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S.O.S. pirati! Interviene la fregata Rizzo
di Antonio Cosentino
Nell’estate 2018, nell’ambito delle Campagne d’Istruzione, nave Luigi Durand de La Penne ha fatto sosta nel Golfo di Guinea; nel 2019 un Mobile Training Team della Brigata Marina San Marco ha preso parte all’esercitazione a guida statunitense “Obangame 18” e contestualmente a bordo della US Navy Carson City, è stato imbarcato un ufficiale della Marina italiana, in qualità di responsabile dell’addestramento dei team VBSS
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(Vessel Board Search and Secure), nel più generale sforzo di capacity building a favore delle marine rivierasche. In tale contesto, da marzo 2020 nell’ambito della Cooperazione Internazionale, è stato pianificato il dislocamento di nave Rizzo, per dar corso, in un’area strategica, ad un programma di attività addestrative con assetti navali francesi e spagnoli, sviluppando iniziative a supporto del traffico mercantile nazionale in area.
Com’è noto l’area del Golfo di Guinea, è una regione vastissima sulla quale si affacciano numerosi Paesi che, per il sostentamento e lo sviluppo delle loro economie, sono legati in maniera indissolubile allo sfruttamento delle risorse naturali, sia di tipo alimentare sia energetico. La necessità di garantire un controllo sempre più capillare ed effettivo tanto nel dominio terrestre quanto sugli spazi marittimi è diventata di primaria importanza, in un’ottica di continuum della sicurezza. A livello mondiale il Golfo di Guinea garantisce, poi, importanti riserve di gas e petrolio, così come giacimenti di minerali rari, quali ad esempio l’uranio. Basti pensare che il petrolio nigeriano ha costituito, per le economie degli Stati eu
ropei, più dell’8% totale delle importazioni di greggio dell’intera Unione dal 2014. Le acque del Golfo, infine, rappresentano un’importante via di comunicazione per il trasporto delle merci tra l’Africa, le Americhe e l’Europa. Se da una parte lo sfruttamento di dette risorse garantisce benefici economici, che hanno portato degli indubbi miglioramenti per le popolazioni e per le comunità residenti, dall’altra, alcune sperequazioni sulla distribuzione di tali proventi hanno generato fattori di rischio e instabilità. Gli atti di pirateria vanno, a tal proposito, a costituire una delle voci più importanti che affliggono in maniera negativa il concetto di sicurezza marittima. Numerosi sono gli attacchi e sequestri ai danni delle installazioni pe
trolifere oppure gli atti di pirateria marittima contro le navi e le imbarcazioni in navigazione sulle acque dell’area. La guerra corsara causa perdite annue che si aggirano intorno ai 25 miliardi di dollari a causa del pagamento dei riscatti, degli oneri assicurativi, delle rotte alternative che impongo costi più alti di navigazione e dei danni che il fenomeno provoca anche alla pesca e al turismo. Proprio per contrastare un fenomeno così complesso a un’instabilità in grado di minare lo sviluppo di un’area di sempre maggior importanza per i commerci mondiali, è fondamentale garantire la salvaguardia della libertà di navigazione e la sicurezza marittima. E’, in questo contesto, che la fregata Luigi Rizzo - nell’area del golfo di Guinea nell’ambito di un deployment operativo centrato su attività di presenza e sorveglianza a salvaguardia della libertà di navigazione e degli interessi nazionali - il 25 marzo, al termine di un’esercitazione congiunta con un’unità della Marina spagnola, durante il pattugliamento al largo delle
coste della Nigeria ha ricevuto l’avviso che era in corso un attacco pirata contro una nave mercantile distante circa 100 miglia nautiche. L’unità italiana si è quindi diretta verso la posizione dell’evento per fornire il proprio supporto, avviando contestualmente le ricerche in area con l’elicottero di bordo. Contattato via radio il Comandante della nave mercantile, battente bandiera greca, ha dichiarato di aver subito tre tentativi di abbordaggio da parte di un barchino, di quelli normalmente impiegati dai pirati con a bordo sette uomini armati. I tentativi sono andati a vuoto e l’imbarcazione con i pirati a bordo si è allontanata verso la costa. Un altro attacco di pirati sventato grazie alla presenza e sorveglianza di una unità della nostra Marina militare.
In uno scenario estremamente realistico, a largo delle coste ghanesi, si è svolta la mattina del 3 aprile, un’esercitazione antipirateria che ha coinvolto la fregata Luigi Rizzo e la nave mercantile del Gruppo Grimaldi Grande Dakar, con la simulazione di un tentativo di abbordaggio da parte di un gruppo di pirati alla motonave. L'esercitazione è iniziata con l’attivazione, da parte della nave mercantile, del sistema di allarme di sicurezza (SSAS – Ship Security Alert System) al Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Maritime Rescue Coordination Center – MRCC), presso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Una volta ricevuto l’allarme il MRCC, in coordinamento con l’armatore e con Confitarma, l’ha immediatamente rilanciato al Centro Operativo della Marina Militare, che ha attivato l’intervento della fregata Rizzo, avvisando le Marine dei Paesi partner e Alleati presenti nell’area, avviando così le necessarie azioni di cooperazione per la gestione dell’evento. Subito dopo, per mezzo dei sistemi di monitoraggio satellitari, la Centrale Operativa della Guardia Costiera ha individuato tutte le navi mercantili presenti nell’area dell’attacco pirata,
procedendo ad allertare le rispettive compagnie di navigazione nazionali del potenziale pericolo, nonché le locali Guardie costiere, per aumentare il livello della cornice di sicurezza nella zona. Nel frattempo, a bordo della Grande Dakar, il Comandante avviava le procedure previste dal piano di sicurezza. Appena ricevute le disposizioni operative da parte del Comando in Capo della Squadra Navale, nave Rizzo ha rapidamente serrato le distanze e, in vista della motonave, ha disposto il decollo del proprio elicottero e messo a mare i propri gommoni veloci con il team di sicurezza composto dai Fucilieri della Brigata Marina San Marco per il successivo abbordaggio a protezione della nave. L’esercitazione ha confermato la consolidata sinergia raggiunta fra tutti gli attori: il Comando in Capo della Squadra Navale, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, Confitarma e la società armatoriale italiana il Gruppo Grimaldi. L’obiettivo è stato quello di mettere alla prova le procedure di comunicazione e coordinamento in caso di un attacco di pirati e le modalità d’intervento.