La pace

Page 1

Comunità “DUC IN ALTUM” MASCI Rutigliano 3 www.mascirutigliano3.blogspot.com

Dagli scritti e dai discorsi Di baden powell Fondatore dello scoutismo


IL RAPPORTO TRA LO SCOUTISMO DI BADEN POWELL E LA PACE In questo momento storico si ritorna ancora a parlare di guerre, e per noi adulti scout il pensiero va subito al rapporto tra Baden Powell e la PACE. Tema affascinante e controverso perché critici e biografi malevoli lo associano alla sua prima vita ed alla carriera militare punteggiata da scontri e guerre culminate nell’assedio di Mafeking nella guerra anglo-boera di fine secolo XIX Errore gravissimo non notare il cambiamento profondo della sua seconda meravigliosa vita alla guida del più vasto ed innovativo movimento giovanile mondiale. Altro motivo di un mutato atteggiamento nei confronti della pace fu la prima Guerra Mondiale definita da Papa Benedetto XV nel cruciale anno 1917 “una inutile strage” e da B.-P.,senza mezzi termini condannata scrivendo nell’immediato dopoguerra così : “Molti di noi, credo, si rendono conto che la Grande Guerra .. .è stata un disonore per tutte le nazioni che vi hanno partecipato, una di biasimo per la nostra civiltà, per la nostra educazione, per la nostra religione” . Molti sono gli scritti di B.-P. inerenti al tema della pace che per lui era sinonimo di Fratellanza Mondiale. Egli sognava che il numero sempre crescente di scout avrebbe potuto portare alla pace mondiale, fondata sulla fratellanza universale di milioni di giovani legati tra loro al di sopra di ogni differenza di razza, popolo e religione, da un’unica Legge ed una sola Promessa. Purtroppo questo suo meraviglioso sogno s’infranse contro le dittature terribili del secolo ventesimo che portarono ineluttabilmente alla seconda guerra mondiale, resasi indispensabile per la salvezza dell’umanità.

Comunità “DUC IN ALTUM

B.-P. ne soffri moltissimo e nel 1940, ormai ultra ottantenne e malfermo in salute, scrisse una pagina accorata dopo l’invasione nazista dell’Olanda, ricordando il Jamboree là svoltosi pochi anni addietro. Ma, al di là dell’utopia della pace universale emerge con chiarezza da tutti i suoi scritti che lo scautismo è educazione alla vera pace, non quella dei politicanti “pacifondai”, ma quella fondata sull’amore per il prossimo e sul rispetto d’ogni essere umano. Si ricorda la definizione di B.-P. sul più alto scopo dello scautismo: PORTARE IL REGNO DI DIO SULLA TERRA, UN REGNO DI PACE E BUONA VOLONTÀ’ 2


La pace internazionale può essere costruita soltanto su una base: un desiderio internazionale di Pace da parte dei popoli stessi talmente intenso da determinare l’indirizzo dei rispettivi governi. Se il prezzo di una sola corazzata fosse messo a nostra disposizione per sviluppare questa amicizia internazionale tra le giovani generazioni, credo che riusciremmo, con il Movimento Scout, a fare di più per prevenire la guerra che tutte le corazzate messe assieme. (da Headquarters gazette, dicembre 1911)

Vogliamo che i nostri uomini siano uomini e non pecore. E per ciò che concerne il più vasto problema della pace mondiale, mi sembra che prima che si riesca ad abolire gli armamenti, prima di poter fare promesse a mezzo di trattati, prima di costruire palazzi dove possano sedere i delegati per la pace, il primo passo sia quello di abituare le giovani generazioni, in ogni nazione, a lasciarsi guidare in tutte le cose da un assoluto senso di giustizia. Quando gli uomini avessero questo senso di giustizia come un istinto nella loro condotta in ogni questione della vita, così da guardare imparzialmente ogni problema da entrambi i punti di vista prima di spostarne uno, allora al sorgere di una crisi tra due nazioni essi sarebbero spontaneamente più pronti a riconoscere ciò che è giusto e ad adottare una soluzione pacifica; cosa questa che rimarrà impossibile finchè la loro mentalità sarà abituata a considerare il ricorso alla guerra come soluzione. (da Headquarters gazette, giugno 1912)

(da Headquarters gazette, giugno 1913)

3

Comunità “DUC IN ALTUM

Se il Movimento Scout si svilupperà su un piano più generale, non ho il minimo dubbio che lo stesso principio di fraternità estenderà la sua benefica influenza tra coloro che costituiranno la generazione adulta dei vari Paesi nel giro dei prossimi anni, e necessariamente dovrà rilevarsi un fattore genuino di mantenimento della pace, là dove tali uomini saranno in contatto e in simpatia personale gli uni con gli altri.


