posizione sul pannello, al fine di evitare lo “sfi lamento” del pannello (pull-through) attraverso la testa del tassello stesso.

Il problema non è specifico di pannelli rigidi, ma interessa in particolare i pannelli fibrosi che oltre a richiedere un aumento del diametro della testa dei tasselli con appositi piattelli, vogliono un posiziona mento specifico dei tasselli, posizionandoli distanti dal bordo dei pannelli isolanti.

Si rimanda ad un’attenta lettura delle UNI 11715 per il calcolo della tipologia ed il numero dei tassel li in base alla spinta e depressione del vento. Resta evidente l’importanza di questo componente in par ticolare per la sua applicazione su edifici esistenti di notevole altezza o di superfici orizzontali su piani pilotis.Per ultimo si vuole richiamare una grande at

tenzione alla posa in opera del tassello. Attenzione! Un paio di errori abbastanza ricorrenti ed abbastanza gravi.

Primo errore: foratura

Il foro per il tassello va fatto di profondità superiore alla lunghezza del tassello, in modo che il tassello stesso possa infilarsi agevolmente. Il diametro del foro non deve essere superiore al diametro del gam bo del tassello. Per materiali quali il laterizio, il ce mento alleggerito, leca, tufo ecc. non bisogna mai impiegare la percussione, onde evitare rotture del supporto.

Secondo errore: percussione del tassello Qualora il tassello sia a percussione e non ad avvita mento, il colpo sul puntale va dato per far espandere il tassello, una volta che il puntale è del tutto inse rito nel tassello facendogli fare presa nel supporto e il piattello è perfettamente in piano con il pannello isolante termico, non occorre assestare più alcun colpo di martello, che rischierebbe di frantumare il supporto nel punto in cui il tassello ha fatto presa, nella sua espansione, annullando in tal modo la pre sa del tassello.

Se si assesta un ulteriore colpo al tassello che ha fatto la sua presa all’interno del supporto si rischia fortemente di rompere il supporto nel punto dove il

Attenzione a non dare ulteriori colpi quando il tassello ha fatto presa.

neo-Eubios 81 39 Settembre 2022 neo-Eubios 81 38 Settembre 2022
A Tassello a filo B Tassello incassato A B

tassello ha fatto presa facendo affondare il tassello nel pannello isolante termico, senza più offrire resi stenza ed azione di tenuta.

La conseguenza di questa errata manovra è quella di avere tasselli senza alcuna resistenza di fissaggio (spesso bastano due dita per toglierli). In genere il posatore, per mascherare l’errore ripetuto, stucca il buco fatto nel pannello isolante riempiendolo di malta rasante, andando successivamente a compro mettere l’omogeneità cromatica della parete.

Fasi di corretta tassellatura

Il tassello è anche caratterizzato da un coefficiente di conducibilità termica puntuale che si distingue in valore se il tassello è montato a “filo” esterno del pannello isolante o se è montato “incassato”.

Oggi esistono tasselli certificati secondo normativa ETAG 0014 che, anche se non applicati a scompar sa, possono essere ritenuti a “taglio termico”, e che influenzano minimamente le dispersioni attraverso il sistema cappotto. Sono tasselli all’interno dei quali è presente l’elemento di fissaggio in materiale poco disperdente o protetto con materiale isolante. Per ultimo, è importante assicurarsi che in fase di posa i tasselli vengano inseriti in posizione corretta, secondo gli schemi accennati e soprattutto in cor rispondenza dello strato di colla posto sotto il pan nello isolante, in modo che l’ammorsamento indot to dal tassello non crei avvallamenti esteticamente poco accettabili.

EUREKA consente l’aggregazione delle informazioni relative agli elementi opachi, agli elementi trasparenti e ai ponti termici e può essere utilizzato per calcolare il coefficiente H’T, la trasmittanza termica media Um e la trasmittanza termica per le detrazioni.

neo-Eubios 81 40 Settembre 2022
Il software per il calcolo del coefficiente H’T e della trasmittanza termica media Um
* Ing. Carlo Castoldi – Comitato Tecnico Scientifico di Rete IRENE

I NUOVI CAM IN EDILIZIA

Novità su efficienza energetica e comfort acustico di

* Valeria Erba e Matteo Borghi

Il 4 dicembre 2022 entreranno in vigore i nuovi Cri teri Ambientali Minimi in edilizia - DM 23 giugno 2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 agosto 2022. Il precedente decreto di riferimento, ancora vigente alla data di pubblicazione di questo docu mento, è il DM 11 ottobre 2017 che verrà infatti abrogato il 3 dicembre 2022.

