Business PMI 500 Lecco _ BILANCI 2023

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Le prIme CINqueCeNto pICCoLe e medIe Imprese deLLA provINCIA dI LeCCo

Ecco le Piccole e medie imprese che fanno crescere l’economia della provincia di Lecco

Editore:

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Via Paolo Regis, 7 10034 Chivasso (TO)

Direttore responsabile: Giuseppe Pozzi

Stampa: Ciemme srl - Segrate (MI)

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Via Campi, 29/L 23807 Merate (LC)

Testi a cura di: Giuseppe Pozzi, Daniele Corbetta, Gloria Fendoni, Laura Ferrario, Luca De Cani, Alberto Secci, Marco Gibelli

Finito di stampare: Novembre 2024 I dati delle tabelle si riferiscono a quanto fornito da Cribis D&B Srl alla data del 2 ottobre

“Business PMI”, le aziende che danno valore al nostro territorio

Un prodotto che valorizza le Piccole e Medie Imprese, quelle tante realtà imprenditoriali che costituiscono l’ossatura economica del nostro territorio e che negli anni gli hanno permesso di crescere e prosperare. È il volume, proposto dal Gruppo Netweek che state leggendo e che abbiamo voluto titolare: “Business PMI”. Sì, perché è di loro che vogliamo parlare, del mondo delle Piccole e Medie Imprese, quelle che occupano meno di 250 dipendenti e realizzano un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro.

Il gruppo Netweek propone un volume che racconta le migliori imprese della provincia di Lecco

PMI a caratterizzare la realtà imprenditoriale delle nostre terre.

Ovunque ci voltiamo sono lì a ricordarci come abbiano caratterizzato e reso prosperi i nostri territori; e negli anni siano riuscite a garantire alla sua popolazione lavoro, benessere e ricchezza.

Da queste parti, soprattutto negli anni passati, siamo forse arrivati perfino a innamorarci di loro: basti pensare a quanti dipendenti abbiano passato un’intera carriera, 30-40 anni di lavoro, nella stessa azienda.

Certo nelle nostre aree non mancano anche aziende di maggiori dimensioni, ma sono le

O forse, più semplicemente, ci abbiamo creduto e ne abbiamo capito l’importanza: dipendenti e datori di lavoro.

L’analisi dei dati

Cosa ci dicono i numeri forniti da Cribis

Nelle pagine che seguono, le Piccole e Medie Imprese vengono analizzate partendo dai numeri, quelli dei loro bilanci relativi all’anno 2023: dal fatturato ai dipendenti, dall’Ebitda e dall’Ebit fino ai dati del patrimonio aziendale. Il tutto inquadrato in classifiche: quella, naturalmente, del fatturato complessivo, ma anche quelle di alcuni valori e di diversi settori che più sono rappresentativi in quest’area, come il commercio, la manifattura, pesante e leggera, i servizi e trasporti & logistica. A fornirceli è Cribis, società specializzata nelle informazioni commerciali su aziende italiane ed estere,

in grado di raccogliere i numeri utili per realizzare analisi e ragionamenti. Numeri che, se da una parte evidenziano il buono stato di salute della maggior parte di loro, perché hanno saputo innovarsi, specializzarsi e affrontare sempre nuovi mercati in tutto il mondo, dall’altra non nascondono la fatica che devono fare per restare sul mercato e le difficoltà che ogni giorno si trovano ad affrontare. Insomma, avete in mano uno strumento che davvero permette di conoscere approfonditamente le realtà imprenditoriali del nostro territorio.

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Le imprese con il maggior fatturato Al vertice il commercio con Dis Gau Center e Wagner

Lecco è sempre stata conosciuta per le fiorenti attività del settore meccanico. Stando, però, ai bilanci 2023 delle Piccole e Medie Imprese della sua provincia, lo scorso anno hanno trionfato le aziende del settore del commercio: sul primo gradino del podio, infatti, con 49,7 milioni di euro di fatturato, si posiziona la Dis Gau Center di Malgrate a cui fanno capo i negozi Eurospin, seguita dalla Wagner di Valmadrera, punto di riferimento per l’edilizia, ma anche per il fai da te, con 49,3 milioni di euro. È solo terza la prima delle aziende della manifattura pesante e l’anno scorsa regina della classifica: la Costamp Group di Sirone che ha chiuso il 2023 a 49,1 milioni di euro. Per poche migliaia di euro resta ai piedi del podio un’impresa della manifattura leggera, la Adda ondulati di Annone Brianza, specializzata in imballaggi di cartoni ondulati. Con 48,7 milioni di euro, si piazza al quinto posto un’altra azienda della manifattura pesante, la Metalfar Prodotti Industriali di Cesana Brianza, specializzata nella produzione di flange per le industrie chimiche, petrolchimiche e petrolifere. Strabi-

liante il balzo in avanti della Elelift di Brivio, specializzata nell’installazione di montascale e impianti per disabili e anziani: sfiora i 48,4 milioni di euro

per un incremento di oltre 50 punti percentuali rispetto al 2022 e già l’anno precedente aveva fatto segnare un incremento addirittura del 190%.

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Patrimoni da favola

Sul primo gradino del podio la Primat di Olginate

La solidità di un’azienda si misura dai numeri del suo patrimonio. E i numeri delle aziende lecchesi ne dimostrano la robustezza. Ai vertici troviamo la Primat di Olginate che l’anno scorso figurava al secondo posto di questa classifica: l’azienda leader nei trattamenti superficiali e di verniciatura anti-corrusione di viti e bulloni arriva a 48.750.430 euro.

Un paio di milioni in più della seconda classificata (e l’anno scorso ai vertici) Galperti Tech Forged Produtcs di Colico (46.676.477 euro) che produce principalmente flange, raccordi e valvole. Al terzo posto la Nuova Stame di Sirtori (44.097.311 euro), specializzata nella progettazione e nella costruzione di attrezzature per lo stampaggio a freddo della lamiera. Ai piedi del podio due aziende di Lecco, entrambe con un patrimonio superiore ai 40 milioni: la Dolomite Colombo (43.695.876 euro), player finanziario e manifatturiero legato alla sua controparte operativa Unicalce Spa, e la Invernizzi Luciano & Figli (40.014.908 euro) che si occupa della fornitura di materiali edili.

AZIENDA

RAGIONE SOCIALE

Cambia il sistema

Astebook la piattaforma dedicata alle vendite giudiziarie telematiche che dal 2012 si impegna costantemente per rendere il settore delle aste giudiziarie più semplice, più sicuro, più accessibile e più trasparente.

La classifica per Comuni Lecco al vertice seguito da Valmadrera e Oggiono

Il capoluogo lecchese si conferma al vertice della classifica tra i Comuni col maggior fatturato determinato dalle Piccole e Medie Imprese, calcolato sulle prime 500 per fatturato: ormai sfiora il miliardo (972.569.608 euro). Dietro Lecco troviamo Valmadrera che ha scalato la classifica visto che l’anno scorso si trovava al quarto posto: le sue PMI hanno un fatturato globale di 351.826.635 euro. Si mantiene, invece, sul terzo gradino del podio Oggiono con 339.929.583 euro. Significativo è il salto in avanti di un Comune di dimensioni nettamente inferiori rispetto ai precedenti come Sirone: nel 2023 le sue PMI possono vantare un fatturato di ben 293.917.403. Ma anche di quelli che lo seguono come Calolziocorte (secondo lo scorso anno) con 272.215.018 euro e Olginate con 261.718.434.

COMMERCIO

In questo comparto le aziende coi maggiori fatturati

Il settore del commercio raccoglie quasi 1,5 miliardi di euro e si colloca come il secondo settore più ricco del territorio: può contare su 103 aziende che danno lavoro a oltre 2.500 dipendenti tra le prime 500 PMI lecchesi per fatturato. Non per nulla sono di questo comparto le aziende col maggior fatturato della provincia di Lecco, le già citate Dis Gau Center di Malgrate e la Wagner di Valmadrera.

Sopra i 40 milioni di fatturato ci sono, poi, altre due imprese: la Negri Spa (43.561.825 euro), azienda siderurgica di Valmadrera che vende prodotti in acciaio comune destinati alle costruzioni, alla cantieristica e all’industria in generale, e la Petrolcarbo di Lecco (43.027.822 euro) che dal 1936 commercia combustibili. Seguono, con circa mezzo milione di euro di fatturato di differenza tra loro, la Finimotor F.lli Finiguerra di Civate (37.703.206 euro), concessionario ufficiale Toyota, e Limonta Prosciutti di Costa Masnaga (37.218.654 euro) che produce il Dolcevalle di Langhirano, dove hanno la sede produttiva, da quasi 50 anni.

QUALi SONO LE PRiNCiPALi

ESiGENZE ENERGETiCHE

DELLE AZiENDE OGGi?

Le aziende puntano a ridurre i costi energetici per aumentare la competitività, concentrandosi sull’ottimizzazione dei contratti di energia e gas e sull’efficientamento degli edifici. Affidarsi a esperti Energy Manager è strategico, poiché un approccio pragmatico e multidisciplinare aiuta a contenere i costi e a rispettare le normative sulla transizione energetica, nonché la riduzione delle emissioni di CO2.

nali per l'efficientamento energetico e l'installazione di impianti rinnovabili. Ci sono importanti opportunità come, ad esempio, la transizione 5.0, investimenti Linea Microimprese, CACER e l’agri-solare, da sfruttare per ridurre i costi d’intervento.

Anche in questo caso, per gestire al meglio l’iter burocratico e le fasi operative di realizzazione è fondamentale affidarsi ad un partner qualificato.

COME PUÒ iL FOTOVOLTAiCO AiUTARE LE AZiENDE?

QUALi SONO LE AGEVOLAZiONi

ENERGETiCHE ATTUALMENTE

DiSPONiBiLi PER LE iMPRESE?

Esistono bandi regionali e nazio-

Il fotovoltaico può aiutare le aziende riducendo i costi energetici, migliorando la sostenibilità e riducendo le emissioni di CO2, fattori che contribuiscono a un vantaggio competitivo. Inoltre, l’uso di energia solare può attrarre consumatori e investitori attenti all’ambiente, beneficiare di incentivi fiscali e aumentare l’indipendenza energetica, proteggendo l’azienda da fluttuazioni dei prezzi dell’elettricità.

QUALi SONO GLi iNTERVENTi

PRiORiTARi PER MiGLiORARE L'EFFiCiENZA ENERGETiCA?

to degli ambienti. La sostituzione dei vecchi sistemi con tecnologie più efficienti è un buon punto di partenza. Anche l’isolamento termico degli edifici risulta determinante per il cambio tecnologico e la riduzione dei consumi. Altri punti che meritano un’adeguata attenzione sono il re-lamping e l’introduzione di sistemi domotici per il controllo di presenze, temperatura e il monitoraggio dei KPI di performance.

C’È UN CAMBiAMENTO

CULTURALE NELLE AZiENDE RiSPETTO ALLA GESTiONE ENERGETiCA?

Sì, le aziende stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza della sostenibilità e della loro impronta di carbonio. Considerano la responsabilità ambientale un vantaggio competitivo. Questo trend è in crescita, specialmente tra le grandi imprese e gli stakeholder coinvolti.

CHE CONSiGLiO DARESTi AD UN'AZiENDA CHE VUOLE MiGLiORARE LA PROPRiA EFFiCiENZA ENERGETiCA?

Gli interventi impiantistici prioritari per l’efficienza energetica interessano principalmente il riscaldamento e il raffrescamen-

Consiglio di iniziare con una diagnosi energetica per individuare le aree di miglioramento e pianificare interventi mirati.

Energy District, con il suo Team di esperti, può anche gestire gare d’acquisto e soluzioni contrattuali innovative, consentendo alle aziende di risparmiare e reinvestire in energie rinnovabili. Agire subito permette di ottenere benefici immediati e di proteggersi da possibili future crisi energetiche e geopolitiche.

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MANIFATTURA PESANTE

I maggiori ricavi per Costamp Group e Metalfar Prodotti Industriali

Lecco è da sempre una provincia dove la manifattura pesante è il settore di punta. I dati del 2023 lo confermano visto che le 189 aziende del settore (tra le prime 500 PMI lecchesi per fatturato) quantificano un ricavato globale che supera i 3 miliardi di euro. Le prime due di questa classifica sono la Costamp Group di Sirone e la Metalfar Prodotti Industriali di Cesana Brianza, già citate perché nella top ten delle maggiori imprese per fatturato della provincia. Sul terzo gradino del podio di trova la Stamperia Italforge di Sirone (47.811.730 euro), azienda leader nello stampaggio a caldo. A poca distanza si colloca la Groeneveld-Beka Italia di Cassago Brianza (47.625.891 euro) che produce un’ampia gamma di sistemi di lubrificazione automatica e di sistemi di gestione dell’olio. Ci sono poi altre quattro aziende con oltre 40 milioni di fatturato: la N.F.P Nuova Presso Fondal di Bosisio Parini (46.172.200 euro), la Green Steel Solana di Oggiono (41.922.344 euro), la Satech Safety Technology di Bulciago (41.585.868 euro) e la Nuova Stame di Sirtori (40.710.363 euro).

MANIFATTURA LEGGERA

Adda Ondulati di Annone Brianza precede Tenax e Gilardoni

Sul terzo gradino del podio dei settori figura la manifattura leggera con quasi 1,3 miliardi di euro: tra le migliori 500 aziende lecchesi per fatturato, di questo comparto se ne contano 82 che danno lavoro a 4.516 persone.

Al vertice la già citata Adda Ondulati di Annone Brianza che coi suoi 49.110.045 euro di fatturato è quarta anche nella classifica dell’intera provincia.

Al secondo e al terzo posto altre due aziende che superano i 40 milioni di fatturato: la Tenax di Viganò (45.024.183 euro) specializzata nell’estrusione dei polimeri termoplastici in diversi settori, dal giardinaggio all’industria, dalle costruzioni all’agricoltura; e la Gilardoni di Mandello del Lario (42.889.878 euro), tra i principali produttori di apparecchiature a raggi X e ultrasonore, presente nei settori medicale, sicurezza e controlli non distruttivi (CND).

Al quarto posto la Gicar di Merate (37.778.909 euro), specializzata nella fornitura di soluzioni elettroniche personalizzate, leader in alcuni settori a livello globale, in particolare nell’automazione delle macchine per caffè.

COSTRUZIONI E IMMOBILIARE

La regina è l’Elelift di Brivio che cresce a ritmi incredibili

Il settore delle costruzioni e immobiliare si contraddistingue per essere guidato dalla Elelift di Brivio che vanta un fatturato di 48.379.568 e, soprattutto, una crescita negli anni a dir poco invidiabile (+50,77% nel solo 2023 e addirittura +190% l’anno precedente): produce montascale, servoscale e piattaforme elevatrici, soprattutto per disabili e anziani. Praticamente i suoi ricavi vanno oltre il 10% del fatturato dell’intero settore che conta su 438.936.281 euro determinati da 36 aziende globali sulle prime 500 della provincia. Al secondo posto, a significativa distanza, abbiamo la Cons.Al.T. Consorzio Alta Tensione di Colico (34.401.307 euro), nato nel 1996 dall’unione di due aziende italiane entrambe operanti nel mercato delle costruzioni e manutenzione delle linee di trasmissione ad alta tensione; “medaglia di bronzo”, infine, per la MDS Impianti (28.117.282 euro), anch’essa di Colico, specializzata nell’esecuzione dei lavori per la progettazione e la realizzazione di infrastrutture per servizi di telefonia.

SERVIZI

In vetta la Comuzzi di Oggiono che distribuisce libri e giornali

Non è il settore più ricco della Provincia di Lecco, ma può contare su una trentina di aziende (tra le 500 PMI col maggiore fatturato) che producono ricavi per 334.463.354 euro.

Parliamo del settore dei servizi che vede al vertice della classifica di settore la Comuzzi di Oggiono (24.889.047 euro) che da oltre sessant’anni si occupa della distribuzione di libri, giornali e riviste. Precede nettamente il Consorzio Consolida di Lecco (18.285.212 euro) che aggrega oltre una ventina di cooperative sociali che operano nei servizi alla persona e nell’inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio sociale.

Al terzo posto dei servizi si classifica la S.E.I. Servizio Elettronica Industriale di Civate (17.743.548 euro) che fornisce soluzioni per l’automazione di macchine e impianti di processo. Ai piedi del podio figura la Servizi Generali per Aziende di Missaglia (17.302.803 euro), specializzata nella riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature.

Regione Lombardia attenta alle PMI

Intervista all’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi

Se vogliamo capire come stanno andando le Piccole e Medie Imprese lombarde, può essere molto utile il parere dell’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi.

