Nicolò D’Alessandro
Omaggio a Papa Wojtyla
QUADERNO numero due
Alle 10.00 dell’8 aprile 2015 inizio ad appuntare su fogli sparsi di un album le impressioni grafiche di ciò che vedo. Termino alle ore 12.30. Con un pennarello a punta nera fine traccio le immagini che mi colpiscono e che si accavallano. Questi sono i disegni ritrovati, tratti velocemente da ciò che ho visto in televisione durante i funerali. Da considerare, come è ovvio, appunti veloci. I sei fogli di carta Fabriano utilizzati sono 24 x 33 cm. Sono smangiucchiati dal fuoco in basso a destra, sopravvissuti ad un incendio, che non ha intaccato i segni. Rivedendoli ho scritto questa breve giustificazione e per sottolineare il grande carisma umano del papa polacco, voglio farne un omaggio che ricordi questo momento.
Omaggio a Papa Wojtyla (Sei disegni inediti del 2005 ritrovati) Venerdì 8 aprile del duemilacinque si svolgono i funerali solenni di Papa Wojtyla. È un evento mediatico senza precedenti. Tre milioni di fedeli e di pellegrini, anche non cattolici e non credenti, sono confluiti a Roma per accedere alla Basilica di San Pietro nella Città del Vaticano. Sono presenti alle esequie tutti i capi di Stato e di Governo, e molti Leader rappresentanti di ogni parte il mondo. Anche i paesi musulmani e di ogni altra fede dichiarano il lutto nazionale. Tutte le televisioni del mondo trasmettono, in diretta televisiva, i funerali di Giovanni Paolo II. Rimango incollato alla televisione dalle ore 9.00 alle ore 12.30. Sono particolarmente colpito dall’evento che esalta, enfatizza sino ai limiti dell’irrazionale ciò che accade anche dentro la mia cucina. Vivo anch’io dentro un fenomeno di massa, senza alcuna apparente ragione, né volontà. Chissà se molti, accampati da giorni, nella grande piazza cercano il brivido della Storia che va svolgendosi. Faccio inspiegabilmente parte anch’io della massa. Partecipo emotivamente, ma non riesco a darmene a tutt’oggi una ragione. Ho vissuto tanto a lungo da vedere molti papi. Ma la loro scomparsa non mi ha coinvolto più di tanto. Sono immagini indimenticabili quelle che mi ritornano alla mente. Seduto al tavolo della cucina ho gli occhi incollati al televisore. Rimango fortemente colpito dal libro del Vangelo posto sul feretro mosso dal vento. Sembra un segnale di qualcosa che ha a che vedere con la magia o con il soprannaturale. Eppure è soltanto il vento che muove anche gli abiti dei cardinali così come i fogli del libro. Sul tappeto damascato, la bara, il cero pasquale e un crocefisso, in un’atmosfera drammaticamente raccontata dall’avvenimento, creano quasi un meccanismo di grande e irripetibile solennità. Non riesco ad allontanarmi. Sono fortemente suggestionato da ciò che la televisione, i commentatori vanno svolgendo. Faccio zapping da un canale ad un altro freneticamente. Non so cosa mi prende. Ma mi sento anch’io parte di un’umanità che in quel momento aveva deciso, di fronte alla realtà della morte spettacolarizzata dalla televisione, di riconoscersi in un corale sentimento di appartenenza o forse per esorcizzare la paura della morte attraverso un universale rito collettivo. Non mi era mai capitato di ritrovare tanta partecipazione, o meglio qualcosa del genere l’ho sempre ritrovata nelle partite mondiali di calcio. L’uomo solo in tali casi si accorge di es3
sere un’unica cosa e vanno a farsi benedire le guerre, gli interessi, le speculazioni. Tutti gli occhi delle telecamere sono puntate sull’avvenimento del secolo. Un commentatore di Rai Uno, credo, afferma con assoluta disinvoltura che quello al quale stiamo assistendo “è il funerale del secolo”. Come se per migliaia, milioni di morti non si trattasse di funerali, ma di qualcos’altro. Per la verità bisogna anche aggiungere che per circa tre mesi il mondo è stato con il fiato sospeso per le precarie condizioni del pontefice. La cosa che maggiormente mi ha colpito, durante la lunga e sofferta malattia di Giovanni Paolo II, è che attraverso la fisicità raccontata nelle sue apparizioni publiche ha espresso con chiarezza il dolore del mondo. I bollettini medici erano regolarmente diffusi tra gli argomenti quotidiani dei telegiornali. Alle ore 22 del 2 aprile il notiziario Ansa, letto sul televideo, annuncia