Per ciò che concerne la guerra tra le nazioni civili, essa è, senza dubbio, un metodo brutale e sorpassato per dirimere le controversie. Ma vi sono, ancora oggi ed anche in Europa, molte nazioni che sono civili solo in parte. Il problema è sostanzialmente un problema di educazione e di formazione del carattere, e di reciproca conoscenza e rispetto. L’unico sistema per procurare all’Europa una pace universale è quello, non di cercare di guarire la presente generazione dai suoi pregiudizi, e meno che mai di costruire palazzi per conferenze della pace, ma invece di educare le prossime generazioni ad una più schietta simpatia e fiducia reciproche, e ad una più aperta disposizione a dare e a ricevere. La sola iniziativa veramente pratica finora presa a questo scopo è il Movimento Scout; con la nostra fratellanza ormai stabilita in ogni Paese, e che ogni giorno allaccia legami più stretti ed acquista un comune sentire attraverso scambi di corrispondenza e di visite, noi contribuiamo a gettare le fondamenta di interessi comuni e di amicizie, le quali alla fine produrranno automaticamente il disarmo ed una pace permanente.

Comunità “DUC IN ALTUM”

(da Headquarters gazette, aprile 1914)

Questa guerra sarà giudicata da una giuria di nazioni. Essa deve provare se le sue cause e i suoi risultati ultimi possano giustificare l’immane distruzione del suo vasto commercio, il ritorno alla forza bruta e allo spargimento di sangue e la miseria inflitta a milioni di innocenti. Dobbiamo ancora scoprire se la guerra sia, come varie autorità vorrebbero farci credere, opera dei fabbricanti di armamenti o di monarchi ambiziosi, o invece, più semplicemente, dell’umana natura che spazza via senza pensarci i palazzi della pace, le regole del gioco della guerra fatta a tavolino, le proteste degli antimilitaristi, e via dicendo. La spada di Damocle della guerra sospesa sopra a un paese ha il suo valore nel tenere alte le qualità virili di un popolo, nello sviluppare nei suoi soldati l’eroismo fino al sacrificio di sé, nell’unire classi, religioni e partiti politici, e nel mostrare la meschinità della politica partigiana nella sua giusta proporzione. In ogni caso, questa guerra avrà provato come sia essenziale per la salvezza della nazione l’esser preparati, in ogni tempo, non solo per ciò che può esser probabile, ma perfino per ciò che può esser solo possibile. Lo spreco delle risorse necessarie per mantenere questo stato di preparazione è cresciuto fino a diventare oggi enorme. Per quanto sia vero che tale denaro è speso all’interno del paese, si tratta nondimeno di una partita di giro improduttiva, che pertanto non contribuisce alla ricchezza e alla prosperità della nazione. Tutt’al più è un’assicurazione della nostra nave contro le tempeste. Il punto da considerare è se queste tempeste siano dovute alle leggi della natura, alla mano di Dio o alle macchinazioni degli uomini. Se si tratta di queste ultime, non sarebbe meglio congegnare qualche metodo più efficace che non questa preparazione costosa che in fin dei conti non solo manca il suo scopo di prevenire la guerra, ma ne allarga le dimensioni quando essa venga a scoppiare? e si a dare un giudizio.

4


Sono problemi su cui chiunque ami i suoi simili e il suo Dio deve riflettere e prepararsi a dare un giudizio. Ma le lezioni di questa guerra, qualora siano bene afferrate, non devono poi esser gettate via e dimenticate; devono invece offrire un motivo urgente per un’educazione più efficiente alla fraternità umana che impedisca il riprodursi di quest’orrore che annualmente ricade su di noi e su milioni di innocenti di tutte le nazioni che con noi soffrono. Sono convinto che con l’alba della pace, quando questo temporale tremendo sarà passato, la nostra fraternità scout potrà avere un ruolo di primo piano nei programmi per unire le nazioni in un più stretto e miglior legame di comprensione e simpatia reciproca tale da tendere al compimento di quella speranza. (da Headquarters gazette, settembre 1914)