Assessore, che valore hanno per la nostra economia le Piccole e Medie Imprese?

«Direi che “sono” la nostra economia. In Lombardia abbiamo anche grandi imprese e colossi internazionali, ma le PMI costituiscono il 98% della nostra economia. Non solo. Essendo fornitori dei grandi gruppi, le Piccole e Medie Imprese rivestono un ruolo fondamentale per consentirgli di vincere nella competizione internazionale».

Lei è spesso in visita dalle PMI lombarde e quindi ne ha un quadro piuttosto preciso. Come le vede?

«Dipende dai settori e dalle singole situazioni, perché oggi il mercato ti richiede tempi strettissimi tra ordini e consegne, così come una sofisticata personalizzazione dei prodotti ordinati. Beh, io trovo sempre di più imprese pronte, con quella giusta flessibilità che consente loro di essere qualificanti. Per cui, vedo una situazione tutto sommato positiva».

Secondo lei, quali sono i punti di forza e quelli di debolezza delle PMI lombarde?

L’assessore allo Sviluppo

Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, in visita ad alcune PMI

«Queste capacità di risposte pronte e spesso personalizzate a cui ho accennato sono sicuramente i nostri punti di forza. Più che di debolezza, parlerei di un potenziale inespresso, dovuto spesso a un’insufficiente connessione tra i know-how dei vari settori. Cioè non sempre riusciamo

Un pacchetto di 101 milioni per guardare al futuro

A sostegno delle imprese lombarde, la scorsa estate, Regione Lombardia aveva messo in campo un pacchetto economico per l’importo complessivo di 101 milioni di euro di contributi, per lo più a fondo perduto, attraverso cinque bandi. Nel dettaglio, per le PMI sono stati indirizzati 12 milioni per la partecipazione alle fiere internazionali in Lombardia, 20 milioni per la transizione digitale, 12 milioni per la transizione verso modelli di produzione circolari e sostenibili e 32 milioni per agevolare e sostenere l’accesso a forme di credito alternativo per la realizzazione di progetti di filiera volti al rafforzamento delle reti e delle aggregazioni di imprese.

Il bando per le PMI che vogliono quotarsi in Borsa

Regione Lombardia ha lanciato “Quota Lombardia”, una misura che vede uno stanziamento di 25 milioni di euro per il triennio 2025-2027 per sostenere le PMI che vogliono quotarsi in Borsa e accompagnarle nel percorso per sbarcare a Piazza Affari. L’obiettivo è, appunto, quello di fornire alle aziende un’ulteriore possibilità di capitalizzarsi e acquisire maggior forza e solidità, anche rispetto alla difficoltà di accesso al credito che ancora incide sul tessuto economico e produttivo.

Si tratta di un contributo a fondo perduto nel limite massimo di 600.000 euro per i costi relativi alla quotazione in Borsa, di cui massimo 300.000 euro per i costi legati all’ammis-

a connettere quell’insieme di competenze, conoscenze, esperienze e capacità di innovazione che le stesse imprese maturano per conto loro, e quelle che possono essere date dalle nostre università e dai vari centri di ricerca».

Tra le problematiche evidenziate dagli imprenditori torna, ormai quasi come una litania, la carenza di professionalità adeguate.

«Diciamo innanzitutto che, con un livello occupazionale

sione alla quotazione e 300.000 euro per i costi dei servizi di consulenza correlati alla quotazione, sostenuti nei tre anni successivi alla quotazione.

«È un’ulteriore possibilità per le aziende lombarde di capitalizzarsi - ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi - Farlo attraverso la quotazione ci consente anche di ribadire il ruolo di protagonismo finanziario della nostra Regione, con la presenza della Borsa. Ed è giusto che la Lombardia giochi la sua partita nel campo di competenza che è quello internazionale; avere sul territorio aziende quotate ci consente di ribadire la solidità del nostro sistema produttivo ed economico».

alto come quello che abbiamo in Lombardia, è un fenomeno possibile. Questo non vuol dire essere indifferenti al bisogno di una formazione specifica e su questo abbiamo lavorato e stiamo lavorando. Poi dobbiamo aiutare il mondo artigiano ad accrescere il suo appeal sulle nuove generazioni, perché ci sono mestieri tradizionali dove si possono introdurre molteplici innovazioni tecnologiche che interessano i giovani».

Regione Lombardia come può aiutare le Piccole e Medie Imprese?

«Noi cerchiamo innanzitutto di metterci a loro disposizione predisponendo quegli strumenti che possono aiutarle a migliorarsi: sono numerosi i bandi per sostenerle nei loro percorsi verso una maggiore internazionalizzazione, piuttosto che nel settore della digitalizzazione. Poi stiamo lavorando per fare in modo che venga superato quel punto di debolezza di cui dicevamo prima, così che il passaggio di know-how, di conoscenze tra imprese, piccole e grandi e mondo della ricerca sia sempre più fluido. L’attività che stiamo facendo sulle filiere va proprio in questa direzione».

Le nostre PMI? Godono buona salute

Parola di Marina Puricelli che

ne

insegna in Bocconi

e le segue da consulente

Qual è lo stato di salute delle PMI italiane? La domanda sorge spontanea in un volume che parla di loro e ne presenta valori ed eccellenze. L’abbiamo rivolta a Marina Puricelli, Tenure Lecturer del Dipartimento di Management e Tecnologia presso l’Università Bocconi e docente senior presso SDA Bocconi School of Management, che coordina corsi di formazione, ricerche e commesse per imprenditori e per le principali associazioni imprenditoriali presso la stessa SDA Bocconi School of Management oltre a dirigere il corso General Management per le PMI.

«Premetto che ho la fortuna di confrontarmi con imprenditori che hanno la sensibilità di venire in Bocconi a imparare pur essendo adulti e che quindi, probabilmente, rappresentano la punta più avanzata delle PMI. Da questo mio “osservatorio” privilegiato vedo imprese me-

«Le nostre imprese sono mediamente forti e hanno problemi di crescita, non necessità di ristrutturarsi»

diamente forti, che hanno soprattutto problemi di crescita e non necessità di ristrutturarsi e di tagliare posti di lavoro. Al di là delle mie impressioni, è doveroso avere anche un riscontro oggettivo. Su questo tema, i dati forniti dall’economista Marco Fortis della Fondazione Edison dicono di un’Italia che ha performato in modo eccellente nel quadriennio 2020-23: 5ª al mondo per il saldo commerciale e 6ª per numero di robot operativi presenti nelle aziende. Al punto che c’è stato un incremento del Pil pro capite del 4,9% rispetto al 2019 e solo gli Stati Uniti hanno fatto meglio di noi tra i Paesi del G7. Risultati che sono frutto indubbiamente del modello delle piccole imprese familiari italiane così diffuso nella nostra economia ma altrettanto criticato. Il modello non ha mostrato negli ultimi anni segni di crisi, anzi!».

Questo non significa che le PMI non abbiano problematiche da affrontare. Una di queste è il passaggio generazionale

«Si tratta di un tema cruciale, soprattutto culturale e sociologico più che economico».

In che senso?

«Innanzitutto stiamo diventando un paese di anziani, si fanno meno figli e in prospettiva ci saranno sempre meno giovani successori. Questi pochi giovani, di frequente, seguono percorsi scolastici sempre più internazionalizzati. Vanno all’estero a formarsi e poi, con quella preparazione tipica da multinazionale, spesso trovano impieghi in altre nazioni in settori molto distanti da quelli tipici della mani-

fattura italiana. Riportare in Italia, nell’impresa di famiglia, questi ragazzi, è un’operazione non facile. Non la conoscono e la percepiscono come superata, vecchia e obsoleta quando magari, nella sua nicchia produttiva pur tradizionale, è un piccolo gioiello. Così l’azienda di famiglia rischia la continuità per mancanza di successori disponibili che sono all’estero a lavorare nelle grandi banche o nei colossi della consulenza».

Meglio tenerli in Italia?

«Dico solo che bisogna essere consapevoli e non seguire in modo acritico le mode del momento: occorre sapere che la formazione universitaria di stampo internazionale non prepara, se non in minima parte, alla gestione delle specificità di una piccola impresa. Allontana invece di avvicinare. Pensi che tra le prime venti università italiane di Economia solo tre hanno corsi rivolti alle PMI…e siamo nel Paese che deve la maggior parte del suo benessere al capitalismo pulviscolare».

Oltre ad esserci problemi sul versante della successione imprenditoriale, si fa difficoltà pure a trovare le professionalità necessarie da inserire in produzione «Anche qui c’è il tema demografico che pesa oltre a una forte responsabilità delle famiglie. Abbiamo in Italia un benessere, per fortuna, ancora mediamente diffuso. I genitori appartenenti al ceto medio, negli ultimi vent’anni, non hanno incentivato i loro figli al lavoro nelle piccole imprese artigianali. Le scuole tecniche o professionali sono viste come “l’ultima spiaggia” e i licei soprattutto quelli “leggeri”, depotenziati delle materie più ostiche come il latino e la matematica, vanno per la maggiore. Seguono poi, naturalmente, lauree triennali se non addirittura quinquennali su temi la cui profondità dovrebbe lasciare dubbiosi ma che portano invece i genitori a poter dire di avere dei figli dottori e dunque geniali. Mandare questi giovani virgulti in fabbrica a fare un lavoro concreto per diventare nel tempo degli specialisti molto ricercati sembra essere l’ultima cosa che si vuole fare… Così ci troviamo con una percentuale molto alta di studenti che sono parcheggiati tra università e sedicenti corsi master, in cerca della perfezione lavorati-

va che credono coerente con i loro altisonanti titoli di studio».

Dalle aziende cosa le dicono?

«Gli imprenditori mi raccontano di colloqui di lavoro piuttosto imbarazzanti. Abbiamo sempre più giovani che non sanno quello che vogliono, al limite del pretenzioso. Sempre più spesso è il candidato che rifiuta le proposte di lavoro: gli orari e gli straordinari non vanno bene, non c’è lo smart working, la sede non è abbastanza comoda.… Insomma, non manca il lavoro, ma mancano i lavoratori specializzati per le industrie del made in Italy; professionalità ricercate che oggi possono avere stipendi importanti».

E quando trovi queste professionalità è pure difficile tenerle in azienda.

«Sì, ormai c’è una concorrenza non solo sui prodotti che si realizzano, ma sulle persone. Gli imprenditori devono entrare nell’ottica di investire molto sui loro dipendenti: vuol dire offrire molta formazione, sistemi di welfare che funzionino, ambienti di lavoro accoglienti, possibilità di

crescita professionale, attività appaganti per dare un senso alla propria vita, altrimenti il rischio di perdere i migliori diventa alto. Vedo che gli imprenditori che non hanno grandi difficoltà col personale sono quelli che più di altri sanno curare questi aspetti, tanto quanto la qualità dei loro prodotti. Il che vuol dire fare molti colloqui di selezione, fare percorsi di inserimento e di accompagnamento, essere generosi nelle retribuzioni, riconoscendo il merito, essere capaci di affidare ai dipendenti progetti sfidanti, lavori importanti, delegando loro la responsabilità. Alcuni arrivano persino a trasferire delle quote societarie ai dipendenti più meritevoli pur di coinvolgerli al massimo».

Visti i dati che mi ha elencato, non credo che le nostre PMI abbiano problemi di internazionalizzazione.

«Il dato dimensionale di piccola impresa visto come limite all’internazionalizza zione è uno stereotipo completamen te superato. Non è vero che se sei pic colo non puoi internazionalizzarti. Dipende dalla testa e dalla deter minazione dell’imprenditore a varcare i confini nazionali. E sono proprio quei dati sul saldo commerciale a cui abbiamo accen nato all’inizio che lo dicono: le nostre PMI hanno una vocazione all’export fortissima. Siamo gli eredi di Marco Polo e di Cristoforo Colombo»

Quanto sono cresciute le PMI in termini di innovazione?

«Industria 4.0 ha permesso di svecchiare completamente le piccole aziende manifatturiere italiane che hanno rinnovato il parco macchine. Non per nulla, come detto, siamo il 6° paese al mondo per numero di robot installati in azienda»

L’innovazione costa. Come si finanziano le PMI? Spesso, in passato, gli imprenditori mettevano mano ai loro portafogli.

«Il modello dell’imprenditore che tende a non indebitarsi, per fortuna c’è ancora. E non è male. Il nuovo che avanza è il tema della quotazione in borsa per le PMI. Di fatto però il mercato borsistico dedicato alle minori dimensioni, cresciuto molto negli ultimi anni, ha ancora un peso percentuale assai limitato rispetto al numero totale delle piccole imprese. Si tratta di un’opzione che non è per tutti, molta onerosa, che può avere senso solo in presenza di progetti imprenditoriali in cui la crescita dimensionale e di scala abbia una centralità assoluta”.

Oggi ci sono molti fondi, anche internazionali, interessati alle nostre PMI.

«Ho dei dubbi anche sulla partecipazione dei fondi, perché, nonostante ci siano dei casi di successo, ho riscontrato troppe esperienze di snaturamento, con il fondo che introduce, inevitabilmente, una mentalità finanziaria, che si fonda su un orientamento e su ritorni economici di breve periodo. L’imprenditore italiano ha un’altra visione: non è interessato solo a far denaro in poco tempo, ma fa impresa perché vuole realizzare il suo sogno e, con esso, lasciare una traccia. I soldi e la ricchezza sono una conseguenza, non il fine primario. Con ciò non voglio negare che in determinate circostanze, magari per un periodo, l’avvento di un fondo che porta ricambio manageriale, può essere positivo. Vedo utile e ancora attuale la prospettiva di costruire dei rapporti forti con gli istituti di credito, soprattutto locali, per ottenere risorse con un orientamento di medio-lungo termine a supporto di progetti industriali credibili»

2023, un anno tra luci e ombre

Lombardia, la spinta registrata dopo la pandemia si è andata esaurendo

Il 2023 è stato un anno di luci e ombre: cominciato discretamente, ha avuto una fase di rallentamento nel periodo estivo e ha dato, alla fine, qualche segnale di ripresa. Il periodo post Covid, che ha rappresentato una fase di forte sviluppo della produzione nel 2021, è cresciuto, anche se in maniera più attenuata, fino all’inizio del 2023. Poi, come si può evincere dai dati di Unioncamere Lombardia, i primi sei mesi dell’anno scorso hanno registrato un sostanziale stallo; nel terzo trimestre, però, si è avuta una significativa contrazione della domanda che ha comportato una flessione dell’indice della produzione. E nonostante l’anno si sia chiuso con indicatori congiunturali in significativo miglioramento, la crescita registrata su base congiunturale non è stata sufficiente a stabilizzare la produzione che si è fermata a -0,8% su base annua. In effetti, il peso delle dinamiche negative del terzo trimestre è stato decisivo, tanto da pesare sul risultato tendenziale con un rilevante -1,5%.

La media del 2023 resta comunque in territorio positivo nonostante i valori finali siano molto prossimi allo zero. Il confronto fra le medie dei tre anni, come si può vedere nella tabella della pagina successiva, sottolinea la straordinaria contribuzione del 2021, l’ottima performance del 2022 e la stabilità del 2023 con un rallentamento progressivo di anno in anno. Il fatturato 2023 chiude l’anno con un dato negativo, ma la media sui dodici mesi resta solida a +2,1. Non altrettanto si può dire per gli ordinativi: le difficoltà registrate nel terzo trimestre portano a una chiusura d’anno forte-

Si è registrato anche un calo della propensione a investire delle imprese lombarde in tutti i settori

ti, lungo il 2023. Diversa la situazione del comparto pelli-calzature: ha vissuto una ripresa decisa nel 2022 che si è andata praticamente annullando nel corso del 2023, arrivando a registrare numeri preoccupanti (-12,2%) per quel che riguarda gli or-

mente ridimensionata per la componente estera (+1,6%) e addirittura negativa per quella interna (-1%).

I settori in crescita e quelli in difficoltà L’analisi di Unioncamere Lombardia mette in evidenza le importanti difficoltà di alcuni settori produttivi, soprattutto tessile e siderurgia. Il primo conferma i problemi facendo segnare il ricorso più intenso alla cassa integrazione. Il grafico sottolinea, invece, la crescita del comparto abbigliamento: era ripartito in ritardo rispetto agli altri settori, poi però, lungo il 2022, ha accumulato ritmi di crescita significativi che sono continuati, anche se a ritmi più calmiera-

dini interni. Da sottolineare il contributo positivo dei mezzi di trasporto con una performance seconda solo a quella dell’abbigliamento (anche se l’anno precedente la crescita era stata modesta comparata a un 2021 eccezionale).

