Nordic Lifestyle Magazine - Luglio 2014

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Mensile illustrato sullo stile di vita nordico, vintage, country, shabby chic e provenzale. Una finestra sul mondo nordico interpretato da una redazione di origine mediterranea.

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Cover: photo/layout © Silvia Montis 2


Nordic Lifestyle Magazine

INDICE La redazione Backstage Editoriale Speciale Il Viaggio _ La vita è un viaggio _ Storie vere di Donne in viaggio _ Viaggio come esperienza di vita _ Nata con la valigia in mano _ Diario di bordo _ La casa di un Cittadino del Mondo _ Open Space House _ Ricetta: Pancake _ Viaggio come vacanza _ Ricetta: Pranzo a spasso per Parigi, Omelette _ I cavalli, compagni di lunghi viaggi _ Fashion: viaggio a piedi attraverso il tempo _ Tu sei nella mia casa mentre io sono nella tua... _ Ricetta fotografica: Capesante Giapponesi _ Rosso Danese _ Angolo dei Bambini _ Spot Music: I Sonnocolla Eventi La rubrica di SylviÊ La rubrica di Emma La Posta dei lettori Photo Gallery by Silvia Montis

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“C'è qualcosa di speciale in te. C'è qualcosa per cui sei nato. C'è una Vita che devi vivere. C'è un Viaggio che devi compiere”. Rhonda Byrne

4 Foto: Alessia Porceddu


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Foto: Claudia Fois

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Silvia Montis “Il mio nome d’arte è Sylvié. Ho 39 anni, sposata, nata in Brianza e vissuta in diverse parti d’Italia. Sono cresciuta in Sardegna, dove ho trascorso tutta la mia infanzia e adolescenza. Diplomata al Liceo Artistico di Cagliari, ho frequentato corsi specialistici a Firenze e Treviso, nel ramo della grafica pubblicitaria. Ho maturato diverse esperienze nel campo pubblicitario, nel marketing, nell’arte, nell’editoria e nel commercio. Ora mi occupo di Creative Solutions, come Coach Business, Home Stager dedicandomi ad allestimenti e fornendo idee creative per ogni evento e per le più svariate esigenze (http:// facebook.com/sylviestagingcreativesolutions). Parallelamente dedico il mio tempo libero al mio nuovo progetto Jana Old Style, un laboratorio di idee creative in stile Vintage, Country e Shabby, di pittura, design e cucina (http://facebook.com/janaoldstyle). Sono una persona sensibile, aperta, sognatrice e molto testarda ma fondamentalmente dolce. Amo i contrasti e spesso questi emergono nella mia dualità di “romanticismo fantasy” e “gothic mood”. Questo è ciò che sono, una creativa poliedrica, una che abbraccia la vita, pienamente, con tutte le sue infinite sfumature. Mi piace leggere, adoro i film fantasy e d’avventura, amo fotografare, dipingere, scrivere e cucinare. Sono un’amante dello stile vintage, provenzale, country e shabby. Sono appassionata di culture nordiche e celtiche: da anni studio tradizioni e culti che hanno radici arcaiche, legate al paganesimo e cristianesimo, analizzando le numerose similitudini tra il Nord Europa e la Sardegna. Su tali argomenti ho pubblicato un libro nel 2012 (http://facebook.com/laprofeziadellunistizio). Sono una ragazza con la “valigia in mano” e dai miei viaggi cerco sempre di trarre insegnamento, aprire la mente e farmi ispirare. Da questi numerosi interessi è nato, nel Gennaio 2014, il progetto editoriale Nordic Lifestyle Magazine, l’attuale rivista online gratuita che dirigo assieme al mio meraviglioso staff.

La redazione... Emma Fenu “Ho 36 anni e non ho propensione verso le categorizzazioni. Chi sono io? Una sintesi di note contrastanti: dolce e polemica, sognatrice e ironica, idealista e consapevole, chiacchierona ed empatica, passionale ed introspettiva. Sono laureata in Lettere e Filosofia e ho conseguito un Dottorato in Storia delle Arti. Ho vissuto in Medio Oriente e ora abito a Copenhagen. Scrivo per lavoro e per passione, insegno Lingua Italiana agli stranieri, mi occupo di Storia delle Donne, di Letteratura e di Iconografia. Amo le simbologie, le domande dalle infinite risposte, la moda, lo stile vintage e shabby chic, le favole, i gatti, le serate trascorse a leggere e sferruzzare accessori in lana e la magia del Natale. Ecco i miei blog ed alcuni dei siti per cui collaboro: http://www.libreriamo.it/d/1259/pensieri-e-parole-in-valigia-emma-fenu.aspx http://emmaswoolcreations.blogspot.dk http://www.passionelettura.it/ http://www.iovo.it/ http://www.lettermagazine.it/”

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Barbara Piras “Ho 37 anni, vivo e lavoro in Sardegna, vicino Cagliari. Sono una persona solare, semplice e sensibile. Ho lavorato per anni nel settore immobiliare. Amo fare lunghe passeggiate immersa nella natura, mi dedico alla cucina, amo fare torte, mi piace godermi il mare e il sole della mia amata terra, adoro stare in compagnia degli amici e della famiglia. Mi piace aiutare gli altri, in questo sono molto portata e sto frequentando un tirocinio per assistente domiciliare. Il mio sogno nel cassetto? Fare il cammino di Santiago e andare in Messico. Amo la natura, gli animali, leggere e gustarmi le cose semplici della vita”.

Simona Tocco “Ho quasi 38 anni, sono una Manager e mamma single di due bambini. Nata e cresciuta in Sardegna, ho vissuto a Torino, Dublino e ora, da 11 anni, a Londra. Anni fa mi occupavo di edifici contemporanei, ora lavoro come Manager presso una Firm che si occupa di edifici storici, piccoli musei e appartamenti dove alcuni artisti hanno vissuto. Attualmente mi occupo del funzionamento di Handel House, il compositore tedesco, e dell’appartamento di Jimi Hendrix. Mi occupo anche della cura e protezione delle opere d’arte che si trovano in questi posti. Il mio è un background d’arte, musica e di architettura/ tecnica. Quando le belve mi lasciano un po' di forze eseguo lavori di pittura mobili in legno. Prediligo lo stile Provenzale, Scandinavo e Shabby “.

Giuseppina Pisu “Sono nata a Cagliari per caso e vivo a Copenhagen. Ho passato l'infanzia tra vecchi libri, stoffe variopinte e il profumo dei fiori d'arancio del giardino di famiglia. Ho vissuto in Germania ed Estonia e mi sono laureata a Cagliari. Dal 2012 mi occupo del progetto Ombraluna Vintage ( www.ombraluna.com e www.facebook.com/OmbralunaVintage ) e dal 2013 collaboro con il regista italiano Giovanni Coda. Mi piacciono i vecchi cappelli, i foulard, il vintage, i gatti e i cappuccini. Adoro viaggiare e acquisto sempre un anello in ogni città che visito. Ho sempre con me ago e filo, e un quaderno per fermare i miei pensieri”.

Flavia Di Luzio Antonio Coni “Ho 28 anni e vengo dalla Sardegna. Attualmente vivo a Copenhagen. Studio economia e informatica all´Università SDU e mi ritengo abbastanza soddisfatto del corso di studi che sto seguendo nonostante sia difficile e impegnativo. Lavoro come cameriere in un ristorante "italiano". Non é il massimo della vita però ci si adatta alle esigenze. Le mie passioni più grandi sono: la pallavolo, la pesca, le lingue straniere ( parlo e scrivo in inglese, tedesco, spagnolo e sto studiando il danese), viaggiare, uscire e stare in buona compagnia, cucinare e altro. Ho la passione per lo stile nordico e in particolar modo Interior Design”.

“Nata nel 1985 a Chieti e cresciuta a Pescara, ho conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna, specializzandomi poi in lingua finlandese e nell’insegnamento della lingua e della cultura italiane a stranieri. Attualmente lavoro come traduttrice freelance, faccio parte della redazione del sito www.bifrost.it e collaboro con le case editrici www.vocifuoriscena.it e Liber Iter. Nel tempo libero mi piace uscire con gli amici, ascoltare musica, andare al cinema, leggere e disegnare. Amo gli animali, la natura, credo molto nell’attivismo e nel volontariato”.

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Daniela Montis “Ho 32 anni, vivo e lavoro in Sardegna, amo realizzare le mie idee creative, disegnare e fare giardinaggio. Sono molto felice di poter collaborare, con le mie illustrazioni, per Nordic Lifestyle Magazine”.

Angie Lucia Kriffel “Ho 31 anni, vivo e lavoro a Copenhagen, amo la musica: cantare è la mia più grande passione. Dicono che sono una persona molto creativa, adoro disegnare e sono lieta di condividere le mie illustrazioni con Nordic Lifestyle Magazine”.

Claudia Fois “Ho 31 anni, vivo in Sardegna, mi piace tutto ciò che esprime creatività e spontaneità, dalle cose artigianali alla fotografia e la garfica. Felice di poter collaborare, con le mie illustrazioni, per Nordic Lifestyle Magazine”.

Simona Lasi “Ho 35 anni, vivo e lavoro in Sardegna. Niente a che fare con le mie passioni. Amo il vintage, gli anni 50, i pois, il pizzo, e tutto ciò che a che fare con ago, filo, bottoni e stoffe, e, soprattutto, adoro cucinare per chi amo. Sono lieta di poter collaborare, con le mie ricette, con Nordic Lifestyle Magazine”.