Più che mai ho adesso la sensazione che per mezzo dello spirito di fratellanza degli scout, estesosi in tutto il mondo, potremo fare il primo passo verso una pace internazionale riportando un risultato concreto. Tale pace non può ottenersi con leggi, ma solo esser fondata su un reciproco sentimento di fratellanza tra i popoli. Quando questa lotta europea sarà terminata e i vari paesi si saranno resi conto, a seguito di questa tremenda lezione, di quale delitto sia la guerra, il progetto di stabilire una pace internazionale su una base permanente potrebbe essere doppiamente più facile qualora la gioventù di ogni paese fosse rinnovata dallo spirito di comunità della fratellanza scout. Quattro anni fa, parlando di questo argomento, osservai che “se qualche benefattore ci desse in denaro il prezzo di una corazzata, noi potremo far sì che le corazzate non fossero più necessarie”. Allora si rise delle mie parole: ma con lo sviluppo rapido e crescente dello scautismo da quel giorno in poi, sono ormai sempre più convinto della verità e della concretezza di quella mia frase. (dal Chronicle telegraph di Pittsburgh, U.S.A. 25 marzo 1915)

5

Comunità “DUC IN ALTUM”

Questa lettera di B.-P. venne pubblicata su Stadium, periodico della FASCI, nel numero del 25 giugno 1915, circa 7 mesi prima della fondazione dell’ASCI. Si tratta di uno dei primissimi scritti di B.-P. presentati al lettore italiano.


Fratelli scout, vi chiedo di fare una scelta solenne. Esistono fra i vari popoli differenze di idee e di sentimento, così come ne esistono nella lingua e nell’aspetto fisico. La guerra ci ha insegnato che se una nazione cerca di imporre la sua egoistica volontà alle altre, è fatale che ne seguano crudeli reazioni. Il Jamboree ci ha invece insegnato che se diamo prova di mutua tolleranza e siamo aperti allo scambio reciproco, la simpatia e l’armonia sprizzano naturalmente. Se voi lo volete, partiamo di qui con la ferma decisione di voler sviluppare questa solidarietà in noi stessi e tra i nostri ragazzi, attraverso lo spirito mondiale della fraternità scout, così da poter contribuire allo sviluppo della pace della felicità nel mondo e della buona volontà tra gli uomini. Fratelli scout, rispondetemi: volete unirvi in questo sforzo? Dio vi assista nel vostro lavoro e vi accompagni felicemente. (Discorso al 1° Jamboree - Olympia, 1920)

La Società delle Nazioni è una forza di polizia per sopprimere la guerra, e come tale è un’iniziativa valida; ma certo un obiettivo migliore è quello di prevenire la guerra attraverso la buona volontà e la comprensione reciproca degli stessi popoli. Se riflettiamo che noi membri della famiglia umana siamo qui sulla terra per il breve arco di una vita, ci rendiamo conto che contrasti meschini e lotte per piccoli scopi egoistici sono fuori posto nel disegno del Creatore. (Da Jamboree - Aprile 1921)

Comunità “DUC IN ALTUM”

Quando i giovani cittadini, uomini e donne, in tutti i Paesi saranno educati a considerare i loro vicini come fratelli e sorelle nell¹umana famiglia e saranno uniti dal comune obiettivo di servizio e di benevola disponibilità all'aiuto reciproco, essi non penseranno più, come han fatto finora, in termini di guerra contro rivali, ma in termini di pace e buona volontà degli uni verso gli altri (Luglio 1922)

6


Desideriamo la pace e ci prepariamo per la guerra, temendo che il nemico possa attaccarci; predichiamo la pace perché temiamo gli orrori della guerra. Nella nostra forma di governo usiamo in larga misura la rappresentanza delle varie classi sociali perché ciascuna classe teme le leggi fatte solo da un'altra. Ci comportiamo bene in gran parte perché temiamo le conseguenze, legali o psicologiche, che avremmo se ci scoprissero a fare il male. La paura della povertà ci spinge a far quattrini. La paura di Dio, invece dell¹amore di Dio, spinge alcuni a comportarsi rettamente, anche se ciò significa che la superstizione ha preso il posto della fede. La cosiddetta disciplina delle forze armate è in gran parte ottenuta con la paura delle punizioni. L'educazione dei bambini è stata condotta in passato più o meno sulla base dello stesso principio. La paura è stata l'arma del potente per terrorizzare il più debole. (Gennaio 1923) L'educazione ufficiale ha insegnato ad una generazione dopo l'altra una storia nazionale fatta di vittorie in guerra, troppo spesso passato poco onestamente sotto silenzio le sconfitte, e denigrando i nemici mentre si esaltavano i propri atti di pirateria. Sembra ora desiderabile invertire la rotta ed insegnare alle giovani generazioni i trionfi pacifici del proprio Paese educandoli a pensare in termini di pace verso gli altri Paesi . (Gennaio 1923)