Investimenti in calo

A riprova di un momento non particolarmente favorevole, nel 2023 si è registrato un calo della propensione a investire delle imprese lombarde in tutti i settori: diminuisce, infatti, la quota degli imprenditori che dichiarano di aver realizzato investimenti nel corso dell’anno, riportandosi sostanzialmente sui livelli del 2018-2019 o poco sotto. Le ragioni? In

Ordini es teri

Industria – Variazioni tendenziali

interni

Fatt urat o totale

Produzione

particolare i problemi derivanti dai tassi e le incertezze dello scenario economico che hanno spinto a una maggior cautela negli investimenti. Secondo l’indagine di Unioncamere Lombardia, l’industria si conferma il settore con la maggiore intensità di investimenti, realizzati da quasi i due terzi delle imprese del campione analizzato (61%), anche per via della maggiore dimensione media che le caratterizza. Gli artigiani manifatturieri, caratterizzati da una dimensione minore, si fermano al 28%. A livello settoriale, la quota di imprese

investitrici si attesta intorno al 32% nel commercio e al 31% nei servizi. Da evidenziare come il ruolo della dimensione d’impresa si conferma rilevante: in tutti i settori la quota di imprese investitrici sale all’aumentare del numero degli addetti. Anche il confronto tra settori appare diverso se analizzato a parità di dimensione.

Mercato del lavoro, chi cresce e chi no Il rallentamento della produzione registrato lungo il 2023 ha avuto conseguenze anche sul mercato del la-

voro: se a fine anno il tasso di uscita resta pressoché costante, così come nei mesi precedenti, altrettanto non si può dire per il tasso di ingresso che, dopo una crescita vertiginosa a inizio anno, si è andato progressivamente riducendo fino a portare il saldo in territorio negativo.

Nonostante un segnale di ripresa nella congiuntura dell’ultimo trimestre, a fine 2023 il ricorso alla cassa integrazione registra un incremento sia in termini di quota sul monte ore complessivo (1,5%) sia per le imprese che vi fanno ricorso (10%). Tra i settori, come detto, il tessile ha manifestato le difficoltà più consistenti (il tasso di utilizzo degli impianti è risultato sotto la soglia del 70%), seguito da siderurgia, carta-stampa e abbigliamento.

1° Trim. 2023

2° Trim. 2023

3° Trim. 2023

4° Trim. 2023

1° Trim. 2022

2° Trim. 2022

3° Trim. 2022

4° Trim. 2022

Secondo le stime Istat, comunque, alla fine del 2023 gli occupati in Lombardia erano 4 milioni e 562 mila, in crescita di 76 mila unità rispetto all’anno precedente (+1,7%) e di oltre 100 mila in confronto al 2019. Questa fase di crescita ha avuto inizio nel secondo trimestre 2021, all’uscita dall’emergenza sanitaria, ed è arrivato a portare il tasso di occupazione regionale a superare il 70%, un dato mai registrato da quando viene rilevato.

Se si vanno, poi, ad analizzare i nuovi ingressi nel mondo del lavoro, si può notare che nel corso del 2023 hanno mostrato un maggior incremento le donne (2,7%) rispetto agli uomini (1%), gli over 50 (5,2%), anche per motivi demografici, i laureati (8,7%) e i diplomati (4,9%) rispetto ai titoli di studio inferiori (9%), gli occupati full time (2,5%) e i dipendenti permanenti (2,2%) e, a livello settoriale, i servizi (3,3%) e il commercio (4,7%) rispetto alle attività industriali (2%) ed edili (2,4%).

A proposito di incremento della componente femminile, va sottolineato come questo abbia portato a una riduzione del divario tra tassi di occu-

Ordini

Variazioni medie annue per settore industriale

Fonte: Unioncamere Lombardia

pazione per genere, con quello femminile (63,2%) che aumenta, su base annua, di 1 punto percentuale e di 2,9 punti rispetto al 2019, a fronte di una crescita rispettivamente di 0,6 e 0,5 punti per la componente maschile (77%). Nonostante i progressi degli ultimi anni, che hanno visto cresce-

re la partecipazione femminile nel mercato del lavoro, il tasso di occupazione regionale continua a essere penalizzato dal gap di genere: il confronto con la media dell’Unione europea (70,6%) evidenzia, infatti, un lieve ritardo della Lombardia interamente dovuto alla componente

femminile (-2,9 punti), mentre su quella maschile risulta in vantaggio (+1,8 punti).

Riguardo invece alle classi di età, dopo un 2022 in cui era stata la componente giovanile dell’occupazione a crescere maggiormente, torna a essere la fascia sopra i 50 anni quella caratterizzata da una maggiore espansione (+84 mila lavoratori, pari al 5,2%) come avvenuto negli anni precedenti. Questo risultato si deve sia al processo demografico, che aumenta la dimensione della parte più anziana della popolazione, sia ai provvedimenti legislativi che hanno via via ritardato l’età necessaria per il raggiungimento della pensione. La fascia 15-34 anni rimane comunque in crescita (+29mila occupati, pari al 2,8%) mentre la classe 35-49 anni registra un’ulteriore flessione (-37mila occupati, pari al- 2,1%) confermandosi quella più penalizzata dal processo di invecchiamento in corso. I tassi di occupazione risultano in ogni caso in crescita per tutte le classi considerate, evidenziando come, al netto dei fenomeni demografici, l’incremento occupazionale tocchi tutte le fasce di età.

Natalità e mortalità imprenditoriale - Anno 2023 - Lombardia

AZIENDE DA SCOPRIRE

Ecco le imprese lecchesi che hanno scelto di raccontarsi

Raccontare la propria storia per presentarsi, far conoscere i prodotti che si è in grado di realizzare o i servizi che si possono fornire. Business PMI Lecco è anche una vetrina per le aziende che hanno voglia di aumentare la loro visibilità. Le pagine che seguono, servono proprio a questo; e le imprese che hanno deciso di raccontarsi mirano evidentemente ad allargare i loro confini commerciali. È il caso della Elettrosystem di Barzago, della Imsa di Garlate, del Colorificio Brianza di Robbiate, della CR Impianti di Casatenovo, dell’Officina Bonacina di Olginate, della Gicar di Merate, della Colombo Pavimenti di Sirtori, della Varo di Valmadrera, della Longhi di Barzanò, delle Cliniche San Martino di Malgrate, della Metallurgica Locatelli di Calolziocorte, dello Spazio Tecnico Studio di Ingegneria di Lecco, della Impresa Edile Sassella di Casatenovo, della Banca di Credito Cooperativo di Triuggio, della Stamp Edil de La Valletta Brianza e Isolmap di Valmadrera.

Alcune di loro festeggiano anniversari impor-

Business PMI Lecco vuole essere una vetrina per le aziende che hanno voglia di aumentare la loro visibilità

tanti, 40- 50, 60 anni di fondazione, e sono magari alla seconda, terza o addirittura quarta generazione imprenditoriale. Sì, perché la bontà di queste imprese si misura anche dalla loro durata nel tempo: si pensi che, tra queste 500 che abbiamo analizzato, ci sono imprese che hanno più di cent’anni (una nata negli anni tra il 1910 e il 1920 e 5 nate nel decennio successivo). E la voglia di impresa in provincia di Lecco non si ferma: delle 500 analizzate, ben 68 sono nate dopo il 2010 e già vantano un fatturato superiore ai 765 milioni di euro e 12 dal 2020 e un fatturato che sfiora i 170 milioni di euro.

ELETTROSYSTEM

Un’azienda che sta crescendo puntando sui giovani

Dal 1994 a Barzago, è specializzata in sistemi elettrici e vanta impianti persino in Svezia

Un’azienda nata da una battuta tra amici e proseguita nei decenni grazie alla capacità di rinnovarsi, rialzarsi nei momenti di crisi e soprattutto credere nelle nuove generazioni.

Era il 1991 quando Giuseppe Giussani ebbe un’intuizione e, insieme a due soci, fondò la Elettrosystem Srl, inizialmente con sede a Olgiate Molgora e dal 1994 trasferitasi in via Primo Maggio a Barzago, in località Vignate. L’azienda è specializzata in sistemi elettrici: realizza quadri elettrici, soluzioni per l’automazione dei processi industriali e impianti elettrici nel medesimo ambito, così come cabine di trasformazione MT/bt, impianti fotovoltaici e impianti speciali come sistemi di videosorveglianza, antincendio, antintrusione, reti wireless, lan, wan e sistemi voip.

«Io nella vita ho sempre fatto tutt’altro: mi occupavo di acquisti in una ditta, ma in ambito elettrico non avevo conoscenze - spiega Giussani ripercorrendo la storia dell’azienda - Una volta, chiacchie-

rando con un mio amico che era direttore generale di un’azienda produttrice di macchine tessili, emerse il fatto che, con la sua struttura interna di elettricisti, si trovava a fronteggiare costi diversi per ogni impianto. Così, scherzosamente, gli dissi di mandare da me i suoi elettricisti, che ci avrei pensato io a fargli avere sempre lo stesso prezzo per le macchine».

La mancanza di conoscenze in ambito elettrico è stata, come ammette lo stesso Giussani, una vera e propria fortuna: «Sono sempre stato costretto a delegare e quindi il mio compito è quello di trovare persone competenti e di fiducia, non sono un accentratore. A farci rialzare nei momenti difficili è sempre stato il rapporto tra me e i miei dipendenti, ma anche con i clienti e i fornitori, visto che sono sempre stati pronti a darci una mano per riuscire a ripartire».

Dal 2008 Giussani è amministratore unico della Elettrosystem: porta avanti l’azienda con la moglie Stefania e il figlio maggiore Stefano, mentre

La sede della Elettrosystem in via Primo Maggio a Barzago dove si è trasferita nel 1994 dopo essere nata a Olgiate Molgora nel 1991

Il futuro è una scuola interna di formazione

Una scuola per periti elettrotecnici, affinché possano contemporaneamente studiare e lavorare, entrando nel mondo del lavoro gradualmente e con una preparazione concreta alle spalle. È un progetto ambizioso quello che da qualche tempo ha preso forma nei pensieri di Giuseppe Giussani, fondatore e amministratore unico della Elettrosystem Srl. «Il problema degli imprenditori dei prossimi 15 o 20 anni sarà la carenza di manodopera specializzata, per cui la scuola deve essere un primo passo per creare le figure che servono alle aziende – spiega l’imprenditore – Grazie alla nuova sede avremo lo spazio anche per realizzare l’importante progetto della nostra scuola interna. L’idea è quella di selezionare otto o dieci ragazzi che finiscono la classe terza dell’indirizzo di perito elettrotecnico e permettere loro di frequentare la quarta e la quinta in azienda, tre giorni andando a scuola e tre giorni lavorando».

Si tratta quindi di un progetto concreto, nel quale Giussani è pronto a investire importanti risorse economiche: «Sceglierò io i professori, assumerò i ragazzi con un contratto di apprendistato di primo livello, riceveranno uno stipendio, verranno educati al lavoro e avranno già un impiego al momento del diploma». La ricetta, anche a livello educativo e formativo, potrebbe davvero funzionare. «Penso che i giovani abbiano delle grandi risorse, ma sta agli adulti aiutarli a valorizzarle. Bisogna avere fiducia nei ragazzi, stimolarli e far capire loro che non devono aver paura di sbagliare». Il progetto, tutt’altro che una fantasia, potrebbe diventare realtà già con l’anno scolastico 2026-2027.

il secondogenito Riccardo studia Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano. E proprio grazie ai giovani, sia i figli che i tanti ragazzi incontrati durante le iniziative sul territorio, in particolare con il liceo Parini di Barzanò, Giussani è sempre più convinto che a fare la differenza sia la capacità di guardare al futuro e osare. «Adesso, ad esempio, vogliamo costruire la nostra nuova sede vicino al campo da calcio di Barzago, poco distante da quella attuale. Ci serve uno spazio più grande, perché gli uffici sono limitati a livello di spazio e speriamo di poter traslocare già nella seconda metà del 2025. Bisogna avere sempre dei progetti per il futuro, guardare oltre», è la convinzione l’imprenditore.

L’azienda, che conta 65 dipendenti, un fatturato 2023 di 8 milioni e 700mila euro e vanta impianti addirittura in Svezia, non ha però mai messo da parte i propri valori fondanti, in primis

ANNO DI FONDAZIONE: 1991 FATTURATO 2023: 8,7 milioni

COLLABORATORI: 65

AMMINISTRATORE: Giuseppe Giussani

SEDE OPERATIVA: 1.200 MQ

quello della solidarietà. «Da tempo, per una sensibilità personale legata al fatto di aver perso sia mio padre che mia sorella per malattia, sosteniamo la onlus Cancro Primo Aiuto - prosegue Giussani - Inoltre io sono un grande appassionato di ciclismo e per questo l’azienda è anche main sponsor nel Piccolo Giro di Lombardia e siamo impegnati nel settore delle mountain bike con la Ktm Protek Elettrosystem. Credo che la bici, così come il lavoro, possano educare al “bello di far fatica”, un concetto non scontato».

COMMESSE GESTITE

NELL’ULTIMO BIENNIO: oltre 2.000

CONTATTI: info@elettrosystem.srl

Come non scontato è l’approccio imprenditoriale di Giussani, che lui stesso definisce scherzosamente «poco brianzolo» e che guarda ai giovani, «perché loro sono il futuro»

Giuseppe Giussani con la moglie Stefania

IMSA

Tecnologia all’avanguardia per cancelli e sistemi di sicurezza

Nata nel 1979, oggi fa affidamento su 70 dipendenti che seguono oltre 30mila clienti

Ricerca, innovazione e sicurezza, con un occhio di riguardo alle tematiche ambientali. Sono queste le carte vincenti di IMSA Srl, azienda leader nel mercato dell’automazione cancelli, delle chiusure civili e industriali e dei sistemi di sicurezza.

Nata nel lontano 1979 da un’intuizione di Giandanilo Invernizzi e specializzatasi nei sistemi di automazione dei cancelli, in 45 anni di attività l’azienda lecchese ha saputo conquistare la propria nicchia, diversificando e qualificandosi nel tempo in più settori e arrivando a toccare un fatturato di 8 milioni di euro. Al punto di necessitare di spazi sempre maggiori.

Infatti, nelle scorse settimane il team della IMSA si è insediato nella nuova sede di Lecco, uno “showroom vivente” come ama definirla l’amministratore unico Mauro Invernizzi, dove sono state trasferite le varie attività prima distribuite in più sedi. Uno spazio di 9.000 metri quadrati, all’interno del quale sono state inserite tutte le tecno-

logie utilizzate e installate dall’azienda, prodotti di ultima generazione e all’avanguardia da poter far testare e toccare con mano ai clienti.

«Siamo i primi a credere fortemente in ciò che facciamo e nei prodotti che proponiamo - afferma Invernizzi - Ci distinguiamo perché sappiamo essere al passo coi tempi, con prodotti sempre nuovi, affidabili e sicuri, installati su oltre 45.000 impianti (1.000 nuovi ogni anno). Il nostro lavoro è quello di cercare sempre il meglio da ciò che offre la tecnologia che, facendo passi da gigante, bisogna saper cogliere. Soprattutto quando in ballo c’è anche la Sicurezza, con la S maiuscola».

Sicurezza che, tra i tanti aspetti, è il perno attorno al quale ruota la maggior parte del lavoro. In Europa, infatti, capitano spesso incidenti non identificabili, come infortuni sul lavoro ma provocati da prodotti, come i cancelli, che creano danni anche gravi. IMSA e i suoi tecnici lavorano quotidianamente per sensibilizzare i propri clienti a dotarsi di nuovi sistemi di sicurezza, rendendo i

Il nuovo “showroom vivente” di Lecco, inaugurato recentemente

propri cancelli, portoni o impianti più sicuri di quanto non lo siano adesso.

«Ogni prodotto - spiega Alberto Piazza, chief information officer della IMSA - non è scelto a caso. Anche la più piccola minuteria è di qualità e porta con sé tutte le certificazioni necessarie. Ai nostri clienti privati così come alle aziende, offriamo soluzioni di alta tecnologia, anche nel controllo degli accessi attraverso nuovissime telecamere termiche, che stanno facendo evolvere i sistemi di antiintrusione in sistemi di controllo dell’avvicinamento non autorizzato».

La tecnologia piace a tutti, e vedere cosa è possibile fare al giorno d’oggi è un valido stimolo a investire. Ma per avere il massimo da quello che offre il mercato, IMSA ha sviluppato nel tempo la capacità, del tutto non scontata, di saper integrare tutti i prodotti offerti in un unico

ecosistema che renda la tecnologia di facile fruizione per tutti, migliorandone la percezione.

