Nicolò D'Alessandro Antivirus

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ANTIVIRUS Ne vogliamo parlare?

diario della quarantena 28 febbraio-4 maggio 2020


quattro vignette di Nick Mancino dedicate al coronavirus e all’ANTIVIRUS


Nicolò D’Alessandro

ne vogliamo Parlare? Dobbiamo amplificare la speranza, costruirla insieme, uniti, responsabilmente coesi. Un grazie ai medici, agli infermieri, al personale sanitario, agli scienziati, ai ricercatori impegnati a sconfiggere

virus.

questo

maledetto

Dicono che l’Italia ha sempre

dato nei momenti di maggiore difficoltà il meglio di sè. È vero. Il sacrificio che facciamo è di noi tutti. E tutti insieme ne usciremo vincitori. Ne usciremo? Certo che ne usciremo. Molto, ma molto più forti di prima. Un caro abbraccio a tutti coloro che sono stati presenti a questo appuntamento quotidiano su Facebook.

A domani! alle ore 19,00, alla stessa ora, insieme. Io RESISTO, NOI RESISTIAMO! Noi restiamo liberi!

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Il silenzio della poesia E come non parlare del silenz io che, come sappiamo, in talune circo stanz e è necessario per con centrarci meglio su svariate situazioni che ri c h i e d o n o u n c e r t o a p p r o f o n d i m e n t o , u n silenzio che sembra somigliare a qualcosa di vuoto, di inconsistente. Ma abbandonarsi a questo tipo di v uoto – se nza fatalismo - a v olte vuol dire attendere alcune soluzioni razionali senz a arrove llarci il cervello nel tentativo di forz are gli avvenimenti, di capire dov e sbagliamo, o di lamentarci in continuazione. Entrare nel vuoto è entrare in noi stessi ed è così facendo che le soluzioni iniziano ad affiorare e i problemi a svanire. E a volerci pensare, ecco che entra in relazione la po esia, che comincia a prendere fo rma essenz ialme nte nel silenzio che precede la composizio ne e, ancor di più, nel silenzio che segue ad o gni lettura. Il testo re stituito , pur ne lla compostez za de lla sua stesura, è interamente intriso di silenz io, quel silenzio che giustamente scaturisce dalla staticità del testo e dall’aspetto inanimato della parola scritta. Il silenz io prende corpo tra gli spazi dei versi, si distende tra parola e parola, si materializ za nelle pause e nei luo ghi incontaminati della pagina, s’impone tra le sollecitaz ioni della metafora che costringe il pensiero - già av viato - ad una so rta di rallentamento, al fine di comparare e ricu cire gli esiti della comunicazio ne in essere.

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Nicola Romano

Il silenzio rappresenta l’unico strumento per cercare di trasformare in parole quelli che sono i flussi della memoria, le configurazioni dell’ igno to. Durante tali silenz io se ope raz ioni prev ale un senso di smarrimento, una perdita di orientamento, un esilio mentale che cerca u n natu rale approdo nella parola, una specie di rientro nella propria identità, perché intanto la parola viene concepita co me me talinguaggio, per la ricerca del quale la si l e n z i o s a i n t ro sp e z i o n e n e è co n di z i o n e essenziale. Attimi di silenzio, dunque, per predisporsi a scoprire le cose nascoste a cui il testo allude, mo menti di mu tismo organ iz zato per deco dificare l’essenza del messaggio, per individuare il movimento delle cose tradizionalmente fisse e immo bili, oppure per fermare e catturare una qualche cosa di vive nte. Il silenzio s’impossessa di ciò che è lontano, lo cattu ra pian o piano, lo custodisce, lo protegge col manto della parola, e arriv a perfino a dare all’assenza una fo rma più propria e determinata rispetto all’effettiva presenz a.