Cosa sono i CAM?

I CAM sono prescrizioni di sostenibilità obbliga torie o premianti per i nuovi edifici e gli interventi su edifici esistenti della pubblica amministrazione. Oltre che negli appalti pubblici, una piccola parte di questi criteri è necessaria per l’accesso alle detra zioni fiscali del Superbonus 110%. Il DL 34/2022, convertito in legge con la legge 77/2022, infatti, all’art. 119 comma 1.a prevede che per interventi trainanti di isolamento termico i materiali isolanti debbano rispettare i CAM. Quindi, nel caso si voles se accedere all’incentivo, è necessaria la verifica dei requisiti previsti per i materiali isolanti.

Applicazione

Si premette che i criteri contenuti nel decreto CAM, in base a quanto previsto dall’art 34 del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50 sugli appalti pubblici: - costituiscono criteri progettuali obbligatori che il progettista affidatario o gli uffici tecnici del la stazione appaltante (nel caso in cui il progetto sia redatto da progettisti interni) utilizzano per la redazione del progetto di fattibilità tecni co-economica e dei successivi livelli di proget tazione;

- costituiscono criteri progettuali obbligatori che l’operatore economico utilizza per la redazione del progetto definitivo o esecutivo nei casi

consentiti dal Codice dei Contratti o di affida mento congiunto di progettazione ed esecuzione lavori, sulla base del progetto posto a base di gara. Il nuovo DM introduce l’obbligo di presentare una Relazione CAM. Per ogni singolo criterio, al fine di dimostrarne la conformità, è richiesta quindi una relazione nella quale siano descritte le soluzio ni adottate per raggiungere le prestazioni minime e premianti richieste.

Inoltre, il progettista, dà evidenza dei motivi di ca rattere tecnico che hanno portato all’eventuale ap plicazione parziale o mancata applicazione delle specifiche tecniche. Ciò può avvenire, ad esempio, per i seguenti motivi:

- prodotto da costruzione o impianto non previsto dal progetto;

- particolari condizioni del sito che impediscono la piena applicazione di uno o più specifiche tecni che, ad esempio una ridotta superficie di interven to in aree urbane consolidate che ostacola la piena osservanza della percentuale di suolo permeabile o impossibilità di modifica delle facciate di edifi ci esistenti per garantire la prestazione richiesta sull’illuminazione naturale;

- particolari destinazioni d’uso a utilizzo saltuario, quali locali tecnici o di servizio magazzini, struttu re ricettive a bassa frequentazione, per le quali non sono congruenti le specifiche relative alla qualità ambientale interna e alla prestazione energetica.

Prescrizioni

Il documento, come il precedente, è suddiviso per capitoli in funzione dell’ambito di verifica: specifi che tecniche progettuali di livello territoriale-urba nistico, specifiche tecniche progettuali per gli edifici, specifiche tecniche per i prodotti da costruzione, specifiche tecniche progettuali relative al cantiere,

criteri premianti. Per quanto riguarda efficienza energetica e acustica il nuovo decreto introduce no vità sostanziali sia nei criteri per gli edifici che nei criteri per i materiali. Di seguito riportiamo una sin tesi delle maggiori modifiche che riguardano i nostri settori di competenza.

2.3 Specifiche tecniche progettuali di livello territoriale-urbanistico

Nel criterio 2.3.3 “Riduzione dell’effetto “isola di calore estiva” e dell’inquinamento atmosferico”, fatte salve le indicazioni previste da eventuali Regolamenti del verde pubblico e privato in vigore nell’area oggetto di intervento, per i pro getti di interventi di nuova costruzione e di ristrut turazione urbanistica viene introdotta (punto g) la necessità che per le coperture degli edifici (a esclu sione delle superfici utilizzate per installare attrezza ture, volumi tecnici, pannelli fotovoltaici, collettori solari e altri dispositivi), siano previste sistemazioni a verde, oppure tetti ventilati o materiali di copertura che garantiscano un indice SRI di almeno 29 nei casi di pendenza maggiore del 15%, e di almeno 76 per le coperture con pendenza minore o uguale al 15%. (Con SRI si intende Solar Reflectance Index o indice di riflessione solare, ossia la temperatura rela tiva di una superficie in rapporto al bianco standard (SRI=100) e al nero standard (SRI=0) in condizioni ambientali e solari standard).

