Nordic lifestyle magazine settembre2014

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2014

C’è sempre una prima volta Il coraggio di iniziare

VIAGGI

INTERIOR DESIGN

PHOTO

VINTAGE ARCHITETTURA

ART

SHABBY CHIC

CULTURA

STYLE

PROVENZALE EVENTI HOBBY

FASHION

FOLKLORE

COUNTRY FOOD LIBRI GREEN


Mensile illustrato sullo stile di vita nordico, vintage, country, shabby chic e provenzale. Una finestra sul mondo nordico interpretato da una redazione di origine mediterranea.

Nordic Lifestyle Magazine è una pubblicazione visibile gratuitamente sul portale ISSUU http://issuu.com/nordic_lifestyle La nostra pagina facebook www.facebook.com/NordicLifestyleMagazine

© Copyright Tutte le fotografie presenti nel magazine, di cui non verrà citato il nome dell’autore, sono immagini tratte dal web. Le foto realizzate dalla redazione e quelle date in concessione da terzi al nostro Magazine, saranno accompagnate dal simbolo © e coperte da Copyright pertanto ogni utilizzo è vietato, se non con il consenso della redazione o del proprietario dello scatto.

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© Cover Photo by Claudia Fois Layout by Silvia Montis


Nordic Lifestyle Magazine

INDICE La redazione Backstage Editoriale C’è sempre una prima volta..il coraggio di iniziare _ Il coraggio di reinventarsi sempre _ il mio primo anno di studi all’estero _ Il mio primo libro _ Il mio primo figlio _ La mia prima esperienza come reporter/stylist _ La prima impressione _ Il mio primo mese a Copenhagen _ Ricette: Plum-Cake bicolore con cuore Speciale Bacio _ Mille primi baci _ Baci infiniti, fatti di inchiostro, di colore e di marmo _ I Baci Perugina, con ricetta _ Baci di Dama C’è sempre una prima volta..il coraggio di iniziare _ Il mio primo vestito per una bambola _ La mia prima casa di Barbie _ La mia prima borsa _ Il primo animale domestico Eventi La rubrica di Sylvié La rubrica di Emma La Posta dei lettori Photo Gallery by Silvia Montis

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Foto: Justina Stukaite 4


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“ Cogli la palla al balzo... il tempo non aspetta tempo�.

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Silvia Montis “Il mio nome d’arte è Sylvié. Ho 39 anni, sposata, nata in Brianza e vissuta in diverse parti d’Italia. Sono cresciuta in Sardegna, dove ho trascorso tutta la mia infanzia e adolescenza. Diplomata al Liceo Artistico di Cagliari, ho frequentato corsi specialistici a Firenze e Treviso, nel ramo della grafica pubblicitaria. Ho maturato diverse esperienze nel campo pubblicitario, nel marketing, nell’arte, nell’editoria e nel commercio. Ora mi occupo di Creative Solutions, come Coach Business, Home Stager dedicandomi ad allestimenti e fornendo idee creative per ogni evento e per le più svariate esigenze (http:// facebook.com/sylviestagingcreativesolutions). Parallelamente dedico il mio tempo libero al mio nuovo progetto Jana Old Style, un laboratorio di idee creative in stile Vintage, Country e Shabby, di pittura, design e cucina (http://facebook.com/janaoldstyle). Sono una persona sensibile, aperta, sognatrice e molto testarda ma fondamentalmente dolce. Amo i contrasti e spesso questi emergono nella mia dualità di “romanticismo fantasy” e “gothic mood”. Questo è ciò che sono, una creativa poliedrica, una che abbraccia la vita, pienamente, con tutte le sue infinite sfumature. Mi piace leggere, adoro i film fantasy e d’avventura, amo fotografare, dipingere, scrivere e cucinare. Sono un’amante dello stile vintage, provenzale, country e shabby. Sono appassionata di culture nordiche e celtiche: da anni studio tradizioni e culti che hanno radici arcaiche, legate al paganesimo e cristianesimo, analizzando le numerose similitudini tra il Nord Europa e la Sardegna. Su tali argomenti ho pubblicato un libro nel 2012 (http://facebook.com/laprofeziadellunistizio). Sono una ragazza con la “valigia in mano” e dai miei viaggi cerco sempre di trarre insegnamento, aprire la mente e farmi ispirare. Da questi numerosi interessi è nato, nel Gennaio 2014, il progetto editoriale Nordic Lifestyle Magazine, l’attuale rivista online gratuita che dirigo assieme al mio meraviglioso staff.

La redazione... Emma Fenu “Ho 36 anni e non ho propensione verso le categorizzazioni. Chi sono io? Una sintesi di note contrastanti: dolce e polemica, sognatrice e ironica, idealista e consapevole, chiacchierona ed empatica, passionale ed introspettiva. Sono laureata in Lettere e Filosofia e ho conseguito un Dottorato in Storia delle Arti. Ho vissuto in Medio Oriente e ora abito a Copenhagen. Scrivo per lavoro e per passione, insegno Lingua Italiana agli stranieri, mi occupo di Storia delle Donne, di Letteratura e di Iconografia. Amo le simbologie, le domande dalle infinite risposte, la moda, lo stile vintage e shabby chic, le favole, i gatti, le serate trascorse a leggere e sferruzzare accessori in lana e la magia del Natale. Ecco i miei blog ed alcuni dei siti per cui collaboro: http://www.libreriamo.it/d/1259/pensieri-e-parole-in-valigia-emma-fenu.aspx http://emmaswoolcreations.blogspot.dk http://www.passionelettura.it/ http://www.iovo.it/ http://www.lettermagazine.it/”

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Barbara Piras “Ho 37 anni, vivo e lavoro in Sardegna, vicino Cagliari. Sono una persona solare, semplice e sensibile. Ho lavorato per anni nel settore immobiliare. Amo fare lunghe passeggiate immersa nella natura, mi dedico alla cucina, amo fare torte, mi piace godermi il mare e il sole della mia amata terra, adoro stare in compagnia degli amici e della famiglia. Mi piace aiutare gli altri, in questo sono molto portata e sto frequentando un tirocinio per assistente domiciliare. Il mio sogno nel cassetto? Fare il cammino di Santiago e andare in Messico. Amo la natura, gli animali, leggere e gustarmi le cose semplici della vita”.

Antonio Coni “Ho 28 anni e vengo dalla Sardegna. Attualmente vivo a Copenhagen. Studio economia e informatica all’Università SDU e mi ritengo abbastanza soddisfatto del corso di studi che sto seguendo nonostante sia difficile e impegnativo. Lavoro come cameriere in un ristorante "italiano". Non é il massimo della vita però ci si adatta alle esigenze. Le mie passioni più grandi sono: la pallavolo, la pesca, le lingue straniere ( parlo e scrivo in inglese, tedesco, spagnolo e sto studiando il danese), viaggiare, uscire e stare in buona compagnia, cucinare e altro. Ho la passione per lo stile nordico e in particolar modo Interior Design”.

Giuseppina Pisu “Sono nata a Cagliari per caso e vivo a Copenhagen. Ho passato l'infanzia tra vecchi libri, stoffe variopinte e il profumo dei fiori d'arancio del giardino di famiglia. Ho vissuto in Germania ed Estonia e mi sono laureata a Cagliari. Dal 2012 mi occupo del progetto Ombraluna Vintage ( www.ombraluna.com e www.facebook.com/OmbralunaVintage ) e dal 2013 collaboro con il regista italiano Giovanni Coda. Mi piacciono i vecchi cappelli, i foulard, il vintage, i gatti e i cappuccini. Adoro viaggiare e acquisto sempre un anello in ogni città che visito. Ho sempre con me ago e filo, e un quaderno per fermare i miei pensieri”.

Claudia Fois “Ho 31 anni, vivo in Sardegna, mi piace tutto ciò che esprime creatività e spontaneità, la fotografia e la grafica. Appassionata di saponi naturali, con un amica, porto avanti un laboratorio chiamato Art’&’Janas ( http://artejanas.blogspot.it/ ) e ( https://www.facebook.com/artejanas ).

Flavia Di Luzio

Simona Lasi “Ho 35 anni, vivo e lavoro in Sardegna. Niente a che fare con le mie passioni. Amo il vintage, gli anni 50, i pois, il pizzo, e tutto ciò che a che fare con ago, filo, bottoni e stoffe, e, soprattutto, adoro cucinare per chi amo. Sono lieta di poter collaborare, con le mie ricette, con Nordic Lifestyle Magazine”.

“Nata nel 1985 a Chieti e cresciuta a Pescara, ho conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna, specializzandomi poi in lingua finlandese e nell’insegnamento della lingua e della cultura italiane a stranieri. Attualmente lavoro come traduttrice freelance, faccio parte della redazione del sito www.bifrost.it e collaboro con le case editrici www.vocifuoriscena.it e Liber Iter. Nel tempo libero mi piace uscire con gli amici, ascoltare musica, andare al cinema, 7 naleggere e disegnare. Amo gli animali, la tura, credo molto nell’attivismo e nel volontariato”.


Daniela Montis

Angie Lucia Kriffel “Ho 31 anni, vivo e lavoro a Copenhagen, amo la musica: cantare è la mia più grande passione. Dicono che sono una persona molto creativa, adoro disegnare e sono lieta di condividere le mie illustrazioni con Nordic Lifestyle Magazine”.

“Ho 32 anni, vivo e lavoro in Sardegna, amo realizzare le mie idee creative, disegnare e fare giardinaggio. Sono molto felice di poter collaborare, con le mie illustrazioni, per Nordic Lifestyle Magazine”.

Simona Tocco “Ho 38 anni, lavoro come Manager presso una Firm che si occupa di edifici storici, piccoli musei e appartamenti, dove alcuni artisti hanno vissuto. Attualmente mi occupo del funzionamento di Handel House, il compositore tedesco, dell’appartamento di Jimi Hendrix e della cura e la protezione delle opere d’arte che si trovano in questi posti. Sono una mamma single di due bambini. Nata e cresciuta in Sardegna, ho vissuto a Torino, Dublino e ora, da 11 anni, a Londra. Per passione pitturo mobili in legno, prediligendo lo stile Provenzale, Scandinavo e Shabby “. Lieta di collaborare con Nordic Lifestyle Magazine.

Silvia Padula “Ho 23 anni, italiana, per la precisione napoletana. Laureata in scienze della comunicazione, indirizzo economico, mi sono trasferita da poco a Copenaghen per continuare i miei studi. Il mio sogno è di poter esercitare un mestiere socialmente utile. Una delle mie più grandi passioni è scrivere. Amo viaggiare, sono una persona estremamente curiosa. Da sempre amo i piccoli piaceri della vita, come un buon libro, la buona musica, un buon vino e soprattutto la buona compagnia”. Sono molto contenta di collaborare con questo magazine.