(Da Jamboree - Ottobre1923)

7

Comunità “DUC IN ALTUM”

Una delle primordiali esigenze odierne è una concreta dedizione all'altruismo: e questo è il motivo per cui la disponibilità e il servizio verso il prossimo hanno tanta parte nel programma dello Scautismo e del Guidismo, ³Buona volontà e cooperazione" è la parola d'ordine del nostro Movimento, e quando essa verrà ad esser veramente messa in pratica in un Paese, quando il bene comune è promosso da tutti al di là degli interessi delle classi, dei partiti o delle confessioni religiose, quando tutti offriamo anziché cercare di arraffare, allora veramente vedremo la Pace e la Prosperità regnare tra di noi. Oggi però la prosperità e la pace di un Passe non dipendono interamente dalla loro organizzazione all'interno delle frontiere nazionali, ma piuttosto dalle sue relazioni con altri Paesi, con i vicini che lo circondano. Perciò il patriota che veramente vuole aiutare il proprio Paese deve avere un patriottismo più ampio e superare la mera esaltazione del suo Paese estendendo invece la sua buona volontà alle altre nazioni che insieme formano la cittadinanza del mondo


Molti di noi, credo, si rendono conto che la Grande Guerra, ora che possiamo guardarla in una più giusta prospettiva, è stata un disonore per tutte le nazioni che vi hanno partecipato, una nota di biasimo per la nostra civiltà, per la nostra educazione, per la nostra religione. Quando ripensiamo che ci siamo abbassati agl’istinti primitivi dei selvaggi, che abbiamo prostituito i nostri talenti scientifici alla scoperta di più efficaci metodi di massacro, che per quanto ci professiamo cristiani in teoria, in pratica non abbiamo accettato la guida di Cristo: questi sono fatti che dovrebbero farci nascondere la faccia dalla vergogna. La guerra che doveva por fine a tutte le guerre ha lasciato il mondo in uno stato peggiore di prima: con più nazioni rivaleggianti le une con le altre, con più uomini in armi che mai per l’innanzi, con malumori e sospetti tra i paesi, e all’interno di essi tra i gruppi e i partiti. Non è stato un bell’episodio. Ma la guerra ci ha anche mostrato che vi sono ancora tra di noi doti positive di coraggio e abnegazione, e virtù che, se impiegate ad uno scopo decisamente di pace anziché di guerra, dovrebbero dare un grande contributo per rendere questo un mondo più giusto e più felice in cui vivere. (Da Jamboree - Luglio 1924)

Se nella nostra nazione avremo un lievito di cittadini che portino la pratica della loro religione cristiana nelle loro occupazioni di ogni giorno, ci saranno meno divisioni meschine di classe e di categorie e più fraternità generosa e benevola, in modo che il punto più alto dello scopo della vita di un uomo non. sarebbe più il patriottismo nazionale, ma un'attiva buon volontà verso i suoi simili in tutto il mondo, e la cooperazione con essi, in quanto tutti figli di uno stesso Padre. Da ciò discenderà il regno della pace sulla terra.

Comunità “DUC IN ALTUM”

(Da The Scouter - Luglio 1924)

Ricordiamoci che stiamo formando i nostri giovani cittadini in un modo nuovo, eppur urgentemente necessario per fare la pace nel mondo. La pace non può essere assicurata interamente da interessi commerciali, alleanze militari, disarmo generale o trattati bilaterali, se lo spirito di pace non è presente nella volontà e nell’animo dei popoli. È una questione di educazione. Il cancelliere tedesco Marx2 ha detto recentemente: «Se dobbiamo abolire la guerra dobbiamo dimenticare la guerra. Abbiamo giovani che della guerra conoscono poco o niente. Essi sono però esposti all’infezione della guerra. Se dobbiamo abolire la guerra dobbiamo riempire la mente e l’anima dei nostri giovani col Vangelo, le emozioni e le immagini della pace». È questa l’educazione che perseguiamo. (Dal discorso inaugurale alla 4° Conferenza Internazionale Scout, Kandersteg, 23 agosto 1926 - Jamboree, Ottobre 1926) 8


