Pergamena Extra Dancing now
Il cielo di Palermo minacciava pioggia e la città era silenziosa come lo era raramente. Bruno saltò dal cornicione su cui si era seduto ad osservare il traffico perché aveva scorto Rosario, suo caro amico, e voleva parlargli. Atterrò delicatamente sul marciapiede reggendosi con una mano. Ancora si stupiva di tanta agilità. Si stupiva di poter saltare tanto in alto e tanto velocemente, di poter entrare in contatto con la mente di qualcuno o anche solo di poter evocare un’oscurità talmente profonda che certe volte gli sembrava rappresentasse la sua stessa anima. Il suo convivere con un’anima demoniaca, una umana e un’altra più antica dell’umanità stessa lo rendeva in certi giorni insopportabile a sé stesso. Temeva che prima o poi una delle tre personalità avrebbe preso il sopravvento e se fosse stato Astaroth a vincere su Bruno e Afela sarebbero stati guai per tutti. Ogni tanto, la paura per quello che sarebbe potuto diventare, lo svegliava di notte. Si avvicinò a Rosario silenziosamente con una velocità spaventosa e lo afferrò per il colletto della camicia. – Ehi! – urlò quello, estraendo il coltellino che portava sempre in tasca. Bruno lesse nella mente del ragazzo prima che potesse fare qualsiasi movimento e si spostò velocemente. Rosario aguzzò la vista e, quando lo riconobbe, alzò le mani. – Bruno, amico, che scherzi sono? – Dai, stavo giocando! – Bel gioco, davvero! Stavo per accoltellarti! – Tranquillo, non ci saresti riuscito! – Sei sempre troppo sicuro di te. Bruno si strinse nelle spalle.