«Avere le competenze di mettere insieme tecnologie diverse prodotte dalle migliori aziende seppur differenti tra loro non è da tutti - conclude Invernizzi - Serve tempo, ricerca, capacità e investimenti. È il nostro piccolo segreto».

Tutto questo, mantenendo alta l’attenzione verso le necessità di ognuno degli oltre 30mila clienti, con un servizio puntuale di assistenza e pronto intervento capillare, gestito al meglio attraverso i 70 dipendenti che ogni giorno percorrono le strade del Nord Italia a bordo di uno dei 40 mezzi che compongono la flotta aziendale, pronti a soddisfare ogni possibile richiesta o a risolvere tutte le problematiche.

Un’azienda con un’anima ecologica

La IMSA ha sviluppato negli anni una grande sensibilità ecologica. «Una delle nostre priorità è l’attenzione all’ambiente e alla sua prevenzione - afferma Mauro Invernizzi, amministratore unico di IMSA - e la perseguiamo collaborando con la pubblica amministrazione nell’ambito del progetto Ecologika. Progetto attraverso il quale siamo arrivati a gestire l’automazione e l’informatizzazione delle isole ecologiche e di 260 casette dell’acqua, distribuite su oltre 200 Comuni». Ogni giorno, più di 10 mila persone prelevano un totale di 150mila litri d’acqua. Un servizio che permette di risparmiare migliaia di bottiglie di plastica, ma anche di incentivare le persone a usare l’acqua proveniente dall’acquedotto del proprio Comune, opportunamente filtrata, rinfrescata e gasata dai sistemi dell’IMSA. Sempre per la salvaguardia dell’ambiente, l’azienda lecchese ha avviato una campagna di sensibilizzazione contro la dispersione del calore, automatizzando, per esempio, le porte di accesso ai locali. Non ultimo, con l’avvento della nuova sede, in azienda ha fatto il suo ingresso un nuovissimo Volkswagen ID Buzz 100% elettrico, primo di una serie di rinnovamenti che vedranno coinvolto il parco auto.

Mauro Invernizzi, amministratore unico della IMSA

IMPRESA EDILE COSTRUZIONI SASSELLA

Da sessant’anni sul territorio... esperienza e innovazione

L’impresa festeggia i sessant’anni, unendo l’esperienza e l’innovazione di tre generazioni

Un pezzo di storia di Casatenovo, il percorso di un’impresa che unisce tre generazioni e che negli anni è cresciuta fino a superare i confini del paese in cui è stata fondata, senza però dimenticare il legame con il suo territorio. Fondata nel 1964 da Giuseppe Sassella, di origini valtellinesi, oggi pronta a tagliare il traguardo dei 60 anni di attività, è gestita dal figlio geometra Gianni e dal nipote ingegnere Gianluca

«Mio padre iniziò come muratore in Svizzera, ma non potendo lavorare durante l’inverno a causa del clima rigido - spiega il titolare Gianni Sassella - fu costretto ad abbandonare la Valtellina e la sua

famiglia per trovare un ambiente dove ci fosse la possibilità di lavorare tutto l’anno. Con l’aiuto di alcuni amici arrivò in Brianza, dando il via a questa attività nel lontano 1964. Oggi siamo alla ter-

Lo staff dell’Impresa Edile Costruzioni Sassella di Casatenovo

za generazione, e tutta la famiglia è impegnata all’interno della società».

L’impresa è attiva nel settore delle costruzioni residenziali, industriali e pubbliche nell’area della Brianza e nei suoi dintorni. Ha le capacità, il talento e le attrezzature per supportare i privati, comparti industriali, enti privati o comunali, realizzando o ristrutturando i loro immobili. «Svolgiamo il lavoro con le nostre attrezzature e macchinari moderni», assicura il titolare. L’operato preciso e attento alla qualità della manodopera e dei materiali hanno permesso all’Impresa Edile Costruzioni Sassella di ottenere la certificazione SOA e ISO 9001:2015.

L’esperienza decennale del geometra Sassella e l’introduzione di nuove tecniche costruttive portate dall’ingegner Gianluca hanno permesso all’impresa di crescere progettando e costruendo residenze all’avanguardia, attente alle tematiche green e all’ecosostenibilità. Guardando al futuro padre e figlio sono d’accordo e determinati nel continuare a lavorare fianco a fianco per far crescere l’impresa, fino a renderla un punto di riferimento dell’edilizia in Brianza.

Non solo edilizia! Il sostegno alle realtà locali

Da sempre legatissimo a Casatenovo e alla “sua” frazione, Rogoredo, Gianni Sassella, titolare dell’Impresa Edile Costruzioni Sassella, non fa mai mancare il proprio sostegno alle realtà locali e alle associazioni del territorio.

«Sono impegnato nel mondo sportivo sostenendo la squadra di calcio Casatese-Merate - afferma - È una passione nata nel 2000 e cresciuta poi negli anni, come la squadra. Sono molto legato, però, al mondo del sociale in generale, perché penso sia importante sostenere le iniziative e le

associazioni del territorio per dare vitalità al paese. Fin da quando avevo vent’anni collaboro con la Fiera di San Gaetano, a Rogoredo. Da lì siamo passati alla “Pizzeria del don”, alla collaborazione costante con l’oratorio e alla realizzazione di diverse manifestazioni come “Rogoredo di Notte”, ma anche le tante cene “Sotto il campanile” insieme alla parrocchia e l’oratorio. L’impegno nel sociale è centrale per me perché permette di vivere il paese e di unire la comunità. Richiede impegno, ma dà anche tanta soddisfazione».

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CERTIFICAZIONI: SOA e ISO 9001

CONTATTI: costruzionisassella@hotmail.it

ANNO DI FONDAZIONE: 1964 FATTURATO: 19,6 COLLABORATORI:

C.R. IMPIANTI

Dai pannelli solari alla domotica, nessun limite per l’azienda casatese

Da oltre vent’anni l’impresa si occupa di impianti elettrici di ogni portata e tipologia

Un’azienda cresciuta in fretta e che in poco più di 20 anni si è fatta spazio nel settore dell’impiantistica elettrica fino a diventare un vero e proprio punto di riferimento.

La C.R. Impianti di Casatenovo, con sede in via Degli Artigiani 25, è nata in piccolo, dall’idea dei coniugi Luca Pirovano e Orietta Galbusera, ed è diventata un’azienda con un fatturato di circa 12 milioni, 20 dipendenti stabili e 50 collaboratori esterni, come prestatori di manodopera.

«Mio marito è sempre stato elettricista capocantiere - racconta Galbusera - Nel 2001 la ditta per cui lavorava stava per chiudere perché i titolari avevano raggiunto l’età del pensionamento e mancavano nuove generazioni che la portassero avanti. A quel punto, invece di cercare un nuovo lavoro come dipendente di altre aziende, ha deciso di mettersi in proprio e io lo ho seguito, licenziandomi dal mio lavoro di impiegata nel settore degli acquisti esteri. Oggi il mio

ruolo è cambiato totalmente, mi occupo di personale e buste paga».

Nata in un piccolo magazzino, sempre a Casatenovo, dove i coniugi risiedono, l’azienda è cresciuta velocemente. «Tre anni fa abbiamo acquistato il capannone in cui abbiamo ora la sede e l’anno scorso abbiamo preso anche quello di fronte, per poterci ampliare - continua - Per dicembre vorremmo implementare anche la zona degli uffici, in modo da stabilizzarci dal punto di vista del personale. All’inizio ci siamo occupati soprattutto dell’ambito civile con impianti per privati; ora siamo più direzionati verso il settore industriale, lavorando quindi con grandi aziende, di livello anche nazionale. Abbiamo fornitori, invece, prettamente del settore elettrico».

Nello specifico, l’impresa si occupa di impianti elettrici di ogni portata e tipologia a partire dalle forme più tradizionali fino all’innovativa domotica per il settore residenziale e terziario. Si aggiunge la costruzione e mantenimento di impianti fotovoltaici, cabine di media tensione, impianti di sicurezza e di videosorveglianza.

Centrale è anche l’attenzione all’innovazione tecnologica DALI, con l’installazione di impianti d’il-

C.R. Impianti è intervenuta negli uffici della Brivio e Viganò e nella sede della DHL

ANNO DI FONDAZIONE: 2001

FATTURATO: 12 MILIONI

DIPENDENTI: 20

COLLABORATORI ESTERNI: 50

CONTATTI: info@crimpianti.com

luminazione dimmerabile, che consentono di regolare l’intensità luminosa delle lampade a seconda della luce naturale, comportando notevoli risparmi energetici, l’installazione di lampade con tecnologia Led (con un risparmio di circa il 50% del consumo di energia elettrica) e la realizzazione di interventi di relamping, cioè di sostituzione di lampade fluorescenti con tecnologie a Led.

Rhiag Srl, Brivio e Viganò Logistic Srl sono solo due dei molti clienti con attività in tutt’Italia che si sono affidati a C.R. Impianti, che negli anni scorsi ha messo le proprie competenze anche al servizio del settore della moda milanese, curando per esempio l’impiantistica di boutique e showroom di Gianfranco Ferrè, Dolce e Gabbana ed Emilio Pucci e lavorando anche per la moda estera, soprattutto all’inizio

degli anni 2000.

«Per ora non abbiamo avuto un cambio generazionale, perché siamo un’azienda relativamente giovane - commenta Orietta Galbusera - Di certo cerchiamo personale, anche come manodopera, ed è un settore aperto ai giovani».

Casatese tanto l’azienda quanto i suoi titolari, la C.R. impianti non fa mai mancare il proprio sostegno alle attività sportive e alle realtà associative locali: «Sosteniamo la società ciclistica Lissone MTB e quella calcistica Casatese Merate. Facciamo anche da sponsor per piccole manifestazioni, come per esempio le feste di paese». Sviluppo tecnologico e attenzione al territorio vanno, quindi, di pari passo nello sviluppo dell’azienda, che continua a crescere di anno in anno.

Attenzione costante all’energia pulita

L’intero tetto nel capannone ricoperto da un anno di pannelli fotovoltaici, tanto che l’azienda è ormai praticamente autosufficiente nella produzione energetica. Non poteva non avere un occhio di riguardo per l’energia pulita e l’ecosostenibilità la C.R. Impianti di Casatenovo, che installa quotidianamente impianti elettrici e spesso anche pannelli solari a centinaia di clienti in tutta Italia e in Europa. «Lo facciamo per gli altri, lo abbiamo fatto anche per noi - assicura la titolare Orietta Galbusera - Installare pannelli solari è importante e ci sembrava giusto farlo in prima persona, anche e soprattutto perché l’installazione di pannelli fotovoltaici è una fetta importante del nostro lavoro. Funzionano bene, l’estate è stata calda e la produzione di energia importante; con l’inverno probabilmente diminuirà un po’ ma l’azienda riesce ad essere pressoché autonoma dal punto di vista energetico». Proprio in questi mese, inoltre, l’impresa sta conseguendo la certificazione Iso 9001 a testimonianza dell’impegno per l’ambiente e il territorio. «Di rifiuti ne produciamo tanti, ma il nostro maggior prodotto di scarto è il rame, che è riciclabile», conclude Galbusera.

OFFICINA BONACINA

Un’azienda

dai vertici “rosa” tra bulloni e ancoraggi meccanici

Fondata nel 1958, opera soprattutto in Italia, con 1.252 commesse gestite solo nel 2023

Un’azienda nata dalla famiglia e che alla famiglia si affida ancora oggi, con un passaggio generazionale che punta allo sviluppo, alla crescita e all’innovazione, ma senza dimenticare la tradizione. È questo il cuore dell’Officina Bonacina di Olginate, in via Moronata 46, storica impresa di produzione di componenti meccanici e di ancoraggi strutturali, fondata nel 1958 e cresciuta fino ad arrivare a un fatturato annuo medio di 2 milioni e mezzo. Con 17 dipendenti - 18 a breve - l’Officina Bonacina opera soprattutto in Italia, con ben 1.252 commesse gestite solo nel 2023, un numero di pezzi prodotti che può variare da qualche unità a diverse centinaia per ogni commessa e 317 clienti attivi.

«Siamo in crescita - afferma Eleonora Rizzi, responsabile gestione sistema qualità - Infatti, a gennaio abbiamo deciso di trasferirci da Calolziocorte nella nuova sede di Olginate, investendo su un capannone di tremila metri quadri». La clientela è molto varia. «Sia grandi aziende che il muratore di paese - spiega Rizzi - Abbiamo due anime, una dedicata

alla lavorazione meccanica pura e una legata al settore con cui siamo nati, quello edile, con produzione per esempio di tiranti e tirafondi».

Il trasferimento a Olginate, però, per la storica azienda si è trattato più che altro di un ritorno a casa. «L’azienda è nata a Olginate, letteralmente fuori casa dei miei nonni, Alessandro Bonacina e Giuseppina Spreafico, come una piccola officina meccanica - continua - In famiglia si dice anche che è stato proprio il nonno a inventare i seghetti, ma non li ha brevettati. Alla sua morte si sono inserite mia mamma e mia zia, Lorenza ed Enrica Bonacina, che sono ancora oggi le titolari e che con l’aiuto di mia nonna hanno portato avanti l’attività. Non era facile per tre donne farsi spazio in un mondo che allora era prettamente maschile e c’è stato qualche scontro culturale, ma hanno anche trovato chi le ha aiutate». Ancora oggi l’azienda fa riferimento a Enrica Bonacina per la parte commerciale e alla sorella Lorenza per il settore produttivo, anche se negli anni l’impresa si è ampliata fino ad accogliere la terza ge-

nerazione della famiglia. «Oltreamelavoranoqui anche mia sorella Ilaria e i nostri cugini, Andrea e Lorenzo Pennati. Siamo in una fase di transizione generazionale e di divisione dei compiti». Proprio in quest’ottica, negli scorsi anni l’azienda ha conseguito diverse certificazioni, in particolare la Iso 9001 per la qualità dei prodotti, la Uni En 1090 per la marcatura Ce del materiale di produzione europea, la Iso 14001 per la gestione dell’impatto ambientale e la 2.3.1 per i principi etici. «Non siamo una grande azienda, manteniamo una dimensione famigliare - commenta RizziPer noi è centrale l’operatore e la sua formazione, in modo che impari a lavorare in autonomia. Il requisito base della nostra attività è proprio la fiducia nel personale. Abbiamo un rapporto molto diretto anche con clienti e fornitori, di solito per mail o telefonicamente, ma in alcuni casi anche di persona, come nelle fiere di settore. Abbiamo anche dei fornitori e dei clienti storici, coltivati già

neglianni‘80.Percrescere, il nostro sito si sta rivelando molto utile, anche perché, essendo specializzati in accessori per macchinari meccanici, di solito il cliente sa già cosa vuole, cerca su internet e ci trova. Funziona bene, però, anche il passaparola».

ANNO DI FONDAZIONE: 1958

FATTURATO: 2,5 MILIONI

DIPENDENTI: 17

COMMESSE: 1.252

Da sempre legata al territorio che l’ha vista nascere e crescere, l’Officina Bonacina si caratterizza anche per una grande attenzione al sociale. «Contribuiamo con un sostegno economico alle attività dell’oratorio, alle attività sportive locali, al coro di Olginate e all’organizzazione delle feste di paese. Siamo anche legati alla missione di padre Valentino De Bortoli in Bolivia. È originario di Olginate e oltre a sostenerlo con finanziamenti, spesso compria mo anche materiale di cartoleria, come penne, matite, pennarelli e risme di car ta per le attività dei bambini della sua scuola».

Un’azienda in crescita, dun que, che sta diventando un vero e proprio punto di riferimento nel settore, con un legame profondo con il territorio e uno sguardo aperto verso l’Europa.

CLIENTI: 317

CONTATTI: info@officinabonacina.com

Attenzione all’ambiente anche nella scelta dei prodotti usati

Ecosostenibilità ed energia green, per continuare a crescere come azienda tutelando allo stesso tempo l’ambiente. L’Officina Bonacina di Olginate, infatti, è da sempre molto attenta al proprio impatto ambientale e fin dai primi passi nel settore edile e meccanico ha avuto un occhio di riguardo per prodotti non inquinanti, riciclo ed energia pulita. «Abbiamo sempre fatto scelte di responsabilità ambientale - assicura Eleonora Rizzi, responsabile gestione sistema qualità - Abbiamo cambiato gli oli che usavamo per utilizzarne altri che fossero il meno inquinanti possibili. Abbiamo un sistema di pulizia delle vasche che permette di allungare la vita del prodotto, che poi viene ritirato da azienda specializzate. E abbiamo anche installato un pavimento speciale per fare in modo che, se l’olio dovesse cadere, non possa filtrare nel terreno». Guardando al futuro, l’azienda sta, inoltre, portando avanti un progetto su ampia scala per tutelare l’ambiente: «Vorremo rifare tutto il tetto e coibentare il capannone, installando anche dei pannelli fotovoltaici. L’obiettivo a lungo termine è quello di diventare autosufficienti, aumentando pian piano la produzione di energia pulita».

