NORDIC LIFESTYLE magazine 02/2015

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MAGAZINE

VIAGGI

PHOTO

VINTAGE

2015

INTERIOR DESIGN

ART SHABBY ARCHITETTURA CULTURA

CHIC

STYLE

PROVENZALE EVENTI HOBBY

FASHION

FOLKLORE

COUNTRY FOOD LIBRI GREEN


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LA REDAZIONE BACKSTAGE

Cover © Photo Silvia Montis

Mensile illustrato sullo stile di vita nordico, vintage, country, shabby chic e provenzale. Una finestra sul mondo vista e interpretata da una redazione Italiana. Nordic Lifestyle Magazine è una pubblicazione visibile gratuitamente, sul portale ISSUU

Layout:  

Claudia Fois Silvia Montis

LOVE

Editing Italiano:

- La potenza dell’amore

Editing Inglese:

CULTURA /ARTE/LETTERATURA - Dai versi di Shakespeare "Love Painting" - From Shakespeare´s verses to "Love Painting"

    

Emma Fenu

Giuseppina Pisu Antonio Coni Simona Tocco Flavia di Luzio

INTERIOR DESIGN - Amore nell'Interior Desig Shabby

http://issuu.com/nordic_lifestyle © Copyright Tutte le fotografie presenti nel magazine, di cui non verrà citato il nome dell’autore, sono immagini tratte dal web. Le foto realizzate dalla redazione e quelle date in con- cessione da terzi al nostro Magazine, sono coperte da Copyright, pertanto ogni utilizzo è vietato, se non con il consenso della redazione o del proprietario dello scatto.

EDITORIALE

VIAGGI - Un cuore rubato a Parigi - Stolen heart in Paris

Errata Corrige: Post Sponsor Valentina de Micheli: Torta realizzata da Sweet Mama su progetto suo e della titolare


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gn

Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

MAGAZINE

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FACEBOOK

www.facebook.com/NordicLifestyleMagazine

WEB SITE

http://nordiclifestyle.weebly.com

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FASHION glam - Un outfit per una serata da “Vie en rose” RICETTA - Ricetta di S.Valentino HANDMADE - La scatola dei cioccolatini RECENSIONI movie - French Kiss GREEN LIFESTYLE - L’amore non ha età

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MASCHERE

RECENSIONI business & food EVENTI

CULTURA /ARTE/LETTERATURA - La persona è una maschera

COLLABORANDO CON P.L. LA POSTA DEI LETTORI

FASHION Vintage - La maschera Tra finzione e realtà - The mask Between fiction and reality

PHOTO GALLERY

VIAGGI - Carnevale in laguna LIFESTYLE - Il Carnevale Scandinavo - Carnival in Scandinavia RICETTE - Ricetta di Carnevale

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La redazione... Caporedattrice

Silvia Montis

“Il mio nome d’arte è Sylvié. Ho 39 anni, sposata, nata in Brianza e vissuta in diverse parti d’Italia. Sono cresciuta in Sardegna, dove ho trascorso tutta la mia infanzia e adolescenza. Diplomata al Liceo Artistico di Cagliari, ho frequentato corsi specialistici a Firenze e Treviso, nel ramo della grafica pubblicitaria. Negli anni ho maturato diverse esperienze nel campo pubblicitario, nell’arte, nell’editoria e nel commercio. Da tempo mi occupo di Creative Solutions, idee e soluzioni creative per privati e per il business (http://facebook.com/sylviestagingcreativesolutions). Dedico il mio tempo libero a un progetto legato al vintage e al riciclo, in un laboratorio itinerante, Jana Old Style, dove nascono idee, cambio destinazione d ’uso e collezionismo di antichi cimeli dallo stile Rétro, Country e Shabby (http:// facebook.com/janaoldstyle). Sono una persona sensibile, aperta, sognatrice e molto testarda ma fondamentalmente dolce. Amo i contrasti e spesso questi emergono nella mia dualità di “romanticismo fantasy” e “gothic mood”. Questo è ciò che sono: una creativa poliedrica, una che abbraccia la vita, pienamente, con tutte le sue infinite sfumature. Mi piace leggere, amo fotografare, dipingere, scrivere e cucinare. Sono appassionata di culture nordiche e celtiche, da anni studio tradizioni e culti che hanno legami con il paganesimo e cristianesimo, analizzando le numerose similitudini culturali tra il Nord Europa e la Sardegna. Su tali argomenti ho pubblicato un romanzo nel 2012 (http://facebook.com/laprofeziadellunistizio). Sono una ragazza con la “valigia in mano”, dai miei viaggi cerco sempre di trarre insegnamento, aprire la mente e farmi ispirare. Da qualche anno vivo a Copenhagen con mio marito. Una città che ho amato dal primo giorno. Da questa esperienza, e dopo l’incontro di persone splendide che hanno creduto nel mio grade sogno, è nato a Gennaio 2014 il progetto editoriale Nordic Lifestyle Magazine, l’attuale rivista online gratuita che dirigo, lavorando fianco a fianco con un meraviglioso staff.

Viceredattrice Emma Fenu

Ho 37 anni e non ho propensione verso le categorizzazioni. Chi sono io? Una sintesi di note contrastanti: dolce e polemica, sognatrice e ironica, idealista e consapevole, chiacchierona ed empatica, passionale ed introspettiva. Sono laureata in Lettere e Filosofia e ho conseguito un Dottorato in Storia delle Arti. Ho vissuto in Medio Oriente e ora abito a Copenhagen. Scrivo per lavoro e per passione, insegno Lingua Italiana agli stranieri, tengo un Corso di Scrittura creativa, recensisco libri e intervisto scrittori, mi occupo di Storia delle Donne, di Letteratura e di Iconografia. Amo le simbologie, le domande dalle infinite risposte, la moda, lo stile vintage e shabby chic, le favole, i gatti, le serate trascorse a leggere e sferruzzare accessori in lana e la magia del Natale. Ecco i miei blog ed alcuni dei siti per cui collaboro: http://www.libreriamo.it/.../pensieri-e-parole-in-valigia... http://emmaswoolcreations.blogspot.dk http://www.passionelettura.it/ http://www.iovo.it/ http://www.cosebellemagazine.it

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Nordic Lifestyle Magazine - Febbraio 2015

Writers

Giuseppina Pisu Barbara Piras

“Sono nata a Cagliari per

“Ho 37 anni, vivo e lavoro in Sardegna, vicino Cagliari. Sono una persona solare, semplice e sensibile. Ho lavorato per anni nel settore immobiliare. Amo fare lunghe passeggiate immersa nella natura, mi dedico alla cucina, amo fare torte, mi piace godermi il mare e il sole della mia amata terra, adoro stare in compagnia degli amici e della famiglia. Mi piace aiutare gli altri, in questo sono molto portata e sto frequentando un tirocinio per assistente domiciliare. Il mio sogno nel cassetto? Fare il cammino di Santiago e andare in Messico. Amo la natura, gli animali, leggere e gustarmi le cose semplici della vita”.

Antonio Coni “Ho 27 anni e vengo dalla Sardegna. Attualmente vivo a Copenhagen. Studio economia e informatica all’Università SDU e mi ritengo abbastanza soddisfatto del corso di studi che sto seguendo, nonostante sia difficile e impegnativo. Lavoro come cameriere in un ristorante di Italiani. Non è il massimo della vita però ci si adatta alle esigenze. Le mie passioni più grandi sono: la pallavolo, la pesca, le lingue straniere (parlo e scrivo in inglese, tedesco, spagnolo e sto studiando il danese), viaggiare, uscire, cucinare e stare in buona compagnia. Ho la passione per lo stile nordico e in particolar modo Interior Design”.

caso e vivo a Copenhagen. Ho passato l'infanzia tra vecchi libri, stoffe variopinte e il profumo dei fiori d'arancio del giardino di famiglia. Ho vissuto in Germania ed Estonia e mi sono laureata a Cagliari. Dal 2012 mi occupo del progetto Ombraluna Vintage ( www.ombraluna.com e www.facebook.com/ OmbralunaVintage ) e dal 2013 collaboro con il regista italiano Giovanni Coda. Mi piacciono i vecchi cappelli, i foulard, il vintage, i gatti e i cappuccini. Adoro viaggiare e acquisto sempre un anello in ogni città che visito. Ho sempre con me ago e filo, e un quaderno per fermare i miei pensieri”.

Simona Lasi

“Ho 35 anni, vivo e lavoro in Sardegna. Niente a che fare con le mie passioni. Amo il vintage, gli anni 50, i pois, il pizzo, e tutto ciò che a che fare con ago, filo, bottoni e stoffe, e, soprattutto, adoro cucinare per chi amo. Sono lieta di poter collaborare, con le mie ricette, con Nordic Lifestyle Magazine”. Questo è il mio blog: conlefarfallenellostomaco.blogspot.com

Flavia Di Luzio

“Nata nel 1985 a Chieti e cresciu-

Claudia Fois

“Ho 32 anni, vivo in Sardegna, mi piace viaggiare e tutto ciò che esprime creatività e spontaneità, la fotografia e la grafica. Fotografare è il mio modo di catturare un istante che non avrà più luogo... Appassionata di saponi naturali, porto avanti un mio laboratorio di prodotti per il corpo realizzati artigianalmente www.facebook.com/dejanalab ”.

ta a Pescara, ho conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna, specializzandomi poi in lingua finlandese e nell’insegnamento della lingua e della cultura italiane a stranieri. Attualmente lavoro come traduttrice freelance, faccio parte della redazione del sito www.bifrost.it e collaboro con le case editrici www.vocifuoriscena.it e www.liberiter.it Nel tempo libero mi piace uscire con gli amici, ascoltare musica, andare al cinema, leggere e disegnare. Amo gli animali, la natura, credo molto nell’attivismo e nel volontariato”.

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Writers Simona Tocco

“Ho 38 anni, lavoro come Manager presso una Firm che si occupa di edifici storici, piccoli

musei e appartamenti, dove alcuni artisti hanno vissuto. Attualmente mi occupo del funzionamento di Handel House, il compositore tedesco, dell’appartamento di Jimi Hendrix e della cura e la protezione delle opere d’arte che si trovano in questi posti. Sono una mamma single di due bambini. Nata e cresciuta in Sardegna, ho vissuto a Torino, Dublino e ora, da 11 anni, a Londra. Per passione pitturo mobili in legno, prediligendo lo stile Provenzale, Scandinavo e Shabby “. Lieta di collaborare con Nordic Lifestyle Magazine.

