LE PROBLEMATICHE DELLA SCHIENA. SCHIENA RACHIALGIE IDIOPATICHE Dott. Cardano David Councelor ecobiopsicologico a indirizzo psicosomatico (ANEB) Antropologo clinico esistenziale (ISUE) Life coach e mental coach PNL Esperto in psicologia sportiva Psicologo laurea triennale Studente in psicologia laurea magistrale Dottore in scienze motorie
L’EPIDEMIA DEL MAL DI SCHIENA •
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L’80% circa degli individui durante la vita soffre di mal di schiena con livelli diversi di gravità. Solo il 20% presenta un danno anatomo patologico oggettivamente diagnosticabile a livello vertebrale che possa giustificare la rachialgia. Es: (ernia del disco, spondilolisi, stenosi del canale vertebrale ecc…) Scarsa relazione tra fattori traumatici e insorgenza della sintomatologia dolorosa. Il legame tra danno anatomo patologico e il dolore è enormemente variabile
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La lombalgia funzionale (idiopatica) rappresenta la stragrande maggioranza delle lombalgie riscontrabili nella pratica clinica. Marcati segni di discopatia con riduzione dello spazio intersomatico con assenza di dolore Analogamente dicesi per l’artrosi. A volte l’artrosi non è la causa reale del dolore ma ne rappresenta una sorta di giustificazione accettabile o capro espiatorio.
INTERNATIONAL SOCIETY FOR THE STUDY OF THE LUMBAR SPINE -2005 • 76% di immagini radiologiche di RMN riferibili ad ernie del disco in un gruppo di persone asintomatiche. • I fattori comuni sono dati da caratteristiche analoghe per attività lavorative e fattori psicosociali. (ansia – depressione – self control – sostegno sociale –condizione matrimoniale). • Fattori lavorativi: (gratificazione lavorativa - stress mentale ridotto).
• Il dolore è un fenomeno multifattoriale e non una reazione ad una causa specifica. • Approccio clinico globale ed interdisciplinare. • Mental training
DOLORE FISICO E DOLORE PSICHICO • Situazioni di ansia,depressione,paura ecc.. Possono insorgere come conseguenza del dolore percepito dal soggetto e possono aggravare il quadro sintomatologico. • Meccanismi psicofisiopatologici partecipano alla persistenza del dolore e quindi alla cronicizzazione della sofferenza del soggetto.
L’OSTACOLO • Nonostante le precedenti teorie siano accettate nella pratica clinica si stenta ad applicarle. Le maggiori autorità nel campo delle algie vertebrali richiamano l’attenzione sui precedenti aspetti. (Nachemson al congresso internazionale del S.I.R.E.R. ha affermato: • “La conoscenza della psicologia è più importante della conoscenza della biomeccanica del lombalgico almeno per i pazienti con dolore cronico. Siamo troppo legati al presunto problema fisico nonostante diversi studi abbiano dimostrato sia irrilevante in questi pazienti” .
DISTURBI SOMATOFORMI • Il D.S.M. contempla i Disturbi Somatoformi: Somatoformi Disturbi di cui la caratteristica comune è la presenza di sintomi fisici (da cui il termine Somatoforme) che non possono essere pienamente attribuibili ad una condizione medica diagnosticabile. • IL DISTURBO ALGICO: disturbo ALGICO caratterizzato dal dolore come punto focale principale della alterazione clinica dove vi è motivo di ritenere che qualche fattore psicologico abbia un importante ruolo nell’esordio, gravità esacerbazione o mantenimento del dolore stesso
MECCANISMI PSICOFISIOPATOLOGICI • IPOTESI EZIOPATOGENETICHE
• MUSCOLO TENSIVA • POSTURALE • PSICONEUROENDOCRINA
IPOTESI MUSCOLO TENSIVA • Ipotesi eziopatogenetica più facilmente comprensibile del dolore senza base organica dimostrabile. • Diversi autori hanno postulato una sorta di “stato miotensivo psicogeno” psicogeno in pazienti con lombalgia senza base organica riconoscibile. Stato di miosite muscolo tensiva responsabile della dolorabilità continua. (rapporto tra dolore e contrattura muscolare. • La contrattura muscolare prolungata osteggia il sistema vascolare favorendo uno stato di ischemia e di accumulo di metaboliti a livello muscolare, sostanze irritanti per i tessuti nocicettivi che a loro volta incrementano ulteriormente lo stato di contrattura muscolare. • Ne consegue un circolo vizioso dove il dolore alimenta lo stato di contrattura muscolare e viceversa. In questo circolo vizioso di dolore contrattura uno stress psico emotivo non si differenzia molto da uno stress fisico, entrambi possono produrre uno stato di contrattura muscolare.
CIRCOLO VISIOZO IPOTESI MUSCOLOTENSIVA F A T T O R I P S IC O E M O T IV I DO LO RE
C O N T R A T T U R A M U S C O L A R E L I M T A Z I O N E F U N Z I O N A LE
E’ da notare che mentre gli stress fisici sono generalmente consci e tendono ad avere una durata minore, gli stress emozionali sono perlopiÚ inconsci e persistono a lungo.