GICAR

Da oltre sessant’anni progetta e realizza soluzioni elettroniche all’avanguardia

È leader globale nel settore Horeca, in particolare nell’automazione delle macchine per caffè

Oltre sessant’anni di elettronica d’avanguardia. La meratese Gicar, con sede nel cuore del comparto produttivo di via Como, è da sempre sinonimo di prodotti di elevata qualità, certificati secondo le più rigide norme internazionali di sicurezza, oltre che di innovazione e sostenibilità. Gicar, marchio 100% italiano (certificato anche dal sistema Italcheck), è un leader globale nel settore Horeca, il mondo legato a consumi e somministrazione di cibi e bevande, e in particolare nell’automazione delle macchine per caffè. Nata nel 1963, l’azienda ha mantenuto il passo con i tempi e per molti aspetti li ha percorsi, facendo dell’innovazione tecnologica uno dei suoi pilastri.

«Gicarreinvestepraticamentetuttiiprofittiinstrutture e impianti. Di recente ci siamo concentrati

sull’aspetto strutturale: ristrutturazione antisismica della sede di Merate, efficientamento energetico e anche, per certi versi, miglioramenti estetici, con interventi programmati a breve termine. Abbiamo incantiereulterioriinvestimentisullaparteimpiantistica e il rinnovamento del polo meccatronico». A parlare è Donatella Arlati, ceo dell’azienda fondata nel 1963 a Carnate dal cugino Giovanni Cantara Arlati è entrata in Gicar nel 1986 inizialmente affiancando il padre Giuseppe, figura chiave del panorama industriale del territorio. Presto, ha acquisito le competenze necessarie per portare Gicar a diventare l’azienda che è oggi: un partner affidabile per lo sviluppo del business dei clienti, in grado di offrire prodotti e servizi di altissima qualità, grazie a soluzioni tecnologiche innovative e personalizzate. Tutto ciò anche grazie alle elevate competenze della Ricerca e Sviluppo, comparto che negli anni Gicar ha internalizzato, consolidandone l’efficienza. Con l’esperienza accumulata nel corso degli anni, Gicar progetta e realizza soluzioni elettroniche

La sede della Gicar a Merate vista dall’alto

all’avanguardia per decine di ambiti. Se il settore principale resta quello delle macchine per caffè, l’azienda opera anche in ambiti come distributori automatici, macchine per gelaterie, banchi a freddo, lavastoviglie industriali e persino apparecchiature medicali.

Nel 2023, Gicar ha registrato un fatturato di 38 milioni di euro e prodotto oltre 2,6 milioni di componenti per le macchine del settore Horeca, mantenendo un forte impegno verso la propria cultura aziendale, sviluppata in più di sessant’anni di storia. Un approccio in linea con i principi del Global Compact delle Nazioni Unite, relativi al rispetto dei diritti umani e delle condizioni di lavoro. L’azienda conta 145 dipendenti diretti.

Tra i traguardi pioneristici per una piccola impresa, spicca la certificazione ISO 9001 conseguita da Gicar nel 1994.

«Decidemmo di intraprendere questo percorso

ANNO DI FONDAZIONE: 1963

FATTURATO 2023: 38 milioni di euro

PEZZI PRODOTTI: 2.675.854

DIPENDENTI: 145

CONTATTI: contatti: info@gicarsrl.com

in modo volontario - spiega Donatella ArlatiTrent’anni fa, l’azienda era in una fase di crescita. L’intuizione fu quella di dotarsi di una struttura organizzativa precisa, che solo una certificazione di questo tipo può garantire. È un processo che richiede impegno e qualche sacrificio, ma consente di gestire al meglio la produzione ed il servizio al cliente». Infine, ma non meno importante, Gicar ha nel proprio DNA anche un forte senso di responsabilità sociale. L’azienda sostiene direttamente organizzazioni con finalità sociali come il FAI (Fondo Ambiente Italiano) e l’associazione Fabio Sassi di Merate, che si dedica a garantire dignità nella fase terminale della vita, e ha contribuito all’acquisto di un’automobile elettrica per Auser Filo d’Argento di Paderno d’Adda da adibire al servizio di trasporto sociale.

Fornitori a km zero e identità italiana

«Sarà anche una scelta anacronistica, ma Gicar è e rimarrà sempre un’azienda 100% italiana». Con queste parole, la presidente del gruppo Donatella Arlati ribadisce l’identità che da sempre distingue Gicar. Una scelta che trova conferma su più di un fronte. L’azienda ha sempre cercato, infatti, per quanto possibile, di collaborare in prevalenza con fornitori lombardi. Da molti anni, infatti, lavora con il portale PMI Lombarde, che offre una selezione costantemente aggiornata delle migliori imprese della regione. Attualmente, il 61% dei fornitori di Gicar proviene dalla Lombardia.

Inoltre, l’azienda con sede in via Como a Merate è certificata dal sistema Italcheck, che permette alle aziende di valorizzare la qualità del Made in Italy attraverso la certificazione di un ente terzo, il quale verifica che tutte le fasi della produzione siano effettivamente svolte in Italia. Una vera garanzia dell’identità italiana. Tutti i prodotti Gicar sono certificati Italcheck Italian Identity.

Il direttivo della Gicar

COLOMBO PAVIMENTI

Quartier generale a Sirtori, ma realizzazioni in varie parti del mondo

Ceramiche, marmi, legno, resine, cotti, arredobagno e wellness: ad ognuno la sua idea di casa

Una storia di famiglia che arriva da lontano, che si è mantenuta fedele alle proprie origini ma che col passare del tempo ha saputo anche rinnovarsi e tracciare la linea di un percorso sempre in crescita, tanto a livello di competenze quanto a livello di numeri.

La Colombo pavimenti, con sede in via La Santa 2 a Bevera di Sirtori, è stata costituita come società nel 1979, ma la storia risale a molto prima.

«Mio papà Giacomo e i miei zii Luigi e Mario lavoravano già insieme in una società di fatto, poi negli anni la realtà è cresciuta, diventando una società vera e propria» spiega Paolo Colombo, presidente del Consiglio d’Amministrazione nel quale siedono anche le cugine Miriam e Roberta Colombo.

L’azienda si occupa di pavimentazioni, ma anche di rivestimenti, interni ed esterni. Ceramiche, marmo, pietre naturali, legno e resine sono solo i principali prodotti offerti dall’azienda, che a Sirtori ha il suo quartier generale ma opera in tutta Italia e nel mondo, con installazioni anche in Africa e America.

«Siamo specialisti nell’ambito della pavimentazione, con rivestimenti non solo a terra e non solo per gli interni - prosegue Paolo Colombo - Negli ultimi anni il mercato in generale ha assistito a un grande sviluppo nell’ambito dell’outdoor delle abitazioni private e in tutto il settore hotellerie, un trend in crescita che anche noi abbiamo cavalcato». Come in crescita sono anche i numeri dell’azienda, che ha chiuso il 2023 con un fatturato di 9 milioni di euro e 23 dipendenti, suddivisi tra la logistica, lo showroom di Sirtori e quello di Verano Brianza, il settore amministrativo e il reparto tecnico, su cui l’azienda punta molto.

«Abbiamo un organico tecnico composto da sette persone altamente specializzate, che seguono i progettisti sia nella fase che precede il cantiere sia in quella successiva - dichiara Colombo - È importante per noi creare una sinergia per trovare soluzioni tecniche, dando un’identità chiara a ogni progetto. Per noi poi è fondamentale la cura del dettaglio, seguendo un’eccellenza che è

La sede della Colombo Pavimenti a Sirtori

figlia dei nostri capostipiti che lavoravano come posatori»

Attiva anche nel settore delle piscine e del wellness, così come dell’arredo bagno quando quest’ultimo dialoga in maniera integrata con i rivestimenti, la Colombo Pavimenti negli anni ha saputo seguire in modo attivo e propositivo i cambiamenti imposti dal mercato, basti pensare all’avvento dei grandi formati nelle pavimentazioni e nei rivestimenti: «Èstatouncambiamentoepocalechel’Italiaha esportato nel mondo. I grandi formati con uno spessore ridotto sono per noi come la stoffa per il sarto: bisogna sartorializzare il lavoro, tornando a un’alta artigianalità. Tutto questo ci offre nuove opportunità e sviluppi molto stimolanti». Nel suo settore, ma non solo, l’azienda di Sirtori ha saputo essere antesignana. «Siamo stati tra i primi a mostrare grande attenzione allo smaltimento dei rifiuti e al rispetto dell’ambiente, dal momento che già da anni raccogliamo e differenziamo con grande scrupolo gli scarti dei

ANNO DI FONDAZIONE: 1979

FATTURATO: 9 mln

DIPENDENTI: 23

SEDI: 2

CONTATTI: info@colombopavimenti.it

nostri cantieri. È una buona pratica che si sta scoprendo ora, ma alla quale noi siamo arrivati con disinvoltura già da tempo». Pur restando ancorata agli insegnamenti dei suoi fondatori, la Colombo Pavimenti guarda al futuro, anche grazie alla partecipazione in alcune società di Lecco e Milano alle quali offre apporto sia in termini di esperienza che di lavoro concreto. Un ulteriore sviluppo, al quale ha contribuito il giovane asset dei vertici aziendali, del quale fanno parte anche i figli del presidente, Leonardo e Riccardo Colombo

L’impegno in Assoposa per una migliore professionalità

Dare valore alla propria categoria, rendendola sempre più professionalizzata, con formazione e competenze che puntano sempre a un livello più alto.

C’è anche questo tra gli obiettivi dell’azienda Colombo Pavimenti di Sirtori, il cui titolare Paolo Colombo è stato tra i fondatori di Assoposa, associazione nazionale di categoria dedicata ai posatori piastrellisti e ai distributori di piastrellature ceramiche.

L’associazione è nata nel 2013 con l’intento di garantire attenzione allo sviluppo professionale della categoria: proprio per questo il primo e più importante atto di Assoposa è stato quello di creare un registro di posatori e distributori qualificati, la cui competenza è garantita da un apposito sistema di qualificazione e riconoscimento anche grazie a corsi ed esami.

«Con questa certificazione, che è una sorta di carta d’identità del posato-

re, il professionista può entrare nelle case e nei cantieri con un documento che ne riconosce le competenze – ha spiegato Colombo, che dal 2013 al 2022 ha anche ricoperto la carica di presidente di Assoposa - Abbiamo in qualche modo anticipato l’attenzione del Governo in tema di verifi-

che nei cantieri e patente a crediti». L’associazione di categoria si occupa anche di promuovere la professionalizzazione nell’ambito di rivenditori e distributori e incentiva formazione e collaborazione anche con seminari e incontri con altre associazioni nazionali di altri Paesi.

Nella foto in alto, passato, presente e futuro della Colombo Pavimenti
La costituzione di Assoposa nel 2013 con Paolo Colombo

VARO

Un’azienda moderna con una crescita in doppia cifra
«In questi anni ho imparato che il vero imprenditore è quello che coglie l’occasione tutti i giorni»

Dal 1979 ad oggi, nonostante le numerose discontinuità che hanno trasformato il mondo, c’è una costante che resiste nel tempo: Varo, l’azienda fondata da Giuseppe Rota, continua a essere un punto di riferimento nel suo settore. Inizialmente l’attività era focalizzata sulla realizzazione di attrezzature e accessori per la lavorazione del filo metallico. Negli anni successivi ha sviluppato e realizzato piccole macchine semplici e accessorie per la saldatura e la piega del filo, diventate poi sempre più complesse e automatizzate, arrivando a raggiungere un elevatissimo livello di know-how.

Oggi Varo conta circa 100 dipendenti, a cui vanno aggiunti i 14 di OMCG (Officine Meccaniche Costruzioni Generali), altra eccellenza nella lavorazione del filo, acquisita nel corso del 2022 con la contestuale

creazione di Rota Group, a capo anche di Varo. A guidare l’azienda, con papà Giuseppe, è Marta Rota, ceo dell’impresa di Valmadrera. «Il nostro futuro è la stabilità, cercando di concretizzare ciò che si è fatto fino ad oggi - afferma - di certo continueremo a evolverci; da quando sono entrata qui è stato cosìenel2025sarannogiàpassati20anni.Inquesto ampio arco di tempo ho compreso che il vero imprenditoreèquellochecogliel’occasionetuttiigiorni: naturalmente ci si dà degli obiettivi, ma nella vita si manifestano opportunità e bisogna essere bravi a non lasciarle sfuggire. Nella nostra azienda crediamo fortemente nel valore delle relazioni con i nostri stakeholder, i fornitori e i collaboratori. Il nostro successo si fonda su un network solido, dove ogni attore contribuisce alla crescita collettiva. Un elemento cruciale della nostra vision è l’investimento nella formazione, che consideriamo fondamentale per permettere ai giovani di oggi di crescere e diventare parte di una realtà dinamica e in espansione». In casa Rota, un tema centrale è sicuramente il

passaggio generazionale. «Nel mio percorso di crescita, mio padre è sempre stato una figura di riferimento fondamentale - spiega Marta - Il nostro lavoro insieme, iniziato vent’anni fa, ha rappresentato un passaggio graduale, che a me piacedefinire“accompagnato”.Inuncertosenso, siamo cresciuti insieme, affrontando con equilibrio e consapevolezza le sfide del cambiamento. Questo ci ha permesso di continuare a costruire un’impresa robusta e proiettata verso il futuro, con il riferimento di una figura solida come papà Beppe alla base di tutto».

Davanti a dipendenti e collaboratori padre e figlia dimostrano però una visione unica: «Abbiamo

SETTORE: Fabbricazione di altre macchine di impiego generale

FATTURATO: 17,2 mln

DIPENDENTI: 100

FONDAZIONE: 1979

CONTATTI: +39 0341 580164

CONTATTI: info@varo.it

entrambi gli stessi obiettivi, non potrebbe non essere così, ma esercitiamo due metodi differenti per raggiungere il medesimo scopo».

A fronte di tutto ciò, va ricordato che Varo negli ultimi anni è cresciuta costantemente a doppia cifra. Il valore della sua produzione nel 2023 ha sfiorato i 17 milioni di euro, con un utile dell’esercizio di 1,356 milioni di euro (+12%).

«Dopo la chiusura del mercato russo, abbiamo cercato altri panorami - conclude Marta RotaAttualmente stiamo investendo tanto in Messico, per noi si tratta di un nuovo mercato. Siamo da poco tornati da una fiera a Shanghai molto produttiva, anche in Cina il mercato è fiorente»

Un’attenzione speciale per il personale

«Un’azienda senza dipendenti non può esistere, e naturalmente vale anche il contrario. Perciò va trovato il giusto equilibrio fra la parte dirigenziale e il personale, cercando di venirsi incontro in entrambi i sensi». Marta Rota e Varo hanno ben chiaro questo concetto, e da sempre coltivano un’attenzione speciale per i propri lavoratori. «Penso alla mensa, deve essere un ambiente sereno, pulito, dove chiunque può stare bene come se fosse a casa - continua - ma non solo, stiamo istituendo momenti di formazione one-to-one, uno spazio in cui i dipendenti si possano confrontare. L’obiettivo è fornire loro una formazione sia tecnica che psicologica, in grado di dare una mano a motivare soprattutto i giovani, generando un senso di attaccamento al marchio. Oggi è necessario credere nel proprio lavoro: qui i ragazzi vedono nascere progetti su carta e pc che in precedenza non esistevano. Si tratta di macchine che prima non c’erano, ideate, progettate, costruite e pronte per andare nel mondo. Il senso deve essere quello di lavorare con orgoglio e soddisfazione per un’azienda che porta ovunque macchine nate qui a Valmadrera».

Ovviamente non tutto è perfetto. «Attenzione, non voglio dipingere Varo come un paradiso - conclude Marta Rota - ma vorrei fosse un’azienda dove l’aspetto umano emerge anche nel momento delle difficoltà. Quindi è bene che ciascuno si chieda “quanto riesco ad aiutare un dipendente?” e per il personale “quanto un dipendente può aiutare l’azienda?”».

LONGHI Srl

Sul mercato da oltre sessant’anni, tra tradizione e innovazione

Punto di riferimento per le aziende del comparto dei macchinari industriali speciali e dei prototipi

Più di sessant’anni di storia, tracciati nel solco della continuità e al tempo stesso dell’innovazione.