Francesca Cuzzocrea

“Ho 32 anni, sono nata e cresciuta a Torino. Dopo una serie di studi pedagogici oggi lavoro come educatrice part time. Vivo la mia vita con molta intensità, non sto mai ferma, la mia mente è in continuo fermento sempre alla ricerca di ispirazioni creative da seguire in periodi colorati della mia vita: cucina, design, viaggi, lettura, scrittura. Ogni passione è un colore. Amo la vita e cerco di assaporarne ogni istante, di scorgerne i segnali nascosti: le persone che incontriamo sul nostro cammino, i luoghi che visitiamo… Nulla è per caso. Basta solo saperlo vedere. Potete trovarmi nel mio blog personale: http://iomiarrangioetu.blogspot.it/ “

Donatella Bucci

“Classe '54, nata a Mirandola, quella del famoso Pico Della Mirandola..., fashion designer, gattofila, viaggiatrice, fotografa per passione e amante della cucina soprattutto dei piatti della tradizione. Ho coltivato in questi anni la passione per viaggi se possibile fuori dalle tradizionali rotte del turismo. Appassionata di fotografia ne ho fatto il mio hobby principale, mi piace potere condividere con le persone che amo e che stimo quello che sono le mie esperienze di viaggio, le mie emozioni e i miei contatti con le persone e con la natura. Da sempre stilista di moda e di tutto quello che c'è da creare. Fin da bambina riempivo interi quaderni di borse, vestiti, accessori scarpe e tutto quello che poteva essere indossato. Creare è per me la parola d’ordine”.

Nordic Lifestyle Magazine http://issuu.com/nordic_lifestyle

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di nome Io che,

un progetto

(Massimo Gramellini/Chiara Gamberale - Avrò cura di te)

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"Esistono molte cose che catturano lo sguardo, catturano il tuo cuore:

segui quelle." (Winston Churchill)

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Foto: Silvia Montis


Questo mese vi parleremo di amore e di maschere. Non di S.Valentino e Carnevale, no. Avete capito bene, di amore e di maschere. Solitamente, per noi Italiani, Febbraio è il mese associato a due celebrazioni: S.Valentino e il Carnevale. Nei Paesi Nordici invece queste festività sono sentite e vissute in modo un po' differente. La giornata dedicata agli innamorati è concepita in modo più generico, diventando la festa dell'amore, del sentimento profondo, di affetto per tutti, tra genitori e figli, tra amici, verso gli animali e verso le persone care. Certo, anche tra innamorati. È l'Amore il vero protagonista. Nello stesso mese cominciano i preparativi per il periodo carnevalesco e, a differenza nostra, nei Paesi Scandinavi i festeggiamenti si svolgono al chiuso, con party mascherati a tema, rimandando le sfilate a mesi più miti, primaverili o estivi, in cui si svolgeranno parate in stile brasiliano e multietnico. Anche il carnevale nordico è intriso di tradizioni precristiane, con tanto di pentolaccia e dolci tipici, ma perlopiù dedicato ai bambini. La voglia di mascherarsi invece è un'usanza che, per esempio i danesi, manifestano tutto l'anno in qualunque occasione gli si presenti. Che sia un compleanno, una laurea, un party estivo, una festa studentesca o una qualsivoglia motivazione, la maschera è sempre pronta. A Copenhagen esistono tantissimi shopcenter di vestiti e accessori specializzati per queste occasioni. Non è infatti raro trovare, per le vie della città, a qualunque stagione e ora del giorno, persone travestite. Nel Nord Italia il Carnevale è un vero e proprio status quo, un'identificazione culturale di molte città, come Venezia. Un po' come Parigi lo è per l'amore. In fondo non si può parlare di Amore e di Maschere senza che la mente vaghi per questi luoghi incantati. Quindi seguiteci in questo nuovo viaggio e lasciatevi cullare dal cuore e dalle emozioni. Buona lettura!

di Silvia Montis 14


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This month we will talk about love and masks. Yes, that's right, love and masks. February in Italy is usually the month associated with two celebrations, Valentine's Day and Carnival, but in the Nordic countries these holidays are lived in a very different way. The day originally dedicated to lovers is conceived in a more general way, becoming the feast of love, the deep feeling of affection, not only between lovers but also for parents, children, friends and animals. After all, love is the real protagonist. Carnival begins in the same month as Valentine’s Day and in the Scandinavian countries the masked parties are indoors. Parades take place in warmer months, spring or summer, and they are usually in Brazilian and multiethnic style. Nordic carnival has a lot of pre-Christian traditions and various amusements mostly for children, such as pinata. Dressing up is, on the other hand, something that the Danes do whenever they can. It is not uncommon to find people dressed up, through the streets of the city, in any season and time of day. There is always a good occasion to wear a mask and get ready for a birthday, a graduation or a summer party. In Copenhagen there are many shops of clothes and accessories specialized for these occasions. In Northern Italy, Carnival is a real status quo, a cultural identification of many cities, like Venice. Just as Paris is the city of love. After all it would be impossible to talk about love and masks without having our minds wander to these enchanted places. So follow us on this new journey and let yourselves be embraced by emotions. Happy reading!

traduzione a cura di Giuseppina Pisu Foto: Silvia Montis

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Love

La potenza dell’amore di Silvia Montis

Amore, una parola tanto usata e spesso anche temuta. L'amore, di cui spesso, senza renderci conto, ne ignoriamo realmente la profondità e la potenza, non è soltanto un sentimento che racchiude una miriade di sfumature ma è soprattutto una grande energia, così forte da custodire in sé un segreto che da tempi immemorabili l'uomo ha cercato di decifrare: i codici dell'esistenza. Può l'amore, infinito, che spezza la linea del tempo e viaggia oltre le regole della fisica e della razionalità, può questa luce, intensa e radiosa, essere veramente una salvezza per l'essere vivente pensante e non? Sicuramente questo lo hanno pensato in molti, potenti personaggi della storia, che vedendola come un'arma pericolosa, l'hanno temuta e imbrigliata, trasformandola in un virus, cercando di dominarne l'impulso e la sua natura riproduttiva e contagiosa. L'amore è così diventato spesso un male di cui privarsi, qualcosa da controllare, un istinto compromettente da soffocare. Ma cosa c'è, in verità, di più puro e fulgido del sentimento che fa palpitare il cuore, che fa tremare le gambe, che fa lacrimare e sorridere, che fa sospirare a pieni polmoni affinché tutta la sua energia possa entrarci

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dentro per invaderci e rigenerarci? L'amore è magia, è creazione, è vita. Lo sappiamo quando abbracciamo un genitore, quando stringiamo forte le mani di un fratello, quando accarezziamo il nostro animale domestico che è divenuto ormai parte della famiglia, quando guardiamo crescere un figlio e quando ci sdraiamo affianco al nostro compagno, che ci stringe con un senso di devozione. Dicono che le piante crescono belle e sane se gli si sussurra con amore. Dicono che se un malato lo si accudisce con affetto può persino guarire o, se in fase terminale, morire con il sorriso sulle labbra. Dicono che per amore si possono compiere grandi imprese. Ma dicono anche che l'amore sia imprevedibile. Forse, quando lo si mischia con altri sentimenti. Esso allora può diventare persino pericoloso, può trasformarsi in ossessione e possessione. Si può morire di troppo amore. Sempre che di amore si possa parlare in questi casi. Quando l'amore è puro diventa la nostra linfa, la nostra luce interiore, in continua lotta contro le oscurità che si annidano nella nostra anima. Franco Battiato la definì LA CURA.


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Foto in concessione di Silvia Montis

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"Ti porterò soprattutto i Percorreremo assieme le vi I profumi d'amore ineb la bonaccia d'agosto non 18

(Franco Battia


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Foto: Silvia Montis

il silenzio e la pazienza. ie che portano all'essenza. brieranno i nostri corpi, n calmerĂ i nostri sensi".

ato - La Cura)

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ARTE E LETTERATURA

Love

Dai versi di Shakespeare al "Love Painting" di Emma Fenu

C’è un muro, che limita un androne, dal quale si accede ad una casa sormontata da un balcone. Ma non si tratta solo di pietre e intonaco bianco, quest’ultimo periodicamente rinnovato. E’ uno spazio sotteso nel tempo eterno dell’istante che suggella un bacio: come non ricordare il famoso muro della casa di Giulietta, a Verona, in cui gli innamorati si recavano, insieme, in una stretta di mano, o da soli, in un sospiro, e lasciavano, come ricordo e come messaggio, una frase d’amore vergata con colori sgargianti? Al fine di preservare il monumento, un’ordinanza comunale, da alcuni anni, impone, giustamente, il divieto di imbrattare le pareti, soprattutto con gomme da masticare, pena una salata multa. Sono destinati, per accogliere i svariati “ti amo” in una babele di lingue, appositi pannelli amovibili in cartongesso, che costituiscono vere e proprie attrattive turistiche, immortalati in cartoline o in scatti fotografici dei numerosi visitatori provenienti da tutto il mondo. Marc Quinn, genio britannico dell’arte contemporanea, intuì subito il

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potenziale creativo dell’amore e progettò la sovrapposizione, ai prima citati pannelli, di tele di varie dimensioni, nelle quali fu consentito, a migliaia di neo-artisti, l’uso di biglietti post-it, pennarelli e perfino gomme da masticare. Dopo aver firmato le opere migliori, lo stesso Marc Quinn ha denominato “Love Painting” questa peculiare forma di graffitismo. In fin dei conti, l’arte può essere anche una dimensione corale di espressione, in cui ciascuno partecipa di un progetto che rifugge ogni norma, se non quella del cuore.

"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia". William Shakespear, da “Amleto”.