Nel criterio 2.3.7 Approvvigionamento energetico, in caso di aree di nuova edificazione o di ristrutturazione urbanistica, il fabbisogno energeti co complessivo degli edifici deve essere soddisfatto, per quanto possibile, da impianti alimentati da fonti rinnovabili che producono energia in loco o nelle vi cinanze, favorendo in particolare la partecipazione a comunità energetiche rinnovabili.

2.4 Specifiche tecniche progettuali per gli edifici

Questo capitolo è fondamentale per la progettazio ne/realizzazione di nuovi edifici o interventi su edi fici esistenti.

Criterio 2.4.1 sull’obbligo di diagnosi ener getica

Il progetto di fattibilità tecnico economica per la ri strutturazione importante di primo e di secondo li

vello di edifici con superficie utile uguale o superiore a 1000 metri quadrati e inferiore a 5000 metri qua drati, è predisposto sulla base di una diagnosi ener getica “standard”, basata sul metodo quasi staziona rio e conforme alle norme UNI CEI EN 16247-1 e UNI CEI EN 16247-2 ed eseguita secondo quanto previsto dalle Linee Guida della norma UNI/TR 11775.

Il progetto di fattibilità tecnico economica per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione im portante di primo e secondo livello di edifici con superficie utile uguale o superiore a 5000 metri quadrati, è predisposto sulla base di una diagnosi energetica “dinamica”, conforme alle norme UNI CEI EN 16247-1 e UNI CEI EN 16247-2 ed ese guita secondo quanto previsto dalle Linee Guida della norma UNI/TR 11775, nella quale il calcolo del fabbisogno energetico per il riscaldamento e il raffrescamento è effettuato attraverso il metodo di namico orario, indicato nella norma UNI EN ISO 52016-1; tali progetti, sono inoltre supportati da una valutazione dei costi benefici compiuta sulla base dei costi del ciclo di vita secondo la UNI EN 15459.

Criterio 2.4.2 sulla prestazione energetica In tale criterio si sottolinea l’importanza dei criteri minimi di legge per l’efficienza energetica invernale introducendo la verifica di nZEB anche per le ri strutturazioni importanti di primo livello, e si soffer ma sul definire dei nuovi parametri per l’efficienza energetica estiva. Il DM 11 ottobre 2017 aveva già introdotto una verifica sull’involucro dal punto di vista estivo, che viene parzialmente modificata to gliendo la verifica di Cip e inserendo la verifica della trasmittanza termica periodica, parametro già pre sente per legge, ma reso qui più restrittivo. Resta la possibilità di valutare il comportamento in regime dinamico tramite la temperatura operante, vengo no però cambiate le condizioni di valutazione, che chiedono tutto il periodo di raffrescamento. Ripor tiamo di seguito la sintesi del criterio. I progetti degli interventi di nuova costruzione, di demolizione e ricostruzione e di ristrutturazione importante di primo livello, garantiscono adeguate condizioni di comfort termico negli ambienti interni tramite una delle seguenti opzioni: a. verifica che la massa superficiale di cui al comma 29 dell’Allegato A del decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192, riferita ad ogni singola struttura opa

neo-Eubios 81 43 Settembre 2022 neo-Eubios 81 42 Settembre 2022

ca verticale dell’involucro esterno sia di almeno 250 kg/m2;

b. verifica che la trasmittanza termica periodica Yie riferita ad ogni singola struttura opaca dell’in volucro esterno, calcolata secondo la UNI EN ISO 13786, risulti inferiore al valore di 0,09 W/m²K per le pareti opache verticali (ad eccezione di quelle nel quadrante Nordovest/Nord/Nord-Est) ed inferiore al valore di 0,16 W/m²K per le pareti opache oriz zontali e inclinate;

c. verifica che il numero di ore di occupazione del locale, in cui la differenza in valore assoluto tra la temperatura operante (in assenza di impianto di raffrescamento) e la temperatura di riferimento è inferiore a 4°C, risulti superiore all’85% delle ore di occupazione del locale tra il 20 giugno e il 21 set tembre.

