Anno VIII - N. 95 - Marzo 2018 - Mensile - Registrazione Tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita
Ogni ora chiude un negozio, l’online alla conquista del mercato Fake news, istruzioni per l’uso Politiche 2018, in Italia nessuno ha la maggioranza Moda primavera estate 2018: le 10 tendenze da non lasciarsi sfuggire David di Donatello 2018, nel segno delle donne. Napoli protagonista con “Ammore e malavita” come miglior film
Elezioni Lazio 2018
trionfa Nicola Zingaretti “Per la prima volta in questa Regione un presidente riconfermato”
SOMMARIO ATTUALITÀ
2 Un ‘mi piace’ vale una Presidenza 12 Ogni ora chiude un negozio, l’online alla conquista del mercato 18 Pasta e riso: scatta l’obbligo sull’origine nell’etichetta 21 Fake news, istruzioni per l’uso 22 Le mete da evitare nel 2018 per la CNN: ci sono anche due bellezze italiane
RUBRICHE 19 20 24 25
Arte Enogastronomica Saggezza Popolare In tutti i sensi, come la musica Vengo Via con Te
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POLITICA
4 Anche A Velletri “Cinque Stelle” determinante? 6 Politiche 2018, in Italia nessuno ha la maggioranza 8 Elezioni Lazio 2018, trionfa Nicola Zingaretti “Per la prima volta in questa Regione un presidente riconfermato”
MODA 14
oda primavera estate 2018: le 10 M tendenze da non lasciarsi sfuggire
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EVENTI & SPETTACOLO
3 David di Donatello 2018, nel segno delle donne. Napoli protagonista con “Ammore e malavita” come miglior film COPERTINA 16 Oscar 2018: la favola di Guillermo Del Toro vince 4 statuette, incluse quelle di miglior film e regia 28 Teatro, eventi e mostre
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Numero 95 - anno VIII Marzo 2018 Registrazione tribunale di Velletri 2/2010 del 22.01.2010 Distribuzione gratuita Editore: Blink di Ottavia Lavino Direttore Responsabile: Ottavia Lavino Progetto grafico e impaginazione: BLINK
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Hanno collaborato: Eugenia Belvedere, Maria Rita Cappucci Rubriche: Daniele Ciani, Claudia Cirulli, Antonio Di Trento, Renato Mammucari
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Un ‘mi piace’ vale una Presidenza... Come ci ‘schedano’ su Facebook
Eugenia Belvedere
Lo abbiamo fatto tutti, siamo andati a cercare su Facebook un ragazzo appena conosciuto e in base ai suoi post abbiamo deciso che persona fosse, quali i suoi gusti e se fosse nelle nostre corde. Lo fanno i datori di lavoro, lo fanno anche le Università americane al momento di accettare o meno l’iscrizione di un futuro studente. Facebook è diventata la nostra vetrina sul mondo, volenti o meno. Così, quando alla fine i dati che mettiamo on line vengono usati da una società che fa ricerche per conto di candidati politici, forse non ci scandalizziamo più di tanto, o forse si. Il 18 marzo due inchieste parallele del Guardian e del New York Times hanno catapultato Facebook al centro di una delle più grandi bufere mediatiche della sua storia: Cambridge Analytica, società di consulenza britannica, avrebbe utilizzato i dati di oltre 50 milioni di elettori americani profilandone psicologia e comportamento in base al monitoraggio delle loro attività su Facebook. Gli esperti della società fondata da Robert Mercer nel 2013, a partire dall’analisi dei “mi piace” lasciati su Facebook, sono stati in grado di costruire il profilo comportamentale e le caratteristiche più salienti della personalità di ogni singolo utente. Secondo quanto sostiene l’ideatore del software che analizza tutti i dati, Michal Kosinski, grazie a questa enorme mole di informazioni, Cambridge Analytica riesce a far leva non solo sulle preferenze degli utenti, come fanno anche altre società di marketing, per esempio invogliandoci a comprare un detersivo invece di un altro, ma anche sulle loro emozioni, sui desideri, sulle paure. Il problema è che a quanto pare la possibilità di utilizzare i nostri dati gliela abbiamo data noi stessi scaricando una app. Effettuando Facebook Login si accetta infatti che il sito al quale ci si sta registrando ottenga alcuni dei nostri dati personali tra cui nome, cognome, indirizzo mail, sesso, età. La pratica è legale ed è chiaramente spiegata da Facebook che, al momento della registrazione a qualsiasi pagina, mostra una schermata riassuntiva delle informazioni che stiamo condividendo.
Il caso ‘Cambridge Analytica
Donald Trump e le elezioni ‘truccate’
E mentre Zuckerberg contava le perdite e si scusava online per l’accaduto, il nome di Cambridge Analytica veniva associato a quello del presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Secondo un’ inchiesta parallela portata avanti da Observer, The New York Times e Channel 4, Facebook si sarebbe fidata di Cambridge Analytica e della sua promessa di aver cancellato tutti i dati raccolti da Kogan con la sua app. Dati che invece sarebbero stati usati per la campagna elettorale di Donald Trump.
E in Europa?
A questo punto il Regno Unito chiede spiegazioni, visto che Cambridge Analytica avrebbe lavorato anche a favore del Referendum del 2016 per l’uscita del Paese dall’Unione Europea. Così come, pare, per una formazione politica italiana, aiutandola a vincere dopo anni di assenza dalle poltrone del comando. Ora Mark Zuckerberg è stato convocato dalla commissione parlamentare britannica sulla Cultura, i Media e il Digitale così come dal Parlamento Europeo. Nel frattempo dagli Stati Uniti d’America arriva notizia di una possibile class action contro il colosso Facebook.
Nell’occhio del mirino una in particolare, quella del ricercatore dell’Università di Cambridge, Aleksandr Kogan, che sviluppò l’app This is your digital life, che permette agli utenti di ottenere profili psicologici e di previsione del proprio comportamento a partire dalle attività svolte online. Nel 2015 l’app di Kogan raccolse oltre 270 mila iscrizioni. Tra le informazioni che all’epoca Facebook consentiva di ottenere, c’erano anche i dati relativi alla rete delle amicizie. Secondo quanto riportato dal New York Times e dal Guardian, questa pratica, in seguito bloccata dalla stessa Facebook, permise a Kogan di raccogliere in poco tempo i dati di oltre 50 milioni di utenti del social di Zuckerberg, tra cui i loro interessi, le foto, i luoghi che avevano visitato. Un archivio enorme, che Kogan condivise con Cambridge Analytica. Se Facebook sapesse o meno dell’accaduto, alcuni sono convinti di si, non possiamo ancora dirlo per certo, ma rimane una questione molto seria tanto da far diminuire il valore delle azioni di Facebook del 6,8%. A Mark Zuckerberg è costata oltre 9 miliardi di dollari del suo patrimonio personale. credit: Le più belle frasi di osho 2
Oscar 2018: la favola di Guillermo Del Toro vince 4 statuette, incluse quelle di miglior film e regia La 90esima edizione degli Academy Awards ha un obiettivo chiaro: inaugurare la Hollywood del dopo Weinstein Maria Rita Cappucci per l’autobiografico “Dear Basketball”, mentre il premio per il miglior È la notte della “Forma dell’acqua”, quella degli Oscar 2018, conselungometraggio di animazione è andato, come da previsioni, a “Coco”, gnati domenica 4 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles. La creatura il gioiello Pixar - Disney. anfibia di Guillermo Del Toro, Dio o mostro a seconda dello sguardo che vi si posa, porta a casa il premio Oscar come miglior film e miglior regista. Del Toro commosso cita Spielberg e Douglas Sirk e dedica il premio ai giovani cineasti “Voglio dire a tutti quelli che sognano di usare il genere e la fantasia per raccontare storie su cose che sono reali nel mondo di oggi, potete farlo. Questa è una porta, apritela ed entrate”, queste al parole del cineasta messicano in lacrime alla fine di una serata che ha un unico filo conduttore: la diversità. La celebra anche Frances McDormand, migliore attrice protagonista per “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, che ringrazia commossa il marito Joel Coen e il figlio adottivo Pedro e invita tutte le donne nominate ad alzarsi. Pronostici rispettati per il riconoscimento al miglior attore protagonista andato a Gary Oldman e Guillermo Del Toro regista del film la forma dell’acqua alla sua straordinaria interpretazione in “L’ora più buia” nel ruolo di Winston Churchill. Se molto del personaggio di ChurL’anno della diversità chill è merito di Oldman un grande aiuto è venuto dal terzetto comLa 90esima edizione degli Academy Awards inaugura la Hollywoposto da Kazuhiro Tsuji, David Malinowski e Lucy Sibbick che infatti od del dopo Weinstein, dove le parola d’ordine è «inclusione», le donne si è aggiudicato il premio per il miglior make up per lo straordinario devono avere gli stessi diritti dei colleghi uomini e l’hashtag #oscarlavoro che hanno fatto per trasformare Oldman nel cancelliere. Consesowhite non ha più senso di esistere. Lo mette in chiaro fin dall’inizio il gnato dalla magnifica Viola Davis in un abito rosa shocking, il premio conduttore Jimmy Kimmel, per la seconda volta consecutiva al timone al miglior attore non protagonista è andato a Sam Rockwell, come da della serata. Apre il suo monologo con una battuta sulla gaffes dell’anprevisioni. Il suo ritratto di poliziotto mammone e razzista capace però no scorso, quando “La La Land” venne proclamato per sbaglio miglior di un riscatto di “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” ha colpito l’Acafilm a causa di uno scambio delle buste: “Se sentite il vostro nome, non demy. Il premio per la miglior attrice non protagonista è andato a Alalzatevi subito”.Ma passa subito a temi più seri, all’insegna del politilison Janney, madre manipolatrice di “Tonya”, il film sulla pattinatrice camente corretto. Il comico ricorda che l’Academy ha espulso Harvey Tonya Harding. La musica struggente di Alexandre Desplat per “The Weinstein e sottolinea i passi avanti di Hollywood su diversità di genere Shape of Water” ha vinto l’Oscar per miglior colonna sonora e ha ringrae di razza. Cita il successo al botteghino di “Black Panther”, il film della ziato il regista Del Toro per avergli ispirato questa “melanconia dell’aMarvel sul primo supereroe di colore, ricorda che quest’anno c’è la primore”. Con quegli abiti meravigliosi, frutti del talento cinematografico ma donna nominata per la migliore fotografia e che Greta Gerwig è in del sarto Woodcock di “Il filo nascosto” ma in realtà dell’abile mano del corsa come regista, lamentandosi del fatto che solo l’11% dei film è dicostumista Mark Bridges, l’artista americano si è aggiudicato il premio retto da donne. Parla poi del movimento «Time’s Up» contro le molestie per i migliori costumi. Per l’Italia è arrivato il riconoscimento che si sessuali e loda Mark Wahlberg, che ha donato alla causa 1,5 milioni di sperava. Il maestro americano James Ivory conquista il suo primo Oscar dollari per solidarietà alla collega Michelle Williams. Per fortuna, Kimper l’adattamento del romanzo di André Aciman di “Chiamami col tuo mel chiude su una nota più leggera: mette in palio una motoslitta per nome” di Luca Guadagnino. Delle quattro nomination questa per la chi farà il discorso di ringraziamento più breve. Anche i premi rispecsceneggiatura non originale era il premio più probabile ed è arrivato chiano la cifra di questa edizione. Il miglior film straniero è il cileno con soddisfazione del regista e commozione dell’autore che ha detto: “Una donna fantastica”, sulla storia di una transessuale, interpretata da “Ringrazio Luca Guadagnino per la sua sensibilità di regista”. Il miglior Daniela Vega, che è anche la prima presentatrice trans nella storia degli documentario è “Icarus” di Netflix. Triplo premio tecnico per Dunkirk, Oscar. Jordan Peele è il primo autore di colore a vincere nella categoria il film bellico di Chris Nolan sullo straordinario sforzo fatto per pordi miglior sceneggiatura originale con “Get Out”. Contro i pronostici, tare in salvo centinaia di migliaia di soldati britannici e francesi dalle che davano per favorita “This is me”, la migliore canzone è “Remember spiagge francesi sotto l’attacco dei tedeschi. Miglior montaggio sonoro Me”, del film Coco, una celebrazione della tradizione musicale messicaè andato a Alex Gibson e Richard King mentre Gregg Landaker, Gary na. Tra le esibizioni musicali ci sono quelle di Mary J. Blige, Gael Garcia A. Rizzo e Mark Weingartern sono stati premiati per il suono. Il film di Bernal e Sufjan Stevens. Ma le standing ovation se la aggiudicano Keala “Nolan” ha vinto anche per il miglior montaggio di Lee Smith. Il preSettle con “This Is Me”, e il duo formato da Common e Andra Day , che mio per la miglior scenografia è andata allo scenografo Paul Denham cantano “Stand Up for Something” e rendono omaggio alle vittime delAusterberry e agli arredatori Shane Vieau e Jeffrey A. Melvin che hanno la sparatoria nel liceo di Parkland, ai sognatori, agli immigranti, e agli ricostruito l’America anni Sessanta di “The Shape of Water” e il mondo «sh-thole countries», facendo il verso a Trump. E se c’è ancora qualche subacqueo dell’uomo - pesce. Un po’ di delusione per l’Italia che aveva dubbio sul messaggio di rinnovamento che l’Academy vuol far arrivare, l’arredatrice friulana Alessandra Querzola candidata per “Blade Runner ecco un video dove diversi attori e registi appartenenti a minoranze, fra 2049”. Il premio per il miglior corto cartoon va al maestro dell’animacui Greta Gerwig, Kumail Nanjiani e Daniel Lee, raccontano le loro stozione Glen Keane (La bella e la bestia, La Sirenetta) e a Kobe Bryant rie e come vorrebbero che l’industria cinematografica cambi.