In alcuni casi come conseguenza della guerra, in altri per i progressi della civiltà o, infine, a seguito di un’evoluzione politica, vediamo che un considerevole numero di piccole o di nuove nazioni un po’ dovunque nel mondo attualmente sono impegnatissime ad affermare le rispettive posizioni nazionalistiche, in misura fino ad oggi sconosciuta. […] Accecata da questo spirito ultra nazionalista certa gente non si accorge di quanta maggior considerazione sarebbe oggetto se la sua visione si allargasse oltre le sue piccole idiosincrasie nazionali ai più vasti rapporti internazionali ed alle sue responsabilità in questo settore. Ecco un altro campo di servizio nel quale i capi possono lavorare a beneficio delle rispettive nazioni, specialmente se la propria è una nazione piccola e in via di sviluppo. Noi dovremmo inculcare nei nostri ragazzi un patriottismo che sia al di sopra di quel sentimento ristretto che generalmente ci rinchiude nella nostra nazione ed ispira gelosie ed inimicizie verso le altre. Il nostro patriottismo è di un genere più ampio e più nobile, che riconosce la giustizia e la ragionevolezza delle richieste altrui e porta la nostra nazione al riconoscimento degli altri popoli del mondo ed alla fraternità con essi. Attraverso simile buona volontà potrà venire la pace permanente e conseguentemente prosperità e felicità per tutti. Il primo passo verso questo scopo è quello di sviluppare pace e buona volontà all’interno dei confini nazionali, con una formazione della nostra gioventù d’ambo i sessi che conduca alla pratica di questi ideali come abitudine di vita, così che le gelosie di città contro città, di classe sociale contro classe sociale, di confessione religiosa contro confessione religiosa, non possano più a lungo sussistere; ed infine estendere gli stessi sentimenti oltre frontiera ai nostri vicini di altre razze. (Da The Scouter - Agosto 1928)

(Da Scouting and Youth Movements - 1929)

9

Comunità “DUC IN ALTUM”

La Società delle Nazioni è una forza di polizia per sopprimere la guerra, e come tale è un’iniziativa valida; ma certo un obiettivo migliore è quello di prevenire la guerra attraverso la buona volontà e la comprensione reciproca degli stessi popoli. Se riflettiamo che noi membri della famiglia umana siamo qui sulla terra per il breve arco di una vita, ci rendiamo conto che contrasti meschini e lotte per piccoli scopi egoistici sono fuori posto nel disegno del Creatore.


Abbiamo così una meravigliosa occasione e una grande responsabilità. Dobbiamo orientare la nostra formazione secondo la giusta prospettiva, in modo da non contentarci solo di avere reparti in gamba o successi momentanei, ma altresì da esser sicuri che i valori della proposta scout siano stati assorbiti dai ragazzi e dalle ragazze, e che questi ultimi portino un autentico spirito cristiano nella loro vita e attività di ogni giorno; che essi sconfiggano l'egoismo con il servizio e sostituiscano la buona volontà e lo spirito di cooperazione ai sentimenti troppo prevalenti di meschino patriottismo e di gelosia. In questo modo i nostri Movimenti daranno un tangibile contributo alla formazione di quello spirito internazionale di buona volontà che è necessario per conferire un'anima all'esistente struttura della Società delle Nazioni. (Da Scouting and Youth Movements - 1929) La nostra speranza deve dunque basarsi sulla prossima generazione, i cui sentimenti e risentimenti nei rapporti internazionali sono ancora tutti da fare. Con lo scautismo abbiamo avuto la fortuna di avviare un’iniziativa precisa – e, nei suoi limiti attuali, riuscita – in questa direzione. Il nostro movimento è relativamente piccolo, ma su basi sane, ed è capace di espandersi fino ad esercitare una efficace influenza nel mondo, purché noi afferriamo l’occasione e insistiamo con tenacia.