8 Foto : Francesca Lentis


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Foto : Francesca Lentis

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“Ti auguro una strada da percorrere giorno dopo giorno, con grande calma interiore, senza quella strana esitazione che a volte ci prende. Ti auguro di imparare a riconoscere la bellezza in ogni cosa, l’armonia nella natura, la poesia nella vita�. Stephen Littleword

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"Ogni ostacolo sul tuo cammino ti insegna a diventare pi첫 forte e a espandere il tuo potere creativo. ". Roy Martina - Christallin

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Foto: Francesca Fois

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13 Foto: Claudia Fois


Con l’estate ormai inoltrata e la voglia di vacanza, di sole e di mare, questo mese abbiamo deciso di portarvi in viaggio con noi e condurvi in una dimensione meno “fredda e nordica”. Nessuna destinazione precisa, nessun luogo, città e nazione da visitare, ma un viaggio attraverso le proprie sensazioni. E’ questa la meta più bella e profonda, quella che ci conduce verso la fantasia, verso la libertà di emozionarci, con leggerezza, credere che ancora tutto sia possibile, danzando sopra il mondo, tra le note di un violino e un pianoforte che ci trasportano lontano, lontano, lontano, dove non c’è più confine, né diversità, né limite. Il viaggio attraverso le esperienze, il cibo, la musica, un libro letto, un film che ci ha regalato lacrime o sorrisi, attraverso le persone che ci circondano. Un viaggio nel passato, che ci ha insegnato qualcosa, ma anche nel futuro, che qualcosa in serbo lo ha sempre e comunque. E quando scende la sera e il nostro sguardo abbraccia il tramonto, un nuovo viaggio ci attende, quello più intimo, verso i nostri sogni. Buon viaggio a tutti quindi, ovunque stiate andando!

di Silvia Montis

With the late summer and the desire of vacation, sun and sea, this month we will bring you with us on a road that leads to a less "cold and nordic” dimension. No particular destination, no specific place, city or country to visit, but a journey through our own feelings. This is the most beautiful and deep destination, that gently leads us to imagination and emotions. Only a strong belief: everything is possible, even dancing above the world on the notes of a violin and a piano that can carry you far, far, far away, where there is no boundary, no diversity, no limit. A journey through experiences, food, music, books or films that give us tears or smiles, a journey through the people who surround us. A journey into the past, which has taught us something and straight into the future, which always retains something lovely for us. And when night falls and our gaze embraces the sunset, a new journey awaits us, the most intimate, towards our dreams. A good trip then. Wherever you're going!

a cura di Giuseppina Pisu

14 Foto sfondo: Vanessa Zara


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Foto: Claudia Fois

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SPECIALE Viaggio

di Emma Fenu Simbologie ed introspezioni.

"Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi. […] Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia e pace in sé stesso”. Pablo Neruda Foto: Carme Mura I viaggi. Li amo perdutamente. Adoro inciampare goffamente su cumuli di vestiti, scarpe, libri e prodotti per l’igiene personale, nella frenesia di preparare una valigia. Eccomi: sono l’apprendista stregone di disneyana memoria che, come un direttore d’orchestra, governo con maestria la danza di oggetti e idee che fluttuano, a ritmo sempre crescente, dirigendosi, da soli, verso i giusti scomparti. La mia disposizione d’animo muta sensibilmente, come è vi sarà facile comprendere, se la partenza imminente mi deve condurre ad una agognata e spensierata vacanza o ad un trasferimento, destinato, quest’ultimo, a protrarsi per qualche anno o per un lasso temporale che non ho cognizione precisa di quanto sarà lungo.

16 Foto: Carme Mura

In quest’ultimo frangente il mio cuore accelera e salta i battiti, in preda all’entusiasmo, alla nostalgia, all’ardore veemente della sfida e al brivido, aguzzo come un coltello, della paura di intraprendere percorsi non ancora battuti e di planare su cieli non ancora solcati.

“Il coraggio è il complemento della paura. Un uomo che è senza paura non può essere coraggioso. (Ed è anche uno sciocco)”. Robert Anson Heinlein Eppure non è di tale tipologia di viaggi di cui vi voglio narrare. Ma di altri, di quelli straordinari che si svolgono nell’arco di pochi millimetri spaziali e di infinite distanze temporali. Mi riferisco ai sentieri che si intraprendono, tramite righe vergate d’inchiostro, sulla carta; ai voli che si fanno in completo silenzio, ammirando l’orizzonte nell’istante in cui mare e cielo generano


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un’osmosi sublime; alle partenze a ritroso nella memoria, scorribande affannose nel cuore della notte, quando, con un amico, ci si perde nei ricordi, entrambi privi di bussole e mappe; ai percorsi interiori che, precipitando come Alice nel pozzo, ci conducono sempre più in giù, alla ricerca e alla scoperta di ciò che in valigia abbiamo da sempre, talvolta dimenticato e nascosto.

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Marcel Proust Il viaggio è una filosofia di vita, un approccio al mondo, un canale privilegiato per conoscere sé stessi ed entrare in empatia con gli altri. Non è mero movimento di membra e rombo di motori, si tratta di eccelsa metamorfosi, spietata rivoluzione e vigorosa rinascita. “Partire è un po’ morire”: è il titolo di una poesia composta da Edmond Haracourt, ma l’espressione è entrata a far parte del comune parlare, come i proverbi ripetuti, con solennità, dai nonni, le celeberrime citazioni tratte dai film in bianco e nero, le note di Michelle dei Beatles. Ed è vero, viaggiare è seppellire la monotonia, ampliare i confini della propria mente e della propria coscienza, perforare il bozzolo di crisalide per spiegare le ali da farfalla.

Foto: Giuseppina Pisu Coraggio, preparate la valigia, scegliete di portare con voi chi e ciò che vi sarà utile... il resto è solo una zavorra.

“Bisogna chiudere i cicli. Non per orgoglio, per incapacità o superbia. Semplicemente perché quella determinata cosa esula ormai dalla tua vita. Chiudi la porta, cambia musica, rimuovi la polvere. Smetti di essere chi eri e trasformati in chi sei”. Paulo Coelho

Foto: Simona Lasi Foto: Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto

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SPECIALE Viaggio

di Emma Fenu Quando l'amore ti conduce lontano.

"Siamo legati da infiniti fili sottili, facili da recidere a uno a uno, ma che essendo intrecciati tra loro formano corde indistruttibili". Isabel Allende Aveva quasi la parvenza di un gioco da bambina: solo chi è cresciuto troppo in fretta sa concedersi il dolce fascino delle favole proprio nel corso delle ardue vicende che si snodano a ritmo serrato lungo le pagine del libro della vita. Io ero la principessa e gli altri, ombre che solo infrangendo l'incantesimo avrebbero preso sembianze reali, rivestivano un ruolo preciso, rispondente al proprio carattere: c'era il cavaliere senza macchia e senza paura, il buffo cantore di corte, l'enigmatico fanta-

sma del castello, l'ammaliante conte straniero. Ma mancava il principe, il grande assente.

"In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l'altro nell'abisso". Paulo Coelho Le interazioni online con uno sconosciuto sono terribilmente affascinanti: si scopre l’anima prima del volto, si dischiudono i piÚ fragili e profumati petali del proprio essere, prima ancora di stringersi la mano, di avvertire l’odore reciproco, di sentire il timbro della voce. Appresi molto sulla natura degli esseri umani e sulla mia natura femminea, solare e lunare come le antiche dee madri; figlia di Eva e del suo impulsivo e fecondo generare parole ed evoluzioni; isola, anche io, come la mia terra natia, fatta di duro granito, di spumose onde indomite e di candide spiagge infinite. Lui non era il mio preferito. Ma io ero la sua.

18 Foto sfondo: Emma Fenu


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Una sera, terminato di stendere lo smalto sulle unghie, momento in cui una donna può riflettere intensamente e prendere in mano il proprio destino, decisi di cancellarlo dai miei contatti, convinta che, con un rapporto virtuale, non avrei mai varcato i suoi muri impenetrabili. In quel medesimo istante, complice l'allineamento dei pianeti o la mera fortuna, lui mi mi invitò a passeggiare, a piedi nudi e a ritmo lento, nel suo giardino segreto. Chattammo senza annoverare le ore che si susseguivano, raccontandoci aneddoti, emozioni, sogni, fallimenti, successi. Fui io, infine, a chiedergli il numero di telefono e a fissare un appuntamento per il pomeriggio successivo, quando, come di consueto, presi l’autobus, ma, stavolta, con indosso, accidentalmente, il vestito al contrario. Mi chiama al cellulare, sento la sua voce, ci separano pochi passi. Lui è in alto, sulla sommità delle scale del parcheggio di un centro commerciale, mi scorge per primo, io dopo qualche secondo. Sono gli occhi più verdi che io abbia mai visto. Imbarazzo. Io scherzo e sono pungente, lo faccio sempre quando sono in evidente difficoltà. Ci sediamo in un bar, ordiniamo due caffè, parliamo, o meglio, parlo solo io. Lui mi ascolta e mi guarda fisso. Emana un profumo meraviglioso. Le nostre mani si sfiorano. Ha una pelle di velluto.

"Mi piace come ascolti, mi fai venire voglia di parlare". Gianrico Carofiglio

Apro la portiera, senza neppure salutarlo con un bacio sulla guancia. Il cuore salta e accelera i battiti e penso, con assoluta determinazione, di non volerlo rivedere mai più. Mi addormento immersa in un turbine di pensieri che si susseguono in una danza senza soste, come fiocchi di neve in balia di una tormenta. Ma, l’indomani mattina, la dolce curva del mio sorriso svela a me stessa l’irrefrenabile voglia di baciarlo. Non ho più paura, mai avuto paura degli sconosciuti, ma paura di amare ed essere amata di nuovo, quella sì. Trascorsero sette giorni: secondo il libro della Genesi è un lasso di tempo sufficiente per opere di indiscussa grandezza, se si è Dio. Ma è, comunque, abbastanza per creare un proprio Eden, se si è meri esseri contingenti. Parliamo e camminiamo vicini, ma senza toccarci. Centimetri infiniti di paradosso, che separano Achille dalla tartaruga. Io sto seguendo il filo di un ragionamento, un filo che si dipana e si interseca fino a formare un gomitolo dalla forma confusa, come dopo aver resistito all'assalto di un gatto. Lui si ferma, mi abbraccia stretto e mi bacia. Un bacio dolcissimo, meraviglioso. Anche la sua bocca, come le sue mani, ha la consistenza del velluto. Non so per quanto tempo restiamo fusi. Poi riprendiamo a camminare, gli tendo la mano. Continua... >>

Ora siamo davanti al portone d'ingresso della mia casa. L’auto è ferma, ma ancora calda. Non sono consapevole e padrona di quanto accade o potrebbe accadere, ho bisogno di scappare.