Foto: Silvia Padula

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Nordic Lifestyle Magazine http://issuu.com/nordic_lifestyle

Layout: • •

Claudia Fois Silvia Montis

Editing Italiano: •

Emma Fenu

Editing Ingese: • • • • •

Giuseppina Pisu Antonio Coni Simona Tocco Flavia di Luzio Silvia Padula

Editing Spagnolo: •

Claudia Anatella

In questo numero hanno partecipato anche: • • • • • • • • • • • •

Bettina Carta Cesca *QB Francesca De Luca Ida de Santo Justina Stukaite Benji Giulietta Luise Francesca Guerrini Piera Sirna Marianna d’Alessandro Donatella Bucci Pietro Cau

9 Foto sfondo: Claudia Fois


"L'arte oltrepassa

i limiti nei quali

il tempo vorrebbe comprimerla,

e indica

il contenuto del futuro." (Vasilij Kandinskij)

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"Leggendo

non cerchiamo idee nuove, ma pensieri

già da noi pensati, che acquistano sulla pagina

un suggello di conferma.

Ci colpiscono degli altri

le parole

che risuonano in una zona già nostra - che già viviamo – e facendola vibrare

ci permettono di cogliere nuovi spunti

dentro di noi”. (Cesare Pavese)

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C'è sempre una prima volta… E si presenta ad ogni nostro nuovo inizio, ogni volta che ci rimettiamo in gioco, che cadiamo e ci rialziamo, che sfidiamo l'ignoto e andiamo avanti. La prima volta è rie di sentimenti nalina mista ad ma anche per la spetta.

costellata da una secontrastanti, di adreansia, per la paura gioia, di ciò che ci a-

Il nuovo è un'avventura, è il futuro che avanza e che diventa scoperta. Quando si riesce a superare il primo muro, che limita la possibilità di evolverci, allora tutto appare possibile. Ci sentiamo i padroni del mondo! In realtà in quel momento siamo padroni di noi stessi, la prima volta diventa la prova iniziatica della lotta tra la nostra oscurità, la paura, e la nostra parte illuminata, l'amore per la vita. Quando l'amore sboccia e il sentimento ci avvolge e ci entra dentro, allora tutto si irradia di magia e meraviglia. L'abbraccio, il bacio, il contatto con ciò che ci circonda, lo scambio di amore, diventa energia che alimenta il nostro universo interiore. Fuori diventa lo specchio di dentro. E noi siamo pronti a percorrere nuovi viaggi, con le persone che amiamo. Nordic Lifestyle questo mese ha deciso di condurvi in un luogo speciale, fatto di amore, baci, prime volte, battaglie vinte e nuovi mo ndi. Là, dove tutto è possibile!

Hay siempre una primera vez... Y se presenta cada nuestro nuevo inicio, cada vez que nos volvemos a poner en juego, cada vez que caigamos y nos volvamos a levantar, cada vez que retamos al ignoto y vamos adelante. La primera vez esta llena de unas series de sentimientos conflictivos, de adrenalina mezclada a ansiedad, por el miedo pero también la alegría de lo que nos espera. Lo nuevo es adventuras, es el futuro que avanza y que se transforma en descubierta. Cuando se empieza superar el primer muro, que limita la posibilidad de desarrollar, entonces todo aparece posible. Nos sentimos padrones del mundo. En realidad en ese momento alma padrones de nosotros mismos, la primera vez deviene la prueba inicial de la lucha entre nuestra oscuridad, el miedo, y nuestra parte iluminada, el amor por la vida. Cuando el amor flores nos envolver y nos entra dentro, entonces todo se irradia de magia y maravilla.El Abrazo, el beso, el contacto con lo que nos rodea, el compartir el amor, se transforma en energía que alimenta nuestro universo interior. El exterior de hace el reflejo del interior. Y nosotros estamos listos a empezar nuevos viajes con aquellos a quien queremos.

di Silvia Montis

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Nórdic Life este mes ha decidido llevaros a un sitio especial hecho de amor, besos, primeras veces, batallas ganadas y nuevos mundos. Ahí donde todo es posibile!

a cura di Claudia Anatella


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15 Foto sfondo: Silvia Montis


C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

di Silvia Montis Storia di un'artista Ricordo ancora la prima volta che ho preso in mano dei colori, per disegnare il mondo che era dentro la mia mente. Era in un letto di ospedale e io riempivo fogli bianchi con coloratissimi personaggi delle fiabe. Sono passati molti anni da allora e anche molte vite direi. Ma il colore è ancora ciò che contraddistingue i miei dipinti e ogni mio lavoro. La prima volta che esposi i miei quadri per una mostra, ricordo che dall'eccitazione non dormii la notte. Non credevo possibile che il mondo di una giovane sconosciuta potesse interessare a qualcuno. Per la persona introversa che ero, esibire i propri quadri nella cittadella dei musei di Cagliari era il massimo che potessi aspettarmi. Ma molte altre prime volte si susseguirono, a Roma, Amalfi, Napoli e ogni volta la stessa ansia e la stessa gioia. Il brivido della conquista, dei nuovi passi, la voglia di mettermi in gioco, pur con la paura di cadere, ma con la voglia di rialzarmi ogni volta più forte di prima, tutto ciò a plasmato il mio carattere, la persona che sono ora. Nessuna battaglia è persa se siamo pronti a rimetterci in

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Foto tratta da un quotidiano locale

campo, come la prima volta, avendo il coraggio di reinventarsi, sempre. La mia sete di vita, il mio amore, la mia energia, ora sa trasformare in arte ogni cosa che intraprendo. Perché per me arte è creazione, estro e sentimento. Dalle tele passo alla scrittura, alla fotografia e poi nuovamente al colore e ai pennelli, metto le mani in pasta per creare piatti prelibati e riprendo nuovamente i pennelli per ristrutturare vecchi oggetti in disuso, mi metto poi al pc e impagino il nostro bel magazine, con un sentimento di amore che ricorda quasi quello per un figlio. La mia poliedricità come artista è il big bang prima della creazione, ogni nuova opera è una nuova rinascita.


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E quando capita che la luce si spegne e il colore perde di tono, quello è il momento per fare un nuovo percorso introspettivo, un nuovo viaggio dentro me stessa per scovare quella luce che è nascosta infondo e che aspetta di uscire. Sono quelli i più magici. Momenti che segnano i nuovi capitoli del romanzo della mia vita. Paragono questi istanti ai gaizer dell'Islanda, quando l'acqua si ritira dentro le viscere della terra e poi improvvisamente, con una forza impetuosa, spara in superficie tutto il suo vapore trasformato dal calore. La forza della natura è insita in noi ed è per questo che, quando ricominciamo, abbiamo il potere di trasformare la nostra nuova "prima volta" nella nostra nuova opere d'arte.

Fotografie di Silvia Montis

Me acuerdo la primera vez que he cogido en las manos unos colores para dibujar el mundo que estaba al interior de mi mente. Estaba en una cama de hospital y llenaba hojas blancas con colorados personajes de las fabulas. Han pasado muchos años y muchas vidas pero el color es todavía lo que distingue a cada mio trabajo. La primera vez que expuse un cuadro para una exposición recuerdo que por la excitación no descansé toda la noche. No creía posible que el mundo de una joven desconocida podía interesarle a alguien. Mi sed de vida, mi amor, mi energía, ahora puede transformar en arte cada cosa que hago. Porque para mi arte es creación, estro y sentimiento. Desde la pintura hasta la escritura, la fotografía y la cocina, para crear platos deliciosos, y una vez mas al ordenador para componer nuestra bonita revistacon un sentimiento de amor que casi recuerdo lo que se siente por un hijo. Mi versatilidad es como el big bang antes de la creación y cada nueva obra es un renacimiento. a cura di Claudia Anatella

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

di Antonio Coni

I feel nervous. Around me only new faces which seems as scared as me. They are obviously all Danes. Tall, blond hairy and really good looking. Fortunately I am that kind of person who becomes friends quite rapidly so I am pretty sure this situation won´t la st tha t long. This university looks nice. In front of the entrance there is a big screen which shows the students their class rooms and the name of the teacher for the today lesson. Finally I see mine. It´s on the second floor and it starts at 8.15 and since it´s only 8.00 I decide to go to canteen for a cup of coffee. The canteen looks also very nice and colourful. There are many tables with comfortable sofas, a big buffet typically Danish and a blond smiling lady working as cashier. Suddenly another lady sitting on a table all alone seems to catch my attention. I don´t know why but my intuition tells me that

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she is also a foreigner who is going to attend my same course. I go next to her and I ask for her name and nationality. Her name is Cecil and she is from the Philippines and yes, I was right! She´s in my same course. Great! I don´t feel alone and uncomfortable anymore and this girl seems really nice and friendly. I invite her for a coffee and we start talking about everything that comes in our mind just to break the ice. I did not know this situation will repeat again and again during the year and that Cecil will be one of my favourites in class. It´s time for lesson! What I expect is to go to a really big class room with thousands of students and only one teacher in front of the blackboard who is going to talk for four hours long. How boring! We all know that in most cases, what we expect, is far from the reality. In fact, the scenario looks unexpectedly different. The room is very small, there are more or less twenty students and there is no teacher who is going to bother us with his lesson. Instead of a teacher, there is a young guy working as


Foto in concessione, di Antonio Coni

counsellor who is going to show us the University and guide us for the rest of our studies. In today´s agenda there is the introduction of the students and of the programs which will be used in the future. Nothing in this school works as you expect. We don´t have to stand up in front of the class and talk about ourselves fully embarassed. We are going to play a game. Our names will be associated to an animal according to our name´s first letter. This should be a good way to remember new people´s name. My first impression of this place is quite positive and, after all, Anaconda is not a bad name.

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Il mio primo anno di studi all´estero. Mi trovo qui, in mezzo ad una folla di studenti tutti o quasi Danesi. Ciononostante i loro visi non sembrano più rilassati del mio. Siamo tutti molto nervosi per questo nuovo inizio con l´unica differenza che molti di loro già si conoscono dalle scuole superiori mentre io sono qui tutto solo. Senza perdermi d´animo mi guardo intorno e noto una ragazza che, seduta anch´essa sola, sorseggia il suo caffè. I tratti non sono quelli di una ragazza danese perciò deduco sia straniera esattamente come me. Mi avvicino a lei e iniziamo una piacevole conversazione. Ci avevo azzeccato, frequentiamo lo stesso corso. Lei è molto simpatica e dolce. Finalmente non ci sentiamo più soli. Tutto qui è diverso da come me l´aspettavo ma, fortunatamente, in meglio.