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ANTONIO LIOTTA Ane stes io logo E Rianimatore

Editore MEDINOVA

A distanza di quasi tre mesi dall’inizio dell’emergenza, del virus si conoscono il codice genetico, la sua struttura proteica, le capacità di virulenza e si studiano i suoi punti deboli per renderlo inoffensivo anche con un vaccino che, in atto, per le difficoltà oggttive che le preparazioni dei vaccini presentano, non è possibile avere ed utilizzare. Lo scenario che si è aperto e presentato al mondo è stato, immediatamente, un elevato e diffuso stato di paura, cioè quella particolare emozione reazione primaria normale umana ed animale che si sviluppa per generare difesa, che si è caricata di ansia per trasformarsi in panico cioè in sensazione fisica drammatica che fa temere la morte immediata. Perché il panico? La risposta possiamo trovarla nel modo incontrollato con cui i mass-media, i social hanno affrontato il delicato problema enfatizzando notizie, inventando storie e situazioni, creando fake news, virulizzando tutte le piattaforme mediatiche in un crescendo di paure, razzismo, fobie che hanno portato le masse a tenere comportamenti fuori dalla realtà come l’assalto all’accaparramento di derrate alimentari, di presidi sanitari quali mascherine e disinfettanti e cosa grave, la ricerca e l’isolamento dell’untore cinese e -per quanto ci riguarda- italiano. In questo contesto, paradossalmente apocalittico, dove si sono inserite anche manovre di sciacallaggio economico e politico, interessa evidenziare alcuni aspetti di ordine socio-sanitario che possono essere importanti per i nostri governanti in un’ottica di programmazione sanitaria. L’Italia ha un ottimo Servizio Sanitario, forse il migliore al mondo. Ciononostante questa epidemia che ha colpito ed interessato gravemente il nostro Paese, ha messo allo scoperto importan-

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ti nervi che ne minano l’efficacia e l’efficienza. Primo elemento: la globalità. Da Sistema Sanitario Nazionale, fatti salvi i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che devono essere omogenei su tutto il territorio, con il passaggio della gestione e dell’organizzazione sanitaria demandata ad ogni singola Regione sappiamo che, in atto, abbiamo venti sistemi sanitari. Secondo elemento: la collegialità. L’emergenza attuale ha dimostrato che senza un coordinamento ed una regia nazionale, il sistema collassa. Alcune misure messe in opera dai Governatori del Nord, proprio in virtù della loro potestà normativa, contrastavano con l’unicità operativa assolutamente necessaria e che, fortunatamente è stata messa in atto -tra tante criticità- dal Governo. L’epidemia di COVID-19 deve farci riflettere, ragionare; deve essere il punto di partenza per una corretta riorganizzazione del Sistema Sanitario Nazionale che dovrà riappropriarsi dei principi fondamentali della Legge 833/78 che oggi viene mortificata soprattutto nel settore della Prevenzione. Vanno programmati interventi urgenti sulla carenza paurosa di personale medico ed infermieristico, sulla corretta presenza Regione per Regione di reparti specializzati che guardino alla globalità del sistema e non alla creazione mirata specifica per ragioni clientelari. Devono, necessariamente, venire fuori i principi di coordinamento e quindi la sana gestione della “politica sanitaria di sistema”. Uscire dalla crisi per crescere e trasformare, per vincere ogni paura ed ogni panico senza isterismi, con razionalità ed il “sapere fare”, sviluppare una corretta informazione ed una sana in-formazione, educare con tutti i mezzi possibili al fine di creare conoscenza, consapevolezza e cultura e dare preparazione interdisciplinare vera e concreta agli specialisti, agli educatori dentro e fuori le scuole, investire fortemente sulla ricerca: così possiamo e dobbiamo vincere la guerra contro il Coronavirus ed ogni altra minaccia alla Salute.