19 Foto sfondo: Claudia Fois


SPECIALE Viaggio

Ora procediamo stretti…forse non tocchiamo terra.

"Ogni giorno cerco il filo della ragione ma il filo non esiste, o mi ci sono ingrovigliata dentro". Alda Merini Partimmo, durante un fine settimana, diretti alla volta di un arcipelago di incantevole bellezza selvaggia, battuto dal vento, teatro di agiografiche leggende medievali. Non ricordo le tappe che scandirono il tragitto. Ricordo solo le nostre mani intrecciate. L'immagine di noi diventa nitida nella mia memoria solo nell'interno claustrofobico del traghetto, soli in auto, nella notte incipiente. Sussurro qualcosa. Non mi ricordo cosa. Qualcosa di banale. Lui equivoca, evidentemente. Mi risponde: “Ti amo anch’io”. Cuore che scoppia costretto nella prigione del petto. Io non ho detto “ti amo”, ne sono certa. Ma lo amo, eccome. Però taccio, non ho neppure salivazione.

Mi stringo a lui, nel silenzio.

"T’amo senza sapere come, né da quando né da dove". Pablo Neruda Sono trascorsi, da allora, quattro anni intensi, cadenzati da giorni lunghi e gravidi di vita come millenni. Il tempo è una misura relativa, che dimora nel mistero dell'anima. Con amore e con coraggio di essere Due, viviamo insieme in terre lontane, dal Medio Oriente al Nord Europa. Mi sono persa fra odori e colori di spezie, di hommos, di burro e di cannella; fra villaggi dove tutto sembra essersi fermato in un’epoca imprecisata e metropoli ipertecnologiche; tra il fumo inebriante del narghilè e il bruciante sapore del gløgg; fra percorsi stellati di notti incantate, in un silenzio squarciato dal richiamo del Muezzin o dai i canti intonati in un unisono festoso, danzando attorno all'albero di Natale; fra infiniti orizzonti, reali e metaforici, di rossi deserti e di distese innevate. E, al termine della giornata, dovunque sia casa, ci abbracciamo, respirando l’uno il profumo dell’altra, consapevoli che non sempre tutto è perfetto, tantomeno noi. No, non siete giunti alla fine della storia. E’ solo l’inizio.

"Coloro che vivono d'amore vivono d'eterno". Emile Verhaeren edito in http://it.20lines.com/ read/29417/rete-d-amorecuoriinfuga/84286

20 Foto: Claudia Fois


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di Silvia Monits

Foto: Silvia Montis

“E così il mio sguardo si perde tra orizzonti e colori, come un viandante su terre lontane che di magia e bellezza si nutre, in piccoli attimi che la natura gli dona” ( dal libro “Viaggio di un Bodhisattva” di Silvia Montis)

Tra riflessioni e introspezioni, ciò che vi propongo qui è il tipo di viaggio che considero più importante, quello chiamato vita. Assieme alle persone che amo, che mi circondano e con cui scelgo ogni giorno di percorrere i miei passi, il viaggio diventa condivisione, amore, coraggio, valore, forza e speranza. I colori della natura, del mondo, delle culture, delle tradizioni, sono lo specchio del mio universo, dei miei pensieri più profondi e dei miei sogni. Il mio è spesso un modo impulsivo di respirare le strade che percorro, a passo deciso, come di chi si sta per buttare da un precipizio ma sa di avere con sé le ali di una libellula, nascoste come un asso nella manica, pronte a farmi planare leggiadra, nel momento più bello, quando si sta per varcare il confine dei propri limiti. Con coraggio e passionalità volo verso quell’orizzonte che molti si accontentano di osservare da un luogo stabile e sicuro, senza farne parte totalmente. Per me il viaggio è un’esperienza di vita, sempre e comunque. Quando viaggio abbraccio il mondo, imparo a conoscere nuove abitudini, altre culture e rientro sempre con un bagaglio arricchito, pieno di emozioni, poesia nel cuore, sorrisi e tanta gratitudine.

Foto: Graziella Mereu

21 Foto: Graziella Mereu


SPECIALE Viaggio

di Silvia Monits La mia propensione ad essere una viaggiatrice incallita la devo aver ereditato sicuramente da mia madre, che emigrata da giovanissima ha sempre amato spostarsi e conoscere realtà nuove, e da mia nonna materna, che non ha mai temuto l’idea di fare la valigia qualora sentisse il bisogno intrinseco di andare a trovare i suoi figli, partiti nel nord per lavoro. Ebbene si! mentre per molti si dice siano nati “con la camicia”, io piuttosto sono nata “con la valigia in mano”. Già alla tenera età di sei anni i miei piccoli piedini gommosi avevano toccato il suolo di quattro luoghi di residenza. Tornata poi in “patria” nell’antica isola dei Shardana ho trascorso la mia infanzia e adolescenza, fin quando ho incontrato il mio nuovo compagno di viaggi, la mia dolce metà. Il mio cuore pulsante di viaggiatrice ha ripreso a battere, conducendomi prima in terra Toscana, dove abbiamo abitato per mezzo anno e dove abbiamo imparato cosa volesse dire essere indipendenti, poi nella verde ma anche grigia Padania, dove abbiamo stanziato per ben dieci anni, affrontando nume-

22 Foto sfondo: Silvia Montis

rose difficoltà che ci hanno fatto crescere e maturare, rafforzando il nostro amore e la consapevolezza di avere ancora tanti sogni da realizzare. In quegli anni abbiamo anche viaggiato tanto, per puro piacere, conoscendo tanti luoghi splendidi e apprendendo tradizioni e costumi di molte popolazioni Europee: Irlanda, Croazia, Francia, Austria, Svizzera, Danimarca, Svezia sono solo alcune delle Nazioni che ci sono rimaste nel cuore. Ma si sa, per un vero Shardana è obbligo, dopo un lungo viaggio, ritornare nuovamente nella propria terra, affondare le proprie orme ormai mature, li dove nascono le radici, proprio al centro del labirinto. Tornati nuovamente nella nostra isoletta Mediterranea ci siamo disintossicati e rigenerati, preparandoci per una nuova avventura. Ed eccoci qui, a vivere in Danimarca, felici delle nuove esperienze maturate, pronti ancora una volta ad assaporare il gusto della scoperta. La nostra valigia? Sempre aperta, pronta a mettere dentro tutti i nostri successi, le scoperte e le conquiste, le amicizie fatte durante il percorso, le emozioni e i sorrisi, ma spesso anche le lacrime, quelle lasciate dopo aver imparato lezioni di vita o quelle versate dalla troppa commozione difficile da contenere. Ad ogni modo, in qualunque luogo si trovi la nostra dimora, per me “casa” è nel cuore delle persone che amo, lungo il viaggio della mia vita.


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16 Marzo Quello che pensavo essere un tour in bus per la città si é rivelato un bellissimo giro a piedi per gli angoli più nascosti di Dublino, dove la guida ci ha illustrato, in modo pittoresco, la storia travagliata dell'Irlanda e della sua capitale. Il gesticolare del giovane ragazzo, dai ricci ramati e dal particolare accento inglese, mi ha permesso di capire gran parte dei discorsi nonostante la mia ancora scarsa padronanza della lingua.

per le vie di Dublino di Silvia Monits

A metà del free tour, organizzato dalla catena di ostelli tra cui il Jacobs Inns dove ho alloggiato, abbiamo fatto tappa al "The Old Storehouse", un incantevole pub tipico, dove si può gustare ottimo cibo irlandese a prezzi alquanto modesti. Un piatto che consiglio vivamente se vi trovate in zona é il salmone affumicato, veramente ottimo, accompagnato con una pinta di ottima Guinness che non può mancare assolutamente. L’atmosfera di contorno è gradevole e accogliente, come quella di un luogo frequentato da donne e famiglie ma rigorosamente "Irish". Alle tre del pomeriggio, ogni giorno, c'é musica live tradizionale. Un clima magico che rapisce e coinvolge, lasciando qualcosa di veramente profondo impresso nei cuori e nelle menti dei viandanti che fanno tappa qui anche per caso. Dublino in fondo sa affascinare, ad ogni angolo e in ogni momento, inaspettatamente. Anche per questo, probabilmente, é una delle mete più ambite dai giovani di tutto il mondo.

Foto: Silvia Montis 23


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17 Marzo Un posto dove mangiare un ottimo Burritos a Dublino è il "Saburritos" tipica cucina messicana nella Tabol Street, proprio di fronte alla statua dello scrittore James Joyce. L'ambiente è confortevole, per un pasto veloce, che però non disdegna di intrattenere anche il passante più esigente o di chi va in cerca di una sosta più prolungata, con un contesto moderno, tavoli quadrati bianchi e sedie a righe trasversali nere. Nel poco tempo che mi sono trattenuta qui, tra un morso piccante e un sorso di birra per alleviare il bruciore, hanno sostato per di più donne e giovani coppie. E mentre il fuoco divampava nella mia bocca, ho pensato che dopotutto quel Burritos, per quanto piccante fosse, valeva proprio la pena mangiarlo! Le vie Dublinesi, la domenica, brulicano di turisti di ogni nazionalità, che non si arrendono al fatto che la maggior parte delle vetrine dei negozi sono chiuse. Dalla mattina alla sera la fiumana di gente, imperterrita, non cessa di percorrere la capitale in lungo e in largo e, quando cala la notte, quelli che la fanno da padrone sono i tantissimi giovani. Dublino è il colore cosmopolita per eccellenza, è la patria dei giovani, è la culla dell'incontro multietnico. Chiunque abbia dimestichezza con la lingua inglese qui è di casa. E chi non parla nemmeno una parola della lingua ufficiale non deve temere, non troverà alcun problema nel comunicare con gli Irlandesi, perché qui il turista è sacro e la lingua universale del cuore infrange ogni barriera, con gentilezza e disponibilità assoluta. Lasciatevi quindi coccolare da questa strana sensazione di essere come a casa. Questo è ciò che sa regalare una città come Dublino.