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Anche a Velletri “Cinque Stelle” determinante?
Occhi puntati alle prossime Elezioni Comunali Lucio Sestio
I risultati delle elezioni politiche e regionali, ormai alle spalle, potrebbero aver fornito indicazioni ai vari schieramenti politici di casa nostra per stringere nuovi possibili accordi o per blindare alleanze già formate, in vista della imminente scadenza elettorale per il rinnovo del consiglio comunale. Oltre alle tradizionali liste e ai tanti movimenti civici sorti negli ultimi tempi, ad entrare in gioco per recitare un ruolo da protagonisti, vi sono M5S e Lega. Grillini e Leghisti rappresentano infatti due realtà delle quali non si potrà non tenere conto: insieme hanno raggiunto il 30 % alle regionali e il 47 % alle politiche. Cerchiamo di fornire un quadro chiarificatore sulle possibili coalizioni e sulle forze che non si apparenteranno: stando al risultato regionale la coalizione di centrosinistra raggiungerebbe il 28,30 % (22,71 % in meno rispetto alle precedenti amministrative), quasi il minimo storico dal 1946 ad oggi; il centrodestra si attesterebbe, sempre stando alle regionali, al 36,92 % ( più 3,42 % rispetto alle amministrative), risultato più che consolidato grazie alla new entry della Lega, all’avanzata di FDI e alla tenuta di Forza Italia; Movimento 5 Stelle 23,11 % ( più 17,36 %) un autentico exploit; Casapound 5,31% ( più 1,97 %) e Sergio Pirozzi 4,25 % (non presente nelle precedenti amministrative), due risultati più che ragguardevoli. Un quadro dal quale emerge una situazione di grande incertezza per i tre fronti che si dovranno sfidare per la conquista del comune. Da una parte il centrosinistra, lo schieramento che ha governato la città negli ultimi cinque anni, chiamato ad un difficile e delicatissimo compito: quello di recuperare la fiducia del suo popolo, in evidente crisi di identità. Il voto nazionale ha dimostrato
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che gli elettori della sinistra tradizionale hanno preferito dividersi o, addirittura, scegliere avventurosi percorsi alternativi. Dall’altra parte un centrodestra che, pur disponendo dei numeri (mettendo insieme liste e movimenti civici potrebbe partire da un oltre 40 per cento), non riesce a far confluire le varie componenti in un progetto unitario. Si parla addirittura di almeno quattro candidati a sindaco. una situazione che, oltre a disperdere il patrimonio di consensi, rischia di creare rivalità difficilmente sanabili. Per i motivi elencati quello che ai più sembrerebbe un duello scontato, quello tra centrosinistra e centrodestra per conquistare la maggioranza governativa, potrebbe non rivelarsi tale. se Cinque Stelle riuscisse infatti nell’intento di raggiungere un numero di voti sufficientemente elevato da non permettere ai due schieramenti succitati di arrivare alla meta, si aprirebbe uno scenario inquietante, oltre che imprevisto. Come nel resto del paese, anche a velletri per governare i due grandi potrebbero trovarsi costretti a bussare alla porta dei cinque stelle. se poi non si volesse concedere ai nuovi scomodi arrivati questa sconcertante opportunità, non rimarrebbe che una soluzione (al momento impronunciabile più che percorribile): un compromesso (non molto storico) tra centrosinistra e centrodestra. Chi vivrà, vedrà!
Teatro Pub Albano
Politiche 2018, in Italia nessuno ha la maggioranza Eugenia Belvedere
l’Europa, Lega e M5S vanno d’accordo solo nel 50% dei casi. E che il movimento di Di Maio è più vicino alla sinistra che all’estrema destra.
Consultazioni
Sabato 24 marzo i neo-eletti presidenti di Camera e Se-
i capigruppo dei vari schieramenti politici dovranno chiarire al Presidente, ai presidenti di Camera e Senato quali alleanze politiche che si stanno mano a mano delineando e quali alternative vengono proposte, anche per capire a chi affidare il compito di formare un nuovo governo che possa incassare la fiducia del Parlamento. L’interesse ultimo è quello di soddisfare l’articolo 92 della Costituzione, quello che va osservato per mettere in condizione il presidente della Repubblica di nominare il presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, su proposta del presidente nominato.
Elezioni in sintesi
Di maio
italia 2018
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L’Italia ha votato e, a qualche settimana dalle elezioni, dai partiti che hanno ricevuto più voti (Movimento Cinque Stelle e Lega di Salvini) sono stati nominati i nuovi presidenti della Camera e del Senato, le due cariche seconde per importanza solo al Presidente della Repubblica. A salire sullo scranno più alto del Senato è Maria Elisabetta Alberti Casellati, in parlamento tra le fila di Forza Italia dal 1994. Berlusconiana convinta, avvocato in diritto canonico la Alberti Casellati ha già riscosso numerose antipatie criticando, al suo insediamento, la recente legge sulle Unioni civili. Roberto Fico del Fico e Casellati Movimento Cinque Stelle ha preso invece il posto che è stato di Laura Boldrini negli ultimi cinque anni. Il nuovo presidente della Camera ha 43 anni ed è iscritto al movimento pentastellato dalla sua nascita. Quello che si è profilato già dai primi giorni dopo le elezioni è un governo formato da M5S e Lega in testa. Con la
chiusura al dialogo tra M5S e Pd, le dimissioni di Matteo Renzi da segretario del Partito Democratico e gli incontri tra Salvini e Berlusconi a Palazzo Grazioli, i giochi erano chiari. E mentre attendiamo i nomi di chi siederà al Governo e, sopratutto di chi sarà il nostro nuovo presidente del Consiglio, le reazioni dall’Europa non tardano ad arrivare. La Germania ha subito chiarito che si approccerà positivamente al nuovo governo italiano, mantenendo chiare le linee guida, i valori dell’Unione Europea. Chiarimento necessario visto che Salvini, pur portando a casa un notevole stipendio da parlamentare Europeo, ha basato la sua campagna elettorale su posizioni protezionistiche ed euroscettiche. L’Europa non nasconde la preoccupazione sulla reale possibilità di andare d’accordo tra i due schieramenti. Analizzando come i due partiti hanno agito in questi anni tra Strasburgo e Bruxelles sulle questioni centrali per
nato sono saliti al Quirinale e hanno incontrato il presidente Mattarella per 15 minuti circa ognuno. Poi è stato il turno del premier Paolo Gentiloni il quale, come da protocollo, ha rassegnato le proprie dimissioni. Gentiloni resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti fino all’insediamento del nuovo esecutivo. A questo punto iniziano le consultazioni, colloqui in cui
Con un aff luenza che si aggira intorno al 73 % i risultati delle elezioni del 4 marzo sono: Movimento 5 stelle (M5s), si afferma di gran lunga il primo partito dell’arco parlamentare italiano con oltre il 30 per cento dei consensi grazie a un risultato incredibile nel Mezzogiorno dove in molte aree ha superato persino il 50 per cento, e della Lega (già Lega Nord) che sfonda in tutta Italia raggiungendo il 18 per cento – rispetto al 4 per cento delle elezioni politiche di cinque anni fa – e diventando primo partito della coalizione di centrodestra. Al contrario perdono anche nelle loro roccaforti sia Forza Italia (Fi), a discapito proprio dell’alleato leghista nelle regioni del nord, che il Partito democratico (Pd) che non è riuscito a tenere nemmeno nelle regioni “rosse” del centro. Tutto questo significa, tradotto in seggi, che il M5s conquista 221 seggi su 630 alla Camera dei deputati, seguito da Lega con 73 seggi e dal Pd con 86. Poi Fi e Fratelli d’Italia che fanno parte della coalizione con la Lega che conquistano rispettivamente 59 e 19 seggi. Situazione leggermente diversa al Senato dove al Pd spettano 43 senatori su 315, segue Fi con 33. Il M5s ottiene 112 seggi, la Lega 37. Risultati che, con l’attuale legge elettorale, non permettono a nessuno di governare visto che la coalizione di centrodestra non supera in nessuna delle due Camere la soglia del 40 per cento per pochi punti percentuali.
Salvini e Berlusconi
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Elezioni Lazio 2018 trionfa Nicola Zingaretti Maria Rita Cappucci
“Per la prima volta in questa Regione un presidente riconfermato”
Pronta la nuova Giunta Zingaretti bis. Dopo dieci anni torna un responsabile della Sanità. Confermati Massimiliano Smeriglio e Alessandra Sartore. A Velletri premiati Daniele Ognibene e Giancarlo Righini
per rigenerare il centrosinistra”. Poi ancora: “Il voto del Lazio è importante perché è avvenuto nello stesso giorno della più devastante sconfitta per le forze del centrosinistra della storia della Repubblica. È un voto totalmente in controtendenza, che segna che siamo vivi, vitali e vittoriosi. Da questo mi muoverò”. Tornando al risultato elettorale i suoi avversari Parisi e Lombardi hanno inseguito il governatore fino all’ultimo. La candidata pentastellata si è fermata al 27,1%, nonostante il M5s si laurei primo partito della regione un po’ ovunque. Parisi si attesta al 30,6 %, in crescita nelle ultime settimane sull’onda nazionale. La sua rimonta ha sofferto certamente dell’erosione a destra firmata Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice irremovibile nella sua corsa solitaria. Dopo la soddisfazione del risultato elettorale, Zingaretti non ha perso tempo e ancora prima della scadenza pattuita, ha dato vita alla nuova giunta che, oltre a vedere diverse riconferme tra gli assessori, pensiamo a Massimiliano Smeriglio e Alessandra Sartore, assiste al ritorno, dopo dieci anni, di un responsabile alla sanità nella persona di Alessio D’Amato, già responsabile della cabina regionale. La nuova Giunta regionale: 9 assessori, ma manca il rappresentante di LeU
alla Sanità. Un settore fondamentale e strategico, rimasto vacante per oltre dieci anni, dopo l’uscita di scena dell’allora assessore Augusto Battaglia (siamo nell’epoca Marrazzo), a causa proprio del commissariamento. Zingaretti ha nominato Alessio D’Amato che, dal 2013 è stato responsabile della Cabina di regia regionale della sanità. Una conferma importante in un altro settore in primo piano come il Bilancio, quella di Alessandra Sartore, che nella passata consiliatura (in cui ha ricoperto lo stesso ruolo) ha raccolto consensi e stima bipartisan per il lavoro svolto. Fiducia confermata anche in Massimiliano Smeriglio che ricopre nuovamente l’incarico di vice presidente con deleghe alla Formazione, Università, Attuazione del programma, Coordinamento dell’attività della giunta sull’area del sisma e Protezione civile. Dopo l’esperienza da vicepresidente del Consiglio regionale e capogruppo del Pd alla Pisana, Massimiliano Valeriani diventa assessore con deleghe alle Politiche abitative, Urbanistica e Rifiuti. Completano la squadra l’ex deputata Lorenza Bonaccorsi (Turismo e Pari opportunità), le giovanissime Alessandra Troncanelli ed Enrica Onorati, rispettivamente 31 e 33 anni (Politiche Sociali la prima, Agricoltura e ambiente la seconda), già in forze ai Comuni di Viterbo e di Priverno. Allo Sviluppo economico e commercio va poi Gian Paolo Manzella mentre ai Lavori pubblici Mauro Alessandri. Manca ora solo il nome dell’assessore al Lavoro che LeU indicherà a giorni: le ipotesi sono Piero Latino e Cecilia Guerra. Partita ancora aperta invece per le vicepresidenze della Pisana che sembrerebbe andranno ai 5 Stelle e al centrodestra.