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ARTE E LETTERATURA

Love

From Shakespe verses to "Love P traduzione a cura di Antonio Coni

How to forget the famous wall at Giulietta´s house in Verona, where the lovers were used to go together, hand by hand or alone, sighing, and where they were used to leave messages of love written in bright colors as a sign of memory? In order to preserve the monument, a local ordinance imposes, for some time now, the prohibition of defacing the wall, especially with chewing gums. They have been installed drywall panels for people who wish to leave their “I love you” messages in every language of the world. This became, in fact, a real tourist attraction. Marc Quinn, a British genius of the contemporary art, had the brilliant idea to cover these panels with some textile sheets which people could use to stick their postit, to write with markers and glue their chewing gums. Then he collected the most beautiful paintings, signed them and called “Love Paintings” this new graffiti art. After all, art can be anything, anything that expresses something that comes from the heart but doesn´t follow any particular rules.

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eare´s Painting"

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INTERIOR DESIGN

Love

Amore nell'Interior Design Shabby di Silvia Montis

Entrare in un ambiente in cui si respira amore, romanticismo, calore e senso di famiglia è sicuramente il sogno di molti. Per chi ama lo stile Shabby la casa diventa lo specchio della propria anima, da trasmettere e condividere. Nell'ultimo decennio, a partire dagli Usa e poi in tutta Europa, si è diffusa sempre più la voglia di manifestare questa dolcezza tipica dell'infanzia o comunque legata al ricordo di un passato ricco di valori importanti come appunto la famiglia. Mobili vecchi e sbiaditi, spesso scrostati, dalle tinture bianche o pastello, sono la principale impronta di questo stile, ma queste linee essenziali e semplici sono solo la base di un più dettagliato assortimento di accessori, che completano il design dell'ambiente in questione. Sia esso chic, vintage, country, cottage, beach, french, provenzale o gustaviano svedese, lo stile Shabby ha una parola d'ordine: AMORE. Come esprimere questo profondo sentimento nelle proprie mura domestiche? Lo stile Shabby ci impone di farlo con le scrit-

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te, con la rappresentazione della natura, con i cuori, con i dolci e con tutto quello che genera pensieri positivi. Non sarà raro quindi trovare, sparsi per la casa, cuori di legno, gabbiette piene di fiori che simboleggiano la ridata libertà degli uccellini e parole, come LOVE, HOME, WELCOME, che rimbombano nelle pareti, a caratteri cubitali. Specialmente le scritte, che siano stencil, transfer o veri e propri oggetti tridimensionali, sono spesso usate come decorazioni e le possiamo trovare in ogni angolo, nelle casse, nelle targhe in lamiera, nelle scatole di legno contenente il tea, nei barattoli di latta, nei vecchi poster appesi in camera, nelle pareti o nei pensili della cucina. I due simboli che maggiormente rispecchiano, secondo me, l'essenza di questo stile di vita sono il cuore e la scritta "love". Ce ne sono di tanti tipi in commercio. Io prediligo i materiali naturali e, se siamo dei creativi, magari riusciamo anche a realizzarli a mano.

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Per le scritte: Se amate lo stile Shabby French e Provenzale allora prediligete le scritte con una grafia corsiva molto arrotondata, come il carattere Edwardian, che fa molto Paris. Se invece siete più da Cottage Chic il carattere che probabilmente più vi si addice è quello semplice ma arrotondato, come il Footlight che ricorda tanto la scrittura Gaelica. Per gli amanti dello stile gustaviano svedese, il carattere shabby che più vi rispecchia è probabilmente quello lineare, a bastoncino, che fa tanto nordic Style, purché la scritta sia decorata con motivi floreali per non perdere quel calore espressivo e quell'eleganza tipica di questo stile.

Foto: Francesca Lentis

Foto: Simona Lasi

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Foto: Silvia Montis


INTERIOR DESIGN

Love

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Foto: Silvia Montis


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Foto: Silvia Montis

Foto: Simona Lasi

Foto: Simona Lasi

Il cuore in legno rappresenta tutto il calore che la natura può offrire. Può essere intagliato, dipinto, intrecciato, ad ogni modo la sua presenza in casa trasmetterà sicuramente tutta la dolcezza e l'accoglienza che desiderate per i vostri ospiti. Appesi sulle finestre e nella soglia di casa, con un piccolo sonaglio attaccato, fungerà anche da protezione e da scaccia spiriti.

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Foto: Barbara Piras

Foto: Simona Lasi


VIAGGI

Love

Un cuore rubato a Parigi di Antonio Coni

Quante volte vi è capitato di dire o sentir dire “finché non lo vedi non ci credi?” Sicuramente tante volte. È proprio vero che la vita a volte ci regala dei momenti speciali e che il mondo è pieno di luoghi altrettanto speciali. Sono quelle cose alle quali non credi fino a che non le provi di persona. Più volte mi è stato consigliato di visitare Parigi e chiunque me ne abbia parlato non si è sprecato in complimenti. Città unica nella sua bellezza, romantica e passionale, meta di tutti gli innamorati. Ma non occorre essere innamorati per rendersi conto di tutto ciò che la capitale francese è capace di regalare e soprattutto, è risaputo, Parigi non delude mai nessuno. È giugno. Alcuni giorni dopo il mio compleanno, spinto dalla voglia di poterlo festeggiare al meglio anche se in ritardo per via del troppo lavoro, decido di intraprendere un viaggio in un luogo a me nuovo. È la volta di Parigi. Senza pensarci troppo su, carico il bagagliaio della mia macchina e accompagnato da della buona musica e buoni amici mi dirigo verso Parigi. Quando arrivo in città è ormai notte fonda e la troppa stanchezza non mi permette di ammirare la città in tutta la sua bellezza. Mi rifarò domani mi dico. Al mio risveglio, in tutta fretta mi vesto e

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in men che non si dica mi ritrovo sul treno diretto verso il centro della città. Sono davvero emozionato. Eccomi alla stazione di Les Halles. Tra pochi istanti potrò dare il via al “tour de force” da me progettato che mi permetterà di visitare i luoghi più importanti nel minor tempo possibile. È quando i miei piedi toccano il suolo, le mie orecchie odono quel dolce suono che altro non è se non la lingua francese e i miei occhi vedono per la prima volta Parigi in tutta la sua bellezza, che mi rendo conto di ciò che mi circonda e a quel punto perdo il controllo di me stesso. Cammino per ore e ore, scrutando ogni singolo angolo della città, leggendo tutti i cartelli stradali e pubblicitari e ammirando Parigi che tutto è tranne che una città turistica. È molto di più. È un luogo magico dove vorresti trascorrere più tempo possibile. Dopo due ore, mi sveglio da questo sogno e mi chiedo: com'è che dopo due ore di visita ancora non hai visto la Torre Eiffel? E l'arco di Trionfo? E Notre Dame? La verità è una sola. Questa città mi ha rubato il cuore e, esattamente come quando ti innamori, perdi il controllo di te stesso. Adesso capisco perché la chiamano la città dell'amore. Anche io mi sono innamorato di te... Parigi!


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Fotografie: Valentino Cocco


VIAGGI

Love

Stolen heart in Paris by Antonio Coni

How many times in your life have you heard or used the idiom “you won´t believe it until you see it”? Probably many times. It is true, many things in life are unbelievable until you see them with your own eyes. I have been told a million times that Paris was an incredible city, unique with its beauty and the most romantic city in the world which makes it a “must destination” for all the lovers around the world. Well, you don´t need to be a lover to appreciate the city and once you visit it, you can´t deny how right people were when suggesting you to go there at least once in your life. Here´s my short but intense trip to Paris. It´s June. Just few days after my birthday, moved by the fact that due to work I did not have the chance to properly celebrate it, I decided to go somewhere, somewhere special where I had never been before but I really would have liked to go. I´ve said to myself: it´s time to go to Paris! I filled up my car with just the essential and cuddled by good music and good company I drove down from Copenhagen to France through Jutland, the Netherlands and Belgium. When I first arrived to the hotel it was already dark, too dark to realize the greatness of the surrounding. It has been a long trip so I decided to use my last energies to unpack my things, eat something and go to bed. I was so excited that I could not sleep but, after a while, my exhausted body betrayed me and I fell asleep. It´s morning. The long-awaited day was finally there. I quickly dressed up and after few minutes I was already in the train headed to the city centre. I went off in Les Halles train station, just in the heart of the city. In my head I had a plan, one of those guided-tour which allows you to see the most of the city in the shortest time. That plan did not really work out. When my feet touched the ground for the first time outside of the train station, my ears heard that beautiful music which nothing was if not the French language and my eyes saw for the very first time Paris, it became hard to control myself.

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I was happy and I could not stop smiling and I did not care so much if I was looking foolish. I could feel the power and I just started walking and walking and looking at everything because each corner was a special corner. Paris was not just a tourist city. It was a magic world where you wish yourself to spend a lot of time in. I was reading every sign on the street because even though I don´t speak French they were so familiar and understandable. After two hours of walking, I felt like I was waking up after a dream and I thought: what am I doing? I have already been in Paris for two hours and I haven´t yet seen the Eiffel Tower, Notre Dame de Paris, Arc de Triomphe and all the other beautiful and famous attractions I had planned to see! This city just raped me and stole my heart and now I know why they call it the city of love. I was also falling in love with you… Paris!