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per le vie di Dublino di Silvia Monits

Fotografie: Silvia Montis


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per le vie di Dublino 20 Marzo

di Silvia Monits

Non potevo concludere in bellezza questo viaggio senza recarmi nella mia ormai abituale caffetteria, Kylemore, luogo ispiratore di tutto ciò che ho scritto in questo viaggio. Mi godo i colori rosa e le fragranze fruttate della mia tisana fumante e del mio Cheese cake, guardando dalla vetrata i passi veloci di chi percorre O'Connell Street Lower, la via più famosa della città, e il viale pedonale ad angolo chiamato Earl Street. Ciò che provo in quell’attimo è un'emozione indescrivibile. Un momento che conserverò solennemente. Questi giorni a Dublino sono stati particolarmente importanti per ritrovare l'ispirazione artistica e l'energia combattiva, quella che alimenta i sogni che son rimasti chiusi nel cassetto troppo allungo. Proprio in questi giorni le mie foto e i miei articoli su Dublino hanno cominciato a fare il giro dei portali e alcune redazioni mi hanno chiesto di poterli pubblicare nei loro spazi editoriali. Questo non può che farmi piacere. E mentre cala la sera, sotto un cielo di nuvole e di azzurro, ringrazio la mia vita per l'opportunità avuta e l'esperienza fatta, per le persone che ho incrociato, per i luoghi meravigliosi che i miei occhi hanno potuto vedere. La vita è una continua sorpresa e tutto è in continuo movimento, le cose cambiano in continuazione e quello che ora è il posto in cui sto scrivendo i miei pensieri domani chissà, sarà il posto in cui qualcun’altro magari deciderà di diventare uno scrittore come me, ispirato anche lui dalla figura esile di James Joyce che, sorretto da un bastone, sorride ai passanti proprio in questo angolo di strada, ricordando loro di aver scritto uno dei romanzi più belli e famosi sulla vita di questa città Europea. Si conclude così questa bellissima avventura, ma tante ne seguiranno sicuramente. E mentre mando giù l'ulFotografie: Silvia Montis timo sorso di tea, saluto con affetto questo luogo magico che mi ha ospitata facendomi sentire a casa. Non è un addio, ma un arrivederci. A presto terra di incanto, che rapisci il cuore dei tuoi viandanti!

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SPECIALE Viaggio

di Emma Fenu

“Non troviamo che due piaceri nella nostra casa, quello di uscire e quello di rincasare”. Henry Becque Le valigie di nuovo sull’uscio. Ma, stavolta, il loro percorso è a ritroso, non dirette verso nuovi lidi, ma di ritorno a casa. Stanchezza dovuta alle ore di viaggio, dolce nostalgia di terre lontane, fremente euforia per quanto si è visto e appreso, percependolo intensamente, con tutti i sensi, ma anche la rassicurante felicità che si prova nel rivedere luoghi familiari, odori e colori della quotidianità. Come immaginate la dimora di un accanito viaggiatore? Un tripudio di souvenir colorati? Un mix di manufatti artigianali, scatti fotografici, strumenti musicali, libri e guide turistiche, magliette con scritte recanti i nomi delle più grandi capitali, tappeti e complementi tessili con il profumo intenso dei cibi trasmesso dalle mani che li realizzarono, le stesse mani che preparano, ogni giorno, il desinare per la famiglia? Sì, ci sono case come questa appena descritta, in cui, quando varchi la soglia, respiri mille storie e mille vite. Ma noi, in questo numero, vi proponiamo un’alternativa intrisa di nordico design: un ambiente “open space”, con vuoti apparenti, in realtà in parte colmi e in parte ancora da colmare di infiniti pensieri e ricordi, non di meri oggetti. Vi proiettiamo in orizzonti infiniti, in stanze aperte verso l’esterno e verso la luce, soprattutto se si tengono le braccia dischiuse, per accogliere e farsi abbracciare dalla natura e dall’universo intero. E’ questa la casa degna di un cittadino del mondo. Benvenuti.

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La casa è il vostro corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni”. “

Kahlil Gibran


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di Antonio Coni

How do you like open space houses? What does it come into your mind when you see them? Big windows, glass walls with view over the garden or the city, furniture used to divide the different areas of the house and few colours for the decor. Kitchen island, big sofas, big tables, indoor plants and special lighting. The style? Generally modern but not necessarily. I do love them! They give me a feeling of freedom, brightness and well cleaned and organized house. I would suggest the white as primary colour for the walls and parquet or black stone for the floor. If you have a big balcony, the best would be installing sliding doors. Why? Imagine to seat on your sofa. Outside is rainy or snowy and you are watching the beautiful show the nature is offering you from your warm apartment. Isn´t it cozy and relaxing? The glass makes sure we are always connected with our surrounding and that´s why this material is so special and used more and more by the interior designers. The furniture? As simple as possible. Smooth lines and basic colours. White, black and grey are generally the most used ones and I do like them as well. My personal hint would be to add another colour, maybe your favourite colour. Mine, for example, is orange. This colour breaks the rules, fits perfectly with the colours I mentioned

before and it gives me a warm sensation. The choice of the colours is very important. Never underestimate it. Open space means obviously space. Feel free to move in your apartment. Don´t fill it up with unnecessary ornaments and don´t feel sorry if you have to get rid of them. You will never use them anyway. Open space, however, reduces the privacy in an apartment. Unless you live alone, you definitely need a room where you can stay for your own. I´m talking about the bedroom. Continua... >>

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The list of rules I mentioned before applies only partially to this area of the house. What we need from this room is privacy and intimacy. In order to keep the same style but at the same time assure privacy, there are some solutions which can be used. Two examples: frozen or smoked glass for the door and the walls and white curtains. Don´t forget to give your apartment your personal touch. It can be your favourite indoor plant, some pictures of your favourite artist, some ornaments typical from a country where you have been and you really like. Elegance and comfort are the key words.

Una casa open space di nuova generazione, modernissima e fornita di tutti i comfort. Pareti in vetro, mobili per separare le diverse aree della casa. La cucina e la sala rigorosamente unite in una sala unica, grande, spaziosa e luminosissima grazie alle ampie vetrate. L´arredamento, le mura e gli infissi prediligono il bianco come colore base, facilmente abbinabile con qualsiasi altro colore a discrezione dell´arredatore. Il bianco dona una sensazione di freschezza, pulizia e luce, tanta luce. Il pavimento nero in pietra o parquet lucido. Lo stile per l´arredamento é tipicamente moderno ma, se scelto con cura, uno stile diverso potrebbe risultare altrettanto interessante. Vivamente consigliata la scelta di un colore forte che spezzi il legame tra i colori di base e che doni quel tocco personale all´appartamento. Per quanto riguarda la zona notte, per mantenere la privacy e per non alterare lo stile, é consigliabile installare delle pareti in grigio fumé o delle tende bianche dal tessuto fine e delicato.

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Se poi il tutto risulta essere un po´ troppo monotono e freddo, a vostra discrezione, potrete addobbare il vostro appartamento con qualche oggetto particolare, scelto con cura e che in qualche modo rispecchi il vostro essere.


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Foto: Francesca Lentis

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di Simona Lasi

Foto sfondo: Simona Lasi

A chi non è mai capitato di fare un viaggio, e di avere, tra le tante, una paura: quella di non trovare una colazione adatta alle proprie abitudini... Il latte è sempre diverso, il caffè non è certo quello italiano, per non parlare di tutti quegli “odori” che arrivano dal classico buffet della, cosiddetta, “colazione continentale”, ai quali noi italiani non siamo per niente abituati! Anche io viaggiando ho sempre sperato in tutto ciò, fino a quando non ho avuto l'occasione di fare un viaggio in America... Anche li, da buona italiana, ho sperato che il cibo fosse buono, e che la colazione fosse “all'altezza”, ho sperato di accontentarmi, ma non potevo certo immaginare, a cosa possono arrivare le “colazioni world wide”. Si poteva trovare di tutto: dal dolce dei pasticcini, al salato del classico “bacon and eggs”, dal piccante di una sorta di gulash (che, dalle 8 alle 10, veniva rimpiazzato varie volte dai solerti chef), all'acidulo dello yogurt greco, dalla ridondanza della frutta secca, fino alla freschezza della coloratissima frutta... Sono rimasta a dir poco sbalordita! Prima della scelta, ammetto che la curiosità mi ha fatto fare il giro delle varie postazioni più di qualche volta... Ovviamente, dopo un'attenta scelta, ho optato per un classico latte e caffè (americano, ahimè), dovevo solo decidere cosa scegliere per accompagnare la mia bevanda... Quando leggo: “Pancake”... Li mi sono venute in mente le mamme di tutti i telefilm americani, che preparavano, e, talvolta, bruciavano, le frittelle per la colazione della loro famiglia...