Il risultati del voto regionale a Velletri
Lombardi-Parisi
Nicola Zingaretti
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È Roma che ha spinto Nicola Zingaretti sul podio. La Capitale ha sostenuto la sua vittoria elettorale alle Regionali nel Lazio, mettendo tutto il peso del suo voto per la riconferma di Zingaretti presidente. A Roma, infatti, quando è stato scrutinato il 96% delle 2.600 sezioni cittadine, Zingaretti era avanti di 130mila voti rispetto a Stefano Parisi del centrodestra e di 150mila su Roberta Lombardi dei 5 Stelle. Sempre Roma, con questo importante scarto di preferenze ha consentito di contenere il buon risultato di Parisi nei collegi delle province Latina, Frosinone e Viterbo, mentre Rieti è tutta centrosinistra. Un risultato che consegna Zingaretti al secondo mandato, una vittoria importante nella tempesta che travolge il partito di Renzi e, scostandosi dal dibattito nazionale, si avvale dell’apporto anche di Liberi e Uguali, oltre che di Insieme, +Europa, Lista Civica Nicola Zingaretti e Centro Solida-
le per Zingaretti. Del resto il partito di Pietro Grasso ha scelto di sostenere Zingaretti perché con il suo programma garantiva “una svolta a sinistra”. Fuori dalla coalizione invece la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, che ha appoggiato la corsa dell’ex veltroniano Jean-Léonard Touadi. Il candidato presidente del Pd si è presentato al comitato elettorale alle 22 annunciando la propria vittoria mentre restavano pochi seggi da scrutinare: “Sicuramente il dato delle elezioni regionali del Lazio è che c’è stata una bellissima rimonta del voto”, ha detto subito. Lungo e importante il suo discorso che abbraccia Roma, il Lazio e anche la sconfitta del Pd alle politiche. “Ora si apre una fase al servizio del Lazio per ricostruire la speranza - ha detto Zingaretti —, che è l’opposto dell’odio, della divisione, dell’egoismo, del capro espiatorio, del cavalcare le paure dei cittadini. Una nuova fase importante
Volti noti e qualche nome inaspettato. La conferma di indiscrezioni che si rincorrevano negli ultimi giorni e qualche smentita. Oltre ad una sostanziale parità di genere. Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha nominato con diversi giorni di anticipo i componenti della nuova Giunta regionale, composta da 4 donne e 5 uomini oltre al Presidente che manterrà le deleghe alla Cultura, allo Sport e Politiche giovanili. “Una squadra solida per il futuro del Lazio che unisce esperienze provenienti dalla scorsa legislatura e facce nuove. Una forte rappresentanza dei territori, una squadra giovane, la media dell’età degli assessori è di 46 anni, ma che può vantare esperienze consolidate”. Queste le parole di Zingaretti che ha indetto per martedì 27 marzo la prima riunione della nuova giunta. Dopo anni di commissariamento torna finalmente in giunta l’assessore
Riguardo ai risultati di questa tornata elettorale nella città di Velletri, il candidato del centro destra Stefano Parisi ottiene il 37,2% rispetto a Nicola Zingaretti che si attesta al 27,9% ottenendo 8.151 voti rispetto ai 10.859 di Parisi. Il risultato ottenuto dal candidato di centro destra a Velletri è stato senza dubbio supportato dalla riconferma di Giancarlo Righini come consigliere regionale. Il candidato, già al suo secondo mandato, con 1.325 voti porta Fratelli d’Italia al 10,91% (secondo partito della coalizione). A seguirlo Silvia Ladaga, con 892 preferenze in Forza Italia (19,82%, primo partito). La giovane candidata veliterna è stata la più votata in questa tornata elettorale seguita da Aurigemma con 641 preferenze. Tornado al centro sinistra, oltre al risultato del rieletto presidente della regione Nicola Zingaretti Liberi e Uguali si attesta al 6,56%, grazie all’elezione come consigliere regionale di Daniele Ognibene, attuale presidente del consiglio comunale, che guadagna 1047 preferenze. Il Movimento Cinque Stelle si porta a casa un buon 23.3% con il suo candidato alla presidenza Roberta Lombardi, che ha ottenuto 6.793 voti. Buon risultato anche per Casapound, che si attesta sopra il 5% con il candidato al consiglio regionale Luciano Baietti che ottiene 470 voti. Risultato soddisfacente anche per Sergio Pirozzi. Con 1.296 voti il sindaco di Amatrice si guadagna il 4,44% delle preferenze in linea con la media nazionale. A sostenerlo il candidato veliterno Fabio D’Andrea, che ha ottenuto 128 voti. Chiude con 14 voti Lucia Civitella candidata al sostegno di Stefano Rosati per la lista “Riconquistare l’Italia”.
Al Pharma Medical di Velletri si parla di innovazione e integrazione Da Marzo sarà possibile ricevere consulenze psicologiche e sessuologiche. Cos’è una consulenza sessuologica...:
Se ci si sofferma a pensare a cosa sia la sessualità, scopriremo che è un concetto che attraversa trasversalmente le vite di ognuno per tutto l’arco della nostra vita. Ed ecco perchè l’obiettivo di una buona terapia o consulenza sessuologica è di promuovere, mantenere e migliorare la salute sessuale, la quale non consiste nella semplice assenza di malattie ma alla concreta possibilità di avere esperienze piacevoli e sicure. Di fatto la consulenza sessuologica ha come primo obiettivo la guida del paziente o della coppia. Attraverso un atteggiamento non giudicante e accogliente, si rimuovono falsi miti e aspirazioni irrealistiche che spesso, in completa assenza di una buona educazione sessuale, incidono sullo sviluppi di sintomi sessuali. Utilazzando un linguaggio comprensibile si spiega la fase diagnostica e le prospettive terapeutiche. Durante la fase terapeutica si assegnano al paziente o alla coppia delle mansioni, ossia prescrizioni di comportamento sessuale. Durante le sedute successive alla prescrizione si discutono gli esiti, le sensazioni emotive e corporee, le cognizioni e le resistenze di ciascun partner, al fine di giungere a una rielaborazione sana del funzionamento comunicativo e corporeo della coppia e del singolo, in ambito sessuale e non. L’organizzazione delle mansioni è strutturata per ogni disturbo sessuale secondo le diverse fasi della terapia e ha lo scopo di cotruire un terreno sicuro e non giudicante, entro il quale potersi esplorare ed esprimere sessualmente.
...integrata:
La modalità con cui si opera fa riferimento ad un approccio strategico integrato che mira non sono alla risoluzione del sintomo sessuale, ma alla ridefinizione di come la coppia o il singolo si percepisce, soffermandosi sul ruolo che il sintomo ha avuto per l’intero sistema, giungendo ad una confugurazione della persona sana e stabile nel tempo. Si fa spesso riferimento ad altre figure professionali, come ginecologi o andrologi, nutrizionisti, endocrinologi, essendo alcuni disturbi sessuali legati a patologie fisiche. La sessualità è un processo molto complesso e multifattoriale nel quale componenti organiche di vario tipo si integrano a componenti non- organiche legate ad esperienze personali, a fattori culturali, all’educazione ricevuta, a influenze familiari e sociali, a conflitti relazionali, a credenze religiose e alle condizioni di stress di tipo lavorativo. Ed ecco l’importanza di integrare la figura dello psicologo, sessuologo con le altre figure professionali presenti nel poliambulatorio. Ogni evento patologico è il risultato di un’interazione fra processi biologici e fattori psicosociali. Un disturbo legato alla sfera sessuale può essere compreso e possibilmente risolto se lo si consiera frutto dell’intersecarsi di tre macro- sistemi: 1) gli apparati genitali e i meccanismi che regolano il sistema fisico, 2) l’identità sessuale e il suo ambito psicologico,
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3) dinamiche relazionali. L’equilibrio tra questi tre suddetti sistemi permetterà l’armonia dell’intero complesso.
Chi va dal sessuologo?
Andare dallo psicologo spesso non è visto di buon grado, ma credo che questo mito debba essere sfatato. Dallo psicologo, in questo caso dal sessuologo, non vanno solo i matti. Capire che ognuno ha dei limiti, avere la forza di chiedere aiuto, essere motivato al cambiamento, sperimentare con curiosità le proprie possibilità e le proprie risorse è da persone sane. L’esperto/a in sessuologia si occupa di disturbi legati alle fasi della risposta sessuale, si occupa anche di problematiche relazionali, può, per esempio, insegnare alla coppia a comunicare in maniera assertiva, efficace. Collabora con andrologi o chirurghi per sostenere coloro che intraprendono un percorso per l’adeguamento di genere, ma si occupa anche di fornire informazioni, di fare educazione sessuale, può prendere in carico chi sviluppa sintomi sessuali come conseguenza di altre patologie (come il diabete, l’obesità, le dipendenze, i tumori). Sostiene le coppie che hanno timore a praticare sesso durante la gravidanza, o può sostenerle in caso debbano affrontare una procreazione assistita. Il sessuologo può informare il paziente su come svolgere pratiche non convenzionali nel modo più sicuro possibile e prendere in cura chi vive con disagio alcuni comportamenti sessuali, o chi vuole sperimentare farmaci.
Questi sono solo alcuni dei possibili scenari.
Tutti almeno una volta nella vita dovremmo chiederci se stiamo esprimendo il nostro potenziale e se per noi il sesso sia qualcosa di piacevole e sicuro.
Dott.ssa Silvia Corrent Psicologa, Sessuologa, Psicologa Giuridica, Esperta in Mediazione sociale e penale, specializzanda in Psicoterapia Strategica Integrata.