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SALVATORE MAURICI IL SILENZ IO DELLA NOTTE Nel silenzio della notte appena rotto dal respiro degli amanti, odori vaporosi di sesso, per l’aria; il profumo dell’amore si espande per le stanze come una melodia. Sul letto in penombra un dolce ansimare a volte interrotto e poi ripreso più volte in attesa di un’aurora che mai li vedrà teneramente abbracciati! Con passi leggeri ancora più felpati silenziosi discreti i gatti osservano con occhi indifferenti poi si avviano al balcone alla ricerca di frescura, solo Alfredo sopra un armadio scruta gli amanti e pensa ai suoi amori giovanili quando ancora poteva muoversi tra viuzze e giardini libero, ad inseguire il vento.

Il silenz io è un pensiero religioso, fatene uso in silenzio. Mario D’Alessandro


PIERO LONGO Tutto è sos pes o l’orizzonte attende non più una vela come sulle strade non più vetture e uo mini ma p assi sui s entie ri marini e noi legge ri andiamo al ve nto inso lito che s pira ne i me andri di nuvole pe ns ie ri vie s olitarie che non hanno f ughe e s’arrotolano livide alla re te dove il mondo s ’aggrappa titubante perché s i s maglia il filo in ogni nodo e si dilata al te mpo raggrumato che gravitando attrae nel nuovo abiss o il pe so del ricordo la gravezza d’o gni pas so rubato alla vita che non f u danza ma spre cato volo all’inutile cors a e al grande gio co che tradisce l’ amore e il s uo congaudio ve ra danza de ll’anima e s ublime vo ce dell’univers o palp itante ne gli o rizzonti do ve già sorride il coro delle giovani galas sie puerpe re di luce in ogni istante del te mpo conce rtante e più suade nte ne lla chiave as soluta del sogno .

Palermo al tempo del coronavirus


Maria Ant onietta Sansalo ne

SILENZIO Amo il silenzio che alberga dentro me. Mi immergo ne lle sue distese, nei luoghi dove la qu ie te inizia a raccontare. Lì adoro peregrinare, me ditando, in u na giostra di rumori sopiti di fremiti piumati, di sussulti spensierati, di smarrimenti tra tempo, ricordi, nostalgie , e paura di perdersi. Intanto gli effimeri mu tev oli attimi dismessi, insieme ai colori della vita, alle gioie soffocate, alle emozio ni inappagate, si aggirano, agitando, quale volo di falena, i rischiarati bagagli del te mpo e la mia più intima realtà.

Per l’”immunità di gregge” bisogna costituire “la protezione ovile”


Ne vogli amo parlare?

Oggi è il 25 aprile 2020

Eccoci qua, tutti in gabbia, costretti nelle nostre case, imprigionati anche oggi il 25 aprile 2020, giorno di festa. Oggi ricorre La festa della liberazione per noi che liberi non siamo. Un paradosso? No. La nostra realtà attuale è questa. Siamo costretti a non potere scegliere nulla più di quel che possiamo, se non a difenderci dalla pandemia: Viviamo da due mesi dentro un brutto sogno. Delle nostre case curate, come non mai, che odorano di varechina, disinfettanti e alcool denaturato. E di che cosa parliamo, cosa desideriamo se non la libertà di uscire, di abbracciare gli altri. Siamo tutti in attesa. Per questo siamo qua, dietro uno schermo, per questo ci siamo inventati uno spazio virtuale tutto nostro per sopravvivere. Per questo siamo qui riuniti, anche oggi, dietro i nostri computer. Vi ringrazio di cuore per la vostra vicinanza virtuale.