Inizia nel 1963 l’esperienza della Longhi Srl con sede in via Paladini a Barzanò, realtà che negli anni ha saputo diventare punto di riferimento per le aziende operanti nel comparto dei macchinari industriali speciali e dei prototipi.

Partita come piccola impresa artigiana, con una decina di dipendenti, per iniziativa di Ambrogio Longhi, inizialmente prese il nome proprio dal suo fondatore. Negli anni fu sempre più proficua la collaborazione con i figli Luigi, Celestina e Patrizia e 35 anni fa, nel 1989, l’azienda venne registrata come società con il nome di Longhi Srl con il quale oggi continua la sua storia anche grazie all’ingresso della terza generazione della famiglia, con i nipoti del fondatore Ambrogio che affiancano i genitori nella gestione aziendale. Negli anni l’azienda è cresciuta: oggi conta una quarantina di dipendenti e opera in un capannone di 3.500 mq. L’attività si articola in tre reparti, carpenteria, officina meccanica e montaggio, e la produzione comprende l’esecuzione a disegno, per conto terzi, di qualsiasi lavoro di carpenteria media pesante (basamenti, macchine e strutture di ogni genere) in ferro e acciaio inox, la fornitura di pezzi ossitagliati e cesoiati a disegno e di lavora-

zioni meccaniche, sino alla fornitura di macchinari completi (trattati, lavorati, verniciati e assemblati). «La molteplicità e la specializzazione delle lavorazioni, soprattutto su pezzi di grandi dimensioni, ci hanno portato a operare con successo in tutti quei settori che necessitano di strutture meccaniche e macchinari ad alto contenuto tecnologico - conferma Luigi Longhi, alla guida dell’azienda di famiglia dal 1994 - Possiamo dire che il prodotto è da intendersi come servizio, in quanto la nostra impresa assiste e si mette a disposizione del clien-

Luigi Longhi, alla guida dell’azienda di famiglia dal 1994
L’azienda Longhi Srl che ha sede in via Paladini a Barzanò

Un futuro all’insegna della sostenibilità

Ambiente, società e governance: sono questi tre i fattori fondamentali del bilancio di sostenibilità del Rating ESG, report che certifica la solidità di un’azienda in questi tre ambiti, ottenuto nel 2024 dalla Longhi Srl di Barzanò. Un traguardo importante, un primo grande passo verso un percorso di sviluppo e sostenibilità che l’azienda ha iniziato a intraprendere con coraggio e dedizione. Nell’ultimo decennio, infatti, la Longhi srl ha sviluppato una visione sempre più sociale che porti dei benefici, oltre che alla società e ai clienti, anche ai dipendenti, attraverso notevoli miglioramenti sociali, della sicurezza e del posto di lavoro, e all’ambiente circostante, con un occhio di riguardo alla riduzione dell’inquinamento e al miglioramento ambien-

te dall’inizio alla fine del processo. Negli anni, infatti, la nostra scelta aziendale è stata quella di specializzarci nel servizio al cliente, di cui seguiamo il know-how per metterlo nelle condizioni di creare un prodotto di nicchia e di qualità». Proprio per questa ragione la Longhi Srl ha sempre investito nel proprio staff, che «negli anni ha maturato grandi competenze professionali specifiche, senza le quali non sarebbe possibile ottenere certi risultati». «Per noi le persone hanno molto valoresottolinea Longhi - Al nostro fianco ci sono ancora dipendenti storici, che sono con noi da sempre». Il benessere dei dipendenti è fondamentale, così come la loro sicurezza e la loro formazione, come spiega ancora Luigi Longhi. «Il fattore ambientale e la sicurezza sono indispensabili. Consideriamo la flessibilità dei lavoratori, l’impatto ambientale della nostra attività e teniamo in considerazione l’importanza di un ambiente sicuro. In una realtà come la nostra sono determinanti un’accurata programmazione gestionale e una contabilità analitica industriale monitorata di continuo: i dettami del settore mi sono stati tramandati da mio padre Ambrogio,

tale.Il Rating ESG e la compatibilità ambientale includono tutti i requisiti indispensabili per integrare la sostenibilità nell’azienda e monitorare le prestazioni, ottimizzandole. I pilastri dell’acronimo, che sono appunto ambiente, società e governance, fanno riferimento a criteri direttamente connessi con l’impegno ambientale, il rispetto dei valori aziendali e la trasparenza. «Si tratta di uno strumento che sta diventando sempre più fondamentale per comprendere le prospettive di sostenibilità di un’azienda e la sua capacità di generare valore a lungo termine», hanno fatto sapere dalla Longhi Srl, fieri di aver raggiunto un traguardo che getta le basi per un futuro all’insegna della sostenibilità su tutti i fronti.

LONGHI SRL

un imprenditore lungimirante che per l’azienda ha sempre avuto grandi progetti», aggiunge il titolare. Il percorso dell’azienda continua, quindi, guardando al futuro, puntando sempre a qualità e sicurezza. Lo scorso anno, infatti, la Longhi Srl ha ottenuto la certificazione EN 1090 fino alla classe EXC2 per la realizzazione di componenti strutturali, andando incontro così anche ad altre esigenze di mercato, fino a raggiungere la copertura del settore per le costruzioni metalliche, edili, infrastrutturali e civili per assicurare la qualità e la sicurezza delle strutture in acciaio in conformità alle normative europee. Una storia di successo lunga tre generazioni che, come conclude Longhi, non sarebbe stata possibile «senza maestranze, fornitori, collaboratori e clienti che negli anni sono stati al nostro fianco»

Carpenteria – Officina Meccanica - Montaggio

ANNO DI FONDAZIONE: 1963

FATTURATO: 4,5 milioni

DIPENDENTI: 40

SEDE: 3.500 mq

SOSTENIBILITÀ: Rating ESG

CONTATTI: info@longhisrl.it

Nella foto a sinistra, il fondatore Ambrogio Longhi con la moglie Carmen Pelucchi
Qui a lato, da sinistra, Luca e Roberto Fumagalli, Celestina e Luigi Longhi, Elena Sala, Giampietro Simonetti, Patrizia Longhi e Alice Longhi Beretta.

CLINICA SAN MARTINO

Un modello di sanità eccellente e accessibile

Riferimento per la salute di cittadini e aziende, rafforza la presenza sul territorio

Clinica San Martino, con sedi in provincia di Lecco e Sondrio, continua a consolidarsi come uno dei centri sanitari di riferimento nel Lecchese ma anche in Valtellina e Brian za, grazie a un’offerta di servizi medici d’a vanguardia e a un approccio fortemente orientato all’accessibilità e alla qualità. Con l’obiettivo di affrontare nuove sfide, la clinica prosegue il suo percorso di crescita, mirando a rafforzare ulteriormente la propria pre senza nel territorio.

«Il 2024 è stato un anno di gran di risultati e sviluppo – afferma

Alberto Pedretti, direttore generale della Clinicaguardiamo già al 2025 con l’intenzione di migliorare ul teriormente i nostri servizi e di rispondere in modo sempre più efficace alle esigenze delle per sone e delle aziende con cui col

laboriamo. La nostra sfida principale è coniugare l’eccellenza sanitaria con un accesso sempre più

Un aspetto cruciale che ha permesso alla Clinica San Martino di distinguersi nel panorama sanitario è la sua capacità di offrire prestazioni di alta qualità a costi sostenibili. «Il nostro obiettivo è mantenere elevati standard di cura, rendendo però i nostri servizi accessibili a una vasta fascia di pazienti - spiega Questo modello ci ha permesso di crescere e di affermarci come un punto di riferimento per chi cerca un’assistenza sanitaria efficiente e a misura di persona».

Nel 2025 la Clinica mira a potenziare i propri servizi di diagnostica avanzata e a investire in nuove tecnologie, con l’obiettivo di offrire percor-

Didascalia

si diagnostici e terapeutici sempre più rapidi e precisi. La clinica continuerà anche a rafforzare i servizi di prevenzione e cura, mantenendo un approccio multidisciplinare e personalizzato. Accanto al ruolo di eccellenza sanitaria per i privati, la Clinica San Martino guarda con grande attenzione anche al mondo aziendale, offrendo servizi mirati nel settore della Medicina del Lavoro. Quest’area, già in forte crescita, rappresenterà uno degli ambiti chiave su cui la clinica intende concentrare i suoi sforzi futuri. «Le aziende hanno sempre più bisogno di un partner qualificato per la gestione della salute e della sicurezza dei propri dipendenti - sottolinea il direttore generale della Clinica - e noi siamo pronti a offrire loro soluzioni personalizzate e altamente professionali». L’approccio della clinica si distingue per la sua flessibilità: «Vogliamo continuare a offrire pacchetti su misura, adattati alle esigenze specifiche delle singole aziende - aggiunge Pedretti - Siamo consapevoli che ogni settore ha le proprie peculiarità e richiede interventi mirati, soprattutto in un contesto lavorativo in evoluzione come quello attuale».

La Clinica San Martino si propone non solo come fornitore di servizi sanitari, ma anche come un vero e proprio partner strategico per le imprese, capace di supportarle nel garantire un

ambiente di lavoro sano e sicuro. «Nel prossimo anno puntiamo a consolidare ulteriormente le nostre collaborazioni con le aziende, proponendo nuoviserviziemigliorando quelli già esistenti - continua Pedretti - L’obiettivo è assicurare la massima protezione per i lavoratori, riducendo i rischi e migliorando la produttività delle aziende che scelgono di affidarsi a noi». La clinica offrirà interventi ancora più rapidi ed efficienti, con l’intento di ridurre i tempi di attesa e garantire una gestione fluida delle visite mediche e delle consulenze. Guardando al 2025, la Clinica San Martino si pone l’obiettivo di consolidare e ampliare i successi raggiunti. «Il nostro focus resta sempre lo stesso - conclude Pedretti - Offrire cure eccellenti, accessibili e personalizzate, sia per i privati che per le imprese. Vogliamo crescere con il territorio, migliorando costantemente i nostri servizi e adattandoci alle nuove sfide che il futuro ci presenta».

FATTURATO 2023: 14.338.805 euro

DIPENDENTI: 60

SEDI: Malgrate, Molteno, Mese, Livigno

PAZIENTI PRESI

IN CARICO NEL 2023: 45mila

DIRETTORE SANITARIO:

Dottor Gaetano Elli (iscritto all’Albo Provinciale dei Medici Chirurghi della Provincia di Como al n. 4007)

CONTATTI:

info@clinicasanmartino.it www.clinicasanmartino.it tel. 0341 1695111

Medicina del Lavoro: un partner strategico per le imprese

La Medicina del Lavoro è una branca relativamente recente della medicina, nata proprio in Italia all’inizio del 1900. E si pone come obiettivo quello di prevenire, diagnosticare e trattare le problematiche di salute connesse all’ambiente di lavoro. Ma non solo, come spiega il dottor Francesco Scordo, responsabile della Struttura di Medicina del Lavoro di Clinica San Martino: «La sorveglianza sanitaria è un obbligo di legge per ogni azienda, laddove presente almeno un lavoratore esposto a dei rischi professionali. Il medico del lavoro non solo devegarantirelasorveglianzasanitariamapuòedevefavorire la promozione della salute in senso globale, intesa come benessere psicofisico del lavoratore».

La struttura di Medicina del Lavoro di Clinica San Martino «è un vero e proprio reparto che si pone l’obiettivo di effettuare la sorveglianza sanitaria obbligatoria a 360°, ma anche di far accedere, attraverso un canale preferenziale, i lavoratori direttamente ai servizi di eccellenza della nostra clinica, in modo ancora più accessibile e conveniente. Questo avviene tramite

programmi di promozione della salute studiati ad hoc per i lavoratori, nei quali il medico competente non solo si occupa di sorveglianza sanitaria, ma è l’interlocutore privilegiato per il datore di lavoro, sviluppando anche servizi di welfare aziendale», sottolinea il dottor Scordo. Un servizio che sta ricevendo già degli apprezzamenti molto positivi da parte degli imprenditori del territorio. «Una scommessa che guarda al futuro - aggiunge il medico del Lavoro - Siamo un interlocutore e una struttura che possono supportare ogni esigenza dell’imprenditore, il quale ha al proprio fianco un vero e proprio ospedale con l’accessibilità tipica del settore privato».

METALLURGICA LOCATELLI

Da quattro generazioni trafila fili d’acciaio

Fondata nel 1923, ha nella versatilità il punto di forza per rispondere sempre ai clienti

Un’azienda a vocazione industriale e a conduzione familiare che da oltre un secolo procede senza soste, attraverso quattro generazioni imprenditoriali, rinnovandosi giorno dopo giorno con l’entusiasmo e la freschezza di sempre.

La Metallurgica Locatelli, azienda leader nel settore della trafilatura di fili di acciaio a basso tenore di carbonio, tra le prime a essere fondate in Italia, opera sul territorio lecchese dal 1923. Nata da un’intuizione di Fortunato Locatelli, la piccola impresa artigianale di Acquate (Lecco) nel 1963 si è trasformata in una società per azioni trasferendo la produzione a Calolziocorte, dove si è ampliata fino a vantare un organico di circa 40 dipendenti, un proprio sito produttivo con una superficie di 20.000 mq e un fatturato di oltre 20 milioni di euro.

Oggi, l’azienda è gestita dai nipoti del fondatore, la cosiddetta “quarta generazione”, che mantengono le redini della società con una politica aziendale volta a seguire una strategia commerciale sempre attenta alle esigenze del mercato rivolgendo un’attenzione particolare al soddisfacimento delle richieste e

delle aspettative dei propri clienti. «Il nostro punto di forza - spiega il presidente Giovanni Locatelli – è la nostra versatilità e polivalenza nei prodotti che offriamo al cliente e che altre aziende non hanno. Una caratteristica che, nonostante il difficile periodo di crisi che l’industria sta attraversando, ci consente di cavalcare l’onda del mercato e mantenerci in salute. Benché la nostra azienda sia a tuttiglieffettiunaS.p.A.,facciamotuttoquestomantenendo una conduzione familiare che ci permette di assumere decisioni rapide e condivise, snellendo e velocizzando la burocrazia nei processi aziendali». Lo standard qualitativo, l’evoluzione dell’organizzazione e dei processi aziendali e il continuo miglioramento degli impianti e delle tecnologie hanno portato l’azienda a ottenere la certificazione secondo la norma UNI EN ISO 9001.

Filo lucido, filo per stampaggio, filo cotto bianco, filo trafilato dal cotto, filo zincato e filo in barre occhiellato sono solo alcuni dei prodotti che la Metallurgica Locatelli offre sul mercato. Per realizzarli, nel 2020, l’azienda ha compiuto un importante investimento,

La Metallurgica Locatelli vista dall’alto

andando ad aggiungere all’impianto di decappaggio dei materiali, anche un forno per la ricottura delle vergelle e dei materiali nobili.

«Grazie a questo investimento - prosegue il presidente che governa la produzione insieme agli amministratori Marco e Paolo Locatelli - siamo perfettamente in grado di gestire tutto il processo produttivo internamente all’azienda. Un vantaggio che ci garantisce di ottimizzare le lavorazioni oltre che ridurre costi e consumi».

Per poter far fronte, però, alla concorrenza, la Metallurgica Locatelli ha sviluppato negli anni una grande attenzione a quelle che sono le richieste del mercato, analizzate quotidianamente per non cedere il passo all’incertezza che, oggi come non mai, caratterizza il settore produttivo.

«Siamo molto attenti a monitorare la situazione –affermano gli amministratori – andando a gestire in maniera elastica e “real time” quelli che sono i cambiamenti della richiesta. Questo per noi significa essere pronti a sospendere o abbandonare la produzione di determinati tipi di prodotti per introdurne di nuovi, più avanzati o più richiesti dal mercato. In questa ottica, per il futuro stiamo pensando di aumentare il diametro massimo dei fili che produciamo, portandolo dagli attuali 14 mm a 22». La crescita aziendale quindi, va avanti e non accenna a fermarsi.

ANNO DI FONDAZIONE: 1923

FATTURATO 2023: 20,7 milioni

COLLABORATORI: 40

SEDE OPERATIVA: 20.000 MQ

CONTATTI: info@metallurgicalocatelli.com

Nel mirino qualità e sostenibilità

Attenzione alla qualità e produzione il più possibile green. Due obiettivi che la Metallurgica Locatelli, certificata secondo la normativa UNI EN ISO 9001 da marzo 1999, persegue attraverso un’organizzazione aziendale totalmente orientata alla qualità.