I progetti degli interventi di ristrutturazione impor tante di secondo livello, riqualificazione energetica e ampliamenti volumetrici non devono peggiorare i requisiti di comfort estivo. La verifica può essere svolta tramite calcoli dinamici o valutazioni sulle singole strutture oggetto di intervento.

Criterio 2.4.11 “Prestazioni e comfort acustici”

Per quanto riguarda gli aspetti di acustica edilizia, il D.M. 23 giugno 2022 ha aggiornato e ampliato le prescrizioni del D.M. 11 ottobre 2017. L’approccio generale resta lo stesso. Vengono im posti limiti più restrittivi rispetto alla normativa in vigore. Nei casi che fanno eccezione, come ad esem pio l’isolamento acustico di facciata delle scuole, il nuovo decreto specifica che restano prevalenti le prescrizioni del D.P.C.M. 5-12-1997.

Il Paragrafo 2.4.11 “Prestazioni e comfort acustici” in sintesi riporta che:

1. I requisiti acustici passivi dei singoli elementi tecnici dell’edificio devono corrispondere alme no alla classe II di UNI 11367 (Classificazione acustica delle unità immobiliari);

2. I singoli elementi tecnici di ospedali e case di cura devono soddisfare il livello di “prestazione superiore” nell’Appendice A (Requisiti acustici di ospedali e scuole) di UNI 11367 e i valori di “prestazione buona” nell’Appendice B (Isola mento acustico tra ambienti di uso comune e ambienti abitativi) della stessa norma;

3. Le scuole devono soddisfare almeno i valori di

requisiti acustici passivi e di comfort acustico interno indicati nella UNI 11532-2 (Caratteri stiche acustiche interne di ambienti confinati –Settore scolastico);

4. Gli ambienti interni, a esclusione delle scuole, devono rispettare i valori indicati nell’appen dice C (Caratteristiche acustiche interne degli ambienti) della UNI 11367.

I limiti restano quindi in gran parte del tutto simili al Decreto CAM 2017. Ma una novità da evidenziare è la specifica che le prescrizioni riguardano “singoli elementi tecnici”. Pertanto anche se in UNI 11367 la classe acustica è identificabile come una “presta zione media” dell’intera unità immobiliare, per il Decreto CAM i valori della Classe II si applicano alle singole partizioni.

Inoltre, è stato aggiornato il riferimento normativo per la qualità acustica delle scuole, citando corretta mente la UNI 11532-2.

Una innovazione introdotta dal Decreto CAM 2022 sono le regole sui requisiti acustici per interventi su edifici esistenti. In caso di “ristrutturazione totale degli elementi edilizi”, il Decreto indica di applicare i limiti validi per le nuove costruzioni. Per ristrut turazioni “non totali”, occorre migliorare i requisiti acustici preesistenti. Il miglioramento non è richie sto:

• se l’elemento tecnico già rispetta le prescrizioni CAM;

• se esistono vincoli architettonici o divieti da re golamenti edilizi/locali;

• in caso di impossibilità tecnica.

La sussistenza di questi aspetti va dimostrata con una relazione redatta da tecnico competente in acu stica. Nel caso non sia possibile apportare un miglio ramento, va assicurato almeno il mantenimento dei requisiti acustici preesistenti.

Come nel 2017, anche il Decreto 2022 indica che i progettisti devono evidenziare il rispetto dei criteri di acustica con una relazione di calcolo previsionale e una relazione di collaudo in opera a fine lavori.

Viene però specificato che le relazioni devono essere redatte da tecnico competente in acustica secondo le norme tecniche vigenti.

2.5 Specifiche tecniche per i prodotti da costruzione

Viene specificato in premessa che, per i prodotti da costruzione dotati di norma armonizzata, devono

essere rese le dichiarazioni di prestazione (DoP) in accordo con il regolamento prodotti da costruzione 9 marzo 2011, n. 305 e il decreto legislativo 16 giu gno 2017 n. 106.