"I love Paris in the spring time I love Paris in the fall I love Paris in the winter when it drizzles I love Paris in the summer when it sizzles I love Paris every moment Every moment of the year I love Paris, why, oh why do I love Paris Because my love is here I love Paris every moment Every moment of the year I love Paris, why, oh why do I love Paris Because my love is here She's there, she's everywhere But she's really here." -Frank Sinatra-


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Fotografie: Valentino Cocco


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Foto: Michela Pillitu


FASHION GLAM

Love

Un outfit per una serata da “Vie en rose” di Emma Fenu

Ah l’amour! Sguardi d’intesa, sospiri rivolti alla luna, baci che inebriano. E ovunque siate vi parrà di sentire risuonare, quale delicata sinfonia che accompagna il sole al crepuscolo, la melodia della “Vie en Rose” e di cogliere lo scintillio del vostro abbraccio riflesso nelle acque della Senna… perché si sa, Parigi è la città emblema degli innamorati. Un pizzico di atmosfera degna della capitale francese lo si può ricreare in pochi attimi, anche tramite un outfit ispirato alla moda iconica degli stilisti che hanno fatto la storia e che restano indiscussi modelli di seducente eleganza. Iniziamo dai colori da prediligere: il rosa, naturellement, reso meno stucchevole da sapienti tocchi del colore che, più di ogni altro, conferisce fascino e mistero, ossia il nero. Vi consiglio un abito bon ton, stile anni ’50, abbinato a un paio di “Mary Jane”, entrambi nella stessa gamma di rosa. A questo punto vi guarderete allo specchio e vi sentirete una bambina in attesa di una torta sormontata da sette candeline. Portate pazienza. Per snellire la figura e valorizzare la grazia del viso e del collo, raccogliete i capelli in uno chignon non perfettamente tirato e laccato come quello di una ballerina dell’Opèra National, ma naturale e femminile. E, ora, veniamo all’uso del nero nella scelta degli accessori: ossia una cinturina in vernice, che segnerà il punto vita; una borsa modello clutch; un paio di corvini orecchini a forma di cuore (non dimentichiamo che è la sera di San Valentino!). Se adesso

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avete coscienza di essere quasi pronte per essere le principesse della serata, avete ragione. Tuttavia sarà il make up a rendervi irresistibili: trucco smokey sugli occhi, ottenuto tramite matite e ombretti sui toni del grigio antracite e del nero, accuratamente sfumati fino ad ottenere una assolutamente finta, e astutamente studiata, sbavatura sotto la rima inferiore; lucidalabbra neutro e smalto, lucidissimo, ebano con una punta di viola. Avete indossato il cappotto, stretto il manico della borsa e state per afferrare il mazzo di chiavi per chiudere la porta alle vostre spalle? Fermatevi un istante! Avete scordato una spruzzata di profumo! Mi permetto di suggerire “J’adore” di Dior, che, in questo istante, mentre vi scrivo, accarezza la mia pelle; ma la Francia offre una tale possibilità di scelta fra fragranze sofisticate e fresche, che non potrete cadere in errore. Buon San Valentino!

“Quand il me prend dans ses bras Il me parle tout bas, Je vois la vie en rose. Il me dit des mots d'amour, Des mots de tous les jours, Et ca me fait quelque chose”. Édith Piaf, La Vie en Rose


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1. www.dior.com

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2. http://www.modcloth.com/ 3. http://stores.ebay.it/ vogsdiguarrerasamantha 4. www.brucleshop.com 5. http://www.modcloth.com/ 6. http:// www.corsinelabedoli.com/ 7. www.kikocosmetics.it/ 8. www.lauramercier.com/ 9. www.lancome.it/

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Foto: Claudia Fois

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Ricette di Simona Lasi

Foto: Simona Lasi

Cosa mi regali per San Valentino? Bella domanda vero? E la risposta è semplicissima, e mai banale: cioccolatini! Ormai ce ne sono tantissime varianti in commercio, tantissime meno una. Quale? Quella preparata con la nostra fantasia e le nostre mani. Quale regalo è più sentito, e fatto con più amore di un dolce preparato da noi, e non parlo di torte o di un dolce qualunque, parlo proprio di cioccolatini. Sono semplicissimi da fare, e possiamo personalizzarli come più ci piace, nella forma e nell’aroma: dalle più classiche arancia e nocciola, fino alle più particolari, speziate, o perché no, piccanti! Sì, avete capito bene, il peperoncino si sposa benissimo con il cioccolato fondente, e serviranno pochissimi ingredienti, solo due: cioccolato fondente, e peperoncino in polvere. Io li ho già preparati, come?

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Cuoricini piccanti Preparazione Ho spezzettato 300 grammi di cioccolato fondente, e l’ho temperato con la tecnica dell’inseminazione, in questo modo: ho fatto fondere i 2/3 del cioccolato a bagnomaria, portandolo a 45/50°, ho tolto dal calore, e ho aggiunto il restante cioccolato, facendo in modo che si sciogliesse per bene, fatto questo ho aggiunto un mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere, e ho continuato a mescolare fino a che il cioccolato non ha raggiunto la temperatura di 31° (ci vorrà un pochino). A questo punto ho messo il cioccolato negli stampini, a cuore per l’occasione, ho battuto lo stampo sul tavolo in modo che venissero in superficie le eventuali bolle d’aria, e ho livellato con una spatola in metallo. Ho fatto riposare fino a che non si sono completamente solidificati, e ho sformato. Buon San Valentino!


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Fotografie: Simona Lasi

Dopo aver fuso il cioccolato a bagnomaria, aggiungo il peperoncino macinato

Consigli: - per temperare il cioccolato potrete usare più di una tecnica, io ho usato questa perché, a mio parere, è la più semplice - quando aggiungerete il peperoncino, fatelo gradatamente e assaggiatelo mano a mano, non a tutti piace il troppo piccante, e basta davvero poco per aromatizzare il cioccolato - quando sarà il momento di versare il cioccolato nello stampo, siate veloci a livellarlo, perché la massa solidificherà velocemente.

Verso il cioccolato negli appositi stampi a cuore, livello per bene, e lo lascio riposare

Foto: Paolo Maccioni Dopo aver sformato i cioccolatini, tolgo la parte eccedente con la punta di un coltello ben affilato

Continua… >>

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Love

La scatola dei cioccolatini di Simona Lasi

Una volta che abbiamo preparato i nostri cioccolatini piccanti non dobbiamo fare altro che confezionarli, come? Con una scatolina handmade, pensata apposta per l’occasione. Io, avvolti i miei cioccolatini nella carta dorata, ho preparato la mia scatolina in feltro rosso e pizzo di cotone, piccolina e senza coperchio, ci stanno giusto 5 o 6 cuoricini, ma voi potrete farla della misura che vorrete, e mettere quanti cioccolatini desiderate.

Foto: Simona Lasi

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HANDMADE

Come ho fatto? Ho disegnato sopra un foglio a quadretti la sagoma della scatolina, facendo attenzione alle misure, in modo che combaciassero per ogni spigolo, ho appoggiato sul feltro, ho segnato la sagoma della scatola sul tessuto e ho ritagliato. Ho cucito con del filo spesso solo i 4 angoli superiori, in modo che la scatolina rimanesse un po’ “panciuta”, e ho rifinito con del pizzo di cotone tutt’intorno.

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L'aspetto delle cose varia

secondo

le emozioni, e così noi vediamo

magia

e

bellezza in loro:

ma bellezza e magia, in

realtà, sono in noi. [K. Gibran] Foto: Silvia Montis

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RECENSIONI movie

Love

French Kiss di Silvia Montis

Concedetemi di condurvi in uno di quei luoghi canonici della “Douce France” tanto amati dai romantici. Lo farò con un film che, oltre a riempirvi il cuore di emozione e dolcezza, vi regalerà anche tanti sorrisi. French Kiss è una commedia hollywoodiana del 1995, scritta da Adam Brooks e diretta da Lawrence Kasdan. Gli attori principali sono Meg Ryan, Kevin Kline, Timothy Hutton e Jean Reno.

Lei, americana, innamorata da tanti anni di Charlie, un canadese, ha deciso di chiedere la cittadinanza in Canada, dove vive attualmente, per progettare un futuro con il fidanzato e pianificare il suo matrimonio a breve. Ma si sa, non sempre la vita va come si spera. Lui deve trasferirsi a Parigi per lavoro e le chiede di accompagnarlo, ma Kate non riesce a seguirlo perché ha un gran terrore di volare. Continuano a sentirsi per un po’, finché lei si accorge che c’è qualcosa di strano. Il suo fidanzato le confessa di essersi innamorato di una francese. Sconvolta, lei non si arrende a questo finale quindi decide di mettere insieme tutto il suo coraggio e di prende il primo volo per Parigi. È proprio in aereo che conoscerà l'uomo che le cambierà la vita.

“Mi sai descrivere il gusto? È un buon vino rosso.

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Secondo me potresti fare di meglio. È un vino robusto, con una nota sofisticata ma non pretenziosa. Il vino è come la gente, la vigna raccoglie le influenze della vita che ha attorno, le assorbe, e così acquista la sua personalità”. Da Parigi in giro per la Provenza, tra i vigneti di famiglia, il vecchio casolare, i ricordi e le speranze per un nuovo futuro. Luc le fa conoscere un mondo nuovo. Ed è così che il vecchio fidanzato, nel rincontrarla in un artefatto avvicinamento pianificato ad hoc, trova una Kate diversa, cambiata. Nel suo sguardo una luce nuova. Ne rimane abbagliato. Ma il cuore di lei ormai batte per un altro, un grande amore, che ha il sapore di un rosso corposo dal retrogusto fruttato.

“Kate Sì. Non hai più paura di volare? No. Stai pensando al tuo piccolo cottage di pietra? È su una collina vicino a una piccola vigna. Ma non è proprio questo a cui stavo pensando. A cosa stavi pensando? A te”.


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Love

GREEN LIFESTYLE

L’amore non ha età di Francesca Cuzzocrea

L’amore non ha età. Ma se questo detto è vero, allora perché spesso i gesti d’amore degli anziani ci stupiscono e, in altre occasioni, ci mettono in imbarazzo? Oggi si vive più a lungo e si invecchia meglio, per cui a 65 anni (anno in cui ufficialmente si entra nella terza età) in realtà si è ancora pieni di vita e di voglia di fare. Perché allora non si dovrebbe più amare? L’Amore e l’Eros sono una parte della nostra psiche importante, che ci carica di energia vitale e di una bella dose di endorfine. A 65 anni non si diventa asessuati di colpo. Dopo una vita di esperienze importanti e di sacrifici, l’amore è vissuto con maggiore consapevolezza ed è quindi molto intenso e, allo stesso tempo, delicato. Giovanna, 75 anni. Donna del Sud dal carattere forte e ostinato, il cui volto segnato dall’età non nasconde tratti che, da ragazza, dovevano far perdere la testa a molti uomini. Franco, 70 anni. Il suo compagno da oltre trent’anni, un gigante buono. Entrambi sposati con figli, si sono conosciuti una sera durante una cena da amici comuni. Il loro è stato un vero e proprio colpo di fulmine che li ha portati a lasciare le rispettive famiglie pochi mesi dopo il lo-

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ro primo incontro. A 74 anni, Giovanna ha un improvviso ictus che la lascia bloccata in sedia a rotelle per gran parte delle sue giornate. Vive ormai in una struttura per anziani e Franco la va a trovare tutti i giorni. Si prende cura di lei: le depila le sopracciglia e i baffetti, le mette lo smalto rosso, le pettina i lunghi capelli scuri in una treccia, guardandola sognante. “Com’è bella la mia Giovanna!” dice ogni volta. “Quanti uomini ha fatto innamorare!” Con l’inverno Franco si è ammalato. Stesso tipo di male della sua compagna: una devastante emorragia cerebrale che non si limiterà a lasciarlo disabile. Portiamo Giovanna a salutarlo in ospedale, lei sa che lo vedrà per l’ultima volta. Franco passa da momenti di veglia al sonno molto rapidamente, ma quando la vede sgrana gli occhi dalla sorpresa, si toglie la mascherina dell’ossigeno e la bacia. “Sei l’amore della mia vita, sei bellissima.” Il suo addio. Giovanna soffrirà terribilmente della sua perdita, lasciandosi andare a sfoghi di pianto inconsolabili, consumandosi lentamente, finché una notte un infarto la porterà via riunendola al suo amato. Perché l’amore non ha età, perché è così funziona il cuore: ama. Fino all’ultimo battito.