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Ogni ora chiude un negozio l’online alla conquista del mercato
Cristina Sansa Style Coach & fashion Stylist
Eugenia Belvedere
Nel 2017 l’emorragia di attività di vicinato non si è fermata: complessivamente hanno chiuso senza essere sostituite circa 10mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, al ritmo di un negozio sparito ogni ora. Oltre la crisi economica che ha investito l’Italia una grossa fetta del settore è stata conquistata dal commercio online. Nel 2017 le attività che si occupano di commercio via internet sono arrivate a sfiorare quota 18mila, con un aumento dell’8,4% rispetto all’anno precedente, cui si sommano quasi 10mila negozi offline che hanno aperto una vetrina anche sul web. Ma la vitalità dei piccoli non basta a ‘sfondare’ un mercato estremamente concentrato: i siti italiani minori del commercio online, infatti, raccolgono ancora meno del 5% del totale delle vendite via internet del nostro Paese. È quanto emerge da un’indagine condotta da Confesercenti sulla base dei dati camerali e dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. Purtroppo però l’ Ecommerce è un settore ad altissimo tasso di competizione, in cui trovare uno spazio al di fuori dei grandi marketplace come Amazon ed eBay è molto difficile. A incidere è anche un dislivello fiscale tra le attività italiane e quelle estere operanti nel nostro Paese, che permette a queste ultime di essere più competitive sul fronte dei prezzi. Ma grandi o piccoli rivenditori che siano comprare online ha i suoi vantaggi: compro on line perché risparmio, compro su internet perché non ho tempo, ordino la sera e me lo consegnano a casa in 24 ore. Se poi si acquista sulle grandi piattoforme come Amazon spesso sono gli sconti a catalizzare l’attenzione. Non sembra esserci modo di arginare la crisi del commercio di vicinato e questo porterà irrimediabilmente ad un cambiamento delle nostre città: sempre meno negozi aperti. Gli appelli delle associazioni di categoria non mancano. Ogni
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volta che compriamo un oggetto online perchè costa meno, ogni volta che usiamo il negozio sotto casa come un camerino (lo provo per vedere se mi sta bene ma poi lo compro comunque online), ecco, ogni volta che compiamo una di queste azioni, pensiamo ai posti di lavoro che andranno persi. Ogni volta che ci comportiamo così contribuiamo a cambiare completamente l’aspetto delle nostre città: niente più due passi per vedere le vetrine, niente più vie illuminate, con la mancanza di sicurezza e pulizia che questo comporterà. Perchè non ci nascondiamo dietro un dito: sono i negozianti a tenere spesso pulite le nostre strade e a renderle più percorribili grazie alle luci delle loro insegne. La chiusura di numerevoli esercizi commerciali comporta anche un altro fattore: niente lavoro stabile niente compere, sia online che in negozi di vicinato. Una cane quindi che si morde la coda. Le statistiche e le previsioni sono comunque chiare e poco si può fare, forse servirebbe capire come aiutare i vecchi negozianti costretti a chiudere, a trovare nuovi impieghi nel nuovo mondo della tecnologia.
Crisi del commercio in numeri
I dati delle vendite degli ultimi cinque anni – spiega l’ Ufficio Economico – mostrano una profonda crisi soprattutto per le imprese del commercio tradizionale. Il comparto cumula una riduzione di quasi 10 punti percentuali del valore delle vendite, con perdite rilevanti sia sul fronte dei beni alimentari (-11%, circa 2,4 miliardi di euro in meno) che su quello del no food ( -9,3%, pari ad una riduzione di circa 4,5 miliardi di euro). I consumatori italiani, effettivamente, sembrano aver tagliato tutti i possibili acquisti nei negozi. A parte le vendite alimentari, che però crescono solo dello 0,1%, tutte le altre voci appaiono negative. Perfino quella relativa a farmaci e prodotti terapeutici, un tempo giustamente ritenuta incomprimibile, ma che in questi sei anni ha registrato una flessione del 7,4% delle vendite. Ma a perdere più di tutti sono le vendite di libri, giornali, riviste e prodotti di cartoleria, che registrano una contrazione del 15,6%. Picchi negativi anche per gli elettrodomestici, in discesa del 10,4%, e dei prodotti moda: abbigliamento e pellicceria scendono del 7,9%, mentre le vendite di calzature e articoli in cuoio lasciano sul campo il 7,5%. E pure le nuove tecnologie sono al palo: l’informatica e la telefonia mostrano una flessione del -12,6%.
Style Coach…chi è e a cosa serve la sua consulenza ?
È come un personal trainer, un professionista che ti segue personalmente in grado di aiutarti a rafforzare la tua autostima migliorando la tua immagine e soprattutto a comunicare la giusta prima impressione di te, della tua personalità, del tuo stile di vita. • • • • •
Aiuta a ritrovare sicurezza per raggiungere gli obiettivi prefissati nella tua vita personale e professionale. Ti fa sentire a tuo agio negli abiti che indossi. Identifica il tuo stile personale per renderti unica e speciale Ti aiuta a essere centrato e consapevole dei tuoi punti di forza. Ti consiglia il dress code giusto per affrontare con sicurezza una situazione specifica, dalle cerimonie ai colloqui di lavoro.
Lo Style coaching ha come obiettivo principale quello di soddisfare le tue aspettative grazie all’analisi delle tue esigenze e alla creazione di un servizio personalizzato, ottimizzando di conseguenza tempo e budget a disposizione In un mondo in cui si comunica sempre più velocemente, soprattutto attraverso i social, come appariamo assume sempre maggiore importanza e, dal momento che veniamo giudicati e classificati in una manciata di secondi, è necessario che il nostro aspetto comunichi immediatamente quello che realmente siamo. Alla domanda se l’abito fa il monaco la risposta è SI !!! Nei primi 20 secondi ci giochiamo tutto: credibilità, professionalità, simpatia, educazione, socievolezza, appeal ! • • •
5 secondi sono per la vista 10 secondi per l’udito altri 5 secondi sono per lo stomaco
In soli 20 secondi comunichiamo noi stessi…siamo sicuri di farlo bene? “ In una prima impressione gli altri vedono solo un piccolo campione di voi, una piccola percentuale della vostra vita. Ma per loro, questo rappresenta il 100% di quanto conoscono di voi…In altre parole, è più probabile che le persone credano che le prime cose (di voi) che vedono sia la verità”. (Demarais A. e White V. 2004, First Impressions. Whatyoudon’tknowhowothersseeyou. Batman Books, New York.). “…La ricerca del proprio stile è un viaggio introspettivo verso una piena conoscenza di se che può richiedere anche diversi anni…”.
A proposito di me… Mi chiamo Cristina Sansa, nata e cresciuta a Velletri nella provincia di Roma, sono una Style Coach & FashionStylist. Dopo una laurea in giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi Tor Vergata in Roma e diversi anni nel campo legale – assicurativo, decidevo di seguire la mia innata passione per la moda per trasformarla in lavoro! Una buona dose di entusiasmo e creatività, attenzione e cura per i dettagli, amore per lo styling e il buon gusto mi hanno spinta a seguire un lungo percorso di formazione attraverso corsi professionali presso la Carla’s Academy di Carla Gozzi per ottenere competenze nella Image Consulting, nello Style Coaching e soprattutto nel Fashion Styling. Successivamente conseguivo un Master in Fashion Styling & Editing Moda presso lo IED - Istituto Europeo di Design in Roma e poi…. tanta esperienza sul campo !!! Grazie alle tecniche di Consulenza d’Immagine acquisite ho intrapreso questa affascinante professione, mettendo tutta la mia esperienza e la mia sensibilità a disposizione di chi desidera fare un salto di qualità nella propria vita. In qualità diStylist free lance, seguo clienti privati e aziende e collaboro come consulente per diversi brand di moda. Dal 2015 ho avuto l’onore di diventareAmbassador della Carla’s Academy di Carla Gozzi con la quale già collaboravo da diversi anni come stylist in eventi,spettacoli teatrali, consulenze private e corsi di formazione per aziende. I MIEI SERVIZI • Consulenza d’Immagine per privati: Ti aiuterò a creare un tuo stile, a rinnovare la tua immagine per esigenze personali e professionali. La consulenza d’immagine prevede un’analisi della figura e dello stile personale per capire come migliorare il tuo aspetto, analisi dei capi che meglio si adattano alla tua tipologia fisica e all’analisi del colore con l’obiettivo di identificare quelli che più ti valorizzano. • Analisi del guardaroba: Analisi e riorganizzazione del guardaroba per funzioni e categorie: lavoro, tempo libero, occasioni d’uso ;creazioni nuovi outfit • Dress Code Advice : Consigli e selezione di outfit completi e accessoriati per un look perfetto in ogni occasione d’uso (es. una serata speciale, una cerimonia o un colloquio di lavoro…etc) • Fashion Stylist: la mia creatività al servizio di fotografi e designer per curare lo styling di lookbook, campagne pubblicitarie, sfilate e redazionali di moda. • Personal shopping : ti assisterò nel tuo shopping per darti consigli e suggerimenti evitandoti acquisti compulsivi, inutili e soprattutto non valorizzanti. Contatti: cristina.sansa@libero.it cell. 3408257308 13
Moda primavera estate 2018: le 10 tendenze da non lasciarsi sfuggire Stile da femme fatal, look casual chic e note vitaminiche. Scopri con noi i capi e gli accessori a cui non potrai rinunciare Maria Rita Cappucci nella prossima stagione calda! Colori brillanti, linee vaporose. E tanta voglia di fantasia, di dettagli vistosi. Le collezioni per la primavera estate 2018, viste sulle passerelle, sono un tripudio di romanticismo misto a sensualità, di richiami pop, note country, tocchi bucolici. Il denim si rifà il look e punta tutto sull’iperdecoro. L’impermeabile diventa un pezzo chiave anche senza la pioggia. E poi lo stile da gipsy 3. 0 che conquista e gli accessori di stagione da avere nell’armadio. Non ci resta che entrare nel vivo e svelarvi le 10 tendenze moda che indosseremo per la stagione primavera estate 2018
sa, per gli scettici, invece, un completo en pendant sarà più che sufficiente.
Risplendere di paillettes
Un vero e proprio tormentone, le paillettes tornano in grande stile sulle passerelle internazionali. Da New York fino a Parigi, pare che siano il dress code obbligatorio per una nuova stagione di party tutta estiva.
romantiche gipsy 3.0, proprio come la passerella di Blugirl, che ha sfilato come ospite d’onore all’Athens Xclusive Designers Web.
zia. Dai pantaloni con punto vita alto, alle giacche con spalle larghe, gonne a tubino e nuance basic. Lo stile del 2018 è all’insegna del rigore.
Gessato che passione
Una delle tendenze moda primavera estate 2018 più inaspettate è certamente il ritorno del gessato. Tessuto maschile per eccellenza, usato principalmente nelle stagioni più fredde, il gessato arriva in una veste del tutto inedita nelle nuove collezioni di tantissimi stilisti tra cui Fendi, Giorgio Armani e Max Mara.
Look da ufficio - workwear style
Fantasy Denim
Macchiato, strappato, ricamato, délavé: vince ancora, purché in chiave customizzata. In più, arriva la novità di stagione per le curvy: la collezione disegnata da Ashley Graham per Marina Rinaldi. Tantissimi pezzi per essere (e sentirsi) bellissime anche con qualche chilo in più.
Sneakers couture
T-shirts are forever
C’è voglia di remise en forme nell’aria. E c’è anche una gran voglia di uno stile casual e rilassato. Jogging pants e felpe anche in ufficio, e tante sneakers griffate. Le più nuove le firma per Converse Lorenzo Serafini, direttore creativo di Philosophy.
Una t-shirt è per sempre, sì ma occorre quella giusta. Louis Vuitton gioca facile con una stampa di Stanger Things, il telefilm tra i più seguiti dell’ultimo anno, più semplici quelle di Dior e Aquilano Rimondi ma comunque tra i pezzi must di ogni fashionista. Scommettiamo?
Versace a tutto denim
Gli occhiali da sole high-tech
Piccoli e leggerissimi, oppure extralarge, purché super tecnologici. C’è perfino chi punta sull’occhiale che diventa quasi un baseball cap: è il caso dei nuovi Diorama Club Eyewear disegnati da Maria Grazia Chiuri per Dior, che manda in passerella anche visiere e mascherine
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Trasparenze femminili
Delicate e perfette per la stagione estiva, le trasparenze protagoniste delle ultime passerelle sono tutto fuorché pacchiane. Al contrario, la delicatezza dei tessuti e la vestibilità fluida dei capi le rendono una buona scelta per un’occasione speciale o semplicemente per una calda sera d’estate.
Go Monocolor or Go Home
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Dal classico beige alle tinte più accese: il monocolore è sinonimo di eleganza ed è una tendenza che spopola da parecchie stagioni. Per gli appassionati la sfida sarà abbinare anche scarpe ed eventuale bor-
Go monocolor go.jpg
Impermeabili e tessuti hi tech
Che fuori piova oppure no, poco importa. Non potrete affrontare la primavera senza un trench o un imper vitaminico: rosso, viola, blu o trasparente. Provvedete subito. Stampe floreali, silhouette fluide per abiti easy in chiffon, ma anche completi pyjama, giacche kimono e insolite cuffiette. Il guardaroba dell’estate è per
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Workwear 24/24
Il look da ufficio diventa tormentone e questa non può che essere un’ottima noti-
Ttutte pazze per il trench
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David di Donatello 2018 nel segno delle donne Napoli protagonista con “Ammore e malavita” come miglior film Premi alla carriera a Steven Spielberg, Diane Keaton e Stefania Sandrelli.