Inoltre, vengono parzialmente modificate le moda lità di valutazione della % minima di riciclato pre vista per i singoli materiali e a esse viene aggiunta la possibilità di considerare anche il sottoprodotto.

Quindi il valore percentuale del contenuto di ma teria riciclata ovvero recuperata ovvero di sotto prodotti, potrà essere dimostrato tramite una delle seguenti opzioni, producendo il relativo certificato nel quale sia chiaramente riportato il numero del lo stesso, il valore percentuale richiesto, il nome del prodotto certificato, le date di rilascio e di scadenza:

1. Una dichiarazione ambientale di Prodotto di Tipo III (EPD), conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma UNI EN ISO 14025, quali ad esempio lo schema internazionale EPD© o EPDItaly©, con indicazione della percentuale di materiale riciclato ovvero recuperato ovvero di sottoprodotti, specificandone la metodologia di calcolo;

2. Certificazione “ReMade in Italy®” con indica zione in etichetta della percentuale di materiale riciclato ovvero di sottoprodotto;

3. Marchio “Plastica seconda vita” con indicazio ne della percentuale di materiale riciclato sul certificato;

4. Per i prodotti in PVC, una certificazione di prodotto basata sui criteri 4.1 “Use of recycled PVC” e 4.2 “Use of PVC by-product”, del mar chio VinylPlus Product Label, con attestato del la specifica fornitura;

5. Una certificazione di prodotto, basata sulla trac ciabilità dei materiali e sul bilancio di massa, rilasciata da un organismo di valutazione della conformità, con l’indicazione della percentuale di materiale riciclato ovvero recuperato ovvero di sottoprodotti;

6. Una certificazione di prodotto, rilasciata da un Organismo di valutazione della conformità, in conformità alla prassi UNI/PdR 88 “Requisiti di verifica del contenuto di riciclato e/o recupe rato e/o sottoprodotto, presente nei prodotti”, qualora il materiale rientri nel campo di appli cazione di tale prassi.

Per quanto riguarda i materiali plastici, questi pos sono anche derivare da biomassa, conforme alla norma tecnica UNI-EN 16640. Le plastiche a base biologica consentite sono quelle la cui materia pri ma sia derivante da una attività di recupero o sia un sottoprodotto generato da altri processi produttivi.

Non è più prevista la cosiddetta “autocertificazio ne”, però sono fatte salve le asserzioni ambientali auto-dichiarate, conformi alla norma UNI EN ISO 14021, validate da un organismo di valutazione del la conformità, in corso di validità alla data di entrata in vigore del presente documento e fino alla scaden za della convalida stessa.

In questo capitolo ci soffermeremo sul criterio 2.5.7 Isolanti termici e acustici che sostituisce il precedente 2.4.2.9.

Le novità introdotte dal DM 23 giugno 2022, per quanto riguarda i materiali isolanti riguardano:

• nuovo riferimento per i materiali isolanti al pun to 2.5.7;

• aggiornamento dei criteri comuni con il requi sito sulle sostanze pericolose e obbligo di mar catura CE per gli isolanti termici utilizzati per l’isolamento dell’involucro dell’edificio;

• nuova tabella di prescrizione sul contenuto di riciclato e nuovi metodi per attestarlo (come ri portati già).

Viene poi esplicitato che, ai fini del presente criterio, per isolanti si intendono quei prodotti da costruzio ne aventi funzione di isolante termico ovvero acusti co, che sono costituiti:

a) da uno o più materiali isolanti. Nel qual caso ogni singolo materiale isolante utilizzato, rispetta i re quisiti qui previsti;

b) da un insieme integrato di materiali non isolanti e isolanti, per esempio laterizio e isolante. In questo caso solo i materiali isolanti rispettano i requisiti qui previsti.