PUBBLICITA’ Senza olio di palma Senza coronavirus


Antonio Liot ta UN ATTO D'AMORE in questo 21 aprile data storica dei natali di Roma e che fa parte della mia storia personale. Perciò dedico questa mia vecchia poesia che volerà lontano a questo ventuno aprile speciale che ci vede tutti soli, in giusta quarantena. Per facilitare la piena comprensione mi permetto di tradurla dalla lingua siciliana alla più conosciuta italiana. SO NO SOLO: sono/ s olo/ davanti/ al mondo/ p iccolo co me/ una m ollica/ e ti vo rrei/ qua vicina/ a me / p er stringere forte/ le tue mani/ e guardandoti/ ne l fondo/ degli occhi/ dirti co n forza/ amore mio. Nel postarla Liotta non dice a chi è dedicata, emerge la sua discrezione e affida a poche parole il delicato sentimento d’amore e di dolore che la anima. Emerge anche il pudore della difficoltà della propria faticosa solitudine, la necessità di ognuno di noi di un abbraccio, di una carezza, stringere forte le mani. Questa breve ma intensa poesia costituisce è vero un messaggio personale, ma appartiene a tutti. Ci accorgiamo quanto importante sia la fisicità. Quanto siano importanti gli altri, tutti gli altri. Ci ricorda che il confine tra la vita e la morte è labile, inafferrabile come, paradossalmente, accade per questo virus che segna, forse per sempre, un inevitabile cambiamento nella percezione delle cose, dei nostri sentimenti. Ci salveremo! Si ci salveremo! Usciremo da questo incubo vittoriosi e molto più forti. Dopo questa forzata solitudine saremo più disincantati e realisti, meno condizionati da un sistema eccessivo, accelerato e spropositato, avremo capito che la vita è un regalo che ci è stato concesso, poiché non c’è coronavirus che tenga che possa annullare i nostri sentimenti, la nostra umanità. A domani. (n.d’a)

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Pietro Barbera PAROLE MACULATE Il tuo e il mio silenzio ringhiano nel buio, allontanando voraci desideri d'amore. Vennero a piedi nudi, in silenzio. Uno scampanellio d’uccelli mise in fuga i ladri di sogni. Il risveglio fu dolce. Il silenzio è inciso nelle mie orecchie. Il frinire delle cicale mi accompagna, oltre l’’estate.

Emanuela Davì Progetto per un manifesto.

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ALDO GERBINO Il terribile rombo de l s ilenzio* [da “Zona filtro”] d. È difficile dire agli amici: capis co. Pe rché , confe sso, di non co gliere con chiarezza tutto que sto. Ho l’imp ress ione che la nos tra distanza, in termini di do lore , f atta di angos cia lunare , sia così aute nticamente imp ie tosa da p rovarne vergogna. Colpevole, quindi, di no n cogliere a pieno il terribile ro mbo del silenzio. E ques to rombo si dispe rde con gli occhi del padre, della madre, dei fratelli, oltre le valli ible e al di là de lle paludi della morte quas i a incontrare il grido di Elettra le cene ri s abbios e di Eschilo oltre le valli geloe. Il grido, lo sp asmo della glottide còlto nello s tagno irideo della comp agna, nei rivoli scuri della figlia, appaiono unici s egni d’una attes a p oco plaus ibile.

*[in: Aldo G er bino, No n f ar à r umo re, Spira li, Mila no 1998 ]

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Emanuela Davì

TEATRINO DEI DISPARI

“Le s torie , le favole che Emanuela D avì ci racconta, so no tutte sce lte con amore e tutte avvincenti. (. ..) Pe rché que sto piccolis simo teatro, contenuto in mo lto meno di un me tro cubo di volume , è ve ra politica, pe rché m oto re di un cambiame nto indisp ensabile di paradigmi. (... ) Perché, me sso in opera con un nulla di me zzi mate riali, è capace di costruzione, immaginazione, creatività e rigore. ( ...) C'è , in que sto teatro minuscolo, una misura pe rfetta ris petto allo scop o, dunque quell'e ss enzialità e quella frugalità indispe nsabili pe r cons eguirlo, se nza mai rinunciare all'eleganza, alla coe renza, anzi face ndo leva s ulla pe nuria dei me zzi pe r portarne le doti a potenza. Un prodotto tutto home made, fatto p er go derne e farne godere . Una belle zza commovente .” (Marcello Panzare lla)