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

di Emma Fenu

Foto: Pietro Cau Dalle “Fiabe della Buonanotte” a “Piccole Donne” Ho esitato, davanti al titolo che sovrasta l’articolo che vi accingete a leggere. Molti sono i primi libri che hanno cosparso di parole i capitoli della nostra esistenza, come molti sono i primi baci che hanno accarezzato la nostra pelle. Su quale libro urge, dunque, soffermarsi ora? Vi è un primo che ci venne letto la sera, con la testa che affondava nel cuscino, quando ancora le lettere dell’alfabeto erano figure aliene, schierate, una dopo l’altra, come passeggeri stipati in piccoli vagoni separati da spazi bianchi, in un treno che giungeva a destinazione tramite la voce narrante del papà o della mamma. Vi è un primo che ricevemmo in regalo, scartato con bramosia e suggellato da una dolce dedica. Vi è un primo, infine, che leggemmo senza ausilio esterno, vittoriosi e felici,

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dopo aver avuto accesso al magico codice, i cui simboli, posti in avvicendamento sulla carta, lentamente si disvelavano… e la storia aveva inizio. Le notti della mia infanzia, profumate di sapone di Marsiglia, sprigionato dalle lenzuola rosa, esordivano con le prime righe tratte da un tomo datato, riportante le Fiabe raccolte dai Fratelli Grimm. Tuttavia, dopo una manciata di secondi, prendevano forma e colore altre storie, attinte dalla memoria, che mi proiettavano in distese infinite di piante di pomodori, dietro a corse con i piedi nudi, sulla terra fertile e umida, e fra sassaiole che coinvolgevano bande di ragazzini spettinati. Ogni sera mio padre componeva una parte della sua autobiografia, solo per me. Fu mia madre, invece, a donarmi il mio primo libro, in occasione del mio terzo


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compleanno. Si trattava della versione cartacea di un cartone animato, all’epoca da me preferito, ossia “Heidi” di Johanna Spyri, che narra le vicissitudini della bimba dalle guance scarlatte, che si struggeva di nostalgia per i suoi monti della Svizzera, costretta dentro le mura di una lussuosa dimora di Francoforte. Alcuni giorni fa ne ho acquistato una versione edita nel 1953, in inglese. Il primo libro non si scorda mai. Ma la svolta epocale della mia vita di essere contingente, avido di scoperta e di assoluto, fu il primo libro che lessi, agli esordi della scuola primaria, a sei anni appena compiuti: “Piccole Donne” di Louisa May Alcott, un classico intramontabile. Ho amato le sorelle March, tutte, come sorelle con cui ricordare e confrontarsi, come esseri pensanti, liberi dai vincoli della carta, dotati di pregi e difetti, che osservano lo svolgersi delle medesime vicende tramite il filtro della propria peculiare prospettiva. Tuttavia, per Jo avevo una predilezione.

Foto: Emma Fenu

Adoravo quella ragazza dall’indole ribelle e passionale, capace di ideare storie per intrattenere la famiglia, anche quando l’eco della guerra diventa silenzio assordante, anche quando le tenebre gelide della morte calano, inesorabili, e di battersi per il suo sogno, con ostinazione e anticonformismo, fino a diventare una nota scrittrice. “Jo era molto occupata in soffitta, perché le giornate di ottobre cominciavano a farsi fresche e i pomeriggi erano corti. In quelle due o tre ore, durante le quali il sole si attardava con il suo calore sull’alta finestra, Jo, seduta sul vecchio divano, scriveva rapidamente, con le sue carte sparse sopra un baule”. Desideravo essere Jo, da bambina. Non sono diventata Jo, ma me stessa, la quinta sorella March, come lo sono tutte coloro, Donne, anche se non più “piccole”, che hanno letto con trasporto il libro, apprendendo l’immenso fascino celato nell’intimo segreto delle piccole cose, quelle che vale la pena di assaporare e, tramite la scrittura, condividere.

Scena tratta dal film "Piccole Donne", 1949.

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare Il mio primo figlio

di Francesca De Luca “Non preoccuparti. Penserai che stia per crollarti il soffitto addosso, ma non accadrà. Crederai di morire, ma non morirai”. Con queste parole ha esordito mia nonna quando circa sei mesi fa le ho chiesto se il parto sarebbe stato molto doloroso. In realtà, non è stata quella tragedia che mi aveva fatto immaginare, nonostante stessi mettendo al mondo la mia prima figlia. Il dolore c'era, ma i muri della sala parto sono rimasti lì, belli solidi e dritti, il soffitto non è crollato ed io sono viva, china su questo foglio a ripensarci. Nelle sue prime settimane di vita, la pargola mi ha subito fatto capire chi comanda: aveva appena venti giorni quando l'ho dovuta trasferire dalla navicella alla culla perché non riusciva a dormire tutta spaparanzata come piace a lei. Col risultato che abbiamo speso un sacco di soldi per comprare un ingombrante soprammobile. Da allora, ogni giorno accade una serie di novità inaspettate: una volta, mentre le cambiavo il pannolino, la monella ha fatto il tirassegno con la cacca ed io ero il suo bersaglio. Vincerà il Nobel per la scienza grazie alla buona riuscita dell'esperimento al primo tentativo... Però, per fortuna, per mia figlia non sono solo una cavia da laboratorio: il primo bacio che mi ha stampato in

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faccia è sebbene perto di pungenti ce.

stato molto emozionante, avessi mezzo volto ricobave e quelle unghiette ben conficcate nelle guan-

Tuttavia, mi sta insegnando a crescere: se non ci fosse stata lei, da chi avrei imparato che gli omogeneizzati non solo si mangiano, ma si possono anche spalmare su faccia, corpo e vestiti? Come avrei fatto a sapere che il pavimento di casa mia può non essere lavato per settimane, senza per questo aprirsi in una voragine e inghiottirmi? L'esperienza di diventare mamma è una scoperta quotidiana. Ogni giorno si è genitori per la prima volta: ieri ero mamma per la prima volta di una bimba che ha imparato a mangiare col cucchiaino; oggi di una bimba che inizia a gorgheggiare; forse domani sarò per la prima volta la mamma di una piccola peste che ha morso papà col suo unico dente in bocca. E così andremo avanti giorno per giorno con nuove avventure, fino al primo giorno di scuola, al primo rimmel sbavato “effetto panda”, al primo amore incasinato, alle prime delusioni. Io sarò lì con lei, a sostenerla e consigliarla, sperando di non terrorizzarla con i racconti del mio passato, come ha fatto mia nonna con me.


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Foto: Claudia Fois

Io sarò lÏ con lei, a sostenerla e consigliarla, sperando di non terrorizzarla con i racconti del mio passato, come ha fatto mia nonna con me.

23 Foto in concessione, di Antonio Coni


C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare Il mio primo figlio

di Simona Tocco

Congratulations, you are expecting! Disse il medico sfoggiando un grande sorriso. Io pensai ma allora non era il cambio di stagione! Tanti pensieri che correvano, uno dopo l’altro. Non si fermano questi pensieri. Maschio o femmina? Soffrirò tanto? Sarà bello avere il pancione? Mi trovo lontano da casa, a Dublino precisamente. Vorrei tanto mia madre, accanto a me ma so che non sarà possibile. Quando scoprii di aspettare il bimbo, che poi si rivelerà bimba, corsi subito a casa, corsi come una matta, con mio marito che non riusciva a starmi dietro e urlava: "Stop! You are expecting, don’t run!" Arrivo a casa e chiamo Italia: "Ole’ sarete nonni tra ben 5 mesi!" Ero infatti al mio quarto mese di gestazione e non me ne ero accorta. Niente sintomi, solo un gran male di testa qualche volta e la pressione sanguigna costantemente bassa. Durante quei mesi continuai la mia solita vita ma con una marcia in più. Palestra, lavoro, shopping3e che shopping! Quel primo mese feci fuori tre stipendi e comperai, per il 70%, tutte cose e indumenti che mai la bimba avrebbe usato una volta nata. Non mi importava, comperavo ugualmente. Cominciai subito a parlare con questo esserino che avevo in grembo, io, che non pensavo ad avere dei bimbi, non in quegli anni almeno. Gli parlavo di tutto, di come era la giornata, del sole che mancava, del bacon che era buonissimo. Musica, tanta musica! Da Bach ai Metallica, da Chopin al Raggae, da Mozart e Opera ai Pink Floyd e Tears for Fears.

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Intanto mio marito progettava già la vita di questo esserino, da grande sarà un grande giornalista! Io mi arrabbiavo tantissimo, sceglierà lui (o lei), non tu. La gravidanza andò nel migliore modo possibile, mi sentivo piena di energia , ero instancabile. Non pensavo nemmeno al parto ma alla fine ero stanca di aspettare. Volevo tanto vedere quel visetto, mi mancava tanto. Chiedevo, pregavo affinché il baby fosse puntuale perché l’attesa era ormai insostenibile. Quel giorno andai a prendere mia madre all’aeroporto, una capatina a casa e subito shopping! Mia madre, appena mi vide, mi accarezzò il viso e disse: "Sei pronta." Io, nella beatitudine della mia inesperienza, continuai come niente fosse. La sera, a casa, arrivarono le prime contrazioni. Vi risparmio il racconto dei guai che combinai in ospedale; il dolore mi spaventava e volevo nascesse in fretta. La mia bella bambina nacque il 15, super puntuale di 9 mesi. Quando me la misero sul seno la guardai negli occhi. Fui colta come da un fiume di emozioni nelle mie vene. Sentivo il sangue caldissimo che scorreva e questo flusso arrivò alla mia pancia, cuore e testa. Era bellissimo, uno stato come di trance. Osservavo quegli occhi, nerissimi e lucenti, dissi: "Sono due stelle e lei è il mio universo". Quel giorno ho capito cosa si intenda per amore universale. Dal giorno la tenni sempre in braccio, sempre ad osservare quelle due stelle di occhi, super lucenti. Le promisi che l’avrei protetta e guidata durante gli anni e così farò, anche dopo il mio tempo. Continua… >>


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25 Foto: Simona Tocco


Il mio primo figlio

When a baby changes your life forever Congratulations, you are expecting! The doctor said flashing a huge smile. Till then I thought I was suffering from high fever. Thousands of thoughts came rushing in my head, impossible to stop them. Male or female? Will it be painful to give birth? My belly will be huge. I am away from home, in Dublin precisely. I wished my mother was next to me but I knew it would have not been possible. I left the surgery running like crazy with my husband, who could not keep up with me, shouting: "Stop! You are expecting, do not run!" Once home and contacted my family in Italy: "Ole 'you’ll be grandparents in 5 months!" In fact I was on my fourth month of pregnancy without me not noticing it; no symptoms, just a big headache sometimes and blood pressure consistently low. During those months I continued my usual life but with a plus: Gym, work, shopping ... and what a shopping! During that very first month I basically spent the equivalent of 3 months wages. Of all the things I bought my baby only used the 30% of it. I just continued spending. I immediately began to talk to the baby; I did not think of having children before then, at least not in those years. I talked to him about everything, about the daily weather and the missing sun, about the discovery of the delicious roasted Irish bacon and much more. Music, lots of music! From Bach to Metallica, from Reggae to Chopin, Mozart and Opera to Pink Floyd and Tears for Fears. Meanwhile, my husband was already planning 'the life of this creature, he’s going to be a great journalist! I used to

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get very upset about it, about all that planning; the baby will chose once adult, I used to say, not you. The pregnancy went very well and I always felt full of energy, I was tireless. I stopped to think about the birth itself and the pain but in the end I was tired of waiting. I wanted to see his/her little face so much, I missing it already. I was praying for the baby “to be on time' because the waiting was unbearable. That day I went to pick up my mother at the airport, a trip home and out for some more shopping! My mother, as soon as she saw me, caressed my face and said, "You are ready to give birth.” Blissed with inexperience I just continued to walk and shop and chat. In the evening, at home, I felt the first contraction. I will spare you the details but yes, the pain scared me and I wanted the child to be born in a hurry. My beautiful baby girl was born on the 15th, punctual like a Swiss clock. Holding her on my breast was so comforting, I looked into her eyes and a river of emotions rushed through my body and soul; I felt the hot blood flowing into my veins rushing into my stomach, heart and head. It was


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beautiful, like a state of trance. I stared at those eyes, pitch black and shiny, I said: "They are two stars and she is my universe." That day I discovered the real meaning of the words universal love. From that day I held her in my arms always, always looking at those two stars of eyes, super shiny. I promised that I would have protected and guided her over the years, forever and ever, even after the end of times.