«Siamo sempre impegnati a soddisfare le specifiche richieste del cliente, nel rispetto delle procedure e delle istruzioni operative codificate nel Manuale della Qualità – spiega Marco Locatelli, amministratore della società – Inoltre, a garanzia della qualità delle sue forniture, la Metallurgica Locatelli ha attivato una serie di accurate verifiche sia sulla materia prima utilizzata che sul prodotto semilavorato e finito. Anche la scelta della materia prima utilizzata è il più possibile sostenibile dal punto di vista delle riduzioni di emissioni di C02 e degli eventuali scarti e sprechi in fase produttiva».

A tutela dell’ambiente, e in ottica di produrre un filo d’acciaio il più possibile green, l’azienda negli ultimi anni ha deciso di sfruttare il più possibile l’energia derivante da fonti rinnovabili.

«Produciamo internamente circa 280 kwh di energia – prosegue Locatelli - generata dal nostro impianto fotovoltaico: i pannelli solari sono distribuiti su tutti i nostri reparti produttivi. Tutta l’energia generata viene poi interamente consumata durante le varie fasi della produzione riducendo i costi dell’energia ma anche le emissioni».

SPAZIO TECNICO

A Lecco una società di ingegneria multi tasking

Si occupa di servizi all’industria, focalizzandosi su sicurezza, salute, igiene del lavoro e ambiente

Una realtà giovane per atto di costituzione, ma con alle spalle esperienza da vendere:

Spazio Tecnico è una società di ingegneria nata nel 2018 come spin-off di una precedente attività fondata e presieduta da Vittorio Addis, attualmente presente come senior advisor. Sei anni fa il ramo d’azienda di Lecco, già esistente con una sua precisa autonomia, si è staccato iniziando a camminare da solo, mantenendo clienti, identità e prodotti. A entrare in società sono stati Riccardo Addis, figlio di Vittorio, con competenze nel campo della sicurezza, nell’amministrazione e nella gestione aziendale, Luca Redaelli (sicurezza e ingegneria) e Filippo Pigazzini (fronte ambientale), con gli ultimi due impegnati sin dal 2000 nella precedente azienda.

Spazio Tecnico ha portato avanti tutte le attività relative ai servizi all’industria, concentrandosi in particolare su tematiche legate alla sicurezza, alla salute, all’igiene del lavoro e all’ambiente, senza

tralasciare le operazioni di ingegneria correlate alle infrastrutture e all’ambiente.

«Abbiamo sviluppato una linea specifica che si occupa in modo specialistico di sicurezza per macchine e impianti, ma anche di revamping, messa a norma, assistenza alla certificazione per i produttori - continuano i titolari - Ci differenziamo sul mercato grazie ai contenuti della consulenza che siamo in grado di fornire, estremamente specialistici».

La società lecchese conta cinque dipendenti e un collaboratore, è attiva prevalentemente in Lombardia ma non mancano interventi anche nel resto della nostra penisola, gestendo complessivamente un parco clienti di un centinaio di realtà industriali.

«L’elemento che ci contraddistingue è la nostra capacità di problem solving - spiegano i socimaturata seguendo lavori molto importanti e con problematiche complesse. Siamo una società

concreta, che opera per fornire soluzioni altrettanto concrete e compatibili con le esigenze del cliente, in un’ottica di sostenibilità a 360°».

Spazio Tecnico fornisce, dunque, supporto alle aziende per l’identificazione e la realizzazione delle attività necessarie alla messa a norma e al miglioramento in merito alle tematiche citate in precedenza: in primis si occupa di individuare i vincoli fornendo una valutazione iniziale, quindi passa alla ricerca delle soluzioni e alle modalità di implementazione. Il cliente è seguito non soltanto nella fase di

redazione dei documenti, ma anche nella loro implementazione.

«Il nostro ruolo di consulenza può sfociare in un supporto completo che, attraverso soggetti con cui abbiamo istituito collaborazioni, può arrivare fino a un servizio chiavi in mano. Oppure ci possiamo occupare di project management per un’attività specifica, gestendo il tutto in autonomia e sollevando il cliente da questa incombenza. Lavoriamo strettamente in rete con altre società, anche di dimensioni profondamente diverse dalle nostre: le competenze richieste sono parecchie e molto specifiche, perciò per noi è molto importante la qualità della rete di collaborazioni attive. Grazie alle partnership riusciamo a dare risposte complesse, offrendo un’ampia gamma di servizi»

SITO:

www.spaziotecnico.it

INDIRIZZO: via Macon 30, Lecco

SETTORE: Ingegneria e servizi alle imprese

DIPENDENTI/COLLABORATORI: 6

FONDAZIONE: 2018

TEL.: +39 0341 282081

CONTATTI: segreteria@spaziotecnico.it

L’ultima battuta è per il futuro: «Principalmente siamo orientati sulla parte di ingegneria, soprattutto ambientale - concludono Addis, Redaelli e Pigazzini - si tratta di un settore in cui le aziende destinano sempre più risorse, che quindi per Spazio Tecnico è diventato un asset strategico».

La gestione di aree aziendali dismesse

Un aspetto particolarmente qualificante per Spazio Tecnico è la gestione delle aree industriali dismesse. In sostanza, una volta identificate, il compito della società lecchese è trovare il miglior modo sostenibile per riqualificarle in base agli scopi del cliente, compatibilmente con quella che è stata la storia industriale di ciascun polo. «Spesso a emergere sono problemi dal punto di vista ambientale e dei costi, perciò serve trovare soluzioni che tengano in considerazione diversi fattori - spiegano i soci di Spazio Tecnico - Per esempio ci siamo occupati della progettazione, della valutazione dell’impatto ambientale e dei permessi di un pontile situato in Sicilia e che viene utilizzato per il carico/scarico di un deposito marino di carburanti all’interno di un SIN (Sito di Interesse Nazionale). In questa occasione abbiamo anche progettato con soluzioni inedite utilizzando quale materiale strutturale il pultruso (materiale composito plastica/fibra di vetro) a protezione della forte aggressione salina tipica dell’ubicazione dell’opera, e mai utilizzato in Italia in contesti simili».

Riccardo Addis

COLORIFICIO BRIANZA CAR

Molto più di un semplice negozio di vernici e pitture

Leader nel mercato lombardo della vendita di prodotti e servizi per carrozzeria, industria e nautica

Se avete mai avuto bisogno di verniciare la vostra auto, oppure di rivolgervi a un carrozziere anche solo per riparare una banale ammaccatura alla scocca, allora ci sono buone probabilità che il professionista al quale vi siete rivolti abbia utilizzato i materiali fornitigli dal Colorificio Brianza Car. Una volta varcata la soglia della sede principale, in via Mario Greppi a Robbiate, potreste pensare di essere appena entrati all’interno di uno tra i più classici dei colorifici: sugli scaffali prodotti utili per chi è appassionato di hobbistica, piccole ristrutturazioni o belle arti. Quello che però offre il “dietro le quinte” di questa florida azienda “made in Brianza” è uno scenario da leader nel mercato lombardo della vendita di prodotti e servizi per carrozzeria, industria e nautica. Non si spiegherebbe, altrimenti, un fatturato costantemente in crescita che nel 2023 ha raggiunto quota 8,658 milioni di euro.

Il Colorificio Brianza Car fu fondato nel 1981 grazie a un’intuizione dei coniugi Annamaria Riva e Gianbattista Gilardoni il quale, prima di allora e

per circa vent’anni, aveva girato in lungo e in largo l’Italia per promuovere tra le principali carrozzerie del Bel Paese le nuove tecniche di verniciatura delle automobili. L’epoca era quella in cui per le strade cominciavano a circolare le prime scocche metallizzate. A partire dal 1981, quando Gilardoni da carrozziere è passato a tecnico di carrozzeria e poi a quello di agente di commercio, decise di reinventarsi imprenditore, l’espansione del Colorificio Brianza Car è stata rapida e costante. Nel giro di pochi anni, dopo il trasferimento della sede principale da Merate a Robbiate nel 1985, Gilardoni aprì ben tre filiali: nel 1988 la Market Color di Cassano d’Adda, nel 1987 un terzo stabilimento a Gorle e nel 2006 il cosiddetto “Brianza 3” di Giussano. Oggi le divisioni dell’azienda sono due: quella di Robbiate (mille metri quadri di capannone, oltre al negozio) e quella di Gorle (700 metri quadri).

Ci troviamo perciò di fronte a una delle imprese di questo settore tra le più fornite e professionali della Brianza. Ma nonostante la crescita espo-

La sede di Robbiate del Colorificio Brianza Car

nenziale e gli ampliamenti, l’azienda è rimasta fedele al mantra secondo il quale per avere successo occorre continuare a professare una gestione famigliare del business. È proprio il concetto di “conduzione familiare” quella che ha permesso, come sottolinea Sonia Gilardoni, socia dell’azienda al pari delle sorelle Milena e Gloriana, con la madre Annamaria, «di mantenere un forte legame con i nostri clienti» «Il primo obiettivo è da sempre quello di consolidare il nostro business cercando ogni anno di migliorarci e innovarci, ma rimanendo sempre con i piedi per terra - prosegue Sonia Gilardoni - Il core business della nostra azienda è, infatti, la fidelizzazione dei clienti, alcuni dei quali sono con noi da decenni».

Attraverso il preziosissimo apporto di due impiegati amministrativi, dieci addetti tra magazzinieri e consegnatari, tre tecnici e due agenti commerciali, il Colorificio Brianza Car è oggi in grado di fornire i propri materiali e i propri servizi a centinaia di carrozzerie (ma non solo) lombarde e italiane. Ma c’è di più; da anni, e specialmente da quando a gestire l’azienda è subentrata la seconda generazione dei Gilardo-

ANNO DI FONDAZIONE: 1981 FONDATORI: Annamaria Riva e Gianbattista Gilardoni

FATTURATO 2023: 8.658.000 €

SOCI: 4

COLLABORATORI: 14

TECNICI: 3

Clienti: 600

FORNITORI: 200

CONTATTI: gilardoni@colorificiobrianzacar.it

ni, anche il ruolo sociale si è intensificato. Il Colorificio Brianza Car è, infatti, partner di numerose manifestazioni, molte delle quali a scopo benefico, che si tengono sul territorio meratese. Tra i sodalizi ormai consolidati spiccano quelli con le associazioni Aido e Croce Rossa.

Le parole d’ordine sono qualità e assistenza costante ai clienti

Due sono le parole d’ordine per il Colorificio Brianza Car: qualità e assistenza costante ai clienti. L’azienda robbiatese offre una vasta scelta di prodotti per carrozzerie, per industrie, per la nautica, per la casa e belle arti. Si affida solo ai migliori prodotti del mercato e ha un personale professionale e specializzato, per soddisfare ogni richiesta. L’alta qualità dei prodotti offerti ai propri clienti è garanzia di riparazioni durature, dunque sinonimo di risparmio di tempo e denaro. Ma quanto offre il Colorificio Brianza Car non consiste solo nel prodotto in sé. I suoi tecnici sono in grado di supportare le carrozzerie nella gestione del sofisticato spettrofotometro di ultima generazione (chiamato “Genius IQ”) che consente agli esecutori finali del lavoro di eseguire un preciso processo di verniciatura dall’affidabilità certificata. L’azienda, come sottolinea Sonia Gilardoni, una delle quattro socie, è in grado di fornire supporto pressoché istantaneo ai propri clienti.

Lo stabilimento di Gorle del Colorificio Brianza Car
I fondatori Annamaria Riva e Gianbattista Gilardoni

BCC di TRIUGGIO e della Valle del Lambro

Da settant’anni è vicina a famiglie e imprenditori

«Non è la solita banca». Si definisce così la BCC di Triuggio e della Valle del Lambro, realtà di grande tradizione e fiducia nata nel 1954 come Cassa Rurale ed Artigiana di Triuggio, espressione concreta dei principi cooperativi della mutualità senza fini di lucro. I primi soci e beneficiari dell’attività creditizia furono agricoltori e artigiani locali, mentre nel 1994, a seguito della modifica del Testo Unico, assunse l’attuale denominazione di Banca di Credito Cooperativo, allargando la compagine sociale anche al resto della cittadinanza. Nel 2024 ha festeggiato i suoi primi settant’anni, spesi con l’impegno e l’obiettivo di migliorare e sviluppare il tessuto sociale in cui è nata. Oggi fa parte di una realtà, presente in tutta Italia e in gran parte d’Europa, che mette a disposizione la propria esperienza coniugando la professionalità del grande Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea con la centralità dei valori solidali della persona.

«Non

è la solita banca». E continua a crescere, sia per conti correnti che per prodotto bancario lordo

Villa Biffi a Rancate, sede della Banca
Il presidente Silvano Camagni

Il recente passato ha messo in mostra una crescita importante in termini di masse, sia per raccolta che per impieghi. Consideriamo i dati aggiornati a settembre 2024: i conti correnti, ora 15mila, sono aumentati di 800 unità in meno di due anni, e il prodotto bancario lordo è di 1,5 miliardi. La banca sviluppa infatti circa 1,1 miliardi di raccolta e 400 milioni di impieghi. Da gennaio 2023 ha ottenuto un incremento di 270 milioni di prodotto bancario lordo. Anche i soci mostrano numeri in crescita: attualmente sono circa 3mila. E poi i dipendenti: sono 80 ed è in corso una rivisitazione all’interno delle filiali, con lo scopo di sfruttare al meglio le peculiarità di ciascuno, costruendo team specifici per rispondere alle richieste della clientela.

ANNO DI FONDAZIONE: 1954 SOCI: 2.966

CONTI CORRENTI: 15.000

PRODOTTO BANCARIO LORDO: 1,5 mld € CONTATTI:

Tel. 0362.92331 - www.bccvallelambro.it bccvalledellambro@bccvalledellambro.it

ra ha una vocazione di assistenza: significa assistenza al territorio, non solo diretta ma anche indiretta, ad associazioni di varia natura, sportive e non, aiutate di anno in anno a far fronte a bisogni specifici. La BCC di Triuggio si differenzia rispetto ad altre realtà private commerciali, avendo obiettivi non sono esclusivamente di carattere economico. Non solo: si distingue anche per la gestione personalizzata delle richieste della clientela con prodotti e servizi su misura, sia per quanto riguarda i servizi di base che per le richieste più evolute.

Il valore distintivo della banca, che è lo stesso per tutte le BCC, è la particolare conformazione sul territorio: ciò si traduce in una vicinanza verso le famiglie, ma allo stesso tempo anche agli imprenditori. È presente sull’asse che va da Monza a Lecco, su cui dispone di 12 filiali: si tratta senza dubbio di una presenza importante sul territorio. Le filiali costituiscono il motore dello sviluppo e sono l’immagine immediata dell’operare di questa realtà. Inoltre la struttu-

Marco Rho è il nuovo Direttore

E il futuro in che direzione sta andando? Di certo, i vertici, su tutti il presidente Silvano Camagni, spingono affinché la crescita possa continuare. L’obiettivo è dunque consolidare i ricavi nell’ambito dei servizi, perché più stabili, differenti da quelli finanziari che sono determinati da fattori esogeni. Si nota, infatti, una rinnovata attenzione al risparmio gestito, alla banca assicurazione, segmento che la BCC di Triuggio sta potenziando e che può dare una protezione maggiore alla clientela. Infine, entro il primo semestre 2025, avverrà l’apertura della nuova sede di Monza, pensata per aprire un’ulteriore area territoriale, con un bacino di circa 400mila persone.

Da maggio 2024 la BCC di Triuggio e della Valle del Lambro ha un nuovo Direttore: stiamo parlando di Marco Rho, il quale ha preso il posto di Piero Moscatelli, andato in pensione dopo 43 anni di servizio, di cui 11 spesi alla guida della Banca. Rho è entrato in BCC nel novembre 2022 come responsabile dell’Area Mercato: in precedenza ha lavorato per 33 anni al Banco Desio, in qualità di responsabile della piazza di Monza e in seguito come Capo Area della zona territoriale a nord di Milano. «Il mio compito è quello di riorganizzare la rete della banca, - ha spiegato Rho - portando la mia esperienza, focalizzandomi dunque su un approccio maggiormente commerciale, ma ampliando la sfera d’intervento a 360°. L’obiettivo è quello di cercare di ottimizzare i processi, svolgendo le attività nel modo migliore. Personalmente devo cercare di portare una redditività economica adeguata: più la banca fa utili e più la società ha possibilità di patrimonializzarsi. Di conseguenza più ci si fortifica e più è possibile mettere a disposizione risorse per il territorio: è fondamentale mantenersi sani per assistere al meglio le proprie attività e gli stakeholders».