Criteri per i materiali isolanti termici di involucro

c) I materiali isolanti termici utilizzati per l’isola mento dell’involucro dell’edificio, esclusi, quindi, quelli usati per l’isolamento degli impianti, devono possedere la marcatura CE, grazie all’applicazione di una norma di prodotto armonizzata come ma teriale isolante o grazie a un ETA per cui il fabbri

neo-Eubios 81 45 Settembre 2022 neo-Eubios 81 44 Settembre 2022

cante può redigere la DoP (dichiarazione di presta zione) e apporre la marcatura CE. La marcatura CE prevede la dichiarazione delle caratteristiche essenziali riferite al Requisito di base 6 “risparmio energetico e ritenzione del calore”. In questi casi il produttore indica nella DoP, la conduttività termica con valori di lambda dichiarati λD (o resistenza ter mica RD). Per i prodotti pre-accoppiati o i kit, è pos sibile fare riferimento alla DoP dei singoli materiali isolanti termici presenti o alla DoP del sistema nel suo complesso. Nel caso di marcatura CE tramite un ETA, nel periodo transitorio in cui un ETA sia in fase di rilascio, oppure la pubblicazione dei relativi riferimenti dell’EAD per un ETA già rilasciato non sia ancora avvenuta sulla GUUE, il materiale ovve ro componente può essere utilizzato purché il fab bricante produca formale comunicazione del TAB

TABELLA

(Technical Assessment Body) che attesti lo stato di procedura in corso per il rilascio dell’ETA e la pre stazione determinata per quanto attiene alla soprac citata conduttività termica (o resistenza termica).

Criteri comuni per tutti i materiali isolanti

d) non sono aggiunte sostanze incluse nell’elenco di sostanze estremamente preoccupanti candidate all’autorizzazione (Substances of Very High Con cern-SVHC), secondo il regolamento REACH (Re golamento (CE) n.1907/2006), in concentrazione superiore allo 0,1% (peso/peso). Sono fatte salve le eventuali specifiche autorizzazioni all’uso previ ste dallo stesso Regolamento per le sostanze inserite nell’Allegato XIV e specifiche restrizioni previste

Materiale Contenuto cumulativo di materiale recuperato, riciclato ovvero sottoprodotti

Cellulosa (gli altri materiali di origine legnosa rispondono ai requisiti di cui al criterio “2.5.6 - Prodotti legnosi”).

80%

Lana di vetro 60%

Lana di roccia 15%

Vetro cellulare 60%

Fibre in poliestere 50% (per gli isolanti composti da fibre di poliestere e materiale rinnovabile, tale percentuale minima può essere del 20% se il contenuto di materiale da fonte rinnovabile è almeno pari all’85% del peso totale del prodotto. Secondo la norma UNI EN ISO 14021 i materiali rinnovabili sono composti da biomasse provenienti da una fonte vivente e che può es sere continuamente reintegrata.)

Polistirene espanso sinterizzato (di cui quan tità minima di riciclato 10%) 15%

Polistirene espanso estruso (di cui quantità minima di riciclato 5%) 10%

Poliuretano espanso rigido 2%

Poliuretano espanso flessibile 20%

Agglomerato di poliuretano 70%

Agglomerato di gomma 60%

Fibre tessili 60%

nell’Allegato XVII del Regolamento; e) non sono prodotti con agenti espandenti che cau sino la riduzione dello strato di ozono (ODP), come per esempio gli HCFC; f) non sono prodotti o formulati utilizzando cataliz zatori al piombo, quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma di plastica; g) se prodotti da una resina di polistirene espandi bile, gli agenti espandenti devono essere inferiori al 6% del peso del prodotto finito; h) se costituiti da lane minerali, sono conformi alla Nota Q o alla Nota R di cui al regolamento (CE) n.1272/2008 (CLP) e s.m.i.;

Nel criterio sulla % minima di riciclato viene chia rito che i materiali isolanti non elencati in tabella si possono ugualmente usare, e per essi non è richiesto un contenuto minimo di una delle tre frazioni an zidette.

Il punto i) quindi cita: se sono costituiti da uno o più dei materiali elencati nella seguente tabella, tali materiali devono contene re le quantità minime di materiale riciclato ov vero recuperato o di sottoprodotti ivi indicate, misurate sul peso, come somma delle tre frazioni.

te”.