27 Foto sfondo in concessione, di Antonio Coni


C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

Le prime esperienze, certo, sono sempre le più belle. Non c’è preparazione, solo improvvisazione e tanto entusiasmo. Voglio condividere con voi la storia raccontata da un amica, che è andata da un'altra parte del mondo, in una nuova città, una nuova cultura, persone nuove, lavoro nuovo, vita diversa. Siamo a Las Palmas de Gran Canarias, lei è Claudia e lavora come tirocinante in un agenzia di moda ed eventi, la “Servipublic”. Il suo ruolo si svolge dietro ad un computer, perlomeno così è stato, sino a quella mattina in cui gli propongono di accompagnare il fotografo per aiutarlo durante un servizio fotografico, in giro per la città. Come si svolge Reporter-Stylist?

la

giornata

di

una

"Prima dell’incontro, mando una mail alle ragazze, indicandogli quanti cambi portare ed il genere di abbigliamento. Sono cinque: 1.costume da bagno, bikini, trikini. 2.Casual, es. jeans ,maglietta, o qualcosa di originale, country hippie… 3.tendenza, molto moderno. 4.sport, classico. 5.vestito elegante, da cocktail, gala. Appuntamento in un bar, io e il fotografo ad aspettare la modella, prendiamo l’attrezzatura, saliamo sul furgone e via sul set. Una località di mare, alla ricerca di sfondi interessanti. Durante il viaggio mostro dei book fotografici alla modella, di modo che possa farsi un' idea delle po-

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di Claudia Fois

se che dovrà assumere. Anche per lei è la prima esperienza. La cosa più importante è saper mettere a proprio agio la ragazza, all'inizio è tesa. Arriviamo in un paesino di pescatori, con il fotografo scegliamo insieme i primi vestiti da farle indossare. Decidiamo di iniziare con qualcosa di casual, in genere si sceglie sempre di partire con qualcosa di comodo, per far sì che la ragazza sia un po’ disinvolta davanti alla macchina fotografica, per poi finire con vestiti eleganti. Primo abbinamento, un paio di pantaloncini in jeans e una magliettina semplice e delle infradito. La modella si cambia nel furgone. Una volta pronta, cerchiamo il posto più indicato per scattare le foto, dove la luce è perfetta. Le suggerisco come posare. I primi scatti sono fatti un po’ a casaccio, per creare un’atmosfera giocosa e piacevole. E’ un susseguirsi di: guardami male, abbassa il mento, guarda in basso, sorridi…. In poco tempo si lascia andare e passiamo ad altri cambi, altre location e altri scatti. A fine giornata, si ritorna in agenzia. Ed ognuno di noi si porta dietro le sensazioni della propria esperienza, la prima esperienza. E’ stato bello vedere come lavora un fotografo professionista, i giochi di luci, ombre. Io adoro la fotografia. E’ stato bello essere d'aiuto e d'appoggio. E se siamo abbastanza bravi a lavorare con le persone, il risultato di un viso rilassato, di una persona che si è divertita lo si può vedere chiaramente in una foto".


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Fotografie: Benji

Llegamos a un pueblo de pescadores y con el fotógrafo elegimos la primera selección de ropa que la chica tedría que vestir. Decidimos empezar con algo estilo casual, ya que por lo general, partimos eligiendo con el vestuario más cómodo, para que la chica se encuentre más a gusto y relajada trabajando delante de la cámara; para terminar usamos los vestidos más elegantes.Primero conjunto: unos vaqueros cortos, camiseta básica y zapatos playeros. Los modelos se cambian de vestuario en la furgoneta lo que simplifica mucho el trabajo, pues en cuanto se termina con esa parte de la sesión, buscamos otro sitio más adecuado para hacer el siguiente pase de fotos (teniendo en cuenta la que la luz debe ser perfecta). Yo le aconsejo e indico como posar y empezamos a tomar las primeras fotografías, de forma más rápida y amena para poder crear una atmosfera de juego y sin tensiones. El momento se convierte en un continuo: baja la barbilla, mira abajo, sonríe, seduce… En pocos minutos ya lo hacen mejor y se dejan llevar; es allí cuando pasamos a diferentes ropajes, escenarios y conseguir así las mejores fotos. Al final del día, cada uno de nosotros, los que empezamos, se lleva consigo las sensaciones de su propia experiencia, la primera experiencia. Ha sido muy interesante y enriquecedor ver cómo trabaja un fotógrafo profesional, aprender de los juegos de luces y las sombras y así también complementar mi formación en la fotografía que me encanta. Me he sentido realizada pudiendo ayudar y formar parte del equipo. Concluyo con esta experiencia que el resultado de una cara relajada, divertida feliz se queda plasmada claramente en una foto, y si somos lo bastante buenos como para lograrlo lograremos trabajar con más clientes satisfechos. a cura di Claudia Anatella

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

di Simona Lasi

stro amico per poi dire “l'avevo detto, io!” Di pancia. E con buonsenso. Così dovremmo vivere la prima impressione. Prestiamo attenzione a chi ci circonda, siamo timidi o guardinghi con chi conosciamo appena. Tutto nasce da quella prima sensazione che una stretta di mano o un'occhiata riesce a darci, e piano piano decidiamo se dare retta o no a quel pensiero che ci ha sfiorato la mente in quel momento. In punta di piedi ci addentriamo in un nuovo rapporto, proprio come quando, in punta di piedi, assaggiamo l'acqua del mare al primo bagno della stagione, piano piano, e se sentiamo la temperatura confortevole ci buttiamo con un gran tuffo. Facile a dirsi con un tuffo eh? Ci sono varie scuole di pensiero: c'è chi dice che la prima impressione “è quella che conta”, e chi asserisce che “non conta, la verità viene col tempo”, chi può dirlo? E' difficile trovare la giusta via di mezzo. Nel primo caso i pregiudizi prenderanno il sopravvento, e non avremo il piacere di approfondire la conoscenza e dare fiducia. Nel secondo caso, beh, non è facilissimo restare sul chi va là, e far filare un rapporto aspettando un passo falso del no-

E i rapporti virtuali? Che ne è della prima occhiata o della prima stretta di mano, quando l'unico modo che si ha per conoscersi è uno schermo e tante, tante parole, come possiamo scrutare le espressioni del nostro interlocutore? Eh si, bisogna proprio dirlo, è un terno al lotto! Io ho una certa esperienza, per mia grande fortuna direi! Ho tanti amici virtuali, e alcuni col tempo sono diventati reali. Nei social network il primo saluto è diventato la classica stretta di mano: c'è chi risponde con calore, ma anche chi glissa la presentazione, continuando il proprio eloquio sull'argomento del giorno. Difficile dire in cosa si trasforma la prima occhiata: forse il modo di scrivere, la punteggiatura, le emoticon, o il numero dei messaggi che si ricevono in privato? Non saprei. So comunque di averlo fatto il mio terno al lotto, reale e virtuale: persone meravigliose sono entrate a far parte della mia vita. Donne fantastiche. A volte la prima impressione non si è rivelata quella giusta (o quella sperata), lo ammetto, ma si rischia, sono bellissime esperienze, nessuna perdita di tempo. Solo una punta di amarezza, che poi passa, ripensando a tutto ciò che di profondo si è vissuto.

30 Fotografie: Pietro Cau


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"Cara Simona, ci siamo conosciute virtualmente, scambiate una prima occhiata complice mentre avanzavi, felice e solenne, verso l'altare, e strette nel primo abbraccio fra riso e auguri festanti, al termine della cerimonia. Quando la prima impressione è quella giusta!" Emma

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

di Silvia Padula

Volo Roma- Copenaghen, solo andata. Era il 27 Luglio 2014, un mese fa. Delle volte durante un anno, passa un mese e non succede nulla di nuovo, non vi è neanche la possibilità di accorgersene, delle volte, invece, un mese rivoluziona un’intera vita, come il primo in una nuova nazione. Procediamo per gradi. La prima domanda da porsi è: perché partire? Un vecchio detto cita “Non cambiare mai la strada vecchia per quella nuova, sai quel che lasci, non sai quel che trovi”. Sebbene i detti abbiano da sempre una ragione dogmatica, le attuali condizioni dell’Italia hanno cambiato anche questa “certezza”. Viviamo in tempi in cui la strada vecchia non ha molto da offrirti e la nuova appare molto più alettante, con una differenza rispetto a qualche anno fa: il fattore novità ha ormai un ruolo marginale. Non si parte più spinti da entusiasmo, incoscienza e curiosità. Si parte per necessità, armati di coraggio. Partire, infatti, non è poi così semplice. Si dice tante volte “me ne andrei”, ma poi, quando davvero lo si fa, fa male. Ci si sente egoisti a lasciare non solo i cari ma anche la patria, la quale non è di certo nelle migliori condizioni, sapendo che social-

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mente non stai facendo nulla, non stai combattendo in prima linea. Nonostante ciò, però, sempre più persone fanno le valigie e partono lontano, per cercare ciò che non trovano nel bel Paese ossia una risposta alle domande sul futuro dei suoi cittadini. La mia risposta sono andata a cercarla circa 2000 km a nord, a Copenaghen, capitale della Danimarca, terra scandinava. Ma cosa trova una mediterranea per eccellenza, come me, in una città nordica? Ecco il secondo interrogativo. Prima di trasferirmi le uniche conoscenze che avevo riguardo al Paese erano i soliti luoghi comuni: sono tutti alti, biondi e con gli occhi azzurri, fa freddo anche il giorno di Ferragosto, sono puntuali e precisi, caratterialmente poco socievoli ed accoglienti, si spostano per lo più in bicicletta, bevono fiumi di birra e la loro cucina non è delle migliori, punto dolente per un italiano. Una volta, però, messo piede in terra danese ho iniziato a sfatare i falsi miti: senza dubbio i danesi appaiono già a colpo d’occhio un’altra etnia, tratti somatici e stile di vita completamente differenti. Il segreto è nascosto in tre caratteristiche: efficienza, tranquillità e multiculturalità. Tre definizioni in molti paesi contrastanti, ma che a Copenaghen si fondono perfettamente. L’efficienza la puoi “sentire” dovunque, qualunque cosa vai a faContinua… >>


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33 Foto sfondo : Silvia Montis


C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare re. Treni, sistema sanitario, sistema scolastico, lavoro, burocrazia veloce. Si pagano le tasse e si rispettano le regole, e loro rispettano te. Se sbagli sei fuori. Il secondi concetto, forse il più difficile da comprendere, è legato all’idea che hanno della tranquillità. La tranquillità non è una generica utopia, come lo si intende nelle nostre meravigliose ma caotiche città, ma un modus vivendi. Nei treni si trovano diverse “Quiet zones” ossia zone separate da porte scorrevoli automatiche in cui non si parla e non si fanno alcun tipo di rumori; Il quartiere più bello di Copenaghen è Charottenlund poiché il più tranquillo e di conseguenza anche sicuro. Non importa che ci siano grandi costruzioni o monumenti, ciò che conta è il silenzio. Nella zona della stazione nessuno teme nessuno, nessuno guarda male nessuno. Regna una tranquilla condivisione di spazio. Infine il punto più importante, l’ “ingrediente” principale: il crocevia di culture differenti per le strade. A Copenaghen si respira multiculturalità ad ogni angolo. E qui che ti accorgi che la loro freddezza nordica non è nient’altro che tolleranza e buonsenso. Non sono inospitali o poco socievoli, si relazionano semplicemente in modo differente. Infatti, se ad un primo sguardo possono sembrare un popolo poco incline ai contatti umani, quando si parla un po’ con loro, si scopre che i danesi sono persone disponibili