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Foto: Francesca Cuzzocrea

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Foto: Giulietta Luise


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Foto: Silvia Montis 47


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Foto: Donatella Bucci


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Speciale Maschere

ARTE E LETTERATURA

La persona è una maschera di Emma Fenu

"Mi metterò una maschera da imperatore, avrò un impero per un paio d'ore: per voler mio dovranno levarsi la maschera quelli che la portano ogni giorno dell'anno... E sarà il carnevale più divertente veder la faccia vera di certa gente". Gianni Rodari "Chi sono io?". "Una persona". E l’articolo potrebbe concludersi qui, adesso, se non venisse in soccorso l’etimologia. Gli antichi latini, infatti, denominarono “persona”, appunto, la maschera di legno o terracotta portata dagli attori, intesa non tanto quale occultamento delle reali fattezze, quanto come un mezzo per favorire l’immediata identificazione dei personaggi sulla scena e come una cassa di risonanza che permetteva alla voce di essere udita anche a lunga distanza. Gustav Jung, celebre psichiatra svizzero dello scorso secolo, ben consapevole della storia del termine ora in analisi, definì “persona” il ruolo che ogni essere umano svolge, nel mondo esterno, per rispondere a precise aspettative sociali. Ma cosa accade quando un individuo diventa troppo “persona”, ossia si identifica eccessivamente con la maschera che indossa?

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Qui interviene, oltre alla psicanalisi, ancora una volta, il teatro per renderci chiaro e fruibile il messaggio: secondo Pirandello la società moderna porta ad un’alienazione dell’individuo, che si sente defraudato della propria identità in quanto costretto a ricoprire un ruolo stereotipato. Per il novecentesco autore italiano, che abbiamo conosciuto fin dai banchi di scuola, paradossalmente, è la scena ad essere il luogo della verità, in quanto la maschera teatrale fa cadere quella sociale. Seguitemi in un salto nel tempo. Corre l’anno 1921. Avete indosso il vostro miglior vestito e vi accingete a varcare la soglia del teatro. Le quinte sono svelate… dove è la scena? Smarrimento. Indignazione. Ed ecco comparire sei personaggi senza nome, identificati da un mero ruolo, che invocano il capocomico per avere una parte, che spetterà, invece, ad attori professionisti. Nessuno degli astanti è pronto, tutti sono straniati. Ma oggi, tempo di nickname e di identità virtuali, siamo consapevoli più che mai di vivere nell’apparenza e che la maschera non è solo attributo degli attori o orpello delle feste carnevalesche. E’, dunque, un filtro che ci imbriglia in ciò che non siamo o ci permette, a nostra scelta, di essere e dire senza timore di giudizio? Oscar Wilde sentenziò: “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e vi dirà la verità”. Voi cosa ne pensate? Scopritelo guardandovi allo specchio, la sera, prima che il sonno vi accolga. Nell’oscurità chiedetevi: "Chi sono io?".


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SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE, di Luigi Pirandello, 1921.

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Foto: Giuseppina Pisu


Speciale Maschere

FASHION VINTAGE

La maschera Tra finzione e realtà di Giuseppina Pisu

Oggetto di inversione, prezioso compagno di camuffamenti, protezione e disvelamento di amori proibiti, identità celate da stoffe leggere, accessorio privilegiato nei rituali magici. La maschera è un oggetto dal carattere polivalente. La datazione incerta del suo uso, il dubbio spartiacque del suo utilizzo, il carattere misterioso e arcano hanno fatto la sua fortuna e hanno contribuito a renderla uno degli oggetti più usati e più amati al mondo. Nell’antica Grecia veniva impiegata nel teatro e aveva la funzione di accrescere il pathos e far capire agli astanti quale emozione agitasse il cuore degli attori. Nella commedia dell’arte italiana, i caratteri archetipici delle maschere in scena e la fugacità dell’improvvisazione rendevano ancora più vivo il sentimento di vicinanza e condivisione. Attori e spettatori erano in rapporto dialettico. Con il passare dei secoli la maschera ha

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assunto sempre più un carattere di capovolgimento delle comuni azioni quotidiane. La discesa dal palcoscenico ha fatto sì che si legasse al Carnevale e all’atmosfera di gioco tipica di questa festività. Molto note e popolari sono sicuramente le maschere del carnevale di Venezia, come la Bauta e la Moretta. Tristemente famose sono rimaste anche le maschere cosidette d'infamia, che inevitabilmente esponevano i fruitori al pubblico ludibrio. Venivano usate come punizione per reati di piccola entità, come l'insulto e il chiacchiericcio molesto, e il loro utilizzo si estese fino al 1800. Che cos'è dunque la maschera? Uno, nessuno e centomila. Una mistificazione teatrale. Un oggetto “umano troppo umano”, che ancora oggi suscita ammirazione e curiosità.


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Speciale Maschere

FASHION VINTAGE

The mask Between fiction and reality by Giuseppina Pisu

An object of reversion, a precious companion of camouflage, a protection and disclosure of forbidden love, an identity hidden by light fabrics, an accessory of magic rituals. The mask is an object with many features. The unknown origin, the arcane and mysterious character have given the mask its fortune and helped making it one of the most used and beloved objects in the world. In ancient Greece the mask was used in the theater and had the function to increase the pathos and make it clear what kind of emotion was shaking the heart of the actors. In the Italian “Commedia dell'arte� the improvisation and the archetypal characters of the masks on stage made the feeling of closeness and sharing even more alive. Actors and spectators were in a particular dialectical

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relationship. Over the centuries, the mask has increasingly assumed a character of reversal of everyday actions. When the mask left the stage, it became a part of the game and atmosphere that defines the Carnival. The carnival masks of Venice, e.g. the Bauta and the Moretta, are definitely some of the most popular and well-known. Also the so-called masks of infamy were notorious, and inevitably exposed the users to public ridicule. They were used as punishment for minor offenses, such as insulting and annoying gossip, and their use continued until the XIX century. So what is the mask? One, No One and One Hundred Thousand. A theatrical mystification. A "human, all too human" object, which still arouses admiration and curiosity.


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Fotografie: Giuseppina Pisu

The masks of infamy. They were used as punishment for minor offenses, such as insulting and annoying gossip, and their use continued until the XIX century.

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Speciale Maschere

VIAGGI

Carnevale in laguna di Donatella Bucci

...E improvvisamente l'ombra silenziosa di un uomo avvolto in un mantello scompare dietro la sagoma di una gondola, da una finestra illuminata arrivano le note melodiose di un minuetto, una dama avvolta in un lezioso abito settecentesco orlato di merletti percorre il ponte di Rialto furtiva e leggiadra, senza accorgersi di avere lasciato dietro di sé, sul bordo del canale il suo guanto profumato di mughetto... Sembrerebbe la trama di un film ma in realtà si tratta di una normale notte veneziana del periodo di carnevale. Il carnevale di Venezia, come fama secondo solo a quello di Rio, è una tradizione che risale ai primi del '900 ed é diventato il momento di maggiore importanza per la città. Fu istituito dalla Serenissima per dare modo agli abitanti della città, soprattutto a quelli dei ceti inferiori, di potere godere di un periodo di divertimenti sfrenati nel più perfetto anonimato. Purtroppo non fu tenuto conto che, avendo i cittadini la possibilità di rendersi irriconoscibili, nel periodo carnevalesco davano sfogo a tutti i desideri più reconditi, I furti e le malefatte aumentarono in maniera tragica, tutto era possibile con il volto coperto da una maschera. L'anonimato era diventato l'anima stessa del carnevale, era possibile corteggiare e farsi corteggiare abbattendo tutti i muri della decenza e nel maggior sprezzo delle buone abitudini. La parola d'ordine era trasgressione per questo le autorità si videro costrette a proibire l'accesso delle maschere ai luoghi religiosi e alle case da gioco e dovettero evitare la circolazione notturna di personaggi ambigui. La Laguna era permeata di

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mistero, le dame usavano nei e ventagli come linguaggio di seduzione e gli uomini erano i protagonisti assoluti su di un palcoscenico emozionante. Fortunatamente tutto questo ai giorni nostri e' stato ridimensionato e il periodo ha assunto connotati molto meno disonesti ma più frivoli e modaioli, la città si prepara un anno per l'altro a questo evento e già parecchi giorni prima si può avvertire una sottile euforia scorrere per le calli. La ricerca della maschera é quasi ossessiva, l'emozione di passeggiare sulla celebra piazza San Marco abbigliati come delle seducenti dame dell'ottocento o come dei gentiluomini avvolti nei singolari tabarri e indossando la classica Larva (maschera bianca che ricopre interamente il viso) e' unica e non ci si può sottrarre al suo dolce e romantico richiamo. Per una decina di giorni la città dei dogi diventa un teatro a cielo aperto. Nonostante siano passati centinaia di anni dalle prime edizioni del carnevale lo spirito primario e' rimasto lo stesso, quindi chi si aggirasse incuriosito in cerca di emozioni tra le calli della bellissima città lagunare faccia molta attenzione, le sorprese possono essere veramente tante celate dietro le maschere, non a caso Carlo Goldoni, celebre commediografo veneziano scrisse che a carnevale … “Qui la moglie e là il marito Ognuno va dove gli par Ognun corre a qualche invito, chi a giocar chi a ballar”.