TECNICHE • La sindrome da miosite da tensione indica che la rachialgia è prodotta preminentemente da una contrazione muscolare indotta da ansietà profonda. • Questa tipologia di persone trae giovamento con tecniche basate sul rilassamento muscolare quali:
Training autogeno , Distensione immaginativa Rilassamento muscolare progressivo , Mindfulness, Visualizzazione, Ipnosi.
LETTURA PSICOFISIOPATOLOGICA • Recenti studi sulla cefalea muscolo tensiva cervicale (Scoppa e Nicotra 1999) hanno messo in evidenza una significativa presenza di una componente psichica in senso ansioso e\o depressivo con tendenza costante alla conversione psicosomatica nella pressochè totale popolazione dei pazienti esaminati. • Le tensioni muscolari possono quindi essere intese come modulatori di patologia psicosomatica. • Non è difficile ipotizzare un passaggio da una disfunzione muscolare ad un danno organico rilevabile. Infatti muscolatura tesa e contratta cronicamente comprime in modo abnorme le sottostanti articolazioni favorendo così i processi patogenetici quali ad esempio quello dell’artrosi. • Lowen e Reich (conflitto emozionale irrisolto probabilmente represso, trattenuto, inibito porta a tensione muscolare cronica)
IPOTESI POSTURALE • Ipotesi collegata alla precedente sul piano fisiopatologico essendo il concetto di postura connesso a quello di tensione muscolare. • La modificazione cronica dello stato di tensione muscolare, di cui si è fatto cenno precedentemente, riveste un notevole interesse sul piano clinico per le possibili modificazioni morfologiche e posturali che può produrre. • LA POSTURA NON E’ SOLO LA RISUTANTE DI COMPLESSI MECCANISMI NEUROFISIOLOGICI E BIOMECCANICI MA E’ ALTRESI’ L’ESPRESSIONE DEL PROPRIO MODO DI GESTIRE LE EMOZIONI ED I PROPRI RAPPORTI INTERPERSONALI. INTERPERSONALI
DEFINIZIONI DI POSTURA • • •
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La postura è la posizione che ciascun individuo assume rispetto al suolo , all’ambiente circostante ed al vissuto emozionale e può essere influenzata da diversi sistemi funzionali. La postura è un modo di stare nel mondo affrontare il mondo vivere nella realtà. (Traetta 1979) La postura è strettamente legata alla vita emotiva fino ad essere l’espressione stessa per il mondo esterno, non solo attraverso la mimica facciale e gestuale ma anche attraverso la disposizione corporea nel suo insieme. (GAGEY PM , WEBER B. 2000) La postura è l’espressione di un vissuto ereditario,di un vissuto personale,della formazione e deformazione culturale,di memorie dei propri traumi fisici ed emotivi,del tipo di lavoro e di sport a cui siamo assoggettati nel tempo; postura è il modo in cui respiriamo, il modo in cui stiamo in piedi, camminiamo,ci atteggiamo e ci rapportiamo con noi stessi e con gli altri. (D. Raggi 1998)
CONSEGUENZE DELLA MUSCOLATURA CRONICAMENTE CONTRATTA • TRAZIONE ABNORME SULLE REGIONI INSERZIONALI E SU QUELLE ADIACENTI CON IRRADIAZIONE SU TUTTA LA CATENA CINETICA • MODIFICAZIONI RAPPORTI TESTA COLLO – COLLO TRONCO –TRONCO ARTI ECC…
• Ci troviamo quindi in presenza di problematiche generate da Atteggiamenti posturali legati a determinati tratti caratteriali ed emotivi del soggetto. (Reich 1942 –1945 \ Lowen 1958 – 1975 Koren e Rosenwinkel 1992 - Dekel 1996 ecc.)
RISULTATI • Una postura alterata, non fisiologica non economica protratta nel tempo può dar luogo a lombalgie posturali • Es: soggetto ipercifotico = algie dorso lombari • Soggetto iperlordotico = algie lombo sacrali.
IPOTESI PSICOSOMATICA PSICONEUROENDOCRINA • Numerose ricerche cliniche e sperimentali dimostrano come uno stress psicologico possa contribuire allo sviluppo di numerose malattie. • La stimolazione emozionale comporta un’alterazione (perlopiù in aumento) degli ormoni circolanti a livello plasmatico. • Lo stimolo che attiva il processo neuroendocrino può essere esterno all’individuo (ambientale o psicosociale) o interno (intrapsichico). • In condizioni normali l’attivazione è temporanea ed episodica con ripristino dei valori precedenti in tempi brevi. • In caso di attivazione emozionale mantenuta nel tempo senza eliminazione dello stimolo disturbante può verificarsi una condizione di attivazione cronica con modificazioni significative del normale schema di reazione agli stimoli e possibilità di entrare in una condizione di malattia.
INIBIZIONE DELL’EMOZIONE • BROSITIMIA (sentimento ingoiato) Soggetto che tiene tutto dentro apparentemente non emotivo in quanto difficilmente lascia trasparire la propria emozione spesso compiaciuto di questa sua caratteristica.
• ALEXITIMIA (emozione senza parola) Soggetto con incapacità o grande difficoltà di percezione ed espressione di sentimenti ed emozioni. Povertà di vita fantastica e attività onirica e relazioni interpersonali
•Numerosi studi hanno sottolineato la relazione tra lombalgia cronica e alexitimia