Criteri premianti

Tra i criteri premianti, merita di essere citato il crite rio 4.3.3 Prestazione energetica migliorativa È attribuito un punteggio premiante al progetto che prevede prestazioni energetiche migliorative rispet to al progetto posto a base di gara e, precisamente: a) nel caso di nuove costruzioni, demolizioni e rico struzioni, ampliamenti superiori ai 500 m3 e ristrut turazioni importanti di primo livello, che conseguo no una riduzione del 10% rispetto al valore limite (EPgl, nren, rif, standard (2019,2021)) per la classe A4 di cui all’allegato 1 del decreto interministeriale 26 giugno 2015 «Adeguamento linee guida nazio nali per la certificazione energetica degli edifici»; b) nel caso di ristrutturazioni importanti di secondo livello riguardanti l’involucro edilizio opaco, si ri chiede una riduzione dell’indice di prestazione ter mica utile per riscaldamento EPH,nd di almeno il 30% rispetto alla situazione ante operam. Nel caso di riqualificazione integrale della superficie disper dente, si richiede una percentuale di miglioramento del 50%.

Per il professionista, la verifica prevede che: - per i punti da “c” a “g”, sia in possesso di una dichiarazione del legale rappresentante del pro duttore, supportata dalla documentazione tecni ca, quali le schede dei dati di sicurezza (SDS), se previste dalle norme vigenti, o rapporti di prova, che sottoscriva la conformità ai criteri suddetti; - per il punto “h”, le informazioni riguardanti la conformità della fibra minerale alla Nota Q o alla Nota R sono contenute nella scheda infor mativa redatta ai sensi dell’articolo 32 del Re golamento certificazione (per esempio EUCEB) conforme alla norma ISO 17065 che dimostri, tramite almeno una visita ispettiva all’anno, che la fibra è conforme a quella campione sottoposta al test di biosolubilità; - per il punto “i”, le percentuali di riciclato indicate sono verificate secondo quanto previsto al para grafo “2.5 - Specifiche tecniche per i prodotti da costruzione - indicazioni alla stazione appaltan

neo-Eubios 81 47 Settembre 2022 neo-Eubios 81 46 Settembre 2022

* Valeria Erba, Presidente ANIT Matteo Borghi, Staff tecnico ANIT

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I software ANIT permettono di calcolare tutti i parame tri energetici, igrotermici e acustici degli edifici. I software sono utilizzabili in base alla tipologia di associazione (Socio Individuale o Socio Individuale Più) per 12 mesi e su 3 computer. I software sono sviluppati per ambiente Windows (da Windows 7 in poi).

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ICARO è il software della suite ANIT per la simulazione dinamica oraria degli edifici in accordo con UNI EN ISO 52016-1:2018. dati climatici utilizzati per la simulazione sono presi in accordo con UNI 10349:2016 oppure possono essere caricati dall’utente in formato .xls.

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Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco.
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Simulazione dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211. Software ANIT Sviluppato da TEP s.r.l. L’uso del presente software dei relativi risultati sono di esclusiva competenza responsabilità dell’utente. Tutti diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata vietata. Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it software@anit.it
delle Legge 10/91. Analisi del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 parte 1, 2, 3, 4, 5 e 6 Software ANIT Sviluppato da TEP s.r.l. L’uso del presente software dei relativi risultati sono di esclusiva competenza responsabilità dell’utente. Tutti diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata vietata. Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it software@anit.it Software APOLLO 1.0 • Calcolo del valore di trasmittanza termica del serramento U w in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077-1 • Calcolo del valore di coefficiente di trasmissione solare totale ggl+sh secondo UNI EN 133363-1 Simulazione dinamica oraria degli edifici secondo UNI EN ISO 520161:2018 Software ANIT Sviluppato da TEP s.r.l. L’uso del presente software dei relativi risultati sono di esclusiva competenza responsabilità dell’utente. Tutti diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata vietata. Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it software@anit.it Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature. Software ANIT Sviluppato da TEP s.r.l. L’uso del presente software dei relativi risultati sono di esclusiva competenza responsabilità dell’utente. Tutti diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata vietata. Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it software@anit.it ANIT
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Periodico trimestrale anno XXIII - n. 81 Settembre 2022

Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126

Grafica e impaginazione Beatrice Mammi Distribuzione in abbonamento postale Associato A.N.E.S. - Associazione Nazionale Editoriale Periodica Specializzata Stampa INGRAPH srl - via Bologna 104/106 - 20038 Seregno (MB)

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Registrazione Tribunale di Milano n. 524 del 24/7/1999

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Settembre 2022

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