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Fotografie: Donatella Bucci

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Speciale Maschere

LIFESTYLE

Il Carnevale Scandinavo di Barbara Pisu

Chi di voi pensa che il Carnevale in Scandinavia non esista? Beh non avete tutti i torti a pensare che un posto cosi freddo possa essere privo di voglia di festeggiare e di mascherarsi... ma devo dirvi che non è così. Gli scandinavi festeggiano il Carnevale, in modo diverso rispetto a quello italiano magari, ma un certo legame con il più grande Carnevale del mondo come Rio, per esempio, in un dato periodo lo ha. Andiamolo a scoprire! Il popolo del Nord prende in considerazione il festeggiamento del Carnevale facendo un calcolo dal momento in cui cade il solstizio invernale, il 21 dicembre. Ovviamente valutando che le giornate diventano più brevi dall’Equinozio d’Autunno la sua punta massima potrebbe avvenire anche intorno al 22 Dicembre; in ogni caso calcolando 40 giorni dopo questo solstizio arriva il Carnevale nordico. Esso avviene così in un periodo in cui inizia una nuova vita, rinasce la natura e la primavera è vicina. L’entusiasmo della musica e delle danze apre le porte alla gioia di vivere. Tra l’altro in questo periodo i ruoli importanti perdevano la loro competenza sociale e tutto andava fuori dallo schema. Così che le maschere principali erano rappresentate da due Signori: il Sig. Inverno “Hr. Vinter” con il suo bell’abito di pelle, paglia e paraorecchie; il Sig. Estate “Hr. Sommer” con vestiti fantasiosi e colorati, freschi e ricchi di fiori e nastri. Il Fastelavn, Carnevale Danese, un tempo era occasione di gare e giochi in cui venivano nominati regnanti e conti. Nelle campagne si celebrava con lunghe cavalcate molto simili alla Sartiglia presente in Sardegna, una regione dell'Italia. Ancora oggi esistono scuole che insegnano ai giovani danesi ad infilare spade di le-

gno su un foro al volo, mentre cavalcano. I partecipanti facevano lunghe cavalcate in giro per le fattorie a farsi offrire da bere, solitamente acquavite. I tempi cambiano e così spesso anche le usanze. Qualcuno continua a organizzare cavalcate, soprattutto nella zona dello Jutland, ma oramai il carnevale tradizionale è dedicato più ai bambini. Oggi la maschera per i danesi non è considerata solo tradizione carnevalesca, ma una buona occasione per festeggiare qualsiasi momento di festa nella vita, in party a tema, tra amici o in famiglia. Dal momento che a febbraio fa ancora molto freddo, si organizzano infatti feste in casa che sono un’occasione per ritrovarsi tra amici e riproporre quei giochi tradizionali che stanno ormai scomparendo, come quello in cui, legati a coppie, bisogna riuscire a mordere un biscotto o una mela che pende dal soffitto. Durante il Carnevale si mantiene una tradizione non del tutto danese ma importata dai vicini olandesi. Si tratta del "Slå katten af tønden", colpisci il gatto nel barile", una sorta di pentolaccia che consiste nell'appendere al soffitto un barile con sopra disegnato un gatto nero, che i bambini, a turno, colpiranno con un bastone in modo da fare uscire le caramelle in esso contenute. Il gatto, che attualmente viene solo disegnato simbolicamente sul barile, un tempo aveva la sfortuna di trovarsi davvero all'interno dello stesso. I bambini che riescono a rompere il barile in un colpo solo e a far uscire le caramelle vengono eletti Regina o Re dei gatti. Un'altra usanza popolare è quella di creare con dei rami freschi delle fruste, solitamente di betulla, con cui i bambini ritualmente svegliano i propri genitori la mattina della Domenica di carContinua… >>

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Speciale Maschere

nevale. Questa tradizione, chiamata “Fastelavnsris”, ha radici settecentesche e comprendeva diversi costumi: uno dei più comuni è quello in cui i genitori frustavano i propri figli per ricordare loro le sofferenze di Cristo in croce. Questa usanza cruenta fu sostituita con un uso più simbolico, in occasione principalmente di riti di fertilità, in cui ci si dava delle frustatine per gioco. Venivano usati soprattutto rami in cui i germogli che nascevano simboleggiavano appunto la nuova nascita. A seconda delle zone si avevano delle varianti: in alcune utilizzavano mazzi di ramoscelli di albero da frutto e preferibilmente con boccioli; altri li decoravano con piume e gusci d’uovo. Oggi vengono adornati con caramelle ed è diventato quasi un diritto speciale dei bambini per frustare i genitori in modo da istigarli a preparare loro i dolci di carnevale. In Danimarca ci sono ancora delle zone in cui i bambini si ritrovano a cantare una tipica canzone popolare che avvisa genitori e vicini di casa che è giunto il momento di sfornare i dolci. Persino gli adulti si divertono ad andare a bussare dai vicini con il viso mascherato in modo da fargli indovinare chi si nasconde dietro. I dolci principalmente preparati in questo periodo sono i fastelavnsboller: una sorta di bignè alla crema e marmellata con sopra della glassa. Qualcuno prepara la Semla, una pagnottella di grano farcita con panna e frutta secca. Mentre in Svezia vengono preparati i fastlagsbulle, dei panini dolci speziati al cardamomo, decorati con panna montata e ripieni di pasta di mandorle. Al di là di questo periodo carnevalesco dedicato soprattutto ai bambini, il più grande Carnevale in Danimarca si svolge in un altro periodo, esattamente a maggio. I brasiliani sono conosciuti per il loro Carnevale spettacolare in tutto il mondo ma quello considerato il più grande Carnevale del Nord Europa si svolge ad Aalborg, il sabato e la domenica della 21° settimana che di solito è l’ultima di mag-

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LIFESTYLE

gio. Sicuramente questo arriva in ritardo rispetto a quello classico ma in molti lo attendono con grande entusiasmo e preparazione. Il motto di questa festa è: “la strada è il palcoscenico e tu sei l’intrattenitore”. E’ una grande festa ricca di manifestanti, tutti possono partecipare alla celebrazione della vita, chiassosamente divertendosi e con l’unico limite della fantasia per i propri costumi. Tutto è però iniziato appena trenta anni fa, nel 1983, quando un gruppo di amici organizzò una festa carnevalesca di strada a cui parteciparono poche migliaia di persone. Ora invece Aalborg è diventato il centro del più grande carnevale della Scandinavia, con maschere di tutti i tipi e con un'incredibile aria di festa. E’ un evento imperdibile; la parata conta circa 30.000 partecipanti, organizzati in gruppi. Il suo unico obiettivo è il puro divertimento come emerge dalle migliaia di maschere che riempiono la città. Ogni anno l’evento cambia tema e la manifestazione si snoda in diversi tipi di eventi: il Børnekarneval, carnevale dei bambini; la competizione musicale delle Carnival Bands e la vera e propria rappresentazione carnevalesca, chiamata Karnivalsparaden, che comincia nel centro della cittadina e finisce in Kildeparken. Musica, birra e un grande spettacolo pirotecnico finale chiudono l'evento a dir poco spettacolare, in cui i gruppi si sfidano per vincere la gara del miglior gruppo in maschera. Gli spettatori possono vedere tradizioni arrivare da tutto il mondo, gruppi mascherati che oltre da tutta la Danimarca, arrivano da Brasile, Olanda, Belgio, ma anche dal Ghana e dalle Antille Francesi, e dall'Italia, con le maschere di Venezia e quelle della Sardegna. Tutti per dare il loro contributo con costumi scenografici e sfavillanti, con piume, tamburi e ritmi sfrenati ed esotici. Che dirvi quindi: sia che vogliate trascorrere un tranquillo e classico Carnevale o che non possiate andare in Brasile per viverne uno più sfavillante, potete sempre vivere la magia dei festeggiamenti o dei ritmi di samba in Danimarca. A voi la scelta!! Buon Carnevale!


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”Fastelavn er mit navn, boller vil jeg have. Hvis jeg ingen boller får, så laver jeg ballade. Boller op, boller ned, boller i min mave. Hvis jeg ingen boller får, så laver jeg ballade”. ”Fastelavn è il mio nome Dolcetti voglio avere Se non ricevo nessun dolcetto, allora combino guai. Dolcetti su, dolcetti giù Dolcetti nella mia pancia Se non ricevo nessun dolcetto, allora combino guai”.

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Speciale Maschere

LIFESTYLE

Carnival in Scandinavia traduzione a cura di Simona Tocco

Those who think that Carnival is not celebrated in Scandinavia are wrong. Carnival has been part of Scandinavian traditions from centuries with two protagonists: Sir Winter and Sir Summer; young men used to ride to various villages where at their arrival people would offer them to drink. Celebrations included competitions and games. The Carnival like in other countries was, and it still is, the celebration of re-birth of nature after the hard winter season. Sla Katten Tonden af, literally “hit the cat in the barrel”, is a popular game: A black cat is painted over a barrel filled with sweets and candy. The barrel is then hanged from the ceiling and children hit it with sticks, very similar to a piñata, the winner will be crowned King or Queen of cats. Another tradition was to lash the children with fresh tree branches in order to remind them what Jesus had to endure. Nowadays the branches are decorated with candy and sweets, a reminder for parents that it’s time to prepare typical Carnival treats for children. In some areas of Denmark children gather together to sing popular songs and to remind one more time parents and neighbours to prepare sweets and fastela-

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vnsboller, glazed doughnuts filled with custard cream and jam. In other areas the same fastelavnsboller are called Semla; filled with custard cream and nuts. Swedish children will eat their country version, the fastlagsbulle, spiced with cardamom, decorated with whipped cream and filled with almond based cream. Carnival has always been a festivity for everybody but always dedicated to children, the festivity and celebrations culminate in May, with the biggest North European Carnival celebration in Aalborg. People arrive from various parts of Scandinavia and from the world, during celebrations they are all fancy dressed. The celebrations go on stages: a part entirely dedicated to children, music and competitions ending with a big parade and fireworks.