STAMP-EDIL

Sulle orme del fondatore Isidoro Crippa

L’azienda, nata nel 1990, prima costruiva solo capannoni, poi è passata anche all’edilizia residenziale

Spirito imprenditoriale, creatività, capacità di guardare al futuro e di diversificare, impegno infaticabile e tanta, tanta passione. Sono gli “ingredienti” che da sempre caratterizzano l’attività di Stamp-Edil, società del settore edilizio di Santa Maria Hoè. Perché sono gli stessi che hanno da sempre contraddistinto il suo fondatore Isidoro Crippa, scomparso a 88 anni all’inizio del 2024. Ancora oggi è al suo insegnamento e alle sue indicazioni che i quattro figli, Oscar, Monica, Piero e Anna, si affidano per mandare avanti e far crescere l’azienda.

La Stamp Edil, sulla carta, è nata nel 1990; ma i suoi fondamenti risiedono nella storia che negli anni precedenti ha contrassegnato la vita di Isidoro, da quando, negli anni Sessanta, insieme coi fratelli passava col carrettino nelle contrade di mezza Lombardia a vendere prodotti di abbigliamento, dagli abiti delle contadine e delle operaie alla biancheria per gli alberghi della Valsassina. La sua vita è un susseguirsi di iniziative e imprese. Sposatosi con Tina Agostoni nel 1963, pochi anni dopo costrui-

sce il primo capannone e dà vita alla Crippa Isidoro Confezioni che realizzava abiti per le massaie, ma anche tende da sole, coperture per assi da stiro e pure prodotti che andavano venduti per corrispondenza dagli allora famosissimi cataloghi Vestro e Postalmarket. Arrivò a costruire un nuovo capannone e ad avere fino a 120 dipendenti.

«Papà era un vulcano», assicurano i figli Piero e Anna. Naturalmente nel senso di idee e attività. Così, gli basta incrociare per caso un venditore di macchine che producono il filo per la rete antigrandine e cosa fa? Compra questa mastodontica macchina (una quarantina di metri di lunghezza) fonda la TIA (Tina Isidoro Agostoni) e si mette a produrre rete antigrandine fino a diventarne il primo produttore nazionale.

Sì, ma mica è finita lì. Nel 1976 deve ampliare i capannoni e avendo un dipendente capace di usare gli escavatori, compra una pala cingolata e comincia a preparare il terreno. È il preludio di quella che sarà la Stamp Edil. Perché già negli anni successivi

Mezzi della Stamp-Edil attivi in un cantiere

acquista dei terreni a Verderio e vi costruisce dei capannoni che vende «con delle semplici strette di mano - ricorda il figlio Piero – e un mucchio di cambiali, tutte pagate!».

La passione per il mondo dell’edilizia, però, viene probabilmente da lontano. Secondo i figli già da quando «ancora ragazzino – raccontano – collaborò con i compagni dell’oratorio di don Piero, parroco di allora, a costruire lo stadio di Rovagnate». Certo è che l’ha passata anche a Oscar, Monica, Piero e Anna. «Anche a noi il lavoro non fa paura - assicurano - e quello che facciamo non ci pesa. Ci anima la stessa passione di papà».

Insomma, dire che era un “vulcano” a questo punto sembra quasi dire poco… «D’altra parte – continua Piero – papà mi diceva sempre: “Se vuoi una cosa, credici e vedrai che ce la farai a realizzare il tuo sogno».

Dal 1990 i passi avanti compiuti dalla Stamp Edil sono stati tanti e fondati sui suggerimenti di Isi-

ANNO DI FONDAZIONE: 1990

Fatturato 2023: 6.709.752

Dipendenti: 23

Collaboratori: circa 30

CONTATTI: info@gruppocrippa.it

doro. Un esempio su tutti, che indica l’attenzione al lavoro e alla qualità, è questo ricordo di Piero: «Se per realizzare un’opera occorrono 300 kg di calcestruzzo, mi insegnava papà, piuttosto usane 310, ma mai 290! Insomma, prima di tutto il lavoro fatto bene e la soddisfazione del cliente» Così, dai capannoni per il comparto industriale, negli anni si è passati anche alle abitazioni per il settore residenziale in varie parti di quest’area di Brianza, da Santa Maria Hoè a Monticello, da Barzanò a Casatenovo, Cormano e Milano, con interventi anche unici come l’operazione di Villa Busca Arconati Visconti a Lomagna (si veda il box). Oggi l’impresa è cresciuta fino a raggiungere un fatturato 2023 non lontano dai 7 milioni di euro, un ufficio con 8 impiegati, una quindicina di operatori diretti e una serie di collaboratori, tra elettricisti, idraulici, posatori… che fanno sì che ogni giorno nei cantieri della Stamp-Edil lavorino circa 50 persone «Se siamo cresciuti nel tempoconcludono - dobbiamo ringraziare anche loro».

Cassa Edile Awards 2024Attestato conferito dalla Cassa Edile Nazionale che ne ha evidenziato il comportamento virtuoso nelle categoria Fair Play

Interventi di pregio e all’avanguardia

Sono diversi gli interventi portati avanti negli anni da Stamp-Edil che meriterebbero di essere segnalati, per il valore storico, per l’utilizzo di soluzioni all’avanguardia, per l’occhio di riguardo all’ambiente. Prima fra tutti va ricordata l’operazione che, nel 2005, ha portato al recupero conservativo di Villa Busca Arconati Visconti a Lomagna, un immobile d’epoca con destinazione residenziale. «Non è stata un’impresa facile anche perché dovevamo avere a che fare con la Sovrintendenza – ricorda Piero Crippa – Alla fine, però, ci hanno pure fatto i complimenti. Possiamo dire di aver fatto un intervento innovativo in un centro storico, con immobili della migliore classe energetica attraverso moderni impianti ad alto risparmio energetico». Altrettanto di valore la Residenza Trebazio4 a Milano, undici piani in zona Sempione, nel 2017: un intervento altrettanto difficile perché ricavata da un vecchio edificio di tre piani in mezzo ad altri palazzi e con soluzioni (si pensi alla piscina sul tetto) che ancora oggi meritano di essere citate.

I fratelli Crippa insieme a papà Isidoro e mamma Tina

ISOLMAP

Specialisti per passione nella coibentazione termo-acustica, impermeabilizzazione e finiture di interni

L’azienda di Valmadrera esegue lavorazioni specialistiche nell’ambito delle costruzioni edili

USopra, la sede di Isolmap e, a lato, un esempio di intervento realizzato dall’azienda di Valmadrera a Milano. Sono stati eseguiti l’isolamento, le finiture delle facciate e le ripartizioni interne in cartongesso

n’azienda dall’esperienza ultraventennale in grado di offrire soluzioni rapide, serie e dallo standard qualitativo elevato nel campo dell’edilizia. Isolmap Srl, che nel 2023 ha fatturato 8,25 milioni di euro, è un’impresa specializzata nel settore delle costruzioni, nei sistemi costruttivi a secco, nelle impermeabilizzazioni e nei sistemi di isolamento termico e acustico. L’azienda promuove soluzioni ai problemi dei clienti e, grazie a uno staff specializzato, è in grado di gestirne i cantieri offrendo anche il supporto tecnico.

Da sempre collocata nel cuore industriale di Valmadrera, l’azienda fondata dagli imprenditori Andrea Mainetti ed Enrico Appiani ha conosciuto una notevole espansione del proprio mercato grazie a una politica di costante attenzione all’innovazione e alle necessità del cliente, oltre che sulla formazione del personale.

Tra le principali attività, nell’ambito dell’Edilizia

Isolmap è specializzata nelle opere di ripartizione degli spazi interni mediante pareti, contropareti, controsoffitti e opere di finitura ma anche nella realizzazione di strutture portanti in acciaio - LSF Light Steel Frame, insonorizzazioni, correzioni acustiche (fonoassorbimento, riduzione del riverbero, eco, ecc..), protezioni strutturali al fuoco e relativi attraversamenti impiantistici. Allo stesso modo, nell’ambito degli esterni, opera nella realizzazione di sistemi di isolamento termico, cappotto termico e facciate ventilate.

«I sistemi costruttivi a secco mediante l’impiego di cartongesso - ricordano i titolari - permettono di dare risposta in materia di isolamento termico, acustico e di protezione dal fuoco negli ambienti interni. Il sistema per esterni, composto invece da lastre in cemento rinforzato “Aquapanel”, permette l’isolamento termo-acustico delle facciate».

Isolmap propone anche una corretta coibentazione degli edifici, sia in fase di progettazione dei nuovi che per quelli esistenti, permettendo di risolvere le inefficienze e offrendo alte performance di isola-

mento termico, acustico o termoacustico. L’azienda di Valmadrera, inoltre, è specializzata nella realizzazione di interventi di impermeabilizzazione che, come ricordano i titolari «prevedono la posa di una o più membrane impermeabilizzanti con mescola a base di bitume distillato. Le cosiddette guaine bituminose e le relative tecniche di applicazione hanno subito un continuo miglioramento, tanto da consentire la giusta impermeabilizzazione di tetti piani e inclinati di edifici residenziali, commerciali e industriali, sia in cemento armato che in lamiera metallica e legno; giardini pensili, tetti verdi; fondazioni; parking; bacini d’acqua e canali; ponti e viadotti».

Proprio la capacità di proporre soluzioni eterogenee, studiate ad hoc sulle necessità dei propri interlocutori, ha permesso all’azienda di ampliare sempre di più il suo mercato, stringendo partnership con alcune delle più importanti società

produttrici di materiali per l’edilizia, e di soddisfare le richieste di una clientela che spazia in tutto il territorio della Lombardia. Isolmap Srl agisce mettendo in pratica le nozioni acquisite nel settore, impegnandosi costantemente nell’aggiornamento delle proprie conoscenze e tecnologie. Forma e aggiorna i propri collaboratori, veri e propri “specialisti per passione”, trasmettendo loro l’importanza dell’impegno e della professionalità, dando rilievo al contributo effettivo che si deve alla sicurezza sul lavoro, alla salute e al rispetto dell’ambiente.

Uno sguardo

Realizzati oltre 300 cantieri all’anno

A sinistra, l’impermeabilizzazione della copertura da parte di Isolmap con doppio strato di guaina, di cui l’ultima antiradice. A fianco, Isolmap ha completato la copertura con un giardino pensile Uffici e

al futuro. Tecnologie costruttive e formazione

Affrontare le sfide imposte dall’innovazione tecnologica e rispondere con alta professionalità alle richieste dei clienti rappresentano le linee guida sulle quali saranno impostate le strategie e gli sviluppi futuri della società. Isolmap, a questo proposito, si affiderà sempre più al sistema Light Steel Frame (LSF), anche noto come sistema costruttivo in acciaio leggero laminato a freddo, per la costruzione delle strutture portanti di edifici residenziali e non.

«Isolmap ha uno sguardo sempre rivolto al futuro e alle richieste del mercato in tema di edilizia leggera – affermano i titolari – Gli edifici che integrano il sistema costruttivo LSF raggiungono risultati importanti in termini di velocità di costruzione, sicurezza nei cantieri, ridotto impatto ambientale, efficienza energetica, comfort acustico e prestazioni elevate anche in materia antisismica. Tutte questi punti di forza del sistema ci hanno portato allo sviluppo di un nuovo segmento aziendale, naturale evoluzione dei sistemi costruttivi a secco». Con l’impiego del Light Steel Frame, Isolmap persegue anche l’obiettivo non meno importante della sostenibilità ambientale. Oltre alla movimentazione di carichi estremamente ridotti (anche del 60%) con relativa riduzione della CO2 prodotta, le strutture in acciaio permettono di essere completamente smontate, e riciclate, andando a realizzare una sorta di “edilizia circolare”. «Abbiamo investito risorse per la specializzazione nel sistema LSF - concludono da Isolmap - Per noi è il futuro dell’industria delle costruzioni».

aziende:
Alberghi e strutture ricettive:

INDICI E CLASSIFICHE

Èil momento dei numeri. Perché, che ci piaccia o no, sono quelli che determinano la situazione economica di un territorio.

E nelle prossime pagine, dopo l’indice che vi potrà aiutare nella ricerca della singola azienda, troverete la classifica delle prime 500 Piccole e Medie Imprese lecchesi in base al fatturato 2023: si va dai 49.766.550 euro della prima, la Dis Gau Center di Malgrate, ai 6.025.166 euro della cinquecentesima, la Union Chef di Valmadrera.

Insieme ai numeri di fatturato, però, troverete un’altra serie di dati, fondamentali per capire l’andamento delle singole aziende, ma anche dell’intero territorio lecchese. Infatti,

I numeri che ci danno il quadro della situazione economica

del Lecchese

si possono consultare i numeri che riguardano la variazione di fatturato rispetto al 2022, l’Ebitda e l’Ebit, il patrimonio netto, l’utile o la perdita percentuale sul fatturato e il Roi. Quindi, tutti gli elementi che consentono di avere un quadro preciso della situazione.

A livello globale, queste 500 PMI hanno prodotto un fatturato 2023

pari a oltre 7,5 miliardi di euro e hanno dato lavoro a 22.522 persone. Qualcuna sta facendo fatica e deve registrare delle perdite, qualcun’altra è riuscita a barcamenarsi in un’annata che, sotto diversi punti di vista, non è stata facile; ma la maggior parte delle aziende lecchesi è riuscita a crescere, a far risultare il segno più in termini di fatturato e molte hanno anche incrementato il loro personale. Quasi tutte, poi, hanno chiuso l’anno comunque registrando un utile. Insomma, le aziende lecchesi, ancora una volta, hanno dimostrato di saper superare le difficoltà geopolitiche, che sono sempre più complesse, e di saper far fronte alle esigenze dei loro clienti.

Consulenze per l’organizzazione

Sistemi Qualità, Ambiente, Sicurezza, Sostenibilità

Certifi cazione in campo Industriale, Aeronautico, Difesa, Medicale, Alimentare, Social Resp.

Assistenza certifi cazioni di prodotto

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Competenza

Una pluriennale esperienza in ambito Qualità, decine di aziende assistite e portate a certificazione con successo, un team di persone dinamiche e affiatate

Approccio Lean

Siamo focalizzati all’ottenimento dei risultati, senza appesantire l’organizzazione aziendale, integrando i principi di qualità all’interno dei processi esistenti

Indice delle Aziende

MICROVALVOLE

VALVOLE - CILINDRI

GRUPPI TRATTAMENTO ARIA

PROFILI STRUTTURALI E

PROTEZIONI PERIMETRALI

STRUTTURE - NASTRINI - RULLIERE

RACCORDI

TUBI E ACCESSORI

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LA NOSTRA STORIA - LA NOSTRA VISION

Lo Studio Legale Notaro e Associati ha sede a Merate e a Vimercate, in un territorio che vanta una solida base imprenditoriale e un tessuto produttivo di rilievo. Proprio in questo contesto vi era necessità di uno studio legale innovativo, giovane, dinamico e tecnologicamente avanzato, capace di distinguersi dai tradizionali modelli della categoria forense.

Fin dai primi anni di attività, lo Studio Legale Notaro e Associati ha stabilito solidi rapporti con le principali realtà imprenditoriali del territorio, fornendo consulenza legale rapida e flessibile per supportare le aziende nei loro progetti e obiettivi di business. Parallelamente, lo studio ha guadagnato la fiducia di una crescente clientela privata, grazie alla reputazione consolidata tramite il passaparola. Dopo un primo periodo - dal 1997 al 2006 - di attività svolta individualmente dall’avv. Matteo Notaro, nel 2006 lo studio si è evoluto in una struttura associativa, accogliendo professionisti del calibro degli avvocati Francesco Marco Bianchi, Massimo Tebaldi e Andrea Bonaiti.

La scelta dell'associazione professionale ha permesso allo studio di rafforzare la propria capacità di offrire servizi legali di alto livello, garantendo una specializzazione mirata e una gestione collaborativa delle questioni giuridiche più complesse. Nel 2007, lo studio si è trasferito in una prestigiosa sede a Merate, un ex stabilimento tessile che simboleggia il profondo legame tra l'impresa produttiva e il supporto legale necessario al suo successo. Questo luogo non rappresenta solo uno spazio di lavoro, ma un richiamo visivo alla tradizione industriosa e operosa della Brianza. Oggi, lo Studio Legale Notaro e Associati conta su di un gruppo affiatato di 14 professionisti, tra cui 4 avvocati associati, 4 avvocati legati da una stabile collaborazione, 4 dottori in giurisprudenza e 2 segretarie, oltre a una fitta rete di corrispondenti distribuiti su tutto il territorio nazionale. La nostra missione è accompagnare le aziende del territorio nella loro crescita, forti di una profonda conoscenza del mondo del diritto e di un’esperienza ultraventennale, garantendo soluzioni legali efficaci e su misura.

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