34 Foto sfondo : Silvia Montis


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ed estremamente gentili. Se il tuo vicino non ti offre il caffè, ciò non vuol dire che non ti presti il detersivo per i panni se ne hai bisogno (cosa che è accaduta a me). Grazie a queste semplici regole e ai loro solidi valori, la Danimarca stima solo il 4% di disoccupazione oltre che la vivibilità più alta della comunità europea. A dimostrazione di ciò, la città è piena di gente attiva e soprattutto giovanissimi genitori, che hanno la possibilità di costruire il loro futuro, e soprattutto di dare un futuro degno ai propri figli. Unica pecca: le condizioni meteorologiche. Il forte vento abbassa la temperatura di parecchi gradi, e muta in continuazione le condizioni climatiche: insomma, non è una città adatta ai meteoropatici. Copenaghen mostra una realtà accogliente, lo si capisce già dall’odore di Kanelbullar, tipici dolci scandinavi, che si respira appena arrivi alla stazione. E’ una città che offre una possibilità a tutti, con meritocrazia e i giusti tempi. E’ passato un mese, ma personalmente, mi sembra molto di più. Dunque, ritornando al discorso iniziale: andare via è da egoisti? Forse, dipende da come si ritorna, o se si torna. Personalmente voglio tornare, non voglio dimenticare da dove vengo e non voglio rinnegare il mio spirito patriottico. Voglio solo migliorarmi attraverso questa esperienza e poter davvero contribuire ad aiutare il mio Paese, guardando le cose da una prospettiva leggermente più nordica, che unita alle mie innegabili origini italiane, forse davvero potrebbe creare il mix perfetto.

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

Foto: Silvia Padula 36


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Flight from Rome to Copenhagen. It was a month ago, one month that can change one life. Now the main question is: what can push an Italian, the prototype of the mediterranean man, to emigrate to a Nordic country? Perhaps the difficult situation in Italy, and the need to find answers elsewhere. I went to find my answers 2000 kilometers to the north, in the capital of Denmark. Before moving there I didn't have a good knowledge about the country, in fact it was based on the usual clichĂŠs: the typical Scandinavian beauty, punctuality, order and cleanliness, asocial people, the continue changes of the weather and the excessive use of alcohol. When I started to live this country, my new country I have discovered a lot of amazing things about it, that helped me to destroy wrong beliefs. The three characteristics that impressed me most of all are: quiet, efficienty and multi-culturalism. Efficiency can be found in every where expecially in work and bureaucracy: you follow the rules, pay your taxes and do your job and they respect you; as a series of gears that fit together perfectly. Quiet is not an adjective but rather a way of life: what is beautiful and appreciated is quiet. So it is good to dispel the less truthful myth that the Danish people are cold and not very sociable: they relate themself with the others only in a different way. For this reason there is a great and peaceful coexistence among different ethnic groups that make Copenhagen a welcoming city that makes you feel good, that becomes yours. So leaving the country in restoring difficulty is selfish ?? I think that it depends..it depends how you come back and if you come back. I want to go back, full of teachings that this nordic lifestyle can give to me read to improve thanks to them.

A cura di Silvia Padula 37


di Cesca *QB

Dedicato agli amori segreti. Quegli amori che abbiamo provato almeno una volta nella vita. Nati nel nostro cuore e mai comunicati a nessuno. Durati per un giorno o per una vita intera. Quegli amori che celati valgono battiti veloci ma raccontati svaniscono all’istante nel vento. Sotto tutto quel polverone di farina, maionese in sessanta secondi, vasetti di marmellata, muffin, zucche e gocce ci cioccolato attraverso i quali mi conoscete c’è comunque una giovane donna a cui piace vivere fino in fondo le emozioni ed è per questo che non potrei mai lasciare intatta una torta con un segreto come questo. L’amore prima o poi lo svelerei . . . e in questo caso con il coltello, sentendomi così la protagonista femminile di un romanzo russo.

Plum-Cake bicolore con cuore PLUM CAKE ROSA AI LAMPONI Ingredienti: - 200 gr farina 0 - 120 gr zucchero di canna - un cucchiaio di estratto di vaniglia - 1 bustina di lievito per dolci o cremor tartaro - un pizzico sale - 200 gr yogurt di soia al naturale - lamponi gr 125 - 50 gr olio riso (o altro olio di semi)

Preparazione:

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Foto di Cesca *QB

Mettere assieme gli ingredienti secchi da una parte e gli ingredienti liquidi (FRULLATI TRA LORO) dall'altra. Amalgamateli assieme fino a non avere più grumi. Riempite lo stampo da plum-cake. Mettere nel forno caldo a 180°C per circa 30 minuti. Fate la prova stecchino prima di sfornare per esser certi della cottura. Lasciate riposare tutta la notte in modo che si raffreddi completamente. Non assaggiatela tiepida perché il sapore non sarà gradevole, mentre da fredda . Una volta freddo tagliate a fette e con un taglia biscotti ottenete i vostri cuori.


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Preparazione: Mettere assieme gli ingredienti secchi da una parte e gli ingredienti liquidi dall'altra. Amalgamateli assieme fino a non avere pi첫 grumi.

PLUM CAKE BIANCO Ingredienti: - 150 gr farina 0 - 80 gr zucchero di canna - 1 cucchiaio cocco grattugiato - Vanillina - un pizzico sale - mezza bustina di lievito per dolci o cremor tartaro - 125 gr yogurt di soia al naturale - 60 gr latte soia - 40 gr olio riso (o altro olio di semi)

Seconda infornata:

Versato nello stampo vuoto da plum-cake un po' di impasto sul fondo. Sistemate i vostri cuori perfettamente allineati (come se fosse un tubo a forma di cuore) al centro sopra lo strato di impasto crudo appena versato come vedete nell'immagine. Versatevi sopra il resto dell'impasto crudo e infornate a 180째 per circa 35 minuti. Fate la prova stecchino prima di sfornare per esser certi della cottura.

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“ Era stato bello correrle incontro e sfondare il suo sorriso con

un b aci o

fatto di un gigantesco bisogno di noi “ . ( Ginanni Umberto )

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41 Foto sfondo : Giulietta Luise


Speciale BACIO

di Emma Fenu

“Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, quindi mille continui, e quindi cento. E quando poi saranno mille e mille, nasconderemo il loro vero numero, che non getti il malocchio l’invidioso per un numero di baci così alto”. “Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum, Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum”. Gaio Valerio Catullo

Siamo nati per essere baciati e per baciare. L’intimo contatto fra le labbra, infatti, deriva dal gesto, animalesco e primitivo, di masticare il cibo per renderlo più morbido per le gengive rosee dei propri cuccioli e si evolve con la Storia dell’umanità e con la microstoria di ciascuno. Ti nutro. Ti mangio. Ho un bisogno vitale di te. Sono tua. Sei mio. Era ormai notte, ma il muretto su cui eravamo seduti era ancora caldo. Serbava e dispensava i raggi del sole di agosto, come uno scrigno appena dischiuso, che offre a ciascuno i suoi tesori, sfavillanti gioielli d’oro e pietre preziose, perché sa che se ne colmerà di nuovi, al mattino seguente. Ricordo benissimo le sue scarpe, in tela rossa, con la parte interna, in gomma, consumata dall’attrito con il motore del “sì”. Anche le mie nike nere, con i profili lilla, erano logorate in quel punto preciso. Il primo bacio. Non importa se i visi si scontrano maldestramente. Non importa se devi levarti l’apparecchio per i denti in una frazione

42 Foto: Francesca Guerrini


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infinitesimale di secondo prima che tutto accada, benedicendo di non aver optato per quello fisso. Non importa se devi issarti verso la sua bocca innalzandoti sulle punte, con uno slancio che ti riporta alla memoria la ballerina di carta, protagonista della struggente fiaba di Andersen. Quell’istante ti rimarrà impresso per sempre e ti farà increspare le labbra, le stesse che, rosse come ciliegie, tremarono, allora, d’imbarazzo, in un sorriso dolce, che saprà farsi spazio anche in un volto solcato da mille rughe e consunto da mille altri baci. Io credo che la vita sia costellata di “primi baci”. Da quello della mamma, un petalo vellutato sulla propria fronte umida e rugosa di bimbo, che poco prima era cullato nelle viscere, a quello del papà, tenero nonostante le guance ruvide di barba, a quelli vibranti di passione, che sigillano, come timbri sulla cera lacca, l’inizio delle nostre storie d’amore, fino a quelli che, seguendo il ritmo ciclico dell’esistenza, restituiamo, nelle vesti di genitori, zii e nonni, a chi è appena venuto alla luce, innocente e già affamato di baci.

Foto: sfondo Francesca Guerrini

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Speciale BACIO

We’re born to be kissed and to kiss. The intimate lip contact, in fact, derives from the animallike and primordial action of chewing food to soften it for the gums of the puppy, and develops with the history of humanity and of each of us. I feed you. I eat you. I need you. I’m yours. You’re mine. I believe life is full of “first kisses”. From that of our mother, to that of our father. From those trembling and passionate, to the one that stamps our love stories´ beginning. And to those we give back, as parents, uncles, aunts and grandparents, to who has just come to light, innocent and already avid for kisses.

A cura di Giuseppina Pisu

44 Foto: Francesca Guerrini


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di Emma Fenu

“Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser baciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante”. Dante, Inferno, Canto V.