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Prima della scelta, ammetto che la curiosità mi ha fatto fare il giro delle varie postazioni più di qualche volta... Ovviamente, dopo un'attenta scelta, ho optato per un classico latte e caffè (americano, ahimè), dovevo solo decidere cosa scegliere per accompagnare la mia bevanda... Quando leggo: “Pancake”... Li mi sono venute in mente le mamme di tutti i telefilm americani, che preparavano, e, talvolta, bruciavano, le frittelle per la colazione della loro famiglia... Solo leggere la parola “Pancake”, mi ha fatto capire che io avrei adorato quelle tortine: così “casalinghe”, così anni '50, così... BUONE! Infatti l'accoppiata caffellatte e Pancake, è diventata la mia colazione per tutta la durata del viaggio! Al rientro dal mio viaggio, i Pancake sono stati il primo esperimento per riassaporare un po' di relax, una coccola da vacanza, e sentire un po' di quei sapori che mi riportano alla mente un viaggio memorabile. Prepararle è semplicissimo!

Fotografie: Simona Lasi

Colazione all'americana: Pancake Ingredienti: 200 gr di farina 2 cucchiaini da tè di lievito in polvere 1/2 cucchiaino da tè di sale 1 cucchiaio di zucchero 2 uova 250 ml di latte 3 cucchiai di olio di semi vari Preparazione: Preparate tre recipienti comodi: vi serviranno rispettivamente per mescolare gli ingredienti secchi, per montare gli albumi a neve, e per mescolare tutti gli ingredienti liquidi. INIZIAMO! Nel primo mescolate tutti gli ingredienti secchi. Separate gli albumi dai tuorli e metteteli rispettivamente negli altri due recipienti Sbattete gli albumi con una presa di sale finchè diventano consistenti, senza lavare lo sbattitore, sbattete per bene i tuorli assieme al latte e all'olio. A questo punto, aggiungete gli ingredienti liquidi agli ingredienti solidi e continuate a sbattere finchè il composto è omogeneo, aggiungete infine gli albumi montati. Ungete e riscaldate una padella di diametro medio (15 cm) a fuoco moderato. Mettete circa 3 cucchiai (o anche un mestolo da brodo raso) del composto per pancake ottenuto nella padella, l'impasto si distribuirà naturalmente perchè l'impasto sarà abbastanza corposo, ma non troppo denso. Cuocete finchè la parte superiore fa le bolle ed appare asciutta; girate il pancake con una spatola da crepe e cuocetelo dall'altra parte finchè si scurisce. Mangiateli caldi cosparsi di miele o sciroppo d'acero, o panna montata, o marmellata o accompagnateli con una bella macedonia di frutta di stagione... Buona giornata!

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Viaggiare è una profonda libertà d’animo, ti lasci catturare dal mondo esterno che ti catapulta in un'altra dimensione… per qualcuno questa dimensione può essere avventuriera e divertente, per qualcun altro entusiasmante e ricercatrice; per me è un misto tra lo spirito giocoso di un bambino, che esplora ogni nuova cosa che incontra, e la voglia di relax di un adulto dopo un duro anno di sacrifici. Cosi, mentre sono in vacanza che faccio? osservo, esploro e colgo ogni dettaglio… i miei occhi diventano una piccola macchina fotografica che cattura ogni immagine nuova da riportare a casa e risfogliare come un album ogni volta che mi va. La mia vacanza quest’anno è stata in un isola che al di là del sole e mare mi ha stupita per la sua caratteristica: la sua natura di origine vulcanica. Ecco qui che è entrato in gioco il mio spirito bambino: mille domande per scoprire questa: come è un vulcano?? Ma se c’è il mare e la sabbia, dove è il vulcano? E così via… mi sto trasformando in bambina!! Mi muovo, cosi, per esplorare questo mondo; spingendomi oltre, trovo immense terre dal colore scuro, un misto tra fumo grigio e nero, e terre gialle con qualche cespuglio verde. Nelle terre scure il vulcano ha fatto il suo corso ma gli abitanti del posto non si sono dati

32 Fotografie: Barbara Piras

di Barbara Piras

per vinti e cosi, comunque coltivano queste terre, scavando in profondità, ed impiantando diversi alimenti. La cosa curiosa è vedere immense distese nere alternate al verde delle piante che per crescere bene e riparate dal vento vengono recintate da delle pietre vulcaniche. Trovo poi il parco naturale: una distesa immensa di terra nera, rossa e gialla, qualche pietra striata e con le gocce asciutte della lava e dei licheni. Tutto un variare di colori che quasi non sembrano appartenere al vulcano ma che il il vento con l’andar del tempo ha trasformato e ridato vita. Dulcis in fundo, all’interno di una grotta, sempre vulcanica, scopro un lago naturale ed un locale che gli abitanti locali hanno creato per i turisti per potersi rifocillare dopo l’esplorazione del posto.


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Che dire… rimango a bocca aperta e felice di aver scoperto cosa c’è oltre ciò che appare, oltre quella meta che si sceglie come semplice vacanza. Ritorno cosi alla spiaggia dell’isola, mi sdraio sul lettino ed osservo il mare, inizia quel relax da adulto e mi catapulto nell’oceano, il suo blu è rilassante, mi trasmette energia, il sole mi scalda e non posso che godere di ciò che questo posto mi regala in ogni suo lato. Quando torno a casa tutte le immagini scattate dai miei occhi e dalla mia macchina riaffiorano, le tengo con me nel mio bagaglio, quello personale. Quella conoscenza in più mi ha arricchita ed anche se la vacanza è finita, il mio viaggio continua: tra le foto che ho, nel raccontare la vacanza ad amici e parenti e tra i souvenir che prendono posto nella mia casa!

“ ..Il viaggio è una porta attraverso la quale si esce dalla realtà nota e si entra in un’altra realtà inesplorata che somiglia al sogno..” Guy De Maupassant

Fotografie: Barbara Piras

Vi aspettavate il nord? E invece è nelle isole delle Canarie: Fuerteventura e Lanzarote… perché il mondo io lo amo tutto.

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Foto: Silvia Montis

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Foto: Claudia Fois

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di Simona Lasi

Quando visitiamo le grandi città, la parola d'ordine è “camminare”, dobbiamo riuscire a esplorarle il più possibile, ci piacerebbe rivoltarle come calzini, nel poco tempo che riusciamo a concederci… Siete mai “capitati” a Parigi? Io si... Ne sono proprio innamorata... Solo la vista della Tour Eiffel arrivando da fuori Parigi, la sua imponenza, la sua maestosità, il suo “non essere” un monumento, mi fa venire le farfalle nello stomaco, proprio come la prima volta che andai a 18 anni… Sembrava la bellezza infinita, quel posto. Tutto ciò che fino ad allora avevo potuto solo leggere sui libri, era li, ad un passo da me: potevo vedere, toccare, meravigliarmi di fronte a tutti quei monumenti, palazzi, musei, chiese, mi sentivo di poter “rubare” grandissime sensazioni da qualsiasi cosa mi capitasse davanti agli occhi: che fosse la Monna Lisa, che segue le tue mosse con il suo sguardo enigmatico, o le grandissime, spettacolari vetrate di Notre Dame, o il pittoresco quartiere di Montmartre... Con tutti i suoi negozietti, gli artisti, e i bistrot.

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Foto sfondo: Simona Lasi

Ripensandoci, ho assaggiato la mia prima omelette proprio in uno di quei carinissimi bistrot. Beh, a dire il vero mia mamma la chiamava frittata! Mi pareva di non aver mai mangiato niente di più buono, era stata la scelta più azzeccata: un pasto veloce, nutriente, e leggero. Ho imparato subito a farla: le ricette tipiche dei posti che visito, per me sono il più bel souvenir… Adesso anche mia mamma la chiama Omelette!


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Pranzo a spasso per Parigi: Omelette Ingredienti: 3 uova una presa di sale 30 grammi di burro 3 fette di prosciutto cotto 3 fette di formaggio “fondente” (fontina, scamorza, emmenthal, etc) Preparazione: In une recipiente sbattete leggermente le uova e salatele, non devono amalgamarsi per bene, devono solo essere mescolate, in modo che, come dicono i francesi, non cuociano come una frittata, ma rimangano “beveuse”. Fate sciogliere il butto in una padella antiaderente e capiente, dopo che avrà sfrigolato per bene, e finito di “fare le bollicine” (diventerà un po' scuro) buttateci le uova, fate in modo di coprire tutta la padella, e fate cuocere, fino a che l'omelette non si stacca dalla padella. A questo punto, farcite l'omelette con il formaggio e il prosciutto, e aiutandovi con una spatola, richiudetela su se stessa: il calore delle due parti farà fondere il formaggio del ripieno, creando un tutt'uno morbido e cremoso. Ricordate che l'omelette, al contrario della frittata, deve cuocere solo da una parte, in modo che l'interno rimanga cremoso. L'omelette è già di per se un piatto unico, volendo, potrete servirla accompagnata da un'insalata o verdure fresche, proprio come viene proposta nei bistrot di Montmartre.

37 Fotografie: Simona Lasi


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di Silvia Montis

Non so quando o come sia cominciata, la mia fissa per i cavalli, ma so per certo che da anni ripeto a tutti quelli che conosco “non voglio morire senza prima essere riuscita a salire su un cavallo” e ripetutamente mi brucio le occasioni e non ho ancora concretizzato questo mio grande desiderio. Ora penso seriamente che, se non ho mai dedicato il mio tempo a questo obbiettivo, probabilmente l’equitazione non è una grande passione. Il mio amore per i cavalli nasce più dal rispetto e dall’ammirazione verso questi animali, così intelligenti e sensibili, che con fedeltà e dedizione accompagnano i nostri passi da sempre. Il cavallo è nato per scortare l’uomo ma anche per dirigerlo, quando si perde per strada e non trova la via del rientro. I suoi resistenti zoccoli infatti ricordano il selciato percorso, la sua chioma sa diventare un ottima presa per non cadere, per rimanere aggrappati anche quando mancano le forze, durante un lungo viaggio. I cavalli nella storia hanno ricoperto infiniti ruoli, sono stati destrieri, ronzini da accompagnamento, corridori, viaggiatori, lavoratori.