Maria Rita Cappucci
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Steven Spielberg, le donne e il loro “dissenso comune”, e Napoli quale città protagonista assoluta spalmata fra diversi film premiati. Ecco i vincitori del 62° David di Donatello, il primo dell’era Piera Detassis in qualità di presidente e direttore artistico dell’Accademia. La Festa del Cinema italiano si è aperta con un lungo monologo di Paola Cortellesi che, citando Stefano Bartezzaghi, ha ricordato quante parole (da cortigiano a uomo di strada, da massaggiatore a gatto morto) declinate al femminile “diventano luogo comune lieve ammiccamento alla prostituzione”. Sul palco poi sono salite anche Jasmine Trinca, Giovanna Mezzogiorno, Isabella Ragonese, Claudia Gerini, Serena Rossi e Sonia Bergamasco che come un grido hanno ripetuto le frasi che spesso ritornano quando le donne sono vittime di violenza “Se l’è cercata”. Un inizio di grande effetto per la cerimonia dei David di Donatello, andato in onda in prima serata su Rai 1 e condotto da Carlo Conti presso l’auditorium degli Studi De Paolis di Roma. Una serata di grande impatto artistico ed emotivo che ha celebrato il grande cinema italiano e al contempo ha rappresentato un segno di forte coesione contro molestie e ingiustizie di qualsivoglia genere. Una serata annunciatasi al femminile fin dalla mattinata al Quirinale e in tal senso continuata con omaggi e tributi. Perché “le donne sono sempre protagoniste” ha ribadito Luca Zingaretti anche quando appaiono fra le “non” protagoniste come Claudia Gerini da lui premiata per il suo ruolo in “Ammore e Malavita” dei Manetti Bros. Ma soprattutto è col premio a Jasmine Trinca quale attrice protagonista di “Fortunata” di Sergio Castellitto, che la fierezza femminile trova la sua luce più bella. “Lo dedico a mia mamma che mi ha insegnato il femminile non stereotipato e alla mia piccola Elsa, “cresci bene bella di mamma”. E se “la regia è femmina” ha urlato Anselma Dell’Olio vincitrice del David per il suo
documentario “La lucida follia” di Marco Ferreri, di certo non l’ha contraddetta la collega Susanna Nichiarelli che per il suo “Nico, 1988” ha portato a casa ben 4 statuette: miglior sceneggiatura originale, suono, trucco&parrucco. Ma una vera e propria standing ovation “al femminile” è stata riservata a due grandi icone del cinema italiano e internazionale: Stefania Sandrelli e Diane Keaton, premiate con un David Speciale. Due donne cosi diverse, due modi di vivere la femminilità diametralmente opposti. La Keaton così esuberante ed estrosa, non ho potuto fare a meno di ricordare il suo grande maestro Woody Allen che le regalò con “Io ed Annie” il ruolo “senza il quale non sarei qui con voi oggi”. Diane Keaton ha poi premiato Renato Carpentieri per il suo ruolo nel film “La tenerezza” di Gianni Amelio. Anche la Sandrelli ha ricordato i suoi grandi maestri e colleghi, primo fra tutti il grande Marcello Mastroianni. Molte emozioni e ricordi anche per Giuliano Montaldo premiato come miglior attore non protagonista per “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni. Ma è con l’arrivo di Steven Spielberg che la serata improvvisamente ha assunto un’atmosfera magica. Accompagnato dalla colonna sonora di “Indiana Jones” e da una standing ovation praticamente perpetua per parecchio tempo, l’immenso cineasta di Cincinnati ha profuso parole di autentica devozione ed emozione verso il cinema italiano, “quel cinema” che mi ha fatto sognare e mi ha formato. Spielberg ha ricevuto il suo David alla carriera per mano di Monica Bellucci e a sua volta ha premiato Donato Carrisi quale miglior regista esordiente per “La ragazza nella nebbia”. Ma senza dubbio i più felici della serata sono stati loro, i Manetti Bros, romani “esportati” sotto il Vesuvio a dirigere il musical “gomorresco” “Ammore e malavita”, già osannato alla Mostra veneziana. Cinque i David ottenuti fra cui miglior film, attrice non pro-
I Manetti Bros ricevono il premio per ammore e malavita miglior film
Claudia Gerini premiata come miglior attrice non protagonista per ammore e malavita
Il David alla carriera a Stefania Sandrelli tagonista, musica e canzone, costumi. Forse, a dirla tutta con ben 15 candidature in partenza, i simpatici Bros si aspettavano qualcosa in più, ma i membri dell’Accademia sono stati abbastanza equilibrati da distribuire i riconoscimenti a più opere, destinando alcuni dei principali a titoli di miglior valore come il Il David speciale al regista statunitense Steven Spielberg.jpg
Il monologo di Paola Cortellesi sulle donne bellissimo “A Ciambra” di Jonas Carpignano vincitore sia per la miglior regia che per il montaggio. A trionfare, si diceva, è stata comunque la città di Napoli e le donne. L’energia partenopea era presente nell’animazione “Gatta Cenerentola” di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone (David alla miglior produzione e agli effetti digitali), nel noir diretto da Ferzan Ozpetek “Napoli velata”, premiato per la fotografia e la scenografia. Sempre per il film di Ozpetek, due donne hanno ricevuto il David per la miglior scenografia, Deniz Gokturk Kobanbay e Ivana Gargiulo.
Jasmine Trinca migliore attrice protagonista per Fortunata
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Pasta e riso
Maria Rita Cappucci
scatta l’obbligo sull’origine nell’etichetta Entrano in vigore i decreti interministeriali sull’indicazione dell’origine obbligatoria del riso e del grano. Scelta applaudita dal 96 % dei consumatori secondo la Coldiretti. La Coldiretti festeggia le nuove etichette sull’origine di pasta e riso. Secondo l’associazione degli agricoltori, l’etichetta di origine obbligatoria che permette di conoscere l’origine del grano impiegato nella pasta e del riso “mette fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali, in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, come pure un pacco di riso su quattro senza che questo fosse fino ad ora indicato in etichetta”. La nuova versione è stata fortemente criticata dai produttori e si è arrivati anche al Tar, che ha respinto la richiesta avanzata dai pastai di sospendere il decreto interministeriale relativo all’obbligo di indicare l’origine. Il 13 febbraio la Coldiretti ha organizzato il “Pasta Day” in occasione dell’entrata in vigore dei due decreti interministeriali sull’indicazione dell’origine obbligatoria del riso e del grano per la pasta in etichetta dopo 180 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che cade esattamente il 13 febbraio per il riso e il 14 febbraio per la pasta.
Origine obbligatoria in etichetta
La scelta è stata applaudita dal 96% dei consumatori - sottolinea la Coldiretti - che chiedono venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine di tutti gli alimenti e confermata in Italia anche dal Tar del Lazio che ha precisato come sia “prevalente l’interesse pubblico ad informare i consumatori considerato anche l’esito delle consultazioni pubbliche circa l’importanza attribuita dai consumatori italiani alla conoscenza del Paese di origine e/o del luogo di provenienza dell’alimento e dell’ingrediente primario. L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine - precisa la Coldiretti - non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del territorio. Escono finalmente dall’anonimato e saranno riconoscibili nelle etichette della pasta 4,3 miliardi di chili di grano duro italiano che insieme ai 1,5 miliardi di chili di riso garantiscono all’Italia il primato in Europa.
Che cosa cambia
Secondo quanto previsto dal decreto le confezioni di pasta secca prodotte in Italia - spiega la Coldiretti - dovranno d’ora in poi avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura; se proviene o è stato molito in più paesi possono essere utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”. Si tratta del risultato della guerra del grano lanciata da Coldiretti con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza per difendere dal rischio di abbandono della coltivazione più diffusa in Italia realizzata spesso in aree marginali senza reali alternative. 18
Stop all’invasione di riso straniero
L’indicazione in etichetta dell’origine per il riso deve riportare le diciture “Paese di coltivazione del riso”, “Paese di lavorazione” e “Paese di confezionamento”. Qualora le fasi di coltivazione, lavorazione e confezionamento del riso avvengano nello stesso Paese, può essere recata in etichetta la dicitura “origine del riso”, seguita dal nome del Paese. In caso di riso coltivato o lavorato in più Paesi, possono essere utilizzate le diciture “UE”, “non UE”, ed “UE e non UE”. I prodotti che non soddisfano questi requisiti immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore dello stesso, possono essere commercializzati fino all’esaurimento scorte. Sarà così smascherata l’invasione di riso straniero spesso favorita dal regime particolarmente favorevole praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati (accordo EBA), che prevede la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati a dazio zero di riso che - sostiene la Coldiretti - non offre certo le stesse garanzie di sicurezza alimentare e di rispetto dei diritti dei lavoratori del prodotto nazionale. Ciò ha causato una vera e propria invasione di prodotto dai Paesi asiatici, da dove proviene ormai la metà del riso importato, con una spirale speculativa insostenibile che ha dimezzato nell’ultimo anno le quotazioni riconosciute ai coltivatori di riso italiani.
Le industrie del riso sono pronte
Roberto Carriere, direttore dell’Associazione industrie risiere, garantisce: “Gli operatori del comparto sono pronti a immettere sul mercato le nuove confezioni. Il 90 per cento dei nostri prodotti – tiene a sottolineare - è italiano, il resto lo importiamo. Se andiamo a prendere il Basmati in India, è perché la clientela vuole il basmati indiano. Vuole anche sapere l’origine. È nostro interesse dichiarare la provenienza del riso, sempre. Deve essere così – conclude, alludendo al Regolamento europeo in arrivo - ma senza aumentare i costi e cercando di risolvere qualche problema applicativo”.
Arte Enogastronomica Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it
Sommelier: pillole di storia Come citato da tutti i testi di storia, il termine Sommelier, dicono che derivi da una parola francese, Saumalier, letteralmente conduttore di carri da soma, poi identificato con il responsabile della fornitura ed il mantenimento dei vini. Solo nel 1800 , in Francia, venne attribuito alla figura attuale , ma in Italia, nel 1700 presso il Duca di Savoia, c’era il”Somigliere di bocca e di corte” che svolgeva i compiti di ricerca dei vini e determinava il corretto modo di servirli. Presumo, quindi, che il termine sia una derivazione dall’italiano. Già gli Egizi ed i Greci attribuirono al consumo del vino un aspetto quasi divino ma furono iRomani a sviluppare le tecniche di produzione e un preciso rito per il consumo. Mentre per il popolo, che non poteva tenere in casa il vino, sorsero un po’ ovunque “Tabernae” che mescevono per lo più vini scadenti o qualche vino di pregio a caro prezzo, molto diverso era invece il consumo domestico nelle case dei ricchi. La bevanda veniva portata dalle cantine al banchetto con le anfore e vuotate in un contenitore chiamato cratere o in altri tipi di recipienti abbelliti con dipinti e forme zoomorfe o a forma di corno con un piccolo foro nel fondo, dal quale i commensali potevano centellinare il prelibato nettare.Prima di pranzo, come aperitivo, veniva servito il mulsum(mosto mescolato con miele).Seguivano poi vini diversi ma sempre molto tagliati anzi annacquati per continuare con i vini più strutturati e più famosi, ma sempre tagliati.In inverno venivano mescolati anche con l’acqua calda.Prima di essere serviti a tavola, venivano filtrati con cestini di giunco o” sacci vinari” fatti di lino intrisi di oli aromatici. Questi sacchetti avevano doppia funzione, quella di setaccio che di correttore del gusto, in quanto contenevano sul fondo sabbia o polvere di gesso, miele e sedimenti di aromatici.Nei banchetti con molti ospiti il vino migliore veniva servito solo al padrone di casa e agli ospiti di riguardo.Tutto ciò grazie al sommelier dell’epoca! Allora era indispensabile ed aveva vari compiti:-la scelta e la conservazione del vino-il controllo della temperatura-la filtratura, come abbiamo già visto-l’aggiunta variabile di acqua dolce o di mare- l’assaggio per garantire anche l’as-
senza di veleno-la distribuzione a secondo dei privilegi della casta .Normalmente era uno schiavo appositamente addestrato il cui nome era “Pincerna”anche se spesso, per puro divertimento, veniva eletto tra i convitati un”rex, o arbiter o magisterbibendi” che dava indicazioni soprattutto per la correzione dei vini e per la distribuzione al momento giusto. Anche oggi il sommelier ha queste funzioni ovviamente in modo più professionale e adatte all’epoca in cui viviamo. La scelta del vino giusto da abbinare al cibo comporta una conoscenza profonda della gastronomia e dell’uso di precise tecniche di servizio per dare al consumatore il piacere ed il divertimento del palato.