Comunità “DUC IN ALTUM”

(Da Jamboree - Gennaio 1930) La guerra è il demonio che opera tramite la meschina vanità degli uomini. La pace è Dio che opera tramite l'amore per tutti. Ecco quindi un compito magnifico per ogni membro della nostra fraternità, sia egli Capo, Rover, Esploratore o Lupetto: contribuire in ogni modo possibile a promuovere l'amicizia e la buona volontà tra le differenti nazioni di tutto il mondo. Vogliamo guardare a questo grande movimento mondiale, non nel suo attuale stadio embrionale, ma a come potrà essere tra venti o trenta o cento anni, se ci dedichiamo alla sua organizzazione con questa visione ampia e lungimirante. Dobbiamo puntare al momento in cui ciascun Paese abbia non solo un certo numero, ma una percentuale ben definita dei suoi giovani e ragazzi animati dallo stesso ideale di buona volontà e cooperazione. Ciò non può essere ottenuto se le fondamenta non sono gettate con cura; ma non è una cosa impossibile. Può comportare sacrifici qua e là, ma essi saranno comparativamente piccoli se teniamo presente il più grande obiettivo. Guardiamo indietro agli anni passati con gratitudine, ma guardiamo anche avanti, tenendo presente dinanzi a noi questa visione di una fraternità i cui membri sono pronti a cancellare differenze minori di razza, di religione, di posizione sociale, e andare avanti la mano nella mano verso il grande futuro che si apre dinanzi a loro nel contribuire alla costruzione della pace e della felicità del mondo. (Da Jamboree - Luglio 1931) 10


Nelle scuole di molti Paesi il sistema educativo sembra trovare difficoltà ad uscire dai vecchi criteri tradizionali, che mirano a formare studiosi, mentre ai nostri giorni non vi è tanto bisogno di aridi studiosi quanto di uomini e donne di carattere in ogni campo della vita, che trasformino le conoscenze in attiva e responsabile presenza nella società. Nel termine "carattere" includerei anzitutto, oltre al sentimento del dovere verso Dio, quello del dovere verso il prossimo, cioè una buona volontà e uno spirito cooperativo aperti e disinteressati che sostituiscano gelosie e sospetti meschini ed egoisti. Troppo a lungo questi difetti hanno prevalso costituendo in passato le principali cause della guerra tra le classi sociali, le religioni e i Paesi. (Da Jamboree - Aprile 1932)

La salvezza e benessere, anzi la vita stessa, dei nostri rispettivi Paesi, dipende del loro saper mantenere la pace. Perciò se intendiamo servire i migliori interessi dei nostri Paesi ed impedire ulteriori guerre disastrose, il nostro scopo deve necessariamente sopprimere ogni eventuale pregiudizio personale ed educare la giovane generazione come amici e non come stranieri gli uni con gli altri. (Messaggio per la festa di S. Giorgio - 23 Aprile 1932 - Da Jamboree - Aprile 1932) La sola base vera e solida per la pace nel mondo è lo sviluppo di un carattere aperto e generoso negli stessi popoli, che renda loro possibile di formare una comunità unita nel loro Paese e allo stesso tempo essere dei vicini amichevoli e pieni di simpatia per gli altri popoli. (Da Jamboree - Luglio 1935)

(Da Jamboree - Ottobre 1939) 11

Comunità “DUC IN ALTUM”

La guerra è una piaga che l’uomo ha inflitto a se stesso, e non porta nella sua scia che miseria umana. Perciò spetta all’uomo trovare il rimedio e ridare a se stesso il dono della pace, con la prosperità e felicità che essa assicura a tutti. Un primo passo deve essere lo sviluppo di uno spirito di buona volontà e tolleranza, verità e giustizia, al posto dell’invidia, dell’odio, della malignità. È difficile “insegnare nuovi giochi a un cane vecchio” e per produrre un simile cambiamento dobbiamo sperare nella giovane generazione. Tra pochissimi anni quelli che sono i ragazzi di oggi diverranno uomini dei loro paesi rispettivi. Mi sembra che nello scautismo abbiamo l’occasione di contribuire a dare al pendolo l’oscillazione contraria, facendolo tornare alla pratica del buon senso e della comprensione reciproca. Il nostro movimento è fortunatamente divenuto una fraternità mondiale in cui il sentimento di comprensione reciproca e di cameratismo è già una realtà. In tal modo qualche seme è già stato gettato, e la risposta dei ragazzi ci mostra che abbiamo un suolo fertile su cui lavorare.


a t i v a r t s o n La a u n i t n o c a è un a c r rice ? e c a P a l l e d 12


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.