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Carnival has always been a festivity for everybody but always dedicated to children, the festivity and celebrations culminate in May, with the biggest North European Carnival celebration in Aalborg.

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Ricette di Simona Lasi

Foto: Simona Lasi

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Un dolce tipico del Carnevale nordico sono i semlor (semla al singolare), ed erano solitamente associati all’inizio della Quaresima. Sono diffusi in tutte le nazioni scandinave e nei paesi baltici, tanto che in Islanda è usanza prepararli il Lunedi prima delle Ceneri , e questo giorno viene chiamato “Bolludagur”, dal nome islandese del dolce: “bolla” I semlor non sono altro che dei paninetti dolci speziati con il cardamomo, e ripieni, dopo cotti, con pasta di mandorle e panna montata, una bontà! Pensate che la prima versione, la più antica, era semplicemente un pezzo di pane nero immerso nel latte caldo. Sono perfetti per accompagnare tè o caffè, oppure, restando fedeli alla tradizione svedese, immersi nel latte caldo, e, nonostante la tradizione li indichi come un dolce tipico del Carnevale ormai sono diventati un dolce tipico finlandese, dove sono chiamati “laskiaispull”, e hanno una variante nel ripieno: la confettura di lamponi, al posto della pasta di mandorle. Vi posso assicurare che uno tira l’altro, ma mangiateli con moderazione: si dice che Adolfo Federico di Svezia morì nel 1771 per aver fatto indigestione di questi dolcetti, dopo un pranzo che ne prevedeva ben 14 per dessert, e per questo viene chiamato “il sovrano che mangiò sino alla morte”. Prepararli è semplicissimo, ci vuole solo un po’ di pazienza, visto che è un dolce lievitato.


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Foto: Simona Lasi

Semlor Svedesi Preparazione

Ingredienti per 15 paninetti: 13 gr. di Lievito di Birra 45 gr di Burro 125 ml di Latte 40 gr di Zucchero 1/2 cucchiaino di Cardamomo macinato 2 gr di Sale 250 gr di Farina 00 50 gr di Pasta di Mandorle 225 ml di Panna fresca 1 Uovo sbattuto per spennellare Zucchero a Velo per decorare

Fondete il burro in un pentolino e aggiungete il latte. Portate alla temperatura di 37°. Sbriciolate il lievito in una ciotola ed amalgamatelo al cardamomo macinato, versateci il latte e mescolate per bene. Aggiungete la farina per poco per volta ed impastate. L’impasto deve risultare morbido e leggermente appiccicoso, a questo punto aggiungete zucchero e sale e mescolate fino ad ottenere un impasto liscio. Lasciate lievitare la pasta in un recipiente coperto da un canovaccio, in un ambiente riparato, fino a quando non raddoppia di volume, impiegherà circa un’ora. A lievitazione ultimata dividete l'impasto in 15 palline e ponetele ben distanziate in una teglia rivestita di carta da forno, o se volete che tengano una forma “composta” potete disporli in pirottini in silicone, o in uno stampo da muffin. Lasciate quindi lievitare nuovamente per un’altra ora o fino a quando il loro volume non sarà raddoppiato. Trascorso questo tempo, spennellate la superficie con l’uovo sbattuto e infornate in forno statico preriscaldato a 225° per circa 12/13 minuti. Sformate dagli stampi e lasciate raffreddate su una grata. Quando saranno raffreddati tagliate la calotta superiore e scavate un po’ nella mollica: sbriciolate o passate al mixer la mollica che avrete tolto, e amalgamatela alla pasta di mandorle aiutandovi con un cucchiaio di panna. Adesso mettete un po’ del composto ottenuto in ogni paninetto svuotato. Montate la panna e con l’aiuto di una sac à poche fate dei bei ciuffi su ogni paninetto, rimettete la calotta a mo’ di cappellino, cospargete con lo zucchero a velo, e servite. Sarà un dolcissimo Carnevale!

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LA NOSTRA PAGELLA* Mediocre Passabile buono ottimo eccellente

* La nostra è una valutazione personale e nominativa, che

comprende varie considerazioni come la qualità, la professionalità, la gentilezza del personale e la nostra esperienza diretta. Le considerazioni fatte non vogliono screditare o elogiare, ma mirano a dare consigli ai nostri lettori.

S. Valentino a Copenaghen. Dove mangiare? Vi consiglio assolutamente di organizzare la vostra cenetta al Le Président Bistro, è un ristorante situato in una zona abbastanza centrale della città, Amagertorv 9. Un ambiente molto caldo e accogliente, dalle tonalità viola e nero, il personale è molto giovane e disponibile. Cosa fondamentale, non è necessario che conosciate il Danese o l’Inglese, perché il personale parla anche Spagnolo e Italiano. La cucina che propongono è molto ampia, Messicana, Italiana, Danese e il Sushi in versione classica e vegetariana. I piatti vengono presentati in maniera fantastica e il servizio e velocissimo. Se non avete il tempo di trattenervi per una cena o un pranzo, andateci anche solo per un semplice tea caldo o per gustarvi un gløgg, che vi verrà servito con gli Æbleskiver.

http://lepresident.dk/

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Recensioni di Claudia Fois Traduzioni Simona Tocco Fotografie Silvia Montis St Valentine Day in Copenhagen, where to eat? Nordic Lifestyle recommends Bistro Le president. Located in a fairly central part of the city, precisely in Amagertov 9. The atmosphere is very warm and welcoming; the interior has lovely shades of purple with some black, the staff is young and helpful. Le president employs multicultural staff, together with Danish and English language, Italian and Spanish languages are also spoken. The Menu is quite variegated and includes Mexican, Italian, and Sushi (both classic sushi and vegetarian one). All dishes are very well presented and the service is fast. If not hungry and / or in a hurry hot tea, glogg are also available at any time, served with AEbleskiver.


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Siete a Copenaghen e avete voglia di dolce? Recatevi al Cafè Castro a Nørrebrogade 209, dovete assolutamente mangiare i loro pancake. Vi chiederanno se li preferite con la frutta o con il gelato, voi rispondete un'opzione a caso, perché tanto ve li serviranno con entrambi. Hanno anche un ampio menù con una vasta scelta di piatti composti ad ottimi prezzi. Altro motivo per il quale questo locale è in cima alla lista dei miei preferiti di Copenaghen è che c'è il wifi free.

www.cafecastro.dk

Where to go when, in Copenaghen, you just feel the urge to eat something sweet? Café castro Norrebrogade 209, their pancakes are something special! You will be asked to choose between pancakes accompanied with fruit or ice cream for then been served both! The menu at the Café Castro is quite extensive as it also serves all in one meals.

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http://www.theculturalvoyager.com/dusseldorf-helau-carnival-season-has-started.html

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EVENTI

a cura di Flavia Di Luzio

San Valentino di ghiaccio

Desiderate un San Valentino da sogno? Kakslauttanen è il posto che fa per voi! Situato vicino al colle Saariselkä nella regione di Inari (Lapponia finlandese), questo resort vi farà trascorrere una notte veramente magica grazie ai suoi 20 igloo e a una kota (tipica tenda sami) in vetro, nonché a 60 posti letto in igloo di neve. Non solo potrete ammirare la bellezza delle aurore boreali attraverso i vetri termici degli igloo ma anche usufruire della bellissima “Queen Suite”, un'elegante suite fatta in kelo (legno di pino siberiano) indicatissima per un soggiorno romantico. Infine non dimenticate di visitare la cappella di neve, l’ice bar, la galleria del ghiaccio e il vicinissimo parco nazionale Urho Kekkonen! Cosa aspettate a cogliere questa fantastica occasione? Non ve ne pentirete!

An icy Valentine’s day

Are you planning a dream Valentine's Day? Kakslauttanen is the right place for you! Located near the Saariselkä fell area in Inari region (Finnish Lapland), this resort will give you the opportunity to enjoy a truly magical night thanks to its 20 igloos and the kota (a traditional Sami tent), both made of glass, and also 60 beds in snow igloos. You'll have the chance to admire the beauty of the Northern Lights through the thermal glass of the igloos, as well as avail yourselves of the amazing "Queen Suite", an elegant suite made of kelo (Siberian pine wood) that is perfect for a romantic getaway. Finally don't forget to visit the snow chapel, the ice bar, the ice gallery and the very close Urho Kekkonen National Park! So what are you waiting for? You won't regret your choice! Continua… >>

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Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.visitfinland.com/.../ addormentarsi-sotto... http:// www.kakslauttanen.fi/it For further information, visit: http://www.visitfinland.com/.../ doze-off-under-the... http:// www.kakslauttanen.fi/en

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EVENTI Are you in the mood for a funfilled Carnival? Holland is waiting for you! Dutch Carnival is mainly celebrated in the south of the country, especially in the Catholic provinces of Limburg and Noord-Brabant. The festivities will take place after the mayor will have symbolically handed over to the Carnival Prince and his subjects the keys to the city that, from February 15 to 17, will temporarily turn into the Kingdom of Fools. You can join the happy crowd wearing your Carnival costume and making your way from pub to pub, without forgetting to greet the Carnival Prince with the typical alaaf, of course! For further information, visit: http://www.holland.com/.../ celebrate-carnival-inholland.htm

Voglia di un Carnevale all'insegna del divertimento? L'Olanda vi aspetta! Il Carnevale olandese viene celebrato soprattutto nella parte meridionale del Paese, in particolar modo nelle province cattoliche di Limburg e Noord-Brabant. I festeggiamenti avranno luogo dopo che il sindaco avrà consegnato simbolicamente al Principe del Carnevale e ai suoi sudditi le chiavi della città che, dal 15 al 17 febbraio, si trasformerà temporaneamente nel Regno dei Folli. Potrete unirvi alla folla in festa indossando il vostro costume e andando di pub in pub, senza dimenticare di salutare il Principe del Carnevale con il tipico alaaf ovviamente! Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.holland.com/.../ celebra-il-carnevale-in-olanda...