Di baci a lungo si scrisse, tutt’oggi si scrive e sempre si scriverà. Ci sono parole capaci di farci sognare, immaginare, ricordare. Sia che si susseguano in pagine vergate con inchiostro corvino, consunte e ingiallite, perché soggette allo scorrere di troppi cicli lunari, sia in quelle candide e tese come la pelle di un bambino, digitate con Word, esse altro non attendono che di svelarsi. Siamo travolti in un turbine infinito di frecce scagliate dall’imprevedibile Cupido, e, palpitanti, attraversiamo epopee cavalleresche e episodi biblici, fino a giungere ai romanzi e alle poesie che accennano allo sfiorarsi pudico delle labbra o che si soffermano sulla travolgente passione con cui due esseri si stringono in un bacio senza pause di respiro. Proprio grazie a tali letture, si è data vita a creazioni impalpabili di desiderio, ma anche a tangibili, e numerosissime, rappresentazioni artistiche. Come non ricordare le meravigliose opere di Hayez, di Rodin, di Klimt, di Munch, di Magritte, di Chagall o di Brancusi? E mi limito a citarne solo alcune. Continua… >>

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Speciale BACIO

Tuttavia, una è la mia preferita, quella che, durante la mia prima visita al Louvre, mi ha rapito in volo l’anima e ha trascinato tutti i miei sensi in un vortice senza fiato. Mi ha baciata. Si tratta del gruppo marmoreo ritraente Amore e Psiche, scolpito da Antonio Canova. I due amanti sono i protagonisti della celebre storia narrata da Apuleio, ne “Le Metamorfosi”, secondo la quale Psiche (che simboleggia, appunto, l’Anima), mortale di impareggiabile bellezza, si congiunge in matrimonio con Amore, il dio alato, pur non potendo mai scorgerne, alla luce, le fattezze. Spinta dalle sorelle, brucianti di invidia, ad infrangere il divieto, la fanciulla dovrà sottoporsi ad una serie di dure prove, prima di ricongiungersi al desiato marito, ottenendo, così, l’immortalità. Nell’opera di Canova, il dio è colto nell’atto di abbracciare la donna, proteso verso la di lei bocca, impercettibilmente già dischiusa. L'armonica composizione a “incrocio”, detta chiasmo, dei corpi candidi e il cerchio creato dalle braccia di lui, catalizza l’attenzione dell'astante verso il centro, in cui l’attimo, scosso da brividi, che precede il contatto delle labbra, diviene, grazie all’Arte, immortale, imperituro e assoluto. “Il rumore di un bacio non è così forte come quello del cannone, ma la sua eco dura molto più a lungo”. Oliver Wendell Holmes

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" Vorrei sapere per esempio perchĂŠ mi hai sposata." "Per via della colazione" ,spiegai. "Cercavo qualcuno con cui poter fare colazione per tutta la vita, e la mia scelta - cosĂŹ si dice, no? - cadde su di te. Sei stata una magnifica compagna di colazioni. E con te non mi sono mai annoiato." (Heinrich BĂśll)

Foto in concessione, di Giuseppina Pisu

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Speciale BACIO

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49 Foto: Giulietta Luise


Speciale BACIO

di Barbara Piras

“In un bacio, saprai tutto quello che è stato taciuto”. (Pablo Neruda)

“Vorrei sapere quanti baci furon dati dal dì che i baci furono inventati”. (Iginio Ugo Tarchetti) Il bacio è un importante fonte di contatto fisico fra due persone ed è per questo che assume diverse caratteristiche e significati a seconda del contesto… ma io voglio parlarvi di un altro “Bacio” in questa sezione: un bacio goloso, dolce e al cioccolato. Un bacio in cui trovar tanti pensieri d’amore… Che ne pensate del Bacio Perugina? Io, e non solo, lo considero un mito: un cioccolatino diventato nel tempo una vera e propria “icona” della storia dolciaria italiana. Come non resistere al suo inconfondibile gusto … un estasi di piacere al sol morderne uno!

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Conoscete la sua storia? La leggenda narra che il cioccolatino prende forma, nel 1922, nelle mani di Luisa Spagnoli, l’intraprendente moglie di uno dei quattro fondatori della Perugina, che cercava un sistema per utilizzare la preziosa granella di nocciole, derivata dalla lavorazione di altri prodotti. La Spagnoli, aiutando il marito in fabbrica, aveva notato che durante la lavorazione dei cioccolatini venivano buttati via chili di briciole di nocciole. Da qui nacque l’idea di impastare i frammenti di nocciola con il cioccolato. Ciò che ne venne fuori fu uno strano cioccolatino tempestato di pezzetti di nocciole, dalla forma irregolare, quasi a ricordare l’immagine di un pugno chiuso, dove la nocca più sporgente era rappresentata da una nocciola intera. Nato con un nome ben

lontano dalla poesia che lo circonda, “Cazzotto”, a causa della sua forma, fu poi ribattezzato da Giovanni Buitoni “Bacio”. L’imprenditore trovò maliziosamente più simpatico per un consumatore chiedere un bacio piuttosto che un cazzotto a chi si apprestava a esaudire una sua richiesta. L’immagine del Bacio venne affidata a Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20. Attraverso la sua rielaborazione del quadro di Francesco Hayez “Il bacio”, creò la scatola blu con l’immagine dei due innamorati e fu sempre sua l’idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d’amore che ancora oggi caratterizzano lo storico cioccolatino. Da dove prese spunto Seneca per i suoi cartigli? Si dice: da quelli che usavano Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni per comunicare tra loro. I due, infatti, nel tempo divennero amanti e pare proprio che avessero l’abitudine di scambiarsi frasi d’amore avvolgendo con dei bigliettini le delizie che avevano sotto mano… Insomma un cioccolatino frutto della fantasia di una donna e con all’origine una vera e propria idea antispreco! Il Bacio Perugina diventa il simbolo per eccellenza del pensiero affettuoso. Ma ora veniamo a noi! Che ne dite di provare a far in casa questi golosi cioccolatini? La ricetta è semplice… potrete così stupire i vostri amici e parenti!

Continua… >>

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di Barbara Piras

I Baci Perugina Preparazione:

Per prima cosa tritate molto finemente 100 gr di nocciole, fino a ridurle in polvere. Tritate invece piĂš grossolanamente altri 50 gr di queste, e tenete infine intere le 35 rimaste. Sciogliete a bagnomaria (o direttamente sul fuoco) il cioccolato al latte, ed una volta intiepidito amalgamatevi la nutella e la farina prima creata. Ingredienti: -

150 gr + 35 nocciole tostate intere 100 gr di cioccolato fondente 100 gr di nutella 50 gr di cioccolato al latte

Mescolatevi anche la granella di nocciole. Dovrebbe risultarvi un impasto compatto, facile da lavorare con le mani. Formate delle palline, ed incastrate sulla sommitĂ di ognuna di queste una nocciola intera. Per rifare la forma del Bacio, insomma. Sciogliete anche il cioccolato fondente. Con lo stuzzicadenti immergetevi ogni Bacio nel cioccolato fondente, quindi fate asciugare su una griglia i pezzi per un'oretta almeno. Una volta asciutti e secchi, togliete gli stuzzicadenti tamponando il foro con una goccia di nutella o di nuovo di cioccolato fondente fuso. Conservate in frigo ma servite a temperatura ambiente. Ora catturate i vostri amici, il vostro amore, i vostri parenti con queste squisite dolcezze.

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53 43 Foto sfondo in concessione di Claudia Anatella


Speciale BACIO

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Foto: Donatella Bucci


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di Simona Lasi

Che nome romantico hanno questi dolcetti! Baci di dama... Una bontà tipica piemontese, di Tortona per l'esattezza. Prendono il nome dalla loro forma, che ricorda quella di due labbra che si baciano.

Foto: Simona Lasi

Piccoli bocconcini dolci, formati da due biscottini fragranti uniti da un velo di cioccolato. Se state pensando che il loro nome rimandi a chissà quale storia romantica, o al regalo furtivo di una dama al proprio amante, vi sbagliate di grosso! Eh si, perché la leggenda narra che in una fredda notte di novembre del 1852, al re Vittorio Emanuele II venne voglia di assaggiare qualcosa di nuovo, quindi chiese al suo cuoco di creare per lui un dolce: il povero cuoco andò in cucina, e trovando solo mandorle, armelline, burro, cioccolata e zucchero, li usò per creare il nostro romantico dolcetto. Capite? Il capriccio di un uomo potente, ha fatto sì che venisse creata una verrà bontà.

Ingredienti: - 300 g di burro - 300 g di farina - 300 g di zucchero - 300 g di mandorle spellate (oppure nocciole se volete provarli in questa variante) - 50 di cioccolato fondente - un pizzico di vaniglia in polvere.

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Foto: Simona Lasi


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Baci di Dama Preparazione:

Frullate le mandorle (o le nocciole) col mixer. In una terrina unite 300 g di burro ammorbidito, 300 g di farina, 300 g di zucchero, le mandorle tritate e la vaniglia. Lavorate gli ingredienti fino ad ottenere una palla e mettete a riposare in frigo per qualche ora. Preriscaldate il forno a 160°. Togliete la pasta dal frigo e ricavate tante palline della dimensione di

una ciliegia, mettetele sulla placca da forno imburrata e infarinata (oppure utilizzate la carta da forno) schiacciandole leggermente. Cuocete nel forno caldo per 10 minuti, finché risulteranno dorate (togliendoli dal forno saranno ancora molli). Lasciate raffreddare ed unite i biscottini a due a due col cioccolato precedentemente sciolto a bagnomaria, quindi mettere a raffreddare.

Saranno ottimi per accompagnare il caffè, o per accompagnare le romantiche storie di un tea tra amiche. Beh, in questo caso... Preparatene in quantità, saranno peggio delle ciliegie! Provare per credere!

57 Foto: Simona Lasi


Speciale BACIO

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Foto sfondo: Giulietta Luise

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Speciale BACIO

Foto di: • Marianna D’Alessandro • Giulietta Luise • Francesca Fois • Elena Pincelli • Carme Mura • Francesca Guerrini • Piera Sirna • Flavia Di Luzo • Daniela Montis

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Un fiore rende speciale qualsiasi evento importante della nostra vita. I fiori parlano, ci trasmettono emozioni e intenzioni, sono l'espressione profonda e romantica del nostro essere pi첫 profondo. Con i fiori diciamo a nostra madre quanto l'amiamo, ai nostri migliori amici quanto sono importanti, alla nostra compagna trasmettiamo, grazie ai fiori, il nostro lato romantico, condividendo con lei i nostri pensieri pi첫 intimi. Un mazzo di fiori arreda le nostre case e trasmette energia positiva ai nostri ambienti, o ancora, crea unione tra le persone, trasformando gli ambienti e rendendoli accoglienti in occasione di feste. La Bottega dei Fiori vi invita a visitare il suo angolo speciale, vi conduce nel suo magico mondo di colori e fragranze, per farvi emozionare. 62


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www.facebook.com/ labottegadeifioridialessandra Telefono +39 340 835 7733 E-mail bottega.fiori_1966@libero.it

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

di Bettina Carta

C'era una volta e c'è anche oggi.. che cosa? La voglia di fare, di creare ed inventare. Con o senza bambola, non mi fermava nessuno. Non tutte le bambole di una volta avevano il guardaroba in dotazione, quindi bisognava rimboccarsi le maniche, cercando tra il cassettone della nonna o nel cestino del cucito della mamma. E, se trovavo qualcosa che potevo prendere in prestito, senza obbligo di restituirlo, allora era fatta! Nel giro di pochi minuti riuscivo a creare un'intera collezione. E, siccome non cucivo e non avevo il permesso di usare l'ago e il filo, realizzavo le mie creazioni con forcine per capelli, fil di ferro che trovavo tra gli attrezzi del mio papà, oppure con gli stuzzicadenti. E alla fine ero sempre molto fiera di me stessa. Per esempio a Natale, con la carta dei regali, creavo dei bellissimi vestiti rossi o blu, con le stelline. E a Pasqua, bellissimi abiti da sera lunghi e scintillanti, con la carta dell'uovo di Pasqua, senza dimenticare il nastro argentato o dorato, da utilizzare come cinta o come nastro acconciatura per i capelli. Se il tuo bambino vuole creare, permettigli di rovistare tra le cose che non ti servono, o che puoi fare a meno. Vedrai, ti stupirà! Buona creatività a tutti, da Betti.

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

Tratto da: http://paroladimamma.net/

Quando ero bambina il mio gioco preferito era Barbie! Con mia sorella passavamo intere giornate a giocare a Barbie, inventavamo delle vere e proprie storie con tanto di sigla da far invidia a soap del calibro di Beautiful! I vestitini erano tra le cose più importanti tanto quanto le acconciature ma quello che ci appassionava di più era la casa! Avevamo la casa di Barbie ma ci piaceva di più creare i nostri appartamenti sui mobili della nostra cameretta o nelle scatole. Bene, se anche le vostre bambine hanno questa passione oggi vorrei darvi qualche suggerimento e spunto per la creazione fai da te di mobili per le Barbie e magari qualche idea carina per realizzare una casa di Barbie casalinga.