Hanno galoppato liberi per le brughiere o sono stati carne da macello. Hanno solcato i mari, preso infinite strade, si sono adattati agli ambienti e ai ruoli assegnati. Sono stati osservatori sensibili, della natura che li circonda.

«Ormai da parecchi minuti me ne sto incantato sul crinale in ammirazione - scrive Giovanni Gamberini nel suo romanzo Viaggi, cavalli e uomini - e Peppinella, che è fatta di materia più sensibile della mia, vibrando, partecipa a questa lunghissima estasi. Un grande movimento parte dal mare, dove le schiume bianche delle onde corrono verso la costa e ogni onda continua, oltre la spiaggia, scarruffando le chiome dei pini e la macchia di ginestre, e poi risale la collina fino a noi, dove increspa le spighe verdi dei campi di grano. Il sole ci sta di fronte calmo e si lascia guardare attraverso il filtro dei vapori, tondo, perfetto, vicino». Nella mia visione, forse un po’ troppo romantica, è ciò che percepisco quando vedo questo straordinario animale.

38 Fotografie: Silvia Montis


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La sua forza interiore, la sua vibrazione che lo avvicina tanto all'umanità del suo padrone, il suo riuscire a scrutare gli orizzonti proprio come farebbe un uomo. I cavalli in questo hanno molto da insegnare. Così io, viaggiatrice temeraria e dallo spirito indomito, sempre alla ricerca di nuove lande in cui poter correre al galoppo, libera da redini, immagino quel sacro momento in cui la mia pelle diventerà un tutt’uno con il possente dorso ambrato del mio nuovo amico. Stringerò forte la sua criniera, per paura di cadere, mentre sfrecceremo via per la vallata di chissà quali terre lontane!

39 Foto del film: Flicka, uno spirito libero


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Le scarpette d’argento di Giuseppina Pisu Bastassero tre soli schiocchi di tacco per viaggiare altrove. Meglio ad occhi chiusi. La musica dentro, quella del tuo incedere. Tacco e punta. Un tornado di pensieri, intervallati, sincopati, allungati dal rumore bianco della città, intriso del vociare confuso delle persone che ti scorrono accanto e che ti sfiorano appena. Perdersi e ritrovarsi in città sconosciute... Viaggiare è sempre un dono. Viaggiare con le scarpe giuste è un doppio privilegio. Come novelle Dorothy, camminiamo per sentieri dorati e dalle nostre silver shoes pretendiamo eleganza, versatilità e naturalmente c o m o d i tà . La lunga genesi della scarpa, il suo successivo culto, ha sempre avuto come fulcro percettivo la fascinazione. Dai leggeri sandali egiziani, si è arrivati alle suole rosse di Christian Louboutin, passando per i Gina wheel stiletto e le “creature“ sofisticate di Jean Paul Gautier. Zatteroni, high heels, ballerine, infradito e clogs, ogni genere di scarpa ha conosciuto il suo irremovibile supporter. Strumenti di movimento, motori instancabili di seduzione, compagne di viaggio tenaci, le scarpe sono testimoni silenti delle strade che percorreremo. Tenendo la testa tra le nuvole e i piedi per terra, ricordando che davanti a un prato verde ci si può sempre scalzare.

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Foto sfondo: Giulietta Luise


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The silver shoes by Giuseppina Pisu

Imagine if it would be enough to just click your heels 3 times to travel elsewhere. Better with closed eyes. The music inside, that one of your gait. Heel and toe. A tornado of thoughts, interspersed, syncopated, stretched from the white noise of the city, full of confused voices of the people who run beside you and you just brush by. Getting lost and finding yourself in unfamiliar cities. Travelling is always a gift. Travelling with the right shoes is a double privilege. As a new Dorothy, we walk on gilded trails and from our silver shoes we claim elegance, versatility and comfort of course. The long genesis of the shoe, its following cult, has always had fascination as its perceptual cornerstone. From the light Egyptian sandals, we have reached the red soles of Christian Louboutin, passing through the Gina wheel stiletto and the sophisticated "creatures" of Jean Paul Gautier. Platform shoes, high heels, ballerinas, thong sandals and clogs, every kind of shoe has experienced its adamant supporters. Tools of movement, tireless engines of seduction, tenacious traveling companions, shoes are silent witnesses of the roads that we travel along. Keep your head in the clouds and your feet on the ground, remember that in front of a green lawn you can always take them off.

41 Fotografie: Giuseppina Pisu


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Foto: Barbara Piras

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di Claudia Fois

E’ un po’ come dire “Mi casa es tu casa”. Si tratta di un vero e proprio stile di vacanza, un modo alternativo che è esploso in California parecchi anni fa, dall’idea di Ed Kushins, fondatore di HOMEEXCHANGE.COM e SCAMBIOCASA.COM per l’Italia. Chi di voi ha visto il film “L’amore non va in vacanza”, sa già di che parlo. Il film racconta di due donne che non si conoscono ma che nello stesso momento decidono di andare in vacanza. Invece che affittare casa decidono di fare uno scambio di casa. L’una andrà in vacanza nella casa dell’altra. “Io offro a te la mia casa e tu offri a me la tua in maniera gratuita”. Trovo geniale questa soluzione. In pratica si può andare in qualsiasi parte del mondo e sentirsi a casa. Una soluzione economica, ecosostenibile e comoda che ci permette di girare il mondo in qualsiasi momento. Uno degli aspetti più interessanti dello scambio di casa è certamente quello culturale: vivere come un autoctono in un altro paese regala emozioni impareggiabili e permette di vivere

appieno la propria vacanza, apprezzando ogni minimo dettaglio della cultura del paese visitato, grazie anche ai preziosi consigli e suggerimenti di chi ospita sui luoghi da visitare e posti dove mangiare bene o fare buoni acquisti. State già pensando che la faccio facile?! “ Io ho animali, giardino da curare, non posso mica partire e lasciare la mia casa ad un estraneo”. Tutti possono scambiare casa, perché saranno i “nuovi abitanti della nostra casa” ad occuparsi d’ innaffiare le piante, curare il giardino o la piscina o badare agli animali. Su HOMEEXCHANGE.COM e SCAMBIOCASA.COM ci si iscrive attivando la propria scheda cliente con tutte le informazioni e le foto relative alla casa. Allora non ci resta che prendere il mappamondo, farlo girare, chiudere gli occhi, e fermarlo segnando un punto con il dito. Trovata la destinazione! Scegliete la casa, fate le valigie e partite. Raggiungete la vostra meta, viaggiatori del mondo.

Foto sfondo: Silvia Montis

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44 Foto: Silvia Montis


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“Fa che sia il tuo cuore a scegliere la meta, e la ragione a cercare la via�. (Detto Indiano)

Foto: Francesca Lentis

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di Silvia Montis

Foto: Silvia Montis

Japanske kammuslinger (Capesante Giapponesi) Quando penso all'estate, e al cibo da poter cucinare in questa stagione, non posso non pensare a ricette sfiziose a base di pesce.

Per realizzare questo piatto al meglio vestite il miglior sorriso, abbiate fiducia e tanta voglia di “sporcarvi le mani” senza timore.

Così, con il desiderio di sperimentare un piatto nuovo e diverso, mi sono prodigata a inventare questa leccornia.

Lo ammetto, questa non è una ricetta che troverete nel web e in nessun libro di cucina. E’ frutto del mio ingegno ed è un dono che faccio ai lettori di Nordic Lifestyle Magazine

Ve la presento, passo dopo passo, con scatti fotografici che vi guideranno in modo dettagliato, cosicché anche la persona più scarsa in cucina possa sentirsi regina per un giorno.

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Custoditela gelosamente!


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Ingredienti Medaglioni di Capesante Giapponesi (sono più grandi delle capesante classiche) Olio Aglio Farina Pomodoro secco (sottolio o sotto sale) Gamberetti Cipolla di tropea (quella rossa per intenderci) Broccoli Strumenti Padella Piatto Mestolo di legno Cucchiaio o forchetta Panno asciugatutto in carta Mix tritatutto 1) scongelate le vostre Capesante Giapponesi

2) asciugate bene le Capesante con un panno di carta

3) infarinate i medaglioni

4) mettete un pochino di olio in una padella e fate soffriggere alcuni spicchi d’aglio

5) togliete l’aglio quando è dorato e mettete nella padella le Capesante. Fate colorare il pesce in entrambi i lati.

6) aggiungete successivamente uno o due cucchiai di pomodoro secco, a piacimento ( non troppo se avete optato per quello sotto sale, potete invece abbondare leggermente se avete a disposizione quello sott’olio)

7) intanto che fate cuocere a fuoco lento i medaglioni, scongelate (o lessate leggermente se sono freschi) i vostri gamberetti

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47 Fotografie di Silvia Montis


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8) mettete parte dei gamberi puliti nel mix (conservate dei pezzi per la decorazione finale)

9) aggiungete nel mix la cipolla di Tropea e i broccoli

10) tritate fino ad ottenere una crema densa, non troppo vellutata

11) mettete su un pentolino e scaldare leggermente fino a ottenere una leggera consistenza

12) mettete su un piatto la crema ottenuta, che sarĂ il letto su cui poseremo il pesce

13) sistemate le Capesante in modo ordinato, distribuendo il pomodoro sopra ogni pezzo

14) per la decorazione finale prendete i gamberi che avete messo da parte

15) fateli saltare sulla padella usata per le Capesante

48 Fotografie di Silvia Montis


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La cucina giapponese non è qualcosa che si mangia, ma qualcosa che si guarda. Jun'ichirĹ? Tanizaki, Libro d'ombra, 1933

16) ora potete decorare il vostro piatto e presentarlo in tavola.

"Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia." Harriet Van Horne

49 Foto: Silvia Montis


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(jordbær med mælk, piatto tradizionale)

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di Silvia Montis

Una delle prelibatezze estive tipiche della Danimarca, colora di rosso proprio come la sua bandiera. Sono le fragole, frutto che cresce in tutte le serre di questa Nazione Europea. Quando arriva il mese della luce e il sole scalda con intensità, infatti, in tutte le tavole dei danesi si può gustare questo frutto, in tanti modi diversi e sfiziosi. Al naturale, sopra torte di crema, sopra il gelato o, come tradizione vuole, dentro una tazza di latte e zucchero, semplicemente perfetta in una calda notte d'estate.

Fotografie: Silvia Montis

Foto: Ugo Carta

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Foto e sfondo: Silvia Montis

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Legoland, la fantasia è un gioco da Bambini. di Emma Fenu Fondato a Billund, cittadina danese al centro della penisola dello Jutland, nel 1968, il parco di Legoland attrae, ancora oggi, copiosi flussi di visitatori. Ho preparato una valigia per due in venti minuti scarsi, cercando di stipare, in uno spazio ridotto, i capi di vestiario necessari per i repentini cambiamenti climatici propri della estate in terra danese, dove sole, pioggia e vento si alternano in un minuetto di colori e temperature. Ed eccoci pronti, provvisti di sorriso, per raggiungere, in treno, il comune di Vejle e, da qui, il pullman che conduce direttamente all'interno di Legoland, presso l'omonimo hotel. In quel tratto di strada, una mezz'ora abbondante che separa dalla meta, l'avventura è già iniziata.

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Lo spettacolo che si offre al passeggero è un trionfo incantevole di vichinga e nostalgica fierezza, un luogo senza tempo in cui si incontrano verdi distese; casette rurali, bianche e nere o dipinte nei colori più accesi, dai tetti spioventi in paglia; trattori che solcano la terra che si dischiude per accogliere la vita; attrezzi agricoli, in legno, esposti come ricordo ed elogio di epoche passate; pale da mulino che ruotano con allegra frenesia; carriole che oggi, dopo aver servito mani di donne e uomini solcate dalla fatica, sono vezzosi arredi ricolmi di fiori; panni candidi, svolazzanti come barche sui flutti, stesi su corde tese fra alberi secolari. E, terminato il percorso in pullman, ci si immette con stupore, in un viaggio che conduce nel cuore dell'infanzia. Non importa l'età anagrafica, Legoland è una favola in cui siamo tutti bambini. Non vi narrerò nel dettaglio le attrattive del parco, se pur belle e numerose, tenterò, invece, di farvi respirare, gustare e percepire, solo per un attimo, pari ad un palpito d'ali di farfalla o ad un soffio di brezza mattutina, l'atmosfera che vi vive, intensamente, un adulto (o presunto tale!).


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"Il bambino è padre dell'uomo". William Wordsworth E' un mondo tutto di mattoncini (perfino le patatine fritte hanno la medesima foggia!), dove prendono vita cavalieri indomiti, serrati nelle loro armature; castelli medievali; draghi fantastici; principesse coraggiose; scenari da film Far West; meraviglie sommerse sotto il mare, dove Atlantide torna a risplendere; galeoni e lotte fra pirati, danzanti, fra luccicanti bottini, con il broccale di birra in mano; giostre da carillon; montagne russe che fanno sobbalzare il cuore; riproduzioni spettacolari di città in miniatura; case di fantasmi e innevate tane di orsi polari.

Se avete tre anni vi sembrerà un sogno camminare in un mondo alla vostra misura. E' come se suonassero alla porta del mio appartamento di 50mq e mi dicessero: "Signora, abbiamo la Piramide del Louvre, accetta la consegna?". "Si, me la collochi pure in soggiorno, grazie". Se, invece, siete più alti di un metro e cinquanta, vi sembrerà di essere il protagonista dei viaggi di Gulliver, alle prese con i Lillipuziani. Continua... >>

"Le

favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti". Gilbert Keith Chesterton 53

Illustrazione sfondo: Nicoletta Ceccoli


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Illustrazione: Eva Montanari

Ma non è tutto...questo è quanto si percepisce con gli occhi, ma tutti i sensi sono coinvolti e sollecitati da musiche, ruggiti, barriti, nitriti, boati, risate da brivido; da spruzzi di acqua che ti investono lungo le discese in canoa; dall'aroma di zucchero filato, popcorn e wafel; dall'effetto così familiare che provoca toccare i mitici mattoncini, compagni dei nostri giochi infantili, impilarli e costruire cosa vorremo essere e, in fondo, siamo.

"Noi siamo l'enigma che nessuno decifra. Siamo la favola racchiusa nella propria immagine. Siamo ciò che continua ad andare avanti senza arrivare mai a capire". Jostein Gaarder Perché, sappiatelo fin d'ora: anche se avete passato i 10 anni da un pezzo, e siete adolescenti, giunti in gruppo e tintinnanti di piercing, coppie in viaggio romantico, genitori, zii, nonni...non importa. Vi ritroverete a costruire un progetto, impegnati e assorti, cercando con cura il pezzo mancante e, rovistando, con il braccio immerso fino al gomito, seduti goffamente, ma felici, sui bordi di una vasca colma di lego, con accanto una testina bionda di quattro anni.

"Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera". Paulo Coelho

http://www.legoland.dk/

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Foto: Silvia Montis

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Foto: Silvia Montis 56


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57 Foto: Silvia Montis


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58 Foto: Silvia Montis


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Foto: Silvia Montis 59


di Claudia Fois Se volessi raccontarvi i Sonnocolla, lo farei definendo il loro CARATTERE. Perché alla fine è quello che rappresenta i loro pezzi. Immaginate una chiacchierata sul divano, dove i Sonnocolla si raccontano per gioco. Come definireste il vostro carattere? "Introspettivo! Osservazione diretta ed analisi della propria interiorità. Siamo una band che cerca ancora il suo equilibrio, è un po’ come se niente fosse ancora definito, rimasto alla notte dei tempi. Questo ci permette di cambiare spesso percorso, o di trovarci allo stesso bivio, allo stesso momento, sapendo dove andare". Posso azzardare dicendo che Buio (Il Bodhisatva assente), la traccia numero 8 del vostro primo album E.R.A. è la rappresentanza introspettiva? "Buio è il lamento di uno spirito inquieto, che si allontana dalla luce che ha sempre cercato. Cantarlo ha soltanto permesso di alleggerirci, mentire a noi stessi, forse anche a chi ci

ascolta, ma continuiamo a farlo perché è l'unico modo che conosciamo, e non possiamo ancora permetterci un analista". I Sonnocolla non sono solo questo. Se volessi definire ognuno di loro con un termine diciamo "musicale", lo farei dicendo che: Enzo Desini (Batteria) è POTENTE, perché riesce a dare un energia pura ed oscura a quello che fa; Pietro Deledda (Basso) è CREATIVO, per la sua capacità di composizione ed arrangiamento; Giuseppe Cossu (Chitarra solista) è ROCK ECLETTICO, capace di passare da un estremo all'altro, riesce a trasformare ogni cosa in maniera semplice e arricchirla; Francesco Erca Checco (Voce) è VIRTUOSO e INTUITIVO, capace di ribaltare una canzone da zero tirando fuori una spontanea vena creativa; Marco Varrucciu (Chitarra ritmica) è AUTODIDATTA, compositore libero e senza controllo. Mi piacciono i Sonnocolla con i piedi per terra.

60 E.R.A—l'album di debutto dei Sonnocolla, uscito il 21 ottobre 2013 per la Seahorse Recording. Distribuito da Audioglobe con la promozione della Lunatik


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"Arriverò ad impazzire dentro questa silenziosa tempesta. Mi resteranno pallidi fotogrammi in reliquia. Quando al mattino tutto ritornerà come prima". (Tratta dalla canzone, Nutrire un nulla apparente )

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Parlando della loro musica usano la parola multirock, un genere più sperimentale che non tralascia la melodia e l’importanza delle parole. Ve lo racconto citando una strofa del loro nuovo singolo Artica. "Come l'edera che si nutre, si contorce s'aggroviglia, insediandosi dentro come un demone". E' sintomatica dell'amore, in qualsiasi forma si manifesti, nel bene e nel male, alla fine è questo che vogliamo, anche quando non lo vogliamo. Questo pezzo nasce musicalmente dalla mente di Pietro Deledda, Checco ne ha fatto una ballata romantica, arricchendola di sentimento e nostalgia. "Crediamo che la simbologia delle canzoni sia qualcosa che non va mai presa alla lettera, si perderebbe tutto il mistero che chi scrive vuole nasconderci. Nel nostro caso cerchiamo di raccontare tutto con forme diverse, perché ci permette di non dover dare spiegazioni, e lasciare che siano gli altri a darle, in base a quello che vogliono sentire nelle nostre canzoni". Se siete arrivati sin qui, avrete sicuramente voglia di conoscere il significato del loro nome. Sonnocolla cosa significa? Marco Varrucciu: "basta leggere come me il romanzo di Anthony Burgess "Un arancia ad orologeria". Avevo 17-18 anni, e lo leggevo in classe invece di ascoltare diritto o letteratura. All'improvviso mi imbatto in questo neologismo, per raccontare la scena di Alex che si sveglia ancora stravolto dalla sera prima, e lo fa usando questo termine mai sentito: Sonnocolla. Me ne sono innamorato, e a distanza di quasi 10 anni sono riuscito ad usarlo come nome per la Band".

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EVENTI a cura di Flavia Di Luzio

Siete alla ricerca di una vacanza diversa dal solito? La Norvegia Settentrionale è il posto giusto per voi! Qui potrete entrare facilmente in contatto con la storia, la cultura e la mitologia del popolo Sami, anche grazie alla presenza del parco tematico Sápmi di Karasjok, località situata nella contea del Finnmark. Il luogo ideale per ascoltare il suggestivo canto joik, assaggiare le specialità culinarie e acquistare souvenir di vario tipo come colorati costumi tradizionali, oggetti fatti a mano, scarpe e copricapi. Da segnalare anche il Teatro Magico Stálubákti e “Siida”, il tipico insediamento Sami con le renne. Un’esperienza da non perdere!