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a cura di Flavia Di Luzio What could be more romantic than a walk through medieval alleys surrounded by the beauty of Hanseatic architecture? This is Tallinn Old Town! Here you'll find Pikk and Lühike streets with their typical "guild houses", the Rataskaevu with its picturesque wheel and the suggestive Katariina käik. You'll have the opportunity to visit 11th century buildings, galleries and museums, as well as have a break in a cosy café or restaurant in the city centre. For further information, visit: http:// www.visitestonia.com/.../ tallinn.../medieval-old-town

Cosa c'è di più romantico di una passeggiata tra vicoletti medievali e bellezze dell'architettura anseatica? Ecco a voi la Città Vecchia di Tallinn! Qui troverete la via Pikk e la via Lühike con le tipiche “case di gilda”, la Rataskaevu con la sua pittoresca ruota e la suggestiva Katariina käik. Potrete non solo visitare antichi edifici risalenti all'XI secolo, gallerie e musei ma anche sostare in qualche accogliente caffetteria o ristorante del centro. Per ulteriori informazioni, visitare: http:// www.visitestonia.com/.../ tallinn-la-capitale... http:// www.tallinnestonia.it/cittavecchia

Parades, masked balls and lot of cheer? This is the Düsseldorf Carnival, that will be held in the German city of the same name from February 12 to 18! The event opens with the Altweiberfastnacht ("Carnival of the Spinsters"), where women of all ages are wrapped up in playing jokes on men all around the town, and then goes on with the Jugendumzug ("Youth Procession"), the Sunday parade on the Königsallee, the engaging Tonnenrennen ("Barrel Race") in Niederkassel and, finally, the majestic Rosenmontagszug ("Carnival Monday Procession"). Fun guaranteed! For further information, visit: http://www.duesseldorftourismus.de/.../our-top.../ carnival http://www.comiteeduesseldorfer-carneval.de/de

Sfilate, balli in maschera e tanta allegria? Ecco a voi il Carnevale di Düsseldorf, che si terrà nell'omonima città tedesca dal 12 al 18 febbraio! L'evento si apre con l'Altweiberfastnacht (“Carnevale delle zitelle”), che vede protagoniste donne di ogni età intente a fare scherzi agli uomini della città, per poi continuare con la Jugendumzug (“Processione della gioventù”), la parata domenicale di Königsallee, l'avvincente Tonnenrennen (“Corsa del barilotto”) di Niederkassel e, infine, la maestosa Rosenmontagszug (“Processione del lunedì di Carnevale”). Divertimento assicurato! Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.duesseldorftourismus.de/.../our-top.../ carnival http://www.comiteeduesseldorfer-carneval.de/de


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Collaborando con Passione Lettura

LIBRI

Il bambino che mangiava le stelle recensione di Emma Fenu

“Il bambino che mangiava le stelle”, edito nel 2010 dalla Salani Edizioni, è un breve romanzo di Kochka, autrice di svariati libri per ragazzi.

Affamata di parole, sogni, verità e scoperte, la ragazzina resta affascinata dal bambino di quattro anni, Matthieu, che abita nell’appartamento sopra il suo.

Siamo a Parigi, ma non sotto l’imponenza della tour Eiffel, lungo le sponde illuminate della Senna, nel buio squarciato dal potere del divino di Notre Dame, fra i colori ad olio e la musica di Montmartre. Ci troviamo in Rue de Merlin, numero 11, fra l’odore di baguette appena sfornate, spedizioni domenicali nel cimitero di PereLachaise, corse in cortili socchiusi, scrosci di pioggia sotto l’ombrello, passeggiate in vicoli su cui si affacciano bar e botteghe. La voce narrante è quella di Lucie, una dodicenne, ossia una crisalide, non più solo bambina, non ancora adulta, che, proprio in virtù del suo essere liminare, riesce ad entrare in contatto con entrambi i mondi, quello dell’infanzia e quello della maturità.

Li separano pochi scalini visibili e massicce muraglie incorporee. Matthieu, infatti, è autistico, chiuso nel suo mondo, nel suo definirsi “tu”, come si sente appellare, nel suo girare vorticosamente in cerchio, come un pianeta inglobato in un’orbita che non ammette invasioni. Ma Lucie e la sua amica Theo scoprono il suo magico potere: il piccolo viene da lontano, è un extraterreste che si nutre di stelle e ha il potere di trasformarsi negli oggetti e, da grande, potrà farlo perfino con le persone. Matthieu sa diventare perfino il biscotto che tiene in mano, senza mangiarlo, per ore, finché non si sgretola. E allora, davanti a quel mutamento dello status quo, il bambino piange, perché è empaticamente in tutto ciò che per gli altri non ha anima, perché le sue mani sono come ali di angelo capaci di donare vita. Eppure un canale di contatto con lui c’è: sono i capelli. Il piccolo, infatti, si aggrappa alle lunghe chiome femminee, come se se fossero la treccia di Raperonzolo, per non precipitare nel vuoto dei suoi abissi.

Illustrazione Daria Palotti 78


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Sito web: www.passionelettura.it Pagina fb: www.facebook.com/ PassioneLettura?fref=ts Gruppo fb: www.facebook.com/ groups/passionelettura/?fref=ts

“Ecco perché le donne hanno i capelli lunghi”, sentenzia Lucie, digiuna di antropologia e iconografia, ma nutrita di amore e di coraggio. “Il bambino che mangiava le stelle” è una storia poetica e dolce, ma che non cela ed eufemizza la realtà: la rende semplicemente ed oggettivamente tale, spogliandola dai pregiudizi e dalla paura verso ciò che è diverso, ignoto…alieno.

“Al quinto piano sotto i tetti, quando arriva il momento di dormire, Matthieu mangia le stelle … le biglie cadono dentro la notte come stelle di sonno dentro gli occhi“.

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La mia esperienza nei Paesi Nordici Sono una grande amante del nord, del Grande Nord, da sempre. Per indole personale mi ritrovo tremendamente a mio agio con il modus vivendi delle popolazioni del nord Europa (beh… a dire la verità, non occorre andare troppo al nord dell'Italia per trovarmi in sintonia con altre mentalità diverse da quella italiana) e per niente con quello tipico dei popoli mediterranei. Contrariamente a quanto mi accusano alcuni, non è affatto una contrapposizione tra essere caratterialmente freddi o caldi. No, non la vedo così: entrare nel dettaglio sarebbe troppo lungo ma sintetizzando al massimo lo vedo come assoluto rispetto della privacy e degli spazi altrui, senso civico, profilo morale elevato. Detto questo io non trovo affatto fredde le persone dei paesi nordici; ad esempio ho trovato più disponibilità, gentilezza ed altruismo durante i miei viaggi in Inghilterra e Olanda (che ho girato molto) che non con le persone che incrocio quotidianamente (io abito nel nord della Toscana). Quindi la voglia di visitarli è sempre stata tanta, con un po' di timore perché mi sembravano terre troppo lontane ed io non ho mai fatto viaggi troppo lunghi. Ho continuato a sognarci sopra per anni e anni, collezionando qualunque articolo parlasse di questi luoghi. La molla definitiva è scattata quando, leggendo in un diario di viaggio in Danimarca, sono venuta a conoscenza della loro abitudine di vendere prodotti propri tramite cassette lasciate lungo la strada dove la gente prende il prodotto, lascia i soldi e la sera il proprietario ritira l'invenduto e la cassettina con i soldi! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Avete presente sì che in Italia dopo tre nanosecondi sparirebbe pure il paletto che regge la cassetta????!!!!!

Mi sono ripromessa: se al mondo esiste un luogo con un tale livello di civiltà, io ci devo andare!!! (Poi da una amica ho scoperto che questa abitudine la hanno anche in Svizzera).

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E dunque, dopo anni e anni, la scorsa estate finalmente ho fatto il mio agognato viaggio in Danimarca. Adesso mi fermo qui, perché se mi metto a raccontare anche delle mie vacanze non la finisco più. Magari in un'altra puntata… Aggiungo solo che sono rimasta assolutamente soddisfatta, che era tutto come mi aspettavo (no, pure meglio!!!) e che ovviamente spero di tornarci di nuovo. In pochi giorni ho ottimizzato il tempo a disposizione e sono riuscita a vedere un sacco di cose ma ovviamente molto mi resta da vedere! E guardate un po' qui cosa ho fotografato…

Paola Pattz

Foto: Paola Pattz

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"Una grande fotografia è la piena espressione di ciò che si sente su ciò che viene fotografato, nel senso più profondo, ed è quindi una vera espressione di ciò che si sente sulla vita nella sua interezza" (Ansel Adams)

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“Una foto per il magazine” è un gruppo nato su facebook, fondato da Silvia Montis e amministrato da Claudia Fois, a cui aderiscono fotografi e fotoamatori da tutta Italia e non solo. In questo spazio virtuale si condividono scorci del proprio mondo, della vita, dei sentimenti e delle emozioni che attraverso la fotografia prendono il volo. Non ha nessuna pretesa di tipo professionale o di riconoscimento e la gran parte degli iscritti sono appassionati che si dilettano e condividono i propri scatti. Da questa condivisione e bellissimo scambio è nata l’idea di portare, con il permesso dei proprietari e la scelte personale e indiscutibile dalla redazione, le foto del gruppo nel magazine Nordic Lifestyle. Creando così una galleria fotografica mensile a tema.

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Photo Gallery Volete partecipare alla Photo Gallery mensile di Nordic Lifestyle? Iscrivetevi al gruppo UNA FOTO PER IL MAGAZINE https:// www.facebook.com/ groups/139766316719 6917/

Leggete il regolamento e postate le foto, seguendo il tema proposto di volta in volta. Ricordate di scrivere, come titolo, “una foto per il magazine”, poichè questo ci consentirà di inserire le foto selezionate.

Foto di Francesca Mannias

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Photo Gallery

Fotografie di Giulietta Luise

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Fotografie di Francesca Lentis

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Photo Gallery

98 Foto di Giulietta Luise


Foto di Francesca Cuzzocrea

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Photo Gallery

Foto di Ida de Santo

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Foto di Simo Esery


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Photo Gallery

Foto di Giulietta Luise

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Fotografie di Giulietta Luise

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Photo Gallery

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Fotografie di Fabienne Lazzarotto


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Photo Gallery

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Foto di Fabienne Lazzarotto


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Photo Gallery

Fotografie di Donatella Bucci

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Tutti i diritti riservati Š Foto sfondo by Donatella Bucci


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