la morte di Giovanni Paolo II. La folla che staziona da giorni in piazza San Pietro esplode in un lungo applauso. La campana suona a martello e i rintocchi, attraverso la televisione che trasmette la diretta, diventano alle mie orecchie ancora più lugubri. Fanno da colonna sonora al lungo interminabile applauso dei fedeli mentre il Cardinale, segretario dello Stato Vaticano, Angelo Sodano recita imperturbabile e compunto la preghiera dell’eterno riposo al microfono. Contrasta ancora di più con gli inspiegabili improvvisi silenzi della folla che si aggiungono ad altri cori amplificati dai microfoni della Rai: “Santo subito”. Si legge, a caratteri cubitali, la stessa cosa anche nello striscione tra la gente della piazza. È il papa di tutti, dicono. La sua scomparsa lo conferma. Ma chi è stato Wojtyla. Dotato di non comune carisma umano personale, nella realtà, è riconosciuto come uno degli artefici del crollo del sistema del socialismo reale, della caduta del muro di Berlino e padre e promotore di Solidarność, il sindacato polacco che scardina il sistema sovietico, fu un grande politico e diplomatico che ha sempre condannato il comunismo. Instancabile viaggiatore ha svolto un’intensa opera di evangelizzazione. Inventore della giornata mondiale della Gioventù. Ma, come guida teologica, come modello di pensiero il suo servizio non fu esemplare. C’è da dire che ha bloccato, nel lungo pontificato, la Chiesa in posizioni reazionarie, assecondando con il silenzio, un periodo politico impresentabile di corrotti, corruttori, miscredenti e amorali. Il nuovo Papa Francesco, se riuscirà a cambiare ciò che è l’eredità del passato, avrà il merito di far transitare davvero la Chiesa nel nuovo millennio dando un fondamentale impulso rinnovatore. 4
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NOTIZIE BIOGRAFICHE Nicolò D’Alessandro nasce a Tripoli (Libia) da genitori siciliani nel 1944. Vive a Palermo. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1961 esponendo per invito a numerose collettive nazionali ed internazionali in Italia e all’estero. Ha firmato scene e costumi di spettacoli teatrali. Svolge un’intensa attività grafica curando oltre cento libri con copertine e disegni, più di ottanta impaginazioni e numerosi manifesti. Si é sempre interessato parallelamente di ricerca estetica, contribuendo con scritti critici. Molte le pubblicazioni. Numerosi disegni sono stati pubblicati in riviste, giornali e libri in Italia e in molti altri paesi. Dal 1963 ha tenuto centodieci mostre personali e oltre duecento collettive su inviti di gallerie, enti ed istituzioni culturali, in Italia e all’estero. Si citano le più significative. Nel 1980, a Palermo, l’Opera Universitaria ospita “La Nave dei Folli” e nel 1981 l’Accademia BB. AA. della stessa città propone numerosi disegni ed acqueforti dal 1973 al 1980; a New York nel 1985 e al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite nel 1992; alla Nuova Galleria Tretjakov di Mosca nel 1988; al Museo della letteratura Ceca di Praga nel 1990; a Palacio de Abrantes a Madrid nel 1997; a Rimini nel 1999; a San Giorgio dei Genovesi voluta dalla Città di Palermo nel 2001; alla Galleria Comunale di Arte Moderna a Piombino nel 2002; alla Galleria d'Arte Moderna alle Ciminiere di Catania nel 2003 e al Museo Mandralisca di Cefalù; a Varsavia nel 2005, a Tunisi nel 2010, al Castello di Bratislava nel 2011. Ampio consenso critico ed artistico suscitano le mostre personali di Bucarest (1981) e Budapest, Amsterdam (1982) ed ancora quelle di Belgrado, Zagabria (1983); New York (1985); Mosca (1988); Praga (1989); Presov, Novj Jicin, Radhostém, Plzen, Pisek, Humenné (1990); Brno, Kosice, Benejov u Pray, Bratislava (1991); New York (1992); Palermo (1996); Tichy, Olkutz, Madrid, Cracovia (1997), Rimini (1999), Palermo (2001). Piombino (2002), Catania, Cefalù (2003); Palermo (2004); Trapani, Varsavia (2005), Caltanissetta (2006); Grotte (2007); Cosenza (2008) Adragna, Sambuca di Sicilia (2009), Tunisi (2010), Bagheria Museo Guttuso (2010), Bratislava, Trnava, (2011), Complesso monumentale “Filippo Corridoni”, Galleria d’arte contemporanea “Santo Vassallo”, Mazara del Vallo, (2012); Room 1, Spazio Parallelo, Palermo (2012). 24