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Fake news, istruzioni per l’uso
Saggezza Popolare Avv. Renato Mammucari avv.mammucari@libero.it
Eugenia Belvedere
Io ho quel che ho donato
Gabriele D’Annunzio, o meglio il Vate o l’Imaginifico, nella sua lunga e intensa vita fece uso di diversi motti per sintetizzare il proprio pensiero affidando appunto a delle argute massime e sottili aforismi messaggi che, anche grazie alla brevità e incisività, rimanessero impressi a chi li leggesse. Ed è bene conoscerli per tentare di capire, o meglio ritrovare, il vero D’Annunzio, personaggio complesso e difficile, dietro i tanti ruoli rivestiti, sotto le ceneri del mito e la polvere della storia, superando così la pregiudiziale antidannunziana, ancora presente nella nostra cultura. Il suo carisma, infatti, lo portò a giocare, sul palcoscenico della vita, il ruolo di “animale di lusso” o di “poeta armato”; decisamente troppo per la maggior parte della gente più o meno comune e anche per molti artisti. Delle tante anime dannunziane quella intimista e metafisica, che emerge dalle composizioni poetiche e che lui sintetizza nei suoi aforismi, spesso e volentieri è stata esaltata da quel suo comportamento ispirato al piacere di stupire, per creare insieme a una immagine una sorta di culto della personalità così creando una vita “inimitabile”. Perché non provare allora ad indagarlo, riuscendo così perlomeno a comprenderlo se non in parte? Tra i numerosi motti riportati sulla sua carta da lettere e sul sigillo col quale le chiudeva, sugli ex libris e su tanti portasigarette d’argento e sui molteplici gemelli che amava regalare agli amici, mi piace ricordare Per non dormire che 20
usò durante gli anni della sua più felice e prolifica creatività artistica trascorsi alla “Capponcina”, in quella villa cinquecentesca a Settignano, nei pressi di Firenze, dove dimorò dal 1898 al 1910 fra ‘cani, cavalli e belli arredi’ per stare vicino ‘insonne’ ad Eleonora Duse che abitava nell’attigua villetta ribattezzata dal poeta la Porziuncola. Ma il proverbio che più è stato amato dal poeta è senz’altro Io ho quel che ho donato, tanto da essere inciso sul frontone del Vittoriale; questo motto è racchiuso in un fondo con al centro e ai lati una o due cornucopie, simbolo dell’abbondanza, generosità e munificenza, qualità che contrassegnarono nel bene e nel male l’intera vita dell’Imaginifico e quindi venne scelto come logo per le sue opere pubblicate dall’Istituto Nazionale e dall’Oleandro. D’Annunzio venne ispirato da una frase incisa sulla pietra di un camino del Quattrocento ma per la verità questo motto è tratto da un emistichio del poeta latino Rabirio, contemporaneo di Augusto che Seneca cita nel VI libro del De Beneficiis, nel quale Marco Antonio vedendo che la sua fortuna stava passando ad altri ed a lui non rimaneva se non la facoltà di morire esclamasse: “Ho quel che ho donato”. Per chiarire ancor di più il concetto riporto integralmente questo intenso brano: «Oh! Quanto avrebbe potuto avere se avesse voluto! Questa è la ricchezza sicura, destinata a rimanere sempre nello stesso posto in un unico posto in qualunque volubilità della sorte umana; e que-
sta quanto più grande sarà, tanto minore invidia si attirerà. Perché risparmi come se si trattasse di un patrimonio tuo? Tu ne sei l’amministratore. Tutte codeste cose che vi fanno dimenticare la vostra fragilità, tronfi come siete inducono voi, vanitosi e superbi e innalzati al di sopra delle umane sorti, a dimenticarvi della vostra fragilità. Tutte codeste cose che voi con le armi in pugno custodite con serrature di ferro, che difendete con il vostro sangue dopo averle strappate ad altri uccidendoli, per le quali varate flotte che insanguineranno i mari, per le quali squassate le città ignari di quanti dardi la sorte prepari contro di voi voltati di spalle, per le quali, traditi tante volte i legami della parentela e dell’amicizia, il mondo è stato diviso fra due contendenti, tutte codeste cose non sono vostre; sono presso di voi a titolo di deposito pronte a rivolgersi da un momento all’altro ad un altro padrone; vi piomberà sopra o un nemico o un successore dall’animo nemico. Domandi come tu possa renderle tue? Donandole».
girare messaggi crittografati, quindi naCome da una notizia vera possa scaturiscosti, l’allerta per la diffusione delle fake re un tam tam di bufale via Facebook o news su WhatsApp è quindi ormai alta, WhatsApp ? I social, ormai si sa, sono anche in Italia. Per garantire maggiore croce e delizia di chi di informazione ci privacy ai propri iscritti, WhatsApp utivive. Spesso vengono sostituiti alle fonti lizza la crittografia end-to-end, che blocca ufficiali, rendendo vero anche quello che la possibilità di accesso ai dati in transito vero non è. a tutti, fuorché ai diretti interessati. PerCosì accade che moltissime persone sino la stessa app è all’oscuro di quanto si stiano ricevendo via WhatsApp un mescomunica all’interno. Il World Economic saggio in cui si invita a non pagare la Forum ha inserito la disinformazione dibolletta della luce perché dal prossimo gitale tra i grandi rischi globali del nostro aprile, si legge, “ci saranno addebbitate tempo. Più di 1 italiano su 2 (dati Censis veramente dalle 30 alle 35 euro in più”. - Repubblica) ha infatti ammesso di aver Vengono anche citate fonti ufficiali, come creduto almeno una volta a notizie false associazioni di consumatori, che annunlette online. Ma perchè crediamo a qualciano il rincaro in fattura. In questo caso siasi cosa leggiamo su internet mentre le c’è del vero alla base della falsa notizia: fonti autorevoli vengono messe in discusl’Autorità dell’Energia tenta di recuperare sione? La fake news sembra infatti figlia il buco derivante dai mancati pagamenti della sfiducia verso le figure di riferimendelle bollette dei morosi, spalmandolo suto tradizionali, siano esse istituzioni, megli utenti in regola con i pagamenti. Ma dia o studiosi. Inoltre la società complessa la quantificazione di questi aumenti è in cui viviamo ci mette di fronte a conuna vera e propria fake news. L’aumento tinui input che il nostro cervello tende a potrebbe esserci ma probabilmente non semplificare, evitando troppi sforzi di elasupererà i 2 euro ad utente. Una ingiustiborazione. Inoltre sui social vediamo solo zia certo, ma non certo paragonabile ai 35 quello che vogliamo vedere, si tratta del euro in bolletta paventati nella falsa notifenomeno della cosiddetta filter bubble: è un algoritmo che su zia che girava. Franco Conte, responsabile del settore energia per Facebook ci suggerisce cosa leggere in base alle informazioni reConfconsumatori ammette che il il meccanismo è già applicato cepite su di noi e a restituirci proposte che non si allontaneranno a quelle dell’acqua: “In concreto, le morosità nel servizio idrico da ciò che già pensiamo. E’ importante quindi correre ai ripari adesso sono già inserite nelle bollette idriche di tutti noi. Il prose chi si occupa di informazione per mestiere deve prendere cosimo passo potrebbe riguardare l’elettrico e poi il servizio dei scienza per non arrendersi al giornalismo dei clickbait (esca da rifiuti.” Per questo l’indignazione sollevata dalla falsa notizia che click). Per quanto riguarda noi utenti, di fronte ad un messaggio girava potrebbe tornare utile: “La mezza bufala – ammette Frano ad un post, dobbiamo sempre chiederci il perchè. Per le futuco Conte -che sta girando potrebbe rivelarsi un’alleata dei conre generazioni un’educazione più attenta alla formazione di un sumatori. L’Autority non potrà non tener conto del grande polpensiero critico, che offra alle generazioni future gli strumenti verone che si è sollevato”. Quindi in questo caso il dilagare della per orientarsi e la curiosità per uscire dai propri confini. falsa notizia, partendo da un fondo di verità, potrebbe essere il E un consiglio: segnalate le fake news alla Polizia Postale! risultato di un piano messo in piedi da uno sconosciuto stratehttps://www.commissariatodips.it/collabora/segnala-una-fake-news.html ga della comunicazione per sollevare l’opinione pubblica, prima Letture consigliate: che la normativa sia stata approvata. Dalla salute, alla politica, http://www.bufale.net/home/ - Bufale.net; dalle false notizie sulle scuole chiuse per neve ai presunti reati https://www.valigiablu.it/ - Valigia Blu, commessi da un politico. Le fake news sono ovunque. Ma spesso http://www.the-newsroom.it/ - The NewsRoom. ci si interroga: a chi conviene mettere in giro fake news? Ci sono i risvolti politici come i frequenti attacchi alla Presidente della Camera Laura Boldrini, che secondo il web avrebbe fatto ottenere posti di lavoro prestigiosi a tre cugini, al nipote, al fratello e alla sorella, che ricordiamo è purtroppo deceduta da anni per una malattia. Inutile dire che nessuno dei parenti della Presidente alla Camera Laura Boldrini è stato assunto grazie alla sua intercessione. Dopo gli attacchi politici, le fake news spesso vengono messe in giro per motivi economici: per dare guadagno una notizia deve semplicemente ricevere più visite possibile. Il guadagno è infatti direttamente proporzionale al numero di click ricevuti.”Basta che ne parli” è una vecchia massima della pubblicità. E cosa c’è di più controverso delle offese? Grazie alle polemiche si ottiene visibilità e dunque guadagno economico. Un capitolo a parte va riservato a WhatsApp, che a differenza di Facebook, permette di far fake news_ sorella boldrini invece attrice statunitense anche molto famosa
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Le mete da evitare
Taj Mahal
Maria Rita Cappucci
nel 2018 per la CNN
Ci sono anche due bellezze italiane
Il monumento del Taj Mahal, situato nella città indiana di Agra, nello stato dell’Uttra Pradesh, è considerato una delle sette meraviglie del mondo moderno ed è una meta ambitissima dai turisti di tutto il mondo. Anche troppo, tanto che per visitarlo occorre affrontare una calca inimmaginabile, che rischia di compromettere per sempre la bellezza e l’integrità del luogo. Le autorità stanno pensando di limitare il flusso di visitatori locali.
Monte Everest
La vetta più alta e ambita del mondo, il Monte Everest, non è più una meta così selvaggia, ormai letteralmente assediata da un gran numero di alpinisti provenienti da tutto il mondo. Troppi per il delicato ecosistema del luogo, soprattutto dalla parte del Nepal. Nel 2015 le autorità hanno limitato i permessi di accesso alla grande montagna ai soli scalatori professionisti, ma non è bastato. Sono sempre troppi.
Sta facendo scalpore l’elenco delle mete di viaggio da evitare secondo la CNN. Non si tratta di mete poco meritevoli, anzi, l’elenco include destinazioni bellissime, ma sono luoghi ormai soffocati e stressati dal turismo di massa, che perciò andrebbero evitati all’insegna di un turismo più consapevole e di qualità. Dall’elenco ne abbiamo scelte 6: due in Italia, due in Europa e due nel continente Asiatico.