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Diarietto di

Patt y Pupella

Buongiorno. Buon 25 Aprile.Ie ri s era, vicino casa, ho fatto de lle foto che mi hanno is pirato ques to racconto: “Il mondo s i è f ermato e il silenzio ha pre so il sop ravvento. Devo fare solo pochi p ass i pe r raggiunge re il supe rmercato. Attorno é tutto f ermo. Silenzio! Attraverso il parco del mio quartie re e tutto tace. In giro solo cani a sp asso con i loro padroni. No n credo s iano mai s tati contenti come adess o, es cono molto p iù di prima! V edo le p iante s elvatiche in tutta la loro be llezza, non c'è ne ss uno a disturbarle. I l de creto parla chiaro .... é vietato! É tutto fermo . La natura s e ne infis chia de l decreto e avanza tranquilla godendosi ques to mo mento di quiete. C he gran colpo al cuore. L e giostrine s ono avvolte da nas tri bianchi e ros si. V ie tate . R ie sco ancora a se ntire le urla dei bambini che giocano . É tutto . Li vedo giocare a palla e rincorre rsi tra loro, mentre le mamme e d i no nni, s eduti s ulle panchine , si racco ntano gli ultimi pett e g o l e z zi . U n ’ a m ar e zz a i nf i ni ta m i a v v o lg e . R aggiungo il s up erme rcato e mi metto in coda. Un ve cchietto in bici mi ricorda mio padre, molto lon-

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tano, chiuso in cas a da temp o, a causa di un ictus e ades so anche il virus. Scuoto malinconicame nte la testa, faccio la spe sa e mi dirigo vers o cas a, attorno a me é sile nzio.La Chiesa di quartiere é chius a, ne l s ile nzio ass ordante che mi avvolge, ris uona il suo rintocco, come s empre alle 1 8,00, quas i a ricordarci che le i è ancora lì. Anche quel mostro di traliccio, che do po tante battaglie di quartiere è ancora al suo pos to , p osse nte, dall'alto mi ride in faccia. Il silenzio mi rimbo mba dentro! Salgo a casa. Sono pronta a chiude rmi nuovam ente al s uo inte rno e mi chiedo se ques to non sia solo un brutto sogno silenzios o.

Nazim H ikmet La vita non è u no sch er zo . Prendila su l s er io come f a la sc oiattolo, a d esemp io , senza as petta rti nulla d al di fu ori o nell\'aldilà. Non av ra i a ltr o da f ar e che vivere. La vita non è u no sch er zo . Prendila su l s er io ma s ul ser io a ta l punto che m es so contro il mu ro, a d esemp io , le m ani leg ate o d entr o un la bora to rio col ca mice bia nco e gr and i oc chia li, tu muo ia af finchè viva no gli altri uom ini di c ui non c onoscer ai la fa cc ia , e mor ra i sa pendo c he nulla è p iù bello, più vero d ella v ita. Prendila sul s er io ma s ul serio a tal p unto c he a s ettant'a nni, a d esemp io, piantera i d eg li ulivi non perc hè res tino ai tuoi figli ma p erch è non c redera i alla mo rte pu r tem end ola, e la vita pes er à d i p iù sulla bila ncia.

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diario fotografico di Patty Pupella

L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare. (proverbio giapponese)

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diario fotografico di Patty Pupella

Il silenzio non fa domande, ma può darci una risposta a tu tto. (Ernst Ferstl )

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Nick Mancino ha seguito per le amiche e gli amici di FB, dal 28 marzo al 4 maggio 2020, il quotidiano collegamento in diretta, dalle ore 19.00 alle ore 19.30, per “NE PARLIAMO INSIEME?” nella pagina di Facebook di Nicolò D’Alessandro. Nei 38 giorni di collegamento ci sono stati oltre 2600 visualizzazioni.

Di questa edizione è disponibile il PDF che può essere scaricato collegandosi alla pagina: www.facebook.com/nicolo.dalessandro


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