66 Foto: Marianna D’Alessandro

di Ida de Santo

Come prima cosa procuratevi scatole di cartone di qualunque forma, anche quelle della pasta e conservate tutto ciò che ritenete possa trasformarsi in qualcosa di speciale. Altra cose che vi serviranno sono la colla, la carta colorata, e tante stoffine e nastri. Se avete Buona manualità potete anche cimentarvi con l'uncinetto e ne verranno fuori meraviglie! Bene, una volta creati i mobili vi serve una casa. Se non avete intenzione di comprare quella giocattolo potete ingegnarvi e crearne una con quello che avete a casa. Magari recuperando qualche vecchio mobile in disuso. Spero di esservi stata utile e che le vostre bambine possano divertirsi a inscenare mille storie romantiche con le loro Barbie così come facevo io.


Foto: Marianna D’Alessandro

Foto: Marianna D’Alessandro

67 Fotografie: Marianna D’Alessandro

Fotografie: Marianna D’Alessandro


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69 Foto sfondo: Pietro Cau


C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

La mia prima borsa

di Giuseppina Pisu

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Le borse delle donne sono dei piccoli mondi dove tutte le leggi della natura cessano di esistere. Borse piccole per grandi pensieri. Borse grandi per grandi passioni. Quaderni e matite per labbra uniti da un unico destino. Profumi, elastici per capelli, fogli scritti in flusso di coscienza. Biglietti del cinema e fiori secchi. Sabbia, conchiglie e carta di caramella. Penne senza tappo e monetine. Libri con pagine spiegazzate dal vento. Fotografie della tua mamma da giovane. Una lettera che tua sorella ti ha dato poco prima di prendere un aereo. La tua schiena, che non vorrebbe portare tutto quel peso. Tu però, di tutte quelle cose, non puoi fare a meno. La mia passione per le borse grandi ha origini lontane. Mille e una foto testimoniano questo grande sodalizio. La mia prima borsa mi venne regalata da nonna Rosa ed era esattamente la metà della mia statura. Riuscivo a malapena a trasportarla e per camminare, dovevo poggiarla sul ginocchio. Procedevo claudicante. Era una di quelle modello dottore, con apertura a scatto, di un intenso “testa di moro“ e un vellutato interno color cammello. Il manico era corto. Misura perfetta da portare a tracolla. All’interno ci mettevo di tutto. Mio padre aveva rilegato per me un piccolo quaderno con una copertina di un intenso blu scuro. Matite e pennarelli me li aveva regalati mia zia Giuliana, maestra elementare di professione. Sapevo appena scrivere il mio nome. Scrivevo per lo più incomprensibili geroglifici multicolore.

Mi sentivo già molto grande. Ero al mondo soltanto da 4 anni e nel giardino di casa c’era ancora l’albero di mele, frutto di un fortunato innesto di mio nonno Francesco. Pietre e conchiglie. Un vecchio reggiseno di mia madre. Una copia della fiaba di Andersen “I Cigni Selvatici“. Una maglietta e un paio di pantaloncini. Una fetta di torta. Un piccolo mondo tutto per me. Da trascinarmi appresso. Non ho mai imparato a sfruttare bene gli spazi. Ho sempre usato borse grandi e le ho sempre riempite di cose curiose. Nel caso potessero essere utili un giorno.

Foto sfondo: Giuseppina Pisu


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A little world on my own Women handbags are small worlds where all the laws of nature cease to exist. Small bags for great thoughts. Large bags for great passions. Notebooks and lip liners united by a single destiny. Perfumes, hair bands, written sheets in stream of consciousness. Cinema tickets and dried flowers. Sand, shells and candy wrappers. Capless pens and coins. Books with wrinkled pages by the wind. Pictures of your mother when she was young. A letter that your sister has you stuck in your wallet just before taking a plane. And then there's your back, who would not want to carry all that weight. And what of those things you can not do without. My passion for big bags has a long history. My grandmother Rosa gave me my very first one and it was exactly half my height. I could barely carry it and I had to place it on my knee if I wanted walk. I proceeded lame. It was one of those doctor model, with an opening snap. An intense dark brown. The interior was velvety. The shoulder strap was short, perfect to wear on the shoulder. I put everything inside. My father made me a notebook with a deep blue cover. My aunt Giulia, a teacher by profession, gave me pencils and markers. I could barely write my name. I wrote mostly incomprehensible multicolored hieroglyphics. I felt already very grown up. I was in this world already 4 years and in the garden there was still the apple tree, a successful graft of my grandfather Francesco. Stones and some leeves. One of my mother's old bra. The Wild Swans by Andersen. A shirt and a pair of shorts. A slice of cake. A little world of my own. I never learned how to make good use of the space. I have always used big bags and I always filled them up with curious things. In case they could be useful.

Foto: Giuseppina Pisu

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare Il primo animale domestico

di Barbara Piras

“Educare i nostri bambini al rispetto e alla libertà di ogni essere senziente è piantare il seme di un mondo migliore.” Valentina Suyren Chi di voi ha un animale in casa e cresce un bambino? Non so se lo sapevate ma, contrariamente alle vecchie credenze, avere un cane o un gatto in casa quando nasce un bambino previene le malattie, invece di aumentare il rischio. Lo svela un nuovo studio che quindi rassicura tutti i genitori dei bambini piccoli che spesso si chiedono se tenere un animale in casa aumenti il rischio dei loro figli di diventare allergici agli animali domestici. Ma che dire del momento in cui ci ritroviamo a far crescere un bambino insieme ad un cane o un gatto? Spesso si ha paura di ciò che comporta, nascono le paure, ci si pongono domande: il cane lo morderà? Sarà geloso? Far crescere un bambino con un animale, invece, non è nient’altro che un progetto educativo che aiuta il piccolo a responsabilizzarsi verso chi è più debole e ad assumere un atteggiamento altruistico anche da adulto. Il bambino si abitua al contatto fisico intenso che può dare la vicinanza di un animale, fatto di carezze e di giochi, ma anche di cure come, ad esempio, pettinare il cane. La presenza di un animale domestico, soprattutto nel primo periodo di vita, può sviluppare sentimenti di empatia e di conseguenza migliorare le capacità relazionali con gli altri. Il rapporto che bambino e cane costruiscono è basato su un affetto incondizionato e intimo.

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Avere un animale per amico, aiuta il bambino a esprimere l'immenso bisogno che ha di dare e ricevere amore. Occuparsi di lui e sapere che il suo benessere dipende in buona misura dalle proprie cure, per un bimbo, rappresenta un’esperienza formativa importante che fa sviluppare un forte senso di responsabilità e altruismo. Prendendosi cura di un altro essere vivente, il bambino comprende i propri limiti, ma anche quelli degli altri. Assume una visione più aperta verso il mondo, impara a comunicare e ad accettare il prossimo. Anche la dimensione della natura e della vita in senso lato assumono una forte valenza: il bambino osserva l’animale che nasce, si accoppia, gioca, cresce, soffre, muore. Perciò se avete paura della gelosia del cane per il bambino, non dovete far altro che seguire delle piccole regole come far annusare ad esempio il pancione per farlo abituare all’idea del neonato o mimate tutto ciò che farete all’arrivo del “cucciolo” umano, utilizzando anche un bambolotto. Riservate al vostro amico a quattro zampe dei piccoli regali o attenzioni, per fargli capire che non verrà soppiantato dal nuovo membro della famiglia. A tal proposito, voglio farvi leggere l’esperienza di Francesca: una mamma che aveva già un cane, prima che nascesse la sua bimba. “ Il mio primo cane si chiamava King: un dobermann fantastico, che amavo! Mi sono sempre ripromessa, crescendo, che se un giorno fossi diventata mamma, avrei preso un cucciolo per mio figlio; ma in fondo io ho sempre avuto un profondo amore per gli ani-


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“Abbatti i muri dell’egoismo. Rendi il tuo amore così vasto e profondo da contenere tutti gli esseri viventi.” Paramahansa Yogananda

mali cosi che il cane lo ho preso prima. Viola è arrivata che Bizio aveva due anni. Non avevo paura del loro incontro, perché io ne ero già esperienza, ma chiesi comunque i consigli al mio veterinario: … falle annusare il pannolino sporco… prima di entrare con lei in casa, al rientro dell’ospedale, fai uscire il cane e fargliela annusare… Ho cercato di amare entrambi e non trascurare lui che era già parte integrante della famiglia. A volte stava lì sulla sua cuccia ad osservare, quasi triste, ma bastava accarezzarlo e coccolarlo per fargli capire che non lo stavo abbandonando. La bimba sin da neonata lo abbracciava, lo guardava e rideva; inizialmente lo considerava un giocattolo e siamo stati molto attenti in questo; non capiva che provava emozioni, gli tirava le orecchie e gli metteva le dita negli occhi ma lui comunque si faceva fare di tutto. E noi cercavamo di farle capire come rispettarlo. Una volta lo ha vestito con il bavaglino delle bambole e gli dava da mangiare la plastilina. Oggi Viola e Bizio sono come due fratelli, si amano, giocano: lei la mattina si sveglia e va subito a salutare lui prima di me; lui la lecca e le salta addosso. Si prendono cura l’uno dell’altro. Spesso quando la sgrido lei va da Bizio e piangendo si fa consolare da lui con delle belle leccate in viso. Quando partiamo lo portiamo sempre con noi. Per lei è un fratello e per noi è un figlio pelosetto “.

“Amatevi ed amate tutte le creature viventi! Insegnate ai vostri bambini il rispetto anche per il più piccolo degli insetti, insegnate loro la Vita e spiegate la morte come un processo naturale sul quale non abbiamo nessun diritto. Spiegate che uomini ed animali sono fratelli uniti nello stesso intento: Vivere ed Amare.” Valentina Suyren

Quindi che dire, non preoccupatevi, allargate la famiglia e prendetevi un cucciolo. Con qualche regola di buona educazione, un po’ di impegno e amore, il vostro bambino avrà un amico che gli darà davvero tanto.

“Abbatti i muri dell’egoismo. Rendi il tuo amore così vasto e profondo da contenere tutti gli esseri viventi.” Paramahansa Yogananda

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Pz ordic!! Timeless quality Pz Nordic è una nuova pizzeria gourmet di Copenaghen, dove le tradizioni meridionali si incontrano con la cucina nordica ed i migliori prodotti locali.

Gothersgade 153, Copenaghen 0045 32 19 09 09

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mortenfrydensdal@gmail.com

http://www.pznordic.dk/


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Andrea Paparella e Morten Frydensdal, fanno pizze e panini ad un livello completamente nuovo… un modo diverso di fare fast food. Pane sfornato ogni mattina, fatto con farina biologica e impasto lievitato secondo una ricetta di famiglia della nonna di Andreas, originaria della città italiana di Pescara. Il prosciutto è realizzato e cotto da Morten, secondo una tradizione appresa nel ristorante Californiano One Market, mentre il succoso "tirato di maiale" è cotto in modo lento, fino a 30 ore. Andrea e Morten vanno in cerca dei migliori ingredienti, per ottenere il meglio dalle loro pietanze, in modo che il cibo gusti tutt'altro che del classico fast food. Il piccolo ma accogliente locale è allestito in stile vintage, con tre tavolini per potersi soffermare a gustare ottime pizze e succulenti panini, sorseggiando birra, leggendo un libro tra quelli a disposizione o intrattenendosi con rompicapi e giochi da tavolo a disposizione dei clienti. Connessione WiFi gratuita.