Cinque Terre
Tra le bellezze da evitare nei viaggi del 2018 saltano subito agli occhi le meravigliose Cinque Terre. Non perché non meritino di essere visitate, ma perché letteralmente travolte dal turismo di massa, con un numero insostenibile di turisti che invade le strade dei caratteristici borghi e addirittura intasa i sentieri del Parco naturale. L’ente Parco delle Cinque Terre ha provato ad introdurre il numero chiuso lo scorso anno, ancora in fase sperimentale.
Dubrovnik
Anche la bellissima città croata di Dubrovnik è un’altra meta di viaggio assediata dal turismo di massa. Addirittura l’Unesco ha minacciato di toglierle il Patrimonio dell’Umanità se non prenderà provvedimenti per preservare il suo centro storico veneziano dal turismo di massa. La città è diventata ancora più popolare dopo essere stata usata come set cinematografico per la serie “Games of Thrones”. A danneggiare questa come molte altre città è il flusso di visitatori che arrivano con le crociere. Dubrovnik è stata così costretta ad introdurre il numero chiuso, limitando le visite a 4.000 persone al giorno.
Venezia
Insieme alle Cinque Terre, l’altra meta di viaggio italiana da evitare è Venezia. La città lagunare è da tempo afflitta dal turismo di massa selvaggio, spesso con visitatori maleducati e incivili che ne compromettono la fragile bellezza. I residenti sono furiosi, sempre più costretti ad abbandonare la città lagunare per la terra ferma a causa dei servizi per gli abitanti che diminuiscono a favore del solo turismo. Dallo scorso anno le autorità cittadine stanno vagliando misure per introdurre l’accesso limitato nelle zone più affollate come Piazza San Marco. Sono state prese misure anche per evitare il passaggio delle navi da crociera lungo il Canale della Giudecca.
Barcellona
Un’altra destinazione di viaggio popolarissima e continuamente invasa dai turisti è la città spagnola di Barcellona. Talmente presa d’assalto dai turisti che i residenti nell’ultimo anno sono scesi più volte in strada per protestare contro il turismo di massa e i suoi abusi, chiedendo provvedimenti a tutela dalla città e di chi ci vive. L’amministrazione locale ha iniziato a prendere provvedimenti per contenere il turismo di massa, limitando il numero massimo di stanze da dare in affitto ai turisti.
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In tutti i sensi, come la musica
Vengo via con te
Antonio Di Trento ditrentoantonio@gmail.com
Canile Comunale di Velletri adozionicanilevelletri@gmail.com
Un inno alla vita
Tacco Punta, il nuovo disco di CLI con la partecipazione in video di Simona Atzori Perchè la musica deve essere soprattutto questo: positività. Il nuovo singolo di CLI è: “un pezzo diretto, un inno alla vita e ai bivi inaspettati, cui spesso, ci mette davanti”. Non a caso il videocleap che accompagna il brano vede la partecipazione di Simona Atzori. La Aztori, ballerina pittrice e scrittrice straordinaria nel vero senso “letterale” del termine, è nata infatti priva degli arti superiori, ma nonostante ciò, ha saputo fare del proprio handicap un elemento di unicità nel campo artistico. «Tacco-Punta - sottolineano dalla casa discografica - è un inno ai piccoli passi, ai nuovi inizi che segnano nuovi percorsi, alla vita che quotidianamente ci sorprende, alle nuove avventure nelle quali ci buttiamo nonostante i nostri limiti, allo slancio che troviamo dentro anche quando pensiamo di non avere la forza per farcela, a quei momenti nei quali anche “mezza bocca basta per sorridere”». CLI in realtà si chiama Chiara Beltrame, ed è una giovane cantautrice che con la sua musica ha già fatto il giro del mondo dall’India al Brasile ed in tutta Europa, fino ad approdare al talent show di Rai 2 “The Voice of Italy” arrivando così al grande pubblico. Le due artiste si conoscono nell’estate 2016. Da subito si trovano in sintonia e condividono la voglia di realizzare un progetto insieme. «La vita e la musica - racconta CLI - mi hanno portata a vivere esperienze uniche ed inaspettate e ad incontrare persone eccezionali che con il loro esempio mi hanno fatto comprendere quanto possa essere straordinaria la vita. È proprio così che ho incontrato Simona (Atzori ndr)».
Adotta un cane
Vaniglia e Liquirizia, come l’acqua e l’olio
Mentre siamo tutti intenti nelle nostre cose, dal viale arrivano queste cagnoline trotterellando zuppe come stracci, scodinzolano e mettono le zampette sul cancello, implorandoci di farle entrare. Successivamente abbiamo saputo da un residente che vagavano in zona già da diversi giorni. Probabilmente si sono avvicinate a noi per la fame, tant’è che si sono scofanate crocchette e bocconi in un lampo! Abbiamo chiamato Vaniglia la cana color crema e Liquirizia la nera. Vaniglia ha circa 5 anni, taglia medio piccola, pesa 14 kg e ha una lesione rossastra sul muso che verrà curata dal veterinario, mentre Liquirizia ha circa 8 anni, taglia piccola, pesa 7 kg e ha una ciste in una mammella, che le verrà tolta il prima possibile. Sono arrivate insieme sì, probabilmente vivevano insieme, sicuramente hanno continuato a stare insieme per spirito di sopravvivenza, ma in realtà non si sopportano! Vaniglia è più audace, spigliata e intraprendente, molto possessiva, se Liquirizia prova a mangiare, ad avvicinarsi a noi o anche solo a guardarci, lei la attacca. Liquirizia la tollera, in mancanza d’altro e pur di non stare da sola la segue sempre perchè è una cagnolina un po’ timida e insicura. Per loro cerchiamo adozione separata, Liquirizia va d’accordo con gli altri cani, Vaniglia per ora non sembra avere la minima simpatia per gli appartenenti alla sua specie, in compenso adora gli umani. Chippate, vaccinate, leishmania negative, a breve verranno sterilizzate. Se sono state abbandonate e non si riesce a risalire ai proprietari, potranno essere adottate con affido provvisorio che diventerà definitivo dopo 60 giorni.
Canile Comunale di Velletri Orari di apertura: Lunedì, Giovedì, Venerdì: 08:30 - 13:30 Martedì: 11:00 - 15:00; Mercoledì: 12:00 - 13:00 Sabato: 09:00 - 13:00 CHIUSO DOMENICA E FESTIVI Info: Associazione Veliterna Tutela del Cane 06.96453459 - 338.7034771 - 333.9726087 Ufficio Diritti Animali: 06.96158490 - 91 - 92
Pulce, argento vivo e tentacoli d’amore
Pulce, vagava in zona Fienili insieme al fratellino deceduto per cause sconosciute, probabilmente figli di cani padronali visto che nei giardini ce n’erano di simili a loro. Catturata a fine novembre, l’abbiamo chiamata Pulce per il motivo più banale del mondo: al momento del ritrovamento era piena zeppa di pulci, tutte passate a miglior vita dopo l’applicazione dell’antiparassitario. Nata a giugno 2017, taglia medio piccola ma di costituzione robusta, pesa 17 kg, di cui 5 saranno di ciccia e altri 5 di pelo. Simil lupetta, bassa, tozza e pelosa, sembra Froufrou, il cane poggiapiedi de La Bella e la Bestia. Sebbene ami correre, a lei non interessa se ha a disposizione 30 mq o diecimila, l’importante è avere la presenza di un umano, al quale si avviluppa come un polipo con le zampe tipo tentacoli. Praticamente quando lei è libera nel recinto di sgambamento noi siamo costretti a trascinarci da una parte all’altra con questi 17 kg di cane attaccati addosso... Tutto ciò perchè nel suo caso scrivere “affettuosa” ci sembrava riduttivo. A causa della sua vivacità e gioia di vivere, non è adatta a bambini molto piccoli, meglio un’adozione con ragazzi più grandi in modo da riuscire a gestire le sue imponenti e “amorevoli” esternazioni. Da preferire adozione in casa con giardino. Socievole anche con i cani oltre che con gli umani.
Per info dal lunedì al sabato ore 9:00-13:00 oppure via messaggio o mail orario no stop, ai seguenti contatti: Caterina: 333.9726087 (anche whatsapp) - Claudia: 338.7034771 adozionicanilevelletri@gmail.com - Ufficio Adozioni: 06.96453459 24
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Oltre l’avvenenza
In quei giorni Eugenia Belvedere
In quei giorni... tra luoghi comuni e verità
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Il fatto è semplice: siamo o non siamo nervose in quei giorni? Alla fine scatta il sondaggio tra amiche sempre disponibili a rispondere a domande assurde a tutte le ore del giorno e della notte. La prima risposta, che non tarda ad arrivare, ammette: “Una bestia inferocita va bene?!” La seconda conferma: “Anche io sono nevrotica.” La terza rilancia: “Io sono più nervosa nei giorni prima.” L’ultima ammette: “Io mi infastidisco per cose che in altri momenti non noterei neppure.” Quindi, con una statistica veloce e senza valore ovviamente, dobbiamo però ammettere che a molte di noi, in quei giorni, rode e di brutto. E che luogo comune quindi sia. Quello però che disturba non è tanto essere un luogo comune vivente (si, sono nervosa anche io in quei giorni grrrr) ma che sia diventato un luogo comune. Sin da Adamo e Eva (o dagli Homo qualcosa) è largamente diffuso e socialmente accettabile dire ad una donna: eh mamma mia come siamo nervosette, che sei in quei giorni? Ecco. Quello che ci piacerebbe sapere è come e quando (sul perchè ci arriviamo anche noi essere ‘inferiori’) sia diventato legittimo prenderci per i fondelli. Anche perchè, non è che noi donne abbiamo scelto di essere nervose in quei giorni, lo siamo grazie ai nostri cari amici ormoni. Secondo l’Associazione Nazionale per la Sindrome Pre-Mestruale, il 90% delle donne soffre di PMS, con un massimo del 10% che presenta sintomi più gravi. La sindrome premestruale (PMS) colpisce quindi, un’alta percentuale di donne in età fertile, con molte donne che hanno cambiamenti dell’umore nei giorni precedenti la mestruazione. I sintomi della PMS, incluse le oscillazioni dell’umore, si verificano durante l’ultima fase (luteale) del ciclo mestruale, che inizia dopo l’ovulazione all’incirca tra il giorno 14-28 del ciclo mensile di una donna. Ma passato il periodo premestruale anche la fase del ciclo non è da meno. Le cause principali, anche in questo caso, sono i cambiamenti ormonali a cui è soggetto il corpo femminile durante quei giorni. L’aumento della prolattina e degli estrogeni, associati ad una diminuzione della serotonina, causano stati di nervosismo, aggressività e sbalzi d’umore. Ma un’altra causa da considerare, non meno importante, sono tutti i dolori dovuti al ciclo mestruale: mal di pancia, mal di schiena, emicrania. Questi oltre ad essere “fastidiosi”, provocano una perdita del sonno che a sua volta fa insorgere mal umore e nervosismo. Siamo passate dalle credenze antiche, quando si penseva che il ciclo fosse qualcosa di sacro legato alla natura, alle religioni monoteiste che considervano le mestruzioni come una vergogna. Oggi? Siamo delle macchiette. In una società in cui comunque dobbiamo essere efficenti, lavorare, curare i figli, la casa, la famiglia, esser sempre gradevoli e avere tempo libero per ‘fare cose e vedere gente’ non si può neanche prendere inconsiderazione che le mestruazioni ci rallentino. E’ difficile quindi non solo ammettere che di fatto lo fanno, ma anche di avere le ‘palle’ che girano a velocità della luce. Quindi ricordando che
tutti, uomini e donne, donne e uomini, vengono al mondo proprio grazie a quei giorni lì, io direi: poco sarcasmo ragazzi, grazie. Eviterei quindi di dire frasi: “Come ti trovo gonfia o che occhiaie che hai!” Non pronuncierei frasi come “Oh ma che hai?!” Almeno se non volete finire a dormire sul pianerottolo che dividete con una anziana signora che ha trentudue gatti. Sorvolerei anche su frasi come: “Almeno non sei incinta!” E se non volete fornici un buon motivo per un omicidio non pronunciate mai, e dico mai, la frase “Eche sarà mai! Adesso passa.” Ecco no. Anche se passa ritorna, ritorna ogni mese e i dolori spesso ci fanno piegare in due e la giusta legge divina sarebbe che per ogni volta che un uomo pronunci la frase che sarà mai poi provi i dolori da ciclo. Grazie. Mi piacerebbe anche parlare del costo degli assorbenti ma l’ultimo che ci ha provato è stato preso in giro, eh in Italia abbiamo problemi seri mica possiamo interessarci di quelli che toccano solo le donne. Quindi siamo nervose in quei giorni anche perchè gli assorbenti costano quanto una crociera ai Caraibi. Punto.