Per ulte r ior i infor maz io ni, visita re : http://www.visitnorway.com/.../attrazioni-ec u l t u r a / i - s a m i http://www.visitsapmi.no

La Norvegia Are you looking for a holiday with a difference? Northern Norway is the right place for you! Here you will easily get in touch with the history, culture and mythology of the Sami people, also thanks to the Sápmi Culture Park in Karasjok, a town situated in Finnmark County. The perfect place to enjoy the amazing joik song, taste the traditional food and buy souvenirs of various kinds, including colourful folk costumes, handicrafts, shoes and hats. Then you can't forget the Magic Theater Stálubákti and "Siida", the typical Sami settlement with reindeers. An experience not to be missed! For further information, visit: http://ww.visitnorway.com/.../ attractions-culture/the-sami http://www.visitsapmi.no

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Would you like to know more about the creative process behind the birth of a book? Then you can't miss "Diario di bordo di uno scrittore", an interesting work where the Swedish author Björn Larsson guides us from the genesis of the novel to the creation of that magical bond that unites the writer to his readers. The book was conceived as a homage to the Italian audience, since the main theme is Larsson's love for our country, as well as for its language and culture. "Diario di bordo di uno scrittore" is published by Iperborea and will be on sale from July 18. For further information, visit: http:// iperborea.com/titolo/391 Vi piacerebbe conoscere meglio il processo creativo che porta alla nascita di un libro? Allora non potete perdere “Diario di bordo di uno scrittore”, opera interessante in cui l’autore svedese Björn Larsson ci guida partendo dalla genesi del romanzo fino alla creazione di quel magico legame che unisce lo scrittore ai suoi lettori. Il libro è stato concepito come omaggio al pubblico italiano, visto che il tema centrale è l’amore che Larsson prova per il nostro Paese, nonché per la sua lingua e la sua cultura. “Diario di bordo di uno scrittore” è pubblicato da Iperborea e sarà in vendita a partire dal 18 luglio. Per ulteriori informazioni, visitare: http:// iperborea.com/titolo/391

Are you planning a trip to Denmark? Are you fond of jazz music? Let me introduce to you the Maribo Jazz Festival, which will be held in the Danish town of the same name from July 17 to 20! High musical quality, more than 120 artists and about 3000-4000 visitors each year! For further information, visit: http:// www.visitdenmark.co.uk/.. ./maribo-jazz-festival... or send an e-mail to: turist@maribo.dk State progettando un viaggio in Danimarca? Siete degli appassionati di musica jazz? Ecco a voi il Maribo Jazz Festival, che si terrà nell’omonima città danese dal 17 al 20 luglio! Musica di alta qualità, più di 120 artisti e circa 30004000 visitatori ogni anno! Per ulteriori informazioni, visitare: http:// www.visitdenmark.it/.../ maribo-jazz-festival... o scrivere a: turist@maribo.dk

On July 19 Finnish artist Nanna Susi will inaugurate the exhibition "Underneath the Nordic Sky" and will present some of her works inspired by Nordic nature. Her painting style is characterized by strong colours, discipline and great intensity. The event will take place until August 3 at the Palace of Venaria (Turin) on the occasion of Teatro a Corte Festival. For further information, visit: http:// teatroacorte.it/en/ spettacoli/scheda/196 Il 19 luglio sarà inaugurata la mostra “Underneath the Nordic Sky”, in cui l’artista finlandese Nanna Susi esporrà alcune sue opere ispirate alla natura nordica. Il suo stile pittorico è caratterizzato da colori forti, disciplina e grande intensità. L’evento si terrà fino al 3 agosto alla Reggia di Venaria Reale (Torino) in occasione del festival Teatro a Corte. Per ulteriori informazioni, visitare: http:// teatroacorte.it/spettacoli/ scheda/196

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SPECIALE Viaggio

Fotografie: Giulietta Luise

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Foto: Francesca Lentis

65 Foto: Claudia Fois


SPECIALE Viaggio

Foto: Silvia Montis

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Foto: Alessia Porceddu

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LA RUBRICA DI SYLVIE’

SPECIALE Viaggio

Inedito, continuo del libro “La Profezia del Lunistizio” Dana contemplava l'orizzonte, mentre le onde facevano a gara per infrangersi nella sabbia. Il vento spettinava i suoi corti capelli scuri. I colori cristallini del mare erano ormai fuggiti, assieme al sole, lasciando il posto a sfumature scolorite tendenti al grigio. Anche l'umore della giovane era giù di tono. In quel momento avrebbe voluto partire lontano, in cerca di colori pronti a raccontarle nuove ed entusiasmanti avventure,proprio come quelle che aveva vissuto sua madre, in un lontano passato… prima che lei nascesse.

di Silvia Montis

Da quando aveva pubblicato il manoscritto di Selly, che narrava le cronache dei custodi della chiave, in cuor suo sapeva che la vita le teneva in serbo la stessa profezia. Ancora non conosceva la sua missione ma in cuor suo sentiva che per trovare le risposte che cercava, sarebbe dovuta andare in terre lontane. Allora perché aveva la strana sensazione di essere come sospesa, in un vortice di sensazioni ancora non definite? Sentiva di non aver chiuso ancora i cerchi con il passato, nonostante la sua riconciliazione con la famiglia, e il ritorno nella terra natia era certamente il punto di partenza per il percorso iniziatico che avrebbe presto intrapreso. Qualcosa però ancora la tratteneva, in quelle lande arse dal sole.

Eduard la strinse a sé, in un tenero abbraccio, quasi sapesse leggerle la mente e volesse proteggerla dai suoi stessi dubbi. La sua fragilità faceva spesso a braccio di ferro con la sua grande determinazione. E ora, mentre il suo sguardo si perdeva nell'orizzonte, Dana in silenzio aspettava un segno per capire da che parte andare. (16/09/2011 - diritti riservati)

68 Foto sfondo: Silvia Montis


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69 Foto: Silvia Montis


LA RUBRICA DI EMMA

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di Emma Fenu “Nel silenzio della notte io ho scelto te. Nello splendore del firmamento, io ho scelto te. Nell'incanto dell'aurora, io ho scelto te. Nelle bufere più tormentose, io ho scelto te. Nell'arsura più arida, io ho scelto te. Nella buona e nella cattiva sorte, io ho scelto te. Nella gioia e nel dolore, io ho scelto te. Nel cuore del mio cuore, io ho scelto te”. S. Lawrence La nostra promessa di nozze. Parole prese in prestito dall’altrui poesia, tuttavia sentite profondamente nostre, nell’istante infinito in cui ci guardavamo negli occhi, leggendo ogni verso a turno, fino a giungere all’ultimo, proclamato all’unisono. Parole il cui significato mille altre volte, prima di allora, avevamo detto e ribadito, a nostro modo, con il nostro linguaggio, così diverso l’uno dall’altro. Lui, con la sua voce bassa, ma virile, e con le sue prolungate pause di silenzio; io, con il mio fluire incontenibile di sinonimi e contrari, di figure retoriche, di urla, risate e lacrime.

70 Foto sfondo: Francesca Guerrini


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Ci siamo scelti nel viaggio della vita, un viaggio da fare un due, senza bussola, intenti a non naufragare nella tempesta o a non cedere lungo una scalata impervia, ma, soprattutto, vogliosi di non perdersi la bellezza estasiante dell’oceano e delle terre da scoprire. Insieme.

“Solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero”. Albert Einstein Ma, poiché non di sole metafore vive l’uomo…siamo di ritorno da un viaggio reale, di quelli compiuti trascinando valigie cromate ma graffiate, di quelli che non risparmiano corse affannose all’aeroporto, ma che donano cuore e mente leggeri e in pieno relax. Una luna di miele tanto agognata, che si è rivelata perfino superiore alle nostre aspettative. Dove? Ai Caraibi! Questa volta la redazione di Nordic Lifestyle vi sorprende e vi porta in crociera lungo coste baciate dal sole, al ritmo di salsa e merengue!

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SPECIALE Viaggio

72 Foto: Mauro Mura


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Foto: Silvia Montis

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LA MAIL DOVE POTER INVIARE LE LETTERE nordiclifestyle.magazine@gmail.com LA PAGINA FACEBOOK DOVE PUOI SEGUIRCI www.facebook.com/NordicLifestyleMagazine

“Cara Redazione, i miei complimenti per il vostro lavoro. Io amo le terre del nord, ma vivo in Italia, a Firenze. Tuttavia la mia casa ha un arredamento molto “nordic”, con mobili lineari, tanto bianco e parquet in legno grezzo. Ho letto con interesse l’articolo sulle sculture di Kay Bojesen e ho pensato che darebbero quell'atmosfera più “nordica” che tanto amo. Quali altri accessori mi consigliate?”.

Alessandra M.

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Cara Alessandra, siamo felici per l’entusiasmo con cui ci segui. Lo stile nordico è difficile da definire in pochi aggettivi, ed è questo il suo fascino: essere osmosi di elementi contrastanti e di influenze culturale diverse, in un mix perfetto e ben dosato di moderno design e di reminiscenze vintage. Che accessori suggerirti? Sicuramente lanterne e candele, tanto affini alla cultura dell’Europa settentrionale, ma anche maxi cuscini e stampe incorniciate riportanti scritte nelle lingue autoctone, pallets riciclati, per esempio per creare un tavolino, e complementi dalle linee molto semplici ma frutto di eccellenti designers, che sanno proporre lampadari, sedie e scaffali dal tocco inconfondibile. E, se hai un’anima romantica, non puoi non apprezzare la collezione dedicata ai segni zodiacali della Royal Copenhagen, dove il pregio della porcellana dà vita a vere sculture contemporanee. http://www.royalcopenhagen.com/ Emma


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Foto: Silvia Montis

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