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EVENTI a cura di Flavia Di Luzio

Siete pronti a conoscere dei nuovi amici? Vi presento i Mumin, vero e proprio simbolo della cultura finlandese che ha saputo conquistare il cuore dei grandi e piccini di tutto il mondo. Questi personaggi di finzione, creati dalla scrittrice e illustratrice finnosvedese Tove Jansson e dall’aspetto simile a ippopotami bianchi, appaiono in libri, cartoni animati, gadget (tra questi spiccano le tazze Arabia e le trapunte Finlayson), film, musica e spettacoli teatrali. Perché i Mumin sono così popolari? Per l’attitudine positiva e l’apertura mentale con cui, nella loro semplicità, affrontano le difficoltà della vita. Se desiderate conoscere meglio queste simpatiche creature sono consigliatissime le visite al parco tematico Muumimaailma (Moomin World) di Naantali e al museo Muumilaakso (Moomin Valley) di Tampere. Sarà un’esperienza indimenticabile! Per ulte r ior i infor maz io ni, visita re : http://www.visitfinland.com/it/articolo/viva-imumin

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The Moomins

Are you ready to make new friends? Meet the Moomins, a real symbol of Finnish culture that has managed to win the hearts of children and adults around the world. These fictional characters, created by Finnish-Swedish writer and illustrator Tove Jansson and resembling white hippos, appear in books, cartoons, gadgets (Arabia mugs and Finlayson high-quality quilts stand out among them), movies, music and theatrical performances. Why are Moomins so popular? For the positive attitude and open-mindedness they show, in their simplicity, towards the challenges of life. If you want to know more about these cute creatures I really do suggest that you visit Muumimaailma (Moomin World) theme park in Naantali, and Muumilaakso (Moomin Valley) museum in Tampere. It will be an unforgettable experience! For further information, visit: http://www.visitfinland.com/ article/long-live-the-moomins


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Are you planning a trip to Sweden? Are you looking for an unusual hotel? You can take your pick! You can sleep in an ice hotel, in the trees, floating, surrounded by nature, underwater, in prison, in a Jumbo Jet or like real rock stars! For further information, visit: h t t p : / / www.visitsweden.com/.../ Truly-Unique-Swedish-Hotels

State organizzando un viaggio in Svezia? Siete alla ricerca di un hotel diverso dal solito? Avete solo l’imbarazzo della scelta! Potete dormire in un hotel di ghiaccio, sugli alberi, galleggiando, immersi nella natura, sott’acqua, in carcere, in un Jumbo Jet o come delle vere rock star! Per ulteriori informazioni, visitare: h t t p : / / www.visitsweden.com/.../ Dieci-alberghi-originali...

Are you fond of Norway and c l a s s i c a l m u s i c ? Then you can't miss the Kammermusikkfestival (Chamber Music Festival), that will be held in Trondheim from Semptember 22 to 28. An excellent opportunity to enjoy the best of music, art, literature and gastronomy. Discounts on tickets are available for groups of more than 10 persons. For further information, visit: h t t p : / / www.vi sit n orway.co m / .../ concerts-and.../classical http://www.kamfest.no/enGB Siete appassionati di Norvegia e musica classica? Allora non potete perdere il Kammermusikkfestival (Festival di Musica da Camera) che si terrà a Trondheim dal 22 al 28 settembre. Un’ottima occasione per gustare il meglio di musica, arte, letteratura e gastronomia. Sono previsti sconti sui biglietti per i gruppi formati da più di 10 persone. Per ulteriori informazioni, visitare: h t t p : / / www.vi sit n orway.co m / .../ concerti-e.../musica-classica http://www.kamfest.no/enGB

On September 14 in Denmark people celebrate Naturens Dag (Nature's Day), a day established by the Danish Society for Nature Conservation in collaboration with the Danish Outdoor Council and totally dedicated to outdoor activities. The purpose of this special day is to open up nature to adults and children thanks to a long series of events that involves the whole country. For further information, visit: h t t p : / / www.visitdenmark.co.uk/.../ natures-day-gdk802888 http://www.dn.dk/ Default.aspx?ID=21471

Il 14 settembre in Danimarca si celebra il Naturens Dag (Nature’s Day), una giornata istituita dalla Danish Society for Nature Conservation con la collaborazione del Danish Outdoor Council e totalmente dedicata alle attività all’aperto. Lo scopo di questa ricorrenza è quello di far entrare in contatto con la natura adulti e bambini attraverso una ricca serie di eventi organizzati in tutto il Paese. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.visitdenmark.it/ it/denmark/natures-dayg d k 8 0 2 8 8 8 http://www.dn.dk/ Default.aspx?ID=21471

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LA RUBRICA DI SILVIA

di Silvia Montis

In giro per la città, alla riscoperta di oggetti Shabby, Vintage e Country. Cammino a passo rilassato, per godermi la vista di ogni vetrina, ogni scorcio e oggetto presente in queste deliziose viuzze, dove i turisti spesso non arrivano e la quiete fa da padrona, creando un’atmosfera surreale, d’altri tempi. Copenhagen è la patria dell' Old Style e del recupero di oggetti usati. Non vi è strada dove non si possano ammirare vecchie collezioni dall'improbabile datazione, tra mercatini, bancarelle improvvisate e negozietti nascosti. Finalmente ho trovato ciò che cercavo: un barattolo in latta, decorato con figure femminili che ricordano le dame francesi, nelle tonalità verdi, bianche e dorate, che rendono il contenitore delicato ma allo stesso tempo elegante. È ideale per conservare la mia collezione di vecchi bottoni. Lo stile Vintage ha un non so ché di romantico, mi ha sempre affascinata. Forse perché amo pensare che un oggetto, invece di essere buttato, possa rinascere a nuova vita, magari cambiandone destinazione d’uso o semplicemente restaurandolo con creatività. C'è poi lo stile Shabby, che non muore mai, con la sua straordinaria bellezza e l'intramontabile fascino: le tonalità pastello di piccole e delicate decorazioni floreali, stoffe e ceramiche che ti fanno entrare in una fiaba, legno scrostato, lamiere un poco arrugginite, spago, rafie, fiori di campo, bottiglie di vetro, carte da parati, libri avvizziti e cartoline invecchiate. Una sorta di reminiscenza, un tuffo nei ricordi della mia infanzia, di un modo di vivere semplice e genuino, lontano dalla sterile corsa verso tecnologie sempre più avanzate e di design sempre più complessi e aggressivi.

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Un po’ come lo stile di vita Country, fatto di profumi e sapori casarecci, come la fragranza delle torte appena sfornate e del pane fatto in casa. Qualcosa di magico e irresistibile, che mi ricorda la campagna, il sorriso di mia nonna, i casolari di una volta pieni di attrezzi da lavoro. Cose semplici, che non perdono mai il loro valore. E mentre percorro queste vie, apro la mia finestra nel passato a cui non voglio rinunciare, conservando nel mio cuore queste sublimi sensazioni di eternitĂ . Le porterò con me, per costruire un futuro migliore.

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C’è sempre una prima volta. Il coraggio di iniziare

di Emma Fenu tratto da http://emmaswoolcreations.blogspot.dk/

Quando sei sulla vetta della montagna, respira l’aria intrisa di libertà e ammira il panorama agognato. Abbi, però, memoria e nostalgia della scalata, della stanchezza delle membra, dei rivoli di sangue sulla pelle nuda. Sii consapevole di aver dimostrato a te stesso di avere una forza che neppure immaginavi e di aver compiuto un’ardua impresa da solo. Non dimenticare, però, le mani che ti hanno impedito di scivolare e quelle che, invece, ti hanno trattenuto o addirittura spinto a ritroso. Le prime dovrai tenerle strette, per sempre, le seconde lasciale andare, si aggrappano ai massi di altre montagne, spazi che non vorrai mai ti appartengano. Quando sei sulla vetta della montagna, preparati a scendere, tenendoti in equilibrio o ruzzolando nel precipizio, perché nuove scalate ti attendono, sempre più ripide. Guardati intorno con somma attenzione, anche quando la nebbia, inclemente, ti avvolgerà: vecchie e nuove mani si tenderanno verso di te. Non confidare in scorciatoie o nell’altrui traino, dovrai fare il percorso, ancora una volta, mettendo alla prova te stesso. Sii felice del viaggio e, anche quando calerà l’oscurità della notte, sappi ammirare le stelle. Quando sei sulla vetta della montagna, vuol dire che hai imparato che ci sarà una prossima vetta.

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LA RUBRICA DI EMMA

Nordic Lifestyle Magazine

The first peak is a prelude to the next one. When you’re on a peak, breathe the air filled with freedom and admire such a craved view. However, keep in memory and feel the homesickness of climbing, the tiredness of the limbs, the blood rivulets on your naked skin. Be conscious of proving to yourself that you have a strength you never even imagined and that you are doing an arduous challenge alone. However, don’t forget the hands preventing you from sliding, and those, instead, which stopped or even pushed you in reverse. The first ones, you should hold on to, the second ones you should dismiss, because they catch hold of other mountains´ rocks, spaces you’ll never want to belong to you. When you’re on the peak, be ready to climb down, in balance or tumbling down the precipice, because new climbing’s are waiting for you, always steeper. Look around with attention, also when the cruel fog will roll you up: old and new hands will tend towards you. Be happy for the journey and, when the darkness of the night comes, just admire the stars. When you’re on the peak, it means you’ve learned that a new summit will come.

81 Foto sfondo: Claudia Fois


LA MAIL DOVE POTER INVIARE LE LETTERE nordiclifestyle.magazine@gmail.com LA PAGINA FACEBOOK DOVE PUOI SEGUIRCI www.facebook.com/NordicLifestyleMagazine

“Seguo da qualche mese il vostro giornale, vorrei farvi i complimenti e chiedervi se, tra i vostri prossimi articoli, avete intenzione di parlare dell’Islanda, un posto che amo molto e che non ho mai visitato. Vorrei saperne qualcosa di più, in previsione di poter fare un viaggio prima o poi. Comunque le terre del Nord sono tutte bellissime e la cultura tutt’altro che fredda e chiusa. Continuerò a leggervi con affetto”. Sonia

Cara Sonia, prima di tutto ci tengo a ringraziarti a nome di tutta la redazione. Ogni mese cerchiamo di regalarvi scorci di vita nordica, spostandoci in lungo e in largo dall’Europa all’America. Sicuramente tratteremo dell’Islanda a breve, con un articolo molto dettagliato e affascinanti foto inedite . Speriamo di poter essere un ponte, per te e tutti i nostri lettori, verso terre non molto conosciute ma meritevoli di attenzione. Ti auguro una buona lettura, in attesa che tu possa realizzare il viaggio dei tuoi sogni.

Silvia 82


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Photo Gallery Fotografie di Silvia Montis

Gay Pride 2014 a Copenhagen

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Gay Pride 2014 a Copenhagen

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