PODOPOSTURALE®
Valutazione e trattamento
2.1 Il Sistema Tonico Posturale Nel vasto campo delle scienze mediche, riabilitative e rieducative, da qualche anno ha fatto prepotentemente ingresso la posturologia che sta modificando drasticamente l’approccio alla cura e alla visione del paziente. Pur essendo considerata come una disciplina relativamente giovane, in realtà diversi studiosi e autori passati, seppur indirettamente, si sono occupati di postura. Il chirurgo Charles Bell (1774-1842), noto per i suoi saggi su Anatomia nell’espressione pittorica (1806), si interrogava sui meccanismi che sono alla base della postura: “come riesce un uomo a mantenere una postura eretta o inclinata contro il vento che soffia su di lui, è evidente che egli possiede un senso attraverso il quale conosce l’inclinazione del proprio corpo e che possiede l’attitudine ad aggiustarla”. Un primo pilastro alla comprensione di tali meccanismi fu data, agli inizi degli anni ’40, da Sir Charles Scott Sherrington (1857-1952) noto neurofisiologo inglese, il quale concludeva: “La stazione eretta è una risposta posturale estesa e composita, nella cui attuazione è di importanza fondamentale la contrazione dei muscoli antigravitari che controbilanciano il peso del corpo, che altrimenti, flettendo le articolazioni, provocherebbe la caduta a terra”. Sherrington, che era un fine ricercatore sul tessuto muscolare, definiva il tono muscolare come “lo stato di semi contrazione dei muscoli scheletrici necessario a mantenere la postura (tono muscolare), cioè l’armonica e reciproca posizione delle varie parti del corpo nello spazio”. Ma, al di là d’isolate ricerche ed intuizioni, si era ben lontani da studi di settore specifici. Bisognerà aspettare gli anni ’50, perché i concetti posturali, e soprattutto d’equilibrio posturale, acquistassero connotati più scientifici. Dove sbagliavano gli autori fino al XIX secolo, non era nel modo di condurre la ricerca, ma nell’incapacità di assemblare i dati ottenuti. Gli studi fino a quel momento erano esclusivamente settoriali, limitati ai campi di conoscenza di ciascuno degli autori che si affacciavano alla posturologia ma non riuscivano ad abbracciarne la complessità e globalità. Essi credevano, al pari di Bell, che esistesse un particolare “senso”, un singolo sistema, deputato alla regola28
zione posturale. Nei loro scritti mancava il concetto d’integrazione delle informazioni sensoriali. Così Romberg conosceva il ruolo della vista e della propriocezione podalica e osservava che le oscillazioni posturali sono maggiori ad occhi chiusi e quando la base di sostegno è ridotta, inoltre le oscillazioni sono ancora maggiori ed irregolari quando è presente una lesione neurologica, crea così il test che porta il suo nome (Test di Romberg). Flourens (1794-1867) analizzava il ruolo del vestibolo, Longet (1845) il ruolo della propriocezione dei muscoli paravertebrali, De Cyon (1911) il ruolo della propriocezione oculomotrice, Magnus (1926) il ruolo della pianta del piede. Nessuno, però, era capace di dare al problema un’ottica multidisciplinare. Baron (1956) e Tadashi Fukuda (1959), autore del test che porta il suo nome (Test di Fukuda), cominciarono a studiare l’equilibrio posturale in un’ottica quanto più ampia possibile, elaborando e coordinando i dati ottenuti dalle loro ricerche e dalle ricerche degli studiosi che li avevano preceduti. Fu così che si arrivò ai primi concetti concreti di postura e d’equilibrio posturale, al punto che lo studio sulla postura cominciò ad essere considerato come una branca specialistica a sé stante. Nacque così la posturologia come scienza, che aveva l’interesse principale nello studio dell’equilibrio umano e soprattutto nelle condizioni fisiologiche che lo rendevano possibile. Nel frattempo un fatto nuovo contribuì, non indifferentemente, alla ricerca in generale, aprendo nuovi orizzonti alla comprensione dei meccanismi posturali: la scienza cibernetica. Essa fu introdotta in Europa a cavallo degli anni ’50 e rivoluzionò non poco il modo d’interpretare la realtà. In particolare in medicina introdusse un nuovo modo di vedere l’essere vivente considerandolo come un assemblaggio di sistemi interagenti. Il concetto di postura fu letteralmente stravolto nella sua essenza e letto, oltre che interpretato, come sistema cibernetico complesso paragonabile ad una scatola nera (black box), in quanto pur essendo note le funzioni di ingresso e di uscita non ci è dato di conoscere con precisione i processi e le strutture neuroanatomiche che determinano la relazione input-output. Un sistema cioè che necessita di entrate (informa-