Il primo saggio di Paola Fede, un racconto sulla donna attraverso l’evoluzione dell’arte Questo lavoro ho cominciato a scriverlo quando vivevo a Milano ed ero una giovane studentessa all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ogni tanto aggiungevo un pezzetto fino a quando qualcuno leggendolo, mi ha spronato a pubblicarlo...si tratta di un racconto, un connubio imprescindibile tra arte, donna e vita.... Oltre l’avvenenza è un viaggio sulla donna nella storia dell’arte dalle prime testimonianze artistiche preistoriche, fino all’era di internet ed è nato dalla necessità di far venire alla luce anni di riflessioni, di introspezioni, di spaccati di vita vissuta in correlazione con l’arte, del pianeta donna visto inizialmente dall’ uomo e successivamente visto da se stessa, in sostanza una duplice lettura della stessa medaglia con l’auspicio, una volta letto, di far riflettere sul valore e il rispetto della donna. Questo lavoro non ha la pretesa di essere un modello, né tanto meno di essere ricordato, ma ha soltanto l’ambizione di essere “letto” … di là, più oltre… nell’attimo in cui viene sfogliato... Nel racconto affronto il tema delle donne inizialmente sottomesse alle richieste maschili e poi libere di potersi esprimere anche attraverso l’arte in quanto ci si è troppo soffermati ad omologarle alla cultura il genere maschile. La nostra è oggi una società bisessuale e il compito che ci attende è la riscoperta delle due culture di genere, nei tratti essenziali della virilità e della femminilità. Camille Paglia dice: “(...) L’uomo la onorava ma la temeva. Essa era la nera fauce che l’aveva rigurgitato e che sarebbe tornata a ingurgitarlo”. Gli uomini, strettissimi gli uni agli altri, crearono la cultura come difesa contro la natura femminile. Il culto celeste fu il passaggio più sofisticato di questo processo, perché, con lo spostare il luogo creativo dalla terra al cielo, operò il trapasso dalla magia del ventre alla magia della testa. Ed è per questa magia cerebrale difensiva che sono derivati i fasti spettacolari della civiltà maschile, che ha sollevato con sé anche la donna”. La donna si è conquistata nel tempo uno spazio proprio dove è libera di esprimersi per poter dare vita al suo mondo interiore e se esiste il filo rosso, come suggerisce una leggenda cinese diffusa in Giappone, credo che quel filo invisibile leghi e attraversi le opere, le mostre e le posizioni raggiunte da tutte le donne artiste e curatrici nel mondo dell’arte, una trama di fondo che segna un cammino lungo tutta la storia dell’umanità, sono convinta che forse la cura che le donne impiegano e hanno impiegato nei loro lavori e la coscienza al contempo della fragilità delle loro opere, hanno dato vita al cambiamento del mondo e non hanno dovuto mostrare nulla se non la loro intelligenza. In questo percorso lunghissimo, esiste la traccia di una Bellezza, di un’avvenenza al femminile che va oltre una nuova sensibilità…
Oltre l’avvenenza recensita da Renato Mammucari Il romanzo di Paola Fede in realtà è un saggio sulla donna attraverso l’ evoluzione dell’arte che - come un ideale compagno di viaggio che non ubbidisce ma neanche comanda - aiuterà anche il più distratto degli uomini finalmente a ritrovare ed a leggere, più che vedere, le tracce di quel percorso che ogni giovane ragazza con forza e fatica ha lasciato dietro di sé soprattutto per se stessa. Vengono così fissati sulla carta infiniti attimi irripetibili di vita, l’uno diverso dall’altro in quanto quello che ogni artista, ricordato con grande sensibilità da Paola, ha tracciato su una tela non è altro che una tessera di un mosaico realizzato non in orizzontale ma a ben vedere in verticale. «Una virgola nell’universo del pianeta donna», sintetizza l’autrice, e per ricostruire e ricomporre quel puzzle del tempo trascorso è necessario ritrovare e far propria un po’ di malinconia aiutati da qualche lacrima che altro non è che una lente che riesca a mettere a fuoco quel solo momento per il quale è valsa la pena di vivere. Una ricerca proustiana, pertanto, «oltre lavvenenza», affinché ogni donna non abbia «paura della sua stessa ombra» ed anzi diventi come una tigre che, malgrado le cicatrici che la vita con generosità le ha regalato, riesca a mettere alle corde anche il suo domatore. Sono certo che la lettura vi catturerà al punto da temere solamente che il racconto finisca troppo presto e, all’ultima pagina, ognuno di noi comprenderà che «la donna è guida come una notte stellata» ed anche nella maturità della vita troverà «l’arcobaleno nelle risate dei suoi figli».
Paola Fede nata a Velletri attualmente insegnante d’arte presso scuola pubblica secondaria di secondo grado e di primo grado, laurea in “discipline pittoriche” presso Accademia di Belle Arti di Roma e post laurea in “Psicologia dell’Educazione, 1 livello “ e “Sociologia dell’Educazione, 2 livello” e Maestra D’arte presso Juana Romani. nel 2004 pubblicò sul testo “I XXV della Campagna Romana” autore avvocato Mammucari, una parte su un pittore: Raniero Aureli. 27
teatro eventi e mostre TEATRI ROMA TEATRO MANZONI dal 27/03/2018 22/04/2018 “Quattro donne e una canaglia” spettacolo tratto da Un beau Salaud di Pierre Chesnot con Marisa Laurito, Corinne Clery, Barbara Bouchet e con la partecipazione straordinaria di Gianfranco D’Angelo. Adattamento di Mario Scaletta, Regia Nicasio Anzelmo TEATRO OLIMPICO dal 06/04/2018 al 08/04/2018 “TPM Troppe pippe mentali” uno spettacolo di Dario Cassini scritto da Massimo Papaleo
“Manuela Villa in Roma! Canti, balli e poesie romane” ALBANO TEATRO COMUNALE “ALBA RADIANS” Domenica 25 marzo 2018 ore 18:30 “Che disastro di commedia” di Henry Lewis, Jonathan Sayer & Henry Shields, regia di Mark Bell, con Gabriele Pignotta, Luca Basile, Marco Zordan, Yaser Mohamed, Valerio Di Benedetto, Viviana Colais e Stefania Autori
TEATRO ARTEMISIO 08/04/2018 ore 18:30 “Tutte a casa” regia di Vanessa Gasbarri con Paola Gassman, Mirella Mazzeranghi e Paola Tiziana Cruciani
EVENTI E CONCERTI 28/03/2018 ore 21:00 Roma Auditorium Parco della Musica Sting e Shaggy in concerto a Roma Dal 04/04/2018 al 06/04/2018 ore 21:00 Roma Palalottomatica Max, Nek e Renga il tour 31/03/2018 ore 11:00 Roma Teatro Olimpico World of dance 2018: la danza urbana conquista il Teatro Olimpico. Il più grande campionato di danze urbane d’Europa.
MOSTRE Dal 22/03/2018 al 26/08/2018 ROMA CHIOSTRO DEL BRAMANTE “Turner. Opere dalla Tate”
07/04/2018 ore 21:00 Roma Teatro Quirinetta Maneskin in concerto a Roma Dal 19/04/2018 al 29/04/2018 e primo e due maggio ore 21:00 Roma Palalottomatica Jovanotti in concerto 26/05/2018 ore 21:00 Roma Auditorium Parco della Musica Arctic Monkeys in concerto per il Roma Summer Fest
TEATRO SISTINA dal 06/04/2018 AL 22/04/2018 Billy Elliot Il Musical
TEATRO GOLDEN dal 13/03/2018 al 08/04/2018 “Quella piccola cosa pazza chiamata amore” di Danilo De Santis, regia Lillo ( di Lillo&Greg). Una divertente commedia sull’irrazionalità dell’amore. TEATRO AMBRA JOVINELLI dal 05/04/2018 al 15/04/2018 “Delitto/castigo” regia Sergio Rubini con Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini TEATRO ELISEO dal 03/04/2018 al 22/04/2018 “Circus don Chisciotte” di Ruggero Cappuccio con Ruggero Cappuccio e Giovanni Esposito AUDITORIUM DELLA CONCILIAZIONE DAL 15/03/2018 AL 31/05/2018 “Giudizio Universale. Viaggio straordinario nei segreti della Cappella Sistina”
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SALONE MARGHERITA DAL 21/03/2018 AL 08/04/2018
VELLETRI TEATRO TOGNAZZI 25/03/2018 ore 18:00 “La rivoluzione nella pancia di un cavallo” il progetto è sostenuto dall’Associazione Psichiatria Democratica fondata nel 1973 dallo stesso Franco Basaglia. Con Daniela Di Renzo (autrice e voce) Marica Roberto (voce recitante), Emiliano Begni (pianoforte e voce), Stefano Ciuffi (chitarra), Francesco Consaga (Sax soprano e Flauto traverso), Ermanno Dodaro (Contrabbasso), Sofia Bucci (Fotografia). 06/04/2018 ore 21:00 “Dado canta la notizia” 08/04/2018 ore 16:45
Dal 16/06/2018 al 18/06/2018 ore 21:00 Roma Terme di Caracalla Ennio Morricone in concerto
Dal 02/03/ 2018 al 20/05/2018 ROMA COMPLESSO DEL VITTORIANO “Terry O’Neill: Icons” Dal 01/03/2018 al 29/07/2018 ROMA SCUDERIE DEL QUIRINALE Hiroshige. Visioni dal Giappone
08/06/2018 ore 21:00 Roma Circo Massimo Il gladiatore in concerto 10/06/2018 ore 21:00 Roma Auditorium Parco della Musica Patti Smith: la sacerdotessa del rock live al Roma Summer Fest “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” Da Lewis Carrol Compagnia Teatro Mio Vico Equense (NA) Adattamento e regia Olimpia Alvino 15/04/2018 ore 18:00 “Dionisiaca opera buffonesca”. Liberamente Ispirata a Eschilo, Sofocle, Euripide. Raccontata da un branco di buffoni. Drammaturgia e Regia di Chiara Becchimanzi Compagnia “Valdrada”, con Daniele Fabbri, Roberta Sciortino, Elisa Spanò, Giorgia Conteduca, Monika Fabrizi, Claudia Romito, Brunella De Feudis, Giulia Vanni.
26/06/2018 ore 21:00 Roma Stadio Olimpico Pearl Jam in concerto dal 2/03/2018 al 01/07/2018 ROMA COMPLESSO DEL VITTORIANO “Liu Bolin. L’uomo invisibile” Dal 07/02/2018 al 06/05/2018 ROMA PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI Cesare Tacchi: una retrospettiva Dal 07/03/2018 al 10/06/2018 ROMA GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA A PALAZZO BARBERINI “Curiose riflessioni. Jean-François Niceron, le anamorfosi e la magia delle immagini”
dal 2/03/2018 al 01/07/2018 ROMA COMPLESSO DEL VITTORIANO “Liu Bolin. L’uomo invisibile” 13/06/2018 ore 21:00 Roma Terme di Caracalla Björk in concerto a Roma: il live alle